"Progetto Pierino": dallo spinello allo star bene insieme - GRUPPO EDUCAZIONE SANITARIA SERVIZIO TOSSICODIPENDENZE ASL 21 CASALE MONFERRATO (AL) ...
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GRUPPO EDUCAZIONE SANITARIA SERVIZIO TOSSICODIPENDENZE ASL 21 CASALE MONFERRATO (AL) “Progetto Pierino”: dallo spinello allo star bene insieme 1
REGIONE PIEMONTE Azienda Sanitaria Locale n.21 GRUPPO EDUCAZIONE ALLA SALUTE – SER.T. PROGETTO PIERINO: dallo spinello allo star bene insieme PREVENZIONE ABUSO DI SOSTANZE INTRODUZIONE Nell’ambito della prevenzione del disagio e delle dipendenze giovanili, ancor prima di affrontare la ricerca di strumenti adeguati, ci si trova di fronte alla necessità di chiarire gli obiettivi di possibili interventi. Si va da progetti verso il mondo giovanile e i suoi tipici campi di azione (tempo libero, cultura, socializzazione, ecc.) fino a interventi specificamente indirizzati a soggetti e contesti familiari già deprivati e inseriti in ambienti socio – culturali devianti. Tra questi due poli estremi si situa una gamma di azioni di sostegno e di orientamento, di educazione alla salute e di sensibilizzazione, che si propongono di modificare i fattori di condizionamento e i comportamenti impropri che possono inibire l’inserimento positivo del soggetto in specifici contesti (scuola, lavoro, ecc.). Al di là di queste distinzioni, resta comunque l’interrogativo “…è plausibile attribuire a questa o quella condizione psicologica o situazione socio culturale il potere di influire sull’orientamento di un soggetto svantaggiato verso questo o quel comportamento deviante?”. Essendo molto difficile valutare quale fattore costituisca un rischio per lo sviluppo della tossicodipendenza, i Servizi si sono orientati più verso i fattori protettivi che quelli preventivi, mettendo al centro il soggetto e non il sintomo, promuovendo l’autostima, la crescita individuale, la capacità critica, la coscienza delle proprie scelte, la duttilità necessaria per adattarsi a situazioni e contesti non sempre benevoli. Negli ultimi anni, comunque, l’aspetto promozionale ha preso decisamente il sopravvento: un documento dell’OMS del 1994 individuava nell’insegnamento dei “life skills” una modalità di dimostrata efficacia in programmi di prevenzione di abuso di droghe, per la prevenzione delle gravidanze premature, per lo sviluppo delle potenzialità intellettive e per la lotta ai comportamenti violenti. I “life skills” sono abilità che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo grazie al quale possiamo affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita di tutti i giorni. Un possibile elenco di life skills potrebbe essere: Ø DECISION MAKING (capacità di prendere decisioni) Ø PROBLEM SOLVING ( capacità di risolvere problemi) Ø CREATIVITA’ Ø SENSO CRITICO Ø COMUNICAZIONE EFFICACE Ø SKILLS PER LE RELAZIONI INTERPERSONALI Ø AUTOCOSCIENZA Ø EMPATIA Ø GESTIONE DELLE EMOZIONI Ø GESTIONE DELLO STRESS 2
“La miglior gestione delle relazioni sociali gioca un ruolo importante nella promozione alla salute nel suo più ampio significato, ovvero di benessere fisico, mentale e sociale. In particolare, laddove i problemi sanitari sono legati al comportamento, e dove il comportamento sia legato ad una incapacità ad affrontare lo stress e le pressioni della vita, la promozione delle competenze psicosociali può rendere un importante contributo nella promozione della salute.” “Si introduce così la categoria logica della promozione, non solo arrivare prima, battere sul tempo il rischio di insorgenza di patologie note, ma muovere verso un fine desiderabile, non per sconfiggere un ostacolo, ma per attraversarlo…” “Una concezione della salute e del ben – essere mal intesi vengono tradotti dal punto di vista educativo in una ricerca in cui si è impegnati a garantire uno sviluppo senza scosse e senza traumi: il benessere così inteso viene a coincidere con l’assoluta assenza di squilibri e scompensi…una concezione siffatta identifica la felicità con l’assenza del desiderio, considera la serenità come un bene statico e immobile…Se la visione della vita è questa, l’atteggiamento educativo nei confronti dei minori è tutto volto ad evitare: evitare che incappino in situazioni limitanti, frustranti o anche solo problematiche. Cosi si insegna loro fin da piccoli a schivare i rischi, ad aggirare gli ostacoli…” Queste considerazioni hanno accompagnato la riflessione di quanti hanno collaborato a questo progetto e si sono rivelate indispensabili nella fase di analisi dei bisogni che, come si vedrà, è partita da una domanda ambigua e suscettibile di interpretazione e si è sviluppata su un terreno non facile, caratterizzato da esigenze diverse, se non opposte, tra i diversi “attori” del progetto stesso. ANALISI DEI BISOGNI Il progetto è stato elaborato a seguito di un’iniziale richiesta di intervento di alcuni insegnanti di una scuola media inferiore di un paese di circa 1500 abitanti dell’ASL di Casale Monf.to, allarmati dall’uso di “spinelli” associato a comportamenti e atteggiamenti trasgressivi da parte di alcuni studenti adolescenti (III media). A ciò si univa un atteggiamento forse eccessivamente “legalistico” da parte della presidenza che ipotizzava una segnalazione alle forze dell’ordine e si appellava all’autorità genitoriale. La richiesta è pervenuta al Sert di Casale, ritenuto dagli insegnanti il referente più idoneo ad affrontare il problema. Da un confronto tra gli operatori sono emersi punti di vista diversi, a volte opposti, confermando così la difficoltà e la multiformità di un approccio preventivo in questo campo che sappia emanciparsi sia da una visione eccessivamente medicalizzata sia da intenti ambiziosamente mirati alla prevenzione di un non meglio identificato disagio diffuso. Le obiezioni più frequenti riguardavano l’opportunità di parlare di droghe a ragazzi che probabilmente ne hanno una percezione remota e nebulosa, col risultato controproducente di focalizzare il problema e creare problemi indotti; la necessità di dare comunque una risposta agli insegnanti richiedenti anche a rischio di fallire il bersaglio mirando agli studenti come destinatari di un progetto su un bisogno che non appartiene loro; la perplessità sui contenuti, sulla scarsa appetibilità dei pur necessari momenti informativi e sull’opportunità o meno di trattare sostanze, di cui probabilmente i ragazzi di quell’età ignorano l’esistenza, oppure limitarsi a quelle “vissute” da loro attraverso esperienze dirette; la coscienza che il parlare di droga è inutile mentre è fondamentale incidere sul disagio e sulle scelte di vita che ne determinano l’uso, e al contempo la coscienza 3
dei limiti di un’educazione alla salute che, per sua natura, non può sconfiggere e quindi non deve affrontare fenomeni di emarginazione vera e propria. Il confronto è stato indispensabile per affrontare con idee più chiare e con alcuni punti fermi condivisi il secondo scoglio costituito dagli insegnanti richiedenti e il loro diverso punto di vista. Durante il primo colloquio tra operatori e insegnanti, si è cercato di smussare certi eccessi di allarmismo e di inquadrare il problema nell’ambito di un più generalizzato disagio, non strettamente legato alla sostanza (un caso di abuso di alcol sarebbe stato preso in considerazione nella stessa misura?). in quest’ottica si è ugualmente presa in considerazione la necessità di un coinvolgimento dei genitori ma su un piano più educativo – relazionale che punitivo. Dalle richieste degli insegnanti e sulla base della loro osservazione sul campo, sono stati identificati, come predisponenti a comportamenti a rischio, i seguenti fattori di disagio: Ø La gestione inadeguata della relazione insegnante – ragazzi e tra “pari” all’interno del gruppo, soprattutto in situazioni critiche Ø La carenza di life skills nel mondo giovanile, dove talvolta la scuola diviene crogiolo delle aspettative di relazione e socializzazione degli adolescenti Ø La difficoltà per gli insegnanti di organizzare degli spazi di confronto non giudicanti che favoriscano la comunicazione, relazione e socializzazione tra pari e con gli adulti Una più approfondita analisi dei bisogni di partenza ha spostato così la priorità dell’intervento da un’ottica di prevenzione secondaria centrata sulla specifica situazione critica deviante ad un’ottica di prevenzione del disagio e di promozione dell’adattamento, a cui è seguito il coinvolgimento del Gruppo Educazione alla Salute per l’attuazione di un progetto non individualizzato ma che avesse come destinatari tutti gli studenti delle due classi coinvolte. AGGIORNAMENTO Il progetto, nel corso di questi anni, è stato progressivamente modificato e migliorato, al passo con gli studi più recenti e con le richieste numerose e diversificate della scuola. In particolare la presentazione al laboratorio DORS ha innescato cambiamenti significativi quali il radicale aumento di ore del progetto (ora su due anni) e l’applicazione di strumenti per la valutazione di tipo qualitativo. Rispetto al limite iniziale dovuto al reperimento di risorse umane esterne alla scuola per condurre gli interventi in classe, ora il progetto prevede un graduale “passaggio di consegne” dall’operatore esterno all’insegnante, anche se su questo punto rimangono perplessità sulla possibilità di mettere da parte il proprio ruolo docente per puntare tutto sulla relazione. Qui di seguito il programma del nuovo Pierino I e II. E ‘ nato anche un Pierino III per classi ad alto rischio (bullismo, conflitti…) 4
REGIONE PIEMONTE Azienda Sanitaria Locale n.21 GRUPPO EDUCAZIONE ALLA SALUTE – SER.T. PROGETTO PIERINO: dallo spinello allo star bene insieme PREVENZIONE ABUSO DI SOSTANZE - Obiettivo generale di salute: prevenire l’abuso di sostanze - Destinatari dell’intervento: ragazzi delle classi 2° e 3° media infer. - Operatori /Mediatori: Insegnanti PROGRAMMA Il programma, rivisitato ogni volta sulla base dei destinatari e dei loro bisogni, si distribuisce su due anni scolastici, articolati ciascuno in due fasi: fase A con i docenti e fase B con gli alunni. I ANNO (2°MEDIA): PIERINO I Fase A- Destinatari: tutti gli insegnanti della classe. Tre incontri di 3 ore ciascuno (lezioni interattive, lavori di gruppo). Finalità: - migliorare le competenze nell’approccio a problematiche adolescenziali anche legate all’uso di sostanze. Fase B- Destinatari: alunni. Incontri in classe con attività in piccolo gruppo gestita da operatori e discussione guidata in plenaria (4 incontri di 2 ore). Finalità: - sperimentare strumenti per accrescere l’autostima e migliorare la capacità di espressione dei bisogni; acquisire un atteggiamento consapevole e critico in situazioni di gruppo che incentivano l’assunzione di comportamenti trasgressivi. II ANNO (3°MEDIA): PIERINO II Fase A- Destinatari: tutti gli insegnanti della classe. Tre incontri di 3 ore ciascuno (giochi, esercitazioni, lezioni frontali). Finalità: - acquisire strumenti per stimolare negli studenti le abilità necessarie per affrontare situazioni emotivamente coinvolgenti nel gruppo dei pari; migliorare le competenze nell’approccio a problematiche adolescenziali legate all’uso di sostanze. Fase B- Destinatari: alunni. Incontri in classe con attività in piccolo gruppo gestita dagli insegnanti e discussione guidata in plenaria (4 incontri di 2 ore). Supervisione degli operatori. Finalità: - migliorare la capacità di espressione e gestione delle emozioni; favorire l’acquisizione di un atteggiamento consapevole e critico in situazioni personali e/o di gruppo che incentivano l’assunzione di comportamenti trasgressivi e, tra questi, l’uso occasionale di sostanze. 5
REGIONE PIEMONTE Azienda Sanitaria Locale n.21 GRUPPO EDUCAZIONE ALLA SALUTE – SER.T. PROGETTO PIERINO: dallo spinello allo star bene insieme SEMINARI CON GLI INSEGNANTI (1° anno) 1. Finalità: - migliorare le competenze nell’approccio a problematiche adolescenziali e la comunicazione con gli adolescenti; - approfondire la possibilità di essere mediatori di processi che promuovono la salute nella Scuola e sul territorio (favorendo iniziative di aggregazione giovanile “sane” in alternativa al bar o alla piazza) 2. Obiettivi.: - acquisire una maggior consapevolezza rispetto al proprio atteggiamento nei confronti di chi usa/abusa di sostanze - accrescere le informazioni corrette sulle sostanze di possibile uso/abuso in età preadolescenziale - saper individuare atteggiamenti e/o comportamenti spia del disagio in ambito scolastico - aumentare le conoscenze circa i fenomeni legati alla trasgressione adolescenziale - migliorare le proprie competenze nella comunicazione con gli adolescenti Programma e contenuti seminari con gli insegnanti 1° INCONTRO: - gioco rivolto agli insegnanti per evidenziare gli atteggiamenti inconsapevoli nei confronti delle persone che usano sostanze - (psicologa) - - CEA: la comunicazione efficace con gli adolescenti (la critica costruttiva, l’effetto boomerang, l’atteggiamento non giudicante, la gestione delle domande imbarazzanti) 2° INCONTRO: - scheda sulle spie di disagio e azioni dell’insegnante - spiegazione interventi con i ragazzi - relazione sulla valorizzazione di una ricerca nel proprio contesto (abbandonando schemi precostituiti per passare ad una “lettura” del territorio) - (assistente sociale) - 3° INCONTRO: - relazione sulle caratteristiche delle sostanze (alcool, cannabis, tabacco) – (medico) - - lavoro in piccoli gruppi sulle caratteristiche e i bisogni dei preadolescenti nell’esperienza degli insegnanti - relazione sui più comuni atteggiamenti adolescenziali e sulle dinamiche di gruppo 6
PROGETTO PIERINO: dallo spinello allo star bene insieme PREVENZIONE ABUSO DI SOSTANZE INCONTRI CON I RAGAZZI (II media) Gli interventi con i ragazzi sono composti da attività in piccolo gruppo (8-10 ragazzi) e riunioni in plenaria con discussione conclusiva tra pari e la psicologa. Il conduttore nel piccolo gruppo (educatore) stimola la riflessione con domande, facilita la discussione dando la parola a tutti , ma non dà interpretazioni e/o risposte, cercando di instaurare un clima il più possibile “non giudicante”. Le regole nel piccolo gruppo sono : - rispetto per quello che i compagni dicono (non prendersi in giro) – lasciar parlare tutti – cercare di portare a termine il compito. L’obiettivo dei singoli giochi è quello di favorire l’acquisizione di abilità, le cosiddette “life skills”, da parte dei ragazzi, utili per “imparare” una serie di comportamenti e atteggiamenti positivi ed efficaci nella gestione della vita quotidiana. Temi degli incontri - gioco 1° - Premi Nobel (gioco autoeterocentrato su: l’idea che ho di me e che gli altri hanno di me. Viene stimolata la conoscenza di se stessi – AUTOCOSCIENZA – e la capacità di stabilire buone relazioni con le persone che ci circondano – SKILL SULLE RELAZIONI INTERPERSONALI - ) 2° - Inversione di ruolo (cosa si prova quando si deve decidere in gruppo - cosa si prova quando si sostiene la propria opinione in gruppo. È’ finalizzato all’acquisizione della capacità di prendere decisioni per la propria vita – DECISION MAKING – e di analizzare criticamente ed obiettivamente esperienze e situazioni – SENSO CRITICO - 3° - Le congratulazioni (in parte individuale e in parte a coppie. Favorisce il riconoscimento di parti positive di sé e la capacità di esprimerle in gruppo – AUTOSTIMA – Accresce la capacità di conoscere gli altri – RELAZIONI INTERPERSONALI -) 4° - Si prevede un 4° incontro se è stata lasciata la scatola per le domande anonime e si ritiene di dare spazio ad argomenti emersi come prioritari (es. AIDS). Viene stimolata la capacità di esprimere adeguatamente opinioni e bisogni – COMUNICAZIONE EFFICACE – e, per effetto, la possibilità di tenere sotto controllo lo stress attuando aggiustamenti e cambiamenti al proprio stile di vita, a partire da una richiesta di aiuto che piò essere formulata solo se ci si rende conto del proprio disagio – GESTIONE DELLO STRESS -. 7
REGIONE PIEMONTE Azienda Sanitaria Locale n.21 GRUPPO EDUCAZIONE ALLA SALUTE – SER.T. PROGETTO PIERINO: dallo spinello allo star bene insieme SEMINARI CON GLI INSEGNANTI (2° anno) 1. Finalità: - accrescere le capacità di stimolare negli studenti le abilità per affrontare situazioni emotivamente coinvolgenti all’interno del gruppo dei pari - migliorare le competenze nell’approccio a problematiche adolescenziali legate all’uso di sostanze 2. Obiettivi.: - sperimentare i giochi di gruppo approfondendo il livello di conoscenza di se stessi e delle dinamiche relazionali - accrescere le informazioni corrette sulle sostanze di possibile uso/abuso in età adolescenziale - migliorare le proprie competenze nella comunicazione con gli adolescenti Programma e contenuti seminari con gli insegnanti 1° INCONTRO: - gioco dei Premi Nobel - gioco sulle emozioni - circle time - come condurre i giochi con i ragazzi 2° INCONTRO: - relazione sulle caratteristiche delle sostanze (nuove droghe..) - come comunicare sulle sostanze con i ragazzi 3° INCONTRO: - il nuovo ruolo dell’insegnante - circle time: i vissuti e i risultati - la supervisione del lavoro in classe 8
PROGETTO PIERINO: dallo spinello allo star bene insieme PREVENZIONE ABUSO DI SOSTANZE INCONTRI CON I RAGAZZI (III media) Gli interventi con i ragazzi sono sempre composti da attività in piccolo gruppo (8-10 ragazzi) e riunioni in plenaria con discussione conclusiva tra pari e la psicologa. Il conduttore nel piccolo gruppo (questa volta l’insegnante formato, gradualmente sempre più svincolato dall’operatore) stimola la riflessione con domande, facilita la discussione dando la parola a tutti , ma non dà interpretazioni e/o risposte, cercando di instaurare un clima il più possibile “non giudicante”. Le regole nel piccolo gruppo sono : - rispetto per quello che i compagni dicono (non prendersi in giro) – lasciar parlare tutti – cercare di portare a termine il compito. L’obiettivo dei singoli giochi è quello di favorire l’acquisizione di abilità, le cosiddette “life skills”, da parte dei ragazzi, utili per “imparare” una serie di comportamenti e atteggiamenti positivi ed efficaci nella gestione della vita quotidiana. Temi degli incontri - gioco 1° -Incontro una sostanza… ( gioco finalizzato al riconoscimento delle proprie emozioni e delle dinamiche di gruppo e della loro influenza in situazioni di rischio – GESTIONE DELLE EMOZIONI -) 2° -Se ho un problema… ( finalizzato alla riflessione sulla propria rete di relazioni e sulla sua attivazione – RELAZIONI INTERPERSONALI E PROBLEM SOLVING -) 3°4°5°… - La festa! ( Gli alunni divisi in gruppi devono organizzare una festa che coinvolga tutti i partecipanti al Progetto garantendo il benessere di ciascuno, trovando soluzioni attuabili e adeguate alle risorse. I ragazzi hanno a disposizione 2 settimane per organizzarsi e l’attuazione della festa sarà la verifica di tutte le life skills apprese) 9
GIOCHI CON I RAGAZZI PREMI NOBEL Viene consegnato ad ogni studente una griglia contenente un elenco di categorie di merito costituite da qualità (tenacia, bontà, autorevolezza, ecc.) e viene dato un tempo di 15’ per l’attribuzione a sé stessi ed agli altri di una delle qualità elencate, al termine dei quali il conduttore invita i partecipanti a esplicitare le proprie scelte e a tentare di motivarle. Tutti sono invitati a commentare, confermando o dissentendo le attribuzioni e la loro rispondenza alla realtà. Segue una riflessione collettiva sulla correttezza della percezione di sé e degli elementi scoperti attraverso il gioco. -Considerazioni- l’idea che ho di me stesso può non corrispondere a quella che gli altri hanno di me; gli altri ci rimandano un’immagine di noi filtrata attraverso il proprio modo di sentire; l’idea che gli altri hanno di noi può vincolarci a “recitare” un ruolo non sempre comodo e non sempre rispondente a quello che spontaneamente vorremmo assumere, per non deludere le aspettative altrui. Durante la discussione viene stimolata la consapevolezza che “appiccicare” all’altro etichette definitive e stigmatizzare le sue reazioni o sentimenti, soffoca la libera espressione delle emozioni con conseguenze frustranti per l’intero gruppo; la sollecitazione che viene lanciata è di sconfiggere gradualmente la paura a mostrarsi, ad esprimersi secondo la propria vera natura. Si produce un cartellone come messaggio che il gruppo vuole condividere con gli altri gruppi nella fase conclusiva ( viene stimolata così anche la creatività) Proposta della scatola per le domande anonime. 10
PREMI NOBEL 2002 Il comitato per l’assegnazione dei premi Nobel riunitosi a Stoccolma l’anno scorso ha deliberato che dal 1° Gennaio 2000 ,verranno considerate ,accanto a quelle tradizionali ,altre categorie di merito attraverso le quali attribuire riconoscimenti a persone particolarmente meritevoli. Le nuove categorie individuate sono: 1-TENACIA 2-PAZIENZA 3-GRINTA 4-BONTA’ 5-CREATIVITA’ 6-FURBIZIA 7-SEDUZIONE 8-COOPERAZIONE 9-AUTOREVOLEZZA Il suo nome e quello dei componenti di questo gruppo è nella lista delle “nomination” per l’assegnazione di un premio in una di queste categorie .Metta una crocetta accanto al nome della categoria che ritiene più appropriata per l’assegnazione del premio , per sè e per ognuno dei componenti del gruppo. 11
L’INVERSIONE DI RUOLO Svolgimento: 1) il conduttore introduce la discussione sul tema (vignetta, decisione in gruppo...) 2) ciascun membro del gruppo viene invitato a riflettere per mettere a fuoco la sua opinione e a fissare per iscritto gli argomenti principali a sostegno della medesima (10 minuti) 3) il conduttore invita ciascun membro del gruppo ad esporre agli altri la sua opinione. In questa fase è bene stimolare la discussione in modo che non ci si limiti a un semplice giro di tavolo (30 minuti ) 4) i membri del gruppo vengono quindi invitati a ridiscutere il problema in modo tale che ciascuno porti avanti il punto di vista opposto al proprio. Il compito è di pervenire alla stesura di un messaggio sul quale tutto il gruppo concordi. Analisi dell’esperienza attraverso una riflessione collettiva. LE CONGRATULAZIONI Si invita i ragazzi a formare delle coppie, preferibilmente scegliendo un compagno che solitamente non si frequenta. Ciascuno deve compilare una scheda personale scrivendo le due cose che sa fare meglio, in che cosa ha avuto successo recentemente e che cosa vorrebbe sentirsi dire dagli amici. Poi ci si scambia la scheda cercando di approfondirne i contenuti per presentare successivamente il proprio compagno al resto del gruppo valorizzandolo il più possibile. L’obiettivo del gioco è favorire la conoscenza reciproca e valorizzare gli aspetti positivi di sé e degli altri. Il gruppo produce il messaggio da portare in plenaria. 12
STORIA - FUMETTO ALCOL ECSTASY SPINELLI FARMACI Storia – fumetto tematica per stimolare la discussione. Preparazione di un cartellone o lucido da portare in plenaria. Traccia: nella situazione proposta… 1.COME TI SENTI ? COSA PROVI?………(livello emotivo) 2.COSA PENSI? CHE IDEA TI FAI?…..…(livello cognitivo) 3.COSA FAI? COME TI COMPORTI?…...(livello comportamentale) Riferimenti alle dinamiche di gruppo emerse nei due giochi precedenti SE HO UN PROBLEMA… Con gli insegnanti, durante la formazione, si definiscono alcune situazioni significative per i ragazzi in cui sia necessario fare riferimento alla propria rete sociale e ai propri schemi mentali nella risoluzione di problemi ( ad es. “…sei andato in città senza dirlo ai tuoi e hai perso l’ultimo pulman per tornare a casa…”). Si preparano delle schede con alcune sollecitazioni alla riflessione (Come ti senti? Che cosa fai? A chi ti rivolgi?) per sondare la capacità di affrontare situazioni problematiche e la mappa di relazioni attivabile in situazioni di bisogno. Nel piccolo gruppo ogni ragazzo compila la propria scheda e poi si confronta con gli altri per arricchire la propria esperienza di nuovi suggerimenti. Il gruppo prepara il cartellone con il messaggio che si vuole comunicare alla classe. 13
VALUTAZIONE Ø Per la valutazione di processo è previsto il monitoraggio del progetto in ogni sua fase con raccolta dati e registrazione di ogni passaggio INDICATORI DI PROCESSO: N. insegnanti che concludono la formazione N. insegnanti potenziali delle classi coinvolte N. Ragazzi raggiunti N. Ragazzi raggiungibili Ø Per la valutazione di risultato sono utilizzate: INSEGNANTI: questionario strutturato a risposte chiuse con scale di tipo graduato analogico (punteggio da 0 a 5) composto da 8 item di cui 2 esplorano il coinvolgimento personale, 3 la soddisfazione dei bisogni e 3 la comprensibilità delle relazioni INDICATORI DI RISULTATO: N. ins.che raggiungono lo standard atteso(sup.a 3) su tutti gli items N.totale ins.formati STUDENTI: questionario strutturato a risposte chiuse con scale graduate semiquantitative composto da 9 item di cui 4 esplorano l’interesse e il coinvolgimento per i 3 diversi incontri, 4 il grado di soddisfazione per la metodologia usata relativamente all’area relazionale e 1 la percezione di un’aumentata conoscenza di sé INDICATORI DI RISULTATO: Somma punteggi item relativi all’interesse Punteggio max ottenibile Somma punteggi item relativi alla soddisfazione Punteggio max ottenibile N.B. Queste due valutazioni di risultato sono state sospese perché ripetutamente somministrate negli anni precedenti hanno comunicato sempre valutazioni soddisfacenti Ø INSEGNANTI: Griglia di rilevazione pre e post sulle situazioni critiche individuate dagli insegnanti in ambito scolastico e sulle azioni adottate dagli insegnanti INDICATORI DI RISULTATO: -riduzione di 1/3 del n. di situazioni critiche -aumento di azioni fondate sulla comunicazione -diminuzione azioni punitive Ø STUDENTI: somministrazione pre e post di test per la valutazione del livello di autostima (TMA)e di schede per la valutazione dell’autoefficacia percepita scolastica, sociale e regolatoria (previsione disadattamento sociale) e di altre sulle life skills apprese INSEGNANTI: questionario per la valutazione della festa finale organizzata dagli studenti N.B. Queste ultime valutazioni sono in fase di elaborazione e di prossima applicazione 14
BIBLIOGRAFIA • “Progetto Sonda” Ed.Sonda TO – Buscema M. • “Diventare sensibili alla salute. Efficacia e apprendimento nell’educazione e promozione della salute” in Ed. sanitaria e promozione alla salute vol.17 n.1 1994 – Ingrosso M. • “Promuovere il benessere a scuola. Dal disagio all’agio” Ed.Berti – Maggi M. • “Il gruppo come luogo di comunicazione educatica” Ed.Elledici – Pollo M. • “Life skill education” OMS – Divisione salute mentale – Ginevra 1994 • “I programmi di Life skill education nel quadro della moderna psicologia della salute” Psicologia della salute, 2, 1999 – Bertini, Braibanti, Gagliardi • “La prevenzione del disagio giovanile” Ed. NIS – Regogliosi L. • “I nuovi adolescenti” Raffaello Cortina Ed.2001 – Charmet G.P. • “Giochi di gruppo” Ed. Città studi – Sberna M. • “L’intelligenza emotiva” – Goleman • “Il senso di autoefficacia” Erikson – Bandura • “La valutazione di autoefficacia” Erikson – a cura di Caprara G.V. • “Come aiutare i ragazzi ad aiutare se stessi” Armando Ed. – Perry Good • “Linee guida per la peer education” CE 1998 15
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