OSPEDALI SENZA FUMO Una proposta operativa per lavorare in rete - a cura del gruppo di studio regionale
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OSPEDALI SENZA FUMO Una proposta operativa per lavorare in rete a cura del gruppo di studio regionale sottogruppo “Ospedali e ASL senza fumo”
Introduzione Il sottogruppo regionale, nel definire le proprie scelte operative, ha identificato come priorità l’elaborazione di un modello di progetto, così ampio da ricomprendere e valorizzare le esperienze già in atto, ma anche così definito da essere una guida concreta ed un supporto operativo a chi è ancora in fase interlocutoria. Obiettivo era un progetto esportabile, riproponibile nelle varie realtà territoriali sia ospedaliere che di ASL, definito in tutte le sue fasi (obiettivi, metodologie, strumenti, valutazioni), ponendo così le basi indispensabili per un network sul territorio lombardo e offrendo la possibilità di un lavoro di benchmarking fra le varie strutture coinvolte. Al fine di ottimizzare il lavoro e le competenze di tutti, il gruppo si è diviso in più sottogruppi, composti da due o tre operatori, con il compito di approfondire le varie fasi progettuali, condivise poi con tutto il gruppo ed integrate in un unico progetto. Ne è risultato questo progetto che vuole solo essere una prima proposta di lavoro in rete: contributi, critiche e note da parte di tutti gli operatori sanitari saranno un punto di partenza insostituibile per successivi aggiornamenti. Il progetto si articola in: ¾ Cenni di epidemiologia su uso di tabacco e personale sanitario ¾ Obiettivi (di salute, generali e specifici) ¾ Le azioni possibili ¾ La formazione: alcune proposte ¾ Gli strumenti: la cartellonistica ¾ La verifica dei risultati e la valutazione 2
CENNI DI EPIDEMIOLOGIA SU USO DI TABACCO E PERSONALE SANITARIO a cura di: Roberto Bardelli (ASL Varese) Riccardo Bertoletti (AO Morelli di Sondalo) INTRODUZIONE Per tabagismo si intende l’assunzione costante e prolungata di tabacco, prevalentemente come tabacco da fumo. La complessità e la gravità dei quadri clinici che fanno seguito all’esposizione protratta ai prodotti del fumo di tabacco sono proporzionali alla quantità assunta manifestandosi a dosi già relativamente modeste. Il fumo di sigaretta contiene infatti un elevato numero di sostanze tossiche (Nicotina, Acido Cianidrico, Monossido di Carbonio, etc), irritanti (Fenoli, Formaldeide, Ammoniaca, etc) e cancerogene (Benzopirene, Arsenico, Idrazine, etc). Inoltre l’OMS definisce il tabacco come una sostanza psicoattiva il cui uso può causare disturbi mentali e comportamentali, oltre che fisici. E' infatti da ricordare ad esempio che: • la nicotina induce dipendenza fisica e psicologica; agisce sul sistema nervoso centrale e autonomo in modo bifasico (stimolazione - inibizione) e sul sistema cardiovascolare con effetti simpaticomimetici; interferisce inoltre nel metabolismo dei lipidi e nel meccanismo di formazione del trombo piastrinico; il contenuto medio per sigaretta varia da 0,17 a 3,1 mg. (Dose Minima Letale nell’uomo: 40-60 mg.); • il monossido di carbonio è un gas asfissiante derivato dalla combustione incompleta del tabacco; ammonta al 3,2% della parte gassosa del fumo e si fissa sui globuli rossi molto più facilmente dell’ossigeno, essendo la sua affinità per l’emoglobina 210 volte superiore a quella dell’ossigeno. La sua pericolosità è connessa con la sua capacità di legarsi stabilmente all’emoglobina impedendo l’ossigenazione dei tessuti, compresi quelli della parete dei vasi, con conseguente ipossia cellulare. L'uso di tabacco costituisce un grosso problema di sanità pubblica, per cui esistono notevoli certezze epidemiologiche, ma non altrettante comprovate misure di controllo: fino a qualche tempo fa era un classico esempio del trionfo dell’epidemiologia e della sconfitta della prevenzione. Ora invece la lotta al tabagismo e la prevenzione delle patologie croniche da fumo sono diventati nelle società industrializzate uno dei cardini delle politiche di economia sanitaria, nel più ampio contesto di una applicazione costante nel tempo del concetto di benessere fisico della persona. Infatti, lo scopo costante di fondo di una corretta politica sanitaria è permettere a ciascuno di realizzare pienamente il proprio potenziale di salute con la doppia modalità di promuovere e proteggere la salute degli individui per tutto il corso della loro vita e ridurre l’incidenza delle maggiori patologie croniche tra le quali, appunto, quelle derivanti dal tabagismo. Il personale sanitario, nel porsi come modello ed esempio di stili di comportamento e di vita sani e positivi, occupa un ruolo prioritario rispetto alle altre componenti del tessuto sociale: infatti, incontrando le persone in vari momenti della vita nei quali il loro bisogno di salute è prioritario, può dare risposte adeguate, sia di tipo terapeutico che di tipo preventivo, su un substrato più ricettivo e sensibile ad un discorso di educazione alla 3
salute. Pertanto può diventare un fondamentale veicolo di traino nella lotta al tabagismo: ne consegue che un esempio negativo è latore di un’immagine negativa verso la popolazione, diventando un serio ostacolo in proposito. LA DIFFUSIONE DEL TABAGISMO In Italia si registra un calo della prevalenza dei fumatori che va dal 45,6% nel 1983 al 32,4% nel 1999 nei maschi, dal 17,7% al 17,1% nelle femmine e dal 31,1% al 24,5% nella popolazione totale al di sopra dei 14 anni (dati ISTAT); attualmente si stimano in circa 13,5 milioni i fumatori e in circa 30 mila miliardi l’anno i costi sociali per malattie fumo-correlate. Il calo di prevalenza si determina, dunque, a carico dei maschi, mentre nelle femmine il fenomeno è relativamente stabile. Nei giovanissimi, tuttavia, aumentano le abitudine tabagiche: tra i 15 e i 24 anni, nel 1993 e 1996, fumavano rispettivamente il 20,3% e il 22,9% (dato fornito da sito WEB dello IEO). LA MORTALITÀ' GENERALE LEGATA AL FUMO DI TABACCO Il carico di sofferenze mondiali legate all’uso di tabacco, stimato dall’OMS, prevede che si passerà da 4 milioni di morti nel 1998 a oltre 8 milioni nel 2020, e gli anni di vita trascorsi da disabili passeranno nello stesso periodo da 36 a oltre 123 milioni. La mortalità generale in Italia è decresciuta dal 1970 in poi, sia nei maschi sia nelle femmine. Quella per tumore del polmone è invece cresciuta fino agli inizi degli anni ’90 nei maschi, poi si è assestata decrescendo debolmente. Per le femmine, si registra fino al 1994 una costante, anche se lieve, crescita. Una stima fatta in Lombardia nel biennio 1988-89 indicava in circa 31.000 i morti attribuibili al fumo. Si considerano dovuti al fumo l’85% dei decessi per carcinoma polmonare, il 15% per tutti gli altri tumori, il 75% per bronchite cronica ed enfisema, il 30% per cardiopatia ischemica e disturbi circolatori dell’encefalo. L’incidenza del cancro del polmone stimata nel 1991 in Italia (tassi standardizzati sulla popolazione mondiale) indica che le regioni più colpite sono: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli (dati derivanti dai Registri Tumori Italiani). OPERATORI SANITARI Una recente (1998) ricerca effettuata dall’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) ha studiato il comportamento degli operatori sanitari italiani nei confronti del fumo. Vi hanno partecipato 9843 operatori di 58 ospedali distribuiti, abbastanza omogeneamente, su tutto il territorio nazionale. Un terzo degli operatori (33.3%) risulta essere fumatore, i non fumatori appaiono essere lievemente prevalenti (37.5%) rispetto agli ex fumatori (29.2%). Il fumo attivo è maggiore tra le donne (34.9%) rispetto agli uomini (30.8%), dove invece è prevalente la quota di ex fumatori. Differenze nella distribuzione della prevalenza di fumo si osservano anche per età: globalmente, al di sotto dei 40 anni si osserva la maggior quota di mai fumatori (41% del globale rispetto al 34% che si osserva al di sopra dei 40 anni) ed una minor quota di ex fumatori (23% rispetto a 36%). Le differenze tra i sessi osservate nel campione totale assumono un diverso andamento se osservate all'interno delle due classi d'età: la maggiore quota di fumo attivo tra le femmine è più evidente nella classe più giovane, mentre nella stessa classe i non fumatori sono ugualmente distribuiti nei due sessi; è 4
inoltre da segnalare l’elevata quota di ex fumatori (42%) nei soggetti maschi, maggiori di 40 anni. L’analisi della prevalenza di abitudine al fumo per categorie di operatori sanitari mostra che: la prevalenza di fumo corrente appare maggiore tra il personale ausiliario (38%), seguita da quello infermieristico (36%) e tecnico-amministrativo (32%), mentre tra i medici la prevalenza è più bassa (25%). Tra questi ultimi è, per converso, più elevata sia la quota di mai fumatori (39%) sia quella di ex fumatori (36%). Anche in questo caso sono evidenti diversi comportamenti tra maschi e femmine: tra i medici e gli amministrativi fumano di più le donne, mentre il contrario accade tra le altre categorie di operatori; gli ex fumatori sono invece sempre maggiormente rappresentati tra i maschi ed i mai fumatori tra le donne. Il numero medio di sigarette fumate è risultato globalmente di 13.9 (DS 8.9) al giorno. L'età di inizio è risultata essere di 18.1 anni (DS 4). I fumatori fumano anche in ospedale nell'82% dei casi; il 57% vuole smettere e il 60.1% dei soggetti pensa di riuscirci; il 67% è riuscito a smettere di fumare, per almeno 15 giorni, una o più volte nel corso della propria vita. ATTEGGIAMENTO VERSO IL FUMO Più del 30% degli operatori ritiene che il fumo non sia la principale causa prevenibile di morte nei Paesi industrializzati; il 51% degli operatori ritiene il fumo meno dannoso dell’inquinamento atmosferico e quasi la metà del campione di operatori ritiene che lo stile di vita del personale sanitario non sia modello di comportamento per i pazienti, per cui gli operatori sanitari non prendono l’iniziativa di consigliare di rinunciare al fumo di tabacco e l’intervento preventivo rimane così limitato a precise richieste dei pazienti, soprattutto se costoro presentano dei sintomi patologici, anche iniziali e, mediamente, solo il 30% degli operatori sanitari si fa parte attiva nella lotta al tabagismo. Per contro quasi la totalità (92%) dichiara l’esposizione al fumo passivo dannosa per la salute ed è favorevole al divieto di fumo in ospedale (83%). Si osserva una associazione tra la distribuzione delle risposte e l’abitudine al fumo: i fumatori sottostimano i danni del fumo, rispetto, nell'ordine agli ex fumatori ed ai mai fumatori (meno del 50% dei fumatori fornisce risposte positive alle domande sopraelencate, solo il 23% di loro ritiene il fumo più dannoso dell’inquinamento atmosferico). Si è anche notato che una buona quota, quasi il 35%, del personale sanitario, o è agnostico in materia oppure ha scarsa informazione in merito, ma è ben disposto ad accrescere le proprie conoscenze in materia di danni da tabagismo e di lotta al medesimo. L’andamento delle risposte per categorie lavorative dimostra che una maggiore quota di medici, rispetto alle altre tre categorie considerate, attribuisce al fumo di sigaretta il ruolo di causa prevenibile di morte (71% medici, 59% infermieri, 56% ausiliari, 54% tecnici ed amministrativi); una differenza si osserva anche per la domanda relativa agli effetti del fumo rispetto a quelli dell’inquinamento atmosferico (medici 53%, infermieri 35%, ausiliari 34%, altri 33%) o all’importanza dello stile di vita come esempio per i pazienti (medici 58%, infermieri 46%, ausiliari 50%, altri 47%). Anche all’interno delle diverse posizioni professionali si dimostra un'associazione significativa tra abitudine al fumo e tipo di risposta ed anche in questo caso gli effetti del fumo da parte dei fumatori sono sottostimati rispetto agli ex fumatori ed ai fumatori. 5
LA PREVENZIONE Pur essendo vero che gli operatori sanitari ospedalieri possono svolgere un ruolo determinante nella lotta al tabagismo, è tuttavia evidente che i Medici di Medicina Generale, principale legame tra la popolazione e il sistema dei servizi sanitari, si trovano in una posizione privilegiata per condurre interventi di prevenzione. Possono infatti raggiungere tutta la popolazione assistita con messaggi personalizzati e possono fornire un supporto continuato nel tempo al fumatore tramite raccomandazioni utili per disassuefarsi, anche utilizzando metodi aggiuntivi, ma di fondamentale importanza come il tipo di relazione che il medico riesce ad instaurare tramite la capacità di ascolto, la "presenza" e l’"attenzione" dimostrate, con una attiva assunzione di responsabilità nei confronti del paziente fumatore. Un medico che intende ostacolare l’uso di tabacco deve, pertanto, conoscere: • il numero dei pazienti fumatori; • il numero dei pazienti fumatori disposti a smettere; • il numero dei pazienti fumatori che iniziano un trattamento di disassuefazione; • il numero dei pazienti fumatori che smettono di fumare. E’ importante ricordare che gli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 sono: • riduzione della prevalenza di fumatori adulti (meno del 20% nei maschi, meno del 10% nelle femmine); • notevole riduzione, vicino allo zero, delle donne che fumano in gravidanza; • riduzione della prevalenza dei fumatori tra gli adolescenti. In una recente metanalisi americana su 243 studi riguardanti l’efficacia di interventi per la lotta contro il fumo, sono risultati fortemente raccomandati gli interventi di limitazione e proibizione del fumo in luoghi pubblici e di lavoro, ivi comprese le strutture sanitarie (per ridurre l’esposizione ambientale al fumo), le campagne educative dei mass media, gli interventi e i programmi multifattoriali che includano il supporto telefonico e i sistemi di continui richiami al problema, l’educazione degli operatori sanitari con o senza educazione sanitaria al paziente (per aumentare la cessazione del fumo nel sistema sanitario). CONCLUSIONI Gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali italiani (ma le conclusioni sono estendibili a tutto il personale sanitario, anche extraospedaliero): - fumano più della popolazione generale (33.3% contro 24.2%), in particolare più le femmine e meno i maschi - tra i maschi, come nella popolazione generale, all’aumentare del grado di istruzione diminuisce la percentuale di fumatori; ciò non si verifica tra le femmine - hanno conoscenze sul fumo paragonabili (a volte peggiori) a quelle dei loro stessi pazienti - la prevalenza di fumo dipende più dall’influenza della coorte d’età che dall’istruzione sanitaria ricevuta - disattendono ampiamente loro stessi il divieto di fumo in ospedale - sono consci dei danni da fumo passivo - in notevole percentuale desidererebbero smettere di fumare E’ quindi necessaria un’ampia azione specifica sugli operatori sanitari sia di informazione e di istruzione sui danni da fumo, sia sulle regole comportamentali e sulle normative da rispettare e da far rispettare, sia sulle metodologie di disassuefazione dal fumo e sulla loro messa in opera. 6
GLI OBIETTIVI a cura di: Marina Palestra (ASL Pavia) Tiziana Stella (AO Maggiore di Crema) OBIETTIVI DI SALUTE ¾ favorire negli ospedali un ruolo di promotori della salute, all’interno di una adeguata politica aziendale, affinché si pongano come modello di riferimento ¾ promuovere la salute attraverso il rinforzo di stili di vita sani all’interno degli ospedali ¾ accrescere la cultura della salute negli operatori ospedalieri, nei pazienti e in tutta la comunità di riferimento ¾ salvaguardare i diritti dei pazienti OBIETTIVI GENERALI ¾ diminuire la prevalenza di fumatori tra gli operatori sanitari ¾ eliminare il fumo all’interno delle strutture ospedaliere 7
OBIETTIVI SPECIFICI E DI PERCORSO ¾ rendere il personale ospedaliero più consapevole dell’importanza del proprio ruolo come modello di comportamenti e stili di vita ¾ formare il personale sanitario alla gestione del counselling verso il paziente fumatore ed alla conduzione dei gruppi di autoaiuto ¾ incoraggiare nei pazienti un ruolo attivo e di partecipazione, in funzione dei propri specifici potenziali di salute ¾ creare percorsi privilegiati ed accompagnati verso la scelta del non-fumo ¾ migliorare la segnaletica anti-fumo ¾ creare una rete di collaborazione tra le risorse del territorio (associazioni, Enti Locali, Scuola, Strutture e Presidi Sanitari, ecc.) ¾ concordare con le Direzioni Sanitarie un protocollo relativo agli spazi per fumatori e al sanzionamento. ¾ dare visibilità alle iniziative anti - fumo all’interno e all’esterno dell’Azienda. Nella definizione di ogni singolo progetto si propone di individuare da 3 a 5 obiettivi specifici e di percorso, scelti in base alla propria realtà locale ed alle proprie risorse disponibili. Tali obiettivi devono essere monitorati durante le fasi del percorso ed essere parte integrante della valutazione del progetto stesso. 8
LE AZIONI POSSIBILI a cura di: Roberta Tagliasacchi (AO di Circolo - Fond. Macchi di Varese) Antonello Triarico (AO di Circolo - Fond. Macchi di Varese) Azioni orientate ai pazienti ¾ rilevazione dei bisogni dei pazienti mediante questionario ¾ proposte attive ed accompagnate alla scelta del non-fumo (colloqui individuali, supporto di counselling, gruppi di autoaiuto, invio ai Centri di disassuefazione) ¾ messa a disposizione nella sale d’attesa degli ambulatori e nei reparti ospedalieri di opuscoli, manifesti o altro materiale informativo/educativo ¾ predisposizione di adeguata cartellonistica con messaggi positivi di salute ¾ rispetto del divieto di fumo Azioni orientate agli operatori ¾ rilevazione dei bisogni informativi e formativi degli operatori sanitari ¾ formazione degli operatori ¾ organizzazione di corsi di disassuefazione specifici Azioni orientate alla comunità ¾ messa a disposizione nella sale d’attesa degli ambulatori e nelle farmacie di opuscoli, manifesti o altro materiale informativo/educativo ¾ predisposizione di adeguata cartellonistica con messaggi positivi di salute ¾ rispetto del divieto di fumo ¾ organizzazione di manifestazioni locali, di convegni, di serate a tema 9
La formazione: alcune proposte a cura di: Roberto Bardelli (ASL di Varese) M. Enrica Bettinelli (ASL Città di Milano) Danilo Bonomelli (AO Valle Camonica) Stefano Cervati (Casa di Cura S. Rocco di Franciacorta) Alessandro Gatti (AO Spedali Civili di Brescia) Federico Perozziello (ASL Città di Milano) In ogni processo che coinvolge la sfera delle abitudini di vita e delle acquisizione di comportamenti, come la scelta sia personale del non fumo sia professionale di farsi carico in modo attivo del paziente fumatore, la formazione riveste la massima importanza ed assume un ruolo altamente strategico. Consapevoli di questo, è necessario che il problema “formazione” venga assunto a livello di Direzioni Sanitarie e di Servizi di Formazione, in modo da poter essere il più possibile allargata e trasversale. I modelli formativi sono molteplici e non è questa la sede per una loro disamina approfondita. La scelta è allora di presentare due proposte già sperimentate. Corso di formazione: prima proposta Il corso di formazione deve prevedere nella fase iniziale: 1. operatori esterni all’ente di consolidata esperienza 2. operatori interni all’ente che promuove il progetto Il rapporto tra queste due componenti sarà nel tempo spostato verso il secondo fattore, in modo da far crescere autonomia e senso di appartenenza ad un progetto condiviso. Il gruppo di lavoro che coordina il progetto comprende: 1. un dirigente medico appartenente all’Ente con specifico interesse e territorio di relazione al problema del fumo 2. un operatore infermieristico (possibilmente ASV) 3. un coadiutore amministrativo con funzioni di segreteria Corso di formazione: seconda proposta Il percorso formativo è articolato in due corsi: un corso base e un corso avanzato; il primo intende promuovere la sensibilizzazione al problema da parte dei partecipanti, il secondo l’acquisizione delle conoscenze e delle capacità necessarie per agire il ruolo di operatore di counselling. Corso base Obiettivo ¾ aumentare la consapevolezza sui problemi connessi al fumo attivo e passivo e sul ruolo di testimonial intrinseco in ciascun operatore sanitario 10
Contenuti ¾ il fenomeno di tabagismo: cenni storici, dati statistici, riflessi sulla salute, pressioni sociali, ruolo della pubblicità ¾ metodi di disassuefazione: individuali e collettivi ¾ strutture territoriali volte a promuovere la disassuefazione Per verificare le conoscenze e le abitudini dei partecipanti rispetto al fumo, in apertura di giornata verrà distribuito un questionario d’ingresso, riproposto poi in chiusura per verificare l’efficacia dell’intervento formativo. Una seconda scheda, distribuita al termine della giornata, raccoglierà la disponibilità dei partecipanti a proseguire il percorso formativo col corso avanzato. Metodologia ¾ lezioni frontali Destinatari ¾ tutti gli operatori sanitari in gruppi di 80 – 100 partecipanti circa Durata dell’incontro ¾ 4 ore Corso avanzato Obiettivi ¾ aumentare le conoscenze e le competenze per aiutare i colleghi e gli utenti a non fumare ¾ sviluppare una maggiore attenzione ad un accompagnamento attivo del fumatore nel percorso di disassuefazione Contenuti ¾ il counselling e le sue fasi - fornire informazioni (informative counselling) - fornire il supporto nei momenti di crisi (crisis counselling) - orientare alla soluzione dei problemi (problem solving counselling) - favorire il processo decisionale (decision – making counselling) ¾ simulazioni Metodologia ¾ il percorso alternerà lezioni teoriche a simulazioni, allo scopo di favorire esperienze finalizzate all’acquisizione delle abilità necessarie ad agire il ruolo di operatore di counselling Destinatari ¾ gruppi di massimo 12 partecipanti, costituiti dagli operatori sanitari che, dopo aver frequentato il corso base, hanno dato la disponibilità a svolgere attività di counselling Durata 3 giornate. 11
Gli strumenti: la cartellonistica a cura di: Sandro Amaducci (AO San Carlo di Milano) Giorgio Barbaglio (AO di Lecco) Carlo Colombo (AO Gaetano Pini di Milano) Lucia Mariani (AO Salvini di Garbagnate) Obiettivi specifici ¾ Verso gli operatori sanitari: rafforzare, attraverso messaggi visivi, la consapevolezza sui problemi connessi al fumo attivo e passivo e la saggezza della scelta “non fumo” ¾ Verso i pazienti: incoraggiare, attraverso messaggi visivi, il loro ruolo attivo e di partecipazione; aumentare, attraverso i contenuti di dépliant, le conoscenze sui problemi legati al fumo attivo e passivo, nonché sui percorsi facilitati e guidati alla scelta del non fumo ¾ Verso tutti: far rispettare con cartelloni il divieto di fumare nei luoghi pubblici ad alta frequentazione Destinatari ¾ Personale dipendente: medici; infermieri; altro personale sanitario – tecnico – amministrativo ¾ Utenti: ricoverati – in regime ambulatoriale – visitatori Risorse e strumenti ¾ Manifesti riportanti il divieto ed i riferimenti legislativi da apporre in luoghi ad alta frequentazione: CUP; sale di attesa Ambulatori; sale comuni di visite parenti; uffici di front-office ¾ Manifesti di richiamo con messaggi ed immagini contenutistiche da affiggere nei reparti, lungo i percorsi di collegamento, nei punti di ristoro, negli spazi comuni degli uffici amministrativi ¾ Dépliant informativi sui rischi e sulle strutture a cui rivolgersi per la disassuefazione, ben evidenziando i servizi offerti all’interno dell’ospedale in cui si trovano 12
Valutazione ¾ indicatore di percorso: - livello di gradimento: n° delle valutazioni positive / n° questionari di rilevazione - indicatore variazioni delle conoscenze ¾ indicatore di risultato: rispetto delle aree con divieto di fumo 1° ipotesi Scelta (tra gli esistenti) di manifesti + depliant per la lotta al tabagismo e/o progettazione e produzione 2° ipotesi 1° ipotesi Nell’ambito dei manifesti per la lotta al tabagismo già esistenti, prodotti da case farmaceutiche, da Enti, da altre Pubbliche Amministrazioni, il sottogruppo di lavoro definirà i criteri di scelta che guideranno l’adozione di uno o più di essi. Di seguito si propone una linea che potrebbe essere utilizzata sia per effettuare la scelta tra gli esistenti sia per definire uno nuovo manifesto. Architettura della campagna manifesti per la lotta al tabagismo 9 il posizionamento rafforzo sul concetto: scelta di uno stile di vita, in un segmento di mercato già esistente 9 il punto di differenza qualcosa in più offerto dalla Azienda ospedaliera espressione della sensibilità e dell’attenzione della politica aziendale nei confronti delle diverse esigenze degli utenti 9 la strategia di comunicazione messaggio senza ambiguità, senza soggezione, senza presunzione 9 l’idea creativa far percepire il messaggio come input di stimolo dell’azienda attenta al rispetto della salute dei suoi utenti 13
9 il target il target selezionato è costituito da persone che preferiscono essere protagonisti nelle scelte della loro salute 9 i contenuti differenziati della campagna stile e linguaggio essenziale ed incisivo che attragga l’attenzione e invogli alla lettura del dépliant di accompagnamento 9 la pianificazione media affissione – e campagna su stampa locale 2° ipotesi: Per la progettazione e produzione di un manifesto per la lotta al tabagismo si rende necessario un percorso più strutturato. Si potrebbe iniziare stimando le dimensioni del problema all’interno dell’ospedale, attraverso: 1. quantificazione del problema con la rilevazione del numero di fumatori che normalmente frequenta l’ospedale; 2. identificazione dei luoghi più frequentati dai fumatori. Il dato oggettivo riferito alle caratteristiche del fumatore può essere ulteriormente stratificato per suddividere le categorie dei fumatori in: • Operatori sanitari; • Operatori non sanitari ( tecnici, amministrativi); • Utenti - clienti esterni. In base ai dati emersi saranno delineate le caratteristiche dell’intervento, differenziando i luoghi con divieto di fumo dagli altri. E’ necessario anche tener presente che: 9 Il contenuto dei messaggi dovrà essere prevalentemente orientato a ribadire la valenza negativa del fumo di sigaretta sulla salute delle persone (fumo attivo e fumo passivo) 9 Il messaggio promosso attraverso i manifesti richiamerà l’attenzione che l’azienda ospedaliera pone nei confronti dei non fumatori 9 Saranno esclusi messaggi di carattere sanzionatorio, poiché non si ritiene possano sortire un efficace risultato, sia per la modesta entità delle sanzioni, sia per la dimostrata inefficacia che ha avuto tale pratica in passato 9 La campagna promozionale sarà completata da dépliant informativi riportanti gli effetti del fumo e gli ambulatori per le terapie di disassuefazione a cui ci si può rivolgere 9 Dovranno essere ben definite le aree con cartellonistica di divieto di fumo e le aree con manifesti a sostegno della lotta al tabagismo, identificando tra le prime: o I CUP o Le sale d’attesa degli ambulatori o Gli uffici aperti al pubblico o I reparti E tra le seconde: • Gli ingressi dell’ospedale • I luoghi di maggiore afflusso • Le aree più frequentemente raggiunte da fumatori rilevate in fase di avvio del progetto. 14
Fasi del percorso di lavoro: - Fase 1- AZIONE: Rilievo dei dati statistici che configurino la dimensione del problema oggetto di analisi. L’attività di rilevazione sarà impostata attraverso uno studio prospettico del problema con l’osservazione di un campione di 100 utenti equamente suddiviso tra operatori (sanitari e non ) ed utenti che, in seguito ad una campagna di informazione saranno intervistati in tre giornate campione distribuite nell’arco di una settimana da alcuni rilevatori addestrati allo scopo (obiettori di coscienza o volontari che già operano nella struttura). Un questionario a domande chiuse consentirà di indagare le caratteristiche dei fumatori e dei non fumatori per stabilire il rapporto percentuale esistente tra le due categorie (cluster), di individuare i luoghi (macro aree topografiche) dove più frequentemente si fuma o non si fuma (distribuzione percentuale) e l’analisi dei comportamenti che determinano la scelta di fumare o non fumare presso alcune aree definite dagli ideatori del questionario (rapporto percentuale aree/comportamenti). OBIETTIVO: Definire la tipologia dei soggetti fumatori e non fumatori – identificare le aree di diffusione delle informazioni. TEMPI: per l’esecuzione della prima fase è stimato un tempo di esecuzione di 20 giorni compresa la fase di somministrazione e messa a punto del questionario . - Fase due- AZIONE: Elaborazione dei dati raccolti. Questa attività comprende l’elaborazione dei questionari necessari per leggere il problema. Saranno inoltre identificati i punti di affissione della cartellonistica e di distribuzione dei dépliant informativi OBIETTIVO: definizione dei piani d’intervento – quantificazione e allocazione delle risorse necessarie per l’attuazione del progetto TEMPI: saranno necessarie 5 giornate per elaborare i dati sui quali impostare le strategie. - Fase tre- AZIONE: definizione dei messaggi, slogan e immagini da associare nella realizzazione dei cartelloni, dépliant e manifesti. Una volta individuate le caratteristiche dei soggetti bersaglio andranno attribuiti dal gruppo di lavoro, con l’eventuale ausilio di esperti del settore, i messaggi che incideranno sui comportamenti per evitare il fumo nelle zone non autorizzate, specificando, ed eventualmente differenziando i contenuti in funzione dei destinatari. OBIETTIVO: realizzazione di slogan e cartelloni differenti da diffondere nelle aree o settori interessati dalla strategia d’intervento. TEMPI: si prevede che tale aspetto richieda almeno 15 giorni di attività. - Fase quattro- AZIONE: Diffusione ed affissione dei questionari nei luoghi definiti a cura degli addetti agli interventi tecnici dell’azienda OBIETTIVO: diffondere immagini e messaggi alla popolazione bersaglio TEMPI: una settimana - Fase cinque- AZIONE: a distanza di un tempo definito (sei mesi) si può effettuare una nuova rilevazione dei dati secondo le modalità definite in prima fase per rilevare se vi sono state modifiche sui comportamenti e quindi modificare le azioni o mettere in atto i necessari correttivi. 15
La verifica dei risultati e la valutazione a cura di: Marina Palestra (ASL Pavia) Tiziana Stella (AO Maggiore di Crema) OBIETTIVI STRUMENTI INDICATORI TEMPI STANDARD Diminuire la prevalenza di fumatori tra gli questionario N° fumatori tra 0/3 anni Riduzione di almeno operatori sanitari operatori il 10% Eliminare il fumo N° persone che Aumento del 50% di all’interno delle strutture questionario fumano all’inter- 0/3 anni persone che rispetta- ospedaliere no dell’Ospedale no il divieto di fumo Rendere il personale ospedaliero più consa- N° di operatori pevole del ruolo di questionario consapevoli del 0/3 anni Aumento del 20% modello di comporta- proprio ruolo di menti e stili di vita modello Formare il personale N° operatori sanitario alla gestione Intervista formati del counselling verso il semi- N° operatori che 0/3 anni Aumento del 10% paziente fumatore ed strutturata “prendono in alla conduzione dei carico” il gruppi di autoaiuto problema fumo Incoraggiare nei pazienti un ruolo partecipato, in Intervista a N° pazienti più 0/3 anni Aumento del 30% funzione dei propri campione consapevoli potenziali di salute N° di corsi avviati - un corso all’anno Creare percorsi N° Centri anti- - un Centro anti-fumo privilegiati ed fumo aperti - due tipologie di accompagnati verso la N° materiale materiale informativo scelta del non-fumo Archivio di informativo (es. 0/3 anni -2 percorsi (operatori, pazienti, progetto opuscoli) (Ospedale/Centro visitatori) distribuito anti-fumo, N° di protocolli di Territorio/Centro “presa in carico” anti-fumo) 16
N° persone che Migliorare la segnaletica Questionario ritengono più 0/18mesi Aumento del 30% anti-fumo di efficace la /3 anni gradimento cartellonistica nuova Creare una rete con le risorse del territorio Archivio di (Associazioni, Enti progetto N° collaborazioni 0/3 anni Aumento del 30% Locali, Scuola, Strutture (la rete) attuate e Presidi Sanitari, ecc.) Concordare con le Direzioni Sanitarie un Archivio di Creazione Un anno Adozione del protocollo relativo agli progetto protocollo protocollo spazi per i fumatori e al (protocollo) sanzionamento N° di iniziative di Dare visibilità delle promozione iniziative anti-fumo Archivio di (testate locali, 0/3 anni Almeno uno all’anno all’interno e all’esterno progetto giornale azienda- dell’Azienda le, manifesti, serate a tema) 17
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