SESSIONE "PREMIO H.M. GOLDMAN 2018"
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SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP PREVALENZA E INDICATORI DI RISCHIO DELLA PERIMPLANTITE IN UN CAMPIONE DI PAZIENTI PROVENIENTI DA UNA CLINICA UNIVERSITARIA IN ITALIA: STUDIO CROSS-SECTIONAL Di Domenico G.L.1, Vignoletti F.1,2, Di Martino M.1, de Sanctis M.1 1 Dipartimento di Parodontologia, Dental School, Università Vita-San Raffaele, Milano 2 Department of Periodontology, University Complutense of Madrid Abstract Background & Aim: Reports regarding prevalence of peri-implant diseases show widely varying prevalence rates, which can be explained partially by variable diagnostic criteria adopted by different studies. Furthermore, several different factors have been associated with peri- implantitis. Hence, the aim of this cross-sectional study is to i. determine the prevalence, extent and severity of peri-implant diseases in patients enrolled in a University Dental Clinic and ii. to evaluate the association between peri-implantitis and patient/implant-related factors. Methods: 237 patients attending a maintenance appointment at the Dental Department of Vita- Salute San Raffaele University (Milan) with 831 implants, with more than one year of follow- up after loading, were included and clinically examined. Implants showing the presence of bleeding on probing/suppuration and/or PPD>4mm were radiographically analyzed. Demographic and clinical data were collected to evaluate association of these factors with peri-implantitis. Results: On the patient level, the prevalence of peri-implant mucositis and peri-implantitis were 38.8% and 35%, respectively. A multivariate logistic regression showed that presence of deep pockets (>4mm), plaque and absence of at least 1 mm of keratinized mucosa were associated with peri-implantitis. Conclusions: Peri-implant diseases are common conditions and several patient/implant-related factors may influence the risk for their development. Introduzione Uno dei fattori chiave per ottenere il successo a lungo termine degli impianti dentali è il mantenimento della salute dei tessuti perimplantari. Sebbene sia chiaro che molteplici fattori possano contribuire al fallimento degli impianti, un numero sostanziale di studi punta l’attenzione sull’effetto negativo del biofilm orale sull’integrità strutturale dei tessuti perimplantari duri e molli che li circondano. È stata dimostrata un’inequivocabile associazione tra accumulo di placca e sviluppo di alterazioni infiammatorie (Heitz-Mayfield & Lang 2010). La persistenza della condizione infettivo-infiammatoria può portare alla distruzione progressiva dell’osso perimplantare e, in ultimo, al fallimento degli impianti. Il termine “malattia perimplantare” è stato introdotto per descrivere i processi infiammatori nei tessuti duri e molli che circondano un impianto, ossia la mucosite perimplantare e la perimplantite (Albrektsson & Isidor 1996; Lang & Berglundh 2011). La mucosite perimplantare è definita come una lesione infiammatoria che risiede nella mucosa perimplantare, mentre la perimplantite interessa anche l’osso di supporto intorno agli impianti (Lindhe & Meyle, 2008).
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Il parametro chiave per la diagnosi di mucosite è la presenza di sanguinamento conseguente a un sondaggio delicato (con una forza 0,5 mm. Considerando soltanto i pazienti con forme moderate/severe di perimplantite, ovvero con una perdita ossea >2 mm, la prevalenza risultava pari al 14,5%. L’obiettivo del presente studio è quello di fornire dati relativamente alla prevalenza della malattia perimplantare in un campione di pazienti in terapia di mantenimento reclutati nell’ambito di una struttura universitaria. Inoltre, lo studio si propone di valutare l’associazione tra le variabili analizzate, sia a livello impianto che paziente, con la perimplantite al fine di identificare eventuali indicatori di rischio. Materiali e metodi Disegno dello studio Il lavoro presentato è uno studio cross-sectional monocentrico, condotto in conformità alle Norme di Buona Pratica Clinica dell’Unione Europea e alla revisione corrente della Dichiarazione di Helsinki ed approvato dal Comitato Etico dell’Università Vita-Salute San Raffaele (Milano) con n° protocollo “1 cross sec” in data 3/3/2016 (EC Reg. N. 31/INT/2016). Il reclutamento dei pazienti è stato effettuato presso il reparto d’Igiene Orale e Prevenzione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele (Milano) nel periodo compreso tra giugno 2016 e dicembre 2017. Sono stati inclusi tutti i soggetti di età >18 anni con uno, o più impianti, con almeno 1 anno di follow-up dal carico protesico. Sono stati esclusi dallo studio: 1) i pazienti con malattie sistemiche non controllate (diabete [HbA1c >7], osteoporosi); 2) i pazienti in terapia con
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP farmaci con un possibile effetto sul turnover dell’osso e sulla guarigione delle ferite (steroidi); 3) le donne in gravidanza o in allattamento. Raccolta dei dati clinici I soggetti includibili sono stati invitati a partecipare allo studio durante il corso della seduta di mantenimento. Prima di procedere alla raccolta dei dati, ad ogni paziente sono state fornite informazioni dettagliate sul protocollo di ricerca ed è stata richiesta la firma del consenso informato. Ogni paziente è stato sottoposto a un controllo per la verifica del livello di igiene orale (full mouth plaque score, FMPS) e di infiammazione dei tessuti (full mouth bleeding score, FMBS) e a un esame clinico perimplantare completo. L’esame clinico ha previsto la valutazione dei seguenti parametri: profondità di sondaggio (PPD) su 6 siti per impianto (DV, V, MV, ML/MP, L/P, DL/DP), espressa in mm (è stato registrato il valore più alto); indice di placca (PI) su 6 siti per impianto, mediante rilevazione dicotomica: alla presenza visibile di placca è stato attribuito il valore 1, all’assenza il valore 0; sanguinamento al sondaggio (BoP) su 6 siti per impianto, mediante rilevazione dicotomica; essudato, mediante rilevazione dicotomica; mobilità, mediante rilevazione dicotomica; presenza di tessuto cheratinizzato, mediante rilevazione dicotomica: alla presenza di almeno 1 mm di tessuto è stato attribuito il valore 1, all’assenza il valore 0. Sono state raccolte informazioni su: 1) fattori socio-demografici e sullo stile di vita (età, sesso, n°sigarette/die), 2) frequenza delle sedute di mantenimento (n° sedute/anno). A seguire, la seconda fase dello studio ha previsto l’esame delle cartelle cliniche dei pazienti al fine di ottenere dati riguardati: 1) n° di anni di follow-up dal carico protesico, 3) tipologia di superficie implantare, 4) diametro dell’impianto, 5) caratteristiche del manufatto protesico: fisso/rimovibile, cementato/avvitato, corona singola/ponte/protesi ortopedica, 6) procedure di aumento osseo contestuali o procedenti all’inserimento implantare. Raccolta dei dati radiografici Gli impianti che presentavano almeno un sito con sanguinamento al sondaggio e/o suppurazione e/o una profondità di sondaggio superiore ai 4 mm, sono stati valutati con radiografie endorali digitali (Digora Optime; Soredex/Orion Corporation, Helsinki, Finland) eseguite con tecnica parallela a cono lungo e centratore di Rinn. Le misurazioni sulle radiografie endorali sono state eseguite mediante l’uso di un software dedicato (ImageJ 1.48a; Wayne Rasband, National Institutes of Health, Bethesda, MD, USA). Due esaminatori indipendenti (MDM e GLDD) hanno misurato con un cursore, su un monitor con ingrandimento del 200%, la distanza tra la piattaforma implantare e il livello osseo più coronale ritenuto essere in contatto con la superficie implantare. Il cursore è stato calibrato su ogni radiografia utilizzando le dimensioni dei sensori radiografici utilizzati. Dal momento che ogni modello implantare è caratterizzato da un design macroscopico differente, sono stati identificati punti di repere per ognuno di essi. Nei casi in cui è risultato impossibile identificare la tipologia di superficie implantare, è stata misurata la distanza verticale a partire dalla prima spira.
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Al fine di minimizzare l’acquisizione di misurazioni distorte, ogni misurazione è stata rilevata secondo un asse parallelo all’asse maggiore dell’impianto, tangenzialmente ai margini mesiale e distale dell’impianto in esame. Per ogni impianto è stato preso in considerazione soltanto il valore più elevato tra le due misurazioni. Per valutare il grado di errore nelle misurazioni, sono state selezionate 20 radiografie endorali in modo casuale e sono state misurate dai due esaminatori due volte, ripetendo la misurazione a distanza di una settimana. Per verificare la riproducibilità inter- ed intra- esaminatori sono stati eseguiti un t-test per campioni appaiati e un test di correlazione di Pearson che hanno riportato che le differenze non erano statisticamente significative (p>0.05). Definizioni adottate Sulla base dei dati riportati in letteratura (Sanz & Chapple, 2012) sono state identificate le seguenti condizioni cliniche: - salute dei tessuti perimplantari: assenza di BoP; - mucosite perimplantare: presenza di BoP e/o essudato con perdita ossea radiografica 4. Analisi statistica Tutte le informazioni raccolte sono state registrate secondo una scheda di raccolta dati definita a priori e successivamente inserite in un apposito database (Microsoft Excel; Microsoft Corporation, WA, USA), al fine di ottenere un archivio omogeneo dei dati clinici e socio-demografici dei pazienti reclutati. L'analisi statistica dei dati raccolti è stata condotta mediante uso del software SPSS (Statistical Package for the Social Sciences; SPSS Inc, Chicago, IL, USA). L’analisi ha compreso la valutazione delle caratteristiche metriche delle variabili continue (media e deviazione standard) e delle frequenze assolute e percentuali delle variabili categoriche. L’estensione della perimplantite, definita come il numero di impianti affetti nei pazienti che presentano tale patologia, è stata valutata nei soggetti con >1 impianto. La severità è stata espressa in relazione ai vari gradi di perdita ossea perimplantare. Modelli di regressione logistica uni- e multivariata sono stati utilizzati per determinare i fattori associati alla perimplantite. La presenza/assenza di perimplantite è stata usata come variabile dipendente. A livello paziente sono stati considerati: fattori socio-demografici (età, sesso), fumo (si/no, n° di sigarette/die: 0, 4mm, presenza di placca, presenza >1 mm di tessuto cheratinizzato), tipo di edentulia, sede dell’impianto (mandibola/mascellare, settori anteriori/posteriori), caratteristiche del manufatto protesico (fisso/rimovibile, cementato/avvitato). Le variabili che hanno mostrato un p
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Risultati Descrizione del campione Nel periodo giugno 2016 – dicembre 2017, 1710 pazienti sono stati visitati nel reparto d’Igiene Orale e Prevenzione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele per una seduta di mantenimento dell’igiene orale. Un totale di 237 pazienti (110 uomini e 127 donne) sono stati inclusi nello studio e valutati clinicamente. L’età media del campione è 59.51 anni (SD 9.5), con un range compreso tra 34 e 86 anni. I pazienti presentavano un totale di 831 impianti: di questi, 420 posizionati nel mascellare superiore e 411 nella mandibola. La presenza di sanguinamento al sondaggio/suppurazione è stata registrata in 458 impianti, la presenza di tasche con PPD>4mm è stata riportata per 304 impianti. L’esame radiografico è stato svolto per 175 pazienti per un totale di 508 impianti. La media di perdita ossea registrata è stata 1.58 ± 1.63 mm. Nella tabella 1 e 2 sono riportate le statistiche descrittive delle variabili analizzate. Tabella 1 Variabili analizzate a livello paziente Pazienti (n=237) n % Sesso Maschi 110 46.4 Femmine 127 53.6 Fumo 0 201 84.8 25 128 54 FMBS 0-25 219 75.5 >25 18 24.5 Malattia parodontale Si 179 75.5 No 58 24.5 N° di impianti 1-3 146 61.6 ≥4 91 38.4 Frequenza di mantenimento 2 71 30 >2 166 70 Compliance Si 193 81.4 No 44 18.6
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Tabella 2 Variabili analizzate a livello impianto Impianti (n=831) n % PPD ≤4 527 63.4 >4 304 36.6 Placca No 315 37.9 Si 516 62.1 Tessuto chratinizzato No 272 32.7 Si 559 67.3 Osso Mascellare 420 50.5 Mandibola 411 49.5 Posizione Anteriore (canino-canino) 164 19.7 Posteriore 667 80.3 Tipo di edentulia Totale 150 17.1 Parziale 723 82.6 Tipo di ritenzione Avvitata 129 16.4 Cementata 695 83.6 Tipo di protesi Fissa 812 97.7 Rimovibile 19 2.3 Prevalenza Dall’analisi dei 237 pazienti è emerso che il 26.2% (n=62) non mostra segni di malattia perimplantare; il 38.8% (n=92) mostra segni di mucosite e il restante 35% (n=83) presenta perimplantite (Tabella 3). I valori corrispondenti per l’analisi a livello impianto sono 45.2% (n=376), 37.6% (n=313) e 17.1% (n=142), rispettivamente (Tabella 3).
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Tabella 3 Prevalenza della malattia perimplantare a livello paziente e impianto Pazienti (n=237) Impianti (n=831) % (n) PPD>4mm, % (n) % (n) PPD>4mm, % (n) Salute perimplantare 26.2 (62) 19.3 (12) 45.2 (376) 15.7 (59) Mucosite perimplantare 38.8 (92) 58.6 (54) 37.7 (313) 52.7 (165) Perimplantite ≥2 mm 35 (83) 78.3 (65) 17.1 (142) 56.3 (80) >3 mm 22 (52) 84.6 (44) 8.8 (73) 52 (38) >4 mm 11.4 (27) 81.5 (22) 3.7 (31) 22.6 (7) >5 mm 10.5 (25) 52 (13) 2 (17) 53 (9) Estensione La perimplantite è stata osservata in 72 dei 178 pazienti con 2 o più impianti. Il numero medio di impianti per paziente in questo gruppo è 4.9 ± 2.52, quello di impianti con segni di perimplantite è 1.87 ± 1.3. Pertanto, l’estensione degli impianti con perimplantite è 38.2%. Severità La perdita ossea media nel gruppo dei 142 impianti con perimplantite è pari a 3.45 1,50 mm. Il valore corrispondente per i 313 impianti con segni di mucosite perimplantare è 0.72 0.68 mm. Indicatori di rischio La Tabella 4 mostra gli OR crudi per i possibili fattori associati al rischio di perimplantite a livello paziente. Né l’età né il sesso risultano essere fattori associati alla patologia. Il fumo, il numero di impianti e il n° di sedute di mantenimento/anno sono le variabili significativamente associate al rischio di malattia (p10 sigarette al giorno mostrano un rischio aumentato di 3.02 di avere perimplantite rispetto ai non fumatori. Analogamente i soggetti con numero di impianti superiore a 4 (OR 3.26, p
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Tabella 4 Regressione logistica univariata con variabili a livello paziente (variabile dipendente: presenza/assenza di perimplantite) OR IC 95% p-value Sesso Femmine 1.12 0.66-1.91 0.68 Età 1.01 0.99-1.05 0.23 Fumo Si 2.09 1.02-4.29 0.04* 0 vs 10 3.02 1.23-7.43 0.016* 25 1.005 0.99-1.02 0.471 FMBS >25 2.5 0.95-6.6 0.06 N° impianti ≥4 3.26 1.87-5.69
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Tabella 6 Regressione logistica univariata con variabili a livello impianto (variabile dipendente: presenza/assenza di perimplantite) OR IC 95% p-value PPD >4 2.68 1.85-3.87
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP Nel presente studio l’estensione della perimplantite è risultata pari al 17.2%. Se si considerano i soli impianti con perimplantite grave (perdita ossea >5mm) la percentuale si riduce al 2.2%. Pochi studi in letteratura riportano dati al riguardo. Fransson et al. (2009) e Mir-Mari et al. (2012) hanno indicato rispettivamente che il 41.8% e il 37.2% degli impianti di soggetti affetti presentava perimplantite. Derks et al. (2015) hanno riportato che il 40.1% degli impianti del campione con perimplantite analizzato nel loro studio prospettico presenta una forma moderata/grave di perimplantite (definita come perdita ossea >2mm). Il secondo obiettivo del presente studio è stato investigare la presenza di indicatori di rischio per la perimplantite. Il fumo è stato associato alla presenza di perimplantite in diversi studi. Nel presente lavoro, l’analisi univariata ha identificato il fumo come indicatore di rischio, in quella multivariata però tale associazione ha perso la sua significatività statistica. Un risultato analogo è stato riportato da Derks et al. (2016). I pazienti con 4 o più impianti presentano un’associazione statisticamente significativa con la perimplantite. Tale risultato è stato riportato anche da altri studi (Roos-Jansaker, Renvert et al. 2006; Koldsland et al. 2011; Roccuzzo et al. 2012; Renvert et al. 2014; Derks et al. 2016). Ciò potrebbe trovare spiegazione nel fatto che la presenza di un numero elevato di impianti potrebbe fornire un numero maggiore di siti per l’accumulo di placca ed aumentare di conseguenza il rischio di infezione perimplantare. Tale dato è in accordo con il risultato che ha evidenziato che i siti implantari con PPD > 4mm mostrano un rischio maggiore rispetto a quelli con profondità di sondaggio inferiore. Come riportato nello studio cross-sectional di Merli et al. (2017), per ogni 1 mm di aumento della profondità di sondaggio perimplantare aumenta di 1.81 il rischio di avere sanguinamento al sondaggio in quel sito. Del resto all’interno di una tasca profonda, i patogeni risiedono in un ambiente strettamente anaerobico che può compromettere i meccanismi di difesa dell’ospite e portare allo sviluppo di una popolazione microbica capace di sfuggire alle difese e causare distruzione tissutale (Socransky et al. 1998; Demmer et al. 2008). Uno dei risultati più interessanti emersi dall’analisi dei dati è stata l’associazione statisticamente significativa tra assenza di mucosa cheratinizzata e presenza di perimplantite. Ad oggi, in letteratura non sono ancora disponibili dati certi circa l’influenza che la presenza di tessuto cheratinizzato possa avere sulla salute dei tessuti perimplantari. I nostri risultati sono in contrasto con quelli emersi in uno studio prospettico di Roos-Jansaker et al. (2006b) che ha valutato 218 pazienti trattati con impianti in titanio. Gli autori non hanno evidenziato alcuna associazione tra assenza di mucosa cheratinizzata e malattia perimplantare; al contrario hanno riportato che la presenza di tessuto cheratinizzato è associata con la mucosite perimplantare (definita come presenza di PPD>4 mm e BoP). Tale risultato è stato spiegato con l’ipotesi che a livello dei siti con assenza di KT sono più frequenti le recessioni, e quindi una minore tendenza alla formazione di tasche. D’altro canto però, i dati presentati sono in accordo con quelli di un recente studio prospettico di Roccuzzo et al. (2015) che ha rilevato come gli impianti con assenza di mucosa cheratinizzata, posizionati nei settori posteriori della mandibola, sono più suscettibili ad accumulo di placca e recessioni. Infatti, nel nostro studio si evince che il 73.2% degli impianti privi di mucosa cheratinizzata presenta almeno un sito con accumulo di placca contro il 58.7% di quelli con tessuto cheratinizzato. Tale osservazione non esclude la possibilità che la salute perimplantare possa essere preservata a lungo anche in assenza di KT, ma conferma che adeguate procedure di igiene orale sono facilitate in quei siti dove il tessuto cheratinizzato è presente (Lang et al. 1999). Una delle più recenti revisioni sistematiche su questo tema
SESSIONE “PREMIO H.M. GOLDMAN 2018” Rimini, 15 marzo 2018 XX CONGRESSO NAZIONALE SIdP (Wennstrom & Derks, 2012) ha indicato che l’assenza di un’adeguata altezza di tessuto cheratinizzato è risultata essere associata a un maggior accumulo di placca e presenza di sanguinamento al sondaggio intorno agli impianti. Al contrario, non c’è ancora evidenza di un possibile effetto sulla perdita ossea perimplantare. Si può pertanto concludere che sono necessari ulteriori studi randomizzati e controllati per supportare questi dati. Sebbene in letteratura sia riportato che una protesi cementata aumenti il rischio di perimplantite a causa della presenza di residui di cemento all’interno del solco perimplantare (Linkevicius et al, 2013; Dalago et al, 2017), i risultati del presente studio non hanno evidenziato tale associazione. Ciò potrebbe essere spiegato con la disomogenea distribuzione del numero di protesi cementate e quelle avvitate all’interno del campione in esame (rispettivamente, 84% vs 16%). Nel presente lavoro la valutazione della perdita ossea radiografica è stata effettuata in assenza di confronto con una radiografia allo stato basale (carico protesico). Ciò rappresenta uno dei principali limiti, dal momento che non ha permesso di valutare la progressione della perdita ossea perimplantare nel tempo. Inoltre, bisogna considerare che alcuni parametri relativi alle caratteristiche implantari (diametro, tipo di superficie, follow-up dal carico protesico) non sono stati valutati come fattori di rischio poiché non è stato possibile reperire tali informazioni per l’intero campione. Inoltre, in letteratura è stato osservato che l’operatore può essere un indicatore di rischio di perimplantite. Pertanto, un ulteriore limite da considerare è la mancanza di dati relativi ai diversi clinici che hanno eseguito la chirurgia implantare e la successiva fase protesica. In conclusione, ad oggi non sono ancora disponibili dati epidemiologici certi sulla prevalenza della perimplantite. Tuttavia, l’identificazione dei fattori di rischio risulta essere un prerequisito fondamentale per mettere in atto le adeguate misure preventive e terapeutiche. Pertanto ulteriori studi si rendono necessari per valutare se e come la presenza di alcuni fattori locali e relativi al paziente possano contribuire alla perdita ossea perimplantare. Bibliografia 1. Albrektsson & Isidor (1996) Consensus Report Implant Therapy I. Annals of Periodontology, 1: 792–795. 2. Dalago HR, Schuldt Filho G, Rodrigues MAP, Renvert S, Bianchini MA. (2017) Risk Indicators for Peri-implantitis. A cross-sectional study with 916 implants. Clin. Oral Impl. Res. 28, 144–150 3. Daubert DM, Weinstein BF, Bordin S, Leroux BG, Flemming TF. 2015. Prevalence and predictive factors for peri-implant disease and implant failure: a cross-sectional analysis. J Periodontol. 86(3):337–347. 4. Demmer RT, Papapanou PN, Jacobs DR Jr, Desvarieux M. (2008) Bleeding on probing differentially relates to bacterial profiles: the Oral Infections and Vascular Disease Epidemiology Study. Journal of Clinical Periodontology 35: 479–486. 5. Derks J, Tomasi C (2015) Peri-implant health and disease. A systematic review of current epidemiology. J Clin Periodontol 42(Suppl 16):S158–S171. 6. Derks J, Schaller D, Hå kansson J, Wennströ m JL, Tomasi C, Berglundh T (2016) Effectiveness of implant therapy analyzed in a Swedish population prevalence of peri-implantitis. J Dent Res 95(1):43–49 7. Fransson C, Wennstrom JL, Tomasi C, Berglundh T. (2009) Extent of peri-implantitis- associated bone loss. J Clin Periodontol. 36(4):357–363. 8. Heitz-Mayfield LJA (2008) Peri-implant diseases, diagnosis and risk indicators. Jour- nal of Clinical Periodontology 35 (Suppl. 8), 292–304.
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