SULLE TRACCE DELLA LOMBARDESCA - a Pescocostanzo

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SULLE TRACCE DELLA LOMBARDESCA - a Pescocostanzo
SULLE TRACCE
DELLA LOMBARDESCA
a Pescocostanzo
LE MAESTRANZE LOMBARDE CHE HANNO LAVORATO A PESCOCOSTANZO HANNO LASCIATO MOLTE TESTIMONIANZE
DEL LORO GERGO DI MESTIERE NELLA CITTADINA

Testo e foto di Francesco Sabatini

Devo raccontarla in termini molto             interpellai un camionista, che (mi risuona
soggettivi; perché devo rievocare incontri    ancora il suo marcato accento del Nord) mi
e colloqui, spesso casuali, con persone       rispose più o meno così: “è la via più facile,      Dal testo Emerge
che sono state fonti e testimoni di quel      tutta in pianura fino a Sulmona: poi c’è            l’importanza che
                                                                                                  ripetutamente
che dico. E perché vorrei, in tal modo,       questa salita e la discesa a Castel di Sangro;      ha avuto nella
stimolare i nostri lettori abruzzesi a        ancora il valico di San Francesco e siamo           storia culturale,
prestare attenzione anche a dati che          alla Piana del Volturno”. E già, un’occhiata,       demografica,
                                                                                                  economica l’asse
spesso sembrano privi di importanza,          anche solo mentale, alla carta geografica
                                                                                                  viario che percorre,
mentre possono farci recuperare parti         e stradale, mostrava che era proprio così.          dal profondo Nord
dimenticate della nostra storia. Una          Si sa, i camionisti conoscono bene la               al profondo Sud,
necessità per gli abitanti della nostra       geografia.                                          l’intera Penisola
                                                                                                  aggirando per lungo
regione, che ha subito, insieme con gli       Altra scena. Negli stessi anni                      tratto gli ostacoli
svuotamenti demografici, pesanti perdite      provvedevamo alle riparazioni della nostra          dell’Appennino
di memoria.                                   casa, fortemente danneggiata dalla guerra,          e alla foce del
Nei miei vent’anni, primi anni Cinquanta,     e i lavori erano affidati a una famiglia di         Pescara si biforca,
passavo le vacanze d’estate nella mia         muratori locali guidati da due fratelli,
Pescocostanzo (come anche ora, in             capomastri di grande autorità, Battista e
ben altra età) e spesso noi ragazzi ci        Raimondo Zappa. Li osservavo spesso nei
spostavamo nella vicinissima Roccaraso,       lavori e ogni tanto li sentivo parlare, tra
dove ferveva la vita turistica, in ripresa    loro e con i loro figli, una strana lingua, che
dopo l’azzeramento della distruzione          non era assolutamente il dialetto locale e
bellica. Prime piste da ballo, locali con     nulla aveva a che fare con l’italiano. Ero
gioventù, nuove conoscenze. In quelle         amico di uno dei giovani, Pasquale Zappa,
occasioni notavo il continuo passaggio,       e un giorno gli chiesi che lingua fosse
sulla via che attraversava in pieno quel      quella. (Ero studente in Lettere e stavo
centro, di colonne di autotreni con           preparando la mia tesi in Storia della lingua
targhe che indicavano quasi solo città del    italiana). Dopo un po’ di tergiversazioni
Nord: Milano, Bergamo, Padova, Treviso,       e di mistero, mi disse che era la “lingua
Verona, Torino ... Portavano merce di ogni    lombardesca” e che in paese la parlava
tipo al Sud, prevalentemente in Campania,     solo la sua famiglia e prevalentemente sul
o da lì tornavano ai luoghi di provenienza.   luogo di lavoro. Rimasi di stucco! Sapevo,
Ma perché, mi chiedevo, quell’intenso         da una terza fonte – gli studi di mio padre,
traffico commerciale si svolgeva su           medico e storico – che a Pescocostanzo tra
questa strada tutta a tornanti (la vecchia    la fine del ’400 e i primi del ’700 avevano
“napoleonica”) e attraverso questi angusti    lavorato molti magistri lombardi, ma non
valichi dell’Appennino? Non c’era ancora      credevo che quella vicenda avesse lasciato
l’Autosole, ma nella mia mente per andare     un’eredità consistente, se non (e non era          Pescocostanzo:
                                                                                                 battesimo per
da Milano a Napoli si sarebbe dovuto          poco) la tradizione del battesimo con              immersione, secondo
comunque passare per Roma. Una volta          rito “ambrosiano” (per immersione e non            il rito ambrosiano
                                                                                                 (1980 ca.)

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ph. Luciano D'Angelo

per aspersione). Ma il vivo parlare era        quella notizia colpì il presidente della
un’altra cosa. E poi, il nome dato a quella    Commissione di laurea, il grande filologo
parlata poteva pur segnalare un’origine,       Angelo Monteverdi, che mi esortò a
ma bisognava controllare il corpo delle        proseguire nella ricerca; nel settembre
parole stesse. Riuscii a vincere la ritrosia   del ’55, per interessamento del geologo
e la segretezza di Pasquale e una sera gli     Francesco Rodolico, dell’Università di
feci pronunciare una cinquantina di quelle     Firenze, fui invitato da Bruno Migliorini
parole misteriose e le trascrissi. Nei mesi    e Gianfranco Contini a illustrare questa
successivi, mentre stendevo la mia tesi        strana vicenda al Circolo Linguistico
di laurea (sulla penetrazione dell’italiano    Fiorentino. Interessatissimo Contini
cinquecentesco in Abruzzo) svolsi anche        (di nascita ossolana), che mi guidò nel
una frenetica ricerca sui “gerghi di           farne una pubblicazione nella rivista
mestiere” (di muratori, seggiolai, arrotini,   “Cultura Neolatina” (che l’accolse nel vol.
spazzacamini, ...) delle regioni alpine e      XVI, 1956). Dalle ricerche sull’area di
trovai che c’era una totale corrispondenza     provenienza e sugli itinerari di diffusione
con il lessico della “lombardesca” di          di quel gergo – dunque, delle corporazioni
Pescocostanzo.                                 artigiane dell’intero arco alpino – riemerse                          Pescocostanzo,
                                                                                                                     Basilica di S.
Il resto è una storia che non mi ha più        nettamente la via dei camionisti incontrati                           Maria del Colle:
abbandonato. Infilai una lunga nota            a Roccaraso! Lo dimostra la carta                                     Assunzione; op. in
                                                                                                                     stucco di Giani e
nella mia tesi di laurea; durante la           geolinguistica che accompagnò la mia                                  Ferradini di Como
discussione della tesi (7 dicembre ’54),       pubblicazione e che riappare in queste                                (1710 ca.)

D’Abruzzo n. 132 anno 2020                     ARGOMENTO                                                                                  23
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pagine. In seguito, ho collegato questa         che si producono ancora a Pescocostanzo e         Pescocostanzo, Basilica
testimonianza linguistica con altre fonti:      altrove, e sull’onomastica: Gervaso, Felice,      di S. Maria del Colle: S.
ho trovato i nomi di quegli artigiani in        Ambrogio, Carlo erano nomi molto diffusi          Francesco; particolare
                                                                                                  della tela di Tanzio da
alcune epigrafi (così a Sulmona, accanto        nel mio paese. Che ha due protettori, la          Varallo (1614).
al portale del palazzo Tabassi), incisi nelle   Madonna del Colle (di antica tradizione           Pescocostanzo,
cave di pietra (sul versante orientale del      locale, almeno dal ’200) e san Felice, voluto     facciata del monastero
                                                                                                  benedettino femminile
monte Pizzalto, a Pescocostanzo) ed             dai Lombardi locali nel 1667. E si può            di S. Scolastica, di
elencati nei censimenti, che registravano       immaginare quanta accoglienza abbiano             Cosimo Fanzago (1624
                                                                                                  e ss.).
anche l’andirivieni dei nostri “lombardi”       avuto in questo e in altri centri vicini le
con la patria di origine. Ho potuto
intervistare di nuovo l’amico Pasquale
Zappa, nel 1971 e 1985, e riceverne altre
parole sfuggite nella prima intervista.
Seguendo qualche indizio presente in un
vocabolario del dialetto di Vasto (L. Anelli)
ho fatto indagini anche in quella città e
vi ho trovato un’altra sopravvivenza dello
stesso gergo (chiamato lì “lingua maltese”!).
A Vasto sorge l’imponente Palazzo
D’Avalos, fatto costruire in pieno ‘500
dalla famiglia il cui principale esponente
era Ferdinando Francesco, capitano di
Milano per Carlo V.
Il quadro si è dilatato. Vi entrano anche
le ricerche sui merletti a “punto Milano”

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opere – se non le persone, difficilmente          chiave del sistema. Una postilla storica
     trasferibili – di due grandi artisti lombardi     non secondaria: è questo l’itinerario
     contattati a Napoli dai committenti               che nell’estate-autunno del 1860, dopo
     pescolani nei primi anni del ’600: Cosimo         le vittorie in Lombardia e nel Veneto,
     Fanzago, originario di Clusone, e il              l’esercito piemontese seguì per raggiungere
     caravaggesco Tanzio (Errico Tedesco detto         (presso Teano) Garibaldi che aveva già
     Tanzio) da Varallo Sesia. Da qualche anno a       conquistato Napoli. La via degli artigiani
     Pescocostanzo tre vie, nei nuovi quartieri,       lombardi divenne allora la Via dell’Unità
     sono intitolate ai Mastri Lombardi, a             d’Italia.
     Fanzago, a Tanzio.                                E un richiamo, ora, a chi nel secolo XXI
     Si scopre così sempre più l’importanza            viaggia nell’Italia delle autostrade e dell’alta
     che ripetutamente ha avuto nella storia           velocità. Se alcune grandi città della
     culturale, demografica, economica l’asse          Penisola sono a Ovest dell’Appennino,
     viario orientale che percorre da Nord a           si sappia che facendo perno su Milano e            Pasquale Zappa
     Sud l’intera Penisola, dapprima scostandosi       Padova o Venezia il corpo del nostro Paese         (1926-2002), l’ultimo
                                                                                                          parlante della
     dall’Appennino, ma che alla foce del              si apre, si estende, pullula di attività e di      “lombardesca” di
     Pescara si biforca, per proseguire da una         storia, si ingemma di cittadine e paesaggi         Pescocostanzo.
     parte sulla costa adriatica e dall’altra per      di grande bellezza altrettanto a Est della
     forzare le strettoie dei rilievi abruzzesi,       grande catena.
     salire sui grandi altipiani (Cinquemiglia e       È la prospettiva “adriatica” tracciata
     dintorni) e puntare su Napoli.                    dai Mastri Lombardi. Che trovarono
     Dal Tronto al Volturno questo itinerario          qui molto lavoro (specialmente dopo i
     aveva preso, dalla fine del ’200, il nome         grandi terremoti: 1456; 1703-1706) e si
     di “Via degli Abruzzi”: perché era qui la         trapiantarono numerosi in Abruzzo.

                                   Esempi di Lingua Lombardesca di Pescocostanzo*

*Francesco Sabatini, La lingua lombardesca (da “Cultura Neolatina, XVI, 1956).

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