U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking

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U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
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u 1. Il Monte Armetta
Gli appassionati delle fioriture primaverili non potranno non apprezzare questa
semplice escursione, in parte ad anello, che conduce sulla sommità del Monte Ar-
metta. Se invece preferite gli ampi panorami, dovete puntare sulle prime giornate
autunnali, quando i cieli tersi consentono fantastiche vedute sull’arco alpino, sul
vicino Mar Ligure e, con un pizzico di fortuna, perfino sulla Corsica! In piena estate,
la calura e un po’ di foschia possono invece nascondere il mare.
Non perdetevi al rientro una sosta al Rifugio Pian dell’Arma, per una veloce meren-
da o, volendo, per una gustosa cenetta.
Tempo di percorrenza: 1:20 - 1:30 ore al Monte Armetta, 2:35 - 3:00 ore l’intero
anello.
Dislivello: +422 / -17 m al Monte Armetta, +483 / -483 m l’intero anello
Distanza: 3158 m al Monte Armetta, 7489 m l’intero anello
Difficoltà: E l (adatta a famiglie con bambini)
Quota massima: 1744 m
uu   Si scende lungo la strada sterrata           bandoniamo definitivamente la pista e
di accesso al Rifugio Pian dell’Arma              imbocchiamo il sentiero che si stacca a
                                                                                                                                                 La Piana di Albenga e il Mar Ligure dal Rifugio Pian dell’Arma
(1339 m) per qualche decina di metri e            destra.
si imbocca la pista sterrata che si stacca        Ci si tiene inizialmente a sinistra di un            ne dal sentiero (alla data del rilevamento           ora si riduce a traccia, ben segnalata però
a sinistra al primo tornante. Andiamo a           basso muretto a secco, per poi salire piut-          era presente un cartello artigianale con             da ometti in pietra; in seguito torna evi-
                                                  tosto ripidi per prati fino alla Colla Bassa         la scritta “Grotta”), sia l’ingresso della           dente e guadagna lentamente quota ri-
sinistra anche alla prima, vicina, biforca-                                                            grotta (una fessura per entrare nella quale
zione e raggiungiamo l’abitazione presso          (1570 m, 0:45 - 0:50 ore dal Rifugio Pian                                                                 montando l’ampia dorsale prativa.
                                                                                                       bisogna accucciarsi): tuttavia la bella e am-        Lasciata a sinistra una diramazione per
la quale termina la pista. Si prende il sen-      dell’Arma), sullo spartiacque principale
                                                                                                       pia sala d’ingresso, che può essere visitata         Ormea, un’ultima rampa conduce sulla
tiero (segnavia ATT-Alto Tanaro Tour)             tra le valli Tanaro e Pennavaire.                    comodamente in piedi, vale il tentativo.             vetta del Monte Armetta (1744 m, 0:35-
che passa di fronte alla casa e si continua
                                                  fatto usata come punto di valico, mentre            In questo tratto, il sentiero ora si biforca          0:40 ore dalla Colla Bassa), punto idea-
in falsopiano tra vecchi terrazzamenti
fino a un bivio, dove si svolta a sinistra        è assai più di frequente percorsa da chi             Il Garb del Dighea
per il Monte Armetta. Il sentiero s’in-           segue il sentiero di crinale. Al colle ci
                                                                                                       Il Garb del Dighea ha uno sviluppo com-
nalza con stretti tornanti e giunge sulla         si immette sul sentiero proveniente dal
                                                                                                       plessivo di circa 250 per un dislivello di po-
soprastante dorsale prativa. Si piega a si-       Colle di Caprauna (segnavia A02) e si                chi metri, ed è costituita da un’ampia sala
nistra, e si risale il dolce crinale: si incro-   svolta a destra.                                     principale dalla quale si dipartono diversi
cia una pista sterrata, che si ritrova an-         Poco oltre la Colla Bassa, una deviazione sul-      rami minori. Nota alle popolazioni locali
                                                   la sinistra conduce dapprima all’ingresso di        da secoli, incisioni al suo interno risalenti
cora poco dopo. La si segue verso destra
                                                   una grotta (Garb del Dighea o Garb del Di-          a fine ‘800 sono coeve dei primi studi ef-
per una cinquantina di metri, quando ci                                                                fettuati alla ricerca di fauna troglobia (spe-
                                                   ghè) e, subito dopo, a una fontana (sovente
si immette su un’altra pista sterrata, un          in secca). Con percorso a semicerchio, que-         cializzata per la vita in grotta), che hanno
poco più grande. Si va a sinistra, anche           sta diramazione tocca i ruderi di una stalla e      rilevato la presenza in questa cavità di un
in questo caso solo per poche decine di            sale a ricongiungersi all’itinerario principale.    artropode miriapode endemico della Val
metri: all’altezza di una baita riattata ab-       Non è facile individuare sia la deviazio-           Tanaro.          [Lux in Tenebris, n.7/2000 p. 19]
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                                                                                                      traccia di sentiero), poi incominciamo a
                                                                                                      scendere. Superato un ripetitore si torna
                                                                                                      sul crinale e si perde quota rapidamente,
                                                                                                      prima su sentiero, poi nel fitto lariceto
                                                                                                      lungo un’ampia mulattiera. Arriviamo
                                                                                                      così a un trivio segnalato, dove abbando-
                                                                                                      niamo la mulattiera che prosegue innanzi
                                                                                                      per il Colle di Caprauna e seguiamo in-
                                                                                                      vece la mulattiera che si stacca a sinistra.
                                                                                                      Dopo una breve discesa nel bosco di la-
                                                                                                      tifoglie, la mulattiera si riduce
                                                                                                      a sentiero e conduce diretta-
                                                                                                      mente alle spalle del Rifugio
                                                                                                      Pian dell’Arma (1339 m, 1:15-
                                                                                                      1:30 ore dal Monte Armetta).
                                                                                                      uAccessi: da Ceva si risale la
                                                                                                      Valle Tanaro superando Ga-
Alle pendici del Monte Armetta                                                                        ressio e Ormea, proseguendo
                                                                                                      poi in direzione Imperia fino a
le per una sosta pranzo e per godersi un                fino alla Colla Bassa dove, invece di svol-
                                                                                                      Cantarana, dove si svolta a sini-
panorama davvero notevole: a sud-est il                 tare a sinistra per il rifugio, si continua
Mar Ligure, a nord-ovest le Alpi e, ai pie-             diritti, tenendosi un poco a sinistra del     stra per Caprauna. Poco oltre il
di del monte, l’abitato di Ormea con la                 crinale. Dopo una breve risalita, taglia-     Colle di Caprauna, una strada
sua caratteristica forma a cuore. La di-                mo in costa tra pini e arbusti le pendi-      sterrata sulla sinistra conduce
scesa avviene lungo il percorso di salita               ci del Monte della Guardia (la cui vetta      al Rifugio Pian dell’Arma.
                                                                                                      uPunti d’appoggio: Rifugio
 Il Geotritone
                                                                                                      Pian dell’Arma, gestito,
 Nelle grotte che si aprono nel Monte Ar-                                                             www.rifugiopiandellarma.it
 metta è segnalata la presenza del Geotrito-                                                          cell. +39 337 108 3410
 ne. Si tratta di un anfibio adattatosi a vivere                                                      uCartografia:
 in zone poco luminose e molto umide, che                                                             Fraternali editore n. 19,
 si trova quindi sovente all’interno di grotte
 e anfratti nella roccia.
                                                                                                      1:25.000
 Mancando di polmoni, respira attraverso la
 pelle (per questo motivo, se doveste incon-
 trarlo, non toccatelo con le mani!).
 Può superare i 12 cm di lunghezza e si nutre
 di insetti, di dimensioni tali da poter essere
 ingoiati, che cattura con la lunga lingua che
 proietta in avanti, a colpire la preda.
            [Anfibi e rettili della Val Tanaro p. 38]
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30               Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                                           Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                                        31

u 2. L’anello del Bosco delle Navette
Ancora una volta, come spesso accade per le Alpi Liguri, il suggerimento è di com-
piere questa meravigliosa escursione in autunno, potendo verso la fine di ottobre,
quando i larici color oro rendono davvero magica l’atmosfera all’interno del Bosco
delle Navette, e quando le giornate fresche e terse regalano panorami mozzafiato
fino al mare. Ma questa escursione è comunque ottima dalla tarda primavera e
per tutta l’estate, perché alle quote più basse ci si muove spesso all’ombra del
lariceto. Sebbene l’intero percorso non presenti difficoltà tecniche (salvo qualche
breve tratto in cui il sentiero pare perdersi), tuttavia la durata e il dislivello com-
plessivi lo rendono adatto a escursionisti sufficientemente allenati: la fatica sarà
senz’altro ripagata!
Chi invece non se la sente di compiere l’intero anello, può fermarsi al Colle delle
Selle Vecchie, compiendo in ogni caso una bella escursione.
uu   Dal grande posteggio ai piedi dell’a-
                                               Tempo di percorrenza: 2:35 - 2:55 ore
bitato di Upega (1280 m), si segue la
                                               al Colle delle Selle Vecchie (4:25 - 5:00
strada provinciale per un centinaio di
                                               andata e ritorno), 6:10 - 7:00 ore l’inte-
metri in direzione della Colletta delle        ro anello
Salse. A sinistra della carreggiata (pa-       Dislivello: +836 / -19 m al Colle delle                        Le vette delle Alpi Marittime si stagliano all’orizzonte dal Colle delle Selle Vecchie
line) si imbocca una sorta di mulattiera       Selle Vecchie; +1196 / -1196 m ore           Ignoriamo a destra la mulattiera inerbi-            Il Bosco delle Navette
inerbita che s’innalza decisa, poi spiana,     l’intero anello                              ta proveniente da Upega e svoltiamo a
lascia a sinistra il bivio per il Poggio del   Distanza: 5884 m al Colle delle Selle                                                            Il Bosco delle Navette è un ampio lariceto
                                                                                            sinistra su una malandata pista sterrata
Lagone e prosegue nel lariceto tra vecchi      Vecchie, 17085 m l’intero anello                                                                 che si estende a monte (ovest) della pro-
                                                                                            (segnavia A32).                                     vinciale che collega Upega a Monesi. At-
terrazzamenti.                                 Difficoltà: E l                              La pista segue dall’alto il corso del Rio
Seguendo le rade tacche bianco-rosse,                                                                                                           tualmente inserito nel territorio del Parco
                                               Quota massima: 2402 m
                                                                                            Nivorina, quindi si trasforma in comoda             naturale del Marguareis, il bosco è stato
una traccia ci riporta sulla soprastante       Cappella della Madonna della Neve
                                                                                            mulattiera e prosegue a lungo a mezza-              ampiamente sfruttato e modificato dall’uo-
strada provinciale, poco a monte di un                                                                                                          mo nel corso dei secoli: pascoli all’interno
                                                                                            costa sulla sinistra orografica della Valle
tornante. Scendiamo allora a destra fino                                                                                                        del bosco alle quote più alte, ampi disbo-
                                                                                            di Upega.
al tornante dove, sul lato opposto della                                                                                                        scamenti per le coltivazioni nelle vicinanze
                                                                                            Alternando tratti in lieve pendenza e
carreggiata, si staccano due stradine: una                                                                                                      delle borgate, tagli delle piante di maggiori
                                                                                            brevi ripide salite, si tagliano soleggiati
sale in poche decine di metri alla Cappel-                                                                                                      dimensioni per ottenere ottimo legname
                                                                                            pendii, dove vecchi terrazzamenti invasi            da opera. Nonostante il bosco stia lenta-
la della Madonna della Neve (1325 m),
                                                                                            dalla ginestra si alternano a pareti roccio-        mente evolvendo verso l’abetina frammi-
risalente al XIII secolo, l’altra scende ad
                                                                                            se; sul lato opposto dello stretto vallone          sta a faggio, alcune particelle sono iscritte
alcune abitazioni.                                                                                                                              all’albo nazionale dei boschi da seme. In au-
                                                                                            si trovano le estreme propaggini del bel-
Imboccata quest’ultima direzione, la                                                                                                            tunno il Bosco delle Navette s’incendia del
                                                                                            lissimo Bosco delle Navette.
stradina diventa quasi subito sterrata.                                                                                                         giallo-oro dei larici e offre di sé la sua veste
                                                                                            Il sentiero conduce così ai ruderi delle
Senza considerare due diramazioni, la                                                                                                           più affascinante. [Boschi del piemonte, p. 47]
                                                                                            Case Nivorina (1587 m, 1:05 - 1:15 ore
prima a destra e la seconda a sinistra,
                                                                                            da Upega). Tra i resti delle abitazioni            Varcona e, dopo qualche decina di metri,
scendiamo ad attraversare il torrente su
                                                                                            ignoriamo a destra la traccia per Case             volgiamo decisi a sinistra (sud) per gua-
un recente ponte in cemento e metallo.
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
32                 Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                                                   Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                                            33

dare il piccolo torrente.                                                                           Il Colle delle Selle Vecchie                             La mulattiera si porta quindi, sempre
Passando tra alcune roccette arriviamo                                                                                                                       con discrete pendenze, sulla panoramica
subito a un praticello, al limitare del la-                                                         Valico di notevole rilevanza in epoche pas-              dorsale nord-occidentale della Cima di
                                                                                                    sate, probabile via del sale, è stato ampia-
riceto, dove una palina segnavia indica di                                                                                                                   Vélega (Cime de Vélègue), dove piega
                                                                                                    mente utilizzato dai pastori brigaschi nelle
seguire la traccia a destra che si addentra                                                         loro transumanze verso i pascoli ai piedi                decisamente a sinistra (ruderi militari),
nel bosco.                                                                                          del Massiccio del Marguareis.                            stacca a destra la traccia per Morignole e
Una ripida, ma breve salita verso nord-o-                                                           Il toponimo fa riferimento alle “selle”, ov-             infine s’innalza fin nei pressi della vetta.
vest conduce su un ampio crinale, dove                                                              vero “celle” per la conservazione dei for-               La successiva discesa porta a un colletto
la pendenza diminuisce sensibilmente; il                                                            maggi, un tempo evidentemente presenti                   a nord del Monte Bertrand: qui la vec-
sentiero qui piega a ovest sud-ovest, di                                                            nei dintorni. Le selle sono in genere edifici            chia mulattiera si riduce a sentiero, piega
                                                                                                    seminterrati in pietra, con volta a botte,
fatto seguendo la displuviale, e si allunga                                                                                                                  a sinistra lungo le pendici settentrionali
                                                                                                    coperta e isolata con zolle di erba per ga-
quasi rettilineo su un soffice tappeto di                                                           rantire all’interno temperatura e umidità
                                                                                                                                                             del Monte Bertrand e perde quota con
aghi di larice, in un tratto estremamente                                                           costanti.         [Nel cuore delle Alpi Liguri, p. 34]   alcuni tornanti per aggirare un salto di
suggestivo.                                                                                                                                                  roccia.
Dopo la lunga ascesa sbuchiamo in                  Alla Colla Rossa                                dal valico, seguiamo quello di sinistra                     Dal colletto, una traccia si stacca a destra
un’ampia radura, dove sono evidenti le                                                             (segnavia A35) che segue il crinale.                        (segnavia A41A) e, salendo lungo il crinale,
tracce della stabulazione delle mandrie,           radura, facendo attenzione, sugli alberi        A una breve ripida salita segue la discesa                  guadagna la sommità del Monte Bertrand in
mentre del sentiero si perde ogni traccia.         sulla sponda opposta, a individuare il          sul Colle del Vescovo (Col de l’Evêque,                     circa 20 minuti.
Seguiamo allora per circa duecento metri           segnavia bianco-rosso che indica il per-        2162 m, 0:20 - 0:25 ore dal Colle delle                   Ora ai piedi delle imponenti bancate sedi-
la sponda destra idrografica del letto (tal-       corso. Guadiamo quindi il solco scavato         Selle Vecchie).                                           mentarie del Monte Bertrand, traversia-
volta asciutto) del piccolo rio che solca la       dal rio e rientriamo nel lariceto, dove
                                                   dove torna immediatamente evidente il                                                   Bosco delle Navette, sentiero nella salita al Colle delle Selle Vecchie

 Il larice                                         sentiero. Il sentiero piega subito a nord-
 Il larice (Larix decidua) è l’unica conifera
                                                   est, si porta sul crinale di fronte e inverte
 alpina caducifoglia: in autunno gli aghi          repentinamente la direzione di marcia.
 assumono una caratteristica colorazione           Puntando ora a ovest, si incomincia
 dorata prima di cadere. In Piemonte, tra          un’ascesa assai ripida e un po’ faticosa,
 i 1000 e i 2300 metri, il larice è la conifera    sempre all’interno del lariceto, con an-
 maggiormente diffusa, spesso favorita             damento quasi rettilineo interrotto da
 dall’uomo a discapito dell’abete bianco           poche svolte. La salita termina con l’im-
 perché le leggere e luminose chiome del la-
 rice consentivano il pascolamento all’inter-
                                                   missione sulla rotabile ex militare che
 no del bosco. Albero di prima grandezza           collega, con ardito tracciato, Monesi al
 (può raggiungere anche i 40 metri di altez-       Colle di Tenda.
 za), ed estremamente longevo (può vivere          Si segue la strada sterrata verso destra
 anche 500 anni, con alcuni esemplari che          in leggera salita, abbandonandola però
 hanno superato di gran lunga tale limite),        dopo alcuni minuti per salire sulla sini-
 il larice è una pianta pioniera in grado di       stra le facili roccette che portano al Colle
 colonizzare anche terreni spogli con suoli
                                                   delle Selle Vecchie (2097 m, 1:30 - 1:40
 poco evoluti. I suoi morbidi aghi riuniti in
 ciuffi da 20 a 40 lo rendono facilmente di-       ore da Case Nivorina), posto solo qual-
 stinguibile dalle altre conifere autoctone.       che metro al di sopra della carreggiata.
                    [Boschi del Piemonte, p. 46]   Ignorando i vari sentieri che si dipartono
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
34                 Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                                      Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                           35

mo tra radi larici e qualche colata detriti-        Si imbocca invece la strada sterrata che,
ca, e continuiamo la discesa fino all’am-           di fronte (poco spostata sulla sinistra)
pia depressione prativa della Colla Ros-            punta in direzione nord verso le Case dei
sa (2172 m, 1:20 - 1:30 ore dal Colle del           Cacciatori. In leggera discesa, sempre at-
Vescovo), il cui toponimo è legato alla             traverso il lariceto, a quota 1870 la ster-
colorazione delle rocce qui affioranti.             rata lascia a destra una traccia per Upega
Sul valico incrociamo il sentiero, in real-         (palina) e giunge di fronte al cancello del-
tà qui poco evidente, che collega Upega             le Case dei Cacciatori (1835 m).
a Morignole. Lo seguiamo verso sinistra             Ci spostiamo allora a sinistra, costeggian-
(segnavia A45), facendoci guidare dai se-           do la recinzione e aggirando la proprietà
gnavia che conducono a fianco di un vec-            privata.
chio rudere militare. Con un traverso in            Ripreso il sentiero sul lato opposto del-
discesa entriamo nel lariceto, inizialmen-          la tenuta, dopo un breve tratto pianeg-
te rado, poi sempre più fitto, del Bosco            giante, ignoriamo una traccia a sinistra e
delle Navette, già conosciuto durante la            scendiamo verso destra (palina).
salita al Colle delle Selle Vecchie.                Il sentiero, sempre all’interno del fitto
Il sentiero si porta sull’ampio crinale e lo        lariceto, si sposta nuovamente sul crina-
discende diritto a lungo, fino ad arrivare          le; scendiamo allora piuttosto ripidi, con
al Poggio del Lagone (1897 m, 0:30 -                percorso rettilineo, fino a una piccola
0:35 ore dalla Colla Rossa).                        radura, dove si tralascia una traccia sulla                              Panorama verso la Liguria dal Colle delle Selle Vecchie
In questo vero e proprio crocevia ci si             destra diretta a Pian Formigola.
imbatte nella strada sterrata ex militare           Continuiamo innanzi con una ripida                                           tiera: ignoriamo il ramo di sinistra, nuo-
che collega Monesi con il Colle di Tenda,           ma breve discesa che ci porta a immet-                                       vamente per il Colle delle Selle Vecchie,
incontrata in precedenza al Colle delle             terci sul sentiero A41: a sinistra si va al                                  e prendiamo a destra per Upega.
Selle Vecchie, che si ignora; si trascu-            Colle delle Selle Vecchie, mentre noi ci                                       Complice il terreno moderatamente agevole,
ra anche la traccia di fronte, che scen-            teniamo a destra. Scendiamo ancora, al-                                        il Bosco delle Navette è un vero dedalo di
de diretta su Upega via Pian Formigola              ternando tratti ripidi ad altri più dolci,                                     sentieri: la segnaletica è buona, ma bisogna
(sempre segnavia A45), dopo essere pas-             incrociamo un sentiero non segnalato e,                                        fare attenzione a non mancare qualche bi-
                                                                                                                                   vio, onde evitare di perdere l’orientamento.
sata a fianco del sottostante laghetto.             poco oltre, ci immettiamo su una mulat-
                                                                                                                                   L’ultimo tratto del percorso, danneggiato
 Il rastrellamento tedesco dell’autunno 1944                                                                                       dall’alluvione del novembre 2016, se non
                                                                                                                                   interamente ripristinato, obbliga a qualche
 Upega è testimone di un drammatico episodio legato alla guerra partigiana. Una manovra                                            piccola deviazione dal tracciato originale.
 tedesca incominciata l’8 ottobre 1944 costringe due brigate della II divisione Garibaldi “Fe-
 lice Cascione” a riunirsi e ripiegare a Piaggia. Il comando e i feriti vengono poi spostati a                                   Inizia ora un tratto piuttosto ripido e dal
 Upega. Ma truppe tedesche, scese inaspettatamente dal Passo di Tanarello, sferrano un at-                                       fondo sconnesso, con il quale la mulattie-
 tacco al paese il 17 di ottobre, cogliendo totalmente di sorpresa e impreparati i partigiani. La                                ra perde quota, seguito da due tornanti
 resistenza è vana: il commissario “Giulio” (Libero Briganti) cade quasi subito, il vice coman-                                  ravvicinati.
 dante “Cion” (Silvio Bonfante), ferito, si suicida. Gli sbandati delle due brigate si ritrovano la
                                                                                                                                 Con Upega ormai in vista, la mulattiera
 sera stessa a Carnino, per svalicare in Val Corsaglia via Bocchino dell’Aseo e trovare rifugio a
 Fontane. I caduti di quella giornata saranno più di venti. Tutti i componenti salvatisi faranno                                 tende a confondersi tra i terrazzamenti e
 ritorno in Liguria tra il 13 e il 15 novembre, appena in tempo per sfuggire all’offensiva tedesca                               le tracce lasciate dagli animali al pascolo.
 nelle vallate monregalesi.                                            [Pannello informativo in loco]                            Piccolo speccchio d’acqua al Poggio del Lagone
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
36                Valle Tanaro } L’anello del Bosco delle Navette                                              Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero                                       37

Compie una svolta a destra presso un ri-        uAccessi: da Ceva si risale quasi inte-    u 3. L’anello del Monte Galero
piano prativo, passa in successione due         ramente la Valle Tanaro, superando Or-
rii, e tocca una fontana. Presso di essa in-    mea. Giunti a Ponte di Nava, si svolta a   Siamo all’estremità meridionale dell’arco alpino: qui le montagne digradano lenta-
comincia una pista inerbita, che scende         destra per Viozene, da dove si prosegue    mente fino a tuffarsi nel Mar Ligure. Il Monte Galero, forse l’ultima cima di rilievo,
fino alla ormai nota Cappella della Ma-         fino a Upega. A Upega sono disponibili     supera a fatica i 1700 metri, ma la sua posizione piuttosto isolata offre agli escur-
donna della Neve. Lasciata la cappella a        molti posti auto.                          sionisti panorami assai ampi che valgono da soli l’ascesa. Davvero intriganti sono
sinistra, si raggiunge la vicina strada pro-    uPunti d’appoggio: Rifugio Porta del       poi i pinnacoli rocciosi che ne caratterizzano la dorsale sud-occidentale, vere e pro-
vinciale: qui si può decidere se rientra-       Sole, locandaupega.com/rifugio,            prie colonne di roccia (brecce, in termine tecnico) che emergono imponenti dalle
re a Upega (1280 m, 1:25 - 1:35 ore dal         tel. +39 0174 390401                       pendici prative. Solo l’ultima parte dell’anello, tra malandate piste da esbosco ed
Poggio del Lagone) seguendo la strada, o        uCartografia:                              esili sentierini, risulta meno attraente.
se percorrere a ritroso il sentiero utilizza-   Fraternali editore n. 19, 1:25.000         Le quote basse e la vicinanza al mare rendono questa escursione ideale nel periodo
to all’andata.                                                                             primaverile e, ancor più, autunnale.
                                                                                           Tempo di percorrenza: 1:30 - 1:45 ore al Monte Galero, 3:00 - 3:25 l’intero anello
                                                                                           Dislivello: +536 / -2 m al Monte Galero, +630 / -630 l’intero anello
                                                                                           Distanza: 2918 m al Monte Galero, 6921 m l’intero anello
                                                                                           Difficoltà: E l
                                                                                           Quota massima: 1714 m
                                                                                           u u In corrispondenza del Bocchino                   più lungo, maggiori pendenze, maggior di-
                                                                                           delle Meraviglie (1180 m) la strada ster-            slivello e qualche breve tratto un po’ aereo.
                                                                                           rata si biforca in due piste forestali.              Assai caratteristico è però l’esilissimo crinale
                                                                                           Si tiene il ramo di sinistra, che sale a tratti      al Passo delle Caranche: chi intende allun-
                                                                                                                                                gare il percorso, può optare per questa va-
                                                                                           abbastanza ripido nel bosco. Trascuria-
                                                                                                                                                riante.
                                                                                           mo una diramazione minore a sinistra e
                                                                                           continuiamo fino al primo tornante ver-             Il sentiero si mantiene in un fitto bosco
                                                                                           so destra quando, poche decine di metri             di faggi e abeti, guadagna velocemente
                                                                                           oltre il tornante, dobbiamo lasciare la             quota con diversi tornanti e raggiunge la
                                                                                           strada e imboccare a sinistra un eviden-            dorsale orientale del Monte Galero.
                                                                                           te sentiero (segnavia A01). Il sentiero si                                                    -
                                                                                           addentra nella faggeta con lunghi traver-           tiero proveniente dal Passo delle Caran-
                                                                                           si e qualche tornante, alternando tratti            che (segnavia A01): si svolta a destra e
                                                                                           in falsopiano a brevi salite. Giunti a un           si rimonta l’ampio e panoramico crinale
                                                                                           bivio segnalato, abbandoniamo anche il
                                                                                           sentiero principale che prosegue innanzi
                                                                                           verso il Passo delle Caranche e svoltiamo
                                                                                           a destra (segnavia A01).
                                                                                            Il sentiero per il Passo delle Caranche condu-
                                                                                            ce sempre al Monte Galero, ma con percorso

                                                                                                   Palina segnavia in vetta al Monte Galero.
                                                                                                 A sinistra, sullo sfondo, il Monte Antoroto
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
38                     Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero                                                         Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero                                   39

che, con pendenze sostenute, conduce                pizzico di attenzione), quindi si torna sul
alla base della cuspide prativa terminale.          crinale prativo. Il sentiero si cala ora ripi-
Con una breve, ma assai ripida salita, si           dissimo tra i caratteristici pinnacoli roc-
guadagna infine la vetta del Monte Gale-            ciosi che si elevano dal pendio e conduce
ro (1714 m, 1:30 - 1:45 ore dal Bocchino            alla base della dorsale del Monte Gale-
delle Meraviglie).                                  ro (1507 m, 0:25 ore dal Monte Galero),
 La vista, che spazia a 360°, è davvero appa-       dove la pendenza diminuisce improvvi-
 gante e ricompensa per la fatica. La vetta è       samente. Il sentiero si biforca: dobbiamo
 però piuttosto angusta, sovente battuta dal        svoltare bruscamente a destra (segnavia
 vento. Un posto migliore per la meritata so-       A25) e traversare in discesa nella faggeta,
 sta pranzo è il piccolo colletto che si incontra   passando a valle dei pinnacoli rocciosi. Il
 poco oltre, non appena si inizia la discesa.       sentiero attraversa una zona di esbosco
Proseguendo lungo l’esile crinale verso             (si trovano i segnavia sui tronchi degli
ovest (segnavia A24), scendiamo a una               alberi che non sono stati tagliati), incro-
biforcazione presso una selletta: di fron-          cia una pista sterrata, rientra nel bosco,
te un sentierino risale alla vicina antici-         si porta su un crinale e lo segue in disce-
ma (la vetta è di fatto bifida), e la breve         sa fino alla località nota come Prato del
digressione vale senz’altro la pena; per            Poco. Ignoriamo la traccia di fronte che
continuare il nostro anello dobbiamo                scende verso Trappa, e quasi invertiamo
però tenerci a sinistra, sul versante me-           il senso di marcia puntando a destra (est),
                                                    seguendo quel che resta di una vecchia
discesa un breve traverso, agevole ma               pista forestale. La pista serpeggia assecon-
leggermente esposto (prestate solo un-              dando l’orografia del terreno e giunge
L’ampia dorsale prativa che conduce alla vetta del Monte Galero
                                                                                                                                                            Discesa lungo la dorsale del Monte Galero

                                                                                                     Le brecce del Monte Galero                       all’impluvio del Rio Bianco, devastato da
                                                                                                                                                      una recente frana. Si abbandona allora
                                                                                                     I pinnacoli rocciosi sono costituiti da “brec-   la pista e si scende a sinistra. Dopo una
                                                                                                     ce”, rocce sedimentarie originatesi dalla
                                                                                                                                                      breve risalita, il sentierino si cala a lungo
                                                                                                     disgregazione di altre rocce in ciotoli (o
                                                                                                     clasti) non arrotondati (detriti di falda) e
                                                                                                                                                      tra i faggi poi riprende velocemente quo-
                                                                                                     “cementati” assieme da un legante chimi-         ta con una serie di strette svolte e arriva
                                                                                                     co, come ad esempio il calcare.                  alla Fontana delle Meraviglie (1174 m),
                                                                                                     Nelle brecce, la composizione della roccia       risorgiva chiusa da una poco poetica cap-
                                                                                                     dipende in buona parte dalla roccia madre:       tazione in cemento. Superato il piccolo
                                                                                                     la formazione, che si estende tra il Monte       rio che ivi si origina, saliamo i pochi me-
                                                                                                     Galero e il Monte Alpe (cima assai meno ele-     tri che ci separano da una pista sterrata.
                                                                                                     vata in direzione sud-est), è caratterizzata
                                                                                                                                                      Seguendola verso destra (segnavia A36)
                                                                                                     da clasti prevalentemente dolomitici e cal-
                                                                                                     carei che, in alcuni casi, possono raggiunge-    si ritorna al vicinissimo Bocchino delle
                                                                                                     re dimensioni davvero considerevoli.             Meraviglie (1191 m, 1:05 - 1:15 ore dalla
                                                                                                                  [Carta Geologica Albenga-Savona]    dorsale del Monte Galero).
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
40                   Valle Tanaro } L’anello del Monte Galero                                                             Valle Tanaro } La Colla del Pizzo                                        41

uAccessi: da Ceva si risale la Valle Ta-      uNote: la discesa dal Monte Galero, as-          u 4. La Colla del Pizzo
naro fino a Garessio. All’ingresso della      sai ripida, prevede un breve tratto legger-
cittadina si svolta a sinistra e si seguono   mente esposto, che è meglio non affron-          C’è un pizzico di avventura in questa piacevolissima escursione, con poco dislivello
le indicazioni per Albenga. Si sale fino      tare in caso di pioggia o terreno bagnato.       ma non del tutto banale, che si svolge interamente lungo la dorsale tra la Colla dei
al Colle San Bernardo dove, sulla destra      Alla data del rilevamento la strada sterrata     Termini e la Colla del Pizzo. L’intero percorso offre ampi panorami, dal mare alle
alle spalle di una pala eolica, ha inizio     di accesso risultava interrotta per frana a      vicine vette delle Alpi Liguri. La discesa al Lago del Pizzo, seppur breve, si svolge
una strada sterrata (consigliate auto alte    circa un chilometro dal Bocchino delle           di fatto in assenza di sentiero, ma l’amenità del luogo la rende irrinunciabile. Gli
da terra). La strada, inizialmente con        Meraviglie, era necessario proseguire a          appassionati di storia, con due brevi deviazioni, potranno visitare i resti di trince-
buon fondo che poi peggiora, continua         piedi (dislivello in salita di circa 100 metri   ramenti francesi risalenti alla fine del Settecento. Unica pecca la lunga e sconnessa
per circa tre chilometri fino al Bocchino     e tempo di percorrenza di 0:20 - 0:25 ore).      strada sterrata per arrivare alla Colla dei Termini, dove ha inizio il sentiero. L’e-
delle Meraviglie (ignorare le numerose        uCartografia:                                    scursione è adatta all’estate e all’autunno, ma questa stagione è da preferire per
diramazioni laterali). Un piccolo slargo      Fraternali editore n. 26, 1:25.000               evitare le mandrie al pascolo e i non sempre affabili cani da guardianìa.
consente di posteggiare alcune auto. Chi
                                                                                               u u Il sentiero (segnavia A18) ha inizio
non vuole fare in auto la strada sterrata,                                                                                                           Tempo di percorrenza: 1:35 - 1:45 ore
per raggiungere il Bocchino delle Mera-                                                        alla Colla dei Termini (2011 m), in cor-
                                                                                                                                                     (3:05 - 3:30 ore andata e ritorno)
viglie dal Colle San Bernardo deve tenere                                                      rispondenza del grosso termine in me-
                                                                                                                                                     Dislivello: +252 / -186 m
in conto un dislivello aggiuntivo di circa                                                     tallo che segna appunto il confine tra i              Distanza: 5108 m
230 m e un tempo di percorrenza aggiun-                                                        territori dei Comuni di Frabosa Sopra-                Difficoltà: E l
tivo di 0:55-1:00 ore.                                                                         na e di Ormea. L’evidente traccia taglia              Quota massima: 2226 m
                                                                                               in direzione ovest sud-ovest le pendici
                                                                                               settentrionali della Punta dei Termini,
                                                                                               dapprima su pendii coperti di mirtilli e               l’individuazione del sentiero non crea pro-
                                                                                               rododendri, poi tra piccoli arbusti.                   blemi grazie all’aiuto della segnaletica oriz-
                                                                                                In questo tratto iniziale sono numerose le            zontale. Per visitare i resti dei trinceramenti
                                                                                                tracce lasciate dalle mandrie al pascolo, ma          napoleonici presenti sulla Punta dei Termini,
                                                                                                                                                      invece, bisogna spostarsi in assenza di sen-
                                                                                                La disgrazia della Colla dei Termini                  tiero, rimontando verso sinistra in mezzo a
                                                                                                è il 20 dicembre 1877. Una piccola comiti-            fastidiosi arbusti di rododendro buona parte
                                                                                                va di 10 persone, perlopiù giovani donne,             dei circa 90 metri di dislivello che la sepa-
                                                                                                s’incammina alle prime luci dell’alba da              rano dalla Colla dei Termini. Sulla sommità
                                                                                                Fontane di Frabosa Sottana. La loro meta è            si trova ciò che resta di un muro in pietra a
                                                                                                la Liguria, terra nella quale avrebbero pas-          secco dal fronte tenagliato.
                                                                                                sato l’inverno per lavorare come “olivere”,          Raggiungiamo senza fatica un primo col-
                                                                                                raccoglitrici di olive. Quella mattina il desti-
                                                                                                                                                     letto prativo, dove ci si sposta sul versan-
                                                                                                no serba per loro una sorte avversa: i mal-
                                                                                                capitati giungono alla Colla dei Termini, da
                                                                                                                                                     te meridionale della dorsale, aggiriamo
                                                                                                ore sotto la bufera di neve. Tutto è bianco,         verso sinistra una modesta elevazione e
                                                                                                il freddo e il vento non danno scampo; si            arriviamo a una seconda, più ampia, sella
                                                                                                salvano solo i quattro ragazzi. Nel luglio           pascoliva. Il sentiero tende a scomparire
                                                                                                2018 una targa commemorativa è stata                 e bisogna prestare attenzione ai segnavia
                                                                                                posta sul termine di confine presente alla           sul terreno; si lascia a destra la labile di-
                                                                                                Colla dei Termini.                                   ramazione per le Celle degli Stanti (se-
                                                                                                           [Una voce tra i monti, n.1 2018, p. 12]
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
42                              Valle Tanaro } La Colla del Pizzo                                                                           Valle Tanaro } La Colla del Pizzo                                      43

                                                                                                                  si tutti, invero, ridotti a traccia, a testi-
 La battaglia della Punta dei Termini
                                                                                                                  monianza della scarsa frequentazione del
 La guerra iniziata nel 1792 tra la Francia repubblicana e gli alleati austro-piemontesi, all’inizio              luogo): a sinistra si scende verso il Lago
 dell’estate del 1795 versava in una sorta di stallo da quasi due anni. Gli austro-piemontesi                     del Pizzo e il Rifugio Valcaira (segnavia
 decidono allora di passare all’offensiva, e una battaglia ha luogo proprio nella zona percorsa                   A17), a destra si divalla in direzione della
 da questo itinerario. Qui di fatto correva la linea del fronte. I Francesi erano trincerati sulla                Sella Revelli e del Bivacco Cavarero (se-
 displuviale Monte Antoroto - Pizzo d’Ormea, con ridotte alla Punta dei Termini, alla Cima
                                                                                                                  gnavia E06), mentre proseguendo innan-
 Ferrarine e alla Cima Ciuaiera, e con pezzi di artiglieria su due modeste elevazioni quotate
 2022 e 1964, situate tra il Monte Baussetti e la Colla dei Termini. […] Una vecchia mulattiera,                  zi sul crinale una traccia si eleva fino alla
 verosimilmente realizzata per posizionare le artiglierie, si rintraccia ancor oggi con partenza                  vetta del Pizzo d’Ormea.
 dalla Colla dei Termini. Per canto loro i Piemontesi avevano le ridotte sul Monte Baussetti e la                 Noi dobbiamo scendere a sinistra, per
 Cima Robert. Dal 25 giugno, fino al 5 luglio, si susseguono vari assalti da parte dei Piemontesi                 raggiungere il piccolo ma assai pittoresco
 per conquistare il Colle dei Termini. Ma a parte furibondi scontri, le posizioni sul campo non                   Lago del Pizzo, ben visibile poco a valle.
 mutano. I resti delle ridotte francesi sono ancora oggi ben evidenti sia sulla Punta dei Termi-                  Trovare il sentiero è un’impresa: ci sono
 ni che sulla Cima Ferrarine. [Storia militare del Piemonte, pp. 527; Campagnes dans les Alpes 1794-96, pp.272]                                                                 Il piccolo e appartato Lago del Pizzo
                                                                                                                  rade tacche segnavia e la traccia, che solo        Sia per il lungo avvicinamento in auto,
gnavia E12A, palina) e, quando si ritrova                  potrete dire di aver raggiunto anche una vet-          a tratti si intuisce, è sovente coperta da         sia per il sentiero non sempre immediato,
il sentiero evidente, si è ormai alle pendi-               ta nel corso dell’escursione!                          bassa vegetazione o pietre accatastate.            giungere in questo luogo richiede un po’
ci meridionali della Punta Torracca.                                                                              In ogni caso la meta è evidente e, scen-           di fatica, ma il laghetto è incantevole e
                                                         Aggiriamo, sempre a meridione, la cima,
Ci spostiamo a sud della displuviale per                                                                          dendo con un pizzico di attenzione gui-
                                                         poi riprendiamo lo spartiacque e lo se-                                                                     sostare per pranzo sulle sue sponde dav-
aggirare anche questa modesta elevazione                                                                          dati dalle tacche che si riescono a scor-
                                                         guiamo fino al colletto alle pendici di                                                                     vero rilassante. Non vi arrabbiate però
facendo però attenzione a non imbocca-                                                                            gere, in breve si arriva al Lago del Pizzo
                                                         Cima Ruscarina. Lasciata una traccia                                                                        se incontrate altri escursionisti: ci sono
re un sentiero piuttosto evidente a uso                                                                           (2077 m, 0:15 ore dalla Colla del Pizzo).
                                                         a sinistra, si inizia una breve ma ripida                                                                   vie decisamente più agevoli per giungere
pastorale che si stacca a sinistra.                      salita lungo il crinale, quindi ci si sposta              Il consiglio è di prestare attenzione al per-     fin qui, sebbene assai meno spettacolari
Dopo due tornanti ravvicinati, peraltro                                                                            corso durante la discesa, perché nella risalita
                                                         come consuetudine a sinistra (lato Valle                                                                    e “avventurose”! Il rientro alla partenza
                                                                                                                   verso la colla è decisamente più complesso
gli unici di questa lunga cavalcata di cre-              Armella), per aggirare la vetta con un                    individuare la traccia.                           dell’itinerario avviene seguendo a ritro-
sta, il sentiero piega lentamente a sinistra             tratto un poco malagevole e quasi privo                                                                     so lo stesso percorso.
                                                                                                                  La ridotta francese a Cima Ferrarine
e si porta ai piedi della Cima Ferrarine.                di sentiero a causa di massi accatastati,
 Cima Ferrarine ospita i resti di una seconda            roccette e rododendri.
 fortificazione campale francese. Si tratta di           Doppiata anche la Cima Ruscarina tor-
 una ridotta difesa da un solido muro in pietra          niamo sul crinale, qui esile, dove bisogna
 a secco, con fronte tenagliato, ancora in di-           inerpicarsi per un paio di metri su alcu-
 screte condizioni, che circonda l’intera som-           ne roccette un poco insidiose (prestate
 mità del monte. Cima Ferrarine è raggiungi-             attenzione, specialmente in discesa, e
 bile senza problemi spostandosi su terreno
                                                         ancor più con terreno bagnato). Oltre il
 agevole e senza percorso obbligato; la salita
 è consigliata lungo il versante orientale, che
                                                         piccolo ostacolo, non resta che prosegui-
 risulta decisamente il meno scosceso. Se vo-            re con qualche leggero saliscendi, poco
 lete vedere una sola delle due fortificazioni           a sud della displuviale, fino allo stretto
 toccate da questo itinerario, il suggerimento           intaglio della Colla del Pizzo (2196 m,
 è di puntare decisamente su questa, sia per             1:20 - 1:30 ore dalla Colla dei Termini).
 il miglior stato di conservazione, sia per la           Nonostante il valico sia decisamente an-
 maggior facilità nel raggiungerla, sia perché           gusto, da qui originano vari sentieri (qua-
U 1. Il Monte Armetta - Cuneotrekking
44                        Valle Tanaro } La Colla del Pizzo                                                       Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina                                      45

uAccessi: da Ceva si risale la Valle Ta-       rosse sono spesso alternate a vecchie tac-    u 5. Da Chionea a Quarzina
naro fino a Ormea dove si svolta a destra      che arancioni; alcune tacche bianco-ros-
in Piazza della Libertà (poco prima del        se sono posizionate in modo erroneo, e        Un piccolo tuffo nel passato, tra terrazzamenti, castagneti secolari, vecchie borga-
distributore di benzina). Al fondo dello       possono condurre fuori dal sentiero. Si       te ancora con la loro fisionomia poco intaccata dal turismo, campi e pascoli.
slargo si prosegue diritti sulla piccola       sconsiglia in caso di scarsa visibilità per   Una traversata facile, ma decisamente piacevole, che termina con sentieri affaccia-
strada asfaltata in direzione di Valdar-       i problemi di orientamento che possono        ti sul mare. Le quote relativamente basse, i molti tratti esposti a mezzogiorno, ne
mella. Prima di raggiungere la frazione        sorgere. La zona è interessata al pascolo     fanno la gita ideale quando si scioglie la neve, con belle fioriture primaverili, e fino
si svolta a destra per la borgata Villaro.     di ovini e bovini, prestare attenzione ai     all’autunno inoltrato, dove ci si trova immersi in una tavolozza di colori; un po’
Si supera Villaro e si arriva alle poche       cani da guardianìa durante la stagione        calda, invece, se affrontata in piena estate.
case di Cascine, dove termina l’asfalto. Si    della presenza di mandrie e greggi negli      Anche gli appassionati della buona cucina non resteranno delusi da questa escur-
prosegue su sterrato piuttosto sconnesso       alpeggi in quota.                             sione: sia il Rifugio Chionea che il Rifugio Quarzina, nelle due omonime frazioni,
per oltre 8,5 km (vivamente consigliata        uCartografia:                                 sapranno offrirvi ottimi piatti (ma se siete fuori stagione, verificate l’apertura)!
un’autovettura a trazione integrale o suf-     Fraternali editore n. 19, 1:25.000
                                                                                             Tempo di percorrenza: 2:15 - 2:35 ore al Lago del Lao, 3:10 - 3:35 ore a Quarzina
ficientemente alta da terra). Trascurando
                                                                                             Dislivello: +544 / -78 m al Lago del Lao, +598 / -376 m a Quarzina
le varie diramazioni laterali (all’unica                                                     Distanza: 7197 m al Lago del Lao, 10479 m a Quarzina
biforcazione di rilievo, a quota 1593, si                                                    Difficoltà: E l (adatta a famiglia con bambini)
tiene la sinistra), la sterrata raggiunge la                                                 Quota massima: 1620 m
Colla dei Termini, dove si lascia l’auto.
uNote: nonostante il discreto numero                                                         u u Nel   centro di Chionea (1104 m) si         pluvio del Rio Chiapino, scavalcato da un
di segnavia, il sentiero non è sempre evi-                                                   imbocca la strada asfaltata che scende a        antico ponte in pietra.
dente e le tracce delle mandrie al pascolo                                                   sinistra (ovest) a fianco della chiesa.
                                                                                             Usciti dal paese, la strada diventa sterra-      Gli Aboil’alluvione del novembre 2016, il Rio
                                                                                                                                              Durante
sovente confondono sulla direzione da
seguire. Recenti tacche segnavia bianco-                                                     ta (segnavia A20); al primo bivio (palina)       Il lunedì della settimana di Carnevale, grup-
                                                                                             bisogna seguire il tratturo sulla destra, tra    pi di giovani provenienti dalle frazioni di
                                                                                             prati, castagneti da frutto e ciliegi. Poco      Chionea e di Chioraira, indossando un cap-
                                                                                             dopo ci si immette su un’ampia mulattiera        pello nero cui erano cuciti nastri colorati o
                                                                                             che, con percorso pianeggiante, raggiunge        travestendosi da donna con lunghe tuni-
                                                                                                                                              che bianche e scialli, vagavano suonando,
                                                                                             Porcirette Sottane (1094 m, fontana). Tra        cantando e facendo la questua attraverso
                                                                                             le case della borgata si ignora un primo         le varie frazioni di Ormea. Raccoglievano
                                                                                             bivio, a destra, per Porcirette Soprane;         uova, vino e viveri dai residenti, traspor-
                                                                                             continuando diritti si arriva in poche de-       tando il tutto a dorso di mulo. Gli Aboi, così
                                                                                             cine di metri a un’ulteriore biforcazione:       venivano chiamati, erano ospitati dagli
                                                                                             non scendiamo a sinistra in paese ma pro-        abitanti locali: durante il giorno organiz-
                                                                                             seguiamo innanzi anche in questo caso.           zavano canti, balli e scherzi. La domenica
                                                                                                                                              organizzavano un banchetto con quanto
                                                                                             Un piacevole e rilassante tratto in piano,
                                                                                                                                              raccolto. Questa antica tradizione pare si
                                                                                             tra pregevoli muretti a secco e bei casta-       ispiri ai festeggiamenti per la cacciata dei
                                                                                             gneti da frutto, conduce fino alla chiesa        Saraceni dalla Val Tanaro nel X secolo.
                                                                                             di Case Rian. Prima dell’edificio religioso      La festa è caduta in disuso negli anni ‘50
                                                                                             si svolta a sinistra, scendendo dapprima         del secolo scorso. è stata riproposta dal
                                                                                             all’interno della borgata, quindi all’im-        2005 dalla locale sezione del CAI.
                                                                                                                                                               [Piemonte Parchi n.163, p. 36]
46                       Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina                                                                     Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina                                     47

 Durante l’alluvione del novembre 2016, il          Il lago del Lao
 rio Chiapino ha allargato enormemente il suo
 letto e ha quasi travolto il vecchio ponte in      Nel piccolo specchio d’acqua, vive una
                                                    nutrita colonia di specie anfibie. Oltre
 un secondo ponte, in pietra e legno, per con-      alla Rana temporaria (Rana temporaria),
 sentire di superare il nuovo e più ampio alveo.    nel Lago del Lao si trova anche il ben più
                                                    raro Tritone alpestre (Mesotriton alpestris,
Oltre il ponte, una mulattiera selciata tra-        subsp. apuanus), che ha qui una delle sue
versa in ripida salita sul versante opposto         stazioni più settentrionali. Questo piccolo
poi, con un paio di tornanti, si immette su         urodelo (anfibio dotato di coda), dall’a-
un’altra mulattiera, pianeggiante e inerbi-         spetto molto vagamente simile a una lu-
ta. Andiamo a sinistra, fino a raggiungere          certola, può raggiungere i 12 anni di vita.
la stradina asfaltata che serve il cimitero                   [Anfibi e rettili della Val Tanaro, p . 36]
di Chioraira. Seguiamo la stradina ancora
verso sinistra e ci lasciamo condurre nella        costruzioni, in gran parte dirute, di Stalle
                                                                                                                                             ll Lago del Lao                               La Croce dei Gasti
bella frazione Chioraira (1097 m, 0:40 -           Colletto (1312 m). Poco oltre le case una
0:45 ore da Chionea, numerose fontane).            mulattiera inerbita si stacca a sinistra                  La Colma, se ci sforziamo di non vedere il        bondanti), che guidano tra aperte distese
Tra le case del paese imbocchiamo a de-            (sud): dopo un tratto pianeggiante nel bo-                vicino poggio irto di antenne, è un luogo de-     prative fino alla località nota come Croce
stra una pista sterrata (pilone votivo, pa-        sco, non perdiamo i segnavia che ci guida-                cisamente ameno: una sorta di pianoro in          dei Gasti (1616 m circa, 0:15 ore dal Lago
                                                                                                             quota, solcato da muri a secco, punteggiato       del Lao), dove si incontra una malandata
lina, segnavia A20) che, in un centinaio           no a destra su un sentiero.
                                                                                                             da radi alberi e arbusti, affacciato sul mare e
di metri, si immette sulla strada sterrata         Risaliamo il pendio all’interno di una fre-                                                                 croce di legno. Oltre questo punto la trac-
                                                                                                             decisamente baciato dal sole. Anche il Lago
(anch’essa proveniente da Chioraira, ma            sca faggeta, che più in quota si mischia                  del Lao, se si visita in una stagione in cui è
                                                                                                                                                               cia si fa più evidente, e scende tra erba,
più da valle) diretta a La Colma.                  con larici e ciliegi. Passato l’impluvio del              pieno d’acqua, seppur piccolo, merita una         roccette e radi pini su un lungo costone.
Andiamo a destra. La sterrata s’innalza            piccolo Rio Rava Grossa e superato un                     sosta, magari alla ricerca di suoi piccoli abi-   Al termine della discesa si arriva alle spal-
lentamente con lunghi tornanti: supera la          breve tratto tra pietrame, la salita por-                 tanti (che non vanno però disturbati o presi      le delle poche case di Biranco (1437 m,
borgata Rizzi, circondata da un fantastico         ta a una strada sterrata che proviene da                  in mano).                                         0:20 ore dalla Croce dei Gasti). Scendia-
castagneto secolare, tocca la borgata La           Aimoni, proprio in corrispondenza di un                  Alle spalle del laghetto si estende una            mo a valle delle abitazioni e raggiungiamo
Costa, e infine termina presso le poche            tornante. Seguiamo la strada verso destra,               zona acquitrinosa che è meglio evitare: bi-        la strada sterrata che serve la borgata (non
                                                   all’ombra di un filare di larici, sbucando               sogna spostarsi verso destra, scavalcare il        considerate nessuna delle due piste ster-
                                                   sull’ampia dorsale pascoliva de La Colma                 lungo muretto a secco poco distante, e se-         rate che dai pressi di Biranco puntano a
                                                   (1500 m, 1:20 - 1:35 ore da Chioraira).                  guire il sentierino segnalato che sale verso       ovest). Proseguiamo verso est e superia-
                                                   Alla nostra destra raggiungiamo la ben vi-               sud-ovest tra ondulati dossi prativi.              mo quasi subito il sentiero a destra per
                                                   sibile Cappella di San Giovanni Battista.                In pochi minuti ci troviamo così su un’al-         Merea (segnavia A22); la strada (sempre
                                                   Alle sue spalle inizia una vecchia mulat-                tra strada sterrata, questa volta provenien-       segnavia A22). La strada continua in leg-
                                                   tiera (segnavia A12) che taglia in costa tra                               La seguiamo verso destra,        gera discesa tra pendii terrazzati; molto
                                                   erba, arbusti e roccette. A tratti ridotta a             per circa 300 metri, quando dobbiamo               più avanti, quando la sterrata si biforca,
                                                   sentiero, la mulattiera aggira un costone e              prestare attenzione alla palina segnavia           ignoriamo il ramo di sinistra che sale a La
                                                   raggiunge il Lago del Lao (1570 m circa,                 che indica di abbandonare la strada per            Colma e continuiamo diritti.
                                                   0:15 ore da La Colma).                                   imboccare una traccia che si stacca a sini-        In breve si raggiunge la stradina asfaltata
                                                   La Chiesa di San Giovanni Battista a La Colma;           stra. La traccia non è affatto evidente e ci       che porta a Quarzina (1326 m, 0:20-0:25
                                                   sullo sfondo, il Pizzo d’Ormea                           si deve affidare ai segnavia (nemmeno ab-          ore da Biranco).
48                     Valle Tanaro } Da Chionea a Quarzina                                               Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie                        49

uAccessi: da Ceva si risale la Valle Ta-                                                    u 6. Il Rifugio Mongioie e il Mongioie
naro fino a Ormea dove si svolta a destra     qui a ritroso fino a Chionea, oppure limi-
in Piazza della Libertà (poco prima del       tare l’ascesa fino al Lago del Lao per poi    Due escursioni in una. Una breve, al Rifugio Mongioie, ideale per una scampagnata
distributore di benzina). Al fondo del-       rientrare. In caso di scarsa visibilità può   in compagnia e una buona polenta in rifugio (la cui cucina permette però scelte
lo slargo, a sinistra, si prende la piccola   sorgere qualche problema di orientamen-       ben più ampie). L’altra lunga, faticosa, alla vetta del Mongioie. La seconda cima
strada asfaltata che sale a Chionea e Chio-   to tra il Lago del Lao e Biranco.             delle Alpi Liguri (più bassa del Marguareis solo di una ventina di metri) è, perlome-
raira. Al primo bivio si svolta a destra,     uPunti d’appoggio: Rifugio Chionea,           no nel parere dell’autore, la vetta “escursionistica” più spettacolare di questo set-
seguendo le indicazioni per Chionea. Po-      gestito, www.rifugiochionea.com,              tore delle Alpi. La sua cuspide di bianchissime rocce calcaree, l’essere tutto som-
chissimi i posti auto disponibili.            cell. +39 331 9699697;                        mato isolata, la vista che spazia dalla Val d’Aosta fino al mare, sono caratteristiche
uNote: Trattandosi di una traversata, è                                                 -   che non mancheranno di ammaliare anche voi.
consigliabile lasciare un’auto a Chionea e    quarzina.com, cell. +39 339 1978652           Se il Rifugio Mongioie è raggiungibile in assenza di neve quasi tutto l’anno (l’acces-
                                              uCartografia:                                 so con la neve esula dallo scopo di questo libro), la salita al Mongioie va compiuta
deve tornare sui suoi passi puntando da       Fraternali editore n. 19, 1:25.000            indicativamente tra metà luglio e settembre; un’unica accortezza: bisogna rag-
                                                                                            giungere la vetta già di buon mattino se non ci si vuole ritrovare in mezzo a nuvole
                                                                                            basse che, nelle giornate estive, si formano con ragionevole certezza e abbraccia-
                                                                                            no affettuosamente tutte le cime delle Alpi Liguri.
                                                                                             Tempo di percorrenza: 0:50 - 1:00 al Rifugio Mongioie (1:25 - 1:40 andata e ritorno),
                                                                                             3:40 - 4:10 ore al Mongioie (6:10 - 7:00 andata e ritorno)
                                                                                             Dislivello: +308 / - 0 m al Rifugio Mongioie, +1389/ -0 al Mongioie
                                                                                             Distanza: 1728 m al Rifugio Mongioie, 6532 m al Mongioie
                                                                                             Difficoltà: E l al Rifugio Mongioie (adatta a famiglie con bambini), E/EE l al
                                                                                             Mongioie
                                                                                             Quota massima: 2631 m
                                                                                            u u Il sentiero (segnavia A07) ha inizio a fontana. Oltre le ultime case del paese la
                                                                                            Viozene (1242 m), sul retro della chiesa strada prosegue come pista sterrata.
                                                                                            Parrocchiale di San Bartolomeo.               Si ignora sulla destra una malandata pista
                                                                                            Una ripida salita in cemento porta a una sterrata che scende ad attraversare il Tor-
                                                                                            stradina asfaltata, che seguiamo a destra rente Regioso e si giunge a un evidente
                                                                                            in salita, incontrando poco dopo una bivio, dove si tiene la sinistra (indicazioni
                                                                                                                                                                         Pian Rosso
50                  Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie                                                 Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie                                 51

                                                                                                      che protegge il rifugio dalle mandrie al           una miriade di tagli e scorciatoie hanno pro-
                                                                                                      pascolo, in direzione nord nord-est, si            vocato un forte dissesto del suolo, con note-
                                                                                                      stacca il sentiero per il Bocchino dell’A-         voli danni al sentiero principale che, specie
                                                                                                      seo. Trascurato il bivio a sinistra per il         in quota, tende a diventare sempre più ripido
                                                                                                                                                         e faticoso per la progressiva scomparsa dei
                                                                                                      Passo del Cavallo e il Rifugio Mondovì,
                                                                                                                                                         tornanti. Si raccomanda una volta di più di
                                                                                                      ritroviamo poco oltre il sentiero che sale         seguire il sentiero principale senza percorre-
                                                                                                      da Viozene, abbandonato poco prima                 re le scorciatoie.
                                                                                                      del rifugio. Seguendolo verso sinistra,
                                                                                                      traversiamo lungo pendii detritici iner-          Oltre il boschetto, dopo alcune ampie
                                                                                                      biti punteggiati da rada vegetazione;             svolte e un ripido traverso, il sentiero
                                                                                                      passato un impluvio, lasciamo ancora a            piega quasi pianeggiando verso destra
                                                                                                      sinistra il sentiero per il Bocchino delle        (est) e, con una nuova serie di tornanti
                                                                                                      Scaglie (possibile via più impegnativa            (sorgente pochi metri a destra del sentie-
                                                                                                      per il Mongioie).                                 ro a quota 2035 circa), guadagna la conca
                                                                                                      Con un repentino aumento di pendenza,             prativa di Pian dell’Olio.
                                                                                                      ci addentriamo nel Vallone della Vastera,         Il tracciato spiana di nuovo leggermen-
                                                                                                      risalendo con stretti tornanti alternati a        te, attraversa la conca sul versante destro
                                                                                                      brevi ripidi traversi un boschetto di pini.       orografico e riprende a salire deciso per
                                                                                                                                                        superare la balza rocciosa che, tra impo-
                                                                                                       Lungo la salita al rifugio, ma soprattutto nei
                                                                                                       tratti più ripidi verso il Bocchino dell’Aseo,   nenti pareti calcaree, sembra sbarrare il
                                                                                                                                                           La cresta che conduce alla vetta del Mongioie
La testata della Valle Corsaglia e il Lago Raschera dal sentiero per il Mongioie
a sinistra per il “Sentiero Natura”, segna-            ridiscende verso Viozene poi, alla succes-
via A07). La pista sale all’interno di un              siva biforcazione, teniamoci a destra.
bosco di latifoglie miste e termina poco               Una salita piuttosto ripida, con qualche
oltre, presso una baita riattata.                      svolta, conduce alla “Cabana de Cian
Proseguiamo a destra dell’abitazione, su               Ruscet”, bella baita in pietra che lascia-
sentiero dal fondo a tratti sconnesso ed               mo sulla destra.
eroso dalle acque di ruscellamento. Tra-               Usciti dal bosco, si è ormai ai margini
scuriamo una prima traccia a sinistra che              dell’ampio pianoro pascolivo di Pian
 La via del sale per il Bocchino dell’Aseo
                                                       Rosso: a un crocevia si trascurano a de-
                                                       stra sia il bivio per il Bocchino dell’Aseo
 Per questo valico sarebbe transitata una              e il Mongioie (segnavia A07, percorribi-
 antica via di comunicazione, una delle                le da chi non vuole passare dal rifugio),
 numerose ‘Vie del Sale’, che avrebbe col-             sia quello per il Pian del’Arma (segnavia
 legato la Liguria con Mondovì, attraverso
                                                       ATT, Alto Tanaro Tour).
 la Colla della Balma in Val Maudagna. Sul
 versante meridionale del valico, il toponi-
                                                       Si volge invece a sinistra (ovest) e si rag-
 mo Pian dell’Olio avvalora tradizioni e leg-          giunge in pochi minuti il Rifugio Mon-
 gende sul luogo ove pare avvenissero i pa-            gioie (1550 m, 0:50 - 1:00 ore da Vio-
 gamenti dei dazi e gli scambi commerciali.            zene). Appena prima della recinzione
                             [Alpi Liguri, p. 440]
52                   Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie                                                          Valle Tanaro } Il Rifugio Mongioie e il Mongioie                 53

                                                                                                                 parecchi posti auto.                      uCartografia:
                                                                                                                 uPunti   d’appoggio: Rifugio Mongioie,    Fraternali editore n. 19, 1:25.000
                                                                                                                 gestito, www.rifugio-mongioie.com, tel.
                                                                                                                 +39 0174 390196

A sinistra: le prime luci sul Mongioie, visto dalla Val Corsaglia. La salita alla vetta avviene lungo l’enorme
piano inclinato a sinistra nella foto. A destra, il Rifugio Mongioie
vallone. Il vallone termina invece apren-                difficoltosa la salita e il panorama via via
dosi, ed un comodo tratto di sentiero                    più ampio. Arrivati sul filo di cresta, lo
che punta a nord raggiunge il Bocchino                   si percorre verso sinistra (sud sud-ovest),
dell’Aseo (2295 m, 2:05 - 2:20 ore dal Ri-               per alcune decine di metri su roccette,
fugio Mongioie).                                         fino a raggiungere la croce posta in vetta
  Il Bocchino dell’Aseo è un ampio e agevole             al Mongioie (2631 m, 0:45 - 0:50 ore dal
  valico prativo che mette in comunicazione la           Bocchino dell’Aseo).
  Valle Tanaro con la testata della Valle Corsa-         Maestoso il panorama, con la vista che
  glia. Nelle limpide giornate autunnali, la vi-         spazia in ogni direzione, dal mare alle
  sta spazia fino al lontano gruppo del Monte            cime della Valle d’Aosta.
                                                         uAccessi: da Ceva si risale quasi intera-
  versanti delle Alpi, uno che guarda la pianu-
                                                         mente la Valle Tanaro, superando Ormea.
  ra, l’altro il mare, rende il valico sovente bat-
                                                         Giunti a Ponte di Nava, si svolta a destra
  tuto da venti intensi.
                                                         per Viozene. A Viozene sono disponibili
Pochi metri prima del Bocchino dell’A-
seo una palina segnaletica ci indica sul-
la sinistra l’inizio del sentiero (se tale si
può definire) per la vetta del Mongioie
(segnavia A07B).
Il percorso alterna tratti con stretti tor-
nanti, tratti scalinati su roccette e tra-
versi. Costanti però restano la forte pen-
denza, il pietrisco che rende un po’ più
54         Valle Tanaro } Il Rifugio Don Barbera e Punta Marguareis                                   Valle Tanaro } Il Rifugio Don Barbera e Punta Marguareis                                       55

u 7. Il Rifugio Don Barbera e Punta Marguareis
Un po’ come per l’itinerario precedente, potete scegliere tra una gita di medio
impegno, al Rifugio Don Barbera, o una escursione decisamente lunga alla vetta
più alta delle Alpi Liguri, Punta Marguareis. Ma avete anche una terza possibilità:
per godere appieno dei luoghi, e nutrire buone speranze di giungere in vetta prima
delle nuvole che sovente la avvolgono, il consiglio è di spezzare l’escursione in due
giorni. Si pernotta al Rifugio Don Barbera, dove l’accoglienza è cordiale e il cibo
anche migliore, e la mattina successiva ci si alza di buon’ora per l’ascesa.
Andando al concreto, la parte più interessante della gita è a monte della Gola della
Chiusetta, quando pascoli e bacini lacustri interrati preludono ai tipici paesaggi
carsici che si incontrano tra il rifugio e il Colle della Gaina, con le bianche rocce
modellate e incise dai fenomeni erosivi.
Grandioso il panorama dalla croce di vetta ma, se soffrite di vertigini, non affaccia-
tevi sul lato della Valle Pesio: avete sotto di voi una parete verticale di circa 600
metri! I mesi estivi, da luglio a fine settembre, costituiscono il periodo ideale per
questa gita.
                                                                                                                                                                     La salita verso Punta Marguareis
Tempo di percorrenza: 2:15 - 2:35 ore al Rifugio Don Barbera (3:55 - 4:30 ore anda-                                                                   un grosso prefabbricato metallico.
ta e ritorno), 4:00 - 4:30 ore a Punta Marguareis (6:45 - 7:40 ore andata e ritorno)         Il toponimo “Lago dei Signori”                           Alle sue spalle, distante poche decine di
Dislivello: +716 / -14 m al Rifugio Don Barbera, +1314 / -39 m a Punta Marguareis            Il primo dei due pianori, oltre la Gola del-             metri ma assai più invitante nell’aspetto,
Distanza: 5735 m al Rifugio Don Barbera, 8539 m a Punta Marguareis                           la Chiusetta, oggi noto come Piana della                 si trova anche il nuovo Rifugio Don Bar-
Difficoltà: E l al Rifugio Don Barbera, E l a Punta Marguareis                               Chiusetta, era la sede del Lago dei Signori.             bera (2079 m, 1:00 - 1:10 ore dalla Gola
Quota massima: 2652 m                                                                        Sebbene il lago si sia parzialmente trasfor-             della Chiusetta).
uu Dal posteggio a valle di Carnino                                                          mato in torbiera, la sua presenza è testi-
                                              stra il bivio per il Passo delle Mastrelle                                                                Il Rifugio Don Barbera
                                                                                             moniata dal toponimo del Colle del Lago
Superiore (1377 m circa), imbocchiamo         (segnavia A04), traversa ai piedi di alcuni                                                              La prima realizzazione del rifugio risale al
                                                                                             dei Signori, valico al confine con la Francia
la viuzza che passa tra le case della bel-    salti di roccia e raggiunge lo stretto in-     ubicato alla testata del Vallone dei Maestri.             1966, grazie alla sezione del CAI di Albenga.
la borgata e ne esce in direzione ovest.      taglio della Gola della Chiusetta (1811        [La Guida del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro, p. 200]    Si trattava di una struttura prefabbricata in
Lasciamo quasi subito a sinistra il bivio     m, 1:15 - 1:25 ore dal posteggio a valle                                                                 metallo con 18 posti letto. Non più in gra-
per il Passo del Lagarè (segnavia A29) e      di Carnino Superiore).                        rale proveniente dal Rifugio Don Bar-                      do di soddisfare le esigenze del moderno
seguiamo il sentiero che si addentra nel      passaggio, che dà accesso al Vallone dei      bera. Tenendoci a destra delle costruzio-                  turismo alpino, l’allora Parco Naturale Alta
Vallone di Carnino (segnavia A03).            Maestri, porta a una prima piana pasco-       ni, e ignorando la pista, imbocchiamo il                   Valle Pesio e Tanaro (oggi Parco Naturale
                                                                                                                                                       del Marguareis) decide di farsi carico della
Il percorso, tortuoso, nella parte iniziale   liva, cui ne segue una seconda, ben più       sentiero che si allunga sul versante sini-
                                                                                                                                                       costruzione di un nuovo rifugio al Colle dei
si snoda lungo caldi e assolati versanti,     ampia, dopo una breve risalita. La piana,     stro orografico del vallone. Con un lungo                  Signori, inaugurato nel 2006.
coperti in prevalenza da vegetazione ar-      sede dell’alpeggio delle Selle di Carnino,    diagonale tra distese pascolive e roccette                 è dedicato alla figura di Don Umberto Bar-
bustiva. Una piccola fontana, con la vi-      recentemente riattato, dei ruderi del Ri-     affioranti guadagniamo lentamente quo-                     bera, classe 1886. Preso il sacerdozio nel
cina panca in legno, è l’unico punto di       fugio Selle di Carnino e della Cappella di    ta; lasciata a destra la diramazione per il                Vecchio Seminario di Albenga, si diploma
ristoro che si incontra.                      Sant’Erim, che seppur vicina al sentiero      Colle del Pas (segnavia A03B), dopo una                    maestro elementare. Alpinista, è molto at-
Il sentiero taglia quindi il versante sini-   rimane però nascosta alla vista, è rag-       breve ma erta impennata tra roccette, ci                   tivo nell’avvicinare i giovani alla montagna;
                                                                                                                                                       muore nel 1946, all’età di 60 anni.
stro orografico del vallone, lascia a de-     giunta da monte da una pista agro-pasto-      appare infine di fronte il vecchio rifugio,                     [Rifugio Don Barbera, Don Umberto Barbera]
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