Rassegna Stampa del 24 gennaio 2020 Testata
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Rassegna Stampa del 24 gennaio 2020 Testata Data 20 gennaio 2020 RAPPORTO SDO, LA PREOCCUPAZIONE DEL SINDACATO MEDICI ITALIANI: «MENO POSTI LETTO. SITUAZIONE FAVORISCE AGGRESSIONI» Diminuiscono i ricoveri ospedalieri, «ma a che prezzo?» si domanda Pina Onotri, segretario generale Sindacato Medici Italiani (SMI), raggiunta al telefono da Sanità Informazione per commentare i dati raccolti nel Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero (SDO) – Anno 2018, a cura della Direzione generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute. «Oggi si dimettono in maniera precoce pazienti in assenza di strutture territoriali o di assistenza territoriale-domiciliare in grado di accoglierli. Come medico di famiglia me ne rendo conto. A volte malati complicatissimi sono trasferiti a domicilio» spiega la dottoressa Onotri che individua due cause principali nella diminuzione dei giorni di degenza: «Molti interventi sono cambianti, sono state immesse nuove tecniche, pensiamo alla laparoscopia oppure ai farmaci innovativi, però d’altro canto anche il taglio dei posti letto e la soppressione di personale ha fatto la sua». «Gli ospedali sono chiamati a rispettare i DRG (diagnosis-related group) quasi come una catena di montaggio» continua la segretaria SMI. «Abbiamo minore disponibilità di posti letto e quindi abbiamo a volte delle dimissioni precoci in assenza di strutture intermedie in grado di farsi carico del paziente, a meno che non siano strutture private. Le famiglie si ritrovano a casa malati anche gravi con tutte le difficoltà che seguono. La nostra non è più una sanità gratuita ma partecipata». Un dato negativo è anche la mobilità interregionale. «Con un saldo positivo per le regioni del nord, dove in pratica si recano tutti i cittadini del sud Italia, soprattutto dalla Puglia e dalla Calabria. Abbiamo però anche un flusso di denaro che si sposta e che viene sottratto alla sanità locale. Ecco perché ci siamo detti contro l’autonomia differenziata, perché ancora di più andrebbe a creare questo tipo di gap». Inoltre, secondo il sindacato le aggressioni ai medici sono «strettamente correlate» alla fotografia rappresentata dal Rapporto SDO. «Il medico in quel contesto rappresenta il primo front office, per cui una più difficile accessibilità ai servizi innesca una maggiore aggressività nell’utente che si vede privato di quello che ritiene un suo diritto. Infatti, perché negli anni scorsi il fenomeno era di dimensioni minori? Evidentemente i servizi sul territorio erano di più». «Gli operatori sanitari sono sempre più stanchi, soggetti a turni massacranti e senza un turn over. Parliamo di personale abbastanza anziano e non gratificato, né dal punto di vista dell’autonomia professionale né dal punto di vista organizzativo né dal punto di vista economico. Inoltre, i tagli che hanno interessato in maniera orizzontale la sanità, hanno coinvolto pure i dipartimenti di salute mentale, quindi molti malati psichiatrici che girano in più sul territorio. Infine, – conclude Onotri – il senso di impunità che alimenta la spirale di violenza. Se si guarda il dato economico abbiamo ottenuto quello che dovevamo ottenere, ma a che prezzo?».
Testata Data 21 gennaio 2020 SINDACATO MEDICI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI SANITARI Sindacato medici: Daspo per chi aggredisce operatori sanitari Milano, 21 gen. (LaPresse) - Il Sindacato dei medici Italiani ha inviato alla XII Commissione della Camera dei Deputati il suo parere in merito alla discussione in atto sui Progetti di Legge riguardanti disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni. Lo comunica in una nota Pina Onotri, segretario generale dello Smi."La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale; gli episodi di violenza contro i medici e i sanitari sono un fenomeno, ormai diventato endemico e che si manifesta in tutto il Paese, dal Nord al Sud dell'Italia. Ricordiamo le colleghe uccise durante il loro turno di servizio e tutte quelle che hanno subito violenza di genere nel loro orario di lavoro - continua Onotri - Siamo impegnati per costruire le condizioni affinché si ristabilisca nel Paese un nuovo patto di rispetto reciproco tra utenza/pazienti, personale medico - sanitario e istituzioni, con una campagna mediatica istituzionale volta alla nascita di una coscienza sociale e collettiva del limite umano che contraddistingue il percorso di cura, nonché il rispetto dovuto a chi rende possibile tale percorso".(Segue). CRO NG01 lcl/vln 211218 GEN 20 SINDACATO MEDICI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI SANITARI-2- Sindacato medici: Daspo per chi aggredisce operatori sanitari-2- Milano, 21 gen. (LaPresse) - "La rabbia e la violenza, mai giustificate, nascono anche e soprattutto dalle mancate risposte a bisogni soggettivi o oggettivi che siano, diretta conseguenza di tagli di servizi e personale da dieci anni a questa parte. Occorre una rinnovata capacità di programmazione per la gestione della tempistica di accesso e presa in carico dei pazienti, con conseguente abbattimento delle liste d’attesa, migliore gestione della cronicità e delle acuzie con strutture e personale dedicato. Per realizzare queste condizioni il Sindacato medici Italiani ritiene indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonché di quella ospedaliera, garantendo la capillarità dei servizi su tutto il territorio nazionale, implementando gli organici e assicurando stipendi ai medici italiani in media con quelli degli altri paesi europei, onde porre un freno alla diaspora dei medici dal sistema pubblico poco appetibile e dal punto di vista organizzativo che professionale Auspichiamo una pronta approvazione della legge per contrastare la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari, il suo varo definitivo potrebbe rappresentare un significativo passo avanti", aggiunge Onotri.(Segue) CRO NG01 lcl/vln 211218 GEN 20 SINDACATO MEDICI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI SANITARI-3- Sindacato medici: Daspo per chi aggredisce operatori sanitari-3- Milano, 21 gen. (LaPresse) - "Nel merito la PdL d'iniziativa governativa, istituisce l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie ed ha tra i compiti quello di proporre misure idonee alla cancellazione dei fattori di rischio negli ambienti medici e sanitari più esposti; inasprisce, inoltre, le pene per chi compie aggressioni a medici durante l'esercizio della professione. Misure di tutela che valutiamo positivamente. Avremmo
preferito che, insieme a queste misure, la PdL riconoscesse ai medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale, come la Cassazione ha stabilito per gli insegnanti ed una sorta di Daspo per coloro che, in maniera reiterata, siano autori di gesti violenti contro gli operatori sanitari. Su questo continueremo la nostra battaglia. Ci auguriamo, in questo senso, che la discussione alla Camera possa riconoscere finalmente lo status di pubblico ufficiale ai medici e ai professionisti sanitari nell'esercizio delle loro funzioni. Auspichiamo che tutti i gruppi politici mettano tra le proprie priorità il varo del PdL contro la violenza sui medici. Lo Stato deve difendere i medici se vuole la sopravvivenza del Sistema Sanitario nazionale", conclude Pina Onotri, segretario generale dello Smi. CRO NG01 lcl/vln 211218 GEN 20
Testata Data 21 gennaio 2020 SANITÀ. SMI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI E PERSONALE DRS0072 3 LAV 0 DRS / WLF SANITÀ. SMI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI E PERSONALE (DIRE) Roma, 21 gen. - "Oggi il Sindacato dei Medici Italiani ha inviato alla XII Commissione della Camera dei Deputati il suo parere in merito alla discussione in atto sui Progetti di Legge riguardanti disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni; seguiamo con grande interesse l'evoluzione di questo dibattito". Cosi' Pina Onotri, segretario Generale dello SMI. "La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria e' diventata una questione nazionale; gli episodi di violenza contro i Medici e i sanitari sono un fenomeno, ormai diventato endemico e che si manifesta in tutto il Paese, dal Nord al Sud dell'Italia. Ricordiamo le colleghe uccise durante il loro turno di servizio e tutte quelle che hanno subito violenza di genere nel loro orario di lavoro- continua Onotri- siamo impegnati per costruire le condizioni affinche' si ristabilisca nel Paese un nuovo patto di rispetto reciproco tra utenza/pazienti, personale medico - sanitario e istituzioni, con una campagna mediatica istituzionale volta alla nascita di una coscienza sociale e collettiva del limite umano che contraddistingue il percorso di cura, nonche' il rispetto dovuto a chi rende possibile tale percorso. La rabbia e la violenza, mai giustificate, nascono anche e soprattutto dalle mancate risposte a bisogni soggettivi od oggettivi che siano, diretta conseguenza di tagli di servizi e personale da dieci anni a questa parte. Occorre una rinnovata capacita' di programmazione per la gestione della tempistica di accesso e presa in carico dei pazienti, con conseguente abbattimento delle liste d'attesa, migliore gestione della cronicita' e delle acuzie con strutture e personale dedicato".(SEGUE) (Comunicati/Dire) 12. SANITÀ. SMI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI E PERSONALE -2- DRS0073 3 LAV 0 DRS / WLF SANITÀ. SMI: DASPO PER CHI AGGREDISCE OPERATORI E PERSONALE -2- (DIRE) Roma, 21 gen. - E ancora aggiunge Onotri: "Per realizzare queste condizioni il Sindacato Medici Italiani ritiene indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonche' di quella ospedaliera, garantendo la capillarita' dei servizi su tutto il territorio nazionale, implementando gli organici e assicurando stipendi ai Medici italiani in media con quelli degli altri paesi europei, onde porre un freno alla diaspora dei Medici dal sistema pubblico poco appetibile e dal punto di vista organizzativo che professionale. Auspichiamo una pronta approvazione della legge per contrastare la violenza nei confronti dei Medici e degli operatori sanitari, il suo varo definitivo potrebbe rappresentare un significativo passo avanti. Nel merito la PdL d'iniziativa governativa, istituisce l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie ed ha tra i compiti quello di proporre misure idonee alla cancellazione dei fattori di rischio negli ambienti Medicie sanitari piu' esposti; inasprisce, inoltre, le pene per chi compie aggressioni a Medici durante l'esercizio della professione. Misure di tutela che valutiamo positivamente. Avremmo preferito che, insieme a queste misure, la PdL riconoscesse ai Medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale, come la Cassazione ha stabilito per gli insegnanti ed una sorta di Daspo per coloro che, in maniera reiterata, siano autori di gesti violenti contro gli operatori sanitari. Su questo continueremo la nostra battaglia. Ci auguriamo, in questo senso, che la
discussione alla Camera possa riconoscere finalmente lo status di pubblico ufficiale ai Medici e ai professionisti sanitari nell'esercizio delle loro funzioni. Auspichiamo che tutti i gruppi politici mettano tra le proprie priorita' il varo del PdL contro la violenza sui Medici. Lo Stato deve difendere i Medici se vuole la sopravvivenza del SSN", conclude Onotri. (Comunicati/Dire) 12:50 21-01-20 NNNN
Testata Data 21 gennaio 2020 SANITA': SMI A DEPUTATI, 'DASPO' PER CHI AGGREDISCE OPERATORI = ADN1016 7 POL 0 ADN POL NAZ SANITA': SMI A DEPUTATI, 'DASPO' PER CHI AGGREDISCE OPERATORI Roma, 21 gen. (AdnKronos Salute) - "Serve un 'daspo' per chi aggredisce gli operatori sanitari". Lo ribadisce Pina Onotri, segretario generale del Sindacato dei medici italiani (SMI), annunciando l'invio alla XII Commissione della Camera dei deputati del "parere del sindacato in merito alla discussione in atto sui progetti di legge riguardanti disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni. Seguiamo con grande interesse l'evoluzione di questo dibattito", sottolinea la sindacalista. "La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale - osserva - Gli episodi di violenza contro i medici e i sanitari sono un fenomeno, ormai diventato endemico e che si manifesta in tutto il Paese, dal Nord al Sud dell'Italia. Ricordiamo le colleghe uccise durante il loro turno di servizio e tutte quelle che hanno subito violenza di genere nel loro orario di lavoro", continua Onotri. (segue) (Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 21-GEN-20 14:47 NNNN SANITA': SMI A DEPUTATI, 'DASPO' PER CHI AGGREDISCE OPERATORI (2) = ADN1017 7 POL 0 ADN POL NAZ SANITA': SMI A DEPUTATI, 'DASPO' PER CHI AGGREDISCE OPERATORI (2) = (AdnKronos Salute) - "Siamo impegnati - aggiunge - per costruire le condizioni affinché si ristabilisca nel Paese un nuovo patto di rispetto reciproco tra utenza/pazienti, personale medico-sanitario e istituzioni, con una campagna mediatica istituzionale volta alla nascita di una coscienza sociale e collettiva del limite umano che contraddistingue il percorso di cura, nonché il rispetto dovuto a chi rende possibile tale percorso". Per realizzare queste condizioni, lo SMI "ritiene indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonché di quella ospedaliera, garantendo la capillarità dei servizi su tutto il territorio nazionale, implementando gli organici e assicurando stipendi ai medici italiani in media con quelli degli altri Paesi europei, onde porre un freno alla diaspora dei medici dal sistema pubblico poco appetibile e dal punto di vista organizzativo e professionale. Auspichiamo una pronta approvazione della legge per contrastare la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari - si augura Onotri - Il suo varo definitivo potrebbe rappresentare un significativo passo avanti". (segue) (Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 21-GEN-20 14:48 NNNN SANITA': SMI A DEPUTATI, 'DASPO' PER CHI AGGREDISCE OPERATORI (3) = ADN1018 7 POL 0 ADN POL NAZ SANITA': SMI A DEPUTATI, 'DASPO' PER CHI AGGREDISCE OPERATORI (3) = (AdnKronos Salute) - "Nel merito - continua la numero uno dello SMI - la proposta di legge di iniziativa governativa istituisce l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e ha tra i compiti quello di proporre misure idonee alla cancellazione dei fattori di rischio negli ambienti
medici e sanitari più esposti; inasprisce inoltre le pene per chi compie aggressioni a medici durante l'esercizio della professione. Misure di tutela che valutiamo positivamente. Avremmo preferito che, insieme a queste misure, la pdl riconoscesse ai medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale, come la Cassazione ha stabilito per gli insegnanti, e una sorta di 'daspo' per coloro che, in maniera reiterata, siano autori di gesti violenti contro gli operatori sanitari. Su questo continueremo la nostra battaglia". "Ci auguriamo, in questo senso - conclude Onotri - che la discussione alla Camera possa riconoscere finalmente lo status di pubblico ufficiale ai medici e ai professionisti sanitari nell'esercizio delle loro funzioni. Auspichiamo che tutti i gruppi politici mettano tra le proprie priorità il varo del pdl contro la violenza sui medici. Lo Stato deve difendere i medici se vuole la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale". (Ram/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 21-GEN-20 14:48 NNNN
Testata Data 21 gennaio 2020 DDL ANTIVIOLENZA. SMI: “DASPO PER CHI AGGREDISCE GLI OPERATORI SANITARI” Il sindacato ha inviato oggi una lettera alla Commissione Affari Sociali della Camera dov’è in discussione il provvedimento. “La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale”. “Oggi il Sindacato dei Medici Italiani ha inviato alla XII Commissione della Camera dei Deputati il suo parere in merito alla discussione in atto sui Progetti di Legge riguardanti disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni; seguiamo con grande interesse l’evoluzione di questo dibattito” così Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI. “La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale; gli episodi di violenza contro i medici e i sanitari sono un fenomeno, ormai diventato endemico e che si manifesta in tutto il Paese, dal Nord al Sud dell’Italia. Ricordiamo le colleghe uccise durante il loro turno di servizio e tutte quelle che hanno subito violenza di genere nel loro orario di lavoro”, continua Onotri. “Siamo impegnati per costruire le condizioni affinché si ristabilisca nel Paese un nuovo patto di rispetto reciproco tra utenza/pazienti, personale medico – sanitario e istituzioni, con una campagna mediatica istituzionale volta alla nascita di una coscienza sociale e collettiva del limite umano che contraddistingue il percorso di cura, nonché il rispetto dovuto a chi rende possibile tale percorso”. “La rabbia e la violenza, mai giustificate, nascono anche e soprattutto dalle mancate risposte a bisogni soggettivi o oggettivi che siano, diretta conseguenza di tagli di servizi e personale da dieci anni a questa parte. Occorre una rinnovata capacità di programmazione per la gestione della tempistica di accesso e presa in carico dei pazienti, con conseguente abbattimento delle liste d’attesa, migliore gestione della cronicità e delle acuzie con strutture e personale dedicato”. “Per realizzare queste condizioni il Sindacato Medici Italiani ritiene indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonché di quella ospedaliera, garantendo la capillarità dei servizi su tutto il territorio nazionale, implementando gli organici e assicurando stipendi ai medici italiani in media con quelli degli altri paesi europei, onde porre un freno alla diaspora dei medici dal sistema pubblico poco appetibile e dal punto di vista organizzativo che professionale Auspichiamo una pronta approvazione della legge per contrastare la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari, il suo varo definitivo potrebbe rappresentare un significativo passo avanti”. “Nel merito la PdL d’iniziativa governativa, istituisce l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie ed ha tra i compiti quello di proporre misure idonee alla cancellazione dei fattori di rischio negli ambienti medici e sanitari più esposti; inasprisce, inoltre, le pene per chi compie aggressioni a medici durante l'esercizio della professione. Misure di tutela che valutiamo positivamente. Avremmo preferito che, insieme a queste misure, la PdL riconoscesse ai medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale, come la Cassazione ha stabilito per gli insegnanti ed una sorta di Daspo per coloro che, in maniera reiterata, siano autori di gesti violenti contro gli operatori sanitari. Su questo continueremo la nostra battaglia”.
“Ci auguriamo, in questo senso, che la discussione alla Camera possa riconoscere finalmente lo status di pubblico ufficiale ai medici e ai professionisti sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. Auspichiamo che tutti i gruppi politici mettano tra le proprie priorità il varo del PdL contro la violenza sui medici. Lo Stato deve difendere i Medici se vuole la sopravvivenza del SSN”, conclude Onotri.
Testata Data 22 gennaio 2020 ANCORA AGGRESSIONI IN OSPEDALE, A FEBBRAIO ALLA CAMERA IL DDL SULLA SICUREZZA Minaccia il personale di turno e gli agenti con una lametta all'ospedale di Livorno. Fermato l'uomo dalla polizia, era in possesso anche di uno spray urticante. Testate, insulti e minacce per la postazione 118 di Bagnoli, nel napoletano, dove l'autista dell'ambulanza è stato aggredito da un paziente che non voleva essere condotto all'ospedale indicato dalla centrale operativa del 118. Questi solo due degli ultimi episodi di violenza sul personale sanitario raccontati dalla cronaca. Ecco perché la richiesta di tutela nei confronti dei medici e degli infermieri non è mai stata così urgente. A sostegno dei camici bianchi è intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico che su Facebook ha scritto che uno dei primi provvedimenti nel calendario di febbraio della Camera è «la proposta di legge per la sicurezza delle professioni sanitarie approvata all'unanimità dal Senato pochi mesi fa. Occorre dare risposte concrete per contrastare questo fenomeno odioso e garantire una tutela effettiva di medici e infermieri». Il 22 gennaio, inoltre, le Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali, presso l'aula della commissione Affari sociali, ci saranno una serie di audizioni nell'ambito dell'esame delle proposte di legge recanti ''Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni''. Riguardo ai Progetti di Legge riguardanti tali disposizioni, Il Sindacato dei Medici Italiani ha inviato il suo parere in merito alla XII Commissione della Camera dei Deputati. «La sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale - dichiara Pina Onotri, Segretario Generale dello Smi - Il Sindacato Medici Italiani ritiene indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonché di quella ospedaliera. Auspichiamo una pronta approvazione della legge per contrastare la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari. Nel merito la PdL d'iniziativa governativa, istituisce l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Avremmo preferito che, insieme a queste misure, la PdL riconoscesse ai medici in servizio lo status di pubblico ufficiale, come la Cassazione ha stabilito per gli insegnanti ed una sorta di Daspo per coloro che, in maniera reiterata, siano autori di gesti violenti contro gli operatori sanitari. Ci auguriamo, in questo senso, che la discussione alla Camera possa riconoscere finalmente lo status di pubblico ufficiale ai medici e ai professionisti sanitari nell'esercizio delle loro funzioni. Auspichiamo che tutti i gruppi politici mettano tra le proprie priorità il varo del PdL contro la violenza sui medici. Lo Stato deve difendere i Medici se vuole la sopravvivenza del SSN», conclude Onotri. Stando ai dati della Fimmg in Italia si verificherebbero in media 3 aggressioni al giorno, senza contare gli episodi non denunciati, e in sette casi su dieci l'aggredito è una donna. Ci sarebbe una questione di ticket dietro all'aggressione di sabato scorso avvenuta ad Augusta, nel Siracusano: quando la dottoressa della guardia medica ha provato a chiedere a una donna di 60 anni il motivo della sua esenzione dal pagamento, quella avrebbe dato in escandescenze, prendendola a schiaffi e pugni. Sempre sabato sera sono stati tre infermieri ad essere aggrediti all'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. La doppia aggressione arriva a pochi giorni da un altro episodio, stavolta a Salerno, dove dopo la morte di un uomo di settant'anni i familiari si sono scagliati contro il medico e l'infermiere che lo avevano assistito. Ed è di venerdì scorso la
notizia che l'Asl di Torino ha deciso di dotare i suoi pronto soccorso di vigilanza armata h24 e di potenziare la videosorveglianza. Anche le Asl di Napoli 1 saranno attrezzate con sistemi di sicurezza, oltre alle telecamere con cui sono già state equipaggiate una serie di ambulanze nel napoletano. Uno degli operatori di ogni ambulanza avrà anche una bodycam, una telecamera integrata nella giacca che gli permetterà di riprendere tutto quello che accade. Deterrenti per garantire a tutti coloro che lavorano per tutelare la nostra salute di operare nelle condizioni migliori possibili.
Testata Data 23 gennaio 2020 LE PRIME “TRE” PRIORITÀ PER LA SANITÀ 2020. FORUM CON I SINDACATI DELLA MEDICINA CONVENZIONATA. RISPONDONO I LEADER DI SMI, SNAMI Aspettative, timori e richieste per il 2020 della sanità concentrate nelle prime tre priorità che si dovrebbero affrontare per dare una svolta al sistema sanitario italiano. In questa terza puntata rispondono Pina Onotri, Segretario nazione dello Smi, e Angelo Testa, Presidente nazionale dello Snami. 23 GEN - Con l'arrivo del nuovo anno Quotidiano Sanità ha voluto promuovere un forum con diverse associazioni sindacali del settore per mettere a fuoco preoccupazioni e aspettative. Dopo la prima e la seconda puntata con i sindacati della Dirigenza medica e la terza puntata con i sindacati della medicina convenzionata in questo quarto appuntamento abbiamo sentito Pina Onotri, Segretario nazione dello Smi, Angelo Testa, Presidente nazionale dello Snami. Nel 2020 sono molteplici le sfide che attendono la sanità italiana. Quali sono le vostre 3 priorità? Pina Onotri, Segretario nazionale Sindacato Medici Italiani (Smi) I medici di medicina generale in Italia sono circa 50 mila ed i loro stipendi da oltre 10 anni non sono adeguatamente rivalutati sulla base dell’inflazione registrata annualmente dall’ISTAT. Occorrerebbe al fine di assicurare ai medici di medicina generale almeno il completo adeguamento dei compensi al tasso di inflazione rilevato dal 2009 al 2019, prevedendo da parte dello Stato e delle Regioni finanziamenti adeguati destinati alla contrattazione collettiva nazionale, a partire dal triennio 2019-2021. I colleghi di altri paesi membri dell’Unione Europea, in particolare i medici francesi e tedeschi godono di trattamenti salariali superiori al 30-40% dei salari dei medici italiani. Questa scelta può contribuire ad avvicinare i salari dei medici italiani a quelli dei colleghi europei ponendo un freno al fenomeno migratorio verso l’estero. Da diversi anni, infatti, assistiamo ad un forte fenomeno di emigrazione di sanitari verso i paesi dell’Europa. Si renderebbe, in questo modo, più attraente la professione medica soprattutto per i giovani medici che sarebbero incentivati a restare in Italia, impendendo in questo modo l’implosione del SSN. Stesso discorso varrebbe per i medici dirigenti. Pari opportunità nella professione medica. Oggi una donna medico su due ha un solo figlio; una su tre è single, molte rinunciano alla professione o alla maternità. Sono forti le discriminazioni in tema di maternità per le donne-medico convenzionate, ovvero medici di famiglia, guardie mediche e 118, specialisti ambulatoriali, pediatri. Sono forti le criticità anche per l’adozione, l’affido, il diritto delle professioniste al riposo per allattamento. Le attuali disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità prevedono uno specifico trattamento per i riposi giornalieri della madre ‘lavoratrice’, intendendo in tal senso unicamente i dipendenti, compresi quelli con contratto di apprendistato di amministrazioni pubbliche, di privati datori di lavoro, nonché i soci lavoratori di cooperative, ma escludendo le donne medico convenzionate . Lo SMI si batte per introdurre asili nido nelle strutture ospedaliere e nelle ASL sul modello di quello impiantato al Ministero della Salute. Occorre studiare sistemi di flessibilità oraria, anche per i medici che lavorano in equipe e dipartimenti di emergenza, per permettere la conciliazione tra professione e accudimento familiare.
Ci battiamo affinché nell’Accordo Nazionale Collettivo di medicina generale si vari una norma ad hoc per i medici in convenzione che contempli il riposo per allattamento con i relativi riconoscimenti economici. Sulle pari opportunità, siamo orgogliosi di aver fatto riconoscere il punteggio per l’astensione obbligatoria di gravidanza a livello delle graduatorie regionali; vorremmo, adesso, che fosse riconosciuto un indennizzo per donne vittime per violenze di genere sul posto di lavoro, nonché che sia dato alle donne medico la possibilità di usufruire dell’opzione donna prevista dalla legge n. 147/2014 sulle pensioni. Ricambio generazionale nella professione medica e formazione post laurea. Da diverso tempo si lancia a più riprese l’allarme sulla carenza specialisti e generalisti. L’accesso alla facoltà di medicina è a numero chiuso, quindi c’è una programmazione nazionale. Il numero di laureati supera il numero di quanti possono accedere ad una qualsivoglia specializzazione, di molte migliaia di unità. Come dire che la programmazione nazionale pecca in eccesso oppure la formazione post laurea in difetto. Ogni Regione pianifica il numero di medici abilitati da ammettere ai corsi di Formazione Specifica per diventare Mmg, secondo la stima del fabbisogno. Le regioni del Nord denunciano la carenza di Mmg, mentre le Regioni del Centro Sud hanno ragionato in termini diversi, largheggiando in posti nei corsi di formazione in Medicina Generale e in questo caso di carenza non si parla proprio. Le scuole di specializzazione non tengono conto del reale fabbisogno e nei prossimi anni ci sarà una seria carenza legata alle specialità più complesse. Proponiamo un concorso nazionale unico per specializzazione e formazione in MG che tenga conto del fabbisogno sanitario per tipologia di popolazione da assistere. Sosteniamo la trasformazione del corso di formazione in specializzazione con equiparazione delle relative borse di studio. Il Sindacato Medici Italiani è al fianco dei giovani medici, per garantire loro un futuro professionale di qualità e azzerare l’imbuto formativo che non permette l’accesso alla professione e sconfiggere la precarietà. Per le nuove leve bisogna voltare pagina, affinché la professione diventi un lavoro attrattivo per chi deve garantire tutti i giorni il diritto alla salute dei cittadini italiani. Angelo Testa, Presidente nazionale dello Snami Bomba atomica e ricostruzione. Non è una provocazione, ma la amara considerazione che se non spazziamo via radicalmente vecchie abitudini e costruiamo qualcosa di serio ,la sanità pubblica verrà ingoiata dal privato incombente con buona pace di chi l’ha difesa negli anni e verrà consegnata su un piatto d’argento a chi, definanziandola all’infinito e non programmando, l’ha di fatto “suicidata”. Per noi dello Snami, attraverso le adeguate dotazioni finanziarie e di organico per tutta la Medicina territoriale del SSN,” post bomba atomica”, priorità assoluta, le 3 priorità relative sono: 1) non snaturare la professione del Medico di Medicina Generale affibbiandogli mansioni che non gli competono. 2) risolvere i problemi di burocrazia e liste d’attesa 3) programmazione e formazione dei Medici del comparto. Il Medico di Medicina Generale, primo contatto fra il Cittadino ed il Sistema Sanitario deve essere messo nelle condizioni ottimali per svolgere il proprio ruolo nell’ affrontare i problemi sanitari del Cittadino e risolverli in studio (o a domicilio!) personalmente nel 75 – 80 % dei casi, senza coinvolgere altre figure professionali. Affibbiargli nuovi ruoli ed improbabili compiti di diagnostica di primo livello significherebbe allontanarlo dal suo ruolo fondamentale, distogliendolo dall’azione clinica per la quale è preparato e mettendolo nelle condizioni di lavorare male, creando nel contempo illusorie aspettative nel Cittadino. Un Medico di Famiglia sgravato dalla soffocante burocrazia cartacea ed informatica, quella inutile, stupida e farraginosa, lavorerebbe molto meglio nel suo campo d’azione naturale, ovvero diagnosi e terapia, evitando ove possibile, il ricorso a strutture esterne e riducendo così le liste d’attesa. Il 2020 potrebbe essere l’anno decisivo in cui mettere in uso un applicativo informatico di interconnessione tra tutti gli
operatori della Sanità previo collaudo sul campo da parte di Medici esperti nel settore e recependo (invece di ignorarle) le loro osservazioni. Inoltre la gestione delle cronicità, competenza nella quale il Medico di Medicina Generale può dare il meglio di se, va elaborata assieme ai rappresentanti dei Medici del Territorio, e non imposta dall’alto con delibere che non favoriscono di certo l’adesione dei Medici stessi. Se il governo non prevede risorse idonee a cascata le falle si apriranno nelle Regioni e nei territori, a peggiorare la situazione attuale in cui ci sono già aree geografiche, soprattutto nel nord Italia, dove è quasi impossibile trovare un medico, con ripercussione negativa sulle categorie sociali più esposte, a cominciare dagli anziani, che non sempre sono nelle condizioni di spostarsi per raggiungere i centri più vicini .La programmazione deve riguardare sia le risorse finanziarie sia le dotazioni di organico, per assicurare i livelli essenziali di assistenza, così anche salvaguardando la figura del medico da quello che riteniamo un attacco di altre professionalità come gli infermieri e gli psicologi di famiglia. La medicina territoriale e quella ospedaliera necessitano di un numero adeguato di medici formati come abbiamo in questi anni denunciato ripetutamente. Cambiano i governi ma la programmazione universitaria, specialistica e lavorativa rimane scellerata e non adeguata ai bisogni di salute della popolazione. È ormai indispensabile rivedere il piano di studi e il numero programmato della facoltà di medicina e chirurgia e delle specialità, perché non si tratta “solo” di rendere precaria la classe Medica del presente ma si compromette il diritto alla salute pubblica del futuro. La mancata programmazione porta alla carenza cronica ed irreparabile di operatori sanitari, ma anche alla fuga dei nostri giovani Medici verso l’estero per impossibilità di completare il loro percorso formativo, ed anche prendere le distanze da un lavoro non più appetibile sotto l’aspetto economico. Uno sguardo particolare deve essere dato all’ inquadramento fiscale dei colleghi di continuità assistenziale, che seppur lavoratori autonomi, si vedono decurtare dai propri stipendi delle trattenute da “lavoratori dipendenti”, senza però poter usufruire di malattia, tredicesima, ferie e tfr. Inoltre la legge di stabilità penalizza i regimi fiscali forfetari. L’insicurezza delle sedi di continuità assistenziale e dei Medici che vi operano, la scarsa e mala organizzazione del servizio di emergenza sanitaria territoriale con territori vasti e ostili provvisti spesso di una sola ambulanza medicalizzata, senza un intervento risanatorio, sono il preludio alla estinzione dei servizi sanitari territoriali. Allora per un ripensamento in chiave moderna della governance del Ssn, per garantire la sostenibilità del sistema a lungo termine, in un contesto in cui c’è il problema dell’invecchiamento della popolazione, dove è evidente la disparità di servizi e condizioni di salute tra le regioni del Nord e quelle del Sud e va considerato l’accesso alle innovazioni, facciamo “esplodere l’atomica” sull’attuale cristallizzazione del sistema sanitario nazionale e iniziamo dalle priorità che abbiamo indicato. Se poi su questi temi e quelli concreti e pratici del nostro pensiero Snami, sui pronto soccorso da rinforzare, sulla prevenzione medica, sulla rimodulazione dei ticket, sul rispetto delle classi di priorità nelle prescrizioni e su come allontanare gli asini e certa politica dalla sanità pubblica, il Ministro Speranza, da addetti ai lavori e secondo sindacato della convenzionata, vuole sentirci, siamo disponibili. Al momento, stranamente, ha sentito tutti e non vuole parlare con Noi. Solo Lui, probabilmente, sa il perché!
Testata Data 23 gennaio 2020 EMERGENZA MEDICI 118. SI RISCHIA UN ESODO DI MASSA così Paolo Filice, Presidente Regionale dello Sindacato Medici Italiani Calabria, in una dichiarazione. . < Si tenuto conto, continua Filice, del lavoro di questi medici, oberato da pesanti carichi professioni e correlato da un grande stress psicologico? Forse non si riescono a vedere i rischi che i medici del 118 incorrono tutti giorni? Ma i fatti di cronaca, di tutti i giorni, dimostrano il contrario: i medici dell’urgenza sono i soggetti più esposti a quotidiane minacce e violenze nei loro confronti. La decisione presa dall’ASP di Catanzaro e di Crotone, che mette in dubbio le indennità spettanti, nonostante gli accordi collettivi regionali ancora in vigore, potrebbe provocare un vero e proprio esodo di massa dal 118 da parte del personale medico>. . conclude Paolo Filice.
Testata Data 23 gennaio 2020 MEDICI 118 IN CALABRIA, FILICE (SMI): 'SI RISCHIA L'ESODO DI MASSA' "I medici del 118 calabrese versano in condizioni di permanente precarietà lavorativa". Le dichiarazioni del presidente SMI Calabria "La decisione dell’ASP di Catanzaro e di Crotone di revocare revocate 5,50 euro/h di indennità aggiuntiva per i medici del 118 è un attacco ai diritti della professione" così Paolo Filice, Presidente Regionale del Sindacato Medici Italiani Calabria, in una dichiarazione. "Questa indennità era stata prevista dall’articolo 29 dell’accordo integrativo regionale del 16 settembre 2006; già da tempo, circa 3 anni, si paventò l’abrogazione, ma la scelta assunta qualche giorno fa dai vertici dell’ASP ci lascia sconcertati. Si è tenuto conto - continua Filice, del lavoro di questi medici, oberato da pesanti carichi professioni e correlato da un grande stress psicologico? Forse non si riescono a vedere i rischi che i medici del 118 incorrono tutti giorni? Ma i fatti di cronaca, di tutti i giorni, dimostrano il contrario: i medici dell’urgenza sono i soggetti più esposti a quotidiane minacce e violenze nei loro confronti. La decisione presa dall’ASP di Catanzaro e di Crotone, che mette in dubbio le indennità spettanti, nonostante gli accordi collettivi regionali ancora in vigore, potrebbe provocare un vero e proprio esodo di massa dal 118 da parte del personale medico". Il presidente Filice conclude: "Il 95% dei medici del 118 calabrese versa in condizioni di permanente precarietà lavorativa: il 65% di questi, titolare di rapporto a convenzione a tempo indeterminato, attende il passaggio alla dipendenza, mentre circa il 30%, pur in servizio da diversi anni, sempre con rapporto convenzionale, non risulta neppure titolare del ruolo e la Regione Calabria, ancora tutt’oggi, non dispone nessuna sanatoria per il passaggio dal contratto a tempo determinato a quello a tempo indeterminato; questo è il quadro a tinte fosche dove operano i colleghi della medicina dell’emergenza. Il Sindacato Medici Italiani, qualora si paventasse un’eventuale richiesta di restituzione delle somme percepite, non esclude d’intraprendere una vertenza legale per tutelare i diritti dei medici del 118".
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