Alimentazione, pelle e microbiota: approfondimenti
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Immunoterapia e microbiota intestinale Microbiota intestinale Microbiota intestinale e Sistema immunitario Dieta e Microbiota intestinale: Fibra alimentare, Probiotici e Prebiotici Dieta e sistema immunitario Nutrienti/fitocomposti Vitamine: Vitamina A, Vitamina C, Vitamina D, Vitamina E Zinco, Selenio, Magnesio Lipidi Polifenoli: Resveratrolo e Catechine Carotenoidi: Beta Carotene e Licopene Dieta Mediterranea come modello alimentare Alimenti Caffè Tè verde Crucifere Melagrana Curcuma
I tumori della pelle sono le forme più frequenti di cancro • Melanoma • Carcinoma Spinocellulare • Carcinoma Basocellulare • Carcinoma a Cellule di Merkel Possono presentarsi a qualsiasi età, soprattutto in età avanzata. Sono causa di decine di migliaia di interventi chirurgici e decessi ogni anno. L'incidenza è aumentata, nonostante gli sforzi atti a migliorare la prevenzione.
L’eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette solari è il principale fattore di rischio per lo sviluppo dei tumori della pelle Ecco perché è importante proteggere la cute dei bambini e degli adulti da scottature solari ed evitare le esposizioni eccessive ai raggi ultravioletti, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Fondamentale è l’uso di creme solari con fattore di protezione SPF maggiore di 30. 4
Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse nei confronti della prevenzione dei tumori della pelle (1-2). Il rapporto tra la nutrizione e i tumori della pelle ha un potenziale importante che deve essere approfondito (3-7). Il consumo di alcuni alimenti risulta protettivo nei confronti dello sviluppo dei tumori per l’elevato contenuto di grassi mono e polinsaturi, fibra e vari nutrienti e composti bioattivi. 5
Vari studi hanno inoltre evidenziato gli effetti protettivi di alcuni componenti della dieta (antiossidanti, vitamine, minerali) sulla prevenzione e sul trattamento dei tumori della pelle. REFERENZE 5. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al., Italian Melanoma 1. Grosso G, Bella F, Godos J, et al., Possible role of diet in cancer: Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- systematic review and multiple meta-analyses of dietary patterns, lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab lifestyle factors, and cancer risk. Nutr Rev 2017;75:405-419. (Lond) 2019;16:33. 2. Augustin LSA, Montagnese C, Calabrese I, et al., 2019. Diet and 6. Mahamat-Saleh Y, Cervenka I, Al Rahmoun M, et al., Mediterrane- Cancer. In: Boffetta, P, Hainaut P (Eds.), Encyclopedia of Cancer, 3rd an dietary pattern and skin cancer risk: A prospective cohort study in edition, vol. 1, Elsevier, Academic Press, pp. 471–500. French women. Am J Clin Nutr. 2019;110:993-1002. 3. Tong LX, Young LC. Nutrition: the future of melanoma prevention? 7. Fortes C, Mastroeni S, Melchi F, et al., A protective effect of the J Am Acad Dermatol. 2014;71:151-60. Mediterranean diet for cutaneous melanoma. Int J Epidemiol. 4. Malagoli C, Malavolti M, Agnoli C, et al., Diet Quality and Risk of 2008;37:1018-29. Melanoma in an Italian Population. J Nutr. 2015;145:1800-7. 6
Immunoterapia e Microbiota L’immunoterapia (ovvero le terapie anticancro che si basano sull’attivazione del si- stema immunitario) ha segnato una svolta importante nel trattamento di alcuni tipi di tumori, tra i quali i tumori della pelle. Alcuni studi in vitro e su modelli animali hanno evidenziato l’associazione tra com- posizione del microbiota intestinale e la risposta alle terapie antitumorali quali l’im- munoterapia (1, 2). I risultati ottenuti da uno studio clinico in pazienti con melanoma indicano che la composizione del microbiota intestinale è capace di modulare la risposta all’immunoterapia anti-PD-1 (3, 5). In particolare, l’abbondanza e la varietà dei batteri intestinali “buoni” erano associate ad una migliore risposta alla terapia anti-PD-1 (anti-programmed cell death 1 protein) (3-6). Inoltre non era stata osser- vata una risposta migliore all’immunoterapia in coloro che assumevano integratori probiotici. Quindi i pazienti con melanoma che consumavano una dieta ad alto con- tenuto di fibre alimentari, ricca di verdure, legumi e cereali integrali, avevano una migliore risposta al trattamento con immunoterapia (4, 7). La fibra alimentare nutre i batteri “buoni” del microbiota intestinale che producono gli acidi grassi a catena corta (in particolare il butirrato) che hanno un’azione antinfiammatoria, riducono lo stress ossidativo e modulano la risposta del sistema immunitario. Coopera con il sistema immunitario Barriera contro i patogeni Conservazione della funzione intestinale Assorbimento nutrienti Diverse funzioni nel metabolismo REFERENZE festyle factors [abstract]. Proceedings: AACR Annual Meeting 2019; 1. McQuade JL, Daniel CR, Helmink BA, et al., Modulating the mi- March 29-April 3, 2019; Atlanta, GA. Cancer Res 2019; 79: Abstract crobiome to improve therapeutic response in cancer. Lancet Oncol. 2838. 2019;20:e77-e91. 5. Matson V, Fessler J, Bao R, et al., The commensal microbiome is 2. Warner AB, McQuade JL. Modifiable Host Factors in Melanoma: associated with anti-PD-1 efficacy in metastatic melanoma patients. Emerging Evidence for Obesity, Diet, Exercise, and the Microbio- Science 2018; 359: 104- 108. me. Curr Oncol Rep. 2019;21:72. 6. McQuade JL. Impact of diet and other factors on the microbiota and 3. Gopalakrishnan V, Spencer CN, Nezi L, et al., Gut microbiome mo- responses to therapy. ASCO-SITC Clinical Immuno-Oncology Sympo- dulates response to anti-PD-1 immunotherapy in melanoma patien- sium. Invited Lecture. Presented February 8, 2020. ts. Science. 2018;359:97-103. 7. Gopalakrishnan V, Helmink BA, Spencer CN, et al.,The Influence of 4. Spencer CN, Gopalakrishnan V, McQuade J, et al., The gut micro- the Gut Microbiome on Cancer, Immunity, and Cancer Immunothe- biome (GM) and immunotherapy response are influenced by host li- rapy. Cancer Cell. 2018;33:570-580. 7
Microbiota Intestinale Il microbiota intestinale è formato da un numero elevatissimo di specie batteriche che svolgono un’intensa attività metabolica (sintesi di vitamine, reazioni di glicosilazione, ecc.) e che quindi hanno una profonda influenza sulle funzioni dell’organismo umano. Inoltre, il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nella difesa dell’organismo contro diversi patogeni e nella stimolazione e modulazione del sistema immunitario. Una condizione di equilibrio della flora intestinale (eubiosi), caratterizzata da una varietà salutare del microbiota con una maggiore abbondanza di batteri “buoni” a scapito dei batteri “cattivi”, promuove il mantenimento di una mucosa intestinale sana e contrasta lo stato infiammatorio. Lo squilibrio della flora intestinale (disbiosi), caratterizzato da un’abbondanza dei batteri “cattivi” a scapito dei batteri “buoni”, causa la distruzione della mucosa intestinale ed uno stato di infiammazione (aumento della secrezione di citochine ad azione infiammatoria), che promuove anche la tumorigenesi. Abitudini alimentari Sistema immunitario Microbiota Infiammazione La salute dell’intestino è oggetto di numerosi studi ed i risultati dimostrano chiaramente la stretta associazione tra dieta e composizione del microbiota intestinale. Le modifiche delle abitudini alimentari osservate negli ultimi decenni sono responsabili dell’alterazione della composizione della flora batterica intestinale e del suo turnover /ricambio. 8
La diffusione di uno stile di vita occidentale, ovvero sedentario e associato ad un peggioramento delle abitudini alimentari caratterizzate dal consumo elevato di cibi ad alta densità energetica, ricchi di grasso e di proteine di origine animale, e da una riduzione del consumo di frutta e verdura e quindi di composti bioattivi (polifenoli, ecc.) e di fibra, ha avuto un effetto negativo sulla varietà del microbiota intestinale. Microbiota Intestinale, Sistema Immunitario e Dieta Il microbiota intestinale ed i metaboliti da esso prodotti (gli acidi grassi a catena corta) sono in grado di influenzare la risposta del sistema immunitario. Inoltre sia il microbiota intestinale che il sistema immunitario sono sensibili al cambiamento delle abitudini alimentari (1). Ciò che mangiamo può influenzare il microbiota intestinale, che a sua volta ha degli effetti diversi sulla funzione immunitaria secondo la sua composizione. L’interazione del microbiota intestinale con il sistema immunitario è un fattore cruciale: il sistema immunitario influenza la colonizzazione dell’intestino da parte dei batteri, che, a loro volta, modulano il sistema immunitario stesso (2). Gli alimenti che consumiamo e che caratterizzano le nostre abitudini alimentari sono chiaramente riconosciute tra i fattori modificabili in grado di influenzare il sistema immunitario. I vari nutrienti introdotti con la dieta si comportano come antigeni in grado di indurre una determinata risposta immunitaria. Nutrirsi bene può attivare le nostre difese immunitarie (3-5). Per avere un sistema immunitario forte è fondamentale avere uno stile di vita sano che includa anche una dieta equilibrata e varia, caratterizzata dal consumo giornaliero di frutta e verdura, cereali integrali, legumi, proteine di origine vegetale e animale. Al contrario, una dieta sbilanciata con alimenti ricchi di calorie vuote (alimenti ad alta densità energetica ma poveri di nutrienti e vitamine utili) può ridurre le difese del nostro sistema immunitario. Quali sono gli alimenti che rendono più sana la nostra flora intestinale? Gli alimenti ricchi di fibra alimentare, oltre ai probiotici ed ai prebiotici, hanno un effetto benefico sul microbiota intestinale. REFERENZE ti-cancer immune responsiveness. J Transl Med. 2018;16(1):75. 1. Purchiaroni F, Tortora A, Gabrielli M, et al., The role of intestinal 4. McQuade JL, Daniel CR, Helmink BA, et al., Modulating the mi- microbiota and the immune system. Eur Rev for Med and Pharmacol crobiome to improve therapeutic response in cancer. Lancet Oncol. Sci. 2013; 17: 323-333. 2019;20:e77-e91. 2. Brandi G, Frega G. Microbiota: Overview and Implication in Immu- 5. Zitvogel L, Ma Y, Raoult D, et al., The microbiome in cancer im- notherapy-Based Cancer Treatments. Int J Mol Sci. 2019;20:2699. munotherapy: Diagnostic tools and therapeutic strategies. Science 3. Soldati L, Di Renzo L, Jirillo E, et al., The influence of diet on an- 2018; 359: 1366-1370. 9
Fibra alimentare Le fibre sono carboidrati non disponibili che hanno un importante ruolo funzionale. La peculiarità di tali sostanze è che sono resistenti agli enzimi digestivi gastrointestinali ed una volta introdotte con la dieta raggiungono intatte l’ultimo tratto dell’apparato digerente, il colon, dove vengono fermentate dal microbiota (insieme di microrganismi che abitano il nostro intestino). La fibra viene generalmente classificata in solubile (contenuta soprattutto in legumi e frutta) e insolubile (fonti alimentari principali sono i cereali e le verdure). I microrganismi del microbiota sono capaci di digerire la fibra e di produrre gli acidi grassi a catena corta (acido acetico, propionico, butirrico), dei composti benefici per le cellule del colon e per l’intero organismo. Gli acidi grassi a catena corta nutrono la mucosa intestinale e contribuiscono a mantenere l’intestino in buona salute creando un ambiente antinfiammatorio. Infatti questi metaboliti sono capaci di rinforzare le giunzioni cellulari (tight-junction) e di ridurre la permeabilità intestinale (leaky gut) che al contrario promuovono uno stato infiammatorio cronico. Inoltre gli acidi grassi a catena corta promuovono la produzione di citochine antinfiammatorie. La composizione della flora intestinale è influenzata da vari fattori, tra i quali le nostre abitudini alimentari. Il microbiota intestinale di coloro che consumano una dieta ricca di fibra presenta una maggiore varietà ed abbondanza di batteri “buoni” associati ad effetti positivi per la salute perché producono gli acidi grassi a catena corta (in particolare il butirrato). Al contrario, se la dieta è povera di fibra, diminuisce la popolazione dei batteri “buoni” e aumenta quella dei batteri “cattivi”. Gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri intestinali sono utili a mantenere in salute l’intestino, proteggendolo dalle infiammazioni e dall’insorgenza di tumori. Inoltre essi sono capaci di modulare positivamente il sistema immunitario e di aumentare la secrezione di immunoglobuline “buone” quali le IgA intestinali. Fonti di Fibra Valori riferiti a porzioni standard di alimento Frutta secca / Cereali Legumi Verdura e ortaggi Frutta fresca disidratata Orzo perlato 7,4 g Piselli surgelati 11,7 g Cicoria 7,2 g Lamponi 11,1 g Fichi secchi 3,9 g Farro 5,4 g Fagioli secchi 8,5 g Carote 6,2 g Ribes 5,4 g Mandorle 3,8 g Grano saraceno 4,8 g Lenticchie secche 6,9 g Finocchi 4,4 g Kiwi 3,3 g Pistacchi 3,2 g Riso integrale 3,0 g Assunzione Giornaliera raccomandata di Fibra per la popolazione adulta: 25g 10
Fibra alimentare Pressione sanguigna Distribuito al corpo Batteri commensali Acidi grassi a catena corta Fegato Colon Acetato Propionato Vena porta Butirrato Alimenta i colonociti e l’infiammazione locale Dose raccomandata: Considerando il ruolo importante della fibra per la salute intestinale e dell’organismo in generale, sono stati indicati degli apporti minimi raccomandati per la popolazione. In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), il livello di introduzione di fibra adeguato è compreso tra i 12,6 e 16,7 g ogni 1000 kcal assunte per gli adulti e di 8,4 g ogni 1000 kcal assunte per l’età evolutiva. La SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) indica come obiettivo nutrizionale per la prevenzione un apporto di fibra di almeno 25 g al giorno. Nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria del cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Funding, WCRF) raccomanda il consumo di almeno 30 g al giorno di fibra. 11
Probiotici I probiotici sono microrganismi vivi (ad esempio batteri) che sono uguali o simili ai microrganismi che troviamo naturalmente nel nostro corpo e che, quando supplementati alla dieta, possono avere un effetto benefico sullo stato di salute (1). Gli alimenti o integratori con probiotici contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici vivi ed attivi che sono in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi e favorire lo sviluppo di una flora equilibrata attraverso una colonizzazione diretta. Questi microrganismi promuovono una condizione di equilibrio della flora intestinale (eubiosi), aumentano il numero dei batteri “buoni” e quindi la produzione degli acidi grassi a catena corta (acetato, propionato e butirrato) e prevengono la condizione di stato infiammatorio. Inoltre rafforzano la risposta immunitaria. Alimenti ricchi di probiotici sono gli alimenti fermentati quali lo yogurt, il kefir, i formaggi fermentati, i crauti, i prodotti derivati dalla soia fermentata (miso, tempeh, natto) e il kombucha. Prebiotici I prebiotici sono sostanze non digeribili che stimolano selettivamente la crescita e/o l’attività di batteri “buoni” nell’intestino (1). Sono sostanze che promuovono quindi un ambiente intestinale ricco di nutrienti essenziali in cui i batteri “buoni” possono prosperare. I prebiotici migliorano quindi la produzione di acidi grassi a catena corta (acetato, propionato e butirrato) che hanno noti effetti antinfiammatori e rafforzano la risposta immunitaria (aumentano la secrezione intestinale di immunoglobuline IgA). Gli alimenti o integratori con prebiotici contengono le sostanze ad azione prebiotica. I prebiotici sono naturalmente presenti nel latte materno e in tutti gli alimenti ricchi in fibra: la fibra agisce come prebiotico perché nutre il microbiota intestinale. Inoltre sono presenti in alcuni alimenti tra i quali: frumento, legumi, banane, asparagi, cicoria, soia, orzo, aglio, cipolla e porri. Possono essere aggiunti ad 12
alcuni alimenti quali: yogurt, cereali, pane e biscotti. I prebiotici sono spesso sotto forma di inulina o di oligosaccaridi (FOS, frutto- oligosaccaridi, e GOS, galatto-saccaridi). Possono essere associati ai probiotici in prodotti (alimenti o integratori) denominati simbiotici. Attenzione! Il Ministero della Salute regolamenta, attraverso linee guida specifiche, le indicazioni ammissibili per alimenti e integratori contenenti sostanze ad azione prebiotica (2). REFERENZE l’analisi dell’economia agraria. 1. Linee guida per una sana alimentazione 2018. 2. Linee guida su probiotici e prebiotici – revisione CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e marzo 2018. Ministero della Salute. Quali sono gli alimenti che rendono più forte il nostro sistema immunitario? Oltre agli alimenti ricchi di fibra alimentare, i probiotici ed i prebiotici, vari micronutrienti hanno un effetto benefico sulle funzioni del sistema immunitario, tra i quali: Vitamina A Zinco Vitamina C Selenio Vitamina D Magnesio Vitamina E 13
Vitamina A La vitamina A è una vitamina liposolubile essenziale, ovvero che non può essere prodotta dall’uomo ma deve essere introdotta attraverso l’alimentazione. Con il termine “vitamina A” viene indicata una serie di composti detti retinoidi (tra i quali retinolo e acido retinoico). In particolare, la vitamina A che si trova negli alimenti di origine animale è nella forma di retinolo, mentre negli alimenti di origine vegetale (soprattutto nelle piante giallo-arancione e a foglie verdi) si trova sotto forma di carotenoidi (provitamina A) tra i quali alfa e beta carotene. Nell’uomo il beta carotene è convertito in retinolo ed è quindi una fonte importante di vitamina A nella dieta. La vitamina A svolge un ruolo importante per la visione, lo sviluppo dei tessuti, per la risposta immunitaria e mantiene l’integrità di cute e mucose. I risultati ottenuti da uno studio clinico hanno dimostrato che chi consumava regolarmente cibi di origine vegetale più ricchi di vitamina A aveva un rischio inferiore di sviluppare un carcinoma spinocellulare rispetto al gruppo che ne consumava meno (1). Sebbene i risultati degli studi non siano tutti concordi, la vitamina A ha un effetto benefico sulla pelle e sembra inibire la crescita e la proliferazione cellulare e indurre l’apoptosi (morte cellulare) delle cellule mutate riducendo il rischio di melanoma (2-3). Attenzione! Le evidenze ad oggi ottenute incoraggiano l’aumento dell’apporto di vitamina A attraverso la dieta e non con supplementazioni. In particolare, tra le raccomandazioni riportate dal terzo rapporto del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Funding, WCRF, 2018), alte dosi di supplementazioni vitaminiche non sono raccomandate per la prevenzione contro il cancro, e non hanno mostrato avere un effetto protettivo sul rischio dei tumori cutanei (4). 14
Dose raccomandata di Vitamina A: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina A (espressa in μg di retinolo equivalenti: 1 RE = 1 μg di retinolo = 6 μg di betacarotene = 12 μg di altri carotenoidi provitaminici) è pari a 450 RE nei lattanti, da 300 a 500 RE nei bambini, da 600 a 700 RE negli adolescenti maschi, di 700 RE negli uomini adulti, di 600 RE nelle femmine adolescenti e adulte. Tale assunzione sale a 700 e 1000 RE rispettivamente per gravidanza e allattamento. Fonti di Vitamina A Valori riferiti a porzioni standard di alimento Verdura e ortaggi Frutta fresca Latte e derivati Uova Carote 2296 μg Mango 800 μg Feta 226 μg 1 Uovo 113 μg Rucola 1484 μg Albicocche 540 μg Zucca 1198 μg Loti 356 μg Spinaci crudi 970 μg Nespole 255 μg Assunzione Giornaliera raccomandata di Vitamina A per la popolazione adulta Uomo 700 µg - Donna 600 µg REFERENZE Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- 1. Kim J, Park MK, Li WQ, et al., Association of Vitamin A Intake With lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab Cutaneous Squamous Cell Carcinoma Risk in the United States. (Lond) 2019;16:33. JAMA Dermatol. 2019;155:1260–8. 4. World Cancer Research Fund International. Diet, nutrition, phy- 2. Zhang YP, Chu RX, Liu H. Vitamin A intake and risk of melanoma: a sical activity and cancer: A global perspective. Third annual report, meta-analysis. PLoS One. 2014;9:e102527. 2018. https://www.wcrf.org/dietandcancer (accessed Jul 30, 2020). 3. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al., Italian Melanoma 15
Vitamina C La vitamina C, o acido L-ascorbico, è una vitamina idrosolubile essenziale, ovvero non può essere prodotta dall’uomo, ma deve essere introdotta attraverso l’alimentazione. La vitamina C è un forte antiossidante e partecipa a molte vie metaboliche. Supporta la funzione di barriera epiteliale contro i patogeni ed i processi ossidativi neutralizzando i radicali liberi e proteggendo la pelle; favorisce la cicatrizzazione delle ferite. Ha un’azione fotoprotettiva capace di assorbire i raggi UV riducendo i danni cellulari. Contribuisce alle difese immunitarie sostenendo varie funzioni cellulari del sistema immunitario sia innato che adattivo. Studi in vitro e su modelli animali hanno dimostrato che la vitamina C è in grado di influenzare diverse vie molecolari e cellulari coinvolte nella patogenesi del melanoma (1). In particolare, va ad inibire l’attività proliferativa delle cellule del melanoma, promuovendone l’apoptosi (morte programmata). Inoltre, studi su modelli animali hanno dimostrato che la vitamina C riduce la crescita tumorale, la progressione e le metastasi del melanoma (2-4). L’attività antiossidante e di fotoprotezione sembra ridurre il rischio di carcinoma basocellulare e spinocellulare in vitro e su modelli animali. La vitamina C è presente soprattutto negli alimenti freschi come frutta e verdura, in particolare kiwi, agrumi, pomodori e peperoni. Suggerimenti La vitamina C è molto instabile: può deteriorarsi in seguito a trattamenti di conservazione e cottura in quanto sensibile al calore e alla luce. Per assicurare un buon apporto di vitamina C è quindi consigliato consumare frutta e verdura fresche crude o poco cotte. 16
Fonti di Vitamina C Valori riferiti a porzioni standard di alimento Verdura e ortaggi Frutta fresca Peperoni 302 mg Ribes 300 mg Rucola 220 mg Kiwi 128 mg Spinaci crudi 108 mg Clementine 81 mg Indivia 70 mg Arance 75 mg Assunzione Giornaliera raccomandata di Vitamina C per la popolazione adulta Uomo 105 mg - Donna 85 mg Dose raccomandata di Vitamina C: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina C è pari a 35 mg nei lattanti, da 35 a 105 mg nei bambini e negli adolescenti; negli adulti è di 105 mg nei maschi e di 85 mg nelle femmine. Nelle donne l’assunzione sale a 100 e 300 mg rispettivamente per gravidanza e allattamento. Queste quantità sono facilmente raggiungibili seguendo un’alimen- tazione sana che prevede la regolare assunzione di verdura e frutta fresche. REFERENZE 3. Miles SL, Fischer AP, Joshi SJ, et al., Ascorbic acid and ascorba- 1. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al.; Italian Melanoma te-2-phosphate decrease HIF activity and malignant properties of Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- human melanoma cells. BMC Cancer 2015: 15:867. lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab 4. Panich U., Tangsupa-a-nan V, Onkoksoong T, et al., Inhibition of (Lond) 2019;16:33. UVA-mediated melanogenesis by ascorbic acid through modulation 2. Cha J, Roomi MW, Ivanov V, et al., Ascorbate depletion increases of antioxidant defense and nitric oxide system. Arch Pharm Res. growth and metastasis of melanoma cells in vitamin C deficient mice. 2011; 34(5):811–820. Exp Oncol 2011; 33:226–230. 17
Vitamina D La vitamina D è un ormone liposolubile che si presenta in due forme principali: ergocalciferolo (vitamina D2), che viene assunto con la dieta, e colecalciferolo (vitamina D3), che viene sintetizzato dal nostro organismo. L’uomo infatti è capace di sintetizzare la vitamina D a livello della cute per esposizione alla luce solare. La vitamina D svolge un ruolo importante nell’omeostasi del calcio e del fosforo prevenendo l’osteoporosi. Molti studi hanno messo in evidenza l’azione modulante della vitamina D sia sul sistema immunitario che sullo stato infiammatorio, promuovendo la produzione di citochine antinfiammatorie. Studi condotti in vitro e su modelli animali dimostrano che la vitamina D ha un effetto protettivo nei confronti del tumore della cute (1-6). La vitamina D ha un’attività antitumorale ed è capace di regolare la proliferazione e la differenziazione cellulare, e di indurre l’apoptosi (morte programmata) delle cellule mutate. Sebbene gli studi in vitro e su modelli animali abbiano dimostrato gli effetti benefici della vitamina D, l’effetto dei livelli sierici di vitamina D e dell’assunzione di supplementi a base di vitamina D sulla prevenzione e trattamento dei tumori cutanei non è ancora chiaro (4). Chiaramente l’esposizione ai raggi UV è un fattore confondente dei risultati degli studi clinici perché contemporaneamente aumenta i livelli sierici di vitamina D e promuove i danni del DNA cellulare aumentando il rischio di tumori della pelle. L’apporto di vitamina D con la dieta è piuttosto scarso. Le fonti alimentari principali di vitamina D sono i pesci grassi e il pesce azzurro; i funghi che rappresentano l’unica fonte vegetale. Attualmente in commercio sono disponibili anche degli alimenti fortificati con vitamina D: ad esempio, latte o cereali. Suggerimenti Il contributo alimentare di vitamina D e la sua produzione endogena conseguente all’esposizione alla luce solare possono talvolta essere insufficienti. Il livello di vitamina D è valutato mediante il dosaggio sierico del calcitriolo (o 1,25 (OH) D3), la principale forma circolante e di deposito della vitamina D. L’assunzione di supplementi a base di vitamina D deve essere valutata solo in condizione di insufficienza/carenza e sotto il controllo di un medico. 18
Dose raccomandata di Vitamina D: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina D (espressa come colecalciferolo (1 μg di colecalciferolo = 40 IU vitamina D) è pari a 10 µg nei lattanti, a 15 µg nei bambini e negli adolescenti e negli adulti, da aumentare a 20 µg negli anziani. Fonti di Vitamina D Valori riferiti a porzioni standard di alimento Pesce / Molluschi Verdura e ortaggi Latte e derivati Uova Aringa 45 μg Funghi chiodini 3,2 μg Crescenza 0,5 μg 1 Uovo 0,9 μg Spigola 16,5 μg Salmone 12 μg Sgombro 4,4 μg Assunzione Giornaliera raccomandata di Vitamina D per la popolazione adulta Uomo - Donna 15 µg REFERENZE 4. Mahamat-Saleh Y, Aune D, Schlesinger S. 25-Hydroxyvitamin D 1. Soldati L, Di Renzo L, Jirillo E, et al., The influence of diet on an- status, vitamin D intake, and skin cancer risk: a systematic review ti-cancer immune responsiveness. J Transl Med. 2018;16(1):75. and dose-response meta-analysis of prospective studies. Sci Rep. 2. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al., Italian Melanoma 2020;10(1):13151. Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- 5. Bronsnick T, Murzaku EC, Rao BK. Diet in dermatology. J Am Acad lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab Dermatol. 2014;71(6):1039.e1-1039.e12. (Lond). 2019 May 21;16:33. 6. Murzaku EC, Bronsnick T, Rao BK. Diet in dermatology: Part II. 3. O’Shea SJ, Davies JR, Newton-Bishop JA. Vitamin D, vitamin A, the Melanoma, chronic urticaria, and psoriasis. J Am Acad Dermatol. primary melanoma transcriptome and survival. 2016 Oct;175 Suppl 2014;71(6):1053.e1-1053.e16. 2:30-34. 19
Vitamina E La vitamina E è una famiglia di molecole liposolubili distinte in due gruppi di composti chimici, i tocoferoli ed i tocotrienoli (che sono suddivisi nelle quattro forme alfa, beta, gamma e delta). Il composto con maggior attività biologica è l’alfa-tocoferolo. Numerosi studi in vitro e su modelli animali hanno dimostrato l’azione antitumorale della vitamina E nel melanoma e nei tumori della pelle non melanoma (carcinoma basocellulare e spinocellulare). La vitamina E ha un’azione antitumorale inibendo la proliferazione cellulare e inducendo l’apoptosi (morte programmata) delle cellule mutate (1- 5). Inoltre modula la risposta immunitaria. La vitamina E ha un’elevata attività antiossidante capace di neutralizzare i radicali liberi prodotti dall’esposizione ai raggi UV, e quindi di ridurre lo stress ossidativo a livello cellulare. È stata inoltre dimostrata un’azione fotoprotettiva da parte della vitamina E che è capace di assorbire i raggi UV riducendo i danni cellulari (1-6). Sebbene gli studi in vitro e su modelli animali abbiano dimostrato gli effetti benefici della vitamina E, l’effetto dei livelli sierici di vitamina E sulla prevenzione e trattamento dei tumori cutanei non è ancora chiaro. Dose raccomandata di Vitamina E: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina E (espressa in alfa-tocoferolo equivalenti 1 α-TE = 1 mg RRR-tocoferolo = 1,5 UI = 2 mg β-tocoferolo = 3 mg γ-tocotrienolo = 10 mg γ-tocoferolo) è pari a 4 mg nei lattanti, da 5 a 13 mg nei bambini e negli adolescenti; negli adulti è di 13 mg nei maschi e di 12 mg nelle femmine. Nelle donne l’assunzione sale a 15 mg per l’allattamento. 20
Fonti di Vitamina E Valori riferiti a porzioni standard di alimento Verdura Frutta secca Grassi Pesce Frutta fresca e ortaggi / Disidratata da condimento / Molluschi Un cucchiaio di Cicoria Mezzo Avocado Mandorle Olio Extravergine Anguilla di mare 4,5 mg 6,4 mg 7,8 mg d’Oliva 6,21 mg 2,1 mg Broccoletti di More di rovo Nocciole Gamberetti Rape 3,6 mg 7,5 mg 4,3 mg 4,5 mg Kiwi Pinoli 2,2 mg 4,1 mg Pistacchi 1,4 mg Assunzione Giornaliera raccomandata di Vitamina E per la popolazione adulta Uomo 13 mg - Donna 12 mg REFERENZE 4. McNaughton SA, Marks GC, Green AC. Role of dietary factors in the 1. Bronsnick T, Murzaku EC, Rao BK. Diet in dermatology: Part I. development of basal cell cancer and squamous cell cancer of the Atopic dermatitis, acne, and nonmelanoma skin cancer. J Am Acad skin. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2005;14:1596-1607. Dermatol. 2014;71:1039.e1-1039.e12. 5. Shapira N. Nutritional approach to sun protection: a suggested 2. Murzaku EC, Bronsnick T, Rao BK. Diet in dermatology: Part II. complement to external strategies. Nutr Rev 2010;68:75-86. Melanoma, chronic urticaria, and psoriasis. J Am Acad Dermatol 6. Soldati L, Di Renzo L, Jirillo E, et al., The influence of diet on an- 2014;71:1053.e1-1053.e16. ti-cancer immune responsiveness. J Transl Med 2018;16:75. 3. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al.; Italian Melanoma 7. Katta R, Brown DN. Diet and Skin Cancer: The Potential Role of Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- Dietary Antioxidants in Nonmelanoma Skin Cancer Prevention. J Skin lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab Cancer. 2015;2015:893149. (Lond) 2019 21;16:33. 21
Zinco Lo zinco è un oligoelemento indispensabile per il nostro organismo. È un minerale importante per il corretto funzionamento di molti ormoni, e molti studi epidemiologici hanno mostrato una relazione tra il contenuto di zinco della dieta e il rischio di tumore, un effetto spesso associato alla sua funzione di regolazione del sistema immunitario e alla sua attività antiossidante (1-3). Fonti di Zinco Valori riferiti a porzioni standard di alimento Frutta secca / disidratata Pesce / Molluschi Latte e derivati Pinoli 3 mg Polpo 7,7 mg Robiola 4,1 mg Anacardi 1,8 mg Seppia 6,3 mg Caciotta fresca 2,6 mg Noci 1,5 mg Una decina di Alici 6,3 mg Carne Legumi Cereali Coscia di pollo e tacchino 3,1 mg Ceci, Fagioli e Lenticchie 1,7 mg Pasta di semola integrale 2,4 mg Assunzione Giornaliera raccomandata di Zinco per la popolazione adulta Uomo 12 mg - Donna 9 mg Dose raccomandata di Zinco: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di zinco è pari a 3 mg nei lattanti, da 5 a 12 mg nei bambini e negli adolescenti, di 12 mg negli adulti maschi e di 9 mg negli adulti femmine. Tale assunzione sale a 11 e 12 mg rispettivamente per gravidanza e allattamento. REFERENZE 2. Rink L, Kirchner H. Zinc-altered immune function and cytokine 1. Skrajnowska D, Bobrowska-Korczak B. Role of Zinc in Immune production. J Nutr. 2000 May;130(5S Suppl):1407S-11S. System and Anti-Cancer Defense Mechanisms. Nutrients. 2019 Oct; 3. Soldati L, Di Renzo L, Jirillo E, et al., The influence of diet on an- 11(10): 2273. ti-cancer immune responsiveness. J Transl Med. 2018;16(1):75. 22
Selenio Il selenio è un micronutriente essenziale, che deve essere introdotto attraverso l’alimentazione. Svolge un’importante funzione di regolazione del sistema immunitario ed ha un’elevata attività antiossidante, ovvero di ostacolare la formazione dei radicali liberi e di proteggere le cellule dai danni dell’ossidazione (1-2). Alcuni studi clinici hanno inoltre valutato la relazione tra livelli sierici di selenio e il rischio di melanoma e di tumori cutanei non melanoma, anche se ad oggi i risultati ottenuti non sono definitivi (3-6). Fonti di Selenio Valori riferiti a porzioni standard di alimento Frutta secca / disidratata Pesce / Molluschi Latte e derivati Anacardi 3,6 μg Polpo 112,5 μg Crescenza 6,4 μg Pistacchi 1,8 μg Orata 105 μg Feta 15 μg Albicocche secche 2,1 μg Calamaro 99 μg Noci 1,8 μg Gamberi 45 μg Assunzione Giornaliera raccomandata di Selenio per la popolazione adulta Uomo - Donna 55 µg Dose raccomandata di Selenio: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di selenio è pari a 20 μg nei lattanti, da 19 a 55 μg nei bambini e negli adolescenti, di 55 μg negli adulti. Tale assunzione sale a 60 e 70 μg rispettivamente per gravidanza e allattamento. REFERENZE 4. Murzaku EC, Bronsnick T, Rao BK. Diet in dermatology: Part II. 1. Zhi Huang et al., The role of selenium in inflammation and im- Melanoma, chronic urticaria, and psoriasis. J Am Acad Dermatol. munity: from molecular mechanisms to therapeutic opportunities. 2014;71(6):1053.e1-1053.e16. Antioxid Redox Signal. 2012 Apr 1;16(7):705-43. 5. Shapira N. Nutritional approach to sun protection: a suggested 2. Cassidy PB, Fain HD, Cassidy JP Jr., et al., Selenium for the preven- complement to external strategies. Nutr Rev. 2010;68(2):75-86. tion of cutaneous melanoma. Nutrients 2013;5:725-49. 6. McNaughton SA, Marks GC, Green AC. Role of dietary factors in 3. Bronsnick T, Murzaku EC, Rao BK. Diet in dermatology. J Am Acad the development of basal cell cancer and squamous cell cancer of Dermatol. 2014;71(6):1039.e1-1039.e12. the skin. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2005;14(7):1596-1607. 23
Magnesio Il magnesio è un minerale che svolge una funzione importante nell’attivazione della vitamina D, che a sua volta regola i livelli sierici di calcio e fosforo e regola la funzionalità del sistema immunitario (1-2). Inoltre tale elemento ha dirette attività antinfiammatorie sulla pelle e migliora la funzione di barriera cutanea partecipando alla differenziazione e proliferazione delle cellule cutanee (3-4). Tra gli alimenti ricchi di magnesio, anche il cacao amaro in polvere ne è particolarmente ricco: un cucchiaio ne contiene circa 50 mg. Fonti di Magnesio Valori riferiti a porzioni standard di alimento Frutta secca / Pesce / Molluschi Legumi Verdure e ortaggi disidratata Noci Pecan 39,3 mg Gamberi 59 mg Fagioli 85 mg Carciofi 90 mg Pinoli 81 mg Seppia 48 mg Ceci 65 mg Finocchi 32 mg Noci Macadamia 35 mg Spigola 47 mg Carote 22 mg Assunzione Giornaliera raccomandata di Magnesio per la popolazione adulta Uomo - Donna 240 mg Dose raccomandata di Magnesio: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), un’assunzione giornaliera raccomandata di magnesio è pari a 80 mg nei lattanti, da 80 a 150 mg nei bambini e negli adolescenti, di 240 mg negli adulti. REFERENZE 3. World Cancer Research Fund International. Diet, nutrition, phy- 1. Linee guida per una sana alimentazione 2018. CREA, Consiglio per sical activity and cancer: A global perspective. Third annual report, la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. 2018. https://www.wcrf.org/dietandcancer (accessed Jul 30, 2020). 2. Augustin LSA, Montagnese C, Calabrese I, et al.; 2019. Diet and 4. Soldati L, Di Renzo L, Jirillo E, et al., The influence of diet on an- Cancer. In: Boffetta, P., Hainaut, P. (Eds.), Encyclopedia of Cancer, 3rd ti-cancer immune responsiveness. J Transl Med. 2018;16(1):75. edition, vol. 1, Elsevier, Academic Press, pp. 471–500. 24
Lipidi I lipidi (o grassi) sono i costituenti principali delle membrane cellulari e svolgono importanti funzioni fisiologiche. La digestione dei lipidi porta alla formazione di acidi grassi, associati alle patologie infiammatorie poiché influenzano direttamente l’attivazione delle cellule immunitarie e la produzione di mediatori infiammatori. Alcuni acidi grassi, infatti, possono avere proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti e sono perciò definiti acidi grassi “buoni” (come gli omega-3 e gli acidi grassi monoinsaturi), altri invece tendono ad attivare negativamente il sistema immunitario, incrementano i processi infiammatori, e sono perciò definiti acidi grassi “cattivi” (grassi saturi e un eccesso di omega-6 rispetto agli omega-3). Una dieta troppo ricca di grassi “cattivi” è strettamente correlata ad un aumento del rischio di sovrappeso e obesità e di uno stato infiammatorio; queste condizioni aumentano il rischio di numerose patologie croniche e di tumore. Tra le raccomandazioni riportate dal terzo rapporto del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Funding, WCRF, 2018), è inclusa quella di avere un comportamento alimentare sano e di mantenere una condizione di normopeso per l’intera durata della vita (1). Olio Extravergine Noci Oli di Semi Carne Fonti di Acidi Grassi Monoinsaturi Fonti di Acidi Grassi Omega-3 Fonti di Acidi Grassi Omega-6 Acidi Grassi Saturi di Oliva spremuto a freddo Burro Nocciole Pesce azzurro Semi vari (Sesamo, Girasole) Formaggi Avocado Semi di Lino Frutta secca Olio di Palma 25
Acidi Grassi Saturi Sono generalmente considerati grassi “cattivi” perché la loro elevata assunzione è associata a diverse malattie croniche non trasmissibili, inclusi vari tipi di tumore. Alcuni trattamenti industriali degli alimenti portano alla formazione di acidi grassi trans (a partire dagli acidi grassi saturi); un eccesso di acidi grassi saturi e di grassi trans aumenta il rischio di malattia. Quali alimenti limitare perché ricchi di acidi grassi saturi? Gli acidi grassi saturi sono presenti principalmente nei prodotti animali. Gli alimenti con quantità elevate di acidi grassi saturi e colesterolo sono i prodotti lattiero-caseari (formaggi, panna, burro), le carni rosse e bianche grasse e i loro derivati, e alcuni oli vegetali (olio di palma e olio di cocco). Dose raccomandata: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), viene indicata un’assunzione giornaliera di acidi grassi saturi
Acidi Grassi Monoinsaturi Gli acidi grassi monoinsaturi sono definiti grassi “buoni” e l’acido oleico è quello più abbondante nella nostra dieta. L’olio extravergine di oliva è la principale fonte di acidi grassi monoinsaturi della nostra dieta; appartiene alla tradizione della dieta mediterranea e ha proprietà antitumorali largamente dimostrate (2-3). L’olio extravergine di oliva, ricco di acido oleico e di vitamina E, sembra protettivo nei confronti del tumore della pelle e dell’invecchiamento cutaneo. Inoltre l’olio extravergine di oliva contiene vari composti fenolici che proteggono la cute dai danni cellulari indotti dall’esposizione ai raggi UV (4). Quali alimenti sono ricchi in acidi grassi monoinsaturi? Gli alimenti con quantità elevate di acidi grassi monoinsaturi sono l’olio extravergine di oliva, l’avocado, il salmone, e la frutta secca (noci macadamia, mandorle, nocciole, pistacchi, arachidi). Dose raccomandata: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), la quantità giornaliera di acidi grassi monoinsaturi da assumere con la dieta viene calcolata per differenza considerando gli acidi grassi saturi e polinsaturi. 27
Acidi Grassi Polinsaturi Le principali categorie di acidi grassi polinsaturi sono gli omega-3 e gli omega-6; l’assunzione di entrambi è importante in quantità equilibrate. Le abitudini alimentari tipiche della dieta occidentale portano ad un eccessivo introito di acidi grassi polinsaturi omega-6, con conseguente incremento dei processi infiammatori associati a patologie croniche quali l’obesità, le malattie cardiovascolari e metaboliche, e tumore. Al contrario, gli omega-3 hanno un effetto antinfiammatorio inibendo la produzione di molecole ad azione infiammatoria, e modulano la risposta immunitaria. Gli acidi grassi omega-3 e omega-6 sono metabolizzati dallo stesso percorso enzimatico in maniera competitiva, e quindi una dieta squilibrata altera il rapporto di questi due acidi grassi ed è associata ad un maggiore rischio di patologie croniche. Omega-3 Gli omega-3 sono degli acidi grassi polinsaturi il cui capostipite è l’acido alfa linolenico e i suoi derivati sono l’acido eicosapentaenoico e l’acido docosaesaenoico (rispettivamente, EPA e DHA). Il nostro organismo non è in grado di produrre gli omega-3, che per questo motivo sono definiti “essenziali” e devono perciò essere introdotti esclusivamente con la dieta. Studi in vitro hanno dimostrato che gli acidi grassi omega-3 hanno un’attività antitumorale sulle cellule di melanoma metastatico mediante l’induzione di meccanismi di autofagia (il processo con cui le cellule del nostro corpo si nutrono di proteine e altro materiale inutilizzato a livello cellulare e promuovono l’eliminazione degli scarti potenzialmente dannosi) (5-7). Inoltre gli omega-3 modulano la risposta immunitaria dei linfociti T e hanno un effetto antinfiammatorio per molte patologie della pelle, tra cui i tumori cutanei (6-7). Sebbene i risultati degli studi non siano tutti concordi, il consumo di omega-3 sembra avere un effetto benefico sulla protezione della pelle dai danni dell’esposizione ai raggi UV e sembra ridurre il rischio di melanoma e di carcinoma spinocellulare (8-10). 28
Quali alimenti sono ricchi in omega-3? EPA e DHA sono contenuti principalmente negli alimenti di origine animale, specialmente nel grasso dei pesci delle acque fredde (sgombro, salmone, trota, pesce spada, sardine ecc..), l’acido alfa linolenico invece è contenuto nei semi (semi di chia e di lino) e nella frutta secca (noci). Alimenti ricchi di Omega-3 Valori riferiti a porzioni standard di alimento Pesce / molluschi Frutta secca Salmone Noci 3,3 g 2g Intervallo di riferimento per l’assunzione di Omega-3 Sgombro Un cucchiaio di Semi di Lino nella popolazione adulta 3,2 g 1,7 g 0,5-2% Alici dell’energia giornaliera 1,2 g Trota 1,1 g Dose raccomandata: In accordo con i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia, IV Revisione 2014), viene indicata un’assunzione giornaliera di acidi grassi omega-6 pari al 4-8% dell’energia totale, e di omega-3 pari allo 0,5- 2,0% dell’energia totale (in particolare 250 mg tra EPA e DHA con un supplemento di +100 mg di DHA nei lattanti, bambini, adolescenti e in gravidanza e allattamento). REFERENZE 7. Augustin LSA, Montagnese C, Calabrese I, et al., 2019. Diet and 1. World Cancer Research Fund International. Diet, nutrition, phy- Cancer. In: Boffetta, P., Hainaut, P. (Eds.), Encyclopedia of Cancer, 3rd sical activity and cancer: A global perspective. Third annual report, edition, vol. 1, Elsevier, Academic Press, pp. 471–500. 2018. https://www.wcrf.org/dietandcancer (accessed Jul 30, 2020). 8. Noel SE, Stoneham AC, Olsen CM, et al., Consumption of omega-3 2. Pelucchi C, Bosetti C, Negri E, et al., Olive oil and cancer risk: an fatty acids and the risk of skin cancers: a systematic review and me- update of epidemiological findings through 2010. Curr Pharm Des ta-analysis. Int J Cancer. 2014;135(1):149-156. 2011;17:805-12. 9. Bronsnick T, Murzaku EC, Rao BK. Diet in dermatology: Part I. 3. Pelucchi C, Bosetti C, Rossi M, et al., Selected aspects of Mediter- Atopic dermatitis, acne, and nonmelanoma skin cancer [published ranean diet and cancer risk. Nutr Cancer. 2009;61(6):756-66. correction appears in J Am Acad Dermatol. 2015 Aug;73(2):353]. J 4. Shapira N. Nutritional approach to sun protection: a suggested Am Acad Dermatol. 2014;71(6):1039.e1-1039.e12. complement to external strategies. Nutr Rev. 2010;68(2):75-86. 10. Murzaku EC, Bronsnick T, Rao BK. Diet in dermatology: Part II. 5. Sophie EN, Stoneham ACS, Olsen CM, et al., Consumption of ome- Melanoma, chronic urticaria, and psoriasis [published correction ap- ga-3 fatty acids and the risk of skin cancers: a systematic review and pears in J Am Acad Dermatol. 2015 Aug;73(2):353]. J Am Acad Der- meta-analysis. 2014 Jul 1;135(1):149-56. matol. 2014;71(6):1053.e1-1053.e16. 6. Meagen M. Jane M, Healing fats of the skin: the structural and immunologic roles of the ω-6 and ω-3 fatty acids. 2010;28(4):440-51. 29
Polifenoli I polifenoli sono una famiglia di fitocomposti classificati in flavonoidi e non flavonoidi. I polifenoli hanno una forte attività antiossidante che li rende capaci di neutralizzare i radicali liberi prodotti dall’esposizione ai raggi UV, e quindi di ridurre lo stress ossidativo a livello cellulare (1-4). Inoltre hanno un’azione fotoprotettiva: sono capaci di assorbire i raggi UV e proteggono dai danni cellulari causati dall’esposizione ai raggi UV riducendo il rischio di tumore della pelle (1-3). Questi composti bioattivi hanno un’attività antiproliferativa e inducono l’apoptosi (morte programmata) delle cellule mutate (2). I polifenoli dei frutti rossi hanno anche effetti benefici sulla salute del microbiota intestinale. REFERENZE (Lond) 2019;16:33. . 1. Evans JA, Johnson EJ. The role of phytonutrients in skin heal- 3. Shapira N. Nutritional approach to sun protection: a suggested th. Nutrients. 2010;2(8):903-928. complement to external strategies. Nutr Rev. 2010;68(2):75-86. 2. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al., Italian Melanoma 4. Augustin LSA, Montagnese C, Calabrese I, et al., 2019. Diet and Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- Cancer. In: Boffetta, P., Hainaut, P. (Eds.), Encyclopedia of Cancer, 3rd lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab edition, vol. 1, Elsevier, Academic Press, pp. 471–500. 30
Resveratrolo Il resveratrolo è un polifenolo ed appartiene alla classe dei non flavonoidi (Stilbeni, o 3,5,4’-triidrossistilbene). È il composto bioattivo più noto tra i polifenoli per gli effetti favorevoli sulla prevenzione e il trattamento dei tumori (1-2), inclusi il melanoma e i tumori cutanei non melanoma (3-7). Il resveratrolo ha un’azione fotoprotettiva e un’elevata capacità antiossidante, proteggendo la pelle dai possibili danni cellulari causati dall’esposizione ai raggi UV (3-7). Molti studi hanno inoltre dimostrato molteplici funzioni del resveratrolo quali attività antinfiammatoria, attività antiproliferativa e di indurre l’apoptosi (morte programmata) delle cellule mutate attraverso la modulazione dei segnali intracellulari delle cellule trasformate e la modulazione del sistema immunitario (1). Il resveratrolo è naturalmente presente nella frutta fresca, soprattutto nella buccia dell’uva nera, nei frutti rossi quali mirtilli blu e rossi, ribes. Dose raccomandata: Ad oggi, numerosi studi condotti in vitro hanno dimostrato una potenziale associazione tra resveratrolo e riduzione del rischio di tumore grazie alle notevoli proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Ulteriori studi clinici sull’uomo potranno dare maggiori indicazioni sugli effetti e sull’utilizzo di questi composti bioattivi. Certamente una dieta varia e ricca di alimenti vegetali rappresenta il modo migliore per far il pieno di questi composti (2). 31
Attenzione! Il vino rosso è una bevanda alcolica fermentata che contiene resveratrolo, naturalmente presente nell’uva rossa, la materia prima usata per la sua produzione. Oltre alle sostanze a cui sono attribuite delle proprietà benefiche per la salute, il vino rosso contiene anche etanolo, un composto tossico per l’organismo e che apporta calorie, il cui eccesso aumenta il rischio di tumori. Anche un consumo eccessivo di vino bianco è stato associato ad un aumentato rischio di melanoma (8). Inoltre le bevande alcoliche non sono una fonte utile di composti bioattivi sia perché ne occorrerebbero elevate quantità di consumo per poterne ottenere livelli significativi, sia perché l’apporto di tali sostanze da alimenti quali frutta e verdura è superiore. Il terzo rapporto del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Funding, WCRF, 2018) dichiara convincenti le evidenze che associano il consumo di bevande alcoliche con un aumentato rischio d’insorgenza di alcuni tipi di tumore, e indica l’alcol come probabile fattore di un aumentato rischio dei tumori della pelle, sia per il melanoma che per il carcinoma basocellulare. Le raccomandazioni del terzo rapporto del WCRF indicano di “Limitare il consumo di alcol. Obiettivo sul consumo di alcolici: per la prevenzione del cancro, è bene non bere alcolici” (9). REFERENZE (Lond) 2019;16:33. 1. Vitaglione P, Sforza S, Del Rio D. Occurrence, Bioavailability and 6. Bronsnick T, Murzaku EC, Rao BK. Diet in dermatology. J Am Acad Metabolism of Resveratrol in Flavonoids and Related Compounds: Dermatol. 2014;71(6):1039.e1-1039.e12. Bioavailability and Function. Editors – Jeremy P. E. Spencer & Alan 7. Singh CK, Mintie CA, Ndiaye MA, et al., Chemoprotective Effects Crozier. Philadelphia PA: Taylor & Francis LLC 2012:167-182. of Dietary Grape Powder on UVB Radiation-Mediated Skin Carcino- 2. Linee guida per una sana alimentazione 2018. CREA, Consiglio per genesis in SKH-1 Hairless Mice. J Invest Dermatol. 2019;139(3):552- la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. 561. 3. Shapira N. Nutritional approach to sun protection: a suggested 8. Rivera A, Nan H, Li T, Qureshi A, et al., Alcohol Intake and Risk complement to external strategies. Nutr Rev. 2010;68(2):75-86. of Incident Melanoma: A Pooled Analysis of Three Prospective 4. Katta R, Brown DN. Diet and Skin Cancer: The Potential Role of Studies in the United States. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. Dietary Antioxidants in Nonmelanoma Skin Cancer Prevention. J Skin 2016;25(12):1550-1558. Cancer. 2015;2015:893149. 9. World Cancer Research Fund International. Diet, nutrition, phy- 5. Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al., Italian Melanoma sical activity and cancer: A global perspective. Third annual report, Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- 2018. https://www.wcrf.org/dietandcancer (accessed Jul 30, 2020). lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab 32
Catechine Le catechine sono composti fenolici ed appartengono alla classe dei flavonoidi (Flavan-3-oli). Questi fitocomposti sono particolarmente noti per gli effetti protettivi che svolgono nei confronti delle patologie croniche (1). Le catechine svolgono un’attività antinfiammatoria, antiproliferativa e di modulazione del sistema immunitario (2-5). Molti studi hanno inoltre dimostrato un’elevata capacità antiossidante delle catechine, capaci di contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi e di proteggere la pelle dall’azione nociva dei raggi UV. Le catechine sono naturalmente presenti nella frutta fresca, cacao e tè. Sono particolarmente presenti nel tè verde, e tra queste l’epigallocatechine-3- gallato (EGCG) è quella maggiormente presente e responsabile del potenziale antitumorale del tè verde (3). Nonostante i risultati degli studi condotti sull’uomo non siano tutti concordi, molti autori hanno messo in evidenza l’attività protettiva dell’EGCG nei confronti dei danni indotti dai raggi UV e dallo stress ossidativo associati all’aumentato rischio di tumore della pelle (4-6). Le catechine contenute nel cacao e nel tè hanno dimostrato effetti benefici nella prevenzione del melanoma e del carcinoma basocellulare e spinocellulare (1-3). Sono state evidenziate inoltre molteplici funzioni dei polifenoli presenti nel tè, quali l’attività antinfiammatoria, la stimolazione del sistema immunitario, la modulazione degli enzimi di detossificazione e di regolazione dei meccanismi di proliferazione cellulare e cancerogenesi (7-8). 33
Dose raccomandata: L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha valutato la sicurezza dell’assunzione delle catechine naturalmente contenute negli infusi di tè verde e bevande simili concludendo che esse sono generalmente prive di rischi. Attenzione! I risultati ottenuti da alcuni studi indicano che l’assunzione giornaliera di epigallocatechine-3-gallato (EGCG) sotto forma di integratori alimentari (contenenti estratti di tè verde, e quindi concentrate) a dosi giornaliere pari o superiori a 800 mg possono rappresentare un problema per la salute (possibili effetti nocivi per il fegato) (12). REFERENZE 2017 Mar 9.Investigation into Cancer and Nutrition. Int J Cancer. 2017 1. Linee guida per una sana alimentazione 2018. CREA, Consiglio per May 15; 140(10):2246-2255. la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. 7. Fortes C. Are anti-inflammatory foods associated with a protective 2.Ombra MN, Paliogiannis P, Stucci LS, et al., Italian Melanoma effect for cutaneous melanoma? Eur J Cancer Prev. 2020;29(5):466- Intergroup (IMI). Dietary compounds and cutaneous malignant me- 469. lanoma: recent advances from a biological perspective. Nutr Metab 8. Evans JA, Johnson EJ. The role of phytonutrients in skin heal- (Lond) 2019;16:33. th. Nutrients. 2010;2(8):903-928. 3. Shapira N. Nutritional approach to sun protection: a suggested 9. Murzaku EC, Bronsnick T, Rao BK. Diet in dermatology: Part II. complement to external strategies. Nutr Rev. 2010;68(2):75-86. Melanoma, chronic urticaria, and psoriasis. J Am Acad Dermatol. 4. Lorenzo JM, Sichetti Munekata, PE. Phenolic compounds of gre- 2014;71(6):1053.e1-1053.e16. en tea: Health benefits and technological application in food. Asian 10. Soldati L, Di Renzo L, Jirillo E, et al., The influence of diet on an- Pacific Journal of Tropical Biomedicine. Vol 6, August 2016, 709-719. ti-cancer immune responsiveness. J Transl Med. 2018;16(1):75. 5. Singh BN, Shankar S, Srivastava RK. Green tea catechin, epigal- 11. World Cancer Research Fund International. Diet, nutrition, phy- locatechin-3-gallate (EGCG): mechanisms, perspectives and clinical sical activity and cancer: A global perspective. Third annual report, applications. Biochem Pharmacol. 2011 Dec 15;82(12):1807-21. 2018. https://www.wcrf.org/dietandcancer (accessed Jul 30, 2020). 6. Caini S, Masala G, Saieva C, et al., Coffee, tea and melanoma risk: 12. EFSA Scientific opinion on the safety of green tea catechins EFSA findings from the European Prospective doi: 10.1002/ijc.30659. Epub Journal 2018;16(4):5239. 34
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