PRIMA DELLA FOTOGRAFIA - Vuillermozfoto

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PRIMA DELLA
FOTOGRAFIA
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La preistoria della fotografia
Illustrazione della Camera Obscura nel testo di astronomia del 1545 “De ratio
astronomico et geometrico liber” di Gemma Frisius.
La Camera Obscura è utilizzata per lo studio delle eclissi di sole.

                                                                     •La luce entra attraverso
                                                                     un piccolo foro in una
                                                                      stanza buia
                                                                     •Forma un’immagine sulla
                                                                     parete opposta
                                                                     •“Camera Obscura”
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Ricerca di sistemi per
 ottenere disegni realistici e
 in parte automatici

  “... ... possiamo dire che la
  propensione alla fotografia si
   era già manifestata quando
  il punto di vista fisso era
  diventato l’alfa e l’omega
  delle teorie estetiche”
  Schwarz, 1985, p.25

Jean Dubreuil, 1726
Sistema per disegnare le
 prospettive
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La preistoria della fotografia
1600 e 1700
               I pittori utilizzano le camere obscure per ritrarre i paesaggi.
               L'immagine doveva essere riprodotta su carta. Erano utili per
XVII secolo    disegnare esattamente la prospettiva e la scala specie nel disegno dei
               paesaggi e
               dell'architettura.

1604           Johannes Keplero (1571-1630) descrive l’occhio come una camera oscura,
                annunciando il fenomeno della persistenza retinica.

               Kaspar Schott introduce un'importante novità: due cassette scorrevoli, una dentro
1657            l'altra, permettono di variare la distanza fra la lente e il piano su cui si forma
               l'immagine, e quindi di mettere a fuoco la camera oscura.

               Johann Heinrich Schulze ebbe l'idea di porre uno specchio inclinato a 45 gradi
1676           dentro la camera di Schott per proiettare l'immagine su uno schermo
               traslucido posto sul lato superiore. E' nata, di fatto, la reflex.

1737           Jean Hellot (1685-1766) comunica alla Accademia delle scienze le proprietà del
                nitrato d’argento con degli esperimenti di inchiostro simpatico sulla carta.
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La preistoria della fotografia
      Camera oscura portatile del
      1685
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La preistoria della fotografia
                                                                   Il pittore dall’interno usa la
                                                                   Camera Obscura come aiuto per
                                                                   dipingere.
                                                                   Ricalca i contorni dell’immagine che
                                                                   la luce crea su un telo.

"... ... farai un bucco nello scuro della finestra nella stanza di dove vuoi vedere, tanto grande quanto
 il vetro di un occhiale. ... ... Serra poi tutte le finestre, e le porte della stanza, finché non vi sia luce
alcuna, se non quella, che viene da vetro, piglia poi un foglio di carta, et ponlo incontra il vetro tanto
 discosto, che tu veda minutamente sopra ‘l foglio tutto quello che è fuori di casa, il che si fa a una
determinata distanza più distintamente. ."

Daniel Barbaro, La pratice della prospettiva, 1569
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Abelardo Morell, Lightbulb
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La preistoria della fotografia
                        La Camera obscura diventa portatile

Camera oscura           camera oscura portatile inizio XVIII sec.
XIX secolo - 1620
Tipo usato da
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Canaletto - 1755
     Scala dei giganti Palazzo Ducale

Camera Obscura del
1780
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La preistoria della fotografia

          Jan Vermeer
1820c- Camera Obscura portatile
La preistoria della fotografia
          Le scoperte della scienza

1727 - Johann Schultz     1802 - Thomas Wedgwood
Lo scienziato tedesco     Thomas Wedgwood con il
Johann Schultz scopre     chimico Humphry Davy
 che i sale d’argento,    studia un metodo per
specialmente il nitrato   riprodurre dei disegni su
di argento, si scurisce   materiali trattati con clururo
se esposto alla luce       o nitrato d’argento, senza
                          però riuscire a fissarli.
Esperimento del fisico francese Charles al Louvre nel 1780.
Prova ad ottenere una silhouette su carta al cloruro d’argento con la
    sola azione della luce. Ma l’immagine non era permanente.
Fotografia nasce negli anni del
      positivismo

1830 - 1842 - anni dell’invenzione della fotografia da parte di
 Niépce, Daguerre e Talbot

1822-24 - Saint Simon pubblica Système de politique positive

1859 - Charles Robert Darwin pubblica On the Origins of Species
 by Means of Natural Selection

L’identità di documento, di prova, testimonianza, viene attribuita
 alla fotografia dalla cultura positivista.
I PIONIERI DELLA
   FOTOGRAFIA
1824-26

                     Nicéphore Niépce
                     realizza le prime
                     immagini stabili
                     utilizzando il bitume
                      di Giudea (asfalto),
                      spalmato su una
                     lastra di metallo.

 Joseph-Nicéphore
Niepce (1765-1833)
inventore francese
Point de vue
                                                                                  da una
                                                                                  finestra di
                                                                                  lGras,
                                                                                    a s t r a1826?
                                                                                              di s t a g n o
                                                                                   16,5x20 cm
                                                                                  Austin, Università
                                                                                  d e l Texas

                                                                                  Prima f o t o g r a f i a
                                                                                  Bitume di Giudea e
                                                                                  Camera o s c u r a
                                                                                  o t t o o r e di
                                                                                  esposizione

Tecnica di Nièpce: bitume di giudea mescolato ad olio e spalmato su una lastra di peltro. L’esposizione
prolungata alla luce fa indurire il bitume, e dopo l’esposizione la lastra veniva lavata con olio di
lavanda che scioglieva le parti di bitume non indurite, creando l’immagine.
Point de vue da una finestra di Gras,
1826?
l a s t r a di s t a g n o 16,5x20 cm
Austin, Unive rsità d e l Texas

Prima f o t o g r a f i a
Bitume di Giudea e Camera o s c u r a
 o t t o o r e di esposizione
Louis Jacques Mandè Daguerre
1821        (1787-1851) inaugura il suo Diorama a
             Parigi

4-12-1829   Accordo di associazione tra Niépce e
            Daguerre
1833        Muore Niépce

            Isidore Niépce, figlio di Nicephore, firma
1837         con Daguerre l’accordo definitivo che
            prevede che l’invenzione prenda solo il
            nome di Daguerre
            Daguerre, con Isidore Niépce, rende
1839        pubblico il processo fotografico: il
            dagherrotipo.

                                                         Louis Jacques
                                                         Mandè Daguerre
                                                         (1787 - 1851)
Il processo del Dagherrotipo:
• lastra di rame placcata in argento
• esposta ai vapori di iodio
• esposta alla luce nella camera oscura
• l’immagine latente è rivelata dai vapori di mercurio

Tecnica di Daguerre: utilizza una piastra di rame placcata d’argento, resa sensibile alla
luce dai vapori di iodio che formano dello ioduro di argento fotosensibile. Il materiale era
molto lento nella risposta alla luce. Ma Daguerre scopre che la piastra esposta tenuta
vicino ai vapori di mercurio scaldato si “sviluppa”- ha scoperto l’immagine latente.
Come prodotto per fissare l’immagine usa il sale comune (cloruro di sodio).
Attrezzatura
completa per il
 dagherrotipo,
     1843

                  •Lunghi tempi di esposizione
                  • riproduzione esatta della realtà
                  •Immagine unica - positivo diretto
                  •immagine speculare
Parigi,
                                                                                                  Boulevard du
                                                                                                  Temple,
                                                                                                  dagherrotipo
                                                                                                  1838,

“Gli oggetti in movimento on lasciano alcuna impronta. Il viale, per quanto continuamente percorso da pedoni e
carrozze, risulta perfettamente deserto, ad eccezione di una persona che si fa lucidare le scarpe. I suoi piedi devono
essere stati immobili per un certo tempo, uno appoggiato sulla cassetta del lustrascarpe, l’altro a terra. Di conseguenza,
scarpe e gambe sono ben definite, mentre non lo sono né il suo corpo né la sua testa, poiché si sono mossi.”
Samuel F.B. Morse, lettera pubblicata in “NewYork Observer, 18 maggio 1839
“Non c'è nel dagherrotipo una sola manipolazione che non sia
alla portata di tutti. Non necessita la conoscenza del disegno né
richiede
abilità manuale. Rispettando punto per punto certe regole
semplicissime e poco numerose, non v'è alcuno che non debba riuscire
così bene e così sicuramente come il Signor Daguerre stesso.”
[Francois Dominique Arago, nella comunicazione del 19 agosto 1839 all'Accademia delle scienze e all'Accademia
 delle belle arti di Parigi, in seduta comune, in Comptes rendus des séances de l’Académie des Sciences, Paris
1839. Questo brano è tratto da ll dagherrotipo a cura di G. F. Arciero, Arnica editrice, Roma 1979, p. 35].

1)Prima edizione del manuale di Daguerre del 1839
2)Rapporto di M. Arago alla Camera dei deputati, 5 luglio
1839 3)Libretto di Isidore Niépce, 1841
Anonimo
americano Ritratti,
1844-1850
dagherrotipi

  Soddisfa il desiderio e bisogno di
ritratti
  il prezzo era alto ma abbordabile
per le classi abbienti
  velocemente diventa un grande
affare
  dalla Francia si diffonde
dappertutto
Ernest Capitolo

Giacomo Susimmo   Il dagherrotipo doveva essere protetto con attenzione,
Torino, 1853        spesso da una custodia di metallo o di cuoio coperta
                                       di velluto.
daguerreotype
The daguerreotype is “the
 most important and perhaps
  the most extraordinary
 triumph of modern science”
 E. A. Poe

Marcus Root
portrait of Edgar Allan Poe,
1848 daguerreotype
Alessandro Duroni ?               Stefano Stampa
Ritratto di Alessandro Manzoni,   Teresa Borri, seconda moglie
       1852 dagherrotipo          di Alessandro Manzoni,
                                  1852
Anonimo -
1846
Roma
 Colosseo
 Dagherrotipo
Dagherrotipi contemporanei
Louis Hippolyte Bayard (1801-1887), inventore di un
            procedimento positivo diretto su carta e forse il
            più
14/7/1839  grande fotografo del primissimo periodo, espone a
           Parigi 30 immagini.
E' la prima mostra fotografica della storia.
• Talbot è un aristocratico inglese a cui
                               piace viaggiare
                               • Gli piace disegnare ma non è molto
                               capace
                               • Inizia ad usare la camera oscura e la
                               camera lucida per aiutarsi
                               • Vuole cercare di ottenere delle
                               immagini automatiche
                                      Talbot scopre il procedimento negativo-
                                      positivo che permette di ottenere più
                                      copie positive da un negativo. Il brevetto
                               1840   del caloptipo viene depositato nel 1841. Il
William Henry Fox Talbot               procedimento viene reso pubblico nel
(Melbury 1800 - Laccok 1877)          1851.
•Mette la carta
                                                       sensibilizzata dentro alla
                                                        camera oscura
                                                       •produce una immagine
                                                       “negativa”
                                                       •Il negativo messo a
                                                       contatto con un altro
                                                       foglio di carta
Finestra a vetri (con la camera oscura) agosto 1835.   sensibilizzata produce
Appena fatta, con l’aiuto di una lente
si potevano contare i vetrini che sono circa 200.
                                                        un positivo

 Negativo di cm 3x2 circa
Al calotipo manca la precisione dei dettagli del
  William Henry Fox            dagherrotipo, ma la sua grande qualità sta
  Talbot negativo e
positivo, 1840c calotipo           nel fatto che da una singola immagine
                           negativa di carta si possono tirare un numero
                                                                infinito di
                                                          stampe positive.
William Henry Fox
   Laboratorio di Talbot, 1844
  Talbot
negativo e positivo, c a l ot i po
William Henry Fox Talbot (1800 - 1877)
   Laboratorio fotografico di Talbot a Reading
   calotipia

Il negativo di carta
 era stampato a
contatto su un
altro foglio di carta
 per ottenere una
stampa positiva,
utilizzando dei
telai con vetro
esposti alla luce
solare.

Carte Salate

Sono in assoluto il primo materiale da stampa nella storia della fotografia. La superficie delle carte salate risulta
opaca e sono perfettamente visibili, attraverso l'immagine, le fibre del supporto primario (la carta). Normalmente le
carte salate venivano virate all'oro prima di essere fissate in sodio tiosolfato ottenendo così gradevoli tonalità
rossastre o neroviolette.
William Henry Fox Talbot
               The Pencil of Nature, 1844-46
        Primo libro contenente immagini fotografiche

Talbot pubblica The Pencil of Nature, in 150 copie, ciascuna
 comprendente 24 immagini calotipiche.

dimensioni 300 x 238 mm

I 24 calotipi vengono pubblicati in 6 fascicoli con
commenti scritti da William Henry Fox Talbot

Produce 2475 stampe

L’anno successivo esce Sun pictures of Scotland
William Henry Fox Talbot
                                                The Pencil of Nature, 1844-
                                                46

“Le tavole della presente opera sono impresse soltanto dall’azione della
 Luce, senza ausilio di sorta dalla matita dell’artista.” Talbot
La porta
                                                                                      aperta, 1843
                                                                                     stampa su carta
                                                                                     imbevuta di una
                                                                                         soluzione
                                                                                       salina da un
                                                                                         negatico
                                                                                        calotipico

   “Noi abbiamo nella scuola artistica olandese un precedente abbastanza autorevole per
adottare come soggetti di rappresentazione scene di fatti quotidiani e familiari. Spesso
l'occhio di un pittore si soffermerà là dove la gente comune non vede nulla di notevole.”
Talbot
Il pagliaio,
                                                                               1844
                                                                           calotipia

“Un vantaggio dell’Arte Fotografica sarà quello di metterci in grado di
introdurre nelle nostre raffigurazioni una moltitudine di minuscoli dettagli che
accrescono la verità e realtà della rappresentazione... ... ... a volte si scoprirà che
essi danno alla scena rappresentata un aspetto di varietà che va oltre le attese.”
La scala a
                                                                              pioli, 1844
                                                                               calotipia

“I ritratti al vivo di persone e i gruppi di figure costituiscono uno dei soggetti più
affascinanti della fotografia, ... ... Per ottenere gruppi di figure non occorre più tempo
 di quello che si richiederebbe per figure singole, dato che la Camera le raffigura tutte
 simultaneamente, per quanto numerose possano essere.” Talbot
La calotipia
David-Octavius Hill (1802 - 1870) e Robert Adamson (1821 -
           1848)

In Scozia il processo calotipico
fu adottato da David Hill and
Robert Adamson, un pittore e
un chimico che lavorano in
collaborazione a producono
centinaia di ritratti

1.   Ritratti, 1845, calotipo

2.   Dipinto sulla convenzione per la
     fondazione della Chiesa Libera di Scozia,
      1843\66, 457 ritratti
David Octavius Hill & Robert Adamson

1.   Jas Linton, His Boat and His Bairns - Newhaven
David-Octavius Hill e Robert Adamson

Mogli di pescatori a New Haven, 1845,
Maxime Du Camp (1822 - 1894), Egitto, Tempio Abu Simbel, Ramses II, negativo calotipico -

(in viaggio con Gustave Flaubert 1849-1852)
Invenzioni e sviluppi delle tecniche fotografiche
        Sir Charles Wheatstone esegue i primi esperimenti di stereoscopia, che
1840    verranno portati a compimento da Sir David Brewster (1781-1868), inventore
        del caleidoscopio.

1851    Fredric Scott Archer inventa il procedimento al collodio umido

1851    Fredric Scott Archer adatta il suo procedimento al collodio umido
        alla visione positiva (ambrotipo)

        Adolphe Alexandre Martin annuncia l’invenzione del “tintype”, o ferrotipo,
1852    positivo diretto su metallo, procedimento simile all’ambrotipo o al
        dagherrotipo, ma molto meno costoso.

1854    Nasce il collodio secco. L’aggiunta di sostanze igroscopiche alle emulsioni
        al collodio permette una maggiore durata dalla preparazione.

        Eugène Disderi brevetta la "carte de visite": ritratti di piccolo formato e
1854    poco costosi, che saranno di gran moda, prodotti in grandissima quantità,
        scambiati e collezionati.

        Franz Hampfstangel introduce il ritocco del negativo.
1855
Metodo del collodio umido e
            secco (1851-1880 c.)
•Frederick Scott Archer, scultore e
fotografo inglese, inventa nel 1851
la tecnica del collodio umido
•Il collodio fa aderire i sali d’argento
a una lastra di vetro
•Rende il processo negativo-positivo
più ricco di dettagli dell’immagine
ottenuta da un negativo si carta.
•Con il collodio umido la lastra deve
essere preparata poco prima di essere
 usata e deve essere sviluppata subito
 dopo l’esposizione
Metodo del Collodio (1851)

•Il metodo del collodio forniva negativi con eccellenti
dettagli, permetteva di ottenere un gran numero di stampe
 ed era meno costoso del dagherrotipo.
•Il metodo del collodio portò la fotografia ad una grande
diffusione e ad un ampio successo commerciale.
•Collodio: soluzione viscosa di nitrocellulosa in alcool ed
etere. Quando si asciuga forma una pellicola dura e
impermeabile.
La fotografia in esterni era complicata, perché il
                                     fotografo aveva bisogno di una camera oscura per
                                              preparare le lastre e svilupparle.

1.   Fotografo ambulante

2.   Tenda camera oscura per la
      preparazione delle lastre al
     collodio umido, 1875
Stampa
   all’albumina
•Nel 1850 Louis-Désiré Blanquart-
Evrard, fotografo francese, pensa di
 usare l’albume d’uovo per tenere
l’emulsione delle stampe
•la stampa avveniva a contatto, e i
negativi dovevano essere delle stesse
 dimensione della stampa desiderata.
•Il negativo al collodio umido e la
stampa all’albumina è stata la
principale tecnica fotografica dal
1851 alla fine degli anni ’80
dell’ottocento
Sala di posa fotografica
                                 dell’ottocento

1.   Sala di posa in una stampa del 1880

2.   Poggiatesta per ritratti,
     1868
3.   Fotocamera per ritratti
Altre tecniche derivate dal collodio

•   Ambrotipo - positivo diretto su vetro
•   Ferrotipo - positivo diretto su una lastra metallica

•   Venivano ottenuti con una esposizione debole e con una
    base nera
L’ambrotipi
                                    a
       Procedimento basato su quello del collodio. La lastra negativa, leggermente
sottoesposta, viene montata con l’emulsione contro un supporto nero opaco (cartone o
velluto) ed incorniciata in una custodia. Divenne molto popolare fra gli anni 1856/57, per
  il suo costo basso e per l’aspetto simile al dagherrotipo. Il processo fu abbandonato
                                      verso il 1881.

 1.    Struttura dell’ambrotipo

 2.   Mario Nunes Vais , Ritratto della
      Regina Margherita, 1907, ambrotipo
      su fondo argentato.
La ferrotipia
Procedimento fotografico nel quale si usava un’emulsione al collodio, prima umido
e poi secco, steso su un supporto di ferro colorato di nero o marrone scuro. Fu un
  procedimento molto popolare e poco costoso, impiegato dai fotografi ambulanti
                        fino ai primi anni del novecento.
La
stereoscopia
   L'immagine stereoscopica diventa
 popolare dal 1855. La maggior parte
     delle famiglie borghesi ha uno
stereoscopio e può scegliere tra migliaia
      di vedute, ritratti, 'eventi, ecc.

                                            Stereoscopi
La
stereoscopia
Eugène Disderi e la "carte de visite”

 Ritratti di piccolo formato e poco costosi,
che diventano di gran moda, e saranno
prodotti in grandissima quantità, scambiati e
collezionati.
André Adolphe Eugène
Disderi 1819 - id. 1889)
(Parigi
Carte de visite

Le macchine fotografiche speciali per
 Carte de visite producono quattro,
sei o otto immagini su una sola
lastra al collodio.
La singola fotografia è di 10x6 cm

                                         Apparecchio per la carte de visite, 1862

                                        La fotografia diventa un oggetto che la gente
                                        compra, raccoglie in album, scambia, regala,
                                        colleziona, tiene in tasca, ecc.
André Adolphe Eugène
Disdéri

La ballerina Fanny Cerrito,
            1855

                              Stampa a contatto di una Carte de-visite da un negativo
                                  esposto con una fotocamera a quattro obiettivi.
Cartes de
        visite

 Il fotografo offriva ai suoi clienti una
vasta gamma di fondali, ambientazioni,
  elementi scenografici di provenienza
   teatrale, ed alcuni avevano anche
                 costumi.
Cartes de
visite
André Eugène Disdéri

studio per ritratti
 1865 ca

Print from collodion negative
                                Il ritocco
Pier-Louis Pierson (1822-1913)
  La Contessa di Castiglione,
          1863-66
       Scherzo di follia
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