ALTERAZIONI SOFISTICAZIONI E DIFETTI DEI FUNGHI PORCINI SECCHI
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ALTERAZIONI SOFISTICAZIONI E DIFETTI DEI FUNGHI PORCINI SECCHI Dr Giovanni Rossi Tdp Micologo INTRODUZIONE L'essiccamente dei funghi epigei spontanei è uno dei sistemi più antichi di conservazione di questa particolare alimento, altri tipi di conservazione sono: sott'olio, in aceto, in salamoia e surgelati. Per l'essiccazione dei funghi secchi porcini il metodo anticamente utilizzato era quello di infilzare i funghi interi o tagliati e farne delle corone o disporle su telai rete, le corone poi venivano appese fuori dalla finestra all'aria e al sole oppure sopra una stufa o camino. Attualmente si utilizzano essiccatori industriali a tunnel. I funghi prima di essere sottoposti a essiccazione sono sottoposti a spazzolatura, toelettatura e taglio in fette dei funghi. I funghi vengono affettati mediante affettatrici al fine di produrre una fetta regolare su tutta la superficie del fungo tra i 6 e gli 8 millimetri di spessore. I funghi poi sono adagiate su speciali telai resistenti al calore, su un apposito carrello e inseriti nel tunnel di essiccazione, in genere sono utilizzati essiccatori del tipo contro flusso conosciuti come: “tunnel di seccaggio contro flusso california”. Le industrie italiane che utilizzano il porcino allo stato fresco per ricavare l’essiccato ormai sono scomparse; i funghi sono importati già allo stato secco, le aziende nazionali poi provvedono alla cernita e alla selezione in base alla qualità merceologica e infine al loro confezionamento. La produzione locale di porcini freschi copre infatti meno del cinque per cento dell'intero prodotto fresco commercializzato, il restante novantacinque per cento del prodotto consumato in Italia arriva da paesi extracomunitari in particolare: est Europeo, Marocco, Africa meridionale e Cina. Quest'ultimo è stato il primo partner commerciale nell'esportazione in Italia di funghi e tartufi essiccati per un valore complessivo di ben dieci milioni d’euro di funghi e tartufi essiccati annui. Per quanto riguarda questi alimenti le garanzie offerte dai citati paesi extracomunitari in tema di sicurezza alimentare sono generalmente bassi o inesistenti. Il consumatore quindi può incorrere a gravi pericoli sanitari dovuti alla presenza di specie estranee e/o a contaminanti ambientali e biologici.
FUNGHI PORCINI SECCHI Con la denominazione di “Funghi Porcini” possono essere commercializzate solo le specie del gruppo Boletus edulis (DPR 376/95) sono definite quattro specie di boleti: Boletus edulis (Bull) Fr; B. pinophilus Pilatet Dermek; B. aestivalis (Paul) Fr.; B aeureus (Bull) Fr. Sono funghi che vivono in simbiosi con alcune specie vegetali, fra le quali le Fagaceae (Querce, Faggio e Castagno), Aghifoglie (Pini, Abete Rosso, Abete Bianco) e altre essenze forestali. Questi boleti hanno in comune tre importanti caratteri (presenti tutti e tre contemporaneamente): il classico e ben noto profumo, un rilievo a forma di reticolo sul gambo, diffuso talvolta solo sulla parte alta, talaltra sull'intera superficie, ed infine la polpa bianca che non muta di colore né all'aria né al tocco. DENOMINAZIONI QUALIFICATIVE La denominazione di vendita dei funghi porcini secchi deve essere accompagnata da menzioni qualificative qui di seguito riportate e previste dal Decreto 9 ottobre 1998 del Ministero dell’Industria e del Commercio e dell’Artigianato : “EXTRA”: Presentazione: solo fette e/o sezioni di cappello e/o di gambo, complete all’atto del confezionamento ,in quantità non inferiore al 60% della quantità del prodotto finito; Colore della carne all’atto del confezionamento: da bianco a crema; Eventuale presenza di briciole provenienti solo da frammenti di manipolazione; Requisiti: tramite di larve: non più del 10% m/m; Imenio annerito: non più del 5% m/m. “SPECIALI”: Presentazione:sezioni di cappello e/o di gambo; Colore della carne all’atto del confezionamento: da crema a nocciola; Presenza di briciole provenienti solo da frammenti di manipolazione; Requisiti: tramiti di larve:non più del 15% m/m; Imenio annerito: non più del 10% m/m.
“COMMERCIALE”: Presentazione: sezioni di fungo anche a pezzi con briciole:non più del 15% m/m; Colore della carne all’atto del confezionamento: da marrone chiaro a marrone scuro (presenza di briciole provenienti da frammenti di manipolazione); Requisiti: tramite di larve: non più del 25% m/m; Imenio annerito: non più del 20% m/m. “BRICIOLE”: Presentazione: frammenti di sezioni di fungo tali da consentire l’identificazione della specie d’appartenenza; Requisiti: tramiti di larve: non più del 25% m/m; Imenio annerito: non più del 20% m/m. “IN POLVERE”: Ottenuti dalla macinazione di funghi porcini secchi devono presentare un contenuto d’umidità non superiore a 9% m/m. La durata dei funghi secchi non può essere superiore ai 12 mesi dal confezionamento. I funghi secchi devono essere venduti in confezioni chiuse, fatta eccezione per i soli funghi "Porcini", ed è obbligatoria l'osservanza da parte del confezionatore delle norme di carattere generale per l'etichettatura, nonché quelle specifiche previste dal D.P.R. 376/95. ALTERAZIONI SOFISTICAZIONI E DIFETTI Importare funghi spontanei dai paesi extracomunitari risulta dal punto di vista commerciale molto conveniente sia per l’abbondanza di questo micete presente in questi paesi e sia per il basso costo della manodopera per la raccolta. Il rovescio della medaglia è dato dalla scarsa qualità igienico-sanitaria nelle varie fasi della filiera: raccolta, manipolazione, preparazione e conservazione , inoltre in alcune nazioni (Ucraina, Biellorussia ecc.) molti siti di raccolta risultano fortemente inquinati da scorie chimiche o nucleari. LE SOFISTICAZIONI SPECIE ESTRANEE Dobbiamo sfatare l'idea dell'utilizzo di melanzane secche per aumentare in modo fraudolento il peso, questo perchè ormai anche le melanzane hanno ormai costi proibitivi ! Spesso capita che volontariamente già in fase di raccolta i porcini vengono frammisti con altri funghi alcuni commestibili (frode commerciale) ma altre volte anche con specie tossiche (frode tossica).
Abbiamo detto inizialmente che la provenienza dei porcini è quasi completamente estera, la raccolta viene effettuata non sempre da personale esperto e quindi può capitare che nel cesto finiscono anche altre specie commestibili o peggio tossiche, inoltre anche la qualità dell'essiccazione non avviene in modo corretto a causa del malfunzionamento di vecchi essiccatori con tutti i problemi sia di ordine sanitario che di qualità. Le specie che più comunemente vengono rinvenute in queste partite sono: Altre tipo di Boletaceae (funghi non lamellari, ma con tubuli e pori): Boletus luridus (commestibile dopo adeguata cottura) E la frode più comune soprattutto in partite raccolte in Serbia e Croazia Boletus satanas (tossico anche da secco) Genere Leccinum (commestibili) facilmente riconoscibili per la colorazione delle fette grigio-nerastro Genere Xerocomus (commestibili) Funghi lamellari Genere Russula e lactarius (specie commestibili ma anche alcune tossiche) Sono presenti generalmente fette di gambo, in quanto il cappello facilmente individuabile per la presenza di lamelle e non di tubuli (boletacea) Amanita muscaria (tossica) Amanita phalloides (tossica) non è molto comune, ma nelle partite vengono rivenute parti di gambo riconoscibili perchè si arricciano come se fossero carta da sigarette. RAMMOLLIMENTO I funghi secchi sono fortemente igroscopici per cui se non adeguamente confezionati e/o conservati in locali a temperatura ed umidità controllata subiscono un progressivo rammollimento risultando prima cedevoli e poi mollicci. La normativa (DPR 376/95) prevede un tenore di umidità del 12% 2% m/m, infatti al di sopra del 14% di umidità relativa si sviluppa sia la flora ifomicetica parassitaria dei funghi che quella microbica. AMMUFFIMENTO Una cattiva conservazione dei funghi procini secchi sfusi e o da difetti di permeabilità dell'involucro di confezionamento può portare come abbiamo visto al rammollimento e alla possibilità di essere invaso da muffe.
I porcini secchi sono facilmente invasa da una particolare muffa, il Sepedonium, Chrjsospermum che sviluppano dei conidi gialli dorati sulla superficie delle fette e che dona ai funghi una colorazione dorata. I più pericolosi (effetti tossici e/o cancerogeni) sono quelli dovute a colonie fungine di colore giallo/giallo verdastro/ bruno/ rossiccio e nere, sono in causa le muffe del genere Aspergillus specialmente A. flavus (colonie di colore varaiabile dal giallastro al verdastro-brunastro) si sviluppano già con umidità del 13% e produce aflatossine (AF) sostanze altamente tossiche e cancerogene. Producono micotossine anche alcune specie di Penicillium (P. rugolosum, P. brunnem, ecc. ), Byssoclamys (B. nivea, B. fulva ecc. )Gerfusarium ( F. trienetum ecc. ). TARLATURA e PARASSITI La presenza di fori è indice del passaggio pregresso di larve di ditteri più frequentemente delle famiglie Mycetophilidae (ma anche delle famiglie Bibionidae, Scatopside e numerose altre) in modeste percentuali è condizioni quasi normali in quanto i ditteri sono normalmente ospiti dei funghi. Quando invece nelle confezioni siano presenti le uova del parassita o le carcasse di larve essiccate la normativa attuale non consente nè la commercializzazione e neanche il consumo per pericoli igienico-sanitari. CORPI ESTRANEI Il rischio particellare può essere di tipo: 1. accidentale 2. volontario E’ inevitabile che in fase di raccolta dei porcini si ritrovino tracce di terriccio, che può essere più o meno abbondante. Talvolta i corpi estranei sono legati a caratteristiche del fungo. Quelli provenienti dal Nord Africa presentano tracce di silice fissate sull'epidermide e sulla carne di tutto il fungo, il fenomeno è dovuto al vento costante che spira in quelle regioni e che trasporta sabbia. Le particelle vengono poi incluse nella carne del fungo durante la crescita. La loro presenza può essere accidentale, ma spesso è legata alla frode commerciale al fine di aumentare il peso del prodotto. Durante l’ispezione del controllo ufficiale non è difficile rinvenire porcini con infissi all’interno pezzi di stuzzicadenti o bastoncini utilizzati per assemblare il cappello e il gambo che precedentemente risultavano staccati o rotti. Il DPR 376/95 stabilisce, per ogni singola confezione e a seconda della categoria
qualitativa il range di tolleranza di cui sotto: Possono ritrovarsi all'interno delle confezioni: 1) impurezze organiche di origine vegetale (non sup. 0,02% m/m) 2) impurezze minerali (non sup. 2% M/m) ANNERIMENTO L'annerimento è un difetto imputabile all'essiccamento artificiale dei funghi in forni, nei casi in cui l'annerrimento è più accentuato la qualità merceologica risulterà inferiore oltre a prendere un odore non troppo gradevole di tostato. E' comunque tollerata la presenza di funghi annerriti, per ogni singola confezione se non superiore a 20% M/M (DPR 376/95). CONCLUSIONI Alla luce anche delle normative europee, l'azienda alimentare che importa funghi porcini secchi o freschi dovrà essere in grado di dimostrare la rintracciabilità (Reg. CE 178/02) del prodotto, ma anche in fase di raccolta primaria dovranno essere rispettate le norme igienico sanitarie previste dal l’allegato del Regolamento Ce 852/04, in particolare il Regolamento 178/2002 precisa che gli alimenti importati nella Comunità per esservi immessi sul mercato devono rispettare le pertinenti disposizioni della legislazione alimentare o le condizioni riconosciute almeno equivalenti dalla Comunità o, quando tra la Comunità e il paese esportatore esiste un accordo specifico, le disposizioni ivi contenute. Le industrie di lavorazione dei funghi hanno inoltre l'obbligo di individuare ogni fase di lavorazione che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che siano individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza avvalendosi dei principi basati dal sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici HACCP. Un altro obbligo che hanno gli OSA è di avere un micologo aziendale (DPR 376/95) che deve appunto verificare le partite di funghi secchi prima che siano confezionati e immessi in commercio. Il Ministero della Salute in considerazione dei potenziali pericoli, dovuto a questo alimento, ha emanato alcune circolari al fine di monitorare ed intensificare i controlli da parte degli Ispettorati Micologici delle ASL, in particolare: Nota ministeriale del 16.12.1999 (Prot.600.14/2a/56.64/611) importazione di funghi epigei freschi, secchi o altrimenti conservati e preparati; Nota ministeriale del 16.02.2011 (Prot. 42265) attività di controllo funghi all’importazione e sul territorio;
Nota ministeriale del 24.05.2012 avente come oggetto: funghi/attività di controllo all’importazione. Si evidenzia da parte dell’Autorità Competente Centrale (Ministero della Salute) l’importanza che riveste il ruolo dei Tecnici della Prevenzione Micologi che operano negli Ispettorati Micologici delle ASL al fine di contrastare le frodi e prevenire possibili rischi per la salute pubblica. Bibliografia consultata: Bellù F.(2000). I principali funghi velenosi e le loro intossicazioni. Atti Corsi di Aggiornamento di Micotossicologia, Bedonia (PR),18-20 ottobre,p.80. AUSL di Parma.Dipartimento di Prevenzione. Distretto Valli Taro e Ceno; Borghi E.(2000). Lezione pratica di tecniche merceologiche e di microscopia mirata ai fungi conservati. Atti Corsi di Aggiornamento di Micotossicologia, Bedonia (PR),18-20 ottobre, p.36. AUSL di Parma. Dipartimento di Prevenzione. Distretto Valli Taro e Ceno; Borghi E. (2001). Il controllo sanitario s.l.dei funghi conservati.pp.100, Ed. G.E.M.A., Avezzano, L'Aquila, in stampa.
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