Torna in Capitanata l'autrice siciliana, magistrato

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Torna in Capitanata l’autrice
e   magistrato    siciliana,
vincitrice di Leggo Quindi
Sono 2017
L’albatro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Vita reale e
immaginaria di un grandissimo

Venerdì 21
giugno, ore 19, in libreria. Il libro incentrato su una delle
più grandi figure
della letteratura italiana

Simona Lo
Iacono presenta il nuovo romanzo, “L’albatro” (Neri Pozza,
2019), sul creatore de “Il Gattopardo”

“Sembravano
due personaggi d’altri tempi, che approdavano nell’anno 1954
da almeno due
secoli prima. Li accompagnava un servo devoto, un uomo che
obbediva a ogni loro
desiderio senza neanche ricevere ordini. Un custode gentile
delle loro
esigenze, che sembrava amarli più che temerli. E subito mi
chiesi… chi era quel
servo?”. I due personaggi d’altri tempi sono Giuseppe Tomasi
di Lampedusa e il cugino e poeta Lucio Piccolo,
nella prefazione di Giorgio Bassani
ad un’edizione ingiallita del Gattopardo:
da quelle pagine ritrovate, e da quella domanda quasi
iniziatica, racconta l’autrice,
nasce L’albatro (Neri Pozza, 2019). Simona Lo Iacono –
“scrittrice di
incantesimi e malie”, com’è stata definita – torna a fare i
conti con la grande
storia, stavolta tutta letteraria e tutta incentrata su una
delle più
importanti figure della letteratura italiana: il creatore di
Don Fabrizio,
principe di Salina. Venerdì 21 giugno,
alle ore 19, la scrittrice (e magistrato) siciliana,
vincitrice dell’edizione
2017 di Leggo Quindi Sono-Le giovani
parole grazie al grande successo del romanzo Le streghe di
Lenzavacche (E/O), ritrova il pubblico della libreria
Ubik di Foggia. A conversare con
l’autrice, il libraio Salvatore
D’Alessio e la docente Carla
Bonfitto.

L’albatro (Neri Pozza, maggio 2019; pagine
224). Palermo, 1903. Giuseppe Tomasi di
Lampedusa è un bambino solitario e contemplativo, uno di
quelli che
preferiscono «la stranezza delle cose alle persone», avendo
«per compagnia solo
il silenzio». Figlio unico di una nobile famiglia siciliana,
vive nello sfarzoso
palazzo di via Lampedusa, circondato unicamente da adulti, dei
cui discorsi,
tuttavia, capisce ben poco. Un giorno,
nella sua vita, arriva Antonno: nessuno si prende la briga di
presentarli e
i due bambini si ritrovano all’improvviso l’uno dinnanzi
all’altro, Giuseppe
con il completo all’inglese in gabardine blu, i pantaloni
sotto il ginocchio e
il gilet bordato di seta. Antonno con la camicia arrotolata,
di due misure più
grande, le scarpe estive, i calzettoni invernali e in testa
una paglietta bucata
sulla punta. È un misto di stagioni e taglie sbagliate,
Antonno, un bambino
«tutto al contrario»: se sfoglia un libro comincia dall’ultima
pagina, se vuole
andare avanti cammina all’indietro e non c’è verso di fargli
iniziare la
settimana di lunedì o di togliergli dalla testa che si nasce
morendo. Giuseppe
non sa nulla del passato di Antonno, né tantomeno i motivi per
i quali gli sia
stato messo accanto. Sa però che Antonno non è come gli altri
bambini e che la
fedeltà che dimostra nei suoi confronti è pari solo a quella
dell’albatro:
tenacissimo, l’albatro non abbandona il
capitano nemmeno nella disgrazia, seguendolo nella buona e
nella cattiva
sorte. Da quel momento, non c’è avventura, per quanto
discutibile, in cui
Antonno non lo affianchi. E non c’è notte in cui non vegli su
di lui, come un
fedele custode. Fino al giorno in cui, all’improvviso, così
come è arrivato,
Antonno svanisce. Divenuto adulto, Giuseppe partecipa ai due
conflitti
mondiali; dopodiché si ritira a vita privata, viaggiando e
dimorando per lunghi
periodi all’estero, dove conosce Alexandra Wolff, detta Licy,
che diverrà sua
moglie, e dove inizia a confrontarsi con i grandi della
letteratura europea.
Saranno questi viaggi a portarlo a cimentarsi, quasi alla fine
della sua vita,
nella stesura di un romanzo ispirato alla figura del bisnonno
paterno Giulio
Fabrizio, l’astronomo, il sognatore. Un romanzo che avrà per
protagonista un
personaggio fugace, un nobiluomo colto e malinconico che perde
il suo sguardo nel
cielo per fuggire la terra: si intitolerà Il Gattopardo e,
dopo lunghi anni, ricondurrà
da lui Antonno e la sua visione rovesciata del mondo.

Simona Lo Iacono. Nata a Siracusa, è magistrato presso
il tribunale di Catania. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Le
streghe di Lenzavacche (Edizioni E/O), selezionato tra i
dodici finalisti del Premio Strega. Sul blog
letterario Letteratitudine di Massimo
Maugeri cura la rubrica “Letteratura è diritto, letteratura è
vita”. Il suo
primo romanzo, Tu non dici parole (Perrone
2008), ha vinto il premio Vittorini
Opera prima. Grazie alle sue opere ha vinto svariati altri
premi, tra cui il
Premio Festival del talento città di
Siracusa, il Ninfa Galatea, il Premio Martoglio e Donna
siciliana. Tiene corsi di letteratura e teatro come
volontaria al carcere di Brucoli.

Secondo giorno di esame: i
ragazzi affrontano la prova
multidisciplinare. Al Pascal,
Economia      Aziendale     e
Informatica.
Inizia oggi la vera sfida per i maturandi italiani. La riforma
degli Esami di Stato ha introdotto nuove modifiche alla
seconda prova, confermando l’eliminazione della terza, il
quizzone. Negli anni passati il Miur decideva annualmente una
delle materie di indirizzo che sarebbe stata al centro della
seconda prova. Quest’anno, in corso d’opera, il ministro
Bussetti ha deciso la multidisciplinarità della seconda prova:
i ragazzi hanno dovuto affrontare entrambe le materie di
indirizzo. Latino e greco per il Classico, matematica e fisica
per lo Scientifico. I maturandi, quest’anno, si sono ritrovati
ad essere i campioni di un vero e proprio esperimento. La
durata della prova non è cambiata per gli istituti superiori
citati pocanzi, sempre sei ore, rispetto alle otto
preventivate all’inizio dell’anno. I ragazzi del Pascal di
Foggia hanno affrontato Economia Aziendale ed Informatica. La
prima parte chiedeva loro di redigere il bilancio in forma
abbreviata della Alfa s.p.a. e per Informatica, di creare un
sistema informativo relativo ai prodotti venduti dall’azienda,
il relativo scherma logico-relazionale e scrivere alcuni
comandi in linguaggio SQL. La seconda parte prevedeva quattro
diversi punti, due di Economia Aziendale e due di Informatica.
Il candidato doveva scegliere due dei quesiti proposti. Com’è
andata? A dircelo saranno i risultati ottenuti dai ragazzi.
Adesso i maturandi dovranno affrontare la loro ultima prova,
il colloquio orale con le famigerate buste.
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