OSSERVATORIO I-COM SUI CONSUMATORI 2017 - LA SICUREZZA NELL'ERA DIGITALE La difesa dei dati alla prova di internet 24 ottobre 2017
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OSSERVATORIO I-COM SUI CONSUMATORI 2017 LA SICUREZZA NELL’ERA DIGITALE La difesa dei dati alla prova di internet 24 ottobre 2017
Sempre più utenti online ma ancora poco competenti Individui che hanno navigato in Internet negli ultimi 12 mesi 100 Nel 2016, il 71% degli italiani ha 90 83,5 utilizzato Internet almeno una 80 71,0 volta negli ultimi 12 mesi, un 70 60 dato in aumento di 14,2 p.p. In % 50 rispetto a 5 anni prima, ma che 40 30 resta tuttavia nettamente al di 20 sotto della media UE (83,5%) e 10 0 dei Paesi del Nord Europa, che Rep. Ceca Paesi Bassi Portogallo Lussemburgo Regno Unito Germania Belgio Slovacchia Grecia Ungheria Danimarca Austria Malta Lituania Svezia Estonia Polonia Croazia Italia Romania Bulgaria Finlandia Francia EU 28 Irlanda Spagna Latvia Slovenia Cipro presentano un dato molto prossimo alla totalità 2011 2016 Individui con competenze digitali di base o sopra la base (2016) 100 90 Purtroppo, solo il 43,7% degli 80 70 italiani mostra di avere 56,2 60 competenze digitali, meglio solo di In % 50 43,7 40 Cipro, Romania e Bulgaria, e ben al 30 di sotto del dato europeo (56,2%). 20 10 Anche in questo caso sono i Paesi 0 nordici a dominare la classifica Paesi Bassi Lussemburgo Portogallo Regno Unito Germania Belgio Slovacchia Grecia Danimarca Austria Estonia Croazia Rep, Ceca Spagna Lituania Ungheria Malta Polonia Irlanda Italia Romania Bulgaria Finlandia Svezia EU 28 Francia Slovenia Latvia Cipro 2 Fonte: Eurostat 2017
Sempre meno preoccupati dell’e‐commerce Individui che ordinano beni e servizi online Aumenta, nell’ultimo 90 quinquennio, la percentuale di 80 individui che acquista online: 70 nell’UE più di un cittadino su due 60 50 preferisce l’e‐commerce, un dato % 40 cresciuto di 13 p.p. rispetto al 30 2011. In Italia il dato cresce poco 20 10 di più (14 p.p.) ma resta basso nel 0 complesso (29% nel 2016), Rep. Ceca Paesi Bassi Francia Irlanda Portogallo Regno Unito Lussemburgo Germania Belgio Slovacchia Grecia Danimarca Austria Malta Ungheria Spagna Lituania Polonia Croazia Italia Bulgaria Romania Svezia Estonia UE 28 Finlandia Latvia Slovenia Cipro rendendo il nostro Paese ancora terzultimo tra i Paesi UE. 2011 2016 Individui che non hanno acquistato online per ragioni di sicurezza 35 30 L’Italia è uno dei Paesi dove la 25 preoccupazione sulla sicurezza come 20 ostacolo agli acquisti online è In % 15 diminuita, passando dal 24% al 17%, 10 la variazione negativa più consistente 5 a livello UE. 0 Paesi Bassi Portogallo Belgio Lussemburgo Grecia Germania Slovacchia Ungheria Lettonia Italia Austria Lituania Rep. Ceca Svezia Francia Spagna Malta Romania Danimarca Estonia Polonia Finlandia UE 28 Bulgaria Irlanda Croazia Slovenia Regno Unito Cipro 3 Fonte: Eurostat 2017 2010 2015
Più internet banking e transazioni cashless Secondo le stime del World Payments Report Numero di transazioni mondiali (in miliardi), per area geografica, 2015‐2020 2017, le transazioni cashless a livello globale 750 Transazioni senza contanti (miliardi) cresceranno dai 433 miliardi nel 2015 a più di 181,7 725 miliardi entro il 2020, ad un CAGR di circa 174,9 l’11%. 500 167,8 139,3 161,1 In particolare, l’area geografica in cui le 153,9 130,7 147,4 65,3 transazioni cashless cresceranno maggiormente 115,4 122,7 61,3 è l’Asia in via di sviluppo (31%). 250 101,5 108,1 53,3 57,3 211,5 49,3 159,1 La crescita in Europa è, invece, inferiore alla 45,3 92,8 120,6 55 70,7 media globale e pari al 6,5% 44,7 48,7 54,9 60,5 66,7 72,8 39,1 41,9 44,9 48,1 51,4 55,2 0 2015 2016 2017E 2018E 2019E 2020E America Latina CEMEA* Asia in via di sviluppo Asia sviluppata Europa (con Eurozona) Nord America Individui che usano l'internet banking *CEMEA = Central Europe, Middle East and Africa 60 49 Aumentano, in Italia, gli individui che utilizzano 46 50 40 42 44 l’internet banking per accedere alle proprie 40 36 ‐20 p.p. informazioni e operazioni bancarie, dal 20% del 2011 al 29% del 2016, ma si allarga la forbice in % 30 ‐16 p.p. 20 28 29 con la media UE che da ‐16 p.p. passa a ‐20 p.p. 26 20 21 22 nel quinquennio, risultando tra le ultime 10 posizioni, prima solo di Portogallo, Cipro, 0 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Grecia, Romania e Bulgaria. UE 28 Italia 4 Fonte: Eurostat 2017; World Payments Report 2017
Aumento di imprese con una finestra online Il processo di digitalizzazione interessa anche le imprese e le modalità con le quali esse si presentano sul mercato. Il 71,3% delle imprese italiane possiede un proprio sito web o una homepage, un dato inferiore di circa 6 p.p. rispetto alla media europea. In tutti i Paesi UE la tendenza è stata negli anni crescente: nel periodo considerato, la diffusione tra le imprese è aumentata, in alcuni Paesi anche in maniera significativa. In Italia, la crescita è stata pari a 8,7 p.p. Imprese munite di un sito web o una homepage 100 90 80 70 60 In % 50 40 30 20 10 0 2011 2016 5 Fonte: Eurostat 2017
Sempre più dati online Relativamente all’esposizione degli utenti a potenziali abusi e violazioni di dati, esemplificativo è il dato Eurostat che riporta un sostanziale aumento di utenti che utilizzano gli strumenti di archiviazione online per salvare dati personali. La propensione ad impiegare la rete come strumento di archiviazione prende, infatti, sempre più piede: In Italia, la percentuale di individui che adopera Internet a tal fine è cresciuta, nel periodo 2014‐2016, di 3,6 p.p., passando dal 26,6% al 29,2%, leggermente meno che in media nell’UE (31,5% nel 2016) Utenti internet che utilizzano lo spazio internet per salvare file (ultimo trimestre) 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 2014 2016 6 Fonte: Eurostat 2017
Cybersecurity: un problema sempre più stringente Gli attacchi informatici continuano a crescere nel corso del tempo e il 2017 punta ad essere un anno molto delicato per la cybersecurity. Prendendo in considerazione i dati del Rapporto Clusit 2017 (che si basa su un campione complessivo di 5.738 attacchi noti di particolare gravità), si nota che dal 2011 al 2016, il numero di attacchi a livello globale, nei settori analizzati, è aumentato del 95%, passando da 469 a 913 casi. In particolare, nel settore «Servizi online/Cloud» il numero di attacchi nel 2016 è stato 12 volte quello registratosi nel 2011. La «Sanità» è stato il secondo settore per aumento (+630%), seguito dal settore «Banche/Finance» (+518%). Numero di attacchi informatici, per settore 700 1400% 500 1000% 300 600% 100 200% ‐100 ‐200% 2011 2016 Var. % (asse dx) * Il dato 2011 per il settore GDO/retail non è disponibile 7 Fonte: Clusit 2017
Gli attacchi cyber Distribuzione delle minacce informatiche (2016) Secondo i dati Clusit, nel 2016 a livello 5% 8% globale, il 72% degli attacchi informatici ha riguardato i cybercrime, con la restante fetta 15% suddivisa tra hackeraggi (15%), spionaggio e sabotaggio (8%) e guerra cibernetica (5%). 72% Cyber crimini Hackeraggio Spion./Sabot. Guerra cyber Il cybercrime registra, nel quinquennio 2011‐ Distribuzione attacchi per finalità nel quinquennio 2016, un aumento del 342%, passando da 170 800 400% a 751 e attestandosi come il più frequente 700 342% 350% 600 300% degli attacchi. Lo spionaggio e il sabotaggio 283% 257% 500 250% crescono del 283%, seguiti dalla guerra 400 200% cibernetica (+257%) e dagli attacchi hacker 300 150% (+41%). Complessivamente gli attacchi 200 100% informatici nel 2016 raggiungono quota 1050, 100 41% 50% in crescita pari del 227% rispetto al 2011. 0 Cyber crimini Hackeraggio Spion./Sabot. Guerra cyber 0% 2011 2016 var.% 8 Fonte: Clusit 2017
Le esperienze di violazione Utenti internet (16‐74 anni) con esperienza diretta di violazione dei dati personali L’Italia è il secondo Paese all’interno dell’UE per numero 10 di violazioni subite (il 6% di coloro che utilizzano Internet), quasi il doppio della media europea. 8 L’incidenza di attacchi è tuttavia diminuita (seppur di % utenti internet 6 poco) nel nostro Paese (‐0,5 p.p.), così come in altri Paesi. 4 Più bassa la quota di individui che hanno subito perdite economiche per frodi informatiche (2,1%), in contrazione 2 rispetto al 2010 (‐1,8 p.p.), a dispetto di Paesi quali 0 Belgio, Lussemburgo, Danimarca e Svezia, dove la Slovacchia Rep. Ceca Romania Danimarca Paesi Bassi Francia Irlanda Lussemburgo Portogallo Regno Unito Belgio Germania Grecia Cipro Malta Italia Spagna Bulgaria Ungheria Austria EU 28 Croazia Lituania Svezia Polonia Estonia Finlandia Slovenia Latvia problematica è diventata più diffusa. Dai dati dell’Osservatorio Crif 2017, risulta che le fasce d’età più colpite sono quelle comprese tra i 31 e i 40 anni 2010 2015 e quella tra i 41 e i 50 anni, che complessivamente Utenti internet che hanno subito perdita economica per frodi spiegano esattamente metà delle frodi esaminate 12 informatiche nell’osservatorio. 10 Vittime per fasce d'età (2016) 8 In % 6 over 60 18‐30 14% 17% 4 2 51‐60 0 19% 31‐40 Rep. Ceca Paesi Bassi Belgio Lussemburgo Regno Unito Portogallo Germania Grecia Slovacchia Danimarca Spagna Malta Austria Ungheria Lituania Svezia Francia UE 28 Irlanda Italia Romania Bulgaria Polonia Croazia Estonia Finlandia Slovenia Latvia Cipro 23% 41‐50 27% 2010 2015 9 Fonte: Eurostat 2017; Osservatorio Crif 2017
Cybersecurity: la duplice risposta delle imprese Sale il livello di allerta tra le imprese che, Imprese con una formale politica di sicurezza sull'ICT nel quinquennio 2010‐2015, rispondono, 60 in numero crescente, con formali 50 politiche di sicurezza sull’ICT. 40 Tra le imprese italiane appare 30 particolarmente sentito il problema: al 2015, il 42,9% di esse (22,4% nel 2010) 20 risultava aver formalizzato, all’interno 10 della sua azienda, un politica di sicurezza 0 informatica, un dato nettamente Rep. Ceca Portogallo Italia Grecia Germania Croazia Malta Cipro Spagna Belgio Francia Bulgaria Estonia Lituania Svezia Danimarca Finlandia Paesi Bassi Ungheria Irlanda Regno Unito UE 28 Lussemburgo Austria Romania Latvia Polonia Slovacchia Slovenia superiore alla media europea (31,6%), ma tuttavia ancora basso se si considera la portata del fenomeno. 2010 2015 Crescita del settore sicurezza 5.609 6.000 Secondo una survey Vodafone, il 93% delle 5.000 imprese, a livello globale, riconosce 4.000 l’importanza della cybersecurity. Non a caso, 3504 stando ai dati UnionCamere, il settore UNITA' 3.000 sicurezza, dal 2011 a metà 2017, è cresciuto in 2.000 termini sia di numero di imprese (+37%) che di 1.000 505 691 numero di operatori (+60%). Tuttavia, secondo la survey Vodafone, solo il 41% delle imprese 0 Imprese che si occupano di sicurezza Operatori impegnati nel settore sicurezza esaminate sa a chi rivolgersi. 2011 metà 2017 10 Fonte: Eurostat 2017; UnionCamere e InfoCamere 2017
La roadmap della Commissione UE Proposta di regolamento sulla cibersicurezza ENISA Relativo all’ENISA, che abroga il Reg. UE n.526/2013, e Scadenza mandato: relativo alla certificazione della cibersicurezza per le 2020 (durata 7 anni) tecnologie dell’informazione e della comunicazione Reg. (UE) n. 526/2013 Presentata il 13.9.2017 dalla Commissione UE durante lo Stato dell’Unione 2017 Creazione Agenzia UE su Cybersecurity Potenziamento del budget e personale Attribuendo all’ENISA più poteri e funzioni, con Aumentare lo staff di ENISA da 84 a 125 unità, un mandato permanente ponendola al centro del con contestuale aumento del budget da € 11 processo di rafforzamento dei sistemi di milioni a € 23 milioni in 5 anni (€ 5 milioni per sicurezza, grazie anche a simulazioni di attacchi il 1° anno e progressivo raggiungimento informatici e al miglioramento della spalmato in 4 anni). collaborazione e del coordinamento tra gli Stati membri. Supporto a sviluppo e implementazione Supporto alle conoscenze e all’informazione politiche di sicurezza Rafforzare il lavoro della Commissione UE e Diffondere informazioni utili in tempi brevi degli Stati membri nello sviluppo, per consentire alle Istituzioni, alle imprese e ai implementazione e revisione generale delle cittadini di essere aggiornati e preparati politiche sulla cybersecurity, soprattutto riguardo gli sviluppi della cybersecurity e i riguardo i settori strategici indentificati dalla rischi che, di volta in volta, si presentano a Direttiva NIS (energia, trasporti e finanza). riguardo. Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission 11
La roadmap della Commissione UE Cooperazione operativa Ruolo chiave nella certificazione di e gestione delle crisi cybersecurity Supportare e contribuire alla cooperazione, a Monitorare e analizzare le tendenze di mercato livello europeo, all’interno della rete del CSIRTs pertinenti alla sicurezza informatica per (Computer Security Incident Response Teams) migliorare l’incontro domanda/offerta, e fornire assistenza agli Stati membri nel sostenendo politiche UE riguardo normazione fronteggiare gli incidenti di tipo informatico. e certificazione della cybersecurity ICT. Un unico processo di sviluppo dei sistemi di certificazione Gruppo europeo per la I sistemi europei di certificazione saranno Certificazione certificazione preparati dall’ENISA, con la collaborazione del composto dalle autorità nazionali di UE Gruppo europeo per la certificazione e, controllo degli Stati UE. Cybersecurity Compito: affiancare Commissione successivamente, adottati con atti esecutivi dalla ed ENISA nella certificazione Commissione UE Più chiarezza e fiducia sui prodotti Agevolazione per le imprese Un sistema unico di certificazione di Creazione di uno sportello unico, valido su tutto cybersecurity, a livello europeo, che offra uguali il territorio UE, presso cui le imprese ICT standard di sicurezza in tutti i Paesi Membri potranno rivolgersi per certificare i propri dell’UE per una maggior chiarezza e fiducia tra prodotti da immettere sul mercato, con costi certi produttori ICT, rivenditori e consumatori. e non troppo onerosi. 12 Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission
La roadmap della Commissione UE Organismi di valutazione costantemente monitorati Un passo in avanti per tutti Le imprese, dovranno presentare domanda di Un sistema unico di certificazione offre maggior certificazione ad organismi di valutazione affidabilità dei prodotti con grandi vantaggi sia accreditati da un apposito organismo di per le imprese produttrici che per i consumatori. accreditamento. L’accredito ha durata massima Le imprese non dovranno più adottare di 5 anni, rinnovabile solo dopo una nuova certificazioni differenti per accedere a valutazione di conformità dei requisiti previsti. determinati mercati. I consumatori non avranno davanti una jungla di certificati che rende poco chiaro il livello di sicurezza dei prodotti, incentivando gli stessi ad acquistare con maggior sicurezza e tranquillità. Attuali certificazioni in UE • SOG‐IS MRA (adottata da 12 Stati Membri più la Norvegia): profili di protezione su numero limitato di prodotti, quali firma digitale, tachigrafo digitale e smart card • CPA (Commercial Product Assurance, UK): applicato su prodotti in vendita, certifica le buone pratiche di produzione in rispetto di standard di sicurezza, normalmente non riconosciuto da altri Paesi • CSPN (Certification de Sécurité de Premier Niveau, Francia) simile al CPA, anch’esso normalmente non riconosciuto oltre i confini nazionali 13 Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission
La roadmap della Commissione UE Efficace risposta di diritto penale Lotta alle frodi informatiche Intensificare le misure d'individuazione, La proposta mira a contrastare duramente le tracciabilità e perseguimento dei pratiche di frodi e falsificazioni dei metodi di cibercriminali. pagamento cashless, ponendo queste La Commissione intende adeguare le fattispecie di reato alla stregua di quelle normative penali degli Stati membri per contro i mezzi d’informazione. adeguare le pene alla gravità dei reati informatici. Rafforzamento delle pene Maggior tutela delle vittime Adeguare le leggi penali con comuni livelli minimi di pena (dai 2 ai 5 anni, a seconda La proposta mira ad assicurare che le vittime della tipologia e gravità del reato), di ciberattacchi possano accedere a tutte le rafforzando il ruolo delle autorità preposte al informazioni necessarie, soprattutto riguardo controllo e al contrasto di tali comportamenti l’assistenza e il supporto, puntando ad criminosi. incentivare gli stessi a segnalare i ciberattacchi. Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission 14
Questioni chiave L’innovazione tecnologica corre sempre più velocemente ma su un binario differente rispetto all’innovazione sociale. Quanto può influire nell’accelerazione di quest’ultima l’avvento delle nuove tecnologie? Da strumenti sofisticati, per addetti ai lavori, la presenza di smartphone ha rivoluzionato il nostro modo di compiere operazioni quotidiane, come accedere al nostro conto in banca o leggere le notizie. Può la sempre più ampia diffusione delle tecnologie semplificare l’accesso degli individui a servizi fino ad ora troppo costosi, abbattendo barriere spazio‐temporali oltre che economiche? (Es. accesso a cure a distanza, esami specialistici senza spostarsi dalla propria abitazione e a costi ridotti?) Se sì, in che modo e quanto inciderà sulla qualità della vita e quanto sull’esposizione a rischi di violazione della privacy? Da un lato si teme per la propria privacy, sull’accesso indesiderato di terzi a informazioni personali ma, dall’altro, aumentano coloro che utilizzano Internet come strumento di archiviazione di foto e dati personali. Qual è il modo con cui rassicurare gli utenti riguardo l’inviolabilità dei propri dati sia da parte di terzi che da parte dei gestori dei servizi stessi? Quanto sono realmente esposti gli individui verso possibili attacchi e come comprenderne, autonomamente, l’esposizione, cercando di attuare delle basilari best practice? Quali politiche mettere in campo per incentivare le imprese ad innalzare i propri livelli di sicurezza? La cybersecurity viene spesso associata a determinate tecniche di sicurezza, sinonimo di costante monitoraggio e di criptaggio di dati. Quanto tempo ancora la cybersecurity verrà considerata esclusivamente un problema tecnico‐pratico piuttosto che anche un problema culturale? Non è dall’educazione del cittadino ai rischi che bisogna partire? Se sì, come procedere?
Questioni chiave Una risposta a livello europeo apre la strada ad una collaborazione tra gli Stati ma si continua a porre alla base un discorso territoriale, fatto comunque di confini fisici, mentre Internet, al contrario, è borderless. Quanto potrà essere realmente efficace una politica europea di contrasto ai cyber crimini? Una risposta globale sarà possibile? Se sì, tra quanto e in che modo strutturarla? Piani strategici su diversi livelli istituzionali puntano a migliorare i sistemi di sicurezza ma l’uomo rimane elemento centrale per il controllo e il contrasto degli attacchi informatici. Ci sarà un piano strategico anche sul versante della formazione? Se sì, di che tipo e a che livello? Maggior sicurezza implica maggior monitoraggio dei diversi soggetti esposti, dalle imprese ai singoli individui. La corsa verso una maggior sicurezza potrebbe implicare una riduzione della privacy dei soggetti monitorati? In caso di esito positivo, in che modo individuare il punto di equilibrio?
Grazie! Piazza dei Santi Apostoli 66 00187 Roma tel. +39 06 4740746 fax +39 06 4746549 Rond Point Schuman 6 1040 Bruxelles tel. + 32 (0) 22347882 info@i-com.it www.i-com.it
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