RABBUNÌ, CHE IO VEDA DI NUOVO! - CENACOLO GAM - G.A.M - Gioventù Ardente Mariana - Gioventù Ardente Mariana
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G.A.M. - Gioventù Ardente Mariana RABBUNÌ, CHE IO VEDA DI NUOVO! CENACOLO GAM DOMENICA 24 OTTOBRE 2021 XXX DEL TEMPO ORDINARIO
A Gesù per Maria Ave, Mamma, piena di grazia, Madre di Dio e della Chiesa INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO Noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Rm 8) Lettura corale 1 Vieni, Santo Spirito, Senza la tua forza, manda a noi dal cielo nulla è nell’uomo, un raggio della tua luce. nulla senza colpa. Vieni, padre dei poveri, Canto vieni, datore dei doni, 4 Lava ciò che è sordido, vieni, luce dei cuori. bagna ciò che è arido, Canto sana ciò che sanguina. 2 Consolatore perfetto Piega ciò che è rigido, ospite dolce dell’anima, scalda ciò che è gelido, dolcissimo sollievo. drizza ciò ch’è sviato. Nella fatica, riposo, Canto nella calura, riparo, 5 Dona ai tuoi fedeli nel pianto, conforto. che solo in te confidano Canto i tuoi santi doni. 3 O luce beatissima, Dona virtù e premio, invadi nell’intimo dona morte santa, il cuore dei tuoi fedeli. dona gioia eterna. Amen. Canto
CORAGGIO! ÀLZATI, GESÙ TI CHIAMA! Rosario e Parola di Dio Dal Vangelo di San Marco 10,46-52 Meditiamo il miracolo della guarigione del cieco Bartimeo. Padre nostro... 1ª AVE MARIA In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Al tempo di Gesù, un cieco era un essere miserabile e abbandonato. Bartimèo sedeva lungo la strada: la cecità lo immobilizza. Senza un lavoro e senza mezzi di sussistenza, non gli rimaneva che mendicare. L’unica risorsa era impietosire i passanti e quindi aspettarli lungo la via. Sovente accade che la povertà totale ci doni gli occhi della fede per vedere Gesù. Ave, o Maria... Canto: Credo nel Figlio dell’Uomo, Unico Salvatore ieri, oggi e sempre. Credo nel Figlio di Dio, Unico Salvatore nato da Maria. Io non lo conoscevo, io non lo avevo incontrato, so soltanto che prima ero cieco ed ora ci vedo. Credo, nel Figlio dell’Uomo... 2ª AVE MARIA Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Quando Bartimèo capisce dal chiasso che sta arrivando Gesù, si informa e comincia a gridare: Figlio di Davide, abbi pietà di me! Questo è un titolo messianico: è la prima volta nel Vangelo di Marco che Gesù viene invocato con questo titolo. Finora Gesù aveva imposto il silenzio sulla sua messianicità. Gesù, abbi pietà di me! Che frase commovente: abbi pietà di me! Ave, o Maria... - Canto 3ª AVE MARIA Molti lo rimproveravano perché tacesse. La folla sgrida il cieco, lo vuole zittire: lui grida più forte ancora! È il grido dell’anima, di ogni anima. Gesù ascolta l’implorazione di un cieco che altri vorrebbero ridurre al silenzio e che perciò a stento può farsi ascoltare. Egli sosta in mezzo alla calca, si fa condurre il mendicante cieco e gli ridà la vista. Questo sguardo sulla miseria è di una particolare bellezza. Dietro a ogni persona c’è Dio, c’è il Padre: è qualche cosa di infinito. Ave, o Maria... - Canto 3
4ª AVE MARIA Ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». È caratteristica della preghiera umile il fatto di non stancarsi nel chiedere. Il cieco ha una sola percezione, molto chiara, a differenza degli apostoli: tutto è possibile a Gesù e alla fede riposta in Lui. È importante oltrepassare l’opinione altrui se si vuole raggiungere la Verità. Ave, o Maria... - Canto 5ª AVE MARIA Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Gesù non è mai insensibile alla voce del cuore, all’appello del dolore umano e fa chiamare il cieco. Ecco la pedagogia di Gesù: chiede di condurgli il cieco, di chiamarlo e portarlo a Lui. Il suo invito viene trasmesso attraverso gli apostoli: noi dobbiamo essere un veicolo di Gesù alle anime. Di fronte all’attenzione di Gesù per il cieco, la folla perde la sua ostilità; viene trasmesso al cieco un richiamo meraviglioso che gli rende possibile incon-trare il Signore. Ave, o Maria... - Canto 6ª AVE MARIA Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Questa è la tecnica del nostro avvicinamento alle anime: far loro coraggio, parlare della Risurrezione, del Cielo che li attende, del futuro, del Regno di Dio. Àlzati è un verbo di risurrezione: equivale alla conversione, a tirarsi sù, non lasciarsi andare. Anche oggi, chi è costretto a mendicare può avvertire più facilmente la presenza di Gesù. Ave, o Maria... - Canto 7ª AVE MARIA Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Il cieco si libera del mantello: si era infatti chiuso in un mantello di depressione. È quello che tante volte facciamo anche noi: ci chiudiamo in un mantello di tristezza, di inazione. Bartimèo getta via il mantello, simbolo della sua condizione precedente, e balza in piedi, segno della sua risurrezione spirituale, e viene da Gesù: si trovano faccia a faccia la Grazia e la supplica. Ave, o Maria... - Canto 4
8ª AVE MARIA Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Che cosa vuoi? Gesù rispetta la nostra libertà: ci interroga, ma ci lascia liberi. Gesù apre gli occhi del nostro cuore. Quell’accattone cieco al margine della strada è un’immagine dell’umanità che è cieca, ma crede di vederci; che è povera e può far appello solo alla misericordia di Dio. Gesù si ferma e guarisce. Ne scaturisce un inno di lode a Dio. Ave, o Maria... - Canto 9ª AVE MARIA E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Il cieco chiama Gesù rabbunì, cioè maestro mio tenerissimo, come lo chiamerà Maria di Magdala. Si sente subito il desiderio di quell’anima di essere un discepolo di Gesù. La domanda, l’implorazione che dobbiamo fare a Gesù, come questo cieco, è di essere suoi discepoli: poter vedere con gli occhi del cuore illuminati dalla fede. La fede è la nuova luce, che apre lo sguardo a cose che altrimenti resterebbero chiuse e intuizioni che sorpassano la conoscenza dei sensi e dell’intelletto. Ave, o Maria... - Canto 10ª AVE MARIA E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. L’evangelista sottolinea che il miracolo è ottenuto grazie alla fede. La fede, il credere in Gesù, salva; la fede è ascolto della Parola di Dio. Al cieco si aprirono gli occhi, soprattutto gli occhi del cuore, e seguì Gesù. Non solo Bartimèo viene guarito, ma anche salvato: è bastato che Gesù lo illuminasse con la sua luce, gli aprisse gli occhi del cuore perché diventasse anche suo discepolo. La gioia nasce dalla luce di Gesù: Io vi rivedrò e il vostro cuore gioirà. Ave, o Maria... - Canto - Gloria. 5
SALMO 125 DIO NOSTRA GIOIA E NOSTRA SPERANZA SPUNTO DI MEDITAZIONE Come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche delle consolazioni (2 Corìnzi 1,7). CANTO Grandi cose ha fatto il Signore per noi: il suo popolo ha liberato. Alleluia. Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ci ha colmati di pace e di gioia. Alleluia. Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ci ha salvato in Gesù Redentore. Alleluia. Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ci ha donato la sua dolce Mamma. Alleluia. TESTO DEL SALMO Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi ci ha colmati di gioia. (Canto) - selà - Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo. Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni. (Canto) - selà - DOSSOLOGIA Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo... LETTURA CON ISRAELE * Il salmo 125 canta la gioia degli Israeliti per il loro ritorno in patria dopo la lunga schiavitù in Babilonia. A quanti sono sopravvissuti al lungo esilio sembra un sogno poter ritornare in patria. Bocca e lingua esprimono l’esultanza e il canto di gioia per il grande evento del rimpatrio disposto da Dio stesso per mezzo di Ciro nel 538 a.C. 6
* Persino i popoli pagani riconoscono che il Signore ha fatto grandi cose per il suo popolo. Sono le meraviglie che Dio opera nella storia del popolo eletto, dimostrandogli che lo ama e che Lui è il Signore della storia e dei popoli. * Il salmo descrive in forma poetica la vita che riprende, sofferta ma rigogliosa, dopo l’esilio: quando il torrente Negheb si gonfia di acqua al tempo delle piogge, il deserto rifiorisce; il contadino affida quasi nella sofferenza il chicco di frumento alla terra, ma poi, ecco la gioia esplosiva del raccolto. (Canto) LETTURA CON GESÙ * Gesù ha realizzato pienamente questo salmo. Con l’Incar- nazione è giunto per Gesù Cristo il tempo di raccogliere i primi frutti di una semina che è durata tutto l’Antico Testamento. * Al pozzo di Giacobbe Gesù disse ai suoi discepoli: «Alzate gli occhi e contemplate: i campi biondeggiano per la mietitura. Già il mietitore riceve il salario e ammassa il grano per la vita eterna; così il seminatore condivide la gioia con il mietitore. In questo caso si avvera il proverbio “uno semina e l’altro miete”. Io vi ho mandato a mietere dove voi non avete lavorato. Altri hanno faticato e voi raccogliete il frutto del loro lavoro» (Giovanni 4,35-38). * Verrà il giorno in cui il Signore ricondurrà i prigionieri alla Patria, la Casa del Padre, e allora Egli tergerà ogni lacrima dai loro occhi (Apocalisse 21,4) e coloro che avevano seminato nelle lacrime mieteranno la gioia di Gesù nella sua pienezza (Giovanni 17,13). (Canto) LETTURA GAM, OGGI * Giovane, questo salmo ti insegna a fare una lettura non solo filosofica della storia, ma teologica, perché la tua storia, quella di tutti gli uomini, di tutti i tempi, è una storia santa, una storia di salvezza. * Gesù associa il suo Corpo mistico, la santa Chiesa, al mistero pasquale della sua Passione, Morte e Risurrezione. Si tratta di vivere le immancabili prove della vita in comunione con Gesù che è per eccellenza il chicco di grano che, caduto in terra, è morto ed è risorto portando frutto. Nell’Eucaristia, Pane di Vita eterna, Gesù nutre, sostiene il mondo, lo illumina, ed è seme di Vita eterna in ciascuno di noi. * Nell’andare se ne va e piange portando la semente da gettare, dice il salmo, ma nel tornare viene con giubilo portando i suoi covoni. Se con Gesù moriremo, con Gesù risorgeremo! (cf 2 Timoteo 2,11). * Giovane, fa’ tue le parole del salmo 125, cui fa eco Maria con il canto del Magnificat: Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ci ha colmati di gioia... Ha soccorso Israele suo servo. (Canto) 7
IL ROSARIO COLORATO del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio C’è una crociata mondiale del Rosario per questo povero mondo dilaniato. Gli uomini hanno fallito; mai vi furono come oggi tanti piccoli uomini in posizioni così importanti. Ma vi è pur sempre Dio. La pace verrà soltanto quando i cuori degli uomini saranno cambiati. Per ottenere questo occorre pregare, e non soltanto per noi stessi, ma per il mondo. Il mondo significa “tutti”: i nostri nemici, i nostri vicini di casa... Ecco un suggerimento per recitare un Rosario per il Mondo Missionario. Ognuna delle cinque decine è di colore diverso: rappresentano i cinque continenti dal punto di vista missionario. l Una decina verde per l’Africa, per ricordare le sue verdi foreste e perché il verde è il colore delle persone di religione islamica per le quali dobbiamo pregare. l La seconda decina è rossa per il continente Americano, che fu fondato dall’uomo rosso, cioè il Pellerossa. l La terza decina è bianca per il continente Europeo, perché vi abita il Pastore della Chiesa, il Papa. l La quarta decina è azzurra per il continente Australiano, per l’Oceania e le altre isole, nelle azzurre acque del Pacifico. l La quinta è gialla per il continente Asiatico, terra del Sol Levante, culla della civiltà. Quando il Rosario è finito, si è circumnavigato il globo, abbracciando tutti i continenti e tutto il mondo con la preghiera. 8
EDUCHIAMO COME DON CARLO DE AMBROGIO NOVE SEGRETI PER RIUSCIRE A SCUOLA 3ª parte u Nella preadolescenza cominciano a delinearsi alcuni caratteri tipici. C’è il ragazzo modello, mai incline al disordine, ben visto dall’insegnante, ma non dai compagni. C’è il ragazzo buffone che fa ridere tutti, mette in ridicolo l’insegnante e semina il disordine; in generale è un ragazzo che cerca di attirare l’attenzione, di farsi amare; probabilmente non trova abbastanza affetto a casa. C’è il tipo in gamba, che tutti invidiano; primeggia negli sport; picchia i cattivi, ma diventa spesso anche lui un duro. C’è il ragazzo noioso, che non finisce mai di scocciare perché vuol sapere tutto. C’è il ragazzo innocuo, amico di tutti; ha bisogno di essere incoraggiato, perché facilmente cede alla pigrizia. E c’è il ragazzo frustrato, con cui nessuno scherza, lasciato in disparte, vittima di tutti. Sono ragazzi, questi, che han bisogno di amore, se si vuole che riescano bene a scuola. 9
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GIOCO 12
LA PAROLA DEL PAPA CORAGGIO! ÀLZATI, TI CHIAMA! Il Vangelo odierno ci collega direttamente alla prima Lettura: come il popolo d’Israele è stato liberato grazie alla paternità di Dio, così Bartimeo è stato liberato grazie alla compassione di Gesù. Gesù è appena uscito da Gerico. Nonostante abbia appena iniziato il cammino più importante, quello verso Gerusalemme, si ferma ancora per rispondere al grido di Bartimeo. Si lascia toccare dalla sua richiesta, si fa coinvolgere dalla sua situazione. Non si accontenta di fargli l’elemosina, ma vuole incontrarlo di persona. Non gli dà né indicazioni né risposte, ma pone una domanda: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Potrebbe sembrare una richiesta inutile: che cosa potrebbe desiderare un cieco se non la vista? Eppure, con questo interrogativo fatto “a tu per tu”, diretto ma rispettoso, Gesù mostra di voler ascoltare le nostre necessità. Desidera con ciascuno di noi un colloquio fatto di vita, di situazioni reali, che nulla escluda davanti a Dio. Dopo la guarigione il Signore dice a quell’uomo: «La tua fede ti ha salvato». È bello vedere come Cristo ammira la fede di Bartimeo, fidandosi di lui. Lui crede in noi, più di quanto noi crediamo in noi stessi. C’è un particolare interessante. Gesù chiede ai suoi discepoli di andare a chiamare Bartimeo. Essi si rivolgono al cieco usando due espressioni, che solo Gesù utilizza nel resto del Vangelo. In primo luogo gli dicono: “Coraggio!”, con una parola che letteralmente significa “abbi fiducia, fatti animo!”. In effetti, solo l’incontro con Gesù dà all’uomo la forza per affrontare le situazioni più gravi. La seconda espressione è “Alzati!”, come Gesù aveva detto a tanti malati, prendendoli per mano e risanandoli. I suoi non fanno altro che ripetere le parole incoraggianti e liberatorie di Gesù, conducendo direttamente a Lui, senza prediche. A questo sono chiamati i discepoli di Gesù, anche oggi, specialmente oggi: a porre l’uomo a contatto con la Misericordia compassionevole che salva. 13
UN RACCONTO PER TE IL BULLO I “grandi” della scuola superiore sanno essere crudeli e certamente lo erano nei confronti di un giovane della mia classe che si chiamava Matteo. Gli facevano il verso, lo deridevano e lo beffeggiavano a causa della sua taglia. Era di almeno venti chili sovrappeso. Soffriva di essere sempre l’ultimo a essere scelto per giocare a basket, a baseball o a football. Matteo ricorderà sempre gli infiniti dispetti che gli venivano fatti, come riempire di spazzatura il suo armadietto, impilare i libri della biblioteca sul suo banco durante la pausa pranzo, innaffiarlo di acqua gelata dopo la lezione di ginnastica. Un giorno era seduto vicino a me durante la lezione in palestra. Qualcuno lo spinse e lui mi cadde addosso e mi pestò malamente un piede. il ragazzo che lo aveva spinto disse che era colpa di Matteo. Sotto gli occhi di tutta la classe, potevo solo passarci sopra o fare a botte con Matteo. Io scelsi di fare a botte per non perdere la faccia. Urlai: «Coraggio, Matteo. Fatti sotto!». Disse che non voleva. Ma la pressione dei compagni lo costrinse a combattere, volente o nolente. Venne verso di me con i pugni sollevati. Ma non era Mike Tyson. Con un pugno gli feci sanguinare il naso e la classe andò in delirio. Proprio mentre l’insegnante entrava in palestra, vide che stavamo facendo a botte e ci spedì in cortile. Ci seguì con un sorriso stampato sulla faccia e disse: «Adesso voi due andate in pista e correte cinquanta giri del cortile tenendovi per mano». Tutti scoppiarono a ridere, mentre noi due eravamo imbarazzati all’inverosimile. Ma andammo in pista e percorremmo di corsa cinquanta giri di cortile, mano nella mano. A un certo punto, mentre stavamo correndo, ricordo che lo guardai, con il naso che perdeva ancora sangue e il suo peso che lo rallentava. Mi colpì che fosse una persona non molto diversa da me. Ci guardammo in faccia e cominciammo a ridere tutti e due. Da allora diventammo buoni amici. Percorrendo la pista tenendogli la mano non vedevo più Matteo come grasso e lento. Era un essere umano che aveva un valore intrinseco che andava molto al di là dell’aspetto esteriore. È sorprendente quello che puoi imparare se sei costretto a percorrere cinquanta giri di cortile tenendo per mano qualcuno e mi ricordai delle parole di Gesù: «Qualunque cosa avrete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». 14
IL SANTO ROSARIO M ISTERI DEL DOLORE 1 Primo mistero del dolore: Gesù nell’orto degli ulivi. Gesù cadde con la faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se possibile, passi via da me questo calice!” Però no come voglio io, ma come vuoi tu!» (Mt 26,39). Compio con amore filiale la volontà d’amore del Padre Celeste? Padre nostro - Dieci Ave Maria - Gloria - Canto. CANTO: Le tue piaghe ci han salvato, il tuo amore ci ha redenti. Grazie Signore, grazie Signore! 2 Secondo mistero del dolore Gesù flagellato alla colonna. Pilato dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mt 27,26). Ricambio l’amore che Gesù ha per me o sono indifferente al suo amore? 3 Terzo mistero del dolore: Gesù è coronato di spine. I soldati lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». (Mc 15,17-18). Credo in Gesù, Re di giustizia, di amore e di pace? 4 Quarto mistero del dolore: Gesù sale al Calvario. Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero (Gv 19,17-18). Seguo Gesù prendendo con amore la mia croce ogni giorno? Rinnego me stesso? 5 Quinto mistero del dolore: Gesù muore in croce. Gesù gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. (Lc 23,46). Credo che il “Signore Gesù è l’unico Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre”? Dico grazie a “Gesù che mi ha amato e ha dato se stesso per me”? 15
IL PIÙ BEL CANTO DI RINGRAZIAMENTO Alterna a ogni strofa il ritornello: Ave, Mamma, tutta bella sei come neve al sole; il Signore è con te, piena sei di grazia e d’amor. L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. *********************************** CONSACRAZIONE ALLA MAMMA CELESTE Ave, Mamma, piena di grazia, Madre di Dio e della Chiesa, noi ci consacriamo al tuo Cuore Immacolato e Addolorato. Tienici sempre amorosamente per mano. *********************************** A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento G.A.M. - Todocco - www.gamfmgtodocco.it su testi del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio (1921-1979)
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