Roma, Auditorium Parco della Musica - Daniele Gatti dirige Petruška e Aleksandr Nevskij - Connessi ...

Pagina creata da Gabriele Grieco
 
CONTINUA A LEGGERE
Roma, Auditorium Parco della Musica - Daniele Gatti dirige Petruška e Aleksandr Nevskij - Connessi ...
Roma, Auditorium Parco della
Musica – Daniele Gatti dirige
Petruška e Aleksandr Nevskij
Il ritorno di Daniele Gatti alla testa dell’Orchestra e Coro
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è dedicato a due
autori fondamentali della scuola russa novecentesca, Igor
Stravinskij e Sergej Prokof’ev che danno vita a una serata
particolarmente impegnativa per l’ensemble romano. Petruška è
il secondo balletto approntato nella lunga carriera di
Stravinskij. Appena dopo il successo di L’oiseau de feu,
l’autore si appresta a definire La sacre di printemps, lavoro
di impegno notevole. Quasi per distrarsi inizia a concepire un
pezzo per pianoforte e orchestra che sembra narrare le gesta
di una marionetta scatenata: è Petruška, burattino russo
simile a Pulcinella, il quale ha un atteggiamento umoristico e
un po’ grossolano. La vicenda, ambientata a Pietroburgo, si
svolge durante i festeggiamenti per la settimana grassa. Tra
la folla allegra, un imbonitore presenta i propri pupazzi,
Petruška, la Ballerina e il Moro che danno vita a una
realistica narrazione. Il debutto della composizione, il 13
giugno 1911, con interpreti d’eccezione, tanto per l’aspetto
musicale quanto per quello coreutico, ottiene un grande
successo. La sontuosa orchestrazione e le precise annotazioni,
indicate dallo stesso autore, dei movimenti della folla, dei
personaggi di contorno, dei gesti, dei balli e delle mosse del
dramma sono i caratteri precipui della prima versione della
partitura.

A Santa Cecilia si ascolta tuttavia la revisione del 1947 che
alleggerisce la strumentazione, rendendola più essenziale e
colorita, e toglie le didascalie sceniche. Stravinskij
assicura a tutti i settori della compagine uno spazio
rilevante ed esige un virtuosismo esecutivo di rara
difficoltà, a partire dai frequenti interventi pianistici
affidati ad Andrea Rebaudengo, solista dotato di solidità
tecnica e valida perizia esecutiva. La prova dell’orchestra
della capitale è maiuscola: con la solerte direzione di
Daniele Gatti, accurato interprete delle esigenze autoriali,
la partitura avvince soprattutto per la compatta lettura e per
l’attenta delineazione della narrazione lungo i quattro quadri
in cui prendono forma le vicissitudini delle marionette,
evidenziate da un sapiente uso coloristico di temi e stili.

Nella seconda parte della serata si apprezza un altro
capolavoro novecentesco, Aleksandr Nevskij di Sergej
Prokof’ev. La collaborazione tra quest’ultimo e il regista
Sergej Ejzenstejn segna un periodo fondamentale per il cinema
sovietico e per le sperimentazioni in ambito musicale. Il
compositore si dedica con frequenza alle colonne sonore ma la
sola a ottenere fama duratura è proprio quella concepita per
il lungometraggio di Ejzenstejn (con lui lavora anche per Ivan
il Terribile). Visto il successo della pellicola, Prokof’ev
pensa bene di riplasmare la partitura dandole la forma di una
Cantata per mezzosoprano, coro e orchestra. Mentre la colonna
sonora è suddivisa in 21 sezioni composte durante il periodo
delle riprese (primavera-autunno 1938), la cantata, approntata
per il maggio 1939, subisce una riorchestrazione e una
riduzione a sette movimenti in grado però di condensare i
passaggi salienti del film e mantenere un’efficace narrazione
dei fatti. Questi ultimi sono legati alla figura e alle gesta
del noto principe Nevskij che verso il 1242 guida i popoli
slavi contro i nemici occidentali. Opera patriottica di
propaganda, la cantata ha un organico imponente che
contribuisce a fondere due diversi stili compositivi, da un
lato quello dissonante, sperimentale, con ritmi assimilabili
alla meccanicità, dall’altro quello tonale, ricco di citazioni
popolari.

Anche in questo caso il dominio espressivo di Daniele Gatti si
estrinseca in una concertazione rigorosa e sempre attenta agli
avanguardistici impasti timbrici. La risposta dell’Orchestra
manifesta l’alto livello raggiunto dalla compagine romana che
forgia un’esecuzione di assoluto pregio in cui spiccano la
precisione degli strumentisti e la perizia tecnica generale.
Caratteristiche peculiari anche del Coro dell’Accademia
Nazionale, preparato da Piero Monti, che pure contribuisce
alla realizzazione della partitura con cospicui interventi in
cinque dei sette numeri. Il testo di “Il campo della morte” è
invece intonato dal mezzosoprano Ekaterina Semenchuk la quale
opta per un’interpretazione quasi intimista che evoca tinte
ferali.
L’esecuzione di entrambi i lavori è salutata da applausi
calorosi all’indirizzo di tutti gli esecutori. [Rating:4/5]

             Accademia Nazionale di Santa Cecilia
             Stagione di Musica Sinfonica 2019/20

                      Igor Stravinskij
                          PETRUŠKA

                      Sergej Prokof’ev
                      ALEKSANDR NEVSKIJ

  Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
                  Direttore Daniele Gatti
                Maestro del coro Piero Monti
               Mezzosoprano Ekaterina Semenchuk
    Auditorium Parco della Musica, Roma, 20 febbraio 2020
Photo credit: Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Photo credit: Musacchio,
Ianniello & Pasqualini

Photo credit: Musacchio,
Ianniello & Pasqualini
Photo credit: Musacchio,
Ianniello & Pasqualini

Photo credit: Musacchio,
Ianniello & Pasqualini

Photo credit: Musacchio,
Ianniello & Pasqualini
Puoi anche leggere