Rassegna Stampa del 18 giugno 2021 Testata
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Rassegna Stampa del 18 giugno 2021 Testata Data 15 giugno 2021 "SI VALORIZZI LA PROFESSIONALITÀ E SI TUTELINO DAI RISCHI SUL LAVORO I MEDICI" (Emergenza 118 Campania, conclusione della vertenza martedì 15 giugno 2021 Caserta. "Con la sottoscrizione dell’accordo integrativo regionale sul 118 si mette fine di una lunga vertenza che ha messo a dura prova i medici del 118 della Campania", così in una dichiarazione di Luigi De Lucia segretario regionale del sindacato medici Italiani (Smi) Campania in merito alla firma per l’accordo integrativo regionale sull’emergenza sanitaria territoriale. "Ci attediano , adesso, un pieno riconoscimento di questo settore medico, che in questi ultimi due anni in Campania, a causa della pandemia, è stato sottoposto ad un’attività, a volte frenetica; i suoi operatori, però, si sono dimostrati sempre all’altezza delle situazioni. Occorre, adesso, una volta per tutte, prevedere la piena valorizzazione della professionalità e il riconoscimento, con tutte le tutele correlate per i rischi di chi esercita la professione del medico soccorritore. Siamo del parere, inoltre che c’è bisogno di rinnovare ed implementare i mezzi di soccorso, di dotarli di tutti le moderni sistemi diagnostici la cui carenza comporta la non connessione con i presidi ospedalieri."
Testata Data quotidianosanita.it 16 giugno 2021 MEDICI 118, SOTTOSCRITTO L’ACCORDO. SODDISFAZIONE DELLO SMI “La sottoscrizione dell’accordo integrativo regionale sul 118 mette fine di una lunga vertenza. De Lucia (Smi): “Ci attediano , adesso, un pieno riconoscimento di questo settore medico, con tutte le tutele correlate per i rischi di chi esercita la professione del medico soccorritore”. Dallo Smi anche la richiesta di rinnovare ed implementare i mezzi di soccorso, dotandoli anche di moderni sistemi diagnostici. 16 GIU - Sottoscritto, in Campania, l’accordo integrativo regionale sul 118. Una buona notizia per i sindacati. L’accordo, infatti, pone fine a una lunga vertenza “che ha messo a dura prova i medici del 118 della Campania”, commenta in una nota Luigi De Lucia, Segretario Sindacato Medici Italiani (SMI) Campania. “Ci attendiamo adesso - prosegue De Lucia - un pieno riconoscimento di questo settore medico, che in questi ultimi due anni in Campania, a causa della pandemia, è stato sottoposto ad un’attività, a volte frenetica; i suoi operatori, però, si sono dimostrati sempre all’altezza delle situazioni. Occorre, adesso, una volta per tutte, prevedere la piena valorizzazione della professionalità e il riconoscimento, con tutte le tutele correlate per i rischi di chi esercita la professione del medico soccorritore”. Dallo Smi anche la richiesta di rinnovare ed implementare i mezzi di soccorso, dotandoli di “tutti le moderni sistemi diagnostici la cui carenza comporta la non connessione con i presidi ospedalieri”. .
Testata Data 16 giugno 2021 VACCINO, DA VENERDÌ DOSI ANCHE IN FARMACIA. MA È POLEMICA CON I MEDICI DI BASE «Ci troviamo in una situazione paradossale che, per mancanza di fiale, vede chiudere per giornate intere hub organizzati in tutto e per tutto e, al contempo, aprire alla somministrazione senza la sicurezza di un medico in loco» Domani, venerdì 18 giugno, parte la somministrazione dei vaccini anti-Covid nelle farmacie piemontesi. Si tratta di 500 esercizi commerciali sparsi su tutto il territorio e di 1500 farmacisti che — dopo aver frequentato un corso specifico — sono stati abilitati a iniettare il siero senza la presenza di un medico. Si parte venerdì pomeriggio. Ogni esercizio commerciale, però, organizza in autonomia la propria mini-campagna e c’è anche chi, per ragioni logistiche, ha deciso di fare questo nuovo servizio di notte. La Regione ha riservato loro un primo lotto di 14 mila dosi di Pfizer (suddivisi in due blocchi da 7 mila) da somministrare in un paio di settimane e i cittadini che lo vogliono, possono prenotarsi direttamente dal farmacista di fiducia o attraverso il sito «IlPiemontetivaccina.it». Il nuovo servizio di somministrazione anti-Covid però non piace ai medici di base. Perché? «Lavoriamo da tempo per mettere in sicurezza i nostri assistiti facendoci carico di tutti gli aspetti organizzativi e da mesi, nel rispetto dei protocolli nazionali, chiediamo di poter scegliere anche noi il tipo di siero più adatto al singolo paziente — commenta Roberto Venesia, segretario di Fimmg Piemonte (federazione dei medici di famiglia) — non si capisce proprio perché ancora non arrivi questa possibilità visto che non si può certo pensare di tenere aperti gli hub per sempre». Il vaccino in farmacia non va giù nemmeno ad Antonio Barillà, segretario regionale di Smi (sindacato dei medici italiani), secondo cui «ci troviamo in una situazione paradossale che, per mancanza di fiale, vede chiudere per giornate intere hub organizzati in tutto e per tutto e, al contempo, aprire alla somministrazione senza la sicurezza di un medico in loco». A proposito di disponibilità di fiale, da piazza Castello fanno sapere che «entro il 20 giugno arriveranno quasi 23 mila dosi aggiuntive di antidoto (18.710 di Pfizer e 4.100 di Moderna) da usare per i richiami di chi, tra gli under 60, ha ricevuto AstraZeneca come prima dose». Si tratta di quasi 50 mila punture da fare entro l’estate. Infine, ieri Ospedale Koelliker, Gruppo Abele e Ascom Confcommercio Torino e provincia hanno aperto un nuovo hotspot dentro la sede del Gruppo Abele. Un hotspot da 400 iniezioni al giorno e che si è candidato con la Regione Piemonte «per portare la vaccinazione anche alle categorie di invisibili, immigrati irregolari o in attesa di regolarizzazione, vittime di maltrattamenti e senzatetto, perché siano messi in sicurezza anche loro».
Testata Data quotidianosanita.it 17 giugno 2021 ANNUARIO STATISTICO SSN. ONOTRI (SMI): “CONTINUA A DIMINUIRE LA PRESENZA DEI MEDICI E DEI DIRIGENTI DEL SSN E QUELLA DEI MEDICI DELLA MEDICINA CONVENZIONATA” “Facendo un confronto con gli anni precedenti, come riportato da Quotidiano Sanità, negli ultimi 10 anni abbiamo avuto 46mila unità di personale in meno (tra dipendenti e convenzionati). Questo scenario conferma la necessità di misure strutturali, sia per incrementare il numero dei medici e dei dirigenti ospedalieri sia per quanto riguarda la medicina generale convenzionata”. 17 GIU - “La pubblicazione di due giorni fa dell’ultimo Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, riferiti all’anno 2019, a cura Ministero della Salute conferma che le scelte, compiute da vari governi, in questi ultimi anni, hanno depauperato la nostra sanità”, così Pina Onotri Segretario Generale del SMI commenta i dati dell’Ufficio di Statistica del Ministero della Salute. “Facendo un confronto con gli anni precedenti, come riportato da Quotidiano Sanità, - prosegue Onotri - negli ultimi in 10 anni tra pubblico e privato sono stati tagliati circa 43.000 posti letto. Il personale sanitario del SSN pubblico in 10 anni ha registrato circa 46.000 unità in meno e nello specifico 5.000 medici dipendenti in meno (erano 107.000 circa nel 2010, nel 2019 sono scesi a 102.000). I medici di famiglia dai 45.000 circa che erano nel 2010 sono diventati 42.000 nel 2019 (-3.000). In diminuzione anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) che dai 12.00 che erano nel 2010 sono diventati 11.500 circa nel 2019. Questo scenario conferma la necessità di misure strutturali, sia per incrementare il numero dei medici e dei dirigenti ospedalieri sia per quanto riguarda la medicina generale convenzionata”. “Lo stiamo sostenendo in tutte le sedi da tempo: le criticità emerse dalla pandemia, richiedono politiche innovative, di formazione, d’investimenti per nuovi parametri salariali per medici e i dirigenti sanitari, del SSN e per i medici convenzionati. Queste scelte servono, anche, per una riduzione drastica delle liste di attesa che sono il vero vulnus per la salute di tutti gli italiani”, ha aggiunto la segretaria dello Smi. “Per questo siamo convinti e sosteniamo l’apertura di un nuova stagione di assunzioni per il SSN. Le risorse e le competenze umane, lo abbiamo visto nel corso della pandemia – sottolinea ancora Onotri - devono essere implementate allo stesso modo delle infrastrutture edilizie, tecnologiche e digitali e sicuramente valorizzate. Si pone in questo ambito, quindi, la necessità di riformulare il rapporto tra Stato e regioni perché i concorsi sono banditi dalle regioni che molto spesso affrontano in modo difforme la carenza di professionisti medici nei SSR “. “La carenza di medici, come emerge dall’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, investe, in particolare, il ruolo chiave del medico di famiglia e dell’area convenzionata; al dato già preoccupante dell’Annuario si aggiunge il fatto che nei prossimi 5-8 anni migliaia di medici di famiglia andranno in pensione. Per queste ragioni, è quanto mai urgente – aggiunte la sindacalista - che il Governo adotti tutte
le iniziative per la realizzazione della scuola di specializzazione in Medicina generale -cure primarie e medicina di comunità, per permettere a tanti giovani medici di avviarsi alla professione”. “La pandemia da Covid 19 ha dimostrato, inoltre, quanto sia importante la rete territoriale di medicina convenzionata che ricomprende oltre che la medicina di famiglia, anche la continuità assistenziale, il 118, la medicina dei servizi. Quest'ultima, soprattutto, andrebbe implementata e sviluppata. Siamo convinti, conclude Onotri, che si debbano ricostruire le condizioni affinché si rinsaldi il patto di solidarietà tra medici e cittadini a partire da un aumento delle retribuzioni per tutti i medici che lavorano nel sistema pubblico, per scongiurare l’emigrazione verso l’estero e valorizzare le varie professionalità; prevedere nuove tutele per chi lavora nell’ area della medicina generale e pari opportunità per i medici donna. Questi gli obiettivi sono per lo SMI, le scelte obbligate nella prossima fase per il rilancio della nostra sanità. Se il Governo c’è, batti un colpo!”.
Testata Data 17 giugno 2021 – “La pubblicazione di due giorni fa dell’ultimo Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, riferiti all’anno 2019, a cura Ministero della Salute conferma che le scelte, compiute da vari governi, in questi ultimi anni, hanno depauperato la nostra sanità”, così Pina Onotri Segretario Generale del SMI commenta i dati dell’Ufficio di Statistica del Ministero della Salute. “Facendo un confronto con gli anni precedenti, come riportato da come riportato da vari giornali del settore, - prosegue Onotri - negli ultimi in 10 anni tra pubblico e privato sono stati tagliati circa 43.000 posti letto. Il personale sanitario del SSN pubblico in 10 anni ha registrato circa 46.000 unità in meno e nello specifico 5.000 medici dipendenti in meno (erano 107.000 circa nel 2010, nel 2019 sono scesi a 102.000). I medici di famiglia dai 45.000 circa che erano nel 2010 sono diventati 42.000 nel 2019 (- 3.000). In diminuzione anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) che dai 12.00 che erano nel 2010 sono diventati 11.500 circa nel 2019. Questo scenario conferma la necessità di misure strutturali, sia per incrementare il numero dei medici e dei dirigenti ospedalieri sia per quanto riguarda la medicina generale convenzionata”. “Lo stiamo sostenendo in tutte le sedi da tempo: le criticità emerse dalla pandemia, richiedono politiche innovative, di formazione, d’investimenti per nuovi parametri salariali per medici e i dirigenti sanitari, del SSN e per i medici convenzionati. Queste scelte servono, anche, per una riduzione drastica delle liste di attesa che sono il vero vulnus per la salute di tutti gli italiani”. “Per questo siamo convinti e sosteniamo l’apertura di una nuova stagione di assunzioni per il SSN. Le risorse e le competenze umane, lo abbiamo visto nel corso della pandemia, devono essere implementate allo stesso modo delle infrastrutture edilizie, tecnologiche e digitali e sicuramente valorizzate. Si pone in questo ambito, quindi, la necessità di riformulare il rapporto tra Stato e regioni perché i concorsi sono banditi dalle regioni che molto spesso affrontano in modo difforme la carenza di professionisti medici nei SSR”. “La carenza di medici, come emerge dall’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, investe, in particolare, il ruolo chiave del medico di famiglia e dell’area convenzionata; al dato già preoccupante dell’Annuario si aggiunge il fatto che nei prossimi 5-8 anni migliaia di medici di famiglia andranno in pensione”. “Per queste ragioni, è quanto mai urgente che il Governo adotti tutte le iniziative per la realizzazione della scuola di specializzazione in Medicina generale – cure primarie e medicina di comunità, per permettere a tanti giovani medici di avviarsi alla professione”. “La pandemia da Covid-19 ha dimostrato, inoltre, quanto sia importante la rete territoriale di medicina convenzionata che ricomprende oltre che la medicina di famiglia, anche la continuità assistenziale, il 118, la medicina dei servizi. Quest’ultima, soprattutto, andrebbe implementata e sviluppata”. “Siamo convinti, conclude Onotri, che si debbano ricostruire le condizioni affinché si rinsaldi il patto di solidarietà tra medici e cittadini a partire da un aumento delle retribuzioni per tutti i medici che lavorano nel sistema pubblico, per scongiurare l’emigrazione verso l’estero e valorizzare le varie professionalità; prevedere nuove tutele per chi lavora nell’area della medicina generale e pari opportunità per i medici donna. Questi obiettivi sono per il Sindacato Medici Italiani SMI le scelte obbligate nella prossima fase per il rilancio della nostra sanità. Se il Governo c’è, batti un colpo!”.
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