Tutto l'Acquedotto Storico in quattro percorsi - 1 Cavassolo - Molassana 2 Anello del Geirato 3 Molassana - Staglieno 4 Manin - Porto Antico ...
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Tutto l’Acquedotto Storico in quattro percorsi. 1 Cavassolo – Molassana 2 Anello del Geirato 3 Molassana – Staglieno 4 Manin – Porto Antico
Sostenibilità È questa la parola che ha aperto il 2022, Spesso associamo all’idea di sostenibilità Ma quando si parla di sostenibilità è questa la parola che ha accompagnato i ed “impatto zero” immagini futuristiche di ambientale, non possiamo non dedicare il sogni e le speranze di ripresa dopo la tecnologie che di fatto sono ancora in fase nostro primo pensiero al più importante terribile pandemia del 2020. Un evento che di studio e saranno disponibili in un futuro degli “elementali”, simbolo stesso della vita: ci ha dato la possibilità di ripensare il nostro sicuramente vicino ma non ancora l’acqua. stile di vista su questa Terra per percorrere imminente. assieme la strada verso un nuovo futuro L’acqua che sgorga dal ventre della ecologico e sostenibile. Eppure, almeno per la mobilità, esiste una montagna, l’acqua per la quale l'umanità ha soluzione immediata ed alla portata di tutti: costruito imponenti opere per trasportarla Una sostenibilità che passa sia attraverso i il trasporto pubblico collettivo. Un modo di sino nel cuore delle città, l’acqua che sfocia comportamenti collettivi che, soprattutto, muoversi non solo ecologico ed economico, nel mare, dal quale nacque la vita e dal quelli individuali: un modo di vita sostenibile ma un tipo di mobilità che permette di fruire quale il ciclo stesso dell’acqua ha la sua che possiamo e dobbiamo per tanto delle bellezze storiche e turistiche della origine. adottare nelle azioni di tutti i giorni. nostra Superba Genova in maniera più versatile e dinamica del mezzo privato. Allora quale miglior modo per vivere questa Una sostenibilità che può e deve essere nuova avventura dell’Umanità se non un vissuta non solo come dovere sociale, ma Il trasporto pubblico permette di vivere viaggio ideale che, partendo dalle sorgenti che può rappresentare una nuova esperienze impensabili con il mezzo privato, che sgorgano dai monti dell’entroterra di opportunità di vivere e scoprire la nostra diventando esso stesso storia ed attrazione Genova, ci farà inseguire il corso dell’acqua Città. turistica. attraverso tutta la città sino al mare, 2
calcando il percorso dell’Acquedotto Passo dopo passo, lungo questo itinerario Buon viaggio Storico e che ci permetterà di rivivere la avremo la possibilità di percorrere assieme storia di Genova attraverso il trasporto la strada verso il nostro futuro. pubblico. Uno strettissimo rapporto quello tra Genova, l’Acquedotto Storico ed il trasporto pubblico che si concretizza nel sincretismo tecnico e storico rappresentato dalla funicolare di Sant’Anna, primo impianto di risalita di Genova inaugurato il 26 novembre 1891 ed alimentato proprio con le acque dell'Acquedotto Storico. La strada verso il futuro è quindi tracciata, ed ha il colore verde della natura e blu dell’acqua, ha il candore del sorriso dei nostri figli ai quali abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore, un mondo nel quale l’Uomo e la Natura saranno una cosa sola. Ponte Sifone sul torrente Geirato 3
Come si usa la guida PEDEstriBUS Acquedotto Storico è una Sono inoltre descritte altre tratte ad oggi Lungo il percorso sono comunque presenti ed guida nata per consentire di scoprire tutto non percorribili oppure di difficoltà non indicati numerosi ulteriori accessi ed uscite l’acquedotto storico da Cavassolo fino al compatibile con il resto del percorso ma che inerpicandosi in suggestive creuze e Porto Antico utilizzando i mezzi pubblici. comunque di rilevante valore storico. pittoreschi borghi conducono al fondovalle Sono state scelte quattro tratte, tutte con Per ogni tratta sono indicate le linee in ovvero consentono l’accesso all’acquedotto partenza ed arrivo, dai principali capilinea: partenza ed arrivo ai capi della tratta lungo tutto il suo sviluppo. stessa, tutte le linee urbane ed extraurbane Per l’itinerario che da Manin conduce al Porto Prato, Molassana intersecate dal percorso ed accessi/uscite Antico, sviluppandosi nel centro città, sono Staglieno (Cimitero Monumentale), intermedi per i quali sono indicati il nome indicate solo le linee di inizio e fine del Manin (Ferrovia Genova-Casella), ed il codice AMT sia in direzione centro che percorso e tutti gli impianti storici incontrati, Caricamento (Porto Antico). in direzione periferia: questo permette veri protagonisti di questa tratta. Anche in Prima tratta: all’escursionista di poter pianificare il questo caso tramite l’app di AMT si possono Cavassolo – Molassana Km 7 proprio viaggio utilizzando l’app AMT per verificare i transiti degli autobus, orari di verificare orari e transiti dei mezzi pubblici. apertura degli ascensori e corse degli impianti Seconda tratta: storici per un’esperienza di viaggio ottimale. Anello del Geirato Km 6 La APP AMT è Le rappresentazioni grafiche dei percorsi Terza tratta: disponibile nelle non sono in scala ma hanno il solo scopo Molassana – Staglieno Km 8 due versioni, di descrivere l’itinerario nel suo sviluppo per Android e generale, indicare i punti salienti e gli Quarta tratta: iOS. accessi pincipali alla rete di trasporto Manin – Porto Antico Km 3,5 Inquadra il QRcode per scaricare la APP. pubblico. 4
Esempi di cartelli indicatori Scarica l’app AMT Scarica la guida completa in PDF STENCIL Scarica l’app AMT Scarica la guida completa in PDF Questo Questoprogetto progetto èèstato stato Questo Questoprogetto progetto èèstato stato 昀nanziato con 昀nanziato con il il contributo contributodidi 昀nanziato con 昀nanziato con il il contributo contributodidi 5
La segnaletica Pedestribus Su tutte le fermate indicate sulla guida sono presenti cartelli e stencil che vi guideranno fino alla segnaletica ufficiale dell’Acquedotto “bollo blu”. 6
Accessi pedonali all’Acquedotto Storico n Via Raitano - Via B. Da Porto - n Via Lucarno - Salita dei Muli n Via Fossato Cicala - Via Castello di Struppa - Filtri Salita della Liggia n Via Giro del Fullo - n Via G. Raitano - Via B. Da Porto Salita San Bazà n Salita ai Molini di Cicala Salita Ruinà - portale Barabino n Via Giro del Fullo - n Salita Preli - Via Lodi n Via Ritale - Salita Scaglie - Via Costa di San Siro Via Trossarelli n Via Lodi - Salita della Chiappa n Via Bosco di Molassana - n Via B. Da Porto - Via Chiesa di Molassana n Salita alla Chiesa di Staglieno Via P. Partenopeo - Sal. Inf San Cosimo - n Salita G. M. Cotella - n Via Sup. del Veilino - Via Trossarelli Via San Felice Sal. San Pantaleo n Via Trossarelli - Via B. Fazio - n Crosa dei Morchi Sal. Calanca - Via Gambonia n Salita alla Chiesa n Via Rio Torbido - di San Gottardo Salita Massiglione 7
L’ Acquedotto Storico, 22 km di “Via dell’Acqua” Dalla Presa di Bargagli, seguendo la realizzato a mezza costa (130 m Sanl.m.) cittadini ed Associazioni di nostalgici ed Valbisagno a mezza costa del tracciato raccogliendo le acque dei rivi fino alla valle appassionati del territorio decidono di dell’Acquedotto Storico (u cundutu, come del Veilino (Staglieno). rianimare questo prezioso patrimonio del dicono i genovesi), giunge a Via delle Nel 1355, prosegue fino alla Valle del nostro territorio. A partire dal 2005 11 Ginestre per poi proseguire nel centro Trensasco e successivamente, a partire dal associazioni riunite in un coordinamento, cittadino fino al Porto Antico. 1623 conclude il suo prolungamento alla promuovono una prima serie di iniziative Presa di Bargagli, sfruttando ogni volte al recupero e alla valorizzazione Tutto ha inizio attorno al 202 A.C. in epoca captazione proveniente dai rivi dell’intera dell’Acquedotto Storico coinvolgendo le Romana, quando Genova sentì l’esigenza di vallata. Istituzioni (Municipio, Comune, Provincia, rifornirsi di più acqua per il rifornimento Regione, Sovrintendenza). delle navi, per il funzionamento dei mulini e L’Acquedotto Storico, per problemi di degli opifici. Fu costruito un primo stabilità del terreno, da subito è un Da allora, innumerevoli sono state le attività acquedotto che dall’attuale Giro del Fullo a continuo cantiere confermato dalle tante culturali ed escursionistiche che hanno Molassana, sfruttando un bacino d’acqua successive opere di deviazioni di percorso coinvolti gli insegnanti di ogni ordine e del lago Dragonarius, per circa 7 km, tramite gallerie, ponti canale e sifone, grado dalle scuole materne all’Università, giungeva in città ai piani di Sant’Andrea. opere di consolidamento effettuate fino al con la collaborazione delle più svariate Agli inizi degli anni mille a seguito 1951, anno in cui cessò la sua funzione di Associazioni presenti sul territorio, illustri dell’espansione dell’abitato cittadino in zona rifornitore d’Acqua a Genova e venne esperti storici ed ambientali e l’adesione collinare e dell’aumento del traffico abbandonato al degrado fino ai primi anni delle aziende e commercianti in qualità di portuale, si progettò un nuovo acquedotto del nuovo millennio quando alcuni privati sponsor. 8
Nel 2015 con la riscoperta, da parte di una Speleoclub Gianni Ribaldone, Trash team, La storia del “cantiere” della Via decina di Volontari del tratto del Geirato Associazione culturale Giano). dell’acqua, quindi continua anche con dell’acquedotto del 1600 abbandonato con Voi che tramite questa guida vi la costruzione del ponte sifone sul Geirato, Sempre nel 2020 arriva anche la pandemia apprestate a percorrerla con il rispetto gli sporadici interventi di manutenzione e del Covid19 che, per la via dell’Acqua, e la consapevolezza del valore di ciò recupero dei manufatti, si intensificano. produce due effetti; il primo positivo, la che vi circonda. scoperta o la riscoperta di questa Si arriva al 2020, quando con il supporto prestigiosa opera da parte di migliaia di del Municipio IV Media Valbisagno, si genovesi impossibilitati ad uscire dal costituisce la “Federazione delle territorio regionale; ed il secondo negativo Associazioni per la Tutela e Valorizzazione per il rinvio a fine pandemia degli eventi in dell’Acquedotto Storico” attualmente programma e di molti interventi previsti composta da 18 Associazioni (GAU odv e dalla Federazione e dai numerosissimi suoi aps, associazione Culturale Antico Volontari. Acquedotto, ANPI Struppa, Gruppo Scout Genova 20, Confraternita San Giovanni Nel marzo 2021 la Federazione ha avviato Battista , CRC SERTOLI, CAI ULE, CAI una collaborazione col Comune di Genova, LIGURE, AIB Valbisagno, ARCI Pino, per un progetto di restyling completo Teatro dell’Ortica, Nuovo CIEP, Amici di dell’Acquedotto Storico. Pontecarrega, Centro Studi Sotterranei, 9
La storia e la cronologia Si ha testimonianza di un primo acquedotto e sostituito con un nuovo tracciato disposto Nel 1355 il punto di inizio dell'acquedotto genovese di età romana, costruito intorno ad una quota più elevata e capace anche di venne spostato a monte presso la frazione nel 202 a.C. sotto il pretore Spurio alimentare ulteriori e più adeguati mulini di Trensasco, il nuovo ramo dell'acquedotto Lucrezio, che si sviluppava già sulla sponda lungo il suo percorso. fu realizzato da Marin Boccanegra, della occidentale del torrente Bisagno, allora famiglia del capitano del popolo Guglielmo. chiamato Feritore (Fortor in latino). Il primo tracciato dell'acquedotto medievale Nell'area di Molassana, tra il "Giro del captava le acque del torrente Veilino, Contemporaneamente venne ampliato il Fullo" e il monte Montanasco, avvenne la affluente del Bisagno, sopra la necropoli di canale nella parte bassa e venne costruito prima captazione di acque dal Fortor Staglieno. nel 1355 il ponte canale di Sant'Antonino, arricchite dai corsi d'acqua provenienti dalla Questo primo acquedotto medievale come indicano le lapidi murate sulle sue val di Lentro e da altri affluenti minori. consisteva in un canale a pelo libero con arcate, ancor oggi visibile vicino al casello Sulle alture sopra il Giro del Fullo una pendenza costante del 2‰. Secondo taluni autostradale di Genova Est. cascata formava il Lacus Dragonarius, dal studiosi fu realizzato già attorno al 1050, quale l'acqua veniva portata mediante ma la prima attestazione scritta La penuria idrica portò nel 1491 alla fossati e condotte fino al piano di dell'acquedotto risale al 1295 per riuscire a creazione del Magistrato delle acque, che Sant'Andrea effettuando un percorso di intercettare le acque dei rio Campobinello e preparò una specie di piano regolatore sette chilometri. del rio Poggetti sul Veilino. volto all'incremento delle risorse innanzitutto sul tratto esistente, mediante la L’originario impianto romano, venne Nel 1303 si realizza il ponte canale di San costruzione di canali laterali per captare definitivamente abbandonato nell’XI secolo Pantaleo. ulteriori corsi d'acqua. 10
Alla fine del medioevo, oltre alle prese di Bargagli, deciso nel 1623 fu attuato in Il 16 gennaio 1660 il magistrato deliberò la Presa Poggetti e di Trensasco pochi anni. La località si chiamava in costruzione del ponte sifone del Geirato, funzionavano le prese di Sant'Antonino (XII precedenza "Schienadasino" e venne che sarebbe stato il primo ponte sifone secolo), Campobinello (XIII secolo), Cicala chiamata "La Presa" proprio perché era della storia. (1350), Figallo e le due di San Pantaleo. diventata il principale luogo di captazione Nel 1623 iniziano i lavori per prolungare dell'acquedotto cittadino. Nello studiarne il funzionamento, ingegneri l’acquedotto da Trensasco a Cavassolo e di Il ponte canale di Cavassolo finito nel 1630, genovesi ebbero lunghi carteggi con lì fino a Schienadasino (La Presa di a sei arcate su pilastri con basamento Galileo Galilei, carteggi di cui si ha Bargagli). quadrato rastremati verso l'alto e cruciformi, testimonianza, venne deliberata la è lungo 95 m, scavalca a 32,65 metri di costruzione di un ponte sifone con tubature La prima pietra del nuovo, mirabile e ardito altezza il torrente Concasca. in marmo. acquedotto sul Rio Torbido venne posta Lo schema architettonico è simile a quello proprio nella struttura di questo ponte il 17 degli altri 2 ponti-canale sempre L’avvio dei lavori del ponte sifone del maggio del 1623, lungo 130 m a sette seicenteschi, su Rio Torbido e Geirato. Geirato avvenne soltanto nel 1772 per arcate, per mano dell’architetto Aicardo. Nel 1639 entra in funzione “La Presa” di concludersi cinque anni più tardi senza aver Poco oltre i filtri, all’imbocco del ponte, si Schienadasino. risolto in via definitiva alcune questioni trovano due mulini analoghi a quelli di Nel 1641, appena entrato in funzione, il legate all’efficienza delle tubazioni in ferro Cavassolo, realizzati nel 1825. “giro del Geirato” presentava gravi problemi che non sopportavano la pressione Il prolungamento dell'acquedotto da di stabilità. Attorno al 1650 G.B. Costanzo dell’acqua. Trensasco alla frazione La Presa di propose l'abbandono del giro. 11
Nel 1785-86 viene realizzato il ponte Nel 1817 viene realizzato un ponte di 19 Il 13 novembre 1837 iniziò la costruzione canale sul rio Figallo, presso Via Lodi, a arcate e dieci metri di altezza sul rio del ponte sifone sul Veilino (Staglieno) cinque arcate in sostituzione di quello posto Consiglieri. ultimato nel 1842, opera del Barabino. Già più a monte risalente al tracciato del XIV dal 1830 si sentiva il bisogno di secolo. Anche questo ponte canale venne costruito abbandonare il tratto di acquedotto che Soltanto nel 1793, quando vennero posati in sostituzione del vecchio percorso i cui aggirava la valle del Veilino (lungo 3400 nei giunti degli speciali cerchi in metallo, resti sono ancora visibili più a monte. metri) perché deteriorato e non più l'acqua del Geirato poté finalmente riparabile a causa della natura franosa del giungere a Genova. Questa maestosa Nel 1825 sotto la direzione di Carlo terreno su cui poggiava. opera venne consacrata per tutto il secolo Barabino si captarono anche le acque del Nel 1841 venne realizzata la derivazione sul successivo come un magnifico esempio rio Torbido. torrente Concasca che è posta sul retro di della tecnica idraulica, nonché un pregevole Nel 1827 si realizza il ponte canale sul rio due mulini (attualmente C. Piloni) e si manufatto architettonico. Piaggetto. sviluppa verso l’interno della valle per circa 1200 metri. Il Ponte sifone sul Geirato che supera un Nel 1830 venne realizzata, su disegno del dislivello di 50 metri, ha 14 arcate, 640 m di Barabino la galleria della Ruinà, ovvero Dopo il 1878, in corrispondenza di via lunghezza e si allaccia alle estremità con il “rovinata”, (il cui nome deriva da quello della Inferiore Gambonia, un tratto del vecchio più antico condotto. Ai due estremi del località, nota per le ricorrenti frane) che tracciato venne abbandonato in quanto più ponte vi sono due vasche di termina dopo 150 metri di percorso a monte venne realizzata la galleria compensazione con i relativi filtri. sotterraneo. Gambonia lunga ben mezzo chilometro. 12
Nel 1900, si sostituisce la copertura 1957 Amga costruisce l'impianto di Prato e ponte, rimasto inagibile per decenni, i tubi dell’acquedotto con grandi lastre di luserna viene recuperata la parte a monte in loco risalgono alla primissima rivoluzione decisamente più sottili e facili da rimuovere dell'acquedotto. industriale inglese. rispetto agli antichi rivestimenti in pietra locale. 1966/1967 demolizione di un tratto L'8 ottobre 2006 si è svolta la prima acquedotto per realizzazione svincolo grande festa dell'Acquedotto in cui i Si tratta dell’ultima grande opera realizzata Genova Est. volontari delle diverse associazioni si sono per l’acquedotto, le cui acque nel 1917 adoperati per ripulire tratti significativi del vengono dichiarate “non potabili” anche se 1989-1992 potenziamento acquedotto tra percorso e le aree limitrofe, coinvolgendo la continueranno ad alimentare parecchie La Presa e Cavassolo. cittadinanza con gite e stand gastronomici. fontane e lavatoi del centro cittadino fino al 1951. Ancora oggi il tratto più a monte del condotto, quello dalla presa ai filtri di Prato, 1905 costruzione di una galleria filtrante realizzati nel 1957, è in uso e gestito alla presa del rio Lavena. dall'attuale società delle acque. 1946 costruzione della galleria serbatoio di Nel 2004, anno di Genova capitale monte Castellano. europea della cultura, viene ristrutturato il ponte sifone del Veilino. Questo primo intervento permette tuttavia di accedere al 13
Notizie, tecnica e curiosità L'acqua era utilizzata per le necessità degli Caterina, Porta Soprana, passava per il Considerata la quota dell'acquedotto alla abitanti, per rifornimento delle navi e colle di Sarzano per finire alla cisterna delle presa, 145,20 m, e quella alle mura dello durante il percorso anche come forza Grazie, presso la Chiesa di San Maria delle Zerbino, 81,50 m, la pendenza media su 28 motrice di molini e opifici. Grazie la Nuova. km è di 0,22% . In città l'acquedotto si divideva in due rami: I portici di Sottoripa sono costruiti sulle Dal canale l’acqua raggiungeva le utenze quello principale (detto di Ponente o di arcate dell'acquedotto che portava acqua pubbliche e private attraverso dei semplici Castelletto) entrava in città dall'attuale alle navi ed anche i palazzi in cui hanno tubi in ottone fuso, detti bronzini, l’acqua Piazza Manin, da dove proseguiva fino a sede a piazza Corvetto l'amministrazione alimentava delle piccole vasche dette Castelletto seguendo il tracciato che sarà della città metropolitana di Genova e la troglietti dalle quali, attraverso delle ulteriori poi ripreso dalla Circonvallazione a Monte. prefettura, la porta dei Vacca, la fontana di tubazioni, giungeva alle cisterne degli Piazza Sarzano, le mura dell'Acquasola e il utenti. Di qui scendeva in via Cairoli e di qui a Campo Pisano sono pezzi storici di Genova Porta dei Vacca. Poi seguiva la linea di realizzati su strutture del condotto. Nel 1437 fu ordinato di scolpire su tutti i costa (l'attuale Sottoripa) per finire alla bronzini lo stemma del comune onde Fontana del Cannone nel Molo Vecchio. Il Nel caso genovese, la pendenza media del evitare il furto degli stessi. ramo secondario (detto di Levante o delle probabile percorso romano è stata stimata Ogni bronzino apparteneva ad un legittimo Fucine) si staccava all'altezza dell'attuale in 0.3 % contro lo 0,2% del tracciato proprietario ed era contraddistinto da un corso Magenta e scendeva verso il medioevale (Veilino) a pelo libero. numero, identificativo del proprietario convento dei Cappuccini, salita Santa stesso; dal 1741, viene invece adottata una 14
numerazione specifica mediante l’apposizione di una targa in marmo riferita a ciascun bronzino. Non erano comunque in molti ad avere la proprietà di un bronzino (tanto meno di più bronzini!) e la fornitura di acqua per la città veniva in larga parte attraverso fontane e vasche pubbliche che erano alimentate dall’acquedotto attraverso tubi in marmo detti cannoni; questi, pescando l’acqua dal fondo del canale, la immettevano nelle utenze pubbliche. Nei periodi in cui nell’acquedotto vi era abbondanza di acqua, questa veniva fatta tracimare attraverso degli spandenti che consentivano un ulteriore approvvigionamento. Ponte Canale sul torrente Geirato 15
L'unità di misura usata per la misurazione considerevole la lunghezza dell’originario diviso in dieci parti chiamate custodie, dell'acqua da vendere era il bronzino (oncia tracciato. ognuna delle quali segnalata da un cippo in d'acqua). Rappresentava il volume d'acqua Il cartografo Matteo Vinzoni nel 1729 marmo. che può passare in un'ora da un tubo di illustra nel suo atlante, commissionato dal ottone di forma cilindrica del diametro di m Magistrato dei Padri del Comune, il tratto di I custodi erano dodici e ognuno provvedeva 0,0124 e lungo m 0,112, il quale era acquedotto che dalla Presa arrivava fino alla manutenzione del tratto a lui assegnato innestato nella parete a 5 cm al fondo alle mura della città (Mura dello Zerbino). ed alla sorveglianza denunciando gli abusi. dell'acquedotto e posto orizzontalmente alla L'Atlante formato da dieci grandi tavole Dopo la costruzione dei ponti sifone direzione dell'acqua. tratte dalla planimetria dell'acquedotto, (Geirato 1777 e Veilino 1842) e il contiene un rilievo esemplare dei caratteri conseguente accorciamento In epoca industriale si giunge anche a architettonici e urbani. dell'acquedotto (10 km circa) i cippi in limitare l’altezza dei ponti sfruttando il marmo vennero riposizionati nel modo in principio dei vasi comunicanti e Ogni tavola corrisponde a una custodia e cui sono giunti sino a noi. mantenendo l’acqua in pressione all’interno riporta fedelmente e in dettaglio, oltre al Nel 1788 l'acquedotto azionava fuori città delle tubature: sono nati da questo principio tracciato dell'acquedotto, gli oratori, le ville oltre quaranta mulini. i due maestosi ponti sifone sul rio Geirato ed altri edifici storici dislocati lungo il (concluso nel 1777) e sul Veilino (1842) percorso. Nel 1835 l’acquedotto, nei suoi oltre trenta che hanno permesso di rinunciare ad alcuni chilometri di sviluppo lineare, serviva quasi tratti dell’antico percorso ormai in cattive Secondo il rilevamento che il Vinzoni fece 1200 bronzini e 110 pozzi, azionando ben condizioni, riducendo in modo nella sua planimetria, tutto questo tratto era 48 mulini. 16
In una relazione del 1866 risulta che il L’acqua passa poi attraverso una serie di veniva azionata mediante un meccanismo volume d'acqua convogliato dall'acquedotto filtri più sottili che trattengono ulteriori contenuto all’interno di una casetta. in città aveva una portata massima di 1500 impurità. m3/h e una portata minima di 650 m3/h, Lungo il percorso si trovano anche i resti di con un gettito medio orario di 1075 m3. Lungo l’acquedotto si trovano piccole alcune fontane azionate da una pompa che costruzioni coperte a volta che alloggiavano prelevava l’acqua dal sottostante canale e Lungo tutto il percorso vi sono parecchie i rudimentali filtri a cataratta (un cestello lavatoi che ricevevano l’acqua per caduta entrate chiamate lumache che servivano metallico immerso nel canale che veniva ed erano posti a una quota inferiore per ispezionare l'interno del canale. estratto per essere ripulito). rispetto al canale. L'altezza sul livello del mare della presa è I filtri erano disposti in prossimità delle La lunghezza dell'acquedotto (oggi 145,20 m. alle mura dello Zerbino è 81,50 m. prese, dei ponti e comunque erano percorribile) da Cavassolo a Via delle disseminati lungo tutto il percorso; anche le Ginestre è di circa 20 km. L’acqua proveniente dal corso naturale è vasche di compensazione dei ponti sifone soggetta a un primo grossolano filtraggio erano dotate di un sistema di filtri. attraverso semplici inferriate metalliche che impediscono l’immissione nel canale di In prossimità di fossati e vallette vi erano legni, arbusti e altro materiale. delle chiuse che regolavano la portata del condotto; si componevano di una lastra metallica posta su un fianco del canale che 17
18 Ex fornace
Porte per accedere al Ponte di Cavassolo 19
Manufatti Acquedotto Storico I riferimenti (n° e quadrato rosso) 10) Il ponte-Canale sul rio Ciassetti o 20) Il rio Enegia sono visibili sulle bacheche Piaggetti 21) La Presa di Trensasco posizionate lungo il percorso. 11) Il lavatoio “treuggiu di Cadato” 22) L'acquedotto in val Cicala Via di Creto 1) Località La Presa (Schienadasino) 23) Il ponte di Preli inizio Acquedotto 12) Il lavatoio “treuggiu Campodenego” Via alla Chiesa di San Siro 24) La garitta del dazio 2) Il ponte-canale di Cavassolo sul rio Concasca 13) La casetta dei Filtri ed il Giardino del 25) Il lavatoio in Salita alla Chiesa di Circolo Sertoli Staglieno 3) I mulini del Concasca 14) Il lavatoio “treuggiu Fundega” Via alla 26) Il Ponte sifone sul torrente Veilino 4) La presa sul torrente Concasca Costa di SanSiro 27) L'antico tracciato nella valle del Veilino 5) I filtri di Prato 15) Il ponte Sifone sul torrente Geirato 28) Il ponte di SanAntonino sul rio 6) Il Portale del Barabino e la Galleria Briscata 16) Il ponte-canale sul rio Consiglieri Rovinata 17) L'Acquedotto seicentesco ed il 29) I resti dell'acquedotto romano 7) Il Ponte-canale sul rio Torbido Percorso Botanico 30) Il Ponte di Trensasco 8) La presa sul rio Torbido 18) Il ponte sul torrente Geirato 31) Il ponte di San Pantaleo 9) I mulini sul rio Torbido 19) Le Bocchelle dei filtri 32) Serie di Filtri 20
1) Località La Presa all'inizio del XVIII secolo, ancora oggi in Venne a costare ben più dei 100.000 scudi (Schienadasino) inizio Acquedotto funzione, curata da IREN e resa più d'oro previsti all'inizio dei lavori. efficiente con lavori di potenziamento alla Le pile presentano lesene a scarpa La località dove inizia il percorso fine del secolo scorso. La presa sul collegate tra loro da una cornice che corre seicentesco dell'acquedotto, era detta Bisagno, contribuisce per circa il 12 per all’estradosso degli archi. All’imposta degli Schienadasino. Così si chiamava anche la cento alle necessità idriche della città di archi è presente una cornice lapidea. Si montagna di Schiena d'asino sovrastante la Genova. I lavori però sacrificarono le due nota un cambiamento nella tecnica muraria confluenza dei due corsi d’acqua, il Lentro strutture cilindriche che funzionavano da tra la parte bassa e quella alta della e il Bargaglino, ove si origina il Bisagno. filtri. struttura. La parte bassa è costituita da Il prolungamento dell’acquedotto fino a grandi blocchi di pietra squadrata mentre la questa località, oggi conosciuta come La 2) Il ponte-canale di Cavassolo parte alta è costituita da pietre più piccole a Presa, fu deciso nel 1609 e progettato nel sul rio Concasca formare una tessitura irregolare. 1622, anno in cui fu creata una I blocchi del basamento sono di dimensioni commissione apposita. I lavori terminarono Il ponte-canale di Cavassolo sul rio considerevoli, variano in altezza tra i cm 25 nel 1639. Concasca o Canate, costruito in epoca e 45 e sono larghi anche più di un metro. A monte della passerella che consente di seicentesca, ultimato nel maggio 1630, alto Alle estremità del ponte sono visibili 2 raggiungere la sponda destra del Bisagno circa 32 metri per una lunghezza porte, un tempo dotate di cancelli, che è possibile vedere una prima diga costruita complessiva di 95 m, ha una larghezza del testimoniano il controllo del transito sul nel XVII secolo ed alcuni mulini, poco più a piano di calpestio di cm 288 ed è composto ponte. valle se ne incontra una seconda restaurata da sei arcate dal diametro di 11 m. 21
3) I mulini del Concasca Concasca che prosegue per altri due 6) Il Portale del Barabino e la Galleria chilometri fino a sfociare nel Bisagno della Rovinata La derivazione ottocentesca sul Concasca proprio nell'abitato di Cavassolo. permise l'impianto di due nuovi mulini, detti La Galleria della Rovinata fu iniziata nel i Piloni. Il mulino situato più in basso 1826 e terminata nel 1830 su disegni del La derivazione formata da numerosi ponti- conserva ancora il vano dove era situata la Barabino in modo da evitare la zona canale è lunga circa 1200 m; ha una ruota. particolarmente franosa da cui deriva pavimentazione costruita in lastre di pietra appunto il toponimo. 4) La presa sul torrente Concasca locale. In prossimità della strada carrabile L'entrata della galleria è protetta da una Il progetto di una nuova derivazione sul che percorre la valle si può agevolmente cancellata che porta ad un ampio atrio, Concasca risale agli anni 1832-1835. osservare un ponte a 3 arcate a tutto sesto dove, sulla sinistra inizia un cunicolo L'immissione delle acque del Concasca nel le cui pile sono costruite con muratura di abbastanza alto da permettere il passaggio pubblico acquedotto non venne effettuata grosse pietre a spacco, scaglie e malta. per la pulizia e la manutenzione. che nel 19 luglio del 1841. 5) I filtri di Prato A metà galleria è situato un grosso camino Il torrente Concasca, chiamato anche Costruiti per la potabilizzazione del civico cilindrico per l'aerazione, con diametro di 5 Canate, nasce da varie sorgenti sul costone acquedotto vengono terminati nel 1957. m e altezza di circa 15 m che sbuca dalla tra il monte Bastia ed il monte Lago a Ancora oggi in uso, filtrano in primis l’acqua collina sopra la galleria creando suggestivi quota 800/900 m mentre il torrente Arvigo che proviene dal Bisagno e dal rio Lavena giochi di luce. Dopo un percorso di 148 m nasce ai piedi del monte Bastia a quota e, dagli anni '60 anche l’acqua del la Galleria della Rovinata termina con un 700 metri e confluisce a quota 160 m nel Brugneto. portale ogivale di gusto neoclassico in 22
mattoni, pietra e colonne doriche in marmo, collaborazione con TREKKING ITALIA, è Le arcate sono a tutto sesto con cornici l'architrave in marmo è sovrastata da stata rimossa buona parte dell’immondizia all’imposta e presentano chiavi in ferro un'iscrizione in latino: che ostruiva la Galleria da decenni; è stata posizionate alle reni e in prossimità del “AEDILIUM, CURA SUBSTRUCTIONES, resa parzialmente transitabile e resta in concio in chiave. ARCUATAE, PERFECTAE–MDCCCXXX” attesa di essere messa in sicurezza per (Opera di sostegno ad arco condotta a renderla usufruibile. Le pile hanno lesene leggermente a termine sotto la direzione degli edili nel scarpa, collegate in orizzontale da un 1830). 7) Il ponte-canale sul rio Torbido aggetto della muratura che corre a filo Il portale è protetto da un alto muro munito dell’estradosso degli archi frontali. Le tre Il ponte sul rio Torbido lungo 130 m, alto di cancello in ferro. campate centrali sono costituite da tre 35,40 m è costituito da due segmenti Tutta la zona è stata recuperata nel 1999 ordini sovrapposti, di cui i primi due, ad arco rettilinei che si raccordano tra loro ad per iniziativa dell’Associazione AMICI a sesto ribassato, furono aggiunti angolo ottuso. Conserva la prima pietra DELLA NATURA, i cui Volontari, in posteriormente alla costruzione del ponte. simbolica del nuovo acquedotto posta il 17 accordo con l’allora Circoscrizione, hanno Esiste una discontinuità nella tecnica maggio del 1623 da G.B D'Oria Priore del rimosso un’opera abusiva esistente dagli muraria tra la parte bassa e quella alta della Magistrato e materialmente collocata anni ‘60 che interrompeva la continuità struttura. dall'architetto Aicardo. dell’acquedotto verso il portale. Nel 2019, Ai piedi del ponte si trova ancora una Il ponte era adibito anche al passaggio per opera dei Volontari dell’Associazione fornace costruita nel 1878, acquistata e pedonale e rappresentava l’opera di GAU, in cui nel frattempo è confluita restaurata da privati, che serviva per la maggiori dimensioni del prolungamento l’Associazione AMICI DELLA NATURA, in cottura della calce idraulica e del cemento. seicentesco. 23
8) La presa sul rio Torbido Per i tributi sia concesso al comune di collocato il lavatoio di San Siro, costruito Struppa l'apertura di due bronzini pubblici. nel 1934. La struttura è formata da sei Nel 1825 fu costruita la presa sul Rio Che questa concessione sia ricordata con vasche divise in due truogoli. I piani di Torbido, di circa 800 m, la cui acqua questa lapide”. lavoro sono in arenaria, arrivava 10 m sopra il livello dell'acquedotto l’approvvigionamento idrico era garantito e prima di confluirvi veniva sfruttata per far 10) Il ponte Canale sul Rio Ciassetti dall’Acquedotto Storico. funzionare i due mulini costruiti all'imboccatura del ponte. Il ponte-canale sul rio Piaggetti o Ciassetti 12) Il lavatoio “treuggiu a 5 arcate di 9 m, altezza al centro 24 m, Campodenego” Via alla Chiesa di 9) I mulini sul rio Torbido venne ultimato il 7 agosto 1827 su San Siro progetto di Carlo Barabino, in sostituzione Questi due mulini vennero costruiti per di un tronco più a monte ormai inservibile. A Prima di rientrare sull’Acquedotto vale la risarcire, anche se parzialmente, i contadini metà ponte è possibile vedere un piccolo pena procedere per un breve tratto lungo della zona per il danno ricevuto con la manufatto dove era alloggiata una chiusa Via alla Chiesa di San Siro, per vedere il costruzione della derivazione sul rio Torbido. dotata di meccanismi scolmatori in caso di “treuggiu Campodenego”. La comunità di Struppa ottenne anche piena improvvisa del canale. Il lavatoio si trova all’angolo con via l'apertura di due bronzini pubblici. Sulla Campodenego ed è formato da una grossa facciata del mulino più in basso, una lapide 11) Il lavatoio “treuggiu di Cadato” vasca divisa in due truogoli. A fianco della che risale al 1825 ricorda questi fatti: “Il rio Via di Creto vasca minore è collocato il serbatoio in Torbido che riceve i rivi Sussisa e Aggio per muratura. decreto dei Decurioni è stato immesso In località Cadato, poco prima di incrociare nell'acquedotto. la strada per Creto, sotto il canale, è 24
13) La casetta dei Filtri ed il Giardino Il terreno in origine coperto da rovi e Presenta due vasche di diverse dimensioni del Circolo Sertoli ortiche, è stato trasformato dai volontari del e di lato un abbeveratoio. È alimentato da Sertoli in area destinata a turisti e scuole. una sorgente. Al Ponte Sifone si accede attraverso un Migliaia di studenti e camminatori hanno rinnovato locale di transito, dove è visibile il potuto utilizzare questa area come punto di 15) Il ponte Sifone sul torrente Geirato percorso dell'acquedotto che, attraverso un ristoro, per lezioni didattiche all'aperto o primo sistema di sbarramento a rami e L’acquedotto seicentesco si sviluppava nell'aula coperta “Giordano Bruschi e Giusy fogliame e griglie in ferro, raggiungeva la nella valle del torrente Geirato lungo una Giani”, in un piacevole contesto di piante grande cisterna (visitabile) che funzionava linea di mezza costa che attraversava i autoctone (amarene, ciliege, franchin, da ulteriore filtro delle acque per borghi di Carpi e di Geirato. A causa della fichi…), piante grasse, vigna, animali da decantazione e regolava l'ingresso franosità del sito e dei conseguenti crolli di cortile, api, casa del pane e altro, l'area dell'acqua nel sifone. numerosi tratti del manufatto, nel 1660 il Marsano si presta particolarmente per Comune decide di erigere un ponte a ospitare laboratori e manifestazioni di vario Sopra la vasca c'è la Casetta dei Guardiani sifone che raccordi le colline di Pino genere. dei Filtri restaurata e utilizzabile come Sottano e di Molassana in sostituzione del supporto multimediale per i visitatori percorso suddetto. 14) Il lavatoio “treuggiu Fundega” dell'Acquedotto. Accanto alla casetta e al I lavori, su progetto dell’architetto Claudio Via alla Costa di San Siro. ponte sifone vi è dal 2009 il giardino della Storace, cominciano soltanto il 22 luglio del Casetta dei Filtri, uno spazio verde di 3000 Più avanti risalendo brevemente Via alla 1772 e terminano nel 1777. Il ponte è mq, ottenuto in comodato d'uso gratuito Costa di San Siro si trova un trogolo dotato di 22 arcate a tutto sesto per una dalla famiglia Marsano. costruito nel 1916. lunghezza di m 600. 25
Sul piano percorribile sono presenti due 16) Il ponte-canale sul rio Consiglieri storico, da poco costituita. tubi metallici. Da Via alle Brughe di Molassana alta Il ponte canale è lungo 116 m, alto 8 m e Quello di sinistra, recante la data 1829, è (incrocio con Via San Felice) si segue il composto da 13 arcate da 6 m. Costruito sostenuto da due conci in calcare marnoso sentiero indicato con bolli azzurri che si nel 1817 su progetto del Cantoni in semplicemente appoggiati uno sull’altro; inoltra sul versante sinistro della Via sostituzione del vecchio tratto franato e quello di destra poggia su muretti in pietra Geirato. ancora riconoscibile sulla destra del ponte. e mattoni. Percorrendo questo tratto di acquedotto è ancora possibile vedere in alcuni tratti la 17) L' acquedotto seicentesco ed il Inizialmente i tubi in ferro previsti non sono tecnica di costruzione della volta realizzata Percorso Botanico perfettamente adeguati a sopportare la con conci di pietra appoggiati sul canale a pressione dell’acqua. L’acquedotto seicentesco che aggirava la doppio spiovente. Nel 1793 il Comune ordina 800 tubi in valle del Geirato sino al 1777 si sviluppa marmo che, però, non vengono installati per lungo una linea di mezza costa che La sezione del canale è mediamente di ulteriori problemi di tenuta. Soltanto nel attraversa diversi nuclei abitati: San 60/80 cm di larghezza ed oltre 1 m di 1831 viene posto in opera il secondo corso Bernardo, Carpi, San Giacomo, Molinetto, altezza. In alcuni punti, il canale, era di tubi in ferro. Pino Sottano. abbastanza alto da permettere il passaggio Al Ponte Sifone si accede attraverso un Il percorso, lungo circa km 5, è stato per la manutenzione. rinnovato locale di transito: la Casetta dei recuperato, da alcuni anni, da un gruppo di In prossimità del guado sul rio Lagolungo o Guardiani dei Filtri. volontari che ne curano la manutenzione e Ronco si trovano ancora i resti del ponte fanno parte della Federazione per la Ronco (1650). valorizzazione e la tutela dell'acquedotto 26
In località Trecoste inizia il sentiero che sale informativi che descrivono le caratteristiche È stato in uso dal XVII secolo alla fine del verso il paese di Cartagenova e raggiunge delle varietà arboree presenti nella macchia XVIII, costruzione del ponte sifone sul il Prato Casarile (in gergo locale boschiva attraversata. Geirato. denominato Prati Casalini), antico bacino lacustre colmato da una frana. 18) Il Ponte sul torrente Geirato 19) Le bocchelle dei filtri Tra tante rovine, il ponte-canale Proseguendo sull’acquedotto si incontrano Altre tracce dell'antico acquedotto seicentesco sul torrente Geirato è una i filtri dell’acqua di Pino Sottano, costituiti riaffiorano in prossimità del fossato di delle opere più solide di tutta la valle. da tre grandi nicchie equidistanti, costruite Giacardo. Passato il piccolo borgo dei Il ponte si conserva tuttora nella sui piedritti del canale. Ciascuna nicchia ha Carpi, l'acquedotto scavalca il rio Tassara o consistenza architettonica originale senza altezza di m 2,95 e larghezza di m 1,80; Gaxi su di un ponte-canale (resti) sventrato aver subito particolari interventi di l’apertura di accesso al canale ha volta dalle frequenti piene del torrente. Sui Rii consolidamento. semicircolare con altezza di m 2,45 e Molinetto e Pizzuto troviamo piccoli ponti larghezza di m 1,18; la profondità della ancora ben conservati nonostante la La struttura è molto simile nella forma ai nicchia è pari a m 1,45. franosità della zona. grandi ponti di Rio Torbido e Cavassolo, e le campate hanno pressappoco lo stesso Le bocchelle avevano la funzione di Lungo il percorso seicentesco, nel tratto diametro, ma il ponte di Geirato con i suoi consentire l’accesso all’interno del canale compreso tra i giardini della casetta dei filtri 69 m di lunghezza è circa la metà di quello per le periodiche manutenzioni. e San Giacomo, è stato realizzato, a scopo di Rio Torbido (130 m) e di Cavassolo (95 didattico, un itinerario botanico con pannelli m). 27
20) Il rio Enegia 21) La presa di Trensasco Un piccolo ponte-canale con un'unica arcata attraversa il fossato sul rio Cicala Il percorso valica il Rio Enegia mediante un Dopo l’incrocio con Via Giulia De Vincenzi Appena passato il ponte troviamo sulla ponticello provvisorio in ferro. ed il collegamento con il sentiero AQ1 destra la derivazione che con un braccio In precedenza l'acquedotto attraversava il l’acquedotto prosegue in un bosco di lungo circa 60 metri si stacca dal canale ruscello con un ponte costruito nel 1813 e roverella sino all’interruzione del Fossato di principale per raccogliere l’acqua del rio. franato verso la fine del '900 in occasione Costa Fredda, dove il ponte canale è Questa derivazione costruita con molta di una piena. Tale ponte, di 40 m e 5 arcate, crollato a causa di una piena. Superata con probabilità nel 1350, collegava la presa con ognuna di 5 m di apertura, era stato una scaletta l’interruzione, si arriva alla il condotto principale ed aveva una sezione costruito per sostituire quello seicentesco Presa di Trensasco, piccolo borgo dove di cm 50 x 60. che, posto poco più a monte, è ancora passava l’acquedotto medievale, il cui conservato. canale alimentava alcuni mulini ed una I tre ponti canali che si susseguono, fornace, della quale sono visibili i resti e le originari del seicento e rinforzati nei Vicino ai due ponti canale ce n’è un terzo, arcate. rifacimenti successivi, sono ottimamente forse risalente al Quattrocento. Banchero riporta che l'acquedotto arriva a conservati e al contrario di quelli sin qui Cento metri prima del rio si trova l’accesso Trensasco nel 1355. percorsi hanno un solo parapetto in occidentale al ponte sifone del Geirato e la muratura verso il lato a valle. Il primo ponte cisterna di regolazione dell'acqua. 22) L'acquedotto in Val Cicala è sul rio Costa Pelosa, il secondo a 3 archi Gran parte dell'acquedotto che attraversa e completo di scolmatori sul rio Pezzola, il questa valle è affiancato da vistosi resti di terzo ponte, sul rio Borneli o Bolcani, ad un canali antecedenti. 28
arco, risale al 1600, gli unici interventi percorso. Il canale che è largo 40 cm e alto 24) La garitta del dazio effettuati sono l'allargamento della cassa 50 cm è sicuramente quello originale della per adeguarla alla maggiore portata prima metà del '600. Il vecchio ponte di La Garitta del Dazio segnava il confine con ottocentesca. In questo tratto esistono datazione incerta, venne abbandonato dopo la città. Fu iniziata nel 1914, inaugurata nel ancora i ruderi dei mulini di Cicala. il 1784 ma è ancora discretamente 1919. Termina la sua funzione nel 1926. conservato 23) Il ponte di Preli 25) Il lavatoio in Salita alla Chiesa di La sezione del ponte presenta nella sua Staglieno Il ponte canale che scavalca la valle di Preli, campata originaria una tecnica costruttiva venne realizzato nell’anno 1786, allo scopo con mattoni a coltello che differisce da Nella fascia sottostante la chiesa, in di abbandonare il vecchio tracciato che, quella fatta con blocchi di pietra prossimità del muro di cinta del Cimitero passando più a monte attraversava una perfettamente squadrati che troviamo nei Monumentale, vi è un lavatoio (treuggio) la zona particolarmente franosa. È formato da tratti tra San Pantaleo e Sant’Antonino cui costruzione fu appaltata all’impresa 5 arcate a tutto sesto da 14 m, lunghezza (Staglieno). Questo confermerebbe la tesi Tommaso Roncallo il 25 aprile 1877. 105 m, altezza al centro 37,60. In del Banchero secondo la quale Il lavatoio, alimentato dal bronzino numero corrispondenza della quinta arcata sopra la l'acquedotto nel 1295 arrivava alla presa di 12 dell’acquedotto, ha una struttura a due chiave dell’arco, si evidenzia l’esistenza di Poggetti e solo nel 1350 a Trensasco, visto vasche e conserva inalterate tutte le un piccolo stemma del Comune in marmo. che i due ponti di uguale sezione sono caratteristiche costruttive originarie previste L'antico ponte (vecchio tracciato) sul rio costruiti con tecniche costruttive differenti. nell’appalto: dalla struttura in pietra di cava Figallo posto più a monte presenta una al pavimento del fondo della vasca in lastre delle sezioni più interessanti dell’intero 29
di Luserna disposte a corsi regolari in La sua larghezza varia tra i cm 178 e i cm Lato valle sono presenti due mascheroni a senso longitudinale, con la dovuta 198 grazie ad una condotta in zinco decorare altrettanti conci in chiave. Gli pendenza e di un sol pezzo; dal canaletto verticale e orizzontale. scalini della discesa, sono 248, quelli della intorno al lavatoio medesimo, alla copertura salita 240. delle banchine o marciapiede con lastre di 26) Il Ponte sifone sul Torrente Veilino In un primo tempo il progetto prevedeva un Luserna. Il coronamento delle sponde e canale composto da tubi in ferro ed uno da Superata la chiesa di San Bartolomeo ed divisioni interne è eseguito con coperture di tubi in marmo grazie al recupero di quelli imboccata la strada veicolare, l’acquedotto granito e in pietra di Luserna. ordinati per il sifone del Geirato e mai usati, (in questo tratto demolito) costeggiava il tuttavia la mancanza di gran parte di quei muro di cinta del Cimitero fino ad arrivare a Di particolare interesse la struttura dalla tubi, oramai usati per altre opere in città, Ca' de Mussi ed al ponte sifone sul torrente quale si erogava un tempo l’acqua, portò all'uso di quelli in ferro anche per il Veilino. In Via Cà de Mussi sorge la casa composta da un trogolo di marmo con secondo corso. dei filtri con la vasca di compensazione. calotta semisferica a base ottagona, conforme a quelle esistenti in altri lavatoi. All’interno di due piloni del ponte che valica Il ponte sifone, venne costruito nel 1840 su La struttura è formata da colonne in ghisa il Cimitero vi sono due scale a chiocciola: la progetto di Carlo Barabino con la direzione del modello usuale fissate ad una base di prima, non percorribile, scende all’interno lavori di G. B. Resasco che apportò qualche pietra, una intelaiatura in ferro sorregge la del Cimitero, la seconda porta a Via modifica all’idea originaria. copertura in lamiera ondulata in ferro Superiore del Veilino. E' costituito da 18 archi a tutto sesto ed è zincato e lo scarico delle acque pluviali Il ponte-sifone, lungo m. 450, oltrepassa il alto 20,50 m. avviene. casello autostradale e si raccorda al 30
tracciato dell'acquedotto attraverso una Rio Poggetti, è percorribile partendo dal Mosele riferisce che è chiamato anche galleria che arriva sino alla Costa di Tiro a Segno, aperto saltuariamente, delle “Torrazze”. Su di una arcata è presente Caderiva. Il ponte sifone è accessibile raggiungibile da Via Superiore del Veilino. una lapide marmorea che lo data 1355. soltanto alcuni sabati e domeniche del Lungo il percorso si incontrano due ponti Lato salita del Montino sono visibili altri mese. È opportuno verificare giorni ed orari ottocenteschi denominati “ponti di resti dell’acquedotto. Verso San Pantaleo il contattando l'associazione di volontari bersaglio”. Il tracciato del canale è in gran canale prosegue sospeso su archi. Aegua Fresca che gestisce e cura il ponte. parte coperto di rovi. Altre parti interessanti sono alcuni tratti sopraelevati 29) I resti dell'acquedotto romano 27) L’antico tracciato nella valle su archi, visibili dal raccordo autostradale Da Via delle Ginestre, poco sopra la chiesa del Veilino che scende verso il casello di Genova Est. del SSan Sacramento, è possibile accedere L’antico tracciato, lungo 3.400 m, aggira al percorso dell’acquedotto. Nella parte 28) Il ponte di San Antonino Ca' de Mussi e procede a mezza costa bassa della via stessa, nel tornante in sul Rio Briscata verso l’interno della valle. Il percorso non è prossimità di un supermercato, vi sono più agibile se non per piccoli tratti in quanto Percorrendo salita Sant’Antonino si alcune arcate dell’acquedotto di epoca è stato interrotto da un’ampia cava situata raggiunge il ponte di Sant’Antonino o del romana; un’altra arcata si può vedere all’interno del Cimitero, da numerosi crolli Montino sul Rio Briscata sovrastante il all’inizio di Via Montaldo, sotto Via Menini, e dovuti alla franosità del terreno e dalle casello autostradale di Genova Est. altri resti a metà della stessa Via Montaldo. demolizioni causate dalla realizzazione del Il ponte è formato da 12 arcate di curvature Ulteriori reperti si trovano all’interno del viadotto del casello autostradale. differenti e diverse altezze d'imposta, lungo Cimitero di Staglieno. Un tratto di questo tracciato che scavalca il 84 m ed alto 37 m. 31
30) Il ponte di Trensasco Più in alto si trova l’abitato di San Pantaleo e la fermata della Ferrovia Genova - Casella. Il ponte che attraversa il Rio Trensasco e Nel piccolo borgo sorge la chiesetta conduce sul versante opposto è stato intitolata al Santo, edificata nel 1451, a cui si edificato per raccordare il percorso affianca la canonica, risalente al secolo XVII. medioevale con il prolungamenteo Percorrendo Salita San Pantaleo è seicentesco. possibile raggiungere la galleria di accesso È composto da una arcata di 7,30 m, è al Ponte Sifone sul Veilino (località lungo 25 m ed ha una altezza massima di Caderiva), struttura che attraversa il 14,30 m. Un cancello in ferro battuto è Cimitero monumentale di Staglieno. posto a metà ponte. 32) Serie di Filtri 31) Il ponte di San Pantaleo Nel tratto La Presa-Cavassolo è possibile Passato il ponte di Sant’Antonino (tratto ora vedere sul condotto, numerose piccole non accessibile) si trova il ponte di San costruzioni in muratura coperte a volta che Pantaleo, lungo 89 m e alto 25 m, edificato alloggiavano rudimentali filtri. nel 1303 e poco più a monte il più antico Per ispezionare e pulire l’acquedotto ponte e presa sul rio Casamavari. venivano utilizzate le “tine” o bocchette con I numerosi archi che formano questo ponte cataratta (cestello metallico che veniva hanno diverse forme, alcuni sono archi estratto). ribassati, altri grandi archi a tutto sesto. 32 Ponte Sifone sul torrente Geirato
Val Cicala 33
Gli itinerari proposti sono stati scelti in Si utilizzano le sigle Club Alpino Lungo i primi tre itinerari sono base alla semplicità di percorrenza e di Italiano per distinguere l'impegno presenti tratti esposti privi di avvicinamento con i mezzi pubblici. richiesto dagli itinerari e per definire le difficoltà escursionistiche: protezione, terreno sconnesso e Le relazioni dei primi tre percorsi buche. (Cavassolo-Molassana, Anello del Geirato, Molassana- Nei primi tre itinerari, ogni 5oo metri Staglieno) sono state redatte e sono presenti paline con indicazione verificate nei testi e sul tragitto da numerica progressiva per comunicare rappresentanti delle associazioni la propria posizione in caso di bisogno. appartenenti alla della Federazione dell'Acquedotto Storico. L’ultima tratta (Manin-Porto Antico) è stata redatta e verificata nei testi e sul tragitto da rappresentanti Centro Studi Sotterranei (anch’esso membro della Federazione). 34
T = Turistico E = Escursionistico - Itinerari su sentieri Tutti gli itinerari proposti hanno difficoltà Itinerario su stradine, mulattiere o larghi od evidenti tracce in terreno di vario genere massima E e sono stati verificati al sentieri. I percorsi generalmente non sono (pascoli, detriti, pietraie...). Sono momento della stesura dei testi (primavera lunghi, non presentano alcun problema di generalmente segnalati con vernice od 2022). orientamento e non richiedono un ometti (pietre impilate a forma piramidale allenamento specifico se non quello tipico che permettono di individuare il percorso Si riportano i tempi di percorrenza e la della passeggiata. anche da lontano). Possono svolgersi velocità d'ascesa di un escursionista medio: anche in ambienti innevati ma solo Ascesa: 300 m dislivello orario; lievemente inclinati. Richiedono Percorrenza: 3 km all’ora. l'attrezzatura descritta nella parte dedicata all'escursionismo ed una sufficiente L’impegno fisico necessario per percorrerli capacità di orientamento, allenamento alla è tuttavia soggettivo e dipende dalle camminata anche per qualche ora. condizioni fisiche personali, il che può portare a differenze di tempo di percorrenza anche molto grandi rispetto a quelle proposte. 35
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