PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2018 2020 - Unione Comuni Colline metallifere
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Unione di Comuni montana Colline Metallifere Comuni di Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri PROVINCIA DI GROSSETO PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2018 - 2020 (articolo 1, commi 8 e 9, della Legge 6-11-2012 numero 190 recante le Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione) Segretariato generale Gennaio 2018 Adottato con deliberazione della Giunta n. ________ del _____________
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 Sommario Premessa .................................................................................................................................................. 4 1 LA REDAZIONE DEL PTPCT: contesto di riferimento e precedenti PTPC .................................. 5 1.1 Il contesto normativo di riferimento: breve excursus degli atti principali intervenuti dal 2012 5 1.2 La nuova impostazione del Piano Nazionale Anticorruzione .................................................... 6 1.3 Il primo PTPC 2014 -2016 dell’Unione..................................................................................... 7 1.4 Gli aggiornamenti 2015 e 2016 ................................................................................................. 8 1.5 L’aggiornamento 2017............................................................................................................... 9 1.6 Il Contesto esterno dell’Unione ............................................................................................... 10 1.7 Il Contesto interno dell’Unione ............................................................................................... 12 1.8 Il PTPCT 2018 – 2020 ............................................................................................................. 19 1.8.1 Le fasi ................................................................................................................................... 20 1.8.2 I soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione ................................................ 21 1.8.3 Le responsabilità ................................................................................................................... 24 1.9 Collegamento al ciclo di gestione delle performance .............................................................. 25 2 AZIONI E MISURE GENERALI FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ........................................................................................................................................... 26 2.1 Analisi e Gestione del Rischio ..................................................................................................... 26 2.1.1 Mappatura del rischio ........................................................................................................... 27 2.1.2 Valutazione del rischio .................................................................................................... 28 2.1.3 Gestione del rischio ......................................................................................................... 29 2.1.4 Monitoraggio ................................................................................................................... 29 3 LE MISURE DI CONTRASTO ..................................................................................................... 30 3.1 I controlli interni ...................................................................................................................... 30 3.2 Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici ................................................................ 31 3.3 Monitoraggio dei tempi di procedimento ................................................................................ 32 2
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 3.4 La formazione .......................................................................................................................... 33 3.5 Altre iniziative di contrasto.......................................................................................................... 34 3.5.1 Rotazione del personale ........................................................................................................ 34 3.5.2 Affidamenti e contratti .......................................................................................................... 35 3.5.2 Documentazione amministrativa .......................................................................................... 35 4 LA PROGRAMMAZIONE DELLA TRASPARENZA: UN UNICO PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA E UN UNICO RESPONSABILE ........................ 35 4.1 Il Piano integrato di prevenzione della corruzione e trasparenza PTPCT ............................... 36 4.1.1 Obbligo di pubblicazione sul sito web dell’Ente ............................................................. 36 4.1.2 Contenuti – obiettivi strategici in materia di trasparenza .................................................... 36 4.1.3 Contenuti - flussi informativi necessari per la pubblicazione dei dati ................................. 37 4.1.4 Contenuti – responsabile unico della prevenzione della corruzione e trasparenza RPCT ... 38 4.2 Il nuovo Accesso Civico .......................................................................................................... 38 5 PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA LEGALITA’ ........................................................ 38 6 SOCIETÀ PARTECIPATE ............................................................................................................ 39 ALLEGATO 1 Mappatura del Rischio ............................................................................................. 40 ALLEGATO 2 Tabella Livello Rischio AREE E PROCESSI .. Errore. Il segnalibro non è definito. ALLEGATO 3 Gestione del Rischio ........................................ Errore. Il segnalibro non è definito. ALLEGATO 4 Mappa della Trasparenza 2017 ................................................................................. 40 ALLEGATO 5 - Procedura di segnalazione ...................................................................................... 40 3
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 Premessa La sempre maggiore attenzione alla prevenzione dei fenomeni corruttivi nell’amministrazione della res publica ha portato all’approvazione della Legge 6 novembre 2012 n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, che ha disciplinato in modo organico un piano di azione, coordinata su tutto il territorio nazionale, volto al controllo, prevenzione e contrasto della corruzione e dell’illegalità. L’obiettivo della riforma è la prevenzione e la repressione del fenomeno della corruzione attraverso un approccio multidisciplinare, nel quale gli strumenti sanzionatori si configurano solamente come alcuni dei fattori per la lotta alla corruzione e all’illegalità nell’azione amministrativa. In particolare il legislatore ha inteso privilegiare un approccio preventivo, richiedendo alle amministrazioni pubbliche di riflette sul rischio corruzione al quale si trovano esposte e di individuare misure appropriate a ridurlo o a far emergere comportamenti anche solo potenzialmente pericolosi. In specifico si pongono a sostegno del provvedimento legislativo motivazioni di trasparenza e controllo proveniente dai cittadini e di adeguamento dell’ordinamento giuridico italiano agli standards internazionali. Le motivazioni che possono indurre alla corruzione trovano riscontro nei seguenti due ordini di ragioni: - ragioni economiche, derivanti dal bilanciamento tra l’utilità che si ritiene di poter ottenere, la probabilità che il proprio comportamento sia scoperto e la severità delle sanzioni previste; - ragioni socio-culturali: la corruzione è tanto meno diffusa quanto maggiore è la forza delle convinzioni personali e di cerchie sociali che riconoscono come un valore il rispetto della legge: dove è più elevato il senso civico e il senso dello Stato dei funzionari pubblici, i fenomeni corruttivi non trovano terreno fertile per annidarsi. La corruzione, e più in generale il malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ha un costo per la collettività, non solo diretto (come, ad esempio, nel caso di pagamenti illeciti), ma anche indiretto, connesso ai ritardi nella conclusione dei procedimenti amministrativi, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici, alla sfiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni, arrivando a minare i valori fondamentali sanciti dalla Costituzione: uguaglianza, trasparenza dei processi decisionali, pari opportunità dei cittadini. All’inderogabile necessità di avviare una forma efficace di prevenzione e contrasto della corruzione la Legge intende rispondere prevedendo che tutte le Amministrazioni pubbliche definiscano un proprio Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.), che fornisca una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indichi gli interventi organizzativi volti a prevenirne il rischio, e predisponga procedure dirette a selezionare e formare i dipendenti chiamati ad operare nei settori particolarmente esposti alla corruzione. A cinque anni dall’approvazione della legge molti aspetti sono stati chiariti anche grazie all’adozione da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) si piani nazionali (PNA) sempre più mirati ed all’integrazione degli aspetti della trasparenza amministrativa come misura specifica preventiva. Il quadro normativo ed operativo attuale consente di non limitare la redazione di piani locali di prevenzione del rischio corruttivo come un mero adempimento, ma come un momento di approfondimento al fine di ottimizzare 4
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 processi e procedimenti con un focus particolare per le fasi che maggiormente espongono l’ente pubblico a possibili comportamenti corruttivi. Nei paragrafi che seguono procederemo ad individuare il contesto nel quale opera l’Unione, normativo, esterno ed interno; cercheremo poi di dar conto sommariamente del percorso condotto dal 2014, di precisare attori e responsabilità del processo di redazione ed attuazione del PTPCT, per poi passare alla elaborazione del nuovo piano triennale che si occupa in modo integrato anche di trasparenza. Già il nuovo Piano dello scorso anno rappresentava un’evoluzione sostanzialmente innovativa dei piani precedenti, in particolare la seconda parte, con un taglio più schematico ed operativo, intesa come uno strumento di guida concreta per i vari attori coinvolti. Il presente documento accentua tali valori, definisce con maggiore dettaglio e puntualità gli obbiettivi di performance che dovranno essere inseriti nel PEG dell’Unione per la prevenzione della corruzione e rendiconta il lavoro di mappatura dei processi e valutazione dei rischi condotto nel 2017 quale base reale per le misure di contrasto proposte. Glossario Glossario delle principali abbreviazioni contenute nel piano: PTPCT Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza RPCT Responsabile per la prevenzione della corruzione e la trasparenza RS Responsabili Servizi GE Giunta esecutiva DGE Delibera della Giunta esecutiva UPD Ufficio di disciplina RASA Responsabile anagrafe stazioni appaltanti DFP Dipartimento funzione pubblica ANAC Autorità nazionale anticorruzione PNA Piano nazionale anticorruzione MEPA Mercato elettronico della pubblica amministrazione START Sistema telematico appalti regione toscana CUC Centrale unica di committenza UCMCM Unione di Comuni Montana Colline Metallifere 1 LA REDAZIONE DEL PTPCT: contesto di riferimento e precedenti PTPC 1.1 Il contesto normativo di riferimento: breve excursus degli atti principali intervenuti dal 2012 Con la legge 6 novembre 2012, n. 190, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012, sono state approvate le "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.". La legge è entrata in vigore il 28 novembre 2012. Ad un primo livello, quello “nazionale”, il D.F.P. predispone, sulla base di linee di indirizzo adottate da un Comitato interministeriale, il P.N.A. Il P.N.A. è poi approvato dalla C.I.V.I.T., individuata dalla legge quale Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Al secondo livello, quello “decentrato”, ogni amministrazione pubblica definisce un P.T.P.C., che, sulla base delle indicazioni presenti nel P.N.A., effettua l’analisi e valutazione dei rischi specifici di corruzione e conseguentemente indica gli interventi organizzativi volti a prevenirli. 5
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 La strumentazione prevista dalla legge anticorruzione n. 190/2012 è in corso di continuo aggiornamento e fin dal 2013 sono stati adottati i decreti legislativi n.33, sulla trasparenza, e n. 39 su incompatibilità ed inconferibilità, e il DPR n. 62, relativo al codice di comportamento. Inoltre è stata sottoscritta l’intesa stato regioni enti locali per l’applicazione della legge 190 negli enti locali territoriali ed, infine, a settembre è stato approvato il primo PNA. Nel 2014, con la soppressione della CIVIT e dell’AVCP, le funzioni di prevenzione della corruzione e di controllo dei contratti pubblici sono state attribuite alla nuova Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC). Nel 2015, la legge 124 «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche» all’art. 7 (Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza) ha sottolineato la necessità della «precisazione dei contenuti e del procedimento di adozione del Piano nazionale anticorruzione, dei piani di prevenzione della corruzione e della relazione annuale del responsabile della prevenzione della corruzione, anche attraverso la modifica della relativa disciplina legislativa, anche ai fini della maggiore efficacia dei controlli in fase di attuazione, della differenziazione per settori e dimensioni, del coordinamento con gli strumenti di misurazione e valutazione delle performance nonché dell'individuazione dei principali rischi e dei relativi rimedi; conseguente ridefinizione dei ruoli, dei poteri e delle responsabilità dei soggetti interni che intervengono nei relativi processi». In sostanza ha preso atto di alcune pecche originarie che hanno portato ad un approccio “burocratico” nella formulazione ed attuazione del PTC a livello locale. Inoltre la legge di stabilità per il 2016 (L. 208 del 23 dicembre 2015) ha preso atto della impossibilità di effettuare la rotazione di responsabili e dipendenti nelle piccole amministrazioni ed ha risolto de juris i potenziali conflitti di interesse tra ruolo di RPC e altri ruoli anche gestionali affidati alla medesima figura in ambito locale. Il fatto che la legge sancisca che è legittimo affidare ad un unico soggetto ruoli tra loro anche confliggenti, però, non elimina nella sostanza il potenziale conflitto. L’A.N.A.C, sempre nel 2015, ha adottato un aggiornamento del P.N.A (determinazione n. 12 del 28/10/2015) che segna, a giudizio di chi scrive, una discontinuità con il passato e punta alla ricerca di concretezza ed efficacia delle misure di prevenzione della corruzione. Nel 2016 il decreto legislativo n. 97 ha aggiornato la norma primaria e integrato i contenuti della trasparenza quale misura necessaria e obbligatoria per il contrasto della corruzione e l’ANAC ha emanato le relative linee guida con le deliberazioni n. 1309 relativa all’accesso civico e n. 1310 concernete gli obblighi di trasparenza, inoltre ha aggiornato il PNA con la deliberazione n. 831 del 3 agosto. Con deliberazione n. 833 sempre del 3 agosto ha emanato linee guida in materia di accertamento delle inconferibilità e delle incompatibilità degli incarichi amministrativi da parte del responsabile della prevenzione della corruzione. Nel 2017 ANAC ha provveduto all’aggiornamento del PNA con la deliberazione 1208 del 22 novembre. A fine anno è stata approvata la legge 30 novembre, n. 179 per la tutela dei dipendenti che segnalano fatti o comportamenti illeciti. 1.2 La nuova impostazione del Piano Nazionale Anticorruzione Il Piano per la Prevenzione della Corruzione dell’Unione viene ora aggiornato tenendo conto delle disposizioni normative in vigore, delle linee guida emanate e del PNA e relativi aggiornamenti, brevemente indicati nel paragrafo precedente. Tali novità normative implicano le seguenti ricadute: • il PTPC assume un valore programmatico ancora più incisivo, dovendo necessariamente prevedere gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione fissati dall’organo di indirizzo; 6
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 • nel PTPC si indicano le misure organizzative per gli obblighi di trasparenza: il Programma Triennale per la Trasparenza ed Integrità è parte integrante del PTPC (D.Lgs. 97/2016); devono anche essere chiaramente identificati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni; • si suggerisce di curare la partecipazione degli stakeholder nell’elaborazione e nell’attuazione delle misure di prevenzione della corruzione, anche attraverso comunicati mirati, in una logica di sensibilizzazione dei cittadini alla cultura della legalità; • non deve essere trasmesso alcun documento ad ANAC: adempimento si intende assolto con la pubblicazione del PTPC sul sito istituzionale, sezione “Amministrazione trasparente/Altri contenuti Corruzione”. 1.3 Il primo PTPC 2014 -2016 dell’Unione Il PTCP dell’Unione è stato adottato per la prima volta a fine gennaio 2014 e soltanto per l’Ente, poiché i Comuni costituenti hanno proceduto in modo autonomo, avendo ogni Ente un proprio Responsabile per la prevenzione della corruzione (RPC). Il Responsabile della prevenzione della corruzione è stato nominato il sottoscritto con deliberazione della Giunta esecutiva numero 3 del 7.01.2014. Per le azioni intraprese e i risultati ottenuti si fa rinvio alla relazione del RPC trasmessa agli Amministratori ed agli organismi di controllo interno con nota n. 9414 del 15/12/2014 e alla Relazione del RPC compilata sulla scheda elettronica predisposta dall’ANAC. Entrambi i documenti sono pubblicati sul sito istituzionale nella sezione Amministrazione trasparente. Alcune criticità hanno inciso negativamente sulle attività utili alla prevenzione del rischio corruttivo, come del resto in altre attività dell’Amministrazione e, più in generale, sulla funzionalità degli uffici. In primo luogo, la continua perdita di personale dipendente unita all’aumento delle funzioni e dei compiti comporta una perdita di funzionalità e un consistente aggravio di lavoro per il restante personale. Anche una mancanza di chiarezza di indirizzo politico in ordine all’attuazione del nuovo statuto, entrato in vigore a fine dicembre 2013, non ha consentito di effettuare interventi di riorganizzazione che, da un lato, chiarissero le competenze delle strutture e, dall’altro, tendessero ad una ottimizzazione del lavoro dei dipendenti presenti negli organici. Non è questa la sede per esaminare in dettaglio questi aspetti negativi, ma è evidente che se un qualche intervento di contrasto a tali criticità fosse stato intrapreso anche i risultati nell’attuazione del PTCP nell’annualità 2014 e 2015 ne avrebbero beneficiato. Come evidenziato nella relazione 2014 del RPC tutte le attività previste sono state avviate, ma il grado di realizzazione è stato modesto in quanto la concentrazione in capo al Segretario di funzioni di controllo e di rilevanti funzioni gestionali, né opportuna né funzionale, comporta un residuo di tempo di lavoro assai limitato dedicabile alle misure di analisi del rischi e di prevenzione della corruzione. Altro fattore rilevante è la continua diminuzione di personale amministrativo e in particolare di capi dei servizi centrali che accentua quanto appena esposto. Si richiamano le considerazioni finali della relazione 2014 del RPC: “L’azione di attuazione del Piano e di controllo per la prevenzione della corruzione condotta dal sottoscritto è stata condotta con determinazione per perseguire gli obbiettivi sopra enunciati, ma con tutti i limiti che derivano dalle considerazioni stesse e, in particolare, dall’assoluta carenza di risorse umane da dedicare allo scopo specifico. Tuttavia si ritiene che le eterogenee attività dell’Amministrazione e, in particolare, quelle individuate come maggiormente esposte a rischio corruttivo siano state adeguatamente presidiate e che i Responsabili dei Servizi dell’Ente siano stati edotti della problematica specifica e messi in condizione di avere il supporto necessario. Gli stessi non hanno inoltrato al sottoscritto alcuna segnalazione di rischio effettivo e, comunque, 7
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 sono stati sentiti periodicamente in occasione degli audit interni effettuati nell’ambito delle attività di verifica del Sistema di Gestione della Qualità e della Sicurezza sul Lavoro. Come già evidenziato alla Giunta esecutiva in sede di proposta ed adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016, si ribadisce che l’eccessiva concentrazione di responsabilità in capo al segretario generale, al quale sono anche affidate dirette responsabilità gestionali (Servizio agricoltura, Servizi informatici, sanzioni forestali, ecc.) costituisce una situazione di potenziale conflitto che andrebbe superata quanto prima nell’interesse primario dell’Amministrazione. Rispetto a quando il PTCP fu adottato si registra anche l’emanazione della legge n. 56/2014 (così detta legge Del Rio) che, all’articolo 1, comma 110, prevede espressamente la facoltà del Presidente dell’Unione di affidare i compiti di responsabile anticorruzione ad un funzionario dell’unione o dei comuni che ne fanno parte. Si auspica, pertanto, che tale opportunità sia colta per porre rimedio alla criticità indicata.” 1.4 Gli aggiornamenti 2015 e 2016 Il documento è stato regolarmente aggiornato negli anni 2015 e 2016 ed approvato nel primo mese dell’anno. Nel 2015 sono stati perseguiti principalmente due obbiettivi, pur con i limiti delle risorse a disposizione: integrazione del PTC con il sistema di gestione della qualità (SGQ) quale strumento operativo di raccordo delle attività dell’amministrazione e con il piano della performance; formazione del personale. Gli interventi sono stati condotti in house dal RPC e dai Responsabili dei Servizi (RS) e dal RSGQ. Il SGQ è stato sottoposto ad una revisione completa, con una particolare attenzione, in questa fase, alle attività più propriamente aziendali condotte con le maestranze forestali in amministrazione diretta. E’ stato revisionato il manuale di gestione, sono state riviste e riprogettate le procedure e le istruzioni operative nel tentativo di migliorare il controllo di gestione e di qualità. La logica seguita è stata quella di definire la nuova ossatura del SGQ che a questo punto è esteso a tutte le attività dell’Amministrazione che sono state mappate ed analizzate prioritariamente e principalmente, ma non solo, dal punto di vista dei rischi relativi sicurezza sul lavoro. I prossimi steps prevedono di approfondire l’analisi degli altri rischi, tra i quali quello corruttivo, con l’individuazione anche dei “momenti” rilevanti nei quali si manifestano in ogni attività. E’ stato effettuato un intervento formativo rivolto a tutto il personale tecnico ed amministrativo con materiale didattico autoprodotto nel quale è stata analizzata la normativa anticorruzione, il PTC ed il codice di comportamento con particolare riguardo alle fasi del procedimento amministrativo ed alla figura del pubblico funzionario. Altre azioni funzionali alla prevenzione della corruzione hanno riguardato l’incremento dell’utilizzo di comunicazioni e documenti elettronici, la gestione informatizzata delle procedure di concessione di vantaggi economici ed atti autorizzativi, l’espletamento di gare telematiche e di approvvigionamenti di beni e servizi con la piattaforma regionale START, il costante aggiornamento della sezione Amministrazione trasparente del sito istituzionale www. unionecomunicollinemetallifere.it, l’espletamento per l’acquisizione di un nuovo sistema informativo per l’Unione ed i Comuni membri, ecc. Si rinvia alla relazione del RPC pubblicata sul sito. La relazione del RPC è stata elaborata sul modello messo a disposizione da ANAC e regolarmente pubblicata sul sito nella sezione Amministrazione trasparente, sottosezione altri contenuti/corruzione. Nel 2016 le condizioni di operatività dell’Unione sono nettamente peggiorate a causa di due fattori determinati: 1 - il trasferimento di cospicue competenze in materia di forestazione prima esercitate dalle Province di Grosseto e di Livorno (in attuazione della LR n. 22/2015, come modificata con LR 30 ottobre 2015, n. 70), con un trasferimento di personale amministrativo e di risorse economiche del tutto inadeguato; 2 - un perdurante stallo decisionale in ordine al processo associazionistico di funzioni comunali che ha impedito di procedere ad una riorganizzazione strutturale complessiva degli apparati comunali e dell’Unione. 8
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 Le attività dell’anno si sono incentrate sulla ricerca di intese ed accordi con la Regione, i Consorzi di Bonifica e gli enti locali per il reperimento delle risorse economiche necessarie alla copertura della spesa da sostenere per gli oltre 70 operai forestali assegnati e sulla sistematizzazione contrattuale ed organizzativa del personale e delle attività relative alle funzioni regionali trasferite in materia di forestazione. Per dare un’idea dell’impatto si ritiene sia sufficiente l’esposizione di pochi dati riportati nel seguente prospetto: Territorio Personale Istanze amm.ve N. Superf. Istanze VI PAFR (ha) Op. Op. imp. Tecnici comuni (Kmq) media annua UCMCM 4 778,72 17.300 41 300 PR GR 12 2.095,62 - 6 2 2 300 PR LI 20 1.213,71 2.663 29 1 200 Tot. 36 4.088,05 19.963 76 2 3 800 Incremento % rispetto a situazione 800% 425% 15% 85% 167% UCMCM Rispetto alle tematiche che qui ci occupano più direttamente, il maggior carico di lavoro al quale si è dovuto far fronte ha reso difficoltosa una conduzione costante delle attività previste. Anche il controllo interno di regolarità amministrativa ha subito pesanti ritardi e non si è potuto dare corso alla valutazione del rischio specifico di determinati processi. Tuttavia, sono stati colti importanti obbiettivi. Uno particolarmente significativo in termini di integrità e trasparenza con il completo passaggio al digitale della produzione e acquisizione di tutta documentazione dell’Unione, salvo fisiologiche casistiche individuate con la deliberazione della Giunta esecutiva n. 68 del 5.08.2016. Un altro ha riguardato l’espletamento di tutte le procedure di acquisizione di beni e servizi, salvo rarissime eccezioni per lo più di modesto importo, mediante procedure digitali con l’utilizzo del MEPA o della piattaforma di negoziazione START della Regione Toscana. 1.5 L’aggiornamento 2017 Con la deliberazione della Giunta esecutiva n. 6 del 31.01.2017 è stato adottato il nuovo PTPCT 2017 – 2019 con un taglio più operativo rispetto ai precedenti e con 5 allegati: ALLEGATO 1 Mappatura del Rischio ALLEGATO 2 Tabella Livello Rischio AREE E PROCESSI ALLEGATO 3 Gestione del Rischio ALLEGATO 4 Mappa della Trasparenza 2017 ALLEGATO 5 - Procedura di segnalazione Gli allegati 1, 2 e 3 sono stati unificati in corso d’anno al fine di avere un quadro unitario della mappatura dei processi, del livello di rischio di ciascuno (calcolato utilizzando l’allegato 2), delle misure di contrasto già implementate e di quelle da attivare ritenute utili. Il risultato di questo lavoro viene allegato (Allegato 1) al presente documento e si ritiene che fornisca un quadro esauriente del processo complessivo posto in essere in questi anni di applicazione della normativa di prevenzione della corruzione. Peraltro per ogni processo è indicato il relativo responsabile (o il responsabile del procedimento o della singola fase nel caso di processi particolarmente complessi) e sono esplicitati, in rapporto alle nuove misure da attivare, gli obbiettivi da raggiungere nel periodo di programmazione. 9
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 Resta distinta, pur se compreso nella medesima cartella xls, la tabella di calcolo per la rilevazione del livello di rischio per una rivalutazione futura o per la valutazione di nuovi processi che dovessero essere attribuiti all’Unione. Gli allegati 4 e 5 sono stati rivisti in base alle esigenze di aggiornamento riscontrate e divengono gli allegati 2 e 3 al presente Piano. Nel 2017 il RPCT e alcune figure di supporto hanno partecipato ad un corso di formazione di due giornate in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza organizzato da Scuola di Formazione Enti Locali (SFEL) che è un organismo associativo tra enti locali della provincia di Grosseto al quale aderisce l’Unione. Un piccolo corso pratico per la valutazione del rischio è stato rivolto da RPCT ai RS nell’ultimo mese dell’anno, ma non ha riscontrato molta partecipazione. Nell’anno non si sono registrati fatti corruttivi e non sono pervenute segnalazioni in materia. RS non hanno segnalato comportamenti irregolari da parte dei propri dipendenti. Pur senza dare evidenza documentale RPCT ha effettuato un monitoraggio delle dichiarazioni di incompatibilità rispetto agli incarichi ricoperti nell’anno senza rilevare situazioni di conflitti di interesse. Il controllo successivo di regolarità amministrativa ha dato le risultanze di cui alla relazione inoltrata agli amministratori ed agli organi di controllo con nota prot. n. 442 del 12.01.2018. Il dato di maggior rilievo riguarda un contenuto ritardo nel tempo medio di espletamento dei procedimenti autorizzatori in materia forestale e per le attività produttive. Nel primo caso è giustificato dal forte incremento di competenze dal 2016 e, quindi, di pratiche a cui non ha fatto fronte un corrispondente aumento di risorse umane qualificate. Per il SUAP, invece, risulta che il ritardo è imputabile ad enti terzi mentre l’ufficio assolve in pochi giorni ai propri compiti. Altro aspetto che è emerso dal controllo interno e dal monitoraggio del rispetto degli obblighi di trasparenza è la forte difficoltà della struttura a far fronte a quelli relativi a contratti ed affidamenti (peraltro accresciuti con il nuovo codice di cui al decreto 50/2016) per inadeguatezza dei software di gestione. Sono allo studio soluzioni informatiche più adeguate. Con deliberazione del Consiglio n. 22 del 21 Settembre 2017 è stato adottato il nuovo regolamento per l’accesso civico e documentale ed è stato istituito il relativo registro ed adeguata la relativa pagina in Amministrazione Trasparente. Nel 2017 si sono registrate n. 2 richieste di accesso. 1.6 Il Contesto esterno dell’Unione Cosi come indicato nella determinazione ANAC n°12 del 28/10/2015, l’analisi del contesto esterno rappresenta la prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio, attraverso la quale ottenere informazioni necessarie a comprendere come il rischio di corruzione possa manifestarsi all’interno dell’amministrazione o dell’ente per via della specificità dell’ambiente in cui la stessa opera in termini di strutture territoriali e dinamiche sociali, economiche e culturali. L’Unione si trova ad operare in un contesto socio-economico con modeste problematiche criminali e dove non si hanno notizie di eventi corruttivi significativi. In particolare non si hanno notizie di procedure giudiziarie riferite a reati contro la pubblica amministrazione che coinvolgano amministratori o dipendenti e non risultano segnalazioni giornalistiche o di altri soggetti in tale campo. L’unico fatto eclatante risale al 2016 e riguarda l’ATO Toscana Sud, alla cui assemblea partecipano anche i Sindaci dei Comuni membri dell’Unione, che ha visto incriminati i propri vertici amministrativa per una turbativa d’asta per l’assegnazione dei servizi connessi al ciclo dei rifiuti ed il cui commissariamento è attualmente all’attenzione di ANAC. Partendo dalle analisi sviluppatesi nel tempo, sulla capacità di creare reddito e lavoro relativizzata rispetto alla popolazione, la provincia di Grosseto nel totale, si colloca al di sotto della media regionale e le Colline Metallifere sono al di sotto della media provinciale. A livello settoriale le differenze negative 10
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 aumentano molto per quanto riguarda l’industria e servizi privati, per i servizi pubblici e il settore delle costruzioni la differenza risulta essere minima, mentre per il comparto agricolo si assiste ad una inversione di tendenza, ovvero la provincia supera di gran lunga la regione. La provincia di Grosseto risulta essere storicamente una realtà distante dal modello di sviluppo tipico toscano, il motore di sviluppo trainante, l’intero sistema economico provinciale non è individuabile nel settore industriale rappresentato da sistemi diffusi di impresa, ma sono invece il settore primario e il terziario ad essere determinanti per l’economia provinciale. In passato le Colline Metallifere erano invece caratterizzate dal settore minerario ed industriale, ma dagli anni novanta del secolo scorso si sono allineate al resto della provincia. All'interno del sistema toscano, la provincia di Grosseto si caratterizza senz'altro come quella in cui l'agricoltura mantiene una funzione assolutamente prevalente tanto che questa ha un peso tre volte superiore a quello medio regionale al punto da divenire sede di Distretto rurale europeo. Altro settore in continuo sviluppo nel territorio provinciale è il turismo, con 5,9 milioni di presenze, soprattutto quello balneare/costiero che ha fatto segnare nel 2015, un incremento del 4,6% (fonte: “Rapporto sul turismo in Toscana. La congiuntura 2015” a cura di IRPET e Regione Toscana) 1.6.1 Attività criminale locale tratta dalla “Relazione sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata”, anno 2015, presentata dal Ministro dell’Interno e trasmessa alla Presidenza il 04.01.2017. Dalla “Relazione sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata”, anno 2015, presentata dal Ministro dell’Interno e trasmessa alla Presidenza il 04.01.2017 (in seguito anche Relazione delle forze di polizia 2015) emerge che l’elevata vocazione imprenditoriale e commerciale dei distretti toscani rappresenta uno dei fattori suscettibili di attirare le offensive espansionistiche e le “politiche criminali” delle storiche e strutturate aggregazioni di tipo mafioso, costantemente impegnate a ricercare ed implementare i più felici e remunerativi spazi e mercati. Tali attività consistono principalmente nel reimpiegare i capitali illecitamente accumulati, ricorrendo alla costituzione di attività imprenditoriali (in specie edili, anche con l’obiettivo di acquisire appalti pubblici), investendo in proprietà immobiliare, ovvero rilevando esercizi commerciali. In Toscana è stata rilevata, sulla base delle indagini svolte, la presenza di cellule collegate a sodalizi della Camorra e della ‘Ndrangheta, attivi nel settore del gioco d’azzardo e delle scommesse online. Inoltre, la Toscana si conferma luogo di latitanza e di stabile dimora per esponenti dei più qualificati sodalizi campani colpiti da provvedimenti restrittivi nel corso degli ultimi anni. Per quanto concerne Cosa Nostra è da ritenersi attuale l’operatività di propaggini riconducibili all’organizzazione mafiosa, legata all’arresto di soggetti contigui alla criminalità organizzata siciliana e domiciliati in Toscana. La presenza di elementi legati alla ‘Ndrangheta è riscontrata in pressoché tutte le province della regione distinguendosi nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, nelle estorsioni, nell’usura, nel settore del gioco online e nei video slot”. Non emergono invece criticità in ordine alla criminalità organizzata pugliese. Nella Regione la criminalità di matrice etnica si presenta con sodalizi delinquenziali qualificati che vantano consolidate connessioni transnazionali. I settori privilegiati di tale criminalità sono: il traffico di sostanze stupefacenti, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, l’immigrazione clandestina, il riciclaggio, la produzione e la vendita di prodotti con marchi contraffatti, i reati contro il patrimonio (in specie, i furti). In Toscana, nel corso del 2015, il numero complessivo dei delitti censiti è diminuito (-3,5%) rispetto al precedente anno. Le principali fattispecie delittuose appartengono ai reati predatori, ove viene evidenziata 11
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 una consolidata operatività degli stranieri nella commissione di furti ed una loro lieve prevalenza anche per la consumazione di rapine. I settori agricolo e turistico, che caratterizzano prevalentemente l’economia locale, vengono considerati dalla Relazione delle forza di polizia 2015 come settori suscettibili a rappresentare un elevato fattore attrattivo per eterogenee compagini delinquenziali. Sebbene nella provincia di Grosseto si registri la presenza, fissa o saltuaria, di soggetti legati alla criminalità organizzata (soggiorni obbligati, collaboratori di giustizia, ecc.), non si registra il radicamento di gruppi criminali tantomeno una ripartizione del territorio in zone d’influenza. Dalla suddetta Relazione delle forze di polizia 2015 emerge che il numero complessivo dei delitti censiti è diminuito rispetto all’anno precedente (-3,8%), anche se risultano numerose le segnalazioni riferite ai furti, anche se in calo rispetto all’anno precedente (-4,1%), con particolare riferimento a quelli in abitazione con destrezza - fattispecie criminosa che maggiormente incide sulla percezione della sicurezza tra la popolazione -, in esercizi commerciali e su auto in sosta. A questo si contrappone un’adeguata azione di contrasto delle Forze di Polizia, certificata dall’incremento del numero delle persone denunciate/arrestate (+3,7%) rispetto all’anno precedente. Nel 2015, le segnalazioni riferite a cittadini stranieri sono state 1.278, con un’incidenza del 38,3% sul numero totale delle persone denunciate/arrestate. Le violazioni che vedono il coinvolgimento maggiore di stranieri riguardano i tentati omicidi, le sostanze stupefacenti, le rapine in pubblica via, i furti in abitazione, gli stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile. 1.7 Il Contesto interno dell’Unione I Sindaci di Massa Marittima, di Monterotondo Marittimo, di Montieri hanno firmato, il 14 dicembre 2011 presso il Palazzo Comunale di Massa Marittima, l’atto costitutivo dell’Unione di Comuni montana Colline Metallifere. Il Presidente della Giunta Regionale Toscana, con decreto n. 56 del 9 febbraio 2012 ha stabilito l’estinzione della Comunità Montana Colline Metallifere allo spirare del 29 febbraio 2012. Dal 1° marzo 2012 l’Unione di Comuni Montana Colline Metallifere è subentrata nell'esercizio delle funzioni e nella gestione beni e dei rapporti attivi e passivi dell’estinta Comunità Montana. Le attività dell’Unione, puntualmente descritte nello statuto, sono sintetizzabili in due ambiti ben definiti, uno di origine comunale e l’altro di origine regionale; a questi si accompagnano generiche funzioni di salvaguardia e promozione del territorio montano e di miglioramento delle condizioni di vita della relativa popolazione sulla base dell’articolo 44 della Costituzione e della legislazione sulla montagna. Nella seguente tabella si riporta l’estensione e il numero di abitanti dei Comuni dell’Unione a fine 2017: Comuni dell’Unione Superficie totale Abitanti (ha) Massa Marittima 28.373 8.286 Monterotondo Marittimo 10.251 1.313 Montieri 10.834 1.171 TOTALE 49.458 11.429 12
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 Sulla base del ricordato decreto del Presidente della GRT e delle leggi regionali applicabili (in particolare LR n. 68/2011, LR n. 22/2015 e LR n. 39/2000), nonché dei relativi piani regionali (PRAF, PSR, ecc.) e di specifiche convenzioni (ad es. Gestione patrimonio agroforestale regionale per il Comune di Sassetta), l’Unione esercita le funzioni regionali conferite o delegate in un ambito territoriale ben più esteso e variegato rispetto al territorio dei Comuni membri. La gestione del patrimonio regionale agroforestale riguarda quello presente nei Comuni membri, per circa 11.000 ettari, quello ricadente in Comune di Gavorrano e Roccastrada per circa 3.000 ettari, nei Comuni di Suvereto, Piombino e Sassetta per altri 3.000 ettari, nonché quello di recente acquisizione nei Comuni di Livorno, Rosignano Marittimo e Collesalvetti per circa 2.200 ettari e sull’Isola d’Elba per quasi 1.000 ettari. Con la riorganizzazione deliberata a fine 2015 (delibera GE n. 82 del 23/12/2015) per dare avvio dall’inizio del 2016 alle innovazioni di competenze ed ai trasferimenti di personale disposti dalla Regione Toscana con la LR n.22/2015, come modificata da ultimo con la successiva n. 78 del 6 novembre 2017, la struttura organizzativa è stata articolata in Servizi di interesse comunale, in Servizi di interesse regionale e in Servizi generali di supporto, con il Segretariato generale che coordina la generalità delle attività e fornisce supporto a tutti i Servizi. La figura mostra la macro struttura dell’Unione in vigore al 1 gennaio 2018: Di fatto la riorganizzazione del 2015 aveva riguardato soltanto la sezione regionale, mentre era rimasta inalterata quella relativa alle materie di competenza comunale, nel corso del 2016 sono state aggiunte due strutture funzionali a latere, rette da responsabili comunali, per rendere più chiara l’organizzazione dell’Edilizia scolastica (DGE n. 56 del 24/06/2016) e quella della Centrale Unica di Committenza (DGE n. 57 del 24/06/2016), attribuendone la responsabilità, rispettivamente, ad una PO del Comune di Massa Marittima e ad una PO del Comune di Montieri. Nel 2017 la riorganizzazione è stata completata con l’aggiunta di una unità operativa per la gestione dei servizi informatici e telematici. Il Presidente ha provveduto ad attribuire le responsabilità dei Servizi con decreto n. 11 del 18.11.2017. 13
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 Le linee funzionali dell’Unione, da ultimo riviste con DGE n. 78/2017, attribuiscono ad ogni struttura precise competenze. Al Segretariato generale sono affidati molti compiti gestionali in tema di servizi informatici e tecnologie innovative, di autorità competente per le sanzioni in materia forestale e contenzioso amministrativo, di gestione documentale. Inoltre al Segretario generale sono affidate le sostituzioni, in caso di assenza o impedimento del titolare, di Responsabili di Servizi amministrativi, quali la Pubblica Istruzione associata, il Servizio Finanziario, il Servizio AA.GG e Statistica e il Servizio GARU. In particolare quest’ultimo Servizio ha il Responsabile esterno incaricato ai sensi dell’art. 110, comma 1, del decreto legislativo n. 267/2000. Questa concentrazione di competenze gestionali e sostitutive in capo al Segretario assieme alla responsabilità della prevenzione della corruzione e per la trasparenza reca oggettive condizioni di potenziali conflitti di interesse che dovrebbero essere rimossi da parte della Giunta esecutiva con opportuni atti organizzativi; infatti una parte non trascurabile della gestione è espletata direttamente dal soggetto che invece dovrebbe provvedere ad un controllo di secondo livello e, eventualmente, a sostituirsi al responsabile nel caso di ritardi procedimentali, inadempienze o rilevate illegittimità. Questa criticità organizzativa è stata rilevata anche nella Relazione sul controllo interno di regolarità amministrativa successiva; l’accorgimento organizzativo utilizzato è l’affidamento ad altri responsabili del controllo degli atti gestionali assunti direttamente dal Segretario. D’altra parte c’è anche da considerare che per l’attività di controllo e di prevenzione della corruzione non è prevista alcuna unità organizzativa specificatamente dedicata e, quindi, il Segretario si avvale, più o meno estemporaneamente, del supporto da parte di dipendenti del Segretariato o del Servizio AA.GG. e Statistica, anche individuando con propri atti organizzativi alcune figure alle quali demandare particolari compiti. In particolare, ci si riferisce alla gestione della trasparenza amministrativa e della sezione Amministrazione trasparente che è stata affidata al dott. Enrico Maestrini assieme alle attività di aggiornamento dei contenuti del sito istituzionale ed alla pubblicazione all’albo degli atti amministrativi. Si ricorda in questa sede la facoltà riconosciuta al Presidente dell’unione di comuni dalla legge 56/2014 (Del Rio) di individuare un unico RPCT per tutti gli enti associati, con una unica struttura di supporto e con la redazione di un unico PTPCT. 1.7.1 Le funzioni di derivazione regionale Come accennato in precedenza, l’ambito delle funzioni in materia di forestazione è stato ampliato a dismisura dal 1° gennaio 2016 ed all’Unione sono state affidate tali funzioni anche per i territori nei quali le esercitavano in precedenza le Province di Grosseto e di Livorno. Si tratta del già ricordato patrimonio regionale agroforestale, che aumenta di oltre 3.000 ettari, del Servizio antincendio boschivo e degli interventi pubblici forestali, con il quasi raddoppio dei dipendenti con contratto forestale, e del vincolo idrogeologico – forestale, con un forte aumento delle pratiche autorizzative per la gestione del bosco. Il 2016 è stato un anno di transizione che è stato utilizzato per prendere cognizione dei nuovi territori e del nuovo personale. L’intensità del carico di lavoro è cresciuta notevolmente, tanto per le strutture settoriali che per i servizi centrali dell’Unione, anche perché per questa ingente massa di lavoro sono state trasferite soltanto tre unità amministrative dislocate a Grosseto e a Portoferraio. Gli operai sono dislocati a Portoferraio, Livorno, Venturina in Comune di Campiglia Marittima e Albinia in Comune di Orbetello, località che si sono aggiunte a quelle già esistenti di Massa Marittima, Roccastrada e Sassetta. Nel 2017 sono state portate avanti numerose azioni di razionalizzazione, sia per la gestione del vincolo idrogeologico con l’acquisizione di un software GIS utile per l’istruttoria e la georeferenziazione degli interventi autorizzati, sia per la gestione degli operai forestali e dei relativi interventi (anche in questo caso è in via di implementazione per migliorare il controllo delle presenze e la registrazione degli interventi in amministrazione diretta). Con il 2018 si conta di intervenire con una razionalizzazione dei fornitori per beni necessari agli interventi in amministrazione diretta e per servizi di manutenzione del parco mezzi ed attrezzature in quanto vengono a scadenza diversi contratti stipulati nel 2015 e saranno rinnovati cercando di tenere conto della complessità dovuta alle numerose tipologie merceologiche e di servizio delle quali 14
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 abbisogna l’Unione e della necessità di approvvigionare sedi e di mantenere mezzi in luoghi molto distanti dalla sede centrale. Anche il controllo del personale decentrato è assai difficoltoso in considerazione della distanza dalla sede dell’Unione. Per verificare la presenza in servizio tutte le sedi sono state dotate di macchinette segnatempo ed ai dipendenti sono stati forniti tesserini magneti per la rilevazione dell’orario di lavoro. Sono state disposte misure organizzative (DGE n. 54 del 24/06/2016) ed è stato condotto un serrato confronto sindacale che ha portato alla stipula di un contratto aziendale unitario a dicembre 2016, in modo da superare le differenti applicazioni della normativa contrattuale esistenti con gli Enti di provenienza. Nel 2017 la nuova organizzazione è andata a regime con la ridefinizione dei capisquadra ed una loro maggiore responsabilizzazione sul controllo del personale e sulla conduzione degli interventi in amministrazione diretta. 1.7.2 Le funzioni di derivazione comunale Per conto dei propri Comuni l’Unione esercita una pluralità di funzioni associate, alcune delle quali riguardano anche funzioni proprie (informatica, personale, CUC, ecc.), altre sono di diretta derivazione comunale (SUAP, Pubblica istruzione, Polizia locale, Protezione civile, Contributi a privati per il superamento delle barriere architettoniche, Servizio statistico, catasto dei boschi percorsi dal fuoco, verde urbano, ecc.) Lo statuto dell’Unione entrato in vigore il 30 dicembre 2013 dispone l’esercizio da parte dell’ente delle seguenti funzioni comunali, con le limitazioni indicate: a) organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo (non ancora attivata); la parte della funzione, già esercita dall’Unione in convenzione con i Comuni, relativamente alla gestione delle risorse umane e affari del personale (reclutamento e concorsi, trattamento giuridico ed economico, relazioni sindacali, formazione), alla nomina dell’Organismo unico di valutazione ed alla relativa regolamentazione delle funzioni, è esercitata secondo le norme dello statuto dalla entrata in vigore delle modifiche statutarie; b) polizia municipale e amministrativa locale, dal 16 aprile 2012; c) istruzione pubblica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici, 16 aprile 2012, ed edilizia scolastica dal 1 gennaio 2013; d) attività di pianificazione di protezione civile e di partecipazione all’emergenza e coordinamento dei primi soccorsi in ambito comunale, già esercitata dall’Unione in convenzione con i Comuni, è esercitata secondo le norme dello statuto dal 1 gennaio 2013; e) Servizi informatici e Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, già esercitata dall’Unione in convenzione con i Comuni dal 17/10/2012, è esercitata secondo le norme dello statuto dalla entrata in vigore delle modifiche statutarie; f) Servizio statistico, già esercitata dall’Unione in convenzione con i Comuni, è esercitata secondo le norme dello statuto dalla entrata in vigore delle modifiche statutarie; g) Sviluppo economico, relativamente allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP), già esercitata dall’Unione in convenzione con i Comuni, è esercitata secondo le norme dello statuto dalla entrata in vigore delle modifiche statutarie; h) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, relativamente alla redazione del Catasto dei boschi percorsi dal fuoco e dei pascoli situati entro 50 metri dai boschi percorsi dal fuoco, già esercitata dall’Unione in convenzione con i Comuni, è esercitata secondo le norme dello statuto dalla entrata in vigore delle modifiche statutarie; i) per i soli Comuni di Monterotondo Marittimo e Montieri, l’organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale (non 15
UCMCM PTPCT 2018 – 2020 attivata in quanto attivata una gestione associata con la Regione Toscana in base a specifiche norme regionali); j) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente (non attivata); k) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovra comunale (non attivata); l) per i soli Comuni di Monterotondo Marittimo e Montieri, l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi (non attivata per norme regionali che prevedo ambiti diversi – ATO); m) per i soli Comuni di Monterotondo Marittimo e Montieri, la progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall'articolo 118, quarto comma, della Costituzione (non attivata per ambiti diversi previsti da specifiche norme regionali); i Procedimenti per la concessione dei contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche a soggetti privati, già esperiti dall’Unione in convenzione con i Comuni, dalla entrata in vigore delle modifiche statutarie sono affidati all’Unione dai tre Comuni per un esercizio unitario secondo le norme dello statuto. Considerato che l’effettivo avvio dell’esercizio da parte dell’Unione di diverse funzioni fondamentali comunali avrebbe dovuto avviarsi, in ottemperanza dell’obbligo stabilito per i Comuni di minore dimensione demografica, dalla data indicata dai commi 26 e seguenti dell’articolo 14 del DL n. 78/2010 e successive modificazioni e che tale termine risulta ad oggi da ultimo prorogato al 31 dicembre 2018, la scelta dei Sindaci fin dall’insediamento della nuova amministrazione, a giugno 2014, è stata di consolidare l’esercizio da parte dell’Unione delle funzioni già convenzionate ed in essere come indicate dall’articolo 6 dello statuto e sopra riepilogate. Pertanto, la non attivazione dell’esercizio associato di talune funzioni è da ricondurre alle continue proroghe dell’originaria scadenza e, per quanto riguarda i rifiuti ed il sociale, a successiva legislazione regionale che definisce ambiti diversi e modalità particolari di esercizio di tali funzioni. Attualmente, quindi, l’Unione esercita per tutti le funzioni fondamentali dei tre Comuni (come individuate dall’art. 14, comma 27 DL n. 78/2010) della Pubblica Istruzione ed Edilizia scolastica, della Polizia Locale, della Protezione civile e della Statistica. Inoltre le è affidato l’esercizio di parte di altre funzioni fondamentali indicate dalla norma citata ed altri servizi sia oggetto di pregresse convenzioni che di nuove. In particolare, sono esercitate in forma associata per tutti gli enti dell’Unione la gestione completa delle risorse umane, i Procedimenti per la concessione dei contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche a soggetti privati, il catasto dei boschi percorsi dal fuoco, i Servizi informatici e Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, lo Sportello unico per le attività produttive (SUAP) e la Centrale Unica di Committenza. Infine, è stata affidata all’Unione la gestione dello sviluppo economico e delle attività produttive da due Comuni su tre. Di fatto mancano all’appello, in tutto o in parte, le funzioni comunali relative all’assetto del territorio, agli uffici tecnici, alle funzioni generali di amministrazione e controllo relativamente ai servizi finanziari e tributari, agli affari generali, ai controlli interni ed alla trasparenza e prevenzione della corruzione. Questo modo di procedere a successive aggregazioni parziali di funzioni, quasi che ognuna fosse un comparto a sé stante, non appare molto ragionevole, specie per amministrazioni medio-piccole e con poco personale. L’esperienza più che decennale di associazione di servizi, iniziata con la ex comunità montana nei primi annui duemila, ha mostrato con evidenza che i vantaggi e le sinergie ottenibili con l’associazione non sono pienamente perseguibili senza un disegno strategico teso ad ottimizzare l’utilizzo di tutte le risorse umane disponibili e la semplificazione procedurale. Non considerare adeguatamente l’esigenza di una governance unitaria, soprattutto in materia di risorse umane, provoca un aumento della complessità che debbono gestire gli uffici associati, sia in termini di servizi differenziati per ogni associato, sia in termini di relazioni con gli amministratori e gli altri uffici comunali, riducendo le possibilità di specializzazione e di risparmio. Il fatto poi che nei Comuni, specie nei più piccoli, singoli dipendenti siano impiegati su più funzioni, sia dell’Unione che dei Comuni, complica assai l’organizzazione con un utilizzo parziale del 16
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