Teatro Fusco Stagione di prosa 2021/22 - Oraquadra

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COMUNE DI TARANTO
                             TEATRO PUBBLICO PUGLIESE

                               Teatro Fusco
                   Stagione di prosa 2021/22

27-28 novembre 2021
Ente Teatro Cronaca Vesuvio Teatro
Lello Arena
PARENTI SERPENTI
di Carmine Amoroso
con Giorgia Trasselli
e con Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta,
Carla Ferraro, Luciano Giugliano, Anna Rita Vitolo
ideazione scenica Luciano Melchionna
scene Roberto Crea
costumi Milla
musiche Stag
disegno luci Salvatore Palladino
assistente alla regia Sara Esposito

regia LUCIANO MELCHIONNA

in collaborazione con Bon Voyage Produzioni e con il Festival Teatrale di Borgio
Verezzi 2016

Lello Arena diretto da Luciano Melchionna è il protagonista della divertente e amara
commedia di Carmine Amoroso, conosciuta dal grande pubblico grazie al film “cult” di
Mario Monicelli del 1992. Tutto ha inizio con un Natale a casa degli anziani genitori che
aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli ormai lontani. E se quest’anno
gli amati genitori volessero chiedere qualcosa ai loro figli? Se volessero finalmente
essere “accuditi”, chi si farà carico della loro richiesta? Uno spaccato di vita intimo e
familiare di grande attualità, con un crescendo di situazioni esilaranti e spietate che
riescono a far ridere e allo stesso tempo a far riflettere con profonda emozione e
commozione.

3 dicembre 2021
CARMEN CONSOLI
Volevo fare la rockstar
Si riparte: Carmen ci crede, la tenacia è una delle sue caratteristiche fondamentali,
così conferma il tour teatrale di "Volevo fare la rockstar", l'album uscito il 24
settembre per la Narciso/Polydor. Nel rispetto delle regole, in sicurezza ma con
"impegno e coerenza" torna a suonare sui palchi per riprendere lo scambio col
pubblico lasciato in sospeso 2 anni fa.
9 -10 dicembre 2021
Compagnia del Sole
Flavio Albanese
IL MILES GLORIOSUS
di Plauto
con Flavio Albanese, Stella Addario, Antonella Carone, Claudio Castrogiovanni, Patrizia
Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta
scena Pino Pipoli
costumi Stefania Cempini
disegno luci Mauro Marasà

traduzione e regia MARINELLA ANACLERIO

In una Efeso simile all’originale quanto l’ambientazione di certi western spaghetti al
far west, si consuma la tragicomica truffa di un gruppo di sfaccendati di vario genere
ai danni di un soldato, che ha due debolezze: le donne, meglio se sposate, ed essere
adulato. Ha una divisa, dunque un potere, e molti soldi, che dispensa generosamente
per soddisfare questi peccatucci. Do ut des. Normale. Perché tutti dunque lo odiano?
Ha rapito e tiene segregata una giovane meretrice, e tedia chi lo circonda millantando
senza posa meriti ed imprese. Tutti fingono simpatia e perfino amore nei suoi
confronti, pur di ottenere da lui mance ed incarichi, tutti pronti a godere
nell’improvvisare vere e proprie recite in favore del credulo pavone, ma
pavoneggiandosi a loro volta della loro abilità nel sostenere il ruolo stabilito: l’amico
fidato, il servo fedele, il vicino premuroso, la fidanzata amorevole e così via. Così la
strada diventa scena e il teatro da mezzo diventa fine e le parole di Giulietta si
mescolano a quelle di Ofelia in un pot-pourri da serata d’onore. Ne risulta una gara tra
attori consumati dove l’unico spettatore pagante in conclusione, viene imbrogliato,
derubato e malmenato. L’eccesso è sempre un vizio…a prescindere dal contesto.

18 -19 gennaio 2022
Teatro Stabile di Bolzano
Rocco Papaleo, Fausto Paravidino
PEACHUM
un'opera da tre soldi
di Fausto Paravidino
con Rocco Papaleo, Fausto Paravidino
e con in (o.a.) Federico Brugnone, Romina Colbasso, Marianna Folli, Iris Fusetti,
Daniele Natali
scene Laura Benzi
costumi Sandra Cardini
maschere Stefano Ciammitti
musiche Enrico Melozzi
luci Gerardo Buzzanca
video Opificio Ciclope

regia FAUSTO PARAVIDINO

Fausto Paravidino è l’autore di un nuovo spettacolo dedicato all’antieroe Peachum, il
re dei mendicanti dell’Opera da Tre Soldi di Bertolt Brecht. «Peachum è una figura del
nostro tempo più ancora che del tempo di Brecht» sostiene Paravidino. «Dipende dal
denaro senza neanche prendersi la briga di esserne appassionato. Non è avido. Non
ambisce a governare il denaro, è governato dal denaro.» «In questa nuova Opera da
tre soldi detta Peachum» scrive Paravidino «succede quello che succede nell’Opera di
John Gay nel Sogno di un notte di mezza estate e in Otello di Shakespeare e in
moltissime fiabe. A un padre portano via la figlia. Il padre la rivuole. Brecht ci dice che
la rivuole perché gli hanno toccato la proprietà. Non altro. Le avventure e
disavventure che l’eroe dei miserabili incontrerà nello sforzo di riprendersi la figlia
saranno un viaggio, un mondo fatto di miserie: la miseria dei poveri, la miseria di chi
si vuole arricchire, la miseria di chi ha paura di diventare povero». Rocco Papaleo e
Fausto Paravidino, allo loro prima collaborazione teatrale, interpretano questa nuova
epopea al rovescio.

1-2 febbraio 2022
Compagnia Orsini / Teatro de Gli Incamminati
Umberto Orsini, Franco Branciaroli
POUR UN OUI OU POUR UN NON
di Nathalie Sarraute
regia, scene e costumi PIER LUIGI PIZZI

in collaborazione con Centro Teatrale Bresciano

Come possono le parole “non dette” o le intonazioni ambigue provocare malintesi e
guastare definitivamente l’amicizia di due vecchi amici? La commedia di Nathalie
Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento
e che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro
del quotidiano, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di
incomparabile abilità. Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si
interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra
le parole dette e soprattutto le ambiguità delle “intonazioni” a deformare la loro
comunicazione aprendola a significati multipli e variati. La prosa della Sarraute, nella
sua complessità, è un banco di prova per due manipolatori della parola quali Franco
Branciaroli e Umberto Orsini che si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita
con la loro abilità al terribile gioco al massacro che la commedia prevede.

15-16 febbraio 2022
DIANA OR.I.S.
Massimiliano Gallo, Stefania Rocca
IL SILENZIO GRANDE
una commedia di Maurizio De Giovanni
con Stefania Rocca, Antonella Morea, Paola Senatore, Jacopo Sorbini
regista assistente Emanuele Maria Basso
scene Gianluca Amodio
costumi Mariano Tufano
light designer Marco Palmieri
suono Paolo Cillerai
elaborazioni video Marco Schiavoni
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
regia ALESSANDRO GASSMANN

Ho poi approfondito la mia conoscenza delle umanità raccontate da De Giovanni,
interpretando l'ispettore Lojacono nella fortunatissima serie televisiva, giunta alla
seconda stagione, I bastardi di Pizzofalcone. Quando in una pausa a pranzo con
Maurizio parlammo de Il silenzio grande vidi l'idea nascere lì in pochi minuti. Ebbi
subito la sensazione che, nelle sue mani, un tema importante come quello dei rapporti
familiari, del tempo che scorre, del luogo dove le nostre vite scorrono e mutano negli
anni, ovvero la casa, avrebbe avuto una evoluzione emozionante e sorprendente.
Questo è spettacolo dove le verità che i protagonisti si dicono, a volte si urlano o si
sussurrano, possano farvi riconoscere, dove, come sempre accade anche nei momenti
più drammatici, possano esplodere risate, divertimento, insomma la vita. Questa
storia ha poi al suo interno grandissime sorprese, misteri che solo un grande scrittore
di gialli come Maurizio De Giovanni avrebbe saputo maneggiare con questa abilità e
che la rendono davvero un piccolo classico contemporaneo. [Alessandro Gassmann]

1 -2 marzo 2022
Cardellino
Silvio Orlando
LA VITA DAVANTI A SÉ
dal romanzo di ROMAIN GARY
direzione musicale Simone Campa
con Simone Campa - chitarra battente e percussioni, Gianni Denitto - clarinetto,
Maurizio Pala - fisarmonica, Kaw Sissoko-kora
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
assistente alla regia Maria Laura Rondanini

riduzione e regia di SILVIO ORLANDO

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio
Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di
dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame
Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli
“incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente e ancora
attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di
un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le
pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel
bambino nel suo dramma.

4 marzo 2022
ASAF AVIDAN
Anagnorisis Tour
Vedere Asaf Avidan dal vivo è un’esperienza di disconnessione sensoriale: più volte
paragonato a Janis Joplin e Johnny Cash, Asaf Avidan spazia dal rock al blues al folk
con un sound profondo ed ancestrale che stupisce e sorprende ad ogni respiro. A tre
anni di distanza dall’ultima pubblicazione, Asaf Avidan è pronto a tornare con
Anagnorisis, il nuovo album pubblicato a settembre 2020 (Artist First) ed un tour che
lo porterà sui palchi italiani nel 2022.
16-17 marzo 2022
Compagnia Moliere / La Contrada – Teatro Stabile di Trieste
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Moliere
con Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì,
Pietro Casella, Cecilia D’amico
e con Rosario Coppolino
costumi Santuzza Calì
scenografie Fabiana Di Marco
musiche Massimiliano Pace

adattamento e regia GUGLIELMO FERRO

in collaborazione con Teatro Quirino – Vittorio Gassman

Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l'idea
di Argante di servirsi della malattia per non affrontare "i dardi dell’atroce fortuna”.
Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella
malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti
mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la
malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un
attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un
uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell'età di Emilio Solfrizi
potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto
della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così
esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga
attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti.

24 marzo 2022
MATT BIANCO
Gravity
I Matt Bianco si formano nel 1982 per volere degli ex membri del gruppo di modern
jazz Blue Rondo a la Turk. Per il loro quindicesimo album, Gravity, il front-man, il
cantante e cantautore Mark Reilly, ha reclutato una nuova band con Magnus Lindgren,
sax e flauto svedese, e una buona parte del gruppo di Jamie Cullum. Gravity si basa
su un suono Jazz organico, registrato come una band live e mixato da Mark.

6-7 aprile 2022
Elledieffe - La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della
Toscana
Gianfelice Imparato, Carolina Rosi
DITEGLI SEMPRE DI SÌ
di Eduardo De Filippo
con (in ordine di locandina) Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Edoardo Sorgente,
Massimo De Matteo, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti,
Viola Forestiero, Vincenzo D'Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
scene e luci Gianni Carluccio, costumi Francesca Livia Sartori

regia ROBERTO ANDÒ

Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il
cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione. In Ditegli sempre
di sì la pazzia di Michele Murri è vera, infatti è stato per un anno in manicomio e solo
la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale.
Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del
mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel
confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza,
prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa
all’estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare i conti con un mondo
assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci
e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?
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