Report finanziario assicurativo N. 2 - Luglio 2022 - Più di una semplice Agenzia Assicurativa - ASSIX Spa

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Report finanziario assicurativo N. 2 - Luglio 2022 - Più di una semplice Agenzia Assicurativa - ASSIX Spa
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    N. 2 - Luglio 2022
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Bolzano Vicentino, 30 giugno 2022

OGGETTO: Report trimestrale di carattere finanziario e assicurativo

Gentile Cliente,

in ottemperanza alla nuova Normativa Europea sull’IDD (Insurance Distribution Directive - Direttiva IDD n. 2016/97) in materia di
distribuzione assicurativa, siamo a trasmettere il report trimestrale di carattere finanziario e assicurativo suddiviso in:

•      PARTE I FINANZIARIA - Principali dati dei Mercati Finanziari
•      PARTE II – Dati sul mercato assicurativo in Italia
•      PARTE III – Pillole formative
•      PARTE IV – Pubblicazioni & Link utili

Per qualsiasi ulteriore informazione La invitiamo a contattare il Suo Referente Assix oppure può telefonare dal lunedì al venerdì dalle
08:45 alle 13:00 e dalle 14:45 alle 18:00, allo 0444 230 280, o inviare mail all’indirizzo ufficiostudi@assix.it.

AREA RISERVATA: è possibile fare richiesta di attivazione della propria area riservata, inviando una mail a posta@assix.it, con ogget-
to: RICHIESTA AREA RISERVATA e numero di telefono per eventuali nostre richieste tecniche in fase di attivazione utenza.
Nella propria area riservata ogni utente potrà consultare i propri contratti assicurativi e le informazioni utili messe a disposizione
dall’Agenzia.

Cordiali Saluti,

                                                                                                                                                  ASSIX Spa

                             ASSIX S.p.A. Via Ca’ Del Luogo 4C 36050 Bolzano Vicentino VI - P.IVA 03177980244 - Capitale Sociale € 250.000 i.v.
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Report trimestrale 2 luglio 2022 – Mercati finanziari

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PARTE I FINANZIARIA - Principali dati dei Mercati Finanziari

Comparto Azionario

2                                                              Data di stampa 02.07.2022
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Comparto Obbligazionario

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Valute & Commodities

5                                          Data di stampa 02.07.2022
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Analisi Macroeconomica
Commento dati macroeconomici

Il mese di maggio ha rafforzato le dinamiche osservate in questo secondo trimestre dell’anno con i rischi per l’economia globale sempre più delineati e approfonditi.
Il processo di rialzo dei tassi negli Stati Uniti è ormai avviato e nel meeting della Federal Reserve di metà giugno abbiamo assistito ad un triplo rialzo dei tassi. Nelle
riunioni successive erano già stati prezzati dal mercato due ulteriori doppi rialzi a luglio e a settembre e un rialzo nelle riunioni di novembre e dicembre.
Quelle previsioni sono state, in realtà, subito dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione statunitense, riviste verso l’alto dagli operatori di mercato e confermate
dall’effettiva azione della banca centrale che ha operato un triplo salto nel livello dei tassi guida dell’economia.
Powell ci ha tenuto a precisare che l’attività della banca centrale americana è mutata. Le sue azioni non saranno quindi guidate da un obiettivo all’orizzonte, ma
dalla rilevazione dei dati macroeconomici, rappresentazione quindi dell’economia con un determinato ritardo temporale.
La conseguenza è ovvia: i mercati finanziari non hanno più una bussola in termini di direzione macroeconomica delle politiche monetarie e con ciò la volatilità
tenderà ad essere mediamente superiore ai recenti anni.

Allo stesso modo anche la BCE, messa in ulteriore difficoltà dalla guerra tra Russia e Ucraina, è prossima all’avvio del processo di rialzo dei tassi e tutte le metriche di
mercato già scontano diversi aumenti. Nel solo mese di maggio, ad esempio, il tasso Euribor a tre mesi è passato da -0,43% di fine aprile a -0,30% attuale. Il tutto si
intreccia con una previsione di rallentamento dell’economia globale, causata dalle contestuali debolezze in Cina e negli Stati Uniti. A livello generale le due forze
che le Banche Centrali hanno dovuto gestire negli ultimi mesi, sono state, da un lato l’inflazione crescente e dall’altro una produttività calante, cercando di evitare
il più possibile il peggiore scenario possibile ovvero quello della stagflazione.

Nel contesto economico attuale, la preoccupazione per l’inflazione nell’ultimo mese è stata sostituita con il timore della recessione, con conseguente arresto del
rialzo dei tassi decennali e accenno ad un iniziale ritracciamento.

Tale preoccupazione è sicuramente legata ad un deterioramento del sottostante economico dell’economia USA, dove si notano delle iniziali riduzioni dei prezzi delle
abitazioni in California e Texas, una forte contrazione degli indici PMI manifatturieri, ma soprattutto un livello di fiducia dei consumatori statunitensi ai minimi storici. Il
tutto però deve essere accompagnato da un riferimento ad un mercato del lavoro in ottima salute, con un tasso di disoccupazione ai minimi (3,6%).

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È chiaro quindi che se sarà recessione, sarà per via di uno shock dal lato della domanda dei consumatori, spaventati o preoccupati dal clima di incertezza del
prossimo futuro in merito soprattutto al costo della vita. Se così fosse, una recessione simile a quella osservata nel 2001 potrebbe rappresentare uno scenario plausibile,
con la ovvia conseguenza di una rapida inversione di marcia sull’andamento dei tassi della Federal Reserve. Ciò spiegherebbe anche l’accelerazione nel taglio dei
tassi, previsto già per aprile 2023.

Sul tema inflazione la distanza tra le due sponde dell’Atlantico si sta allargando sempre più: mentre negli Stati Uniti l’inflazione è sempre più vischiosa, in Europa il
dato dell’incremento dell’indice dei prezzi al consumo è ancora fortemente influenzato dalle materie prime energetiche. Il dato complessivo dell’inflazione nella
zona euro è stato infatti pari a +8,6%, con un valore core (privo delle componenti energetiche) pari al 3,7% (in contrazione rispetto al dato precedente). Il differenziale
tra le due misure è quindi prossimo a cinque punti percentuali. Addirittura, il dato previsionale tedesco per giugno è stato più basso delle attese (8,2% su base
annuale) e in contrazione (-0,1%) su base mensile.

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Principali indicatori

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Analisi dei principali indicatori economici
Prodotto Interno Lordo

Le stime relative al primo trimestre del 2022 evidenziano nelle principali economie una contrazione dei tassi di crescita e un avvio di una fase di normalizzazione, con
il dato statunitense che si attesta a -1,6%. Il PIL cinese si posiziona al +4,8% anno su anno, in miglioramento. Le aspettative Y/Y per il prossimo trimestre mostrano una
contrazione o un livello stazionario nella quasi totalità delle economie evidenziate.

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Tasso di disoccupazione

Negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione si è attestato a maggio al 3,6%, livello pari al dato del mese precedente. In Italia il tasso di disoccupazione si attesta al 8,1%,
in contrazione rispetto al mese precedente. In contrazione anche il valore riferito a tutta la zona euro, attestandosi comunque su valori superiori al dato statunitense.

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Indice dei prezzi al consumo

Negli Stati Uniti il tasso di crescita dell’indice dei prezzi al consumo a maggio è stato del +8,6%, in incremento rispetto a quello registrato nel mese precedente. In
aumento nella zona euro il tasso d’inflazione pari a +8,6%, livello più alto da oltre a dieci anni a questa parte. L’indice dei prezzi cinesi che si attesta su valori più
contenuti, pari al +2,1%.

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Aspettative di Inflazione

Nei grafici sono presenti le serie storiche delle aspettative di inflazione nel medio-lungo periodo, misurate attraverso i dati storici dei tassi inflation swap.
In particolare, i dati evidenziati presentano una media delle attese di inflazione nel periodo compreso tra il quinto e il decimo anno a partire da oggi. L’analisi del
livello delle aspettative e del grado di ancoraggio delle aspettative può offrire degli spunti in merito alla capacità delle Banche Centrali di raggiungere il proprio
obiettivo di inflazione. Negli Stati Uniti, in seguito alla crescita delle aspettative di inflazione in seguito alla ripresa post-Covid, si è osservato un maggiore stazionamento
delle aspettative di inflazione di poco al di sopra al livello del 2,5%. Le aspettative nel Regno Unito si caratterizzano per un grado di volatilità più elevato e hanno
registrato una contrazione al di sotto del 3,9%. Anche nel caso della zona euro si è osservato un recupero dei valori delle aspettative nell’ultimo anno fino all’attuale
livello attorno al 2,0%.

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PMI Manifattura

I dati di giugno confermano la tendenza di contrazione dei valori del PMI manifatturiero nelle principali economie globali. Per il momento tutte le economie sviluppate
continuano ad attestarsi su valori superiori a 50. Il dato cinese ritorna nell’ultimo mese al di sopra del livello di allerta.

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Banche Centrali: Tassi e Bilanci

Nell’ultimo mese si sono avuti degli incrementi dei tassi guida negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Norvegia e in Australia, oltre che in alcuni Paesi emergenti. Ha tagliato
i tassi la Banca Centrale Russa anche a causa di un eccesso di forza del rublo. Le politiche monetarie iniziano ad essere restrittive, con la mossa della Federal Reserve
che procederà con il suo programma di rialzo dei tassi guida nel corso dell’anno. Le aspettative dei tassi di riferimento della Federal Reserve ipotizzano almeno sei
ulteriori rialzi entro il terzo trimestre.

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Analisi Mercati Finanziari al 02 luglio 2022

Non è durato molto il recupero delle borse azionarie internazionali dopo il buon rimbalzo della precedente ottava. Gli indici hanno provato nelle prime sedute della
settimana a dare continuità e respiro al movimento ma ancora una volta la pressione in vendita è tornata a manifestarsi, confermando il momento di difficoltà per
i listini di stabilizzarsi dopo un primo semestre particolarmente negativo (il peggiore degli ultimi 52 anni). L’S&P 500 infatti si ritrova in area -20% da inizio anno, mentre
il Nasdaq 100 si attesta appena sopra il -30%; dall’altra parte dell’Oceano gli indici europei viaggiano tra il -15% e -20%, mentre i paesi emergenti si attestano ad un
-17%.
Un bilancio, quindi, pesante, frutto di un combinato di eventi negativi verso i quali le borse hanno potuto poco: se il rialzo dei tassi di interesse ha ‘ristretto’ i multipli di
valutazione, dall’altra parte gli scenari inflattivi/recessivi hanno poi completato il quadro, aggiungendo timori di un serio deterioramento fondamentale e
macroeconomico. E questo, sapendo di non poter più contare, almeno per il momento, sul tradizionale ‘bastone d’appoggio’, che dal 2009 in poi ha sempre sorretto
i listini, ossia le banche centrali, impegnate a rincorrere il galoppante aumento dei prezzi.

Proprio in relazione a quello che è il problema numero uno per i policy makers, in settimana sono usciti negli USA i nuovi dati per l’inflazione ‘core’ (PCE): i valori
rimangono alti per maggio (+6,3% rispetto all’anno scorso e +0,6% rispetto ad aprile), ma con valori in decelerazione rispetto al mese precedente e al di sotto di
quanto atteso. Una sorta di boccata d’ossigeno almeno su questo fronte, anche se serviranno almeno altre letture mensili per definire in modo chiaro se vi è stata
una inversione di tendenza. Un andamento che però porta con sé un ‘compagno’ che potrebbe essere sgradito: è difficile, infatti, che siano state le sole manovre
della Fed a mitigare i prezzi, più probabile è che il momentum della crescita stia segnalando le prime avvisaglie di un rallentamento.

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Il motore dell’economia americana, i consumi, hanno infatti decelerato vistosamente negli ultimi mesi ed il calo della fiducia dei consumatori statunitensi (ai minimi
da febbraio 2021) rende il quadro piuttosto grigio per i prossimi trimestri.
In Europa i dati di inflazione (se pur preliminari per giugno) hanno toccato livelli record: +8,6% (vs +8,1% atteso per l’Eurozona), +8% per l’Italia (dal +6,8% precedente).

Tutti dati che sotto il profilo macro (attendendo quello relativo agli utili del secondo quarter) hanno costretto le borse ad arretrare. L’indice S&P 500 ha ritracciato
infatti da area 3.950, salvando solo nel finale quota 3.800 (-2,2%) mentre il Nasdaq ha fatto anche peggio con un -4,3%. Un contesto debole in cui si sono inserite le
dichiarazioni di Powell, il quale ha esplicitamente detto che sebbene l’economia sia ben posizionata per resistere a un aumento dei tassi, non è detto che la Fed
riesca a garantire un atterraggio morbido. Insomma, tocca incrociare le dita e cominciare ad osservare gli effetti che ci saranno sui risultati delle aziende, a cui sono
direttamente collegati gli andamenti di borsa. L’indice della volatilità (Vix) rimane su livelli elevati (26,7), mantenendo una struttura rialzista e di stress per gli indici.

L’andamento di Wall Street è stato seguito in parallelo anche dagli altri listini, che hanno chiuso l’ottava con segni meno meno marcati di Wall Street. A livello
settoriale, i movimenti continuano a denotare una forte volatilità: il saldo settimanale premia energy, utilities e difensivi, con i ciclici e tech ancora una volta sui
bassifondi della classifica. Anche tra i temi, poco spazio per i segni più: solo infrastrutture, agribusiness e clean energy hanno limitato i danni, con le nicchie tech
ancora colpite in rosso.

Settimana nuovamente negativa per le materie prime, con un -3,5% per il basket generale. Negativi tutti i comparti: l’energy risulta in calo soprattutto per la forte
discesa del gas (-8%) mentre il petrolio ha chiuso in moderato rialzo (+0,8%) in area 107,5. L’oro si è avvicinato pericolosamente sa quota 1.800 $ (-0,9%) e tutti i metalli
industriali correggono a causa dei timori di indebolimento economico (Rame -3,8%, Alluminio -0,5%, Zinco -9,5%).

Non si può dire certamente che il mondo obbligazionario sia stato clemente con gli investitori in questi primi sei mesi del 2022: con discese che vanno dal -10% al -
15% sia per i segmenti corporate che governativi, non vi erano praticamente punti di riparo per gli investitori, se non ovviamente la semplice liquidità.
Tuttavia, da qualche settimana, dopo i primi mesi dell’anno dove il rialzo dei tassi è stato senza soluzione di continuità, ora in qualche frangente si comincia a notare
qualche cambiamento e settimane positive (nei prezzi) iniziano ad intervallarsi ad ottave negative. Non certo abbastanza per definire un cambio di tendenza
definitivo, ma il riflesso di una fase dove gli investitori stanno iniziando a inserire nelle valutazioni evoluzioni negli scenari economici.
Non si mette ovviamente in dubbio la determinazione delle banche centrali di contrastare l’inflazione tramite l’aumento del costo del denaro, ma piuttosto, nella
definizione delle strategie operative, si comincia a prezzare anche l’effetto di queste manovre di politica monetaria sul ciclo economico. Insomma, la Fed crea e

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distrugge o forse meglio, in questo caso, distrugge e ‘ricrea’: se la domanda deve essere frenata e depotenziata, poi, sarà il momento di cambiare nuovamente
senso di marcia ripristinando politiche più accomodanti.
Uno scenario però ancora lontano e soggetto a talmente tante variabili che diventa difficile definire tempistiche, creando di fatto un percorso in evoluzione ogni
settimana. Una inflazione che non si sradica complicherebbe non poco i piani della Fed e sarebbe il peggior scenario per i mercati: la banca centrale americana
sarebbe costretta a far salire i tassi oltre il programmato, con evidenti rischi recessivi (hard landing). Se l’inflazione si moderasse, invece, nei prossimi mesi, la Fed
potrebbe archiviare il suo programma tornando neutrale nei suoi atteggiamenti.

Nell’ottava appena conclusa sia i cattivi dati relativi a consumi e fiducia, sia le parole di Powell su un possibile scenario recessivo, hanno dato forza in particolare al
comparto dei titoli di stato: con una discesa generalizzata dei rendimenti. Dal forum di Sintra, in compagnia degli altri banchieri centrali, Powell ha dato il suo punto
di vista sui prossimi mesi, mantenendo comunque la barra dritta verso l’inflazione, ritenuta comunque più dannosa di altri effetti economici. Altri membri del FOMC si
sono detti comunque fiduciosi che l’economia non cadrà in recessione e che al limite sarà necessario tollerare un rallentamento tecnico con un solo trimestre
negativo.

Non ha parlato solo Powell ma anche la presidente della BCE, Christine Lagarde: a luglio vi sarà il primo rialzo dei tassi negli ultimi 11 anni che sarà probabilmente
seguito da una stretta più vigorosa a settembre, visto che anche nell’Eurozona l’inflazione è su livelli inaccettabili. L’Eurozona si trova vicino al fronte bellico tra Russia
e Ucraina e vive quindi in maniera più diretta gli effetti su economia e prezzi. Sul tema dello scudo anti-spread, la BCE farà confluire le risorse dei bond in scadenza
dei paesi virtuosi verso quelli degli stati più indebitati, facendo di fatto un ‘travaso’ tra paesi donatori e destinatari.

I timori di debolezza economica hanno fatto scendere i rendimenti sia negli USA che nell’Eurozona: il decennale americano è tornato sotto il 3% mentre quello
tedesco sotto l’1,30%. Impressionante il movimento del Bund che ha perso 70 bps in poche sedute, così come il calo settimanale dei tassi a breve (sia zona Euro che
USD). Positivo il corporate investment grade mentre il comparto high yield continua a soffrire e rimane molto correlato con l’azionario. In discesa le aspettative di
inflazione sia per gli USA che per l’Eurozona.

L’ottava sul mercato valutario non è stata particolarmente movimentata con il Dollaro USA che è riuscito a mantenere una certa pressione sull’Euro, con le quotazioni
in area 1,041 (-1%), non troppo distanti quindi dai minimi di periodo. Si mischiano qui considerazioni relative sia alla politica monetaria e sia agli andamenti delle
rispettive economie: il mercato pare puntare ancora su chi sarà ‘meno debole’ in futuro. Altra settimana di passione per le cripto (Bitcoin -8% sotto quota 20.000).

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Sezione Assicurativa - Andamento Indici di riferimento
Dati Macro relativi a categorie di strumenti finanziari, sottostanti ai principali prodotti assicurativi

Comparto Azionario 1y

Comparto Azionario 3y

19                                                                                                         Data di stampa 02.07.2022
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Comparto Azionario 5y

     Indice di riferimento                      Valuta Perf. 1Y (%) Perf. 3Y (%) Perf. 5Y (%) Perf. Ann. 10Y (%)

     Indice Azionari Europe                      EUR       -9,04        12,28       17,98           10,07

     Indice Azionari USA                         EUR       -1,25        42,74       78,76           14,01

     Indice Azionari Mercati Emergenti - BRIC    EUR      -21,06        1,29        24,76            5,30

     Indice Azionari Settoriali - Technology     EUR      -16,07        57,60       120,56          17,97

     Indice Azionari Internazionali              EUR       -4,27        22,25       36,71            8,81

20                                                                                                                 Data di stampa 02.07.2022
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                                                                            Performance Indici Azionari
                                                         50,00

                                                         40,00

                                                         30,00

                                                         20,00
     TITOLO ASSE

                                                         10,00

                                                          0,00

                                                        -10,00

                                                        -20,00

                                                        -30,00
                                                                  Perf. 2022         Perf. 2021    Perf. 2020   Perf. 2019         Perf. 2018
                   Indice Azionari Europe EUR                      -16,42              24,57         -0,43        25,84              -11,93
                   Indice Azionari USA EUR                         -14,79              38,68         8,24         32,68               -0,21
                   Indice Azionari Mercati Emergenti - BRIC EUR    -12,39              -0,03         5,34         26,13               -6,34
                   Indice Azionari Settoriali - Technology EUR     -25,73              32,76         38,73        44,67               0,20
                   Indice Azionari Internazionali EUR              -12,67              25,34         2,38         25,75               -6,24

21                                                                                                                           Data di stampa 02.07.2022
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Comparto Obbligazionario 1y

Comparto Obbligazionario 3y

22                                         Data di stampa 02.07.2022
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Comparto Obbligazionario 5y

     Indice di riferimento                                    Valuta Perf. 1Y (%) Perf. 3Y (%) Perf. 5Y (%) Perf. Ann. 10Y (%)

     Indice Obbligazionari Europe                              EUR      -11,89        -7,71        -3,12           1,78

     Indice Obbligazionari USD                                 EUR       3,09         8,46        16,91            3,51

     Indice Obbligazionari Mercati Emergenti Internazionali    EUR      -10,62        -9,53        -4,12           1,69

     Indice Obbligazionari Internazionali                      EUR       -7,12        -4,27        0,92            1,89

23                                                                                                                               Data di stampa 02.07.2022
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                                                                            Performance Indici Obbligazionari
                                                                 20,00

                                                                 15,00

                                                                 10,00

                                                                  5,00
     TITOLO ASSE

                                                                  0,00

                                                                  -5,00

                                                                -10,00

                                                                -15,00
                                                                              Perf. 2022    Perf. 2021   Perf. 2020   Perf. 2019        Perf. 2018
                   Indice Obbligazionari Europe                                -11,80         -0,76        3,46         7,69              -1,90
                   Indice Obbligazionari USD                                    -2,46         7,28         0,13         10,69              4,57
                   Indice Obbligazionari Mercati Emergenti Internazionali      -11,71         2,31         -3,72        14,05             -2,54
                   Indice Obbligazionari Internazionali                         -7,52         1,17         -1,92        10,02              0,71

24                                                                                                                                 Data di stampa 02.07.2022
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Riepilogo costi medi
Dati relativi a categorie di strumenti finanziari, sottostanti ai principali prodotti assicurativi

                                                                                     COSTI PRODOTTI SOTTOSTANTI                 MORNINGSTAR

Indice di riferimento                                                            Media %             Min %   Max %    Media %        Min %           Max %

Indice Azionari Europe                                                             1,56              0,02     5,09     1,49           0,03            5,5

Indice Azionari USA                                                                1,494             0,01     3,92     1,39           0,02            3,51

Indice Azionari Mercati Emergenti - BRIC                                           1,591             0,028        5    1,61           0,16            4,09

Indice Azionari Settoriali - Technology                                            1,762             0,79     2,97     1,47           0,05            3,49

Indice Azionari Internazionali                                                     1,554             0,01     4,87     1,38           0,05            3,53

Indice Obbligazionari Europe                                                       0,959             0,081    2,39     0,84           0,49            1,2

Indice Obbligazionari USD                                                          1,069             0,023    2,66     0,93           0,03            2,5

Indice Obbligazionari Mercati Emergenti Internazionali                             1,256             0,05     3,81     1,34           0,01           5,123

Indice Obbligazionari Internazionali                                               1,041             0,03     2,88      1,1           0,02            3,74

25                                                                                                                                      Data di stampa 02.07.2022
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Previsioni andamento Mercato Assicurativo 2022
Fra1 i vari effetti indiretti legati al conflitto tra Russia e Ucraina e che hanno un impatto nella raccolta premi del mercato assicurativo italiano, si deve sottolineare la
crescita repentina dell’indice di inflazione e l’estrema volatilità dei mercati finanziari. Sul quadro di previsione graverà anche l’improvviso cambio di direzione della
politica monetaria globale, sancito dalla cessazione dei programmi di acquisto di titoli delle banche centrali (Quantitative Easing) e dall’inizio della fase rialzista dei
tassi ufficiali, i cui effetti sono già evidenti nei rendimenti dei titoli di Stato, in forte crescita ovunque, ma soprattutto in Italia e negli Stati Uniti, con conseguente
ampliamento dello spread rispetto ai titoli tedeschi. L’orizzonte di previsione è peraltro caratterizzato da un clima di forte incertezza, influenzato dagli sviluppi che
avrà il conflitto (durata, estensione territoriale, uso di armi non convenzionali).

In funzione dei possibili scenari, si potrebbe assistere a un’ulteriore crescita dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari, a una più accentuata volatilità dei mercati
azionari e finanziari e a un rallentamento più pronunciato della crescita globale.

Il nuovo contesto economico e finanziario avrà un impatto più marcato nel settore vita. Il fattore combinato di tassi di interesse in ascesa e di un indice di inflazione
a livelli storicamente molto elevati indurrebbero, da un lato, i risparmiatori a indirizzare i propri investimenti verso soluzioni alternative (come i titoli di Stato) e, dall’altro,
le dinamiche inflazionistiche ridurrebbero sensibilmente il potere di acquisto delle famiglie che opterebbero per un atteggiamento più prudente in prospettiva del
rischio di avere minori risorse future.

Il calo riguarderebbe sia i premi delle polizze tradizionali di ramo I (-7,0%) per un volume di 58 miliardi (62 nel 2021) sia i premi delle polizze unit linked di ramo III i cui
premi si ridurrebbero in misura ancora più marcata (-13,5% e 34 miliardi) dal momento che queste polizze, essendo a maggior contenuto azionario, risentirebbero
negativamente anche della crescente volatilità dei mercati finanziari e borsistici.

1
    Fonte: ANIA - Relazione annuale sull'evoluzione e sull'andamento dell'attività assicurativa in Italia del 5 luglio 2022

26                                                                                                                                                         Data di stampa 02.07.2022
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PARTE II - Dati sul mercato assicurativo in Italia
Dati rilevati da Relazione annuale IVASS

In Italia operano 90 imprese di assicurazione nazionali e 4 rappresentanze di imprese extra SEE (84% dei premi totali). Sono autorizzati 237.193 intermediari di
assicurazione (agenti, broker, etc.). (Numero imprese e intermediari al 31 dicembre 2021, premi al 31 dicembre 2020).

In Italia sono autorizzate ad operare imprese SEE di assicurazione e riassicurazione con 91 rappresentanze e 884 imprese in libera prestazione di servizi, che raccolgono
il 14% dei premi. (Numero imprese e intermediari al 31 dicembre 2021, premi al 31 dicembre 2020).

La raccolta vita cresce del 4,5% rispetto all’anno precedente e avviene per il 56% tramite sportelli bancari e postali, il 24,6% tramite agenzie e il 17% tramite promotori.
Il 58,8% riguarda polizze vita rivalutabili e il 37,6% polizze unit-linked. (Premi raccolti in Italia al 31 dicembre 2021).

La raccolta danni cresce del 1,9% rispetto all’anno precedente e avviene per il 77,3% tramite agenzie, il 9,3% tramite broker, l’8,2% tramite sportelli bancari, postali e
promotori e il 5,2% tramite vendita diretta. Il 44,7% riguarda polizze auto, il 19,4 assicurazioni su immobili, il 18,8% sulla salute e il 10,2% per copertura della r.c. generale.
(Premi raccolti in Italia al 31 dicembre 2021).

In percentuale del PIL, i premi sono il 6% per i rami vita e l’ 1,9% per i rami danni. L’Italia è il 7° paese OCSE per rilevanza del settore vita rispetto al PIL, ma solo il 22°
per i premi danni. (Dati al 31 dicembre 2021 (premi su PIL) e 2020 (confronto OCSE))
Le imprese assicurative italiane detengono fondi propri per 2,5 volte il requisito minimo; le imprese miste hanno più capitale (2,6 volte) rispetto a quelle vita (2,3) e
danni (2,2). (Dati al 31 dicembre 2021)

Gli investimenti delle imprese di assicurazione, esclusi gli attivi per contratti index e unit linked, ammontano a 809,7 mld. di euro (-0,6% rispetto all’anno prima). Il 50,9%
sono in titoli di stato e il 32,9% in obbligazioni societarie e quote di OICR. (Dati al 31 dicembre 2021)
Gli investimenti degli assicurati per contratti index e unit linked, ammontano a 232,7 mld. di euro (+18,5% rispetto all’anno prima). (Dati al 31 dicembre 2021)

Le imprese hanno pagato agli assicurati 76,3 miliardi di euro per capitali, rendite e riscatti nei rami vita e 19,8 miliardi a fronte di sinistri nei rami danni. (Dati relativi
all’anno 2021)

27                                                                                                                                                       Data di stampa 02.07.2022
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Il risultato di esercizio delle imprese italiane è stato di 6,7 mld. di euro, in diminuzione (-22%) rispetto all’anno prima. (Dati al 31 dicembre 2021).
ANALISI SULL’EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA NETTA2

Nel periodo che va dal primo trimestre del 2007 al primo trimestre del 2022 l’andamento della raccolta netta vita – ossia la differenza, per il totale dei rami vita, tra
premi versati e prestazioni liquidate per riscatti, scadenze, sinistri e rendite – è stato oscillante, intervallando periodi di risultati negativi (in concomitanza delle severe
crisi finanziarie del 2007-2008 e del 2011) a periodi in terreno positivo. In particolare, l’andamento relativo alla quota di contratti di ramo I e V mostra, nell’arco
temporale analizzato, una correlazione negativa con i rendimenti nominali offerti dai titoli di Stato italiani (figura 5). In effetti, i risultati delle gestioni assicurative
separate – alle quali è collegata la quasi totalità dei contratti in questione, caratterizzati da una garanzia di rendimento minimo – sono particolarmente competitivi
nelle fasi in cui i rendimenti dei titoli di Stato sono bassi, come è stato almeno fino alla fine del 2021.

2
    Fonte: ANIA - Relazione annuale sull'evoluzione e sull'andamento dell'attività assicurativa in Italia del 5 luglio 2022

28                                                                                                                                                    Data di stampa 02.07.2022
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Per quanto riguarda la raccolta netta della quota di polizze “linked”, negli ultimi anni essa è stata sempre positiva, con trend positivamente correlati all’andamento
dell’indice azionario italiano FTSE-MIB (figura 6).

Infine, si sono svolte alcune analisi di dettaglio sugli andamenti dal 2019 al primo trimestre del 2022 della variazione della raccolta premi, degli indici di riscatto e
sinistrosità rispetto agli stessi valori registrati nell’anno precedente. Come illustrato nella figura 7, la raccolta premi ha osservato nel corso del 2021 prima un significativo
rialzo, legato al fatto che nello stesso periodo del 2020 a causa della pandemia i premi avevano registrato una battuta d’arresto, e successivamente una diminuzione,
portando la variazione in terreno negativo già alla fine dell’anno, ed è poi proseguita nei primi tre mesi del 2022.

29                                                                                                                                                      Data di stampa 02.07.2022
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L’indice di riscatto, calcolato come rapporto tra somme liquidate per riscatto e valore medio delle riserve nel periodo, all’inizio del 2021 ha registrato un incremento
rilevante, pari a più del 50%, per poi tornare sui livelli del 2020 nei trimestri successivi; è diminuito dell’8% alla fine dell’anno ed è poi risalito su valori lievemente maggiori
al 2021 nel primo trimestre 2022. Anche l’indice di sinistrosità, rapporto tra somme liquidate per sinistri e valore medio delle riserve, ha registrato all’inizio del 2021 valori
significativamente superiori rispetto al 2020, per poi diminuire progressivamente nel corso dell’anno; anche all’inizio del 2022, si registra una diminuzione del 12%
rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

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ANDAMENTO DEI PRODOTTI VITA MULTIRAMO

I prodotti ibridi o multiramo puri (esclusi quelli previdenziali e PIR), risultanti dalla combinazione di una componente assicurativa tradizionale a rendimento minimo
garantito (ramo I) e da più opzioni d’investimento di tipo unit-linked (ramo III), negli ultimi anni hanno accelerato la crescita della loro quota all’interno del portafoglio
di prodotti offerti di quasi tutte le imprese assicuratrici.
I prodotti multiramo sono rivolti essenzialmente a clienti al dettaglio (polizze individuali). Nel 2021 i nuovi contratti di prodotti multiramo sono stati circa 1,1 milioni (circa
910.000 nel 2020), per 46,7 miliardi di nuovi premi, in aumento in media di 13 miliardi rispetto al biennio 2019-2020 e di circa 20 miliardi rispetto al biennio 2017-2018
(figura 1).

In significativa crescita soprattutto la loro incidenza sulla raccolta premi complessiva delle nuove polizze individuali, pari in media al 33% nel biennio 2017- 2018, per
superare il 40% nel biennio 2019-2020 e raggiungere infine quasi il 55% nel 2021 (figura 2).

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Concentrando l’analisi sulla composizione delle componenti dei rami I e III, si osserva che nel 2021 i prodotti multiramo hanno mostrato una quota di ramo I pari al
63,7% (65,5% nel 2020), percentuale superiore a quella registrata sia dai premi di ramo I nella nuova produzione complessiva (59,7% nel 2021 contro il 68,7% nel 2020)
sia dai prodotti “monoramo” (esclusivamente di ramo I o di ramo III al netto dei prodotti multiramo), per i quali la quota di premi afferenti al ramo I diminuisce al
54,8% (dal 71,0% del 2020) in seguito al significativo incremento delle polizze unit-linked nell’intero anno 2021 (figura 3).

Analizzando i soli prodotti multiramo nel quinquennio 2017-2021, si osserva come nell’ultimo anno la quota della componente di ramo I risulti in significativa crescita
rispetto al biennio 2017-2018, superiore di circa 1 punto percentuale rispetto al 2019 e in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2020 (figura 4). Nel 2021 il
generalizzato positivo andamento dei mercati finanziari e borsistici (con quotazioni anche superiori a quelle antecedenti la crisi) ha portato, soprattutto nella seconda
metà dell’anno, a una crescita significativa degli indici a essi collegati e a un conseguente incremento della raccolta premi di ramo III, che si riflette anche nella
composizione dei prodotti multiramo.

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Riguardo alla raccolta premi per canale distributivo (figura 5), gli sportelli bancari e postali hanno collocato nel 2021 30,8 miliardi in prodotti multiramo (+35,1% rispetto
all’anno precedente), pari al 66,0% della raccolta complessiva, percentuale in diminuzione rispetto al biennio precedente (68,6% nel 2020 e 72,6% nel 2019) ma
superiore alla quota di nuova produzione vita complessiva intermediata dallo stesso canale (62,3%). Ai consulenti finanziari ha fatto riferimento il 12,5% della raccolta
di prodotti multiramo, per un valore di 5,9 miliardi, in aumento rispetto all’11,2% del 2020 e inferiore all’incidenza della raccolta complessiva del canale sul totale new
business (18,4%). Le reti agenziali e gli altri canali hanno collocato una quota di prodotti multiramo pari al 21,5% (20,2% nel 2020), superiore alla quota di mercato
degli stessi canali sulla totalità dei prodotti assicurativi sulla vita (19,2%, di cui oltre il 17% afferente al solo canale agenziale).

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Rispetto alla raccolta complessiva di nuova produzione vita per canale distributivo, per le reti agenziali e gli altri canali la quota di prodotti multiramo sul totale è
stata del 61,2%, contro il 47,5% dell’anno precedente, a seguire gli sportelli bancari e postali con il 58,0%, dal 42,2% nel 2020; i consulenti finanziari registrano invece
un trend opposto, attestandosi al 37,3% con un calo di oltre 4 punti percentuali rispetto alla produzione dell’anno precedente (figura 6).

Inoltre, se per le polizze multiramo intermediate dagli sportelli bancari e postali la quota investita nella componente di ramo I risulta preponderante (68,4%), per quella
distribuita dalle reti agenziali si osserva una minore incidenza (58,9%), mentre i consulenti finanziari, a differenza degli altri due canali, confermano anche nel 2021 un
maggior investimento nella componente di ramo III, pari al 53,3% (figura 7).

34                                                                                                                                                 Data di stampa 02.07.2022
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Analizzando la raccolta premi dei prodotti multiramo nel corso del biennio 2020-21 e nei primi mesi del 2022 su base mensile, si osserva che la componente di ramo I
risulta saldamente preponderante nei vari mesi rispetto alla componente investita nel ramo III, con un andamento più volatile rispetto all’altro ramo (figura 8).

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TREND OFFERTA ASSICURATIVA RELATIVA AL II SEMESTRE 2021

L’analisi si riferisce ai nuovi prodotti lanciati dalle imprese di assicurazione nel periodo di osservazione, con l‘obiettivo di offrire un quadro delle tendenze in atto,
prescindendo dal successo commerciale degli stessi3, quindi, dal livello della raccolta premi ad essi associata.

Per il settore vita, i dati sono stati ricavati dall’archivio delle c.d. “comunicazioni sistematiche” relative alle basi tecniche delle tariffe vita e, per i prodotti di investimento
assicurativo (c.d. IBIPs4), sono stati utilizzati anche i dati contenuti nei KID (Key Information Document), documenti informativi precontrattuali che le imprese sono
tenute a fornire ai potenziali clienti prima della sottoscrizione dei contratti di investimento.

Nel 2° semestre 2021, l’andamento del settore vita (polizze individuali) evidenzia quanto segue:

       •    un ridimensionamento da parte delle imprese a offrire nuovi prodotti di tipo multiramo, ovvero contratti derivanti dalla combinazione di polizze rivalutabili di
            ramo I e unit linked di ramo III, e una maggiore propensione per nuove offerte di contratti di tipo rivalutabile. Tra i nuovi prodotti individuali rilevati (133), si
            registrano 46 multiramo (70 nel 1° semestre 2021), 41 rivalutabili (27 nel 1° semestre 2021) e 21 nuovi prodotti di tipo unit linked (21 anche nel semestre
            precedente); tra i nuovi prodotti del comparto vita di diverso tipo quali polizze temporanee caso morte, forme previdenziali di vario tipo e Long Term Care
            si registrano 25 nuovi prodotti (6 del tipo LTC, un prodotto multi-garanzia, 3 nuovi prodotti PIR - piani individuali di risparmio);
       •    l’orizzonte temporale medio raccomandato dell’investimento connesso ai nuovi prodotti IBIPs risulta essere pari a circa 6 anni;
       •    per i prodotti IBIPs i valori di RIY delle diverse opzioni finanziarie sottostanti, indicatore che esprime i costi5 complessivi dei prodotti, sono generalmente
            compresi tra il 2% e il 4%4. Valori di RIY superiori o uguali al 4% sono stati registrati in opzioni presenti, rispettivamente, in 12 nuovi prodotti multiramo e 7 unit
            linked;
       •    i prodotti rivalutabili si confermano i meno costosi, con valori di RIY generalmente compresi tra l’1% e il 2,3%;
       •    per 6 nuovi prodotti, 2 di tipo rivalutabile e 4 di tipo multiramo, 2 imprese si sono avvalse di un fondo utili a cui poter agganciare le prestazioni sulla base delle
            modifiche introdotte dal Provvedimento IVASS n. 68 del 14 febbraio 2018 in materia di gestioni separate relative alle polizze vita rivalutabili;

3
    L’analisi non tiene conto del volume premi raccolto tramite ciascun prodotto, dato non disponibile, ma del solo numero dei nuovi prodotti lanciati nel semestre.

4
 Trattasi dell’acronimo con cui vengono indicati, in base all’attuale normativa europea, i prodotti assicurativi di investimento finanziari che comprendono i prodotti rivalutabili, le unit linked e i prodotti
multiramo. L’IVASS ai fini della vigilanza sui prodotti IBIPs si è dotato di un software di raccolta, monitoraggio e aggiornamento delle informazioni contenute nei KID.

5 Siano essi una tantum (come i costi di entrata), che ricorrenti (come le commissioni di gestione) o accessori (come le performance fees).

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ANDAMENTO SETTORE VITA

Trend prodotti individuali

Nel 2° semestre 2021 risultano censiti 133 nuovi prodotti individuali rispetto ai 140 rilevati nel precedente semestre, numero sostanzialmente in linea con le nuove
offerte rilevate nel medesimo semestre del 2021 (131 nuovi prodotti). In questo semestre si ripropone una composizione di nuove offerte analoga a quella dello stesso
semestre dell’anno precedente, ovvero 43% di polizze di tipo multiramo (47% nel 2020), 38% di tipo rivalutabile (34% nel 2020).

Il numero delle nuove offerte multiramo, dopo il rilevante incremento avuto nel 1° semestre 2021 (70 nel 1° semestre 2021) si riallinea al valore dei trend dei precedenti
semestri, registrando 46 nuovi prodotti multiramo, 41 i nuovi prodotti di tipo rivalutabile (27 nel 1° semestre 2021) e 21 le nuove unit linked (21 anche nel 1° semestre
2021), tutti riconducibili alla grande famiglia dei c.d. prodotti IBIPs, che nel complesso raggiungono un numero pari a 108. Sono stati lanciati 3 nuovi prodotti PIR- piani
individuali di risparmio (nessuno nel semestre precedente).

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Il grafico che segue mostra la distribuzione percentuale delle nuove offerte del secondo semestre 2021 rispetto al primo semestre dello stesso anno; si osserva il
ridimensionamento dell’offerta di nuovi prodotti multiramo, pari al 35% del totale delle nuove offerte (50% nel 1° semestre 2021), che viene compensato da un
aumento di nuovi prodotti rivalutabili (31% contro il 19% del 1° semestre 2021) e un livello delle nuove offerte unit linked sostanzialmente costante (16% contro il 15%
del 2° semestre 2021).

38                                                                                                                                             Data di stampa 02.07.2022
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Focus sui prodotti IBIPs

Come anticipato, dei 133 nuovi prodotti rilevati, 108 sono prodotti di investimento assicurativo (IBIPs6). L’analisi dei dati contenuti nei KID fa registrare per questo
semestre un orizzonte temporale medio raccomandato per l’investimento (c.d. RHP) pari a circa 6 anni, valore in diminuzione rispetto a quanto rilevato nello scorso
semestre (7 anni) e il cui abbassamento è da ricercarsi nella riduzione degli RHP medi sui contratti multiramo e quelli di ramo III. In particolare per i contratti multiramo
l’RHP medio è circa 6 anni (7 anni nel semestre precedente), 5 anni per le unit linked (6 anni nel semestre precedente) mentre si registra un leggero aumento nel
comparto delle rivalutabili per cui l’RHP medio è di circa 7,5 anni.

Più in dettaglio, i prodotti multiramo si concentrano su RHP minori o uguali a 10 anni (il 99% dei prodotti), mentre circa il 95% dei prodotti unit linked sono caratterizzati
da RHP con orizzonti temporali inferiori o uguali ai 5 anni. Infine, per quanto concerne le rivalutabili, i prodotti sono caratterizzati prevalentemente da RHP compresi
tra 6 e 10 anni (il 65% dei prodotti).

6
    Insurance-based Investment Products

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Costi prodotti IBIPs

Riguardo ai costi, si è considerato l’indicatore sintetico Reduction in yield (RIY7) definito dalla normativa PRIIPs che rappresenta la misura di riferimento indicata nei
KID. Per i prodotti IBIPs i valori di RIY delle opzioni finanziarie sottostanti sono generalmente compresi tra il 2% e il 4%; infatti il 92% delle opzioni sottostanti rientrano in
questo range. Valori di RIY superiori o uguali al 4% sono stati registrati, rispettivamente per 12 dei nuovi prodotti multiramo e 7 unit linked di nuova produzione. I
prodotti rivalutabili si confermano i meno costosi, con valori di RIY generalmente (oltre 80% circa dei casi), compresi tra l’1,2% e il 2,3%.

Nello specifico per le:

     •    multiramo, i valori di RIY delle singole opzioni di investimento risultano, nel 24% circa dei casi, compresi nel range 2%;
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Tra gli ulteriori aspetti di rilievo emersi nel 2° semestre 2021, si segnala che:

anche in questo semestre si conferma l’interesse da parte dalle imprese riguardo la selezione e la gestione di investimenti nell’ambito di fattori ambientali, sociali e
di governance (ESG) sia nel comparto dei prodotti di tipo multiramo che per i contratti unit linked.
In particolare si segnala l’offerta di fondi interni che fanno uso di strategie di portafoglio dinamico basate su investimenti che si riferiscono a emissione di carbonio, di
transizione energetica, di solidità finanziaria, tematiche relative al riscaldamento del clima, alla gestione idrica e dei rifiuti, alla maggiore longevità ed all’aumento
della popolosità dei centri urbani.

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Andamento mercato Assicurativo
Dati aggregati relativi alla raccolta relativa ai principali prodotti assicurativi di diritto italiano

RACCOLTA PREMI ASSICURATIVI E NUOVA PRODUZIONE AL QUARTO TRIMESTRE 20218

•      La raccolta complessiva vita e danni è pari a 150,6 miliardi di euro.

•      La raccolta del settore vita, pari a 111,2 miliardi, registra un aumento del +5,9% rispetto al 2020.
       -    il recupero è concentrato nel ramo III relativo alle polizze unit e index linked, che cresce di +11,9 miliardi (+37,1%) e segna il miglior risultato mai rilevato,
            raggiungendo i 44 miliardi;
       -    la produzione assicurativa vita con finalità previdenziali segue la flessione del ramo VI, diminuito di oltre un miliardo e mezzo dopo l’ottimo risultato dei due
            anni precedenti;
       -    anche la raccolta di ramo V – legata alle operazioni di capitalizzazione – diminuisce di oltre 700 milioni, raggiungendo il minimo storico.
            La nuova produzione del settore vita aumenta di 4,3 miliardi (+6,0%).

•      La raccolta del settore danni si attesta a 39,5 miliardi, in aumento del +2,9% rispetto al 2020.
       -    la raccolta non-auto – in cui tutti i rami principali e i comparti sono in crescita – ha realizzato l’incremento record di +5,9% e il livello di volume massimo mai
            rilevato (di poco superiore a 23 miliardi di euro);
       -    nel comparto auto, complessivamente in calo del -1,1%, aumenta la raccolta legata alle garanzie accessorie (CVT), che registra un incremento di +258
            milioni, raggiungendo i 3,6 miliardi; prosegue il calo del ramo r.c. auto, che si attesta a 12,7 miliardi e perde -442 milioni rispetto al 2020.

•      Gli “Sportelli bancari e postali” rappresentano il principale canale di distribuzione dei prodotti vita con il 53,5% del totale, in calo di -1,1 miliardi rispetto al 2020; i
       “Consulenti finanziari” raggiungono il 18,9% del totale e aumentano su base annua di +5,3 miliardi, parallelamente alla crescita dei volumi associati al ramo III.

•      Le “Agenzie con mandato” continuano a prevalere nella distribuzione del settore danni, con un peso del 70,0% (84,6% nella distribuzione delle polizze r.c. auto);
       risulta in contrazione l’utilizzo delle “Altre forme di vendita diretta” (telefono e Internet), nonostante la spinta alla digitalizzazione indotta dalla pandemia da
       Covid-19.

8
    Fonte: Bollettino Statistico IVASS n°6 del 17 maggio 2022

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La raccolta premi vita e danni delle imprese vigilate IVASS e delle Rappresentanze SEE nel 2021 ammonta a 150,6 miliardi di euro, in aumento del +5,1% rispetto al
2020.

Per quanto riguarda le imprese vigilate IVASS, nel 2021 sono stati raccolti premi per 140,0 miliardi (93,0% del totale), in crescita del +3,8% su base annua. La
concentrazione della raccolta nelle prime 10 imprese tra le 41 operanti nel settore vita è pari al 67% circa nel 2021 e risulta in crescita negli ultimi tre anni; nel settore
danni, le prime 10 imprese delle 70 operanti hanno raccolto circa il 70% del totale.
Nel caso delle Rappresentanze SEE la raccolta complessiva nel 2021 è stata di 10,6 miliardi (7,0% del totale), in aumento del +24,8%.
La concentrazione della raccolta vita nelle prime 10 imprese delle 26 operanti è molto elevato, intorno al 92%; nel settore danni la raccolta è meno concentrata e
in calo: nel 2021 le prime 10 imprese (su un totale di 61 assicuratori di settore) detengono il 68% circa della raccolta.

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RACCOLTA VITA AL QUARTO TRIMESTRE 20219 - Le Imprese vigilate IVASS e le Rappresentanze SEE

La raccolta del 2021 pari a 111,2 miliardi di euro, risulta in crescita del +5,9% rispetto al 2020, avvicinando il livello registrato a fine 2019: il recupero è concentrato sul
ramo III relativo alle polizze unit e index linked, in aumento di +11,9 miliardi (+37,1%). Tutti gli altri rami vita risultano in contrazione: il ramo I – a cui sono collegate le
polizze vita c.d. “pure” – perde quasi 3 miliardi e mezzo rispetto alla raccolta del 2020 (-5,2%); il ramo VI legato ai Fondi Pensione perde -1,5 miliardi (pari al -38,8%); le
operazioni di capitalizzazione (ramo V) calano di 718 milioni (-36,9%).

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    Fonte: Bollettino Statistico IVASS n°6 del 17 maggio 2022

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Nella distribuzione dei prodotti vita del 2021 diminuisce l’incidenza degli Sportelli bancari e postali e delle Agenzie in economia e aumenta il peso di tutti gli altri
canali: in particolare la raccolta dei Consulenti finanziari risulta in crescita.

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Le Imprese vigilate IVASS

Nel 2021 la raccolta vita – pari a 105,9 miliardi – registra un aumento del +4,5% su base annua (+4,5 miliardi), combinando il forte incremento del ramo III – di +10,2
miliardi (+34,5%) – con la diminuzione degli altri rami vita. In particolare il ramo I diminuisce di -3,4 miliardi (-5,2%); la raccolta relativa alle Operazioni di capitalizzazione
(ramo V) si riduce di -717 milioni (-36,9%); la produzione assicurativa vita con finalità previdenziali + pari a 7,6 miliardi, in calo di -1,2 miliardi rispetto al 2020: la flessione
è legata al ramo VI relativo ai Fondi pensione, che si riduce di -1,5 miliardi rispetto al 2020 (-38,8%); i Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP) di ramo I (3,6
miliardi), aumentano del +2,2%; i PIP di ramo III si attestano a 1,6 miliardi, in crescita del +17,4%.

Con l’espansione delle polizze “finanziarie” di ramo III crescono di quasi 5 miliardi i volumi intermediati dai Consulenti finanziari; crescono significativamente anche le
Agenzie con mandato (+1,1 miliardi); cala l’utilizzo degli Sportelli bancari e postali (-1,2 miliardi) e delle Agenzie in economia e gerenze (-744 milioni di euro).

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La nuova produzione vita delle imprese vigilate registra un aumento di +2,8 miliardi di euro rispetto al 2020 (+4,0%): gli oltre 8,2 miliardi di produzione derivante dal
ramo III sono in larga parte assorbiti dalla contrazione del ramo I (-3,3 miliardi), del ramo V e (-599 milioni di euro) e del ramo VI (-1,6 miliardi, pari quasi -80%),
quest’ultima dovuta alla rilevante entrata di fondo pensione chiuso che nel 2020 ha evidentemente dato un cambio di passo al comparto dei fondi pensione e
ramo VI.

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Le Rappresentanze SEE

La raccolta nei rami vita realizzata nel 2021 dalle Rappresentanze SEE si attesta su 5,3 miliardi; la produzione è concentrata sui rami I e III: da quest’ultimo ramo deriva
l’aumento nella raccolta vita di 1,6 miliardi (+44,8%) rispetto al 2020.

Tutti i canali utilizzati dalle Rappresentanze SEE contribuiscono alla crescita su base annua registrata nel 2021, anche se con una mutata incidenza relativa: in
particolare le Agenzie in economia e gerenze passa dal 5,0% al 11,8%.

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Anche la nuova produzione emessa risulta in crescita di 1,6 miliardi di euro rispetto al 2020 (+46,6%), derivanti dalla raccolta del RAMO III (quasi l’80% del totale).

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PARTE III – Pillole formative
Approfondimenti

FOCUS SUGLI STRUMENTI FINANZIARI SOTTOSTANTI I PRODOTTI LINKED

Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR)

Per organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) si intendono i fondi comuni di investimento, le società di investimento a capitale variabile (Sicav) e le
società di investimento a capitale fisso (Sicaf).
Gli OICR si dividono in organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM o, anche, OICR armonizzati) e OICR alternativi. Per OICR armonizzati si intendono
i fondi comuni di investimento e le Sicav conformi alla normativa comunitaria che prescrive una serie di requisiti minimi relativi alle procedure di autorizzazione, al
controllo, alla struttura, alle attività ed alle informazioni ai quali un OICVM deve uniformarsi. Per OICR alternativi si intende, invece, una particolare categoria di OICR
caratterizzati da una maggiore libertà di investimento del patrimonio raccolto rispetto agli OICVM. Ad essi, infatti, non vengono applicati i vincoli e le limitazioni
previsti dalla normativa comunitaria per gli OICVM.

Fondi comuni di investimento

Per fondo comune di investimento si intende l'OICR costituito in forma di patrimonio autonomo, suddiviso in quote, istituito e gestito da un gestore autorizzato. Per
fondo aperto si intende quel fondo i cui partecipanti hanno diritto di chiedere il rimborso delle quote, a valere sul patrimonio dello stesso, secondo le modalità e con
la frequenza previste dal relativo regolamento di gestione e dalla rileva documentazione d'offerta. Per fondo chiuso si intende, invece, il fondo diverso da quello
aperto.
Ogni fondo si caratterizza per avere una composizione del portafoglio predefinita in termini di classi di beni. Sotto questo profilo, i fondi si dividono principalmente in
fondi mobiliari, fondi che investono in quote di OICR (Fondi di fondi), fondi immobiliari e fondi di credito. Alla categoria dei fondi mobiliari appartengono diverse
categorie di fondi: azionari, bilanciati, obbligazionari, liquidità, flessibili, ecc.. I fondi immobiliari sono invece i fondi comuni che investono in immobili. I fondi di credito,
da ultimo, si caratterizzano invece per investire in crediti, ivi inclusi quelli erogati, a favore di soggetti diversi dai consumatori, a valere sul patrimonio dei fondi medesimi.
I fondi comuni di investimento sono istituiti e gestiti dalle società di gestione del risparmio (SGR).

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Società di investimento a capitale variabile

Le Società di investimento a capitale variabile (Sicav) raccolgono capitali tra i risparmiatori e li investono nei mercati finanziari. Si differenziano dai fondi comuni
d'investimento principalmente per il fatto che il sottoscrittore non acquista quote di partecipazione, ma azioni della società di investimento costituita. Le Sicav sono
spesso uno strumento multicomparto, che ripartisce il proprio patrimonio in diverse classi (comparti di investimento), specializzate in specifiche aree geografiche o
settori di mercato, a cui è possibile aderire singolarmente. Una volta aderito ad un comparto si ha la possibilità di trasferire il proprio investimento ad un altro dei
comparti istituiti dalla Sicav.

Società di investimento a capitale fisso

Le Società di investimento a capitale fisso (Sicaf) sono OICR alternativi chiusi costituiti in forma di società per azioni a capitale fisso, aventi per oggetto sociale
esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta di proprie azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi. Come le Sicav, anche le Sicaf
si differenziano dai fondi comuni d'investimento, in particolare, per il fatto che il sottoscrittore non acquista quote di partecipazione, ma azioni della società di
investimento.

Exchange Traded Funds (ETF)

Gli Exchange Traded Funds sono una particolare categoria di OICR, caratterizzati dall’essere negoziati in borsa e dall’avere come unico obiettivo d’investimento
quello di replicare l’indice di mercato al quale si riferiscono (benchmark), attraverso una gestione totalmente passiva. Va considerato però che qualora la valuta di
riferimento dell’indice sia differente da quella di negoziazione, il rendimento dell’ETF potrà divergere da quello del benchmark per effetto della
svalutazione/rivalutazione di tale valuta nei confronti di quella di negoziazione.

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