26th Pontignano Conference "Bridging the Gaps" - British Council
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26th Pontignano Conference “Bridging the Gaps” Siena 20-22 September 2018 Press release “What Italians think of the UK” SWG opinion poll presentation Rome 18 September 2018 Handout in EN (dropbox link) Media coverage Social media coverage and reach: report (dropbox link) Pictures of the event: F lickr.com/UKinItaly
SUMMARY 18 September AGI.it (newswire) Corriere.it ADNKronos (5 takes) - (newswire) Il Foglio.it Il Sole 24 Ore.it 22 September ANSA (3 takes) - (newswire) La Stampa (print): intvu David Lidington Adnkronos (3 takes) - (newswire) Corriere della Sera (print) AGI (2 takes) - (newswire) Il Sole 24 Ore.it La Presse (newswire) TV LaVerita.it Sky TG24 - intvu with David Lidington L’Opinione Tiscali.it 24 September Askanews (newswire) TG1 Economia @5pm intvu with David LaStampa.it Lidington Massimo Cerri, LinkedIn Note TV 25 September Sky TG24 - from 5 pm TV Rai News (every 15 minutes from 8pm) RaiNews24 - intvu with Emma Reynolds & John Glen 19 September RAI TG1 - intvu with Emma Reynolds & Il Messaggero (print) John Glen La Stampa (print) La Stampa.it 28 September La Repubblica.it Radio 3 Mondo - 19 minutes at 11am Ansa.it Radio Radicale: Spazio Transnazionale - Il Cittadino Online.it full press conference Siena News.it TV 29 September RAI Unomattina - 4 minutes at 6.50am TV (dropbox link) Rai TG3 - intvu with Emma Reynolds & RAI TG1 @12 am & 7am (dropbox link) John Glen 20 September 1 October Il Corriere di Siena (print) QN (print) - Pontignano and Susskind Famiglia Cristiana.it ADNKronos (4 takes) - (newswire) 2 October AGI (4 takes) - (newswire) Radio Radicale - P.Puglia intvu TV TG5 @12am & 8am (dropbox link) 11 October 7 - Corriere (8 page feature) 21 September La Nazione Siena (print)
18 settembre Il Corriere.it Come gli italiani vedono la Brexit: «Un errore ma ora serve un accordo» Il governo britannico commissiona un sondaggio sull’atteggiamento dei nostri connazionali nei confronti del Regno Unito. di Monica Ricci Sargentini Cosa pensano gli Italiani del Regno Unito? E come vorrebbero che fosse la Brexit? «Il meno traumatica possibile» secondo un sondaggio realizzato dalla Swg per conto dell’Ambasciata britannica a Roma. Londra e dintorni continuano ad affasciare i nostri connazionali. Oltre 1 italiano su 2 (53%) dichiara di essersi recato almeno una volta in Gran Bretagna. Oltre 4 persone su 5 (86%) ci
tornerebbero, mentre il 77% di coloro che vi sono stati per studio o lavoro considera la propria esperienza positiva (solo il 4% pensano il contrario). I dati L’indagine è stata presentata oggi alla vigilia del principale appuntamento nell’agenda bilaterale anglo-italiana, il XXVI Convegno di Pontignano. «Nonostante le comprensibili incertezze destate dall’avvio per l’uscita dall’UE, è incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere strettissimi legami, atteggiamenti positivi e opinioni favorevoli nei confronti del Regno Unito e della relazione profonda che vogliamo mantenere con l’UE e i nostri partner europei, in primis con l’Italia» ha detto l’ambasciatrice britannica Jill Morris. I residenti Un numero significativo di intervistati dichiara di avere almeno un parente, un amico o un conoscente che attualmente risiede nel Regno Unito. Tale percentuale raggiunge il 72% nelle fasce di popolazione con un alto livello di istruzione. Tra gli italiani attualmente in UK, 4 su 5 (79%) descrivono la propria esperienza di vita come totalmente o prevalentemente positiva. E proprio gli amici e parenti in UK si rivelano essere tra le principali fonti di informazione e conoscenza del Regno Unito per 1 italiano su 3. I simboli Se dici Regno Unito in Italia rispondono Londra e monarchia. Sono queste le due prime associazioni mentali fatte dal campione mentre le quattro principali caratteristiche che definiscono meglio il Paese sono multiculturalismo, nazionalismo, modernità e dinamismo/eccentricità. Tra quello che invece gli italiani apprezzano in particolare vi sono la musica (80%), la storia (80%), la cultura (77%), le opportunità di business e i paesaggi (75%). L’uscita dalla Ue Agli italiani il risultato del referendum del 2016 non è piaciuto. Il 47% pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla «pancia» (59%) che dalla «testa» (30%) che gli farà perdere peso politico in Europa. Certo qualche conseguenza positiva ci sarà: il controllo dei flussi migratori (55%) e la gestione delle tasse a livello nazionale (54%) seguiti dal rilancio dell’occupazione (45%). Il futuro Gli italiani sperano che alla fine Londra e Bruxelles si mettano d’accordo su un percorso d’uscita che non sia uno strappo. Quattro connazionali su cinque ritengono dannoso un no deal e oltre uno su due (58%) ritiene auspicabile il mantenimento di un legame stretto tra il Regno Unito e l’UE dopo la Brexit.
Il Foglio.it Perché l'ambasciatrice Morris è fiduciosa sulla Brexit È stato presentato a Villa Wolkonsky un sondaggio sul rapporto tra gli italiani e il Regno Unito di Gregorio Sorgi È stato presentato a Villa Wolkonsky un sondaggio sul rapporto tra gli italiani e il Regno Unito realizzato da Swg. La ricerca ha mostrato che il 47 per cento dei nostri concittadini è convinto che la Brexit sia stata una scelta sbagliata. Inoltre, la maggioranza (58 per cento) auspica un rapporto stretto tra Italia e Gran Bretagna anche dopo l'uscita dall'Unione europea, soprattutto in materia di sicurezza e libero scambio. L’'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, è fiduciosa: entro ottobre si troverà un'intesa tra il Regno Unito e l'Unione europea, “al massimo a novembre, quando potrebbe essere convocato un summit di emergenza”. E anche alcune indiscrezioni britanniche degli ultimi giorni confermerebbero che ci sono delle buone possibilità che l'accordo sulla Brexit possa essere
finalizzato a novembre. Morris conferma che i residenti italiani nel Regno Unito, quasi 700 mila, “continueranno a vivere la loro vita così come hanno sempre fatto” e che “dobbiamo fare di tutto per proteggere i loro diritti”. Questo messaggio rassicurante era emerso anche in un incontro della settimana scorsa all'Ambasciata italiana a Londra, cui aveva partecipato Jill Morris assieme al sottosegretario per la Brexit, Suella Braverman. Tuttavia, il governo britannico ancora non ha spiegato cosa cambierà nella propria politica migratoria durante i due anni di transizione da marzo 2019 a dicembre 2021. Morris ha anche detto che il summit tra i capi di Stato domani a Salisburgo sarà una “grande opportunità per i leader stranieri per riconoscere la nostra proposta e dare un senso di urgenza e di immediatezza al processo di uscita dall'Ue”. Il governo May sta prendendo delle precauzioni nel caso non si trovi un accordo con Bruxelles, ma questa eventualità non è auspicata da Londra. Morris è convinta che alla fine ci sarà un'intesa perché “quello che ci unisce è maggiore di quello che ci divide”. L'ambasciatore spiega che le divisioni dell'opinione pubblica sulla Brexit "sono normali in una democrazia" però adesso "abbiamo un accordo condiviso da tutto il governo e con quello dobbiamo andare avanti". L'ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit "è molto improbabile perché non ci sono i numeri in Parlamento. L'anno scorso l'ottanta per cento degli elettori ha votato per i conservatori o per i laburisti, entrambi contrari al People's Vote”. In realtà gli ultimi sondaggi mostrano che la maggioranza dell'elettorato britannico sarebbe favorevole a un nuovo referendum. Il mondo che gravita attorno al Partito laburista – i sindacati ma anche il movimento ultra-corbynista Momentum – si sono espressi a favore di questa possibilità e hanno messo pressione al leader Jeremy Corbyn. Per quanto riguarda il governo italiano, Morris spiega che l'esecutivo ha avuto un atteggiamento “pragmatico e costruttivo” nelle negoziazioni e che c'è la volontà di “creare una partnership speciale tra Italia e Regno Unito”. L'ambasciatore ricorda che le trattative “si svolgono a Bruxelles e non nelle capitali europee”, ma fonti diplomatiche spiegano che l'uomo ombra di Theresa May sulla Brexit, Oliver Robbins, tiene un filo diretto con i consiglieri diplomatici degli altri capi di Stato. Dal 20 al 22 settembre si terrà l'annuale convegno di Pontignano, il più importante appuntamento sui rapporti anglo-italiani, che verrà presieduto da Carlo Calenda e dal Lord conservatore David Willetts.
Il Sole 24 Ore.it INDAGINE SWG PER L'AMBASCIATA INGLESE La Brexit non scoraggia l’interesse dell’Italia ● –di Carlo Marroni Per tre italiani su quattro il voto sulla Brexit del 2016 - i cui effetti sono legati ad un negoziato con la Ue e agli esiti di un confronto molto duro dentro la politica inglese - «non ha influenzato la propensione a recarsi in Uk per turismo, studio o affari». Per la prima volta, un’indagine della SWG svela cosa pensano gli italiani del Regno Unito e quale sia il loro rapporto con il paese che accoglie oltre 600.000 loro concittadini. Un dato importante è che un italiano su due almeno una volta nella vita è stato nel Uk, e l’86 per cento ci tornerebbe. La ricerca è stata presentata all'ambasciata britannica, guidata da Jill Morris, alla vigilia del tradizionale Convegno di Pontignano, appuntamento principale dell'agenda anglo-italiana. Gli italiani e la scelta sbagliata della Brexit Il 47% degli italiani pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla “pancia” (59%) che dalla “testa” (30%). Il 37% ritiene invece giusta la scelta che porterà il Regno Unito fuori dall’UE. Il controllo dei flussi migratori (55%) e la gestione delle tasse a livello nazionale (54%) seguiti dal rilancio dell’occupazione (45%) sono percepiti tra le conseguenze dell’uscita più positive per il Regno Unito, mentre un perdita di peso politico del Paese su scala europea è la principale conseguenza negativa prevista dopo la Brexit (49%). In generale, e a prescindere dalle valutazioni sul voto al referendum del 2016, per circa 3 italiani su 4 il voto sulla Brexit non ha influenzato la propensione a recarsi nel Regno Unito per turismo (73%), studio (74%) o lavoro/affari (71%). La relazione UK-UE nel dopo-Brexit Oltre un italiano su due (58%) ritiene auspicabile il mantenimento di un legame stretto tra il Regno Unito e l'UE dopo la Brexit, ma questa proporzione aumenta, in alcuni casi considerevolmente, quando si parla di aspetti specifici della partnership. Il 73% degli intervistati è favorevole al mantenimento di una stretta collaborazione UK-UE in materia di difesa e sicurezza, mentre il 69% si dice d’accordo con l’idea di un’area di libero scambio dopo l’uscita del Regno Unito dal Mercato Unico. Il 62% degli italiani concorda inoltre con il principio di una gestione controllata dei flussi migratori dei cittadini comunitari tra UE e Regno Unito. Il danno potenziale di un No-deal Quattro italiani su cinque ritengono che un mancato accordo tra Regno Unito e UE alla fine dei negoziati sulla Brexit sarebbe dannoso. Meno di un italiano su dieci (7%) ritiene il contrario. Oltre un italiano su tre (37%) ritiene che i danni di un no-deal sarebbero equamente ripartiti tra Regno Unito e UE, mentre il 27% ritiene che le conseguenze negative sarebbero maggiori per il Regno Unito rispetto all'UE e il 16% immagina peggiori conseguenze di questo scenario soprattutto per l'UE. «Nonostante le comprensibili incertezze destate dall'avvio per l'uscita dall'UE, è incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere strettissimi legami, atteggiamenti positivi e opinioni favorevoli nei confronti del Regno Unito e della relazione profonda che vogliamo mantenere con l'UE e i nostri partner europei, in primis con l'Italia»ha commentato l'ambasciatrice Morris.
L’attrazione del Regno Unito verso i giovani italiani Tra gli intervistati nella fascia di età 18-24, il 93% (vs media nazione del 77%) che ha visitato il Regno Unito considera la propria esperienza positiva. Il 96% (vs 86%) dichiara che tornerebbe nuovamente in UK. Circa 6 giovani su 10 (59% vs 54%) sostengono di avere un amico o un parente attualmente nel Regno Unito, e riferiscono che praticamente la loro totalità (98% vs 79%) parla positivamente della propria esperienza in UK. Tra i giovani italiani, grande successo rispetto alla media nazionale riscuote la musica britannica (89% vs 80%), la cultura (80% vs 77), la storia (86% vs 80%), le opportunità professionali (83% - 75%) e l’innovazione made in Britain (80% vs 72%) Il 63% (vs 47%) ritiene sbagliata la scelta di uscire dall'UE, presa di pancia secondo il 70% (vs 59%) dei giovani. Il 63% (vs 58%) auspica comunque il mantenimento di un legame stretto tra UK e UE, mentre 4 su 5 (80% vs 73%) - più che in qualunque altra fascia di età - vogliono che Regno Unito e UE continuino a collaborare strettamente in materia di difesa e sicurezza. Anche la proporzione di giovani che è favorevole a un'area di libero scambio tra UK e UE dopo la Brexit è considerevolmente maggiore rispetto alla media nazionale (83% vs 69%).
ANSA Brexit: amb.Gb a Roma, certi che l'accordo con l'Ue si farà 'Speriamo in un segnale positivo dal vertice di Salisburgo' (ANSA) - ROMA, 18 SET - "Noi siamo convinti che si possa raggiungere l'accordo, anche perché quello che ci unisce è più di quello che ci divide. E speriamo che domani, dal vertice di Salisburgo, esca un segnale positivo" in questa direzione. E' quanto sottolinea l'ambasciatore Gb a Roma, Jill Morris, incontrando i giornalisti in occasione della presentazione di un'indagine Swg sulla percezione che gli italiani hanno della Brexit. "Non c'è molto tempo, serve un segnale positivo, un riconoscimento della nostra proposta come base negoziale", ha aggiunto, sottolineando che "anche noi, come ha fatto la Commissione Ue, stiamo ragionando su un piano in caso di 'no-deal'. Ci dobbiamo preparare, da governo responsabile, ad affrontare qualsiasi scenario. Ma siamo assolutamente convinti - ha ribadito - che l'accordo ci sarà: è nel nostro interesse comune concludere l'intesa".(ANSA). rexit: amb.Gb, vogliamo tutelare i diritti degli italiani B 'Devono vivere la loro vita nel Regno Unito come fatto finora' (ANSA) - ROMA, 18 SET - "Vogliamo rassicurare gli italiani che è nostra intenzione tutelare e proteggere i loro diritti nel periodo transitorio e futuro". Lo ha ribadito l'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, parlando del futuro degli italiani in Gb dopo la Brexit. "Vogliamo che gli italiani continuino a vivere la loro vita in Uk come hanno fatto finora e che continuino a sentirsi i benvenuti nonostante l'uscita dall'Ue", ha proseguito sottolineando, che la Gran Bretagna continuerà "ad essere un paese affidabile in Europa". (ANSA). ANSA-FOCUS/ 'Brexit sbagliata', ma italiani non rinunciano a Gb Indagine ambasciata a Roma-Swg: 'Manteniamo rapporti stretti' ROMA, 18 SET - Quasi la metà degli italiani (il 63% tra i giovani) ritiene che la scelta dei britannici di uscire dall'Ue sia "sbagliata" e dettata più dalla pancia che dalla testa. Ma nessuno vuole ipotizzare un divorzio doloroso con un Paese dove sono andati in tanti (1 su 2) e che identificano con la regina e Londra, simboli di orgoglio nazionale e multiculturalismo. La fotografia di quello che pensano gli italiani del Regno Unito e la Brexit è stata scattata dall'Ambasciata Britannica a Roma con un'indagine dell'Swg. Un'istantanea che non nasconde i timori per un mancato accordo - 4 su 5 lo riterrebbero "dannoso" - ed una presa di distanza da una decisione che il 47% giudica sia stata "sbagliata". Con i più (3 su 4) che sperano nel mantenimento di una stretta collaborazione tra Uk e Ue. Ma che non fa diminuire quella 'voglia di Inghilterra' che da generazioni conquista tanti, soprattutto i giovani: oltre il 70% afferma di avere voglia di andarci, o tornarci, per turismo, studio o lavoro. E la maggior parte (4 su 5) di chi già vive lì, parla bene della sua esperienza, soprattutto tra i giovani (18-24 anni). Certo, il divorzio non piace. Ma gli italiani riconoscono i benefici che potrà avere il regno di Sua Maestà: per oltre il 50% dei mille intervistati dal sondaggio, Londra potrà controllare meglio i suoi flussi migratori, avere una gestione nazionale delle proprie risorse fiscali e contare su un rilancio dell'occupazione (lo pensa il 45%). "Sono colpita da questi dati: dal fatto che almeno un italiano su due abbia detto di essere stato nel Regno Unito e l'86% ci tornerebbe. Vuol dire che sono stati bene", ha commentato l'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, che ha colto l'occasione per ribadire le rassicurazioni per gli italiani dopo l'uscita dall'Ue. "Vogliamo continuare a tutelare i loro diritti affinché continuino a vivere la loro vita in Uk come prima". "Nonostante le comprensibili incertezze per l'avvio" del divorzio, è comunque "incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere legami strettissimi", ha proseguito Morris, dicendosi anche convinta che "l'accordo con l'Ue ci sarà:
quello che ci unisce è più di quello che ci divide" e "spero che domani, dal vertice di Salisburgo, arrivi un segnale positivo" per i negoziati con Bruxelles.(ANSA). ADNKRONOS BREXIT: AMB.GB, DA SALISBURGO CI ASPETTIAMO SEGNALE POSITIVO = Roma, 18 set. (AdnKronos) - Auspichiamo che dal Consiglio informale Ue che si apre domani a Salisburgo emerga "un segnale positivo" sulla Brexit, "un riconoscimento che la nostra proposta è un passo avanti e una base negoziale". A dirlo è l'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, nella conferenza stampa per la presentazione di un sondaggio sulla percezione che gli italiani hanno del Regno unito. Riteniamo che la nostra proposta "sia realistica e concreta e speriamo che i nostri partner lo riconoscano", dichiara la Morrison, dicendosi "ottimista" sulla possibilità di raggiungere un accordo" sulla Brexit per il quale c'è "un interesse comune". Quanto ai 700mila italiani nel Regno Unito, l'ambasciatore ha reso "omaggio al loro contributo", sottolineando l'impegno del suo governo perché continuino a sentirsi benvenuti. Dopo l'uscita dall'Ue, vogliamo "una partnership speciale " con l'Europa, non saremo solo vicini all'Ue, ma il loro "miglior amico". E lo stretto rapporto sulla difesa e la sicurezza rimane "un impegno incondizionato", assicura l'ambasciatore. (Civ/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-SET-18 16:05 B: SONDAGGIO, ITALIANI VOGLIONO MANTENERE STRETTI RAPPORTI DOPO LA BREXIT = più di un cittadino su due l'ha visitata e il 47% ritiene sbagliata l'uscita dall'ue Roma, 18 set. (AdnKronos) - Agli italiani, soprattutto i giovani, piace la Gran Bretagna, paese che hanno visitato o dove vivono parenti e amici. Per questo vogliono mantenere uno stretto rapporto anche dopo la Brexit, una decisione che molti considerano sbagliata, dovuta più alla "pancia" che alla testa. E' questo in sintesi il risultato di un sondaggio Swg sulla percezione che gli italiani hanno del Regno Unito, presentato oggi all'ambasciata britannica a due giorni dall'annuale convegno di Pontignano, principale appuntamento dell'agenda anglo italiana. Il sondaggio fotografa lo strettissimo rapporto fra l'Italia e il Regno Unito, paese che oltre un cittadino italiano su due (il 53%) ha visitato almeno una volta nella vita. Oltre 4 su 5 (86%) ci tornerebbe, mentre il 77% di coloro che vi sono stati per studio o lavoro considera la propria esperienza positiva (solo il 4% pensa il contrario). Un numero significativo di intervistati dichiara di avere almeno un parente, un amico o un conoscente che attualmente risiede nel Regno Unito. Tale percentuale raggiunge il 72% nelle fasce di popolazione con un alto livello di istruzione. Tra gli italiani attualmente in Gran Bretagna, 4 su 5 (79%) descrivono la propria esperienza di vita come totalmente o prevalentemente positiva. Il 47% degli italiani pensa che i cittadini britannici abbiano sbagliato a votare a favore dell'uscita dall'Ue, una scelta considerata giusta solo dal 37% del campione. L'esito del referendum appare motivato più dalla "pancia" (59%) che dalla "testa" (30%). (segue) GB: SONDAGGIO, ITALIANI VOGLIONO MANTENERE STRETTI RAPPORTI DOPO LA BREXIT (2) = 58% vuole mantenere stretti rapporti con Londra dopo l'uscita dall'Ue (AdnKronos) - Il controllo dei flussi migratori (55%) e la gestione delle tasse a livello nazionale (54%) seguiti dal rilancio dell'occupazione (45%) sono percepiti tra le conseguenze dell'uscita più positive per il Regno Unito, mentre una perdita di peso politico del Paese su scala europea è la principale conseguenza negativa prevista dopo la Brexit (49%). Per quanto gli italiani non apprezzino molto la decisione della Brexit, ciò non sembra influire molto sulla loro propensione a mantenere uno stretto rapporto con la Gran Bretagna. Ben 3 italiani su 4 dicono di voler continuare a recarsi nel Regno Unito per turismo (73%), studio (74%) o lavoro/affari (71%).
Oltre un italiano su due (58%) ritiene auspicabile il mantenimento di un legame stretto tra Londra e l'UE dopo la Brexit, percentuale che sale al 73% quando si parla di cooperazione in materia di difesa e sicurezza e al 69% per un'area di libero scambio. Il 62% degli italiani concorda inoltre con il principio di una gestione controllata dei flussi migratori dei cittadini comunitari tra UE e Regno Unito. Ben 4 italiani su 5 ritengono che una Brexit senza accordo sarebbe un'esito dannoso: per il Regno Unito (27%), per l'Ue (16%) o per entrambi (37%). (segue) GB: SONDAGGIO, ITALIANI VOGLIONO MANTENERE STRETTI RAPPORTI DOPO LA BREXIT (3) = la prima associazione mentale è con la monarchia (AdnKronos) - Cosa piace agli italiani della Gran Bretagna? Secondo il sondaggio le prime associazioni mentali spontanee degli italiani con il Regno Unito sono la monarchia e Londra, mentre le quattro principali caratteristiche che definiscono meglio il Paese secondo gli intervistati sono multiculturalismo, nazionalismo, modernità e dinamismo/eccentricità. Tra quello che invece gli italiani apprezzano in particolare del Regno Unito vi sono la musica (80%), la storia (80%), la cultura (77%), le opportunità di business e i paesaggi (75%). Un capitolo a parte è quello degli italiani fra i 18 e i 24 anni: oltre la metà di loro è stata nel Regno Unito e 9 su 10 la considerano un'esperienza positiva. In questa fascia d'età sale il giudizio negativo sulla Brexit, decisione sbagliata secondo il 63% dei giovani, che nella stessa percentuale auspicano il mantenimento di stretti legami anche dopo il divorzio fra Londra e Bruxelles. (Civ/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 18-SET-18
AGI = Brexit: ambasciatore a Roma, convinti che accordo sia possibile (AGI) - Roma, 18 set. - "Siamo ottimisti e convinti che sia possibile raggiungere un accordo perche' quello che ci unisce e' maggiore di quello che ci divide. E speriamo che un segnale positivo arrivi dal vertice a Salisburgo domani". Lo ha affermato l'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, presentando alla stampa riunita a Villa Wolkonsky l'indagine Swg sulla percezione del Regno Unito da parte dei cittadini italiani. Londra "come l'Ue, sta pensando a misure in caso di 'no-deal', ha aggiunto l'ambasciatore. "Come qualsiasi governo responsabile dobbiamo prepararci a qualsiasi scenario, ma non e' il risultato auspicato". (AGI) Brexit: per italiani scelta 'di pancia', ma resta legame speciale (AGI) - Roma, 18 set. - Per molti italiani, la Brexit e' stata una scelta sbagliata, frutto piu' della pancia che della testa, ma questo non rompe il legame speciale con la Gran Bretagna: la maggioranza vanta esperienze positive Oltremanica e auspica per il futuro una stretta relazione tra l'Unione europea e il Regno Unito. E' la fotografia scattata dall'indagine Swg commissionata dall'ambasciata britannica a Roma che, a pochi mesi dall'uscita di Londra dal consesso europeo, ha voluto indagare cosa pensano gli italiani del Regno Unito e quale sia il loro rapporto con il Paese che accoglie oltre 600.000 loro concittadini. A presentarla a Villa Wolkonsky e' stato proprio l'ambasciatore britannico, Jill Morris, insieme al presidente di Swg, Maurizio Pessato, a pochi giorni dalla XXVI edizione del Convegno di Pontignano, il piu' importante appuntamento dell'agenda anglo-italiana che si terra' dal 20 al 22 settembre a Siena. "Nonostante le comprensibili incertezze destate dall'avvio per l'uscita dall'Ue, e' incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere strettissimi legami, atteggiamenti positivi e opinioni favorevoli nei confronti del Regno Unito e della relazione profonda che vogliamo mantenere con l'Ue e i nostri partner europei, in primis con l'Italia", ha commentato Morris. L'ambasciatore ha sottolineato "il ruolo fondamentale che i tantissimi italiani nel Regno Unito hanno nella formazione delle opinioni dei loro concittadini in patria", ricordando il canale di comunicazione aperto con "la comunita' degli italiani Oltremanica, anche grazie all'ambasciata italiana a Londra". Nel rapporto si delinea il rapporto speciale tra gli italiani e la Gran Bretagna: oltre 1 italiano su 2 e' stato almeno una volta nel Regno Unito, l'86% di questi ci tornerebbe mentre il 77% di coloro che vi sono stati per studio o lavoro considera la propria esperienza positiva (solo il 4% pensano il contrario). Un numero significativo di intervistati dichiara di avere almeno un parente, un amico o un conoscente che attualmente risiede nel Regno Unito; tale percentuale raggiunge il 72% nelle fasce di popolazione con un alto livello di istruzione. Tra gli italiani attualmente in Gb, 4 su 5 (79%) descrivono la propria esperienza di vita come totalmente o prevalentemente positiva. Riguardo alla Brexit, il 47% degli italiani pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata piu' dalla 'pancia' (59%) che dalla 'testa' (30%), mentre il 37% ritiene giusta la decisione, indicando il controllo dei flussi migratori (55%), la gestione delle tasse a livello nazionale (54%) e il rilancio dell'occupazione (45%) come le conseguenze positive mentre un perdita di peso politico del Paese su scala europea e' la principale conseguenza negativa (49%). In ogni caso, per circa 3 italiani su 4 il voto sulla Brexit non ha influenzato la propensione a recarsi nel Regno Unito per turismo (73%), studio (74%) o lavoro/affari (71%) e auspicano il mantenimento di una stretta collaborazione in materia di sicurezza e difesa.
Ugualmente, la maggior parte degli italiani (69%) vede con favore la creazione di un'area di libero scambio tra Gb e Ue dopo la Brexit, una percentuale che aumenta se si guarda in particolare a difesa e sicurezza (73%), nella convinzione (4 su 5) che il no-deal sarebbe dannoso. A questo proposito, oltre un italiano su tre (37%) ritiene che i danni di un no-deal sarebbero equamente ripartiti tra Regno Unito e Ue, mentre il 27% ritiene che le conseguenze negative sarebbero maggiori per il Regno Unito rispetto all'Ue e il 16% immagina il contrario. Una predisposizione positiva nei confronti della Gb ancora piu' accentuata quando si tratta di giovani: tra i 18-24enni che hanno visitato il Regno Unito, 9 su 10 ne parlano positivamente e vorrebbero tornarci. I giovani sono dispiaciuti piu' degli adulti per la Brexit, e piu' di loro vogliono che Uk e Ue mantengano una collaborazione stretta a tutti i livelli dopo la Brexit, a partire da sicurezza e commercio. (AGI)
La Presse FOCUS Italia-Regno Unito, a Pontignano si parla di Brexit con Giorgetti e Calenda FOCUS Italia-Regno Unito, a Pontignano si parla di Brexit con Giorgetti e Calenda di Matteo Bosco Bortolaso Roma, 18 set. (LaPresse) – Si terrà a Siena dal 20 al 22 settembre la XXVI edizione del Convegno di Pontignano, il più importante appuntamento dell'agenda anglo-italiana, organizzato dal British Council e dall'Ambasciata britannica in Italia. Presieduta per la prima volta dall'ex ministro Carlo Calenda a fianco di David Willetts, la speciale edizione di quest'anno è intitolata 'Bridging the Gaps'. Sarà quindi 'colmare le differenze' l'argomento principale, ma si parlerà ovviamente anche di Brexit. L'ambasciatrice britannica in Italia, Jill Morris, ha detto alla stampa che a Londra sono "ottimisti" e "convinti che sia possibile raggiungere un accordo" con Bruxelles, perché "quello che ci unisce è maggiore di quello che ci divide". La diplomatica ha auspicato che un segnale positivo possa arrivare già dal vertice europeo informale di Salisburgo. Secondo un'indagine Swg presentata alla vigilia del convegno, il 47% degli italiani pensa che con Brexit i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla “pancia” (59%) che dalla “testa” (30%). Il 37% ritiene invece giusta la scelta che porterà il Regno Unito fuori dall'Ue. A Pontignano, invece, esperti in numerosi settori ed esponenti dei governi di Londra e di Roma, tra cui il vicepremier britannico David Lidington e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, analizzeranno il modo in cui è possibile oggi colmare i divari che caratterizzano le nostre società a diversi livelli.Tra i relatori ci sarà Diego Piacentini, commissario straordinario per l'attuazione dell'Agenda digitale del governo italiano, il suo omologo Sir Mark Walport, Marta Dassù, direttore per gli affari europei dell'Aspen Institute, e sir Julian King, commissario europeo per l'unione della sicurezza.Il convegno prenderà il via giovedì 20 settembre alle 18, presso l'Aula Magna dell'Università di Siena. Dopo i saluti dei co-presidenti Calenda e Willetts, aprirà ufficialmente i lavori con un intervento magistrale Daniel Susskind, ricercatore ad Oxford e autore del saggio 'The Future of the Professions', sull'impatto delle nuove tecnologie e dell'Intelligenza artificiale sulle società e sul mondo del lavoro. Il convegno proseguirà venerdì e sabato a porte chiuse, nel rispetto della Chatham House Rule, presso la Certosa di Pontignano, poco fuori Siena, articolandosi su quattro aree tematiche. POL NG01 mbb/abf 20180918T164427Z
LaVerita.it
L’Opinione “BREXIT SBAGLIATA”, MA ITALIANI NON RINUNCIANO A GB Quasi la metà degli italiani (il 63% tra i giovani) ritiene che la scelta dei britannici di uscire dall’Ue sia “sbagliata” e dettata più dalla pancia che dalla testa. Ma nessuno vuole ipotizzare un divorzio doloroso con un Paese dove sono andati in tanti (1 su 2) e che identificano con la regina e Londra, simboli di orgoglio nazionale e multiculturalismo. La fotografia di quello che pensano gli italiani del Regno Unito e la Brexit è stata scattata dall’Ambasciata Britannica a Roma con un’indagine dell’Swg. Un’istantanea che non nasconde i timori per un mancato accordo - 4 su 5 lo riterrebbero “dannoso” - ed una presa di distanza da una decisione che il 47% giudica sia stata “sbagliata”. Con i più (3 su 4) che sperano nel mantenimento di una stretta collaborazione tra Uk e Ue. Ma che non fa diminuire quella ‘voglia di Inghilterra’ che da generazioni conquista tanti, soprattutto i giovani: oltre il 70% afferma di avere voglia di andarci, o tornarci, per turismo, studio o lavoro. E la maggior parte (4 su 5) di chi già vive lì, parla bene della sua esperienza, soprattutto tra i giovani (18-24 anni). Certo, il divorzio non piace. Ma gli italiani riconoscono i benefici che potrà avere il regno di Sua Maestà: per oltre il 50% dei mille intervistati dal sondaggio, Londra potrà controllare meglio i suoi flussi migratori, avere una gestione nazionale delle proprie risorse fiscali e contare su un rilancio dell’occupazione (lo pensa il 45%). “Sono colpita da questi dati: dal fatto che almeno un italiano su due abbia detto di essere stato nel Regno Unito e l’86% ci tornerebbe. Vuol dire che sono stati bene”, ha commentato l’ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, che ha colto l’occasione per ribadire le rassicurazioni per gli italiani dopo l’uscita dall’Ue. “Vogliamo continuare a tutelare i loro diritti affinché continuino a vivere la loro vita in Uk come prima”. “Nonostante le comprensibili incertezze per l’avvio” del divorzio, è comunque “incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere legami strettissimi”, ha proseguito Morris, dicendosi anche convinta che “l’accordo con l’Ue ci sarà: quello che ci unisce è più di quello che ci divide” e “spero che domani, dal vertice di Salisburgo, arrivi un segnale positivo” per i negoziati con Bruxelles.
Tiscali Roma, 18 set. (askanews) - "Noi siamo convinti, ottimisti sul fatto che si possa raggiungere un accordo a ottobre o forse a novembre" con l'Ue sulla Brexit. Lo ha dichiarato l'ambasciatore britannico in Italia, Jill Morris, incontrando la stampa oggi nella sua residenza, Villa Wolkonsky, dove è stata presentata un'indagine SWG sulla percezione del Regno Unito da parte degli italiani. "Alla fine quello che ci unisce è di più di quello che ci divide"."E' nostri interessi comuni, in tutti gli aspetti in particolare per la sicurezza e la difesa", ha affermato Morris, spiegando che il governo londinese deve necessariamente prepararsi a uno scenario di 'no-deal', non perchè prevede questo esito, ma perchè è un dovere nei confronti dei cittadini."Come governo responsabile anche noi prepariamo misure eventuali, da adottare in caso di mancato accordo, ma per noi questo sarebbe il peggiore dei risultati, non certo quello auspicabile", ha sottolineato Morris. "Speriamo che ci sarà una reazione positiva da parte dell'due già al vertice Ue informale di Salisburgo" e poi si possa arrivare ad un accordo ad ottobre oppure novembre. Proprio oggi il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha evocato la possibilità di convocare un vertice straordinario sulla Brexit a novembre.Per l'ambasciatore britannico l'accordo è davvero possibile, oltre che auspicabile: "Abbiamo messo sul tavolo una proposta Il nostro lavoro ora è quello di concentrarci sull'obiettivo di arrivare ad un accordo per un futuro comune".
ASKANEWS Brexit? “Peccato”, ma gli italiani non voltano le spalle a Londra Indagine SWG su percezione del Regno Unito da parte degli italiani Roma, 18 set. (askanews) – Chi ci è già stato, tornerebbe. E 4 su 5 tra chi ci vive si dice soddisfatto. L’indagine SWG commissionata dall’ambasciata britannica a Roma sulla percezione del Regno Unito da parte degli italiani rinfranca gli animi dei diplomatici britannici in tempi, non facili, di Brexit. Secondo la ricerca presentata oggi a Villa Wolkonsky, residenza dell’Ambasciatore britannico in Italia, Jill Morris, oltre un italiano su 2 è stato almeno una volta nel Regno Unito (e l’86% di questi ci tornerebbe) e per 3 italiani su 4 il voto sulla Brexit non ha influenzato la propensione a recarsi oltremanica per turismo, studio o affari. Inoltre, la maggior parte degli italiani (69%) vede con favore la creazione di un’area di libero scambio tra Regno Unito e Ue dopo la Brexit e per 4 italiani su 5 il no-deal – un mancato accordo – sarebbe dannoso. Complessivamente, quasi la metà degli italiani pensa che la Brexit sia stata una scelta sbagliata, più “di pancia” che “di testa”. Le opinioni espresse riflettono “una sorta di dispiacere”, non una condanna, spiega Maurizio Pessato, presidente Swg, “gli italiani non si sentono toccati dalla conseguenze” dell’uscita britannica dall’Ue. Oltre 1 italiano su 2 (53%) dichiara di essersi recato almeno una volta nel Regno Unito. Oltre 4 su 5 (86%) ci tornerebbe, mentre il 77% di coloro che vi sono stati per studio o lavoro considera la propria esperienza positiva (solo il 4% pensano il contrario). Un numero significativo di intervistati dichiara di avere almeno un parente, un amico o un conoscente che attualmente risiede nel Regno Unito. Tale percentuale raggiunge il 72% nelle fasce di popolazione con un alto livello di istruzione. Tra gli italiani attualmente nel Regno Unito, 4 su 5 (79%) descrivono la propria esperienza di vita come totalmente o prevalentemente positiva. E proprio gli amici e parenti che vivono in Gb risultano essere tra le principali fonti di informazione e conoscenza del Regno Unito per 1 italiano su 3. Nel Regno Unito vivono quasi 700mila italiani. Come gli italiani vedono il Regno Unito Le prime associazioni mentali spontanee degli italiani con il Regno Unito sono la monarchia e Londra, mentre le quattro principali caratteristiche che definiscono meglio il Paese secondo gli intervistati sono multiculturalismo, nazionalismo, modernità e dinamismo/eccentricità. Tra quello che invece gli italiani apprezzano in particolare del Regno Unito vi sono la musica (80%), la storia (80%), la cultura (77%), le opportunità di business e i paesaggi (75%). Gli italiani e la Brexit Il 47% degli italiani pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla “pancia” (59%) che dalla “testa” (30%). Il 37% ritiene invece giusta la scelta che porterà il Regno Unito fuori dall’UE. Il controllo dei flussi migratori (55%) e la gestione delle tasse a livello nazionale (54%) seguiti dal rilancio dell’occupazione (45%) sono percepiti tra le conseguenze dell’uscita più positive per il Regno Unito, mentre un perdita di peso politico del Paese su scala europea è la principale conseguenza negativa prevista dopo la Brexit (49%).
In generale e a prescindere dalle valutazioni sul voto al referendum del 2016, per circa 3 italiani su 4 il voto sulla Brexit non ha influenzato la propensione a recarsi nel Regno Unito per turismo (73%), studio (74%) o lavoro/affari (71%). La relazione UK-UE nel dopo-Brexit Oltre un italiano su due (58%) ritiene auspicabile il mantenimento di un legame stretto tra il Regno Unito e l’UE dopo la Brexit, ma questa proporzione aumenta, in alcuni casi considerevolmente, quando si parla di aspetti specifici della partnership. Il 73% degli intervistati è favorevole al mantenimento di una stretta collaborazione UK-UE in materia di difesa e sicurezza, mentre il 69% si dice d’accordo con l’idea di un’area di libero scambio dopo l’uscita del Regno Unito dal Mercato Unico. Il 62% degli italiani concorda inoltre con il principio di una gestione controllata dei flussi migratori dei cittadini comunitari tra UE e Regno Unito. Il No-deal 4 Italiani su 5 ritengono che un mancato accordo tra Regno Unito e UE alla fine dei negoziati sulla Brexit sarebbe dannoso. Meno di un italiano su dieci (7%) ritiene il contrario. Oltre un italiano su tre (37%) ritiene che i danni di un no-deal sarebbero equamente ripartiti tra Regno Unito e UE, mentre il 27% ritiene che le conseguenze negative sarebbero maggiori per il Regno Unito rispetto all’UE e il 16% immagina peggiori conseguenze di questo scenario soprattutto per l’UE. “Nonostante le comprensibili incertezze destate dall’avvio per l’uscita dall’UE, è incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere strettissimi legami, atteggiamenti positivi e opinioni favorevoli nei confronti del Regno Unito e della relazione profonda che vogliamo mantenere con l’UE e i nostri partner europei, in primis con l’Italia, ha commentato l’Ambasciatore britannico in Italia Jill Morris. Dall’indagine abbiamo inoltre la conferma del ruolo fondamentale che i tantissimi italiani in UK hanno nella formazione delle opinioni dei loro concittadini in patria. Siamo da tempo impegnati a incontrare la comunità degli italiani oltremanica, con cui abbiamo un canale di comunicazione aperto anche grazie all’ambasciata italiana a Londra. Tra gli italiani in UK, moltissimi continuano ad avere esperienze straordinarie che ci hanno in questi mesi raccontato con passione, continuando a credere e a lavorare sodo per costruire il loro futuro nel Regno Unito”.
Sky TG24 - from 5 pm
Rai News (every 15 minutes from 8pm)
19 September Il Messaggero (p15)
La Stampa (p16-17)
La Stampa.it Brexit vista dagli italiani: i più dispiaciuti sono i giovani, ma non smetteranno di partire Un sondaggio dell’Swg misura come la nostra opinione pubblica si sta preparando all’uscita del Regno Unito dall’Ue Il negoziato su Brexit si avvicina, e come ha ricordato ieri il capo negoziatore dell’Unione Europea “Il vertice di ottobre sarà il momento della verità”. Slittamenti e rinvii, per dare il tempo alla premier britannica Theresa May di convincere governo e parlamentari, sono da mettere in conto. E malgrado le questioni da risolvere siano ancora molte - più di carattere politico che tecnico, per la verità - non mancano i segnali di ottimismo. Alla vigilia del Convegno di Pontignano, importante appuntamento dell’agenda anglo-italiana, dal 20 al 22 settembre, l’ambasciatrice britannica in Italia Jill Morris, durante un incontro con la stampa ieri a Roma, ha trasmesso un certo ottimismo del Foreign Office, dicendosi convinta “che sia possibile raggiungere un accordo con Bruxelles, perché quello che ci unisce è maggiore di quello che ci divide”. Morris non nasconde l’importanza del momento, “l’urgenza” con cui le parti si devono confrontare - urgenza resa tanto più acuta dalla situazione di complessiva fragilità attraversata dall’Unione - così come non nasconde che il Foreign Office sta lavorando anche in previsione degli scenari peggiori, ma - ripete più volte - “non mancano i segnali positivi”. Ed è in questo senso che va letta l’indagine della Swg commissionata dal governo britannico su cosa pensano gli italiani del Regno Unito (che ricordiamolo ospita oltre 600.000 connazionali): un modo per far parlare anche le opinioni pubbliche, per capire cosa pensano, cosa si aspettano e come vivono una fase così delicata nelle relazioni europee. GLI ITALIANI E BREXIT Qual è dunque la percezione che gli italiani hanno del Regno Unito? Tra le cose che emergono con più chiarezza è che la maggior parte di loro (69%) vede con favore la creazione di un’area di libero scambio tra UK e UE dopo la Brexit, anche perché 3 italiani su 4 non si sono sentiti frenati dal voto sull’uscita dall’Ue dall’andare in GB per turismo, lavoro o studio. Questo non significa che Brexit piaccia agli italiani: il 47% pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla “pancia” (59%) che dalla “testa” (30%) e solo il 37% ritiene invece giusta la scelta di Brexit. Tra le conseguenze dell’uscita più positive per il Regno Unito ci sarebbero, nell’ordine, il controllo dei flussi migratori (55%) e la gestione delle tasse a livello nazionale (54%), seguiti dal rilancio dell’occupazione (45%), mentre la principale conseguenza negativa prevista è una perdita di peso politico del Paese su scala europea(49%). GUARDANDO AL FUTURO Oltre un italiano su due (58%) ritiene auspicabile il mantenimento di un legame stretto tra il Regno Unito e l’UE dopo la Brexit, ma questa proporzione aumenta, in alcuni casi considerevolmente, quando si parla di aspetti specifici della partnership. Il 73% degli intervistati è favorevole al mantenimento di una stretta collaborazione UK-UE in materia di difesa e sicurezza, mentre il 69% si dice d’accordo con l’idea di un’area di libero scambio dopo l’uscita del Regno Unito dal Mercato Unico. Il 62% degli italiani concorda inoltre con il principio di una gestione controllata dei flussi migratori dei cittadini comunitari tra UE e Regno Unito. E se l’accordo saltasse? 4 Italiani su 5 ritengono che un mancato accordo tra Regno Unito e UE alla fine dei negoziati sulla Brexit sarebbe dannoso. Meno di un italiano su dieci (7%) ritiene il contrario. Oltre un italiano su tre (37%) ritiene che i danni di un no-deal sarebbero equamente ripartiti tra Regno Unito e UE, mentre il 27% ritiene che le conseguenze negative sarebbero maggiori per il Regno Unito rispetto all’UE e il 16% immagina peggiori conseguenze di questo scenario soprattutto per l’UE.
IL FOCUS SUI GIOVANI I giovani tra i 18 e i 24 anni mostrano una predisposizione particolarmente positiva nei confronti del Regno Unito. Se oltre la metà di loro è già stato in UK, 9 su 10 hanno apprezzato la loro esperienza oltremanica. I giovani sono dispiaciuti più degli adulti per la Brexit, e più di loro vogliono che UK e UE mantengano una collaborazione stretta a tutti i livelli dopo la Brexit, a partire da sicurezza e da commercio. Tra gli intervistati nella fascia di età 18-24, il 93% (vs media nazione del 77%) che hanno visitato il Regno Unito considera la propria esperienza positiva. Il 96% (vs 86%) dichiara che tornerebbe nuovamente in UK. Circa 6 giovani su 10 (59% vs 54%) sostengono di avere un amico o un parente attualmente nel Regno Unito, e riferiscono che praticamente la loro totalità (98% vs 79%) parla positivamente della propria esperienza in UK. Tra i giovani italiani, grande successo rispetto alla media nazionale riscuote la musica britannica (89% vs 80%), la cultura (80% vs 77), la storia (86% vs 80%), le opportunità professionali (83% - 75%) e l’innovazione made in Britain (80% vs 72%) . Anche la proporzione di giovani che è favorevole a un’area di libero scambio tra UK e UE dopo la Brexit è considerevolmente maggiore rispetto alla media nazionale (83% vs 69%). [F.S.]
La Repubblica.it Tra gli italiani e il Regno Unito è ancora amore. A dispetto della Brexit Il referendum sull'uscita dall'Ue non ha influenzato il giudizio che abbiamo sulla Gran Bretagna. E in molti auspicano ancora una stretta collaborazione tra i due Paesi. I risultati di un sondaggio dell'ambasciata britannica a Roma di ENRICO FRANCESCHINI LONDRA – La love story fra gli italiani e il Regno Unito continua, a dispetto della Brexit. E’ questo il risultato di un sondaggio commissionato dall’Ambasciata britannica a Roma, alla vigilia dell’annuale convegno anglo-italiano di Pontignano e mentre comincia a Salisburgo un summit dell’Unione europea che potrebbe essere un passo fondamentale nel negoziato sull’uscita della Gran Bretagna dalla Ue. “La Brexit non frena gli italiani”, riassume il concetto lo studio statistico della Swg: la maggior parte dei nostri connazionali auspica una stretta partnership tra Regno Unito e Ue per il dopo-Brexit. Secondo i dati principali del rapporto, oltre 1 italiano su 2 è stato almeno una volta nel Regno Unito; l’86 per cento ci tornerebbe; 4 italiani su 5 tra quanti vivono attualmente oltre Manica parlano positivamente della loro esperienza in Gran Bretagna; per 3 italiani su 4 il voto sulla Brexit non ha influenzato la propensione a recarsi in Gran Bretagna per turismo, studio o affari; 3 italiani su 4 auspicano il mantenimento di una stretta collaborazione tra Regno Unito e Ue in materia di sicurezza e difesa; la maggior parte degli italiani (il 69 per cento) vede con favore la creazione di un’area di libero scambio tra Regno Unito e Ue dopo la Brexit; e per 4 italiani su 5 il cosiddetto no-deal, ovvero un’uscita dalla Ue senza accordi, sarebbe dannoso. Infine, per quanto riguarda i più giovani, tra i 18-24enni che hanno visitato il Regno Unito, 9 su 10 ne parlano positivamente e vorrebbero tornarci. Il sondaggio evidenzia anche le principali associazioni mentali spontanee degli italiani con il Regno Unito: non sorprendentemente, sono la monarchia e Londra, mentre le quattro principali caratteristiche che definiscono meglio la Gran Bretagna secondo gli interpellati sono multiculturalismo, nazionalismo, modernità e dinamismo/eccentricità. Tra ciò che gli italiani apprezzano in particolare del Regno Unito risultano esserci la musica (80 per cento), la storia (80 per cento), la cultura (77 per cento), le opportunità di business e i paesaggi (75 per cento). Va notato che questo amore per la Gran Bretagna è stato accompagnato negli ultimi due anni da forte incertezza per le conseguenze della Brexit e da un considerevole calo della nostra immigrazione verso il Regno Unito. La decisione britannica di lasciare la Ue è stata sentita da molti nostri connazionali, così come da altri cittadini europei qui residenti, come una sorta di tradimento, proprio per il forte legame e l’ampio contributo che gli immigrati della Ue hanno creato con questo paese. Un’amarezza che non è scomparsa del tutto nemmeno davanti agli accordi di massima raggiunti fra Londra e Bruxelles per mantenere ai 3 milioni e mezzo di cittadini Ue residenti in Gran Bretagna (fra cui circa 600 mila italiani), così come al milione di britannici residenti negli altri paesi della Ue, gli stessi diritti anche dopo la Brexit, incluso quello cruciale di continuare a vivere e lavorare dove si trovano. Anche il sondaggio allude a questi sentimenti, indicando che per il 47 per cento degli italiani i cittadini britannici hanno fatto una scelta sbagliata votando per la Brexit nel referendum di due anni fa, motivata più dalla “pancia” (59 per cento) che dalla “testa” (30 per cento). Una
minoranza di rilievo, il 37 per cento, ritiene invece giusta la decisione britannica di uscire dalla Ue: un sintomo di quanto l’euroscetticismo si sia diffuso anche nel nostro paese. Commentando i dati del sondaggio presentati ieri, l’ambasciatore britannico in Italia Jill Morris ha dichiarato: “Nonostante le comprensibili incertezze destate dall’uscita dalla Ue, è incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere strettissimi legami, atteggiamenti positivi e opinioni favorevoli nei confronti del Regno Unito e della relazione profonda che vogliamo mantenere con la Ue e i nostri partner europei, in primis con l’Italia. Da parte nostra siamo da tempo impegnati a incontrare la comunità degli italiani oltre Manica, con cui abbiamo un canale di comunicazione aperto anche grazie all’ambasciata italiana a Londra”.
Ansa.it 'Brexit sbagliata', ma italiani non rinunciano a Gb Indagine ambasciata a Roma-Swg: 'Manteniamo rapporti stretti' Quasi la metà degli italiani (il 63% tra i giovani) ritiene che la scelta dei britannici di uscire dall'Ue sia "sbagliata" e dettata più dalla pancia che dalla testa. Ma nessuno vuole ipotizzare un divorzio doloroso con un Paese dove sono andati in tanti (1 su 2) e che identificano con la regina e Londra, simboli di orgoglio nazionale e multiculturalismo. La fotografia di quello che pensano gli italiani del Regno Unito e la Brexit è stata scattata dall'Ambasciata Britannica a Roma con un'indagine dell'Swg. Un'istantanea che non nasconde i timori per un mancato accordo - 4 su 5 lo riterrebbero "dannoso" - ed una presa di distanza da una decisione che il 47% giudica sia stata "sbagliata". Con i più (3 su 4) che sperano nel mantenimento di una stretta collaborazione tra Uk e Ue. Ma che non fa diminuire quella 'voglia di Inghilterra' che da generazioni conquista tanti, soprattutto i giovani: oltre il 70% afferma di avere voglia di andarci, o tornarci, per turismo, studio o lavoro. E la maggior parte (4 su 5) di chi già vive lì, parla bene della sua esperienza, soprattutto tra i giovani (18-24 anni). Certo, il divorzio non piace. Ma gli italiani riconoscono i benefici che potrà avere il regno di Sua Maestà: per oltre il 50% dei mille intervistati dal sondaggio, Londra potrà controllare meglio i suoi flussi migratori, avere una gestione nazionale delle proprie risorse fiscali e contare su un rilancio dell'occupazione (lo pensa il 45%). "Sono colpita da questi dati: dal fatto che almeno un italiano su due abbia detto di essere stato nel Regno Unito e l'86% ci tornerebbe. Vuol dire che sono stati bene", ha commentato l'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, che ha colto l'occasione per ribadire le rassicurazioni per gli italiani dopo l'uscita dall'Ue. "Vogliamo continuare a tutelare i loro diritti affinché continuino a vivere la loro vita in Uk come prima". "Nonostante le comprensibili incertezze per l'avvio" del divorzio, è comunque "incoraggiante avere il riscontro di una considerevole maggioranza di italiani che continua ad avere legami strettissimi", ha proseguito Morris, dicendosi anche convinta che "l'accordo con l'Ue ci sarà: quello che ci unisce è più di quello che ci divide" e "spero che domani, dal vertice di Salisburgo, arrivi un segnale positivo" per i negoziati con Bruxelles
Il Cittadino Online.it A Pontignano Regno Unito e Italia insieme per colmare i divari A pochi mesi dall’uscita del Regno Unito dall’UE, il principale appuntamento dell’agenda anglo-italiana affronta il tema dei divari nelle nostre società SIENA. Si terrà a Siena dal 20 al 22 settembre la XXVI edizione del Convegno di Pontignano, il più importante appuntamento dell’agenda anglo-italiana, organizzato dal British Council, l’ente britannico per le relazioni culturali e le opportunità nel mondo dell’istruzione, e dall’Ambasciata Britannica in Italia, in collaborazione con l’Università di Siena e il St. Antony’s College of Oxford. Presieduta per la prima volta da Carlo Calenda a fianco di David Willetts, la speciale edizione di quest’anno è intitolata ‘Bridging the Gaps’. Esperti in numerosi settori e autorevoli esponenti dei governi di Londra e di Roma, tra cui il Vice Premier britannico David Lidington e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giancarlo Giorgetti, analizzeranno il modo in cui è possibile oggi colmare i divari che caratterizzano le nostre società a diversi livelli. Tra gli illustri relatori, Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale del governo italiano, Sir Mark Walport, CEO UK Research and Innovation, Marta Dassù, Direttore per gli Affari europei dell’Aspen Institute, e Sir Julian King, Commissario Europeo per l’unione della Sicurezza. A due giorni dall’avvio del convegno, l’ambasciatore britannico in Italia, Jill Morris, ha dichiarato: “L’ultimo triennio ha messo in luce le grandi disparità esistenti all’interno delle nostre società. Se tali divari si sono manifestati attraverso consultazioni referendarie o politiche che hanno evidenziato nette differenze innanzitutto a livello geografico, demografico e generazionale, le cause spesso vanno rintracciate in numerosi ‘gap’ dovuti al diverso grado di accesso all’informazione o di avanzamento tecnologico, nei saperi o nelle competenze. A Pontignano ci confronteremo sui modi in cui superare tali disparità e colmare i divari all’interno delle nostre società e tra Paesi, fiduciosi nella relazione speciale che continuerà a caratterizzare la relazione tra Italia e Regno Unito anche dopo la nostra uscita dall’Unione europea”. “Il Convegno di Pontignano – ha affermato Paul Sellers, Direttore del British Council per l’Italia – “è per il British Council, da ormai 26 anni, un’importante occasione per affrontare i temi per noi fondamentali della collaborazione tra Italia e Regno Unito nei settori delle arti, delle relazioni culturali e dell’istruzione. Nel mondo dell’istruzione universitaria, ad esempio, è ormai nota a tutti l’importanza della collaborazione tra i due Paesi e del contributo che 16.000 studenti nonché moltissimi docenti e ricercatori italiani apportano ogni anno al Regno Unito. La mobilità tra i nostri due Paesi è di vitale importanza per il progresso della ricerca scientifica di tutto il mondo. Per non parlare del settore culturale, che vede e vedrà Italia e Regno Unito avviare, da qui al 2020 e oltre, nuove occasioni di confronto, aperte a tutto il territorio italiano. Come ogni anno, sono sicuro che Pontignano sarà l’occasione per rinsaldare i nostri legami e avviarne di nuovi”. Il convegno prenderà il via giovedì 20 settembre alle 18:00 presso l’Aula Magna dell’Università di Siena. Dopo i saluti dei co-presidenti, Carlo Calenda e David Willetts, e del Rettore dell’Università di Siena, Prof. Francesco Frati, aprirà ufficialmente i lavori con un intervento
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