Alice: per quanto tempo è per sempre? bianconiglio: a volte, solo un secondo lewis carroll - Mariano Tomatis
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organizzazione, comunicazione, editoria e servizi museali coordinamento editoriale maria sapio art director enrica d’aguanno referenze fotografiche napoli, convento di Roberta Aurelio san domenico maggiore Marcello Di Donato 8 dicembre 2016_19 marzo 2017 Mario Milo Francesca Nicolais mostra a cura di vincenzo capuano © copyright per le immagini Museo del Giocattolo di Napoli - Università degli Studi Suor arte’m Orsola Benincasa è un marchio registrato prismi editrice politecnica napoli srl a cura di certificazioni vincenzo capuano qualità la mostra è inserita nel circuito ISO 9001: 2008 artecard www.arte-m.net finito di stampare c 50 / m 0 / y100 / k 0 c 100 / m 70 / y 0 / k 10 nel novembre 2016 stampa e allestimento officine grafiche francesco giannini & figli spa, napoli in collaborazione con stampato in italia mostra didattica sulla contraffazione © copyright 2016 by dei giocattoli museo del giocattolo di napoli - università degli studi suor orsola benincasa prismi editrice politecnica napoli srl tutti i diritti riservati
4 5 presentazione | storie di giocattoli | nino daniele assessore alla cultura e al turismo del comune di napoli Ho imparato, nel corso degli incontri che hanno preparato la mostra, studiandone i materiali e le proposte di presentazione, ho imparato dicevo, o forse ho avuto la conferma di una cosa che in parte già sapevo: le pazzielle sono una cosa molto seria. Il mondo del giocattolo, ovvero “la civiltà dei giocattoli” come giustamente la chiama il professor Vincenzo Capuano, appassionato e preparatissimo demiurgo di queste “Storie di giocattoli”, di volta in volta custodisce e regala, nasconde e rivela alcune tra le verità più belle e indicibili della nostra vita. Tra creazione artistica e invenzione d’ingegno, svago e pedagogia, antropologia, storia sociale e del costume, gli oltre mille esemplari esposti (... mille e uno, come nella favola antica), attraversando epoche e generi diversi, ci mostrano il mondo del giocattolo in tutte i suoi aspetti, dall’umile pazziella delle case dei poveri alle bambole più raffinate e preziose, principesche. Ne risulta un’esposizione ricca, preziosa, stupefacente di giocattoli risalenti a varie epoche, di tipi diversi, tutti interessanti, molti bellissimi, capaci di affascinare i nostri bambini e noi con essi. La mostra ci consente di gettare uno sguardo, per così dire trasversale, contempo- raneamente su secoli di sapiente artigianato, e su interni privati, familiari, intimi; ma essa soprattutto, anche se non solo, ci parla di un mondo di bambini. Forse è per questo che così fortemente abbiamo voluto che si inaugurasse per il Natale, la festa che ha al centro un bambino e tutti i bambini insieme. Penso, del resto, che il Natale abbia a Napoli un carattere ancora particolare, che sia una festa insieme più sociale e più raccolta; che l’antica festa della famiglia e della nascita, sacra per fede religiosa, ma anche, da sempre, per la sincera, umana par- tecipazione, abbia saputo, meglio che altrove, difendersi dal pericolo di scivolare
6 7 nel format natalizio: una festa “globalizzata”, clamorosa ma anonima, sopraffatta Gioco dell’oca | presentazione | dal frastuono, dedicata al consumo. B. Koene Con queste “Storie di giocattoli” proviamo dunque ad offrire anche ai bambini, Olanda, 1760 ca. oltre che agli adulti, uno spunto di curiosità e di interesse; ed a fare in modo che stampa su carta il nostro bellissimo convento di San Domenico Maggiore sia nei giorni di festa un 45,5 x 36,5 cm secondo polo di attrazione, nel centro antico della città, accanto alle botteghe di San Gregorio Armeno ed ai pastori (giocattoli anch’essi, del resto, oltre che oggetti di altissimo artigianato). Ringrazio innanzitutto il curatore della mostra, il Museo del Giocattolo dell’Univer- sità Suor Orsola Benincasa, arte’m per l’entusiasmo e la professionalità con cui ha affrontato il progetto e poi tutti coloro che hanno aderito e collaborato alla sua rea- lizzazione: Arcigay Napoli, l’Associazione del Museo del Vero e del Falso, la Procura della Repubblica di Napoli, l’Agenzia delle Dogane. E mi auguro che questa “Storie di giocattoli” costituisca un incentivo in più, a cittadini e turisti, per esplorare il nostro centro antico, percorrerne i vicoli, scoprirne i monumenti e le opere d’arte. a pagina 2 a pagina 4 Pinocchio sullo squalo Il nuovo gioco dell’oca fabbricante sconosciuto tipografia Tamburini, Italia, 1939 Milano latta litografata Italia, 1770 ca. 12,5 x 21 x 6,5 cm stampa su carta acquerellata a mano a pagina 3 61 x 42,5 cm Il Signor Bonaventura Bell Italia, 1940 Pulcinella con cimbali latta litografata fabbricante sconosciuto 17 x 15 x 9 cm Italia, 1950 legno e metallo 9 x 14 x 7 cm
8 9 storie di giocattoli | storie di giocattoli | vincenzo capuano Birilli Mauro Borrione Italia, Torino, 1945 ca. legno 25 x 46 x 8 cm L’ideogramma cinese per il verbo gioca- Una suggestiva teoria, detta della ri- re, se preso letteralmente, indica il gesto capitolazione, individuava nel gioco di accarezzare la giada. Gratuità e piace- il meccanismo attraverso il quale il re, propri del gesto di strofinare dolce- bambino, tabula rasa, ammortizza il mente la superficie lucida e luminosa gap culturale tra sé e il suo tempo. Una della preziosa resina, sono per quell’an- sorta di recupero accelerato di secoli tichissima civiltà sinonimo di gioco e re- di conoscenza e sviluppo. Sebbene da stano nelle tradizionali definizioni due non prendere alla lettera, questa teoria elementi essenziali di esso. ha il merito di mostrare con evidenza Siamo immersi in un universo ludico e lo l’importanza antropologica del gioco. siamo praticamente da sempre. Dal mon- D’altro canto, il gioco-funzione e il gio- do orizzontale della stori a umana arriva- cattolo-strumento realmente sono figli no testimonianze remotissime di giochi e del loro tempo e se da un lato il mondo giocattoli. Dal mondo verticale dell’evolu- incantato del gioco rimanda al tempo zione nelle specie animali arriva la chiara romantico del passato e gioioso della indicazione che il gioco è connaturato alla giovinezza dall’altro il giocattolo inter- condizione vivente e, a certi livelli, rap- preta efficacemente l’utopia e cioè l’i- presenta un bisogno primario e istintivo, dea di mondo che gli adulti vorrebbero come mangiare e bere. Al pari di mangiare per i propri figli e gli strumenti educa- e bere è infatti strumento di sopravviven- tivi e formativi di cui hanno inteso do- za, come quando costituisce per i piccoli tarli per la realizzazione di quegli ideali. occasione di addestramento alla caccia, Sicché i giocattoli e i giochi sono effi- alla difesa e all’allevamento della prole. cacissimi canali d’interpretazione della
10 11 vicenda umana e ne attraversano tutti bambola miezz’o lietto, in bella mostra | storie di giocattoli | gli aspetti: antropologici ed economici, sui letti nei bassi napoletani, a rappre- sociologici e artistici. E la loro storia è la sentare quanto sia necessario il super- più politica ed etica delle storie perché è fluo per chi quel superfluo di solito non storia di valori (e di disvalori). se lo può permettere. Dea della fertilità, Pinocchio In passato, ma non solo, il mondo del rito rimasto privo ormai del mito. Lenci gioco rappresentava il rito e il giocattolo- Tanti i giocattoli iniziatici. A Roma ab- Italia, 1920 ca. idolo segnava il confine sottilissimo tra bandonar le noci significava lasciare panno lenci e legno il quotidiano e il sacro e, molto spesso, il per sempre l’infanzia e le noci erano il h 40 cm magico. La palla rappresentava il dio sole, gioco e la posta in gioco di tutti i bambi- i cui favori le squadre si contendevano e ni. Così come le fanciulle, andate spose Pinocchio la bambola la dea madre, di cui ancora giovanissime, lasciavano agli dei Lari le Furga adesso si possono scorgere le vestigia loro bambole, a significare che la per- Italia, 1920 ca. nella tradizione tutta napoletana della dita della verginità le catapultava nel legno e stoffa h 78 cm Grandi Magazzini Ingap Italia,1948 latta litografata 9 x 14 x 7,5 cm
12 13 Caserma Teatrino | storie di giocattoli | fabbricante sconosciuto fabbricante sconosciuto Germania, 1950 Italia, 1920 legno, carta, metalli, stoffa legno, stucco, stoffa 35 x 40 x 16 cm teatrino 59 x 54 x 36 cm marionette h 15 cm
14 15 mondo degli adulti. Crepereia Triphae- versione cyber detta Hello Barbie, ri- Totò | storie di giocattoli | na ne è l’esempio più alto. Custodita nei sponde alle domande dei bambini. Per- fabbricante sconosciuto Musei Capitolini, fu ritrovata a Roma ché l’uomo, che ha sempre desiderato Italia, 1940 ca. nella tomba di un’aristocratica fanciulla sostituirsi a Dio, non si è accontentato panno lenci, stoffa del II secolo dopo Cristo, morta prima di procreare, ma ha voluto creare. Prima h 36 cm di andar sposa. Conserva il corredo di plasmando semplici figure umane da pettini d’osso e anelli d’oro. Uno è una eterodirigere con la forza della magia, in Fou du Roy minuscola chiave che apre un bauletto seguito dando a quelle immagini il movi- Jumean con dentro i suoi gioielli e uno spec- mento con meccanismi a carica, a orolo- Francia, 1880 ca. chietto. Completamente articolata, ha gio, a trascinamento, a elettricità, a pila. E biscuit, stoffa, legno una acconciatura a treccia arrotolata poi il suono di un carillon, poi la voce di un h 48 cm sul capo, alla maniera dell’imperatrice fonografo e poi avanti, fino a Hello Barbie. Faustina. Le bambole furono infatti an- E mentre il giocattolo diventava umano, che messaggere di moda; lo furono le l’uomo cedeva pezzi di umanità. Protesi, bamboline romane in osso, i manichini microchip, elettrodi, sensi aumentati. Il settecenteschi – le Pandora, come le corpo dell’uomo, modificato da giocat- chiamavano –, le poupée francesi, via toli elettronici di ogni tipo, lentamente, via fino a Barbie e oltre. senza accorgersene, diviene egli stesso Novella Crepereia, Barbara Millicent appendice della macchina. Monitorato Rogers, detta Barbie, nata del 1959 dal dai sensori della slot nel movimento de- genio di Ruth Andler, fondatrice della gli occhi e nella temperatura dei polpa- Mattel, deve il suo successo all’enorme strelli, agisce in funzione del gioco. Resta quantità di vestitini e accessori che ne inchiodato al monitor che succhia soldi, hanno fatto uno degli oggetti più ven- libertà e tempo. Il più possibile. duti al mondo. Fino a tre al secondo nei Sì, perché il gioco non è tutto rosa e fio- tempi d’oro e fino all’arrivo delle rivali ri. C’è un buco nero nel quale finiscono Bratz, presto inghiottite da una causa grandi e piccoli: dipendenza, pinkizza- milionaria intentata proprio dalla Mat- zione del mondo delle bambine (cioè tel. Vestite e truccate da donne del rap- educazione ad essere seduttive, ma per con minigonne e tatuaggi, zeppe e stupide), consumismo, incentivo all’uso rossetto nero, le Bratz bene interpre- delle armi e alla violenza. Un capitolo a tano con Barbie la polarizzazione del- parte riguarda la contraffazione, cancro lo sguardo maschile sul mondo delle dell’economia di un paese e strumento donne: tra la donna perfetta e la poco subdolo di esposizione a pericoli e ma- di buono in mezzo non è previsto nulla, lattie per i piccoli utenti. Materia acida non c’è spazio per la donna normale. di veleni, di emissioni insane e coloranti Oggi, collegata a un server, Barbie, nella tossici, di componenti troppo minuscoli
16 17 Dama Dama | storie di giocattoli | fabbricante sconosciuto Vichy Italia, 1750 ca. Francia, 1870 ca. legno, stoffa biscuit, stoffa, legno h 110 cm Valentino h 50 cm Polichinelle Lenci fabbricante sconosciuto Italia, 1926 Francia, 1780 ca. panno lenci biscuit, stoffa, legno h 76 cm h 40 cm
18 19 Orchestrina Clowns suonatori | storie di giocattoli | fabbricante sconosciuto Günthermann Germania, 190 Germania, 1905 biscuit, legno, stoffa, metalli lamierino dipinto e stoffa 39 x 30 x 11,5 cm 22 x 22 x 11 cm
20 21 per non mettere a rischio il gioco dei più il più serio, il più necessario è revocabile. Selezionare i pezzi per dare coerenza Chi frequenta il mio corso in genere ini- | storie di giocattoli | piccoli. Ad essa l’Associazione Museo del Strada spianata al bullismo e alla so- e stile al tutto. Costruire un grande af- zia pensando: “Bene, adesso ci rilassia- Vero e del Falso, con l’aiuto della Procura praffazione on air. fresco di giocattoli: marche, materiali, mo. In fondo sono pazzielle”. E invece di di Napoli, dedica una appendice fonda- Collezionare giocattoli ha significato ve- meccanismi, tipologie, personaggi. Una giochi hanno scritto accademici di Fran- mentale della mostra per promuovere dere scorrere sotto gli occhi questa vicen- installazione che racconti il passato per cia, come Roger Caillois, che ce ne ha l’informazione e fare prevenzione e de- da complessa, che solo in minima parte spiegare il presente. Come sempre fa la lasciato la più completa classificazione: nuncia. Infine quel processo che con una riguarda il mondo dei bambini. D’altro Storia con la S maiuscola. Alla fine, quan- agon, alea, mimesis e ilinx. Aveva a sua parola mutuata dall’inglese chiamiamo canto l’infanzia è un’invenzione del pen- do il quadro è (quasi) finito, l’artista e il volta preso le mosse dallo storico olan- gamificazione del mondo delle relazioni siero illuminista, mentre nel passato la collezionista (quasi sempre un artista dese Johan Huizinga e dal suo Homo e cioè assenza di responsabilità, come differenza la faceva la raggiunta capacità mancato) capiscono che l’opera racconta ludens. E poi la psicanalisi di Freud, ma quella di chi naviga giocosamente tra di diventare forza lavoro e adulti e bambi- di tutti e, quindi, appartiene a tutti. Così a soprattutto di Donald Winnicott, che i social network, postando contenuti ni condividevano ogni spazio e ogni gio- Napoli sono nati il Museo del Giocattolo, nel gioco vide la possibilità del neonato intrisi di banalità. Si impone con quella co, anche i più proibiti. E, tra sete antiche ospite dell’Università Suor Orsola Benin- di contattare il non sé e nel giocattolo che si può definire l’etica del game over, e robot di latta, il mestiere del collezioni- casa, e il corso di Storia del giocattolo alla l’oggetto transizionale, il ponte invisibi- per cui ogni scelta, ogni impegno, anche sta è quello dell’addetto al montaggio. facoltà di Scienze della Formazione. le che si schiude alla vita futura senza il Coupè Gordon Bennet Auto Beatles Günthermann Rico Germania, 1904 Spagna, 1962 lamierino litografato e dipinto latta litografata, gomma 11 x 22 x 10 cm 18 x 48 x 14 cm
22 23 | storie di giocattoli | Gay Bob con scatola-armadio Automa da vetrina e libretto fabbricante sconosciuto Gay Bob Trading Co. Inc. Div. Francia, 1890 of Harvey Rosenberg Inc. cartapesta, stoffa Usa, 1977 h 60 cm plastica e stoffa h 30 cm Bambola con scatola Bambini Lenci Rella Italia, 1930 Italia, 1930 ca. panno lenci composizione, stoffa h 47 cm h 43 cm
24 25 Buck Rogers 25th Rocket Ship | storie di giocattoli | Luis Marx & Co Usa, 1934 latta litografata 10 x 31 x 12 cm Veicoli militari con mitragliatrice Ingap Italia, 1930-1950 latta litografata misure varie trauma del distacco dal seno materno. deposito e poi venduto alla famiglia Anche l’arte è in gioco e molti giocattoli Rosa, acquistato dal bisnonno Zeno e Robby Space Patrol sono di per sé oggetti d’arte, come lo poi lasciato in eredità dalla nonna Elva Nomura splendido gruppo borbonico o i bébé ai nipoti. Fino a noi. Giappone, 1957 francesi dalle collezioni delle compian- La nostra amata città, dove il gioco è latta litografata te Maria Josè Cattaneo della Volta dei condizione esistenziale e l’allegria ca- 24 x 32 x 15 cm principi di San Nicandro e Isabella Solli rattere tipico dei suoi abitanti, lontana o le sontuose produzioni déco di Lenci dai circuiti della grande industria era ri- o futuriste di Eugenio Tavolara. L’ulti- masta priva di una vera e propria cultura mo pezzo di altissima arte è arrivato ludica. Era necessaria una riparazione e da Milano: un biribissi della prima metà il Museo del Giocattolo l’ha ricollocata del Settecento. Una tavola dipinta con tra le patrie del gioco e del giocattolo. trentasei figure, su cui si giocava d’az- Oggetti ricchi e preziosi, per bimbi e Carrarmato zardo, progenitore della roulette e della adulti privilegiati, ma che da subito ho Ingap tombola. Se ne conoscono pochissimi voluto al servizio di coloro ai quali in- Italia, 1928 al mondo, quattro o cinque in tutto. Da fanzia e giovinezza furono negate dalla latta litografata solo meriterebbe una mostra. Fino agli violenza e dalla discriminazione. Sicché 13 x 23 x 9 cm anni Cinquanta era a Pieve di Cento e il Museo è dedicato a Ernest Lossa, mor- tutto il paese ci giocava a Capodanno to da vittima ed eroe nella campagna di e a Carnevale. Finché non fu messo a eugenetica nazista, solo perché zingaro.
26 27 Ma le singole vetrine ormai sono tutte ci offre la lingua inglese. Da noi è non- scriminazioni di genere e orientamento dell’educazione impedivano categori- | storie di giocattoli | dedicate a una lunga lista di giovani senso, ma guai a pensare che sia privo di sessuale mi è sembrato naturale narra- camente di assecondare i loro desideri. vittime come Ulet Mohamed, ragazzino senso. Ce l’ha insegnato Basaglia che la re delle prime e uniche vere teorie del Margarete si pose il problema e lo risolse somalo ucciso dalle torture degli scafi- follia è un diverso stato di coscienza, ma gender prodotte nella cultura occiden- con un compromesso che, a distanza di sti o Luigi Galletta, il giovane meccanico ce lo hanno mostrato anche Fortunello, tale e dedicate all’infanzia. Ho pensato tempo, può apparire al ribasso, ma che in- ucciso a 21 anni perché non si piegava Bonaventura e soprattutto Pinocchio e quindi ad una mostra su Pinocchio e vece rappresentò per l’epoca una grande alle richieste dei camorristi di truccare Pulcinella e, dulcis in fundo, l’amatissi- l’orsetto, il Teddy Bear. rivoluzione culturale. Inventò l’orso ba- i motorini. Da noi il gioco è la pazziella, mo Totò. Tutti, ma proprio tutti sono di- Margarete Steiff, un’anziana signora co- locco. Un orso di peluche dall’aria un po’ l’etimologia della parola basta a darne ventati anche balocchi a dimostrazione stretta dalla malattia sulla sedia a rotelle, buffa e un po’ feroce, con cui i maschietti il senso. Ad esso corrisponde il tempo che a volte anche ciò che è popolare può nella Germania di fine Ottocento costru- potevano giocare come con una bam- della libertà e della fantasia, incompa- sfiorare il sublime. iva animali in pezza, che vendeva per ar- bola, portandoselo a letto, vestendolo, tibile con la violenza. Da noi il gioco è Così quando Antonello Sannino di Ar- rotondare la magra pensione. Vide che i dandogli da mangiare, facendogli il ba- play, gioco libero, più che game, gioco cigay mi ha chiesto di allestire una bambini, i maschietti, avrebbero voluto gnetto. Margarete, alleata dei più piccoli, di regole, per usare la distinzione che mostra dei miei giocattoli contro le di- giocare con le bambole, ma i rigidi canoni li accontentò, senza insospettire i grandi. Limousine Limousine Carette Carette Germania, 1911 Germania, 1911 lamierino dipinto lamierino dipinto 18 x 32 x 13 cm 21 x 15 x 12 cm
28 29 La sorte del Pinocchio balocco fu mol- sua famosa favola, aveva dichiarato: “È | storie di giocattoli | to simile. Nato sull’onda del successo vero, è diventato bambino, ma chi ha riscosso dalle edizioni del libro illustra- detto che è diventato buono?”. te nei primi anni del secolo scorso da In un mondo complesso l’educazione grandi disegnatori come Mussino, fu alla diversità è la via delle sane relazioni amato soprattutto dalle bambine. Con tra persone, insieme a quella del rispet- quel buffo ragazzino di legno, monello to tra i generi e delle diverse religioni. e ribelle, si identificarono, rompendo E l’unica vera via verso un futuro di coi rigidi canoni di perfezione in cui i benessere e di pace per tutti. Da que- modelli educativi femminili ottocente- sto messaggio questa mostra è nata schi le avevano segregate. Una gabbia e, anche se allargata a tanti altri tipi di dorata e strettissima di lusso, ricchezza giocattoli, di esso conserva la grande e bellezza, fino a quel momento rap- ispirazione generale. presentata dalle bambole-bambine, Il gioco infine è conoscenza. Per me lo è le bébé dei grandi giocattolai francesi stato anche il collezionismo, come occa- Farfalla dell’Ottocento. Pinocchio le aveva final- sione di gioco e di amicizia con tante care Ingap mente liberate! D’altro canto lo stesso persone come le signore Alma e Cristiana Italia, 1920 Collodi, commentando il finale della Cosenza, figlie di Josè Cattaneo della Vol- latta litografata 9 x 25 x 15 cm Macchina da cucire ta di San Nicandro, che ringrazio, unita- Baci Perugina. Ammirate le conturbanti Casage mente ai miei parenti, a tutti gli amici e bambine francesi di Bru e Jumeau, gli Francia, 1930 ai colleghi per l’aiuto e l’incoraggiamento imbronciati fanciulli della Lenci e della lamiera litografata e ai miei amatissimi e bravissimi restaura- Burgarella, i giocattoli di legno dai co- 20 x 20 x 13 cm tori, Felice Chiantese e Annalisa Zunica di lori meravigliosi, i preziosissimi Taroc- Amarcord ‘900. chi del Settecento. Stupite dinanzi agli Godetevi allora i giocattoli di latta, i tre- automi di Vichy, di Roullet e Decamps, nini, le splendide limousine di Carette, di Lambert, alle schiere di soldatini, alle i meravigliosi giocattoli delle italiane lanterne magiche, alle trottole, ai mera- Ingap e Bell, i piccoli automi di Martin, vigliosi Polichinelle, ai teatrini, ai Pinoc- i clown della Gunthermann, i modelli chi di Furga, di Sevi e di Tavolara… della Ettore Cardini, compresa la raris- sima Giostra delle Libellule e la scatola a forma di corriera che Luisa Spagnoli gli commissionò per riporre i suoi cazzotti, poi divenuti famosi col dolce nome di
30 31 Robot | storie di giocattoli | Jonezawa Giappone, 1958 latta litografata h 20 cm Barbie n. 1 con scatola e libretto Mattel Usa, 1959 Orso vinile Steiff h 29 cm Germania, 1950 ca. peluche h 26 cm
32 Giostra delle libellule | storie di giocattoli Cardini Italia, 1926 latta litografata, carta litografata h 33 cm; lunghezza braccia 45 cm; scatola 11 x 8,5 x 21 cm
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