40 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2004
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Rosetta Acerbi insieme a Goffredo Petrassi ROSETTA ACERBI Nasce a Venezia. Dopo una breve fase di impiego di un linguaggio astratto-informale, l’artista attiva una personale ricerca figurativa di sottile indagine psicologica, che passa attraverso l’evocazione onirica di miti e archetipi, e l’approfondimento del simbolismo legato all’evocazione dell’acqua e del mare, nonché di suggestioni orientalistiche in direzione mistica. La sua attività espositiva inizia nel 1955, tenendo mostre personali e partecipando a rassegne collettive e premi in Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Australia, Stati Uniti, Croazia, Egitto e Giappone, presentata in catalogo da autorevoli critici italiani e stranieri. Nel 1986 ha un’ampia antologica a L’Aquila, presso il Museo Nazionale d’Abruzzo, e nel 1991 nel Palazzo della Cultura di Latina. Nel 1986 e nel 2000 partecipa alla Triennale d’Arte Sacra di Celano, e nel 1991 alla V Biennale d’Arte Sacra di Venezia. Nel 1999 è presente alla XIII Quadriennale d’Arte di Roma, e nel 2000 alla mostra “Immagini di Impegno - Impegno di immagine” a Roma. Nel 2001 la mostra “Presenze”, promossa dal Comune di Roma; nel 2002 “Paesaggi onirici”, nel Palazzo Comunale di Sabaudia. Nel 2004 è invitata con una personale in Giappone, al Museo Vangi, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Vive e lavora a Roma.
40° FESTIVAL PONTINO 2004 ORGANIZZAZIONE E REALIZZAZIONE Campus Internazionale di Musica COORDINATORE ARTISTICO Riccardo Cerocchi COMITATO ORGANIZZATIVO Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo Regione Lazio - Assessorato alla Cultura, Sport e Turismo Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Latina Comuni di Latina, Sermoneta, Priverno, Fondi, Lenola e Sperlonga Conservatorio Statale di Musica “O. Respighi” di Latina Università Pontina Istituto di Studi Musicali “G. Petrassi” di Latina Fondazioni Roffredo e Camillo Caetani Pro Loco di Sermoneta Pro Loco di Fondi F.I.D.A.P.A. sez. di Fondi Abbazia e Borgo di Fossanova CON IL CONTRIBUTO DI Bristol Myers Squibb, Banca Popolare di Fondi, SISAL, ICOT Latina Gruppo Giomi Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, Associazione Industriali di Latina, Sidis, MOF Fondi SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Maria Teresa Censi, Elisa Cerocchi, Tiziana Cherubini, Alfredo Romano AMMINISTRAZIONE Nicola Astarita, Paola Sighinolfi UFFICIO STAMPA Andrea Fasano ACCORDATURA PIANOFORTI E ASSISTENZA TECNICA Mauro Buccitti
PROGRAMMA GENERALE CONCERTI NEL CASTELLO CAETANI DI SERMONETA, NELL’ABBAZIA DI FOSSANOVA E A FONDI, LENOLA E SPERLONGA CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI INTERPRETAZIONE MUSICALE DI SERMONETA TESTIMONIANZE STORICHE INCONTRI DI STUDIO, PRIME ESECUZIONI ASSOLUTE, DOCENTI DEI CORSI , PARTECIPANTI
Questa 40a edizione del Festival Pontino è stata preceduta dalle celebrazioni dei cento anni della nascita del maestro Goffredo Petrassi, suo presidente onorario dal 1975, scomparso lo scorso anno. La manifestazione, voluta dal Campus Internazionale di Musica e dall’Istituto di Studi Musicali “G. Petrassi”, si è svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica nel Palazzo della Cultura di Latina, dal 16 al 19 giugno, con il seguente programma: Mercoledì 16 Giugno Pinacoteca ore 18.00 - Saluto delle Autorità e presentazione della manifestazione ore 18.30 - Inaugurazione della mostra documentaria di manoscritti autografi, lettere e documenti fotografici a cura dell’Istituto di Studi Musicali “G. Petrassi” Presentazione: Leonetta Bentivoglio Diffusione dei video: L’anima e le forme: in ricordo di Goffredo Petrassi ideazione e regia di Daniela Bruni, fotografia di Marcello Gallinelli-Martin Goins, montaggio Daniela Bruni, produzione RAI International TV 2003-2004 Goffredo Petrassi. La musica come libertà di Francesco Bortolini e Jacopo Pellegrini, produzione RAI International TV Incontro d’autore: Goffredo Petrassi produzione 2001 CIDIM - Classica D+ Intervista a Goffredo Petrassi di Guido Salvetti ore 21.00 - Teatro G. D’Annunzio Orchestra di Roma e del Lazio - Marcello Panni direttore Coro da Camera “Goffredo Petrassi” - Stefano Cucci direttore Musiche di Petrassi, Panni Concerto a cura di Marcello Panni (Trasmesso in diretta da RAI Radio 3) Giovedì 17 Giugno Pinacoteca ore 10.00 - I Sessione: Petrassi: l’uomo e il suo tempo Presiede: Michele Dall’Ongaro Relatori: Guido Salvetti Il ruolo di Petrassi nella politica culturale del regime Fascista Giancarlo Rostirolla L’epistolario di Goffredo Petrassi nella biblioteca - archivio {Federica Nardacci dell’Istituto di Studi Musicali “G. Petrassi” di Latina Gian Paolo Minardi Tentazioni neoclassiche Interventi programmati di Paolo Petazzi, Landa Ketoff, Luciana Galliano, Ivan Vandor ore 16.00 - II Sessione: Petrassi tra modernità e contemporaneità Presiede: Michele Dall’Ongaro Relatori: Gianluigi Mattietti L’ultimo Petrassi Joachim Noller Gestualità come forza innovatrice Pierre Michel Alcuni aspetti della scrittura in Serenata, Tre Per Sette, Estri Roberto Prosseda La musica pianistica di Petrassi. Riflessioni di un interprete ore 21.00 - Teatro Ridotto Ensemble Algoritmo - Marco Angius direttore - Marco Rogliano violino - Mario Caroli flauto - Arturo Tallini chitarra Musiche di de Pablo, Carter, Cardi, D’Amico, Dall’Ongaro Concerto a cura di Gabriele Bonomo (Trasmesso in differita da RAI Radio 3)
Venerdì 18 Giugno Pinacoteca ore 10.00 - III Sessione: Petrassi e le altre arti Presiedono: Gabriele Bonomo e Luigi Pestalozza Relatori: David Osmond-Smith Il gesto maschile nelle arti visive e nella musica di Petrassi negli anni Trenta Daniela Tortora «Danza - Pittura» - Musica intorno a Morte dell’Aria Jacopo Pellegrini Petrassi e la follia ore 16.00 - IV Sessione: Petrassi: composizione, insegnamento, formazione Presiede: Luigi Pestalozza Relatori: Luigi Pestalozza Perché Petrassi Giorgio Pestelli Poetica e senso nel Quarto concerto Susanna Pasticci Un maestro e i suoi maestri: modelli di artigianato formale della scrittura petrassiana Enzo Restagno Petrassi oltre le definizioni Alberto Bosco Vita dell’Aria: il Grand Septuor Matteo Pennese L’insegnamento di Petrassi Dialoganti: Aldo Clementi, Ennio Morricone, Franco Oppo, Fausto Razzi Intervento programmato di Giorgio Maulucci e Paolo Rotili ore 21.00 - Teatro Ridotto Icarus Ensemble - Flavio Emilio Scogna direttore - Anna Clementi voce Musiche di Morricone, Razzi, Damiani, Oppo, Petrassi, Pisati, Landuzzi, Clementi Concerto a cura di Luigi Pestalozza (Trasmesso in differita da RAI Radio 3) Sabato 19 Giugno Pinacoteca ore 10.00 - V Sessione: Petrassi e il sacro Presiede: Giovanni Carli Ballola Relatori: Sergio Sablich Salmi e notti oscure: la visione del sacro in Petrassi Alessandro Solbiati Il coro e la sacralità universale in Petrassi: Mottetti per la Passione, Orationes Christi, Tre Cori Sacri e Kyrie Proiezione del documentario La porta di S. Pietro di Manzù, regia di Glauco Pellegrini, musiche originali di Goffredo Petrassi Alessandro Mastropietro Reti inter-testo, -codice e -genere nella musica per il documentario La porta di S. Pietro di Manzù ore 19.00 - Cattedrale di San Marco Celebrazione eucarista presieduta da Don Mario Sbarigia, Vicario generale della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno Coro da Camera “Goffredo Petrassi” - Stefano Cucci direttore - Susanne Bungaard soprano Filippo Adami tenore - Mario Caroli e Paolo Taballione flauti - Aldo Bassi organo Musiche di Petrassi Musiche a cura di Giovanni Carli Ballola ore 21.00 - Teatro Ridotto Ensemble Algoritmo - Marco Angius direttore - Marco Rogliano violino - Mario Caroli flauto - Arturo Tallini chitarra Musiche di Caprioli, Mosca, Solbiati, Fedele, Vandor, Cappelli Concerto a cura di Mario Bortolotto (Trasmesso in differita da RAI Radio 3)
Un lungo viaggio intorno e dentro al tango. E’ l’affa- 25 giugno scinante proposta di Luis Bacalov, compositore e inter- prete di grande sensibilità, attivo da molti anni su vari fronti, vincitore dell’Oscar per la colonna sonora del film Il postino con Massimo Troisi. V E N E R D Ì o r e 2 1 . 0 0 E’ un dato di fatto che il tango è definitivamente Sermoneta, Castello Caetani entrato a tutti gli effetti a far parte delle programma- zioni concertistiche, dopo essere stato per troppo tempo relegato nel dimenticatoio. Alla base di questa LUIS BACALOV pianoforte “rinascita” c’è in primo luogo la valorizzazione d’al- cune figure ormai mitiche, come quella di Astor Piazzolla, la conoscenza del repertorio di tango anche IGNACIO CERVANTES (1847 - 1905) nelle sale da concerto attraverso l’attività di musicisti Controdanze raffinati (pensiamo al grande violinista Gidon El velorio Kremer), e la semplice constatazione che a questa La glorieta musica si sono dedicati musicisti con matrici culturali Adios a Cuba molto diverse, come dimostra il programma di questa sera, che oltre ai classici Gardel, Villoldo e Piazzolla, ISAAC ALBÉNIZ (1860 - 1909) mette insieme Morricone e Stravinsky, Piazzolla e lo Tango stesso Bacalov. JUAN JOSE’ CASTRO (1895 - 1968) Gli inizi di questo tipo di musica, e della danza che ne Evocación - Llorón - Compadrón - Milonguero - è l’inscindibile completamento, sono alquanto vaghi. Nostálgico Sappiamo che si iniziò a ballare il tango nei primi anni dell’Ottocento e che alla fine di quel secolo si ballava ENNIO MORRICONE (1928) nei quartieri malfamati di Buenos Aires. Nei caffè e Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto nelle case d’appuntamento, le signore che esercitava- no il mestiere più antico del mondo cominciarono ad IGOR STRAVINSKIJ (1882 - 1971) elaborarne i passi e le figure. Tango Negli anni tra il 1900 ed il 1910 il tango smise di essere il ballo esclusivo delle classi emarginate per diventare il ballo di successo di tutte le classi sociali. Subito LUIS BACALOV (1933) dopo sbarcò in Europa, a Parigi, con tutta la sua carica Tanghitudes di provocazione nei confronti delle élite borghesi. L’impatto fu violento. Il tango, con la sua inequivoca- CARLOS GARDEL (1890 - 1935) bile carica erotica, non poteva che provocare scandali, El dìa que me quieras indignazione e censure. ANGEL VILLOLDO (1868 - 1919) El Choclo in collaborazione con ASTOR PIAZZOLLA (1921 - 1992) Libertango
Con l’arrivo del cinema muto, i film di Hollywood, il tango diventa un ballo conosciuto in tutto il mondo: con il termine “Guardia Nueva” si indica il periodo che va dal 1918 al 1950 circa. A questo periodo risalgo- no le prime incisioni discografiche e trasmissioni radiofoniche del tango. Che è ricco anche di figure leggendarie, come quella di Carlos Gardel, che è diventato un simbolo del tango argentino, con la sua voce roca inconfondibile, che con brani come Mi noche triste e La cumparsita ha lasciato una traccia indelebile nella storia di questo repertorio. La fortuna incontrata dal tango all’inizio del Novecento determinò una perdita graduale delle sue caratteristiche originarie e, con l’introduzione di un testo e di una voce, la trasformazione in “canzone a ballo”. Il tango ha un elemento di gran fascino, ed è una specie di miscela indecifrabile tra ingredienti con- traddittori: da una parte la sua evidente carica sensua- le, dall'altra una sorta di struggimento esistenziale. E’ forse in questa miscela che risiede l’essenza emotiva e poetica più autentica del tango: un’infinita tristezza intrisa d’estenuante malinconia e voluttà di disfaci- mento, congiunta ad una strenua volontà di redenzio- ne e liberazione attraverso il rapporto amoroso. Luca Della Libera
La musica da camera di Joseph Haydn (1732 – 1809) è impernia- ta sui suoi sessantotto quartetti per archi. I suoi primi quartetti 3 luglio furono composti in tre gruppi, e separati da lunghe pause. I primi dieci risalgono alla fine degli anni Cinquanta, le raccolte dell’Op. 9, 17 e 20 realizzate intorno al 1770, e l’Op. 33 (alla quale appartiene il Quartetto che ascoltiamo stasera) nel 1781. Ognuno di questi gruppi offre una soluzione agli aspetti tecnici ed esteti- S A B AT O o r e 2 1 . 0 0 ci del genere. La caratteristica alla base dell’op. 33 riguarda Sermoneta, Castello Caetani soprattutto un’atmosfera espressiva intima, realizzata attraverso scelte timbriche meno “estreme” rispetto alle raccolte precedenti, e una presenza più regolare di procedimenti omofonici piuttosto che contrappuntistici. La raccolta dell’Op. 33 rappresenta un B G RUNO IURANNA viola punto importante per lo sviluppo della composizione di Haydn in quest’ambito. Infatti, dietro l’apparente semplicità di questi Q T UARTETTO ERPSYCORDES brani risiede una ricerca tesa ad un fitto scambio tematico tra gli Girolamo Bottiglieri - Raya Raytcheva violini strumenti. Per questo motivo sono stati considerati dalla critica la prima vera raccolta “moderna” quartettistica di Haydn. Caroline Haas viola - François Grin violoncello Il Quartetto si apre con un Vivace assai nella consueta struttura della forma sonata, in un clima di distesa espressività, che non impedisce zone di forte tensione, come nella seconda parte del movimento. Il Largo e cantabile successivo, in sol minore, è JOSEPH HAYDN (1732 - 1809) costruito intorno ad una ricca ed elaborata melodia del primo Quartetto op. 33 n. 5 in sol magg. violino, che qui ha il ruolo d’assoluto rilievo. Dopo il breve Vivace assai Scherzo, il quartetto si conclude con un Finale, in ritmo puntato, nel quale, oltre al violino primo, anche la viola ed il violoncello Largo e cantabile hanno episodi solistici, prima dell’accelerazione finale, siglata da Scherzo: Allegro un Presto nella partitura. Finale: Allegretto I tre Quartetti op. 43 di Schumann risalgono al 1842 e furono dedicati dal suo autore all’amico Felix Mendelssohn-Bartholdy. Tra i quartetti di Schumann, l’op. 41 n. 3 è quello più caratteriz- ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856) zato dalla preoccupazione d’unità interna. Rispetto a Haydn, il Quartetto op. 41 n. 3 in la magg. salto è enorme. L’intervallo melodico di quinta discendente, che si ascolta all’inizio, è evidente in molti dei temi della partitura, Andante espressivo. Allegro molto moderato insieme con il suo intervallo inverso, la quarta ascendente, e lo Assai agitato stesso accordo iniziale è quello con il quale inizia l’ultimo Adagio molto tempo. Queste idee sono presentate per prime nel rapsodico primo movimento, lento, e poi nel tema principale di quello suc- Finale: Allegro molto vivace cessivo. Il secondo movimento, benché non rechi un titolo, è in sostanza una serie di variazioni su un tema sincopato. La pre- ponderanza di musica rapida lascia il posto ad un movimento JOHANNES BRAHMS (1833 - 1897) lento, l’Adagio molto, caratterizzato dalla curva espressiva del tema principale e dalla sottigliezza della sua forma di rondò. Il Quintetto op. 111 in sol magg. finale è una combinazione di rondò, scherzo, trio, ed anche una Allegro non troppo, ma con brio sorta di forma-sonata, che serve a ristabilire le opposizioni tonali Adagio che permeano tutto il movimento. La produzione cameristica di Brahms occupa in sostanza tutta la Un poco allegretto sua vicenda creativa, in un arco di cinquant’anni, dal 1854 al Vivace, ma non troppo presto 1894. Il Quintetto op.111 risale al 1890, e sembra premere contro i limiti della musica da camera. I tremoli iniziali sembrano annun- ciare una sinfonia, e il tema principale, affidato al violoncello, è uno dei più espressivi di Brahms. Come in altri lavori dello stes- so periodo, il Quintetto op. 111 ha nella pregnanza espressiva e nella salda fattura le sue qualità migliori, ed è permeato da una vivace e prorompente giocondità, che ha fatto sì che a questo gioiello cameristico sia stata apposta la didascalia di “Praterquintett”. in collaborazione con: Luca Della Libera
Il programma del concerto di questa sera rappresenta un vero e proprio viaggio nella letteratura flautistica dalla prima metà del Settecento ad oggi, e offre la possibilità di apprezzare l’evoluzione tecnica ed espressiva di que- sto strumento. La produzione per flauto di Johann Sebastian Bach comprende alcune sona- te solistiche, oltre ad alcune pagine molto note, come il Quinto concerto bran- deburghese e la Suite in si minore. Alcune sonate hanno il semplice sostegno del basso continuo, mentre altre, come quella in programma stasera, in tre 4 luglio movimenti, sono “concertanti”: la tastiera non si limita ad un semplice DOMENICA ore 19.30 “accompagnamento”, ma realizza con il solista un continuo e raffinato dia- Priverno, Abbazia di Fossanova logo. Autodidatta, nato nel 1930, il compositore e musicologo giapponese Kazuo Fukushima ha avuto particolare predilezione il flauto, collaborando anche con grandi interpreti come Severino Gazzelloni. Mei, scritto nel 1962, esplo- PETER-LUKAS GRAF flauto ra le varie possibilità timbriche e ritmiche della musica tradizionale giappo- nese, con ampio uso di glissandi e particolari modalità d’emissione. AGLAIA GRAF pianoforte Dopo la stagione “aurea” della prima metà del Settecento, il repertorio flau- tistico diminuì in modo considerevole nel corso dell’Ottocento. Nei paesi di lingua tedesca i compositori orientarono il loro interesse verso strumenti JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750) che esprimevano più compiutamente le nuove istanze legate al romantici- smo. Questo non significa, comunque, che il flauto non godesse di buona Sonata in mi bem. magg. BWV 1031 diffusione e di un notevole grado di maturazione tecnica. Allegro Il programma prevede uno dei brani più impegnativi della letteratura flau- Siciliano tistica novecentesca, la Sonata in re maggiore op. 94 di Sergej Prokof’ev (1891- 1953). Composta nel 1943, questa sonata fu poi rielaborata per una versione Allegro violinistica nel 1944, con l’ausilio del grande violinista russo David Ojstrakh, che ha quindi contribuito notevolmente alla sua diffusione nelle sale da concerto. All’interno di una struttura sostanzialmente “tradiziona- KAZUO FUKUSHIMA (1930) le”, la Sonata di Prokof’ev contiene alcuni elementi di interesse, come la MEI per flauto ricchezza e varietà dei fraseggi, l’incisività ritmica e gli slittamenti armonici. Il primo movimento è un Moderato, costruito su due temi: il primo è espo- sto all’inizio dal flauto, ed ha un carattere pacato e diatonico. Il secondo è SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1953) costituito da una melodia su ritmo puntato. La seconda parte del movimen- Sonata in re magg. op. 94 to, dopo la ripetizione del ritornello, si apre con una scansione ritmata nel Moderato registro grave del flauto, che conduce alla riesposizione dei due temi in vari campi armonici. Dopo una sezione caratterizzata da una scrittura virtuosi- Schero stica di arpeggi che toccano il registro sovracuto, troviamo una vera e pro- Andante pria ripresa. Il movimento si chiude dopo una coda, nella quale il primo tema è riproposto dai due strumenti. Lo Scherzo che segue, in tre quarti, è Allegro con brio basato su un complicato contrappunto ritmico-melodico, nel quale sono presenti continui spostamenti ritmici. Una sezione centrale assume il ruolo di interludio dal carattere cantabile: il movimento si conclude con la ripresa variata della sezione iniziale, con continue figurazioni dal carattere irregola- ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856) re. Il terzo movimento è un Andante, e costituisce, di fatto, il momento “liri- Tre Romanze op. 94 co” della Sonata. Il tema principale si basa su un’idea diatonica molto sem- plice, che è esposta dal flauto all’inizio. Successivamente è affidata al pia- Moderato noforte, mentre il flauto compie delicati arabeschi che la contrappuntano, Semplice per poi riproporla in chiusura. L’ultimo movimento è un Allegro con brio tri- Moderato partito. Nella prima sezione ci sono quattro temi fortemente caratterizzati; troviamo poi un momento dall’atmosfera lirica e cantabile, seguito da una ripresa variata della sezione iniziale, arricchita da elementi virtuosistici. Le AGLAIA GRAF (1987) Tre Romanze op. 94 di Schumann furono originariamente pensate per oboe e per violino. Danse mistérieuse per pianoforte solo Frank Martin (1890 – 1974) è un compositore difficilmente collocabile nelle principali “scuole” del primo Novecento, anche per il lungo sviluppo della FRANK MARTIN (1890 - 1974) sua personalità artistica: da una parte egli assorbì pienamente la grande civiltà musicale tedesca, accanto alla quale sì inserì una forte attenzione per Ballade l’Ottocento francese e per Franck in particolare. Luca Della Libera
Così come per altri strumenti musicali a fiato, le difficoltà tecni- che per esecutori sono cresciute notevolmente nel ventesimo 10 luglio secolo anche per il clarinetto, prima di tutto nelle parti orche- strali, poi nel repertorio solistico e in quello cameristico. Il talen- to d’alcuni grandi interpreti ha continuato ad incoraggiare i compositori ad estendere la tecnica dello strumento. Uno dei casi più noti è quello di Benny Godmann, per il quale scrissero S A B AT O o r e 2 1 . 0 0 pagine memorabili Bartók, Hindemith e Copland. Sermoneta, Castello Caetani Kent Kennan, vissuto tra il 1913 ed il 2003, è stato un importante compositore e didatta statunitense, attivo in modo particolare nel campo dell’orchestrazione, ed autore di molte trascrizioni. E’ R S ICHARD TOLTZMAN clarinetto il caso della Sonata in re maggiore op. 94 di Prokoviev, un brano composto nel 1943 originariamente per flauto e pianoforte, del L D C INDA I ARLO pianoforte quale esiste anche una versione violinistica, realizzata dallo stes- P -J S ETER OHN TOLTZMAN pianoforte so compositore russo l’anno successivo con l’aiuto del grande violinista David Ojstrak. Il francese Francis Poulenc (vissuto tra il 1889 ed il 1963) nella SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1953) prima parte della sua vita ha subito numerose critiche per la Sonata in re magg. op. 94 per flauto e pianoforte (arr. K. Kennan) semplicità e l’immediatezza della sua musica, ma con il tempo è Moderato, Scherzo, Andante, Allegro con brio stato chiaro che l’assenza di complessità linguistica non signifi- cava assenza di espressività e di capacità tecniche. La Sonata per FRANCIS POULENC (1899 - 1963) clarinetto risale al 1962. Claude Debussy compose la Premiere rapsodie per clarinetto tra il Sonata 1909 ed il 1910 come brano di concorso per il Conservatorio di Allegro tristamente, allegretto Parigi. L’autore stesso lo considerava uno dei suoi brani più riu- Romanza, trés calme sciti, e, in effetti, vi troviamo alcuni dei tratti salienti della sua Allegro con fuoco, très animé personalità compositiva: la capacità d’invenzione applicata all’armonia, alla forma e al timbro, ed una concezione del tutto nuova del tempo musicale. CLAUDE DEBUSSY (1862 - 1918) Il compositore polacco Witold Lutoslawski è vissuto tra il 1913 Première Rhapsodie ed il 1994, le Dance preludes risalgono al 1954, in un periodo nel quale l’autore seguiva varie strade: la musica funzionale, d’am- pio consumo, la produzione concertistica, basata su materiale WITOLD LUTOSLAWSKI (1913 - 1994) folklorico, e infine un’investigazione “privata”, alla ricerca di Dance Preludes nuovi aspetti del linguaggio musicale. Va ricordato che in Allegro molto, Andantino, Allegro giocoso, Andante, Polonia, tra la fine degli anni Quaranta e gli inizi Cinquanta, ci fu un pesante condizionamento culturale con l’avvento del “rea- Allegro molto lismo socialista”, e alcuni lavori di Lutoslawski furono tacciati di “formalismo”. La sua attenzione per il folklore di quegli anni GEORGE GERSHWIN (1898 - 1937) non aveva certo la profondità di Bartók, ma gli serviva come Three Preludes (arr. J. Gach) spunto compositivo da piegare poi alle sue esigenze espressive. Allegro ben ritmato e deciso Vissuto tra il 1898 ed il 1937, il pianista, direttore d’orchestra e compositore statunitense George Gershwin, ha iniziato la sua Andante con moto e poco rubato carriera come pianista, per poi diventare in pochi anni il più Allegro ben ritmo e deciso popolare musicista americano di Broadway ma anche nella musica da concerto. I Preludes risalgono agli anni 1923-26. PETER-JOHN STOLTZMAN (1977) Jazzista tra i più noti della scena statunitense, Dave Brubeck (1920) è compositore, pianista e leader di numerose band, che lo Lullaby - Travelers (Music composed at Sermoneta) hanno visto operare con musicisti del calibro di Paul Desmond e Gerry Mulligan. Il Rondò è il suo brano più popolare ed è DAVID BRUBECK (1920) costruito su un’irregolare successione ritmica. The Duke - Blue Rondo à la Turk Luca Della Libera
Compositore, pianista, organista e scrittore, Camille Saint-Saëns (1835-1921), fu spesso paragonato a Mozart per la sua brillan- tezza, versatilità e prolificità. E’ stato il protagonista della rina- scita musicale francese alla fine dell’Ottocento. Egli scrisse in ogni genere musicale ottocentesco, ma ottenne i maggiori suc- cessi nel repertorio basato sulla tradizione viennese, come sinfonie e musica da camera, anche se alla luce del tipico gusto 11 luglio coloristico francese, egli fu sostanzialmente un adattatore piut- DOMENICA ore 19.30 tosto che un innovatore nel linguaggio. Questo si conferma Priverno, Abbazia di Fossanova anche dal brano che ascoltiamo stasera, la sinfonia dalla cantata da chiesa n. 28 di Bach, dal titolo Gottlob! Nun geht das Jahr zu Ende, composta per il Natale 1725. ELISSÒ VIRSALADZE pianoforte Con la produzione di Robert Schumann ci immergiamo invece nell’universo più profondamente romantico del repertorio pia- nistico, pieno di citazioni, riferimenti e ispirazioni extra-musi- JOHANN SEBASTIAN BACH /CAMILLE SAINT-SAËNS cali. Kreisleriana, composta nel 1838, è una raccolta ispirata ai Fantasiestücke di Hoffmann. Non sorprende che il compositore Ouverture aus 28. Kantate si sia identificato con l’eccentrico maestro di cappella descritto da Hoffmann. Sia Schumann sia Kreisler oscillavano tra depres- ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856) sione ed estasi, ed entrambi erano devoti ammiratori di Bach. Kreisleriana op. 16 La raccolta è imperniata sui contrasti violenti tra un virtuosi- smo diabolico e un profondo lirismo. Per gran parte della propria vita, Sergej Proko’fev (nato a Sontsovka l’11 aprile 1891 e morto a Mosca il 5 marzo 1953) fu SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1953) compositore ed allo stesso tempo un pianista concertista. Fu Sonata n. 2 op. 14 in re min. sua madre, buona pianista, ad avvicinarlo alla musica, prima di Allegro non troppo fargli intraprendere studi regolari, che si svolsero al Conservatorio di Pietroburgo a partire dal 1904. Allegro moderato Il catalogo compositivo di Prokof’ev inizia e termina con il pia- Andante noforte: dalla Sonata n.1 op.1 del 1907 alla rielaborazione della Vivace Quinta Sonata in do maggiore op. 38, realizzata tra il 1952 ed il 1953. La sua produzione pianistica comprende raccolte di pezzi Sarcasmes, 5 pezzi op. 17 brevi, pagine per bambini, numerose trascrizioni dei propri lavori sinfonici, nove Sonate e cinque Concerti per pianoforte e orchestra. Toccata in do magg. op. 11 Il ruolo svolto da Proko’fev nella letteratura pianistica del primo Novecento è di primissimo piano. Egli si è ritagliato una posizione del tutto originale, ben lontana dai modelli del con- certismo romantico (ai quali, invece, si rivolgevano Skrjabin e Rachmaninov), nella quale c’era posto per la rivisitazione, asso- lutamente personale, della tradizione classica ma anche per le esplorazioni timbriche, la vivacità e la ricchezza coloristica. La Sonata n. 2 op. 14 fu scritta a soli ventuno anni. E’ costruita in quattro movimenti, e dimostra una chiara maturità compositi- va, con elementi unitari più sottili rispetto all’op. 1 e op.3. In lavori sperimentali come Sarcasmes (realizzato tra il 1912 ed il 1914) l’autore si concentra su ricchi accordi dissonanti, e il titolo vuole proprio forzare la tradizione. La sperimentazione penetra ogni aspetto della struttura, e l’assetto tonale tradizionale è con- tinuamente messo in crisi dalla presenza di note ad esso estra- nee. Luca Della Libera
14 luglio MERCOLEDÌ ore 21.00 Lenola, Maria Santissima del Colle CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO A CURA DI ROBERTO PROSSEDA MAURO TIBERI voce MAURO D’ALESSANDRO tamburi La trance e il canto profondo fra oriente e occidente Come poteva essere la musica nelle civiltà preistoriche “I canti di Dioniso” basate sui riti sacrificali nel continente euroasiatico? Canti di Dioniso 1, 2, 3 per voce, tamburo e shrutibox La ricerca parte dall'India nell'epoca vedica, in una civiltà in cui la conoscenza del corpo e dello spirito si Homa: canto difonico, shruti box e thai gong intreccia alla filosofia e alla religione. In questa civiltà nascono il tantrismo e le discipline che ne derivano, Soffi per voce e oggetti plastici come lo yoga e tutta una serie di rituali in cui il suono dei mantra e i fluidi del corpo hanno una valenza Cignus per voce e percussioni sacra e magica. A quest'epoca risalgono le forme di canto più antiche che ci sono pervenute, circa 1500 anni prima di Cristo. Seguendo le evoluzioni del canto vedico e dei rituali dedicati alla divinità Shiva, è pos- sibile trovare strette analogie tanto tra le divinità prei- storiche della natura, quanto nei rituali dionisiaci del- l'antica Grecia e dell'antica Roma: il culto dedicato alla dea Cibele. Il suono di musiche del Mediterraneo, arcaico e miste- rioso, unito alla forza evocativa del timbro della voce, esprimono l’energia primigenia dell’uomo, così come i canti della trance di antiche culture indoeuropee, si compenetrano in un equilibrio sorprendente carico di mistero e forza evocativa. Voce e tamburo, il più antico degli organici strumenta- li e la sua sorprendente attualità, danno vita alla in collaborazione con: musica intesa come rito, come espressione del mistero del suono, un’esperienza trascendentale di ascolto CENTRO AGROALIMENTARE profondo. ALL’INGROSSO DI FONDI Mauro Tiberi
L’arte flamenca si sviluppa a partire dal Cante hondo, canto popolare andaluso, comparso verso la fine del 15 luglio XVIII sec. dopo un lungo periodo di maturazione (dal GIOVEDÌ ore 21.00 XVI sec. circa in poi), rivelando numerosi punti di Sperlonga, Piazza Fontana contatto con la musica orientale ed in particolare con CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO A CURA DI ROBERTO PROSSEDA quella dei gitani. Il termine jondo (variante andalusa FLAMENCO LIBRE per hondo), significa «profondo», «intimo», ma potreb- Juan Lorenzo - Diego Perez chitarre be anche venire dall’ebraico Yom tob («giorno di gioia [a Dio]»). Secondo la celebre distinzione di Lorca e De Dario Carbonel - Pilar Carmona baile y palmas Falla, lo schema genuino del Cante hondo sarebbe la Sabrina Logue baile y palmas - Julio Gomez voce seguriya gitana, mentre le coplas costituirebbero il momento successivo chiamato appunto flamenco, i cui caratteri salienti sono: l’enarmonismo come elemento “Sevilla Flamenca” modulante; un ambito melodico che raramente oltre- passa i limiti di una sesta; l’uso ossessionante di una medesima nota spesso accompagnata da appoggiature superiori o inferiori; volute ornamentali adoperate per implementare la forza emotiva del testo. Il flamenco, il cui nome deriva da flamencos (fiammin- ghi), oppure da fela mengus («uomo errante»), oppure ancora da un termine dialettale in uso nel XVII sec. per «spacconata», si è immediatamente affermato come genere di spettacolo attorno alla metà del XIX sec. e spesso, il successo commerciale è andato a scapi- to della sua purezza originale, snaturando quelle caratteristiche modali e ritmiche sopra menzionate. Il gruppo musicale “Flamenco Libre”, fondato da Juan Lorenzo nel 1996, si esibirà in Sevilla Flamenca, spetta- colo che nasce dal desiderio di eliminare qualsiasi bar- riera, limite, divario, proprio come è accaduto con coloro che animano il flamenco. La crescita di un’arte così ricca ed affascinante, necessita di una cooperazio- ne di tutte le forme, dal flamenco antico al moderno, dal sudamericano al mediterraneo, poiché tutte le autentiche espressioni artistiche costituiscono quella ricchezza dell’umanità che aiuta, a detta di Juan Lorenzo, a superare i limiti dell’incomunicabilità. Piergiorgio Ensoli
Nel 1717 Bach lasciò il servizio presso il duca di Sassonia- Weimar per trasferirsi alla piccola corte di Köthen. Qui rimase 16 luglio fino al 1723 con l’incarico di Kappellmeister alle dipendenze del giovane principe Leopoldo. Il soggiorno in tale città segnò un notevole cambiamento nella produzione del compositore che, fino a quel momento, aveva svolto il servizio di organista in diverse chiese scrivendo musiche per le funzioni religiose. Bach VENERDÌ ore 21.00 aveva ora il compito di provvedere alle musiche concertistiche di Fondi, Auditorium S. Domenico corte e a quelle destinate a particolari festività, operando in un ambiente colto dal punto di vista musicale e positivamente sti- CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO A CURA DI ROBERTO PROSSEDA molato dalla competenza strumentale e dalle richieste del princi- pe. E’ di questo periodo la Partita n. 2 in re minore BWV 1004, che D N OMENICO ORDIO violino fa parte di un gruppo di sei pezzi, Tre Sonate e tre partite per violi- no solo, redatto dal compositore intorno al 1720. L’opera presen- ta la successione di quattro danze (allemanda, corrente, saraban- da e giga), cui segue come quinto tempo la famosa Ciaccona; que- sta, che con la sua ampiezza temporale sconvolge ogni equilibrio JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750) interno, ha reso la Partita n. 2 la composizione più famosa ed ese- Partita n. 2 in re min. BWV 1004 guita tra tutte quelle che Bach ha dedicato al violino solo. In Allemanda realtà, la Ciaccona ha anche avuto nel corso del tempo una sua Corrente vita autonoma, fatta di numerose trascrizioni e letture che rendo- no ormai consueta una sua esecuzione individuale. Essa si svi- Sarabanda luppa come una serie di variazioni sopra un basso che si ripete Giga costantemente, e che viene detto perciò ‘ostinato’, ed è divisa in Ciaccona tre grandi sezioni che si risolvono con la ripresa, variata, delle prime otto battute iniziali. La scrittura musicale qui adottata da Bach parte dal presupposto di rendere autonomo lo strumento SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1935) ad arco (come avviene nelle Sei Suites per violoncello solo), concen- Sonata op. 115 in re magg. trando nel suo canto anche la parte dell’accompagnamento, che Moderato appare indipendente e continua. Il fine è l’esplorazione di nuove potenzialità dello strumento, e la ricerca di un nuovo linguaggio Tema con variazioni virtuosistico, mai fine a se stesso, ma che evidenzia le simmetrie Con Brio - Allegro precipitato interne del complesso intreccio polifonico, su un registro di inti- mo e meditativo soliloquio. L’approccio di Prokof’ev con la Musica da Camera si risolve EUGÈNE-AUGUSTE YSAŸE (1858 - 1931) spesso in esiti felici; la Sonata op. 115 in re maggiore, originaria- Sonata op. 27 n. 3 in re min. “Ballade” mente scritta per due violini, nonostante appartenga alla matu- Ballade: lento molto sostenuto (in modo di recitativo) rità compositiva del grande Russo (realizzata tra il 1947 e il 1949), raggiunge risultati modesti. Molto moderato quasi lento La Sonata n. 3 in re minore di Eugène Ysaye, più nota con l’appel- Allegro in tempo giusto e con bravura lativo di “Ballade”, appartiene al gruppo delle Sei Sonate per violi- Tempo più vivo e ben marcato no solo op. 27 del 1924. Esse rappresentano “una sintesi tra gli attributi del virtuosismo e la profondità del pensiero musicale, nelle quali l’autore fa convergere componenti tecniche, estetiche ed anche simboliche” (G. Manoliu). Ognuna delle sei Sonate è infatti dedicata ad illustri solisti del secolo scorso: J. Szigeti, J. Thibaud, F. Kreiler, M. Crickboom, M. Quiroga, e vuole riflettere la caratteristica di ognuno dei virtuosi. La n. 3 è intitolata a G. Enescu ed in essa possiamo cogliere il cromatismo, un’accentua- ta ricerca timbrica ed una polifonia unita ad una buona invenzio- ne melodica, che concilia quella discrepanza tra virtuoso e com- positore, venutasi a creare col nascere del concertismo divistico dell’Ottocento. “Dopo Paganini nessuno ha dato un contributo simile al repertorio del violino” (D. Oistrakh). Piergiorgio Ensoli
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L’arpa è uno strumento di origini antichissime. I primi popoli storici hanno tramandato una copiosissima iconografia dell’arpa, 17 luglio ed essa non ha mai smesso d’essere presente nella tradizione musicale dal Medioevo in poi. La sua evoluzione tecnica è stata molto complessa: oggi si presenta come uno strumento con qua- rantasette corde, di forma quasi triangolare e con la parte supe- riore a forma di esse rovesciata. Alla base ci sono sette pedali, che S A B AT O o r e 2 1 . 0 0 possono essere abbassati e fissati in due tacche successive: attra- Sermoneta, Castello Caetani verso un sistema di tiranti che scorrono lungo la colonna dello strumento, i pedali modificano l’intonazione delle corde. Il suo impiego in orchestra si è stabilizzato a partire dall’Ottocento, H -J R ANS ÜRG ICKENBACHER tenore anche se vanno ricordati alcuni brani solistici memorabili, come nell’Orfeo di Monteverdi, o nella Lucia di Lammermoor di U H RSULA OLLIGER arpa Donizetti. Il suo repertorio concertistico comprende pochi titoli, mentre nella musica da camera questo strumento è stato valoriz- ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856) zato soprattutto dai compositori francesi del primo Novecento, Dem Helden op. 95/3 (Lord Byron) su tutti Debussy e Ravel. Il concerto di stasera ci presenta l’arpa sotto due aspetti, sia come An den Mond op. 95/2 (Lord Byron) strumento solista, ma soprattutto come sostegno alla voce, tal- volta in sostituzione del pianoforte, mentre in altri casi in compo- Provenzalisches Lied op. 139/4 (L. Uhland) sizioni originali. Il ciclo shumanniano Drei Gesänge, per canto e pianoforte, su testi OTHMAR SCHOECK (1886 - 1957) di Byron, fu scritto nel 1849 a Dresda, e i Provenzalisches Lieder nel Ravenna (H. Hesse) 1852 a Düsseldorf, in un periodo nel quale Schumann esplorò ogni genere musicale, dimostrando quindi attenzione per la Im Kreuzgang von St. Stefano (H. Hesse) dimensione conviviale e privata, come nel caso dei Lieder, ma anche per un repertorio concertistico più impegnativo. Sommerabend (H. Heine) Compositore, direttore d’orchestra e pianista svizzero, Othmar Schoeck (1886 – 1957) è autore di una vasta produzione che com- Nachruf (J. Eichendorff) prende opere, lavori sinfonici e cameristici, e un gran numero di lieder, fortemente influenzati dalla grande tradizione tedesca, da ANDRE’ CAPLET (1878 - 1925) Schubert a Schumann, da Brahms, fino a Wolf, in uno stile che è Quand reverrai-je hélas (J. du Bellay) stato definito di “fiero anti-modernismo”, utilizzando testi di grandi letterati, tra i quali Hemann Hesse, al quale lo legava una Doux fut le trait (P. de Ronsard) profonda amicizia. Vissuto tra il 1878 ed il 1925, il francese André Caplet è stato compositore e direttore d’orchestra. La sua produzione, influen- BENJAMIN BRITTEN (1913 - 1976) zata anche dal suo amico Debussy, è prevalentemente dedicata al repertorio vocale da camera, caratterizzato da una scrittura Suite op. 83 per arpa sola molto raffinata ed elegante. Overture, Toccata, Nocturne, Fugue, Hymm Osian Ellis, nato nel 1928 è un compositore e arpista gallese, che ha avuto un’importante carriera come solista e in orchestra, al RALPH VAUGHAN WILLIAMS (1872 - 1958) quale molti autori hanno dedicato vari brani come la Suite di Tre canzoni per voce sola secondo William Blake Britten, composta nel 1969. Lo stesso Britten nel 1974 ha scritto Canticle, un brano originale per tenore e arpa, per Ellis e per il tenore Peter Pears, e la raccolta degli Eight Folksong Arragements. BENJAMIN BRITTEN L’inglese Ralph Vaughan Williams (1872 – 1958) è stato attivo Canticle V op. 89 The Death of Saint Narcissus (T. S. Eliot) come compositore, insegnante, scrittore e direttore d’orchestra, ed è il più importante compositore inglese della sua generazione, Selezione da Eight Folksongs Arrangements e rappresenta la figura chiave della rinascita musicale inglese She is like a swallow - Lemady - Bonny at morn - all’inizio del Ventesimo secolo. David of the white rock Luca Della Libera
Le due Sonate per violoncello e pianoforte op. 5 furono composte nel 1795 e pubblicate l’anno successivo e dedicate al re Federico Guglielmo II di Prussia. Lo stesso compositore le eseguì con il violoncellista di corte, Jean Luis Duport. Questi brani rappre- sentano un importante punto di svolta nella letteratura cameri- stica dedicata al violoncello. Sebbene Mozart avesse stabilizzato la ricca tradizione classica della sonata accompagnata per violi- 18 luglio DOMENICA ore 19.30 no negli anni 80, nessuna delle sonate per violoncello scritte fino allora è comparabile con quelle di Beethoven, neanche il reper- Priverno, Abbazia di Fossanova torio di Boccherini, che era un gran virtuoso e favorito di Guglielmo Federico II, e fertile compositore di sonate stereotipa- te, quintetti, concerti e altri lavori. Il fatto è che non c’era nessun ROCCO FILIPPINI violoncello precedente a quello di Beethoven, nel quale il violoncello assu- BRUNO CANINO pianoforte me una relazione reciproca con il pianoforte. L’Op. 5 è importante, perché rappresenta il primo gradino nel progetto di liberazione, da parte di Beethoven, del violoncello LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 - 1827) dal suo ruolo subordinato. In questo fu importante l’incontro con Duport, che era anche un didatta famoso, e che sviluppò Sonata in sol min. op. 5 n. 2 sullo strumento importanti innovazioni tecniche. Adagio sostenuto ed espressivo La Sonata n. 2 è uno dei lavori più estesi ed ambiziosi di quel Allegro periodo. C’è una lenta introduzione, lunga e complessa, con luci Rondò: allegro ed ombre, motivi lirici e, verso la fine, con silenzi sorprendenti e pause, che preparano l’inizio dell’Allegro seguente, nel quale il principio dell’organizzazione è l’esatto contrario della recipro- RICHARD WAGNER (1813 - 1883) cità tematica: i due strumenti hanno ciascuno il proprio materia- Wesendonk-Lieder le. Il pianoforte esegue terzine per tutto il tempo, uno dei più lunghi mai scritti, mentre il violoncello sostiene lunghe linee in contrasto con l’incessante ritmo pianistico. Ciò esalta le possibi- lità del violoncello di realizzare lunghe frasi legate. La Sonata si BRUNO CANINO (1935) conclude con un piacevole Rondò (in maggiore), che evoca lo Impromptu n. 4 stile di corte, nella sua luminosità di maniera ed umorismo. La Sonata in la maggiore di Cesar Franck, compositore ed organi- CESAR-AUGUSTE FRANCK (1822 - 1890) sta francese d’origine belga vissuto tra il 1822 ed il 1890, scritta Sonata in la magg. (vers. per violoncello e pianoforte) originalmente per violino, fu composta nel 1886 e rappresenta un esempio significativo delle sue scelte stilistiche, vale a dire Allegretto moderato un grande equilibrio tra le urgenze emotive, di matrice romanti- Allegro ca e la preoccupazione per il mantenimento di una cornice clas- Recitativo fantasia sica, anche attraverso una particolare maestria nel contrappunto. Allegretto poco mosso Il ciclo dei Wesendonk-Lieder, composto da Wagner tra il 1857 ed il 1862 e originariamente concepito per un organico cameristico, occupa una posizione particolare nella produzione del musicista tedesco. Essi nacquero dalla passione del compositore per Mathilde Wesendonck, poetessa e drammaturga austriaca per la quale Wagner scrisse, tra il 1857 ed il 1859, Tristano e Isotta. Donna colta e intelligente, Mathilde dimostrò di comprendere l’arte di Wagner, e lo ospitò nella propria villa a Zurigo, dove il compositore stese il testo e la prima parte della partitura del Tristano. Nel terzo e nel quinto Lieder, che ascolteremo in una trascrizione per violoncello e pianoforte, troviamo temi e motivi che poi confluiranno nel Tristano. Luca Della Libera
Il brano di apertura del Recital di questa sera dal titolo Flashing, è stato scritto nel 1986 e si ispira ad un concerto per fisarmonica e 21 luglio orchestra del 1975, Spur. La musica di Nordheim, compositore norvegese (Larvik 1931), definito “genuino umanista” dal musico- logo Kjell Skyllstad, si fonda su: solitudine, disperazione, morte, amore, tenerezza, umorismo. A partire dagli anni Sessanta, l’auto- re approfondì il suo interesse per il contrasto tra luce e oscurità, riprendendo il Simbolismo di Baudelaire e del primo Ungaretti e MERCOLEDÌ ore 21.00 trasferendolo nelle proprie composizioni. Flashing si ispira a que- L e n o l a , P i a z z a D u o m o sta poetica fin dal nome, che rievoca la capacità tipica dei “poeti veggenti” di procedere per “illuminazioni”, andando aldilà di ciò CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO che appare. A CURA DI ROBERTO PROSSEDA V. Trojan è stato uno dei più significativi compositori per fisarmo- nica cecoslovacchi. Tutti i suoi lavori furono composti durante la D V AVIDE ENDRAMIN fisarmonica collaborazione con il compositore Milan Blaha, al quale sono inte- ramente dedicati. La cattedrale distrutta del 1958 è una composizio- ne ispirata dalla cattedrale di Dresda dopo gli inutili bombarda- menti del febbraio del 1945, quando la Seconda Guerra Mondiale ARNE NORDHEIM (1931) stava per volgere finalmente al termine. Accanto al titolo si legge: “quando vidi i resti di Dresda diventai pensoso e fui sull’orlo del pianto”. Flashing V. Zubitsky (1953) fisarmonicista e compositore ucraino, a questo strumento ha dedicato numerose composizioni che vantano una grande diffusione. La Sonata n. 2 Slavjanskaja è un’opera di grande VÁCLAV TROJAN (1907 - 1983) intensità e con un linguaggio molto denso e quasi espressionista La cattedrale distrutta che mette in luce la modernità dell’estetica dell’autore. Le tradizio- ni folklorica e classica, insieme al jazz, entrano nelle sue composi- zioni fondendosi in una dimensione più ampia, che trova nella VLADIMIR ZUBITSKI (1953) fisarmonica un’espressione musicale colta. Dream di John Cage è tratto dai Piano Works (1935-1948). Secondo Sonata n. 2 la poetica dell’autore, l’ascoltatore deve percepire semplicemente i Lento suoni come tali, gustando ognuno di essi così come viene, senza provare a connettere un suono con quelli precedenti o seguenti, Rubato - Allegro giocoso senza doversi aspettare da quella musica la comunicazione di sen- timenti o di qualsiasi altro significato. Non è necessario che i suoni siano sempre intenzionali. Ogni errore, ogni rumore accidentale JOHN CAGE (1912 - 1992) che avviene diventano perfettamente accettabili. Il fine del musici- Dream sta statunitense è quello di aprirsi alle altre idee e fedi delle grandi culture del mondo e nel “Sogno” (Dream) emerge tutto ciò, spin- gendoci al superamento dei giudizi di valore che spesso rappre- ANATOLIJ KUSJAKOW (1945) sentano un limite nell’accettazione dell’altro. K. Olczak, in Phantasmagorien ( opera vincitrice del concorso inter- Sonata n. 1 nazionale di composizione per fisarmonica “Città di Variazioni Castelfidardo” 1984) sono raggruppate quasi tutte le potenzialità Ostinato foniche della fisarmonica classica. Già la scrittura musicale priva della tradizionale notazione è innovativa. Le durate non sono Corale e Recitativo espresse con i valori delle note o con le battute, bensì in secondi. Finale Gran parte della composizione si basa sugli impulsi prodotti da accordi e dai cluster su varie altezze. Oltre agli effetti di mantice (bellow shake) e glissandi, Olczak utilizza molti effetti rumoristici, S. PUSCHKARENKO quali il battere con la mano sulla cassa o sul coperchio del lato destro, il rumore del selezionamento dei registri, il rumore del Schizzi del XX secolo mantice ecc. L’estremo virtuosismo e la forza sonora del brano avvicinano la Sonata n. 1 di A. Kusjakow (1945), fisarmonicista e compositore russo, alle Sonate per pianoforte di Prokof’ev. La vivacità e l’incisi- vità degli impulsi ritmici, la plasticità dei temi, la nettezza dei piani sonori che rimangono in solido equilibrio nonostante le bru- sche modulazioni e le repentine impennate, nascono infatti dai suggerimenti del pianoforte che il musicista collega ad un gusto assai personale dei timbri orchestrali. Piergiorgio Ensoli
Il motivo dominante del Canzoniere non è la visione divina, ma l’evocazione e il ricordo di una donna bellissima. Petrarca non è Dante, ma è ugualmente affascinato dalla cultura cri- stiana che egli tentò di unire alla cultura latina, senza mai giungere ad una sintesi che rimase nel poeta un “dissidio” insanabile. La cultura antica e quella cristiana a volte si incon- trano e a volte si scontrano nel Petrarca, che è proprio per 22 luglio questo padre della nostra sensibilità moderna. GIOVEDÌ ore 21.00 Laura di “Chiare fresche e dolci acque “ è sorella della Venere Sperlonga, Torre Truglia nascente del Botticelli e di tutte le rievocazioni mitiche che CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO A CURA DI ROBERTO PROSSEDA stavano entusiasmando i nuovi lettori dei classici latini. Il fatto più importante della vita del P. è dunque il suo amore per Laura, conosciuta il 6 aprile del 1327 e morta il 6 aprile DANIELA BARRA voce del 1348. Cantata in vita e in morte con le più dolci rime di WALTER MAESTOSI voce cui si vanti la nostra letteratura. La storia di questo amore, delle speranze e dei dubbi, delle cortesie e delle ripulse è GIANNI MONTI tastiere tutta narrata nel Canzoniere punto per punto, e spesso, gior- no per giorno. Né l’amore finisce con la morte, ché quando “Francesco Petrarca e la voce della sua poesia” Laura non è più, il poeta seguita a cantarla e ora la piange, Presentazione ora s’allegra di vederla in sogno, ora si propone di dimenti- Voi ch’ascoltate in rime sparse... carla, ora torna con nuovo vigore a proporne le antiche bel- lezze. Era il giorno che al sol si scolorarono Rerum vulgarium fragmenta (titolo originario del Canzoniere), Movesi il vecchierel canuto e bianco... raccoglie 366 componimenti lirici (365, i giorni dell’anno, più ... Solo e pensoso i più deserti campi... 1), 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali. Benedetto sia il giorno il mese e l’anno Quasi tutti per Laura, alcuni, pochi, di vario argomento. ... Erano i capei d’oro a l’aura sparsi... Raccolti ed ordinati dal poeta stesso, questi componimenti, pur senza essere disposti secondo un rigoroso ordine cronolo- Chiare fresche e dolci acque... gico, vogliono nell’intenzione di lui, dare un’idea dello svol- Pace non trovo e non ho da far guerra... gersi e del divenire del suo amore, che da sensuale e monda- ... Di tempo in tempo... no va via via trasformandosi in un sentimento più puro e Amor mi manda quel dolce pensero celeste. dai “Trionfi: Morte di Laura” I Trionfi riprendono i temi cari al Petrarca, quali l’amore e il mito di Laura, la riflessione filosofico- morale sull’esistenza Quanta invidia ti porto avara terra... terrena, la memoria degli uomini illustri, riversate ora in una ... Zefiro torna e il bel tempo rimena... forma “verticale”, ascendente, ad imitazione agonistica della Tennemi amor anni ventuno ardendo ... “Commedia” dantesca, evidente già nella scelta del metro, la I’vo piangendo i miei passati tempi... terzina. Pater Noster Le otto liriche sono prese da Il Trionfo della morte, ultimo dei sei Trionfi (il numero 6 ha anche qui come nel Canzoniere un Preghiera alla Vergine... significato simbolico), in cui il poeta aretino affronta il tema Altissima Luce della morte di Laura. La splendida creatura ha chiuso gli occhi e solo “l’avara terra” può possedere quel corpo tanto desiderato. La musica e il canto, scritti dal pianista e compositore Giovanni Monti, immediatamente fanno entrare l’ascoltatore nel clima del Canzoniere petrarchesco, sottolineando il “dissi- dio” del poeta che continuamente si sente attratto dal deside- in collaborazione con: rio di una vita intensamente cristiana e dall’amore per Laura, senza mai trovare quella pace a cui ardentemente aspira. Piergiorgio Ensoli
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La circolazione delle idee e della creatività alla fine del ‘600 trova in Roma il suo centro propulsivo. Attorno a personaggi come la Regina Cristina di Svezia, il cardinale Pietro Ottoboni, i nobili Caetani fiorisce la grande produzione artistica, teatrale, pittorica, musicale del barocco romano. La fondazione dell’Arcadia ne esprime tutta la fantasmagorica visione . Carlo Ambrogio Lonati ed Alessandro Stradella prima e 23 luglio Arcangelo Corelli poi, compiutamente, realizzano il modello VENERDÌ ore 21.00 della sonata strumentale che utilizza tutte le possibilità espressi- Fondi, Auditorium S. Domenico ve e virtuosistiche del violino, e tutti i modelli e le forme della CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO A CURA DI ROBERTO PROSSEDA composizione sacra e profana . Pietro Antonio Locatelli, Francesco Geminiani, Luigi Boccherini, Giuseppe Valentini attingono tutti alla grande bottega dell’arte MUSICA ANTIQUA LATINA romana, così ben rappresentata dal genio di Arcangelo Corelli. Christoph Timpe violino Cio’ trova riscontro nel successo che questi artisti riscuotono nei teatri e le corti di tutta Europa. Tanto che uno storico stimato Giordano Antonelli violoncello piccolo come Charles Burney scrisse nel 1781 “Haendel, Geminiani e Carlo Pelliccione contrabbasso Corelli erano i soli Dei della mia gioventu’!”. Simone Gullì clavicembalo Geminiani, poco amato in patria per quel suo stile “furibondo” (tartini) talmente libero da non potersi accompagnare, tempera- mentale e sanguigno, conobbe in Inghilterra fama sconfinata. Su FRANCESCO GEMINIANI (1687 - 1762) invito del Re Giorgio I, accettò di suonare a corte solo se accom- Sonata III in do magg. per violoncello e basso continuo pagnato al cembalo da Haendel, unico in grado di accettare tutte Andante - Allegro le sue licenze ritmiche . Di P.A. Locatelli sappiamo, tra le altre cose, che prestò servizio, Affettuoso insieme a Giuseppe Valentini, alla corte dei nobili Caetani, dando Allegro (Gavotte) vita a concerti e spettacoli presso i castelli di Sermoneta e Fondi (1714). Di tali esibizioni restano alcuni resoconti aneddotici molto LUIGI BOCCHERINI (1743 - 1805) gustosi che ben illustrano l’ambiente culturale e creativo del Sonata in la magg. I per violoncello e basso continuo tempo . Le sonate e trio sonate in programma sono tutte improntate al Allegro moderato, Largo, Allegro modello della sonata da camera italiana, che viene di volta in volta arricchito di elementi francesi e tedeschi . CARLO AMBROGIO LONATI (1645 ca - 1720 ca) E’ il caso della trio sonata in sol minore di J.S. Bach, giunta a noi Sonata in re min. a violino e cimbalo o violone come sonata per viola da gamba e clavicembalo, ma che presenta Sostenuto - spiritoso - largo una struttura contrappuntistica a tre parti concertanti che, a Spiritoso - largo nostro avviso, ha uno spettro espressivo che richiede un organico polistrumentale. Le analogie in tal senso con i concerti brande- Allemanda - largo burghesi n. 3 e n. 6 sono evidenti . Allegro Il violoncello piccolo o Violoncino, strumento a 5 corde, è stato Giga largamente in uso nel ‘600 e nel ‘700, ideale per la realizzazione del basso fiorito. Sopperiva talvolta alla limitazione tecnica e strumentale dei violoncellisti dell’epoca. Fu utilizzato in diverse PIETRO ANTONIO LOCATELLI (1695 - 1764) composizioni da J.S. Bach con il nome di Viola Pomposa . E’ corretto osservare che la destinazione strumentale delle com- Trio sonata op. VIII n. 7 in la magg. posizioni, così come la fisionomia organologica, fosse molto ela- Andante, Alla breve, Adagio, Cantabile, Allegro stica ed arbitraria fino a buona parte del secolo XIX. Vale a tale proposito una citazione dello storico Burney, il quale JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750) viaggiando nell’Italia del 1770, notò come i violoncellisti utiliz- Trio sonata BWV 1029 in sol min. zassero ancora la presa dell’arco dal basso, secondo la tecnica della Viola da Gamba . Vivace, Adagio, Allegro Giordano Antonelli
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