Nelle Adozioni Internazionali - Dati e prospettive - Commissione Adozioni ...

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Nelle Adozioni Internazionali - Dati e prospettive - Commissione Adozioni ...
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Commissione per le Adozioni internazionali
Autorità centrale per la Convenzione de L’Aja del 29.05.1993

Dati e prospettive
nelle Adozioni Internazionali
Rapporto sui fascicoli dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017

in collaborazione con l’ Istituto degli Innocenti

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Nelle Adozioni Internazionali - Dati e prospettive - Commissione Adozioni ...
Sommario

Prefazione (a cura CAI)............................................................................................................. 3

PARTE PRIMA – I SOGGETTI DELL’ADOZIONE ............................................................
  1. Le coppie adottive: distribuzione territoriale e principali caratteristiche .................
  2. I minorenni autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo .................................. 9
  3. Gli enti autorizzati ....................................................................................................... 17

PARTE SECONDA – APPROFONDIMENTI SPECIFICI ............................................... 18
  a. L’ACCESSO ALLE INFORMAZIONI SULLE ORIGINI...... Errore. Il segnalibro
  non è definito.
  b. UNA SFIDA AL DECRESCENTE FLUSSO A LIVELLO MONDIALE DELLE
  ADOZIONI INTERNAZIONALI .................................................................................... 24

APPENDICE STATISTICA .................................................................................................. 29
 1. Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori
 stranieri ...................................................................................................................................
 2. Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia ................
 3. Enti autorizzati ................................................................................................................

FONTI STATISTICHE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ........................................... ..

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Nelle Adozioni Internazionali - Dati e prospettive - Commissione Adozioni ...
Prefazione (a cura CAI)

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PARTE PRIMA – I SOGGETTI DELL’ADOZIONE

       1. Le coppie adottive: distribuzione territoriale e principali caratteristiche
   Nel 2017 continua il calo del numero di coppie che, in possesso del decreto di idoneità,
hanno fatto richiesta di autorizzazione all’ingresso di minori stranieri alla Commissione per le
adozioni internazionali, segnando un nuovo minimo annuo con 1.163 coppie.
   In ogni anno compreso tra il 2012 e il 2016 si registra una contrazione delle coppie in
oggetto, diminuzioni che sono state più o meno significative, dal meno 19,9% registrato tra il
2013 e il 2014, al meno 14,8% tra il 2015 e il 2016, al meno 7,2% tra il 2012 e il 2013 e al
residuale meno 1% registrato tra il 2014 e il 2015. Tra il 2016 e il 2017 la contrazione del
fenomeno è ancora più significativa delle precedenti e segna un meno 24,9%. Se poi si prende
in considerazione l’intero arco temporale 2012-2017 il calo delle coppie che, in possesso del
decreto di idoneità, hanno fatto richiesta di autorizzazione all’ingresso di minori stranieri alla
Commissione per le adozioni internazionali, supera addirittura il 50% (52,9%).
   A livello territoriale la Lombardia si conferma la Regione con il maggior numero di
coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri (179)
seguita dal Veneto (126), dalla Toscana (124) e dal Lazio (111). Il resto delle regioni si
collocano con valori al di sotto delle 100 unità, prima tra tutte la Campania con 99 coppie
risulta anche la prima tra le regioni meridionali.
   Per una corretta lettura dei fenomeni territoriali si rapporta, invece, il numero delle coppie
adottive alla popolazione residente dei coniugati tra i 30 e i 59 anni d’età e si ottiene un tasso
annuo nazionale di 13,6 coppie richiedenti ogni 100mila coppie coniugate di questa età, tasso
che mette in evidenza significative differenze territoriali tra aree del centro nord e sud. Al di
sopra del tasso medio regionale si trovano la Toscana con il più alto tasso regionale (25), il
Friuli Venezia Giulia (20,7), la Liguria (20,4), le Marche (18,6), il Veneto (18,3), l’Umbria
(16,5) e l’Emilia Romagna (15,1). I valori più bassi invece si rilevano in Sicilia (5,9), in
Sardegna (7,8) e in Campania (10,8).
   Così come messo in evidenza nei precedenti report della Commissione, osservando
l’andamento dell’adozione internazionale negli ultimi sei anni, nei contesti regionali emerge
come elemento trasversale il generalizzato calo del numero dei casi con picchi estremi in tutte
le ripartizioni territoriali: Lombardia (-61%) nel nord-ovest, Trentino Alto Adige (-50%) nel
nord-est, Lazio (-62%) nel centro e Sicilia (-64%) nel sud e nelle isole.

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Figura 1 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a
scopo adottivo secondo la regione di residenza. Tassi per 100mila coppie coniugate di 30-59 anni
                                          – Anno 2017

    A livello di singolo tribunale dei minorenni competente che ha emesso il decreto di
idoneità all’adozione si conferma la collocazione territoriale storica con valori assoluti più alti
registrati presso il tribunale di Venezia (126), seguito da quelli di Milano e Firenze (123) e da
quello di Roma (110).
       Nel 2017 sono leggermente in aumento le coppie adottive in possesso di un decreto
generico che rispetto all’anno precedente passano dal 70,8% al 73,6%. Sempre rispetto al

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2016 rimane invariata la percentuale di coppie in possesso di un decreto mirato (24%), ovvero
di un provvedimento in cui si specifica un certo Pese di provenienza piuttosto che
l’appartenenza etnica, il genere, una particolare età o indicazioni specifiche sul minore. Di
conseguenza a quanto detto diminuisce il numero di coppie in possesso di un decreto
nominativo, quello in cui si richiede l’adozione di uno specifico bambino, che passano dal
4,9% al 2,3%.
       Nel 2017 la classe d’età delle coppie adottive alla data del decreto di idoneità con
maggiore frequenza rimane la 40-44 anni sia per i mariti che per le mogli, rispettivamente il
40,1% e il 40,5%. Per gli uomini segue la classe d’età 45-49 anni (25,5%), quella di 35-39
anni (19,6%), quella di 50 e più anni (10,9%) e quella dei 30-34 anni (3,6%). Per le donne
invece sono più frequenti le 35-39enni (26,2%), seguite dalle 45-49enni con il 20,1% dei casi,
dalle 30-34enni (8%) e quelle con 50 e più anni (4,5%). Rimane marginale invece, per
entrambi i coniugi, la quota di quanti hanno meno di 30 anni, 0,3% per gli uomini e 0,7% per
le donne. Da questa distribuzione per età risulta un’età media alla data del decreto di idoneità
corrispondente a 43,6 anni per gli uomini e a 41,8 anni per le donne.
       Età media delle coppie adottive che slitta in avanti di circa tre anni se si prende in
considerazione la data di autorizzazione all’ingresso, si passa a 46,6 anni per gli uomini e a
44,7 anni per le donne. In questo caso la classe d’età con maggior frequenza diventa la 45-49
anni con il 37,6% dei mariti e il 36,4% delle mogli. Aumenta, rispetto a quanto visto per il
decreto di idoneità l’incidenza degli ultra cinquantenni con il 23,9% per i mariti e il 12,7% per
le mogli. Rimangono invece del tutto marginali le quote dei coniugi sotto i 35 anni, 0,9% per
gli uomini e 2,7% per le donne.

Figura 2 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a
       scopo adottivo secondo la classe di età alla data del decreto di idoneità e alla data
          dell’autorizzazione all’ingresso dei coniugi (valori percentuali) – Anno 2017

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Tra le coppie adottive si conferma un livello di istruzione, rispetto alla media nazionale,
medio alto. Tra i mariti il 44,8% ha conseguito un diploma di laurea e il 44,7% il diploma
della media superiore, percentuali che diventano rispettivamente il 55,3% e al 38,4% per le
mogli. Spariscono di fatto nel 2017 le coppie adottive senza alcun titolo di studio, mentre per
la licenza elementare si registra solo per le mogli con una esigua percentuale pari allo 0,1%.
       E anche in questo caso è utile riportare quanto più volte indicato nei precedenti report
della Commissione, a proposito di un livello culturale delle coppie adottanti mediamente
molto più elevato rispetto a quello della popolazione italiana complessivamente intesa, ancora
più evidente tra le mogli rispetto ai mariti, basti dire che la diffusione del titolo di laurea nella

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popolazione italiana interessa poco più del 10% dei soggetti residenti – le coppie adottive
posseggono dunque questa caratteristica in misura quattro volte superiore a quella attesa se
l’adozione internazionale fosse accessibile, allo stesso modo, da tutti i soggetti della
popolazione residente.

Figura 3 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a
     scopo adottivo secondo il titolo di studio dei coniugi (valori percentuali) – Anno 2017

       E’ quasi consequenziale quindi riscontrare che anche nel 2017 e in aumento rispetto al
2016 la professione prevalente dei coniugi – sulla base della classificazione Istat della
posizione occupazionale – è connessa a professioni intellettuali, scientifiche e di elevata
specializzazione. Anche questa volta le mogli si pongono in una condizione di vantaggio
relativo e infatti: tra i mariti si rileva un 34,1% di professioni intellettuali, scientifiche e di
elevata specializzazione, seguito da un 17,6% di impiegati e da un 16,6% di professioni
tecniche; invece tra le mogli si rileva un 42,5% di professioni intellettuali, scientifiche e di
elevata specializzazione, seguito da un 20,3% di impiegate e da un 13,4% di professioni
tecniche.

Figura 4 – Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri a
       scopo adottivo secondo la professione dei coniugi (valori percentuali) – Anno 2017

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Nel 2017 rimane invariata la percentuale di coppie adottive con figli naturali.
Complessivamente sono l’87,1% le coppie che non hanno figli mentre il restante 12,9% ha
almeno un figlio naturale. In particolare l’11,6% ha un solo figlio mentre l’1,3% più di due
figli. Rispetto alla richiesta del numero di minori in adozione, nel 2017, la percentuale di
coppie che ha adottato un solo minore è del 79,9%, il 16,7% ha invece adottato due minori e il
3,5% ha adottato più di due minori.

       2. I minorenni autorizzati all’ingresso in Italia a scopo adottivo

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Nel 2017, parallelamente al calo del numero di coppie adottive, continua a diminuire
anche il numero dei minori adottati. I minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione
all’ingresso in Italia a scopo adottivo nel 2017 sono 1.440 che a fronte delle 1.163 coppie
restituisce un numero medio di minori adottati per coppia pari a 1,23. Rispetto al 2016 il
numero di minori adottati ha di fatto registrato una contrazione del 23% e se si considera
come riferimento il 2012, il numero delle adozioni nel 2017 risulta più che dimezzato (-54%).
   A livello territoriale, in termini assoluti, la Lombardia è la Regione con il più alto numero
di minori adottati, che con 209 adozioni pesa per il 14,5% sul totale delle adozioni nazionali.
A seguire la Toscana (159), la Campania (146), il Veneto (140) il Lazio (130) e la Puglia
(120). È proprio in alcune di queste regioni che si registrano tra il 2012 e il 2017 le maggiori
contrazioni del fenomeno, in particolare in Lombardia (-63%) e nel Lazio (-65%). A livello di
singolo tribunale è quello di Firenze a detenere il numero più alto con 158 autorizzazioni
all’ingresso in Italia nel 2017, seguono i tribunali di Milano (141), Venezia (140) e Roma
(128).
   La diminuzione dei minori adottati viene rimarcata anche dalla contrazione del tasso
annuo che nel 2017 scende a 14,5 minori adottati su 100mila minori residenti, con un range
che varia da un valore massimo di 27,9 della Toscana a quello minimo di 2,3 del Molise.
Storicamente il tasso medio anno relativo al quinquennio 2006-2010 resta in assoluto quello
più alto, influenzato dal boom adottivo registrato nel 2010, marcando un valore pari a 36,7
minori ogni 100mila residenti, ben 22 punti di differenza rispetto al 2017. Le variazioni più
forti si registrano in Lombardia che in questo lasso di tempo passa da 47,6 a 12,5, in Liguria
da 64,8 a 18,5, e in Molise da 49,0 a 2,3.

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Figura 5 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la
            residenza dei genitori adottivi. Tasso per 100mila 0-17enni - Anno 2017

       Nel 2017, così come negli anni precedenti, la Federazione Russa si conferma il
principale Paese di provenienza con 228 minori adottati con adozione internazionale. Al di
sopra delle 100 adozioni si collocano la Colombia (157), l’India (123) e l’Ungheria (112).
Seguono altri 5 Paesi che contano tra le 50 e le 100 adozioni: Polonia (94), Vietnam (80),
Brasile (76), Repubblica Popolare Cinese (74) e Bulgaria (57). A questi seguono altri 32 Paesi
che contano meno di 50 adozioni.

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Figura 6 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il
                    Paese di provenienza (valori percentuali) - Anno 2017

       Negli anni la Federazione Russa è stata tuttavia anche uno dei principali Paesi che ha
risentito del significativo calo del numero di adozioni. Solo tra il 2016 e il 2017 ha fatto
registrare una contrazione del 25% (da 306 a 228 adozioni) che sale addirittura al 70% se si
amplia il periodo di riferimento fino al 2012 dove le adozioni erano state 749. Altri due Paesi,
tra il 2016 e il 2017, fanno registrare una forte contrazione del numero delle adozioni: la
Polonia (-48%, da 181 a 94) e l’Etiopia (-44%, da 79 a 44).
Al contrario Ungheria, Filippine e Haiti in un quadro di generale diminuzione del fenomeno
adottivo, nel 2017 hanno di fatto aumentato il numero di adozioni verso l’Italia. L’Ungheria
da 85 a 112 adozioni, le Filippine da 16 a 37 e Haiti da 24 a 31.

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Figura 7 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il
                   continente di provenienza (valori percentuali) - Anno 2017

       Allargando lo scenario ai relativi Continenti, l’Europa, nonostante la forte contrazione
in termini di valori assoluti, si conferma il continente dal quale arrivano più bambini con una
incidenza pari al 43% del totale delle adozioni. Segue l’America con il 25% e prende
posizione il continente Asiatico che nell’ultimo anno raggiunge il 24% di adozioni. Esce
ampiamente ridimensionato il continente Africano con appena l’8% di bambini adottati.

 Figura 8 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la
  situazione del Paese di provenienza rispetto alla Convenzione de l’Aja (valori percentuali) -
                                             Anno 2017

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Esaminando questi Paesi secondo la loro situazione formale nei confronti della
convenzione dell’Aja emerge nel 2017 una forte prevalenza di adozioni realizzate nei Paesi
ratificanti (24 Paesi per un totale di 1.016 adozioni) che incidono sul 70,6% delle adozioni
internazionali. Seguono le adozioni realizzate nei Paesi firmatari la convenzione che sono
state 243 pari al 16,9% del totale e le adozioni realizzate in Paesi aderenti che contano 80
adozioni e il 5,6% di incidenza sul totale. Nello stesso anno si contano anche 101 adozioni
provenienti da Paesi che non hanno ratificato, né firmato e né aderito alla convenzione
dell’Aja.
       La ripartizione per genere degli adottati è una delle variabili che negli anni non subisce
significativi scostamenti. Sono, mediamente, i maschi ad incidere con frequenze più alte
anche se con forti differenze in relazione all’età dei minori. Tra i piccolissimi, quelli sotto
l’anno di età, le femmine sono state negli ultimi 4 anni sopra il 50% e addirittura nel 2017
raggiungono il 70%. Percentuali più alte o comunque simili a quelle dei maschi si presentano
per le adottate di 10 anni e più. Nelle due classi di età centrali, la 1-4 anni e la 5-9 anni invece
la predominanza dei maschi è molto forte e raggiuge mediamente il 60% delle adozioni.

 Figura 9 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo la
                    classe d’età e il genere (valori percentuali) - Anno 2017

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Nel 2017 quasi la metà dei bambini adottati ha un’età compresa tra i 5 e i 9 anni
(47%), mentre i piccoli di 1-4 anni incidono per il 39%. Le classi d’età più estreme, dei più
grandi con più di10 anni e dei piccolissimi con meno di un anno sono invece quelle meno
rappresentate, si conta rispettivamente il 12% e l’1% di minori adottati. Nel 2017 l’età media
all’adozione delle 1.440 adozioni internazionali è stata di 6,1 anni.
         L’età dei bambini in adozione e il Paese di provenienza sono forse le caratteristiche
che più influenzano e indirizzano la scelta delle coppie. I dati mettono in evidenza che tra i
diversi Paesi il fattore età all’adozione è molto variabile e passa dai 13,4 anni medi registrati
in Bielorussia agli 1,6 anni registrati in Corea del Sud. Età medie che superano
significativamente il valore medio di 6,1 anni in un blocco di Paesi dell’Est Europa e in un
blocco di Paesi del Centro-Sud America. E infatti oltre alla già citata Bielorussia, si contano
9,1 anni medi in Ucraina e 8,4 anni medi in Polonia a queste si affiancano Brasile (8,7), Cile
(8,1) e Costa Rica (8,1). Di contro parte alla già citata Corea del Sud si affiancano per età
all’adozione particolarmente basse l’Etiopia (3,2 anni), il Vietnam (3,1 anni) e l’Armenia (1,8
anni).

Tabella 1 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il
Paese di provenienza e l’età media. Primi quindici Paesi per numero di adozioni e Italia - Anno
                                               2017

                                         Minori adottati         Età media (in anni)
                Federazione Russa             228                       5,7
                    Colombia                  157                       5,9
                       India                  123                       5,4
                    Ungheria                  112                       6,5
                     Polonia                   94                       8,4
                    Vietnam                    80                       3,1
                      Brasile                  76                       8,7
                 Rep. Pop. Cinese              74                       3,7
                    Bulgaria                   57                       8,3
                       Perù                    45                       5,6
                      Etiopia                  44                       3,2
                     Ucraina                   39                       9,1
                    Filippine                  37                       5,4
                       Haiti                   31                       6,0
                        Cile                   29                       8,1

         A livello continentale l’Europa e l’America sono i continenti in cui si registra un’età
media più alta tra gli adottati. In Europa il 54% degli adottati ha tra i 5 e 9 anni, mentre più

                                                                                                  15
del 17% sopra 10 anni, il 28% tra uno e quattro anni e solo lo 0,3% al di sotto dell’anno. In
America la distribuzione percentuale cambia di poco, scende al 14% la percentuale dei più
grandi con età superiori ai dieci anni mentre salgono quelle delle classi inferiori, 56% per i
bambini tra i 5-9 anni, 29% tra 1 e 4 anni e 1% per i piccolissimi sotto l’anno di età.
Decisamente più piccoli i bambini provenienti da Asia e Africa. Il 63% dei bambini adottati
nel continente Asiatico ha meno di quattro anni, la stessa percentuale sale al 74% per i
bambini africani.

 Figura 10 – Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia secondo il
          continente di provenienza e la classe d’età (valori percentuali) - Anno 2017

Una delle informazioni disponibili nella banca dati della Commissione riguarda le
motivazioni che hanno contribuito alla dichiarazione dello stato di abbandono del minore e
alla successiva adozione internazionale. Nel 2017 il 62% di minori stranieri adottati in Italia
aveva i genitori a cui era stata revocata la responsabilità genitoriale, il 37% aveva subito un
abbandono o una rinuncia alla genitorialità da parte dei genitori biologici e il restante 1% era
orfano. Percentuali che cambiano in maniera consistente in relazione al Continente di
provenienza. In Africa e in Asia i casi più frequenti sono quelli riconducibili all’abbandono o
alla rinuncia da parte dei genitori rispettivamente il 95% e il 98% mentre in America e in
Europa è la perdita della potestà genitoriale a coprire la quasi totalità dei casi, con percentuali
intorno al 90%.

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3. Gli enti autorizzati

    Nel 2017 gli Enti autorizzati che hanno seguito le coppie adottive nel loro iter adottivo
all’estero sono stati 53.
    Cifa Onlus – Centro Internazionale per l’infanzia e la famiglia si conferma come l’ente
con il maggior numero di coppie (123), a seguire AiBi - Associazione amici dei bambini con
64 coppie, N.A.A.A. Network Aiuto Assistenza Accoglienza – Onlus con 58 coppie e
Servizio Polifunzionale per l’Adozione Internazionale (SPAI) e International Adoption con 52
coppie adottive. Dal punto di vista dei minori adottati 7 enti autorizzati hanno eseguito più di
50 adozioni coprendo il 37% del totale dei minori autorizzati all’ingresso, 21 hanno
perfezionato l’ingresso di un numero di minorenni compreso tra 20 e 50, pari al 46% del
totale, mentre i rimanenti 25 enti hanno seguito un numero di adozioni inferiore a 20.
Tra i primi quindici Paesi di origine in cui sono state realizzate il maggior numero di adozioni
internazionali emerge che il Cifa Onlus – centro internazionale per l’infanzia e la famiglia ha
perfezionato il maggior numero di ingressi in Russia, nella Repubblica Popolare Cinese, in
Ucraina e nelle Filippine, il Servizio Polifunzionale per l’adozione Internazionale in
Colombia, l’International Adoption in India, l’ A.S.A. – Associazione Solidarietà Adozioni
Onlus in Ungheria, la Cicogna in Polonia, Ariete Onlus e Azione per le famiglie nuove in
Vietnam, il Mantello in Brasile e Bulgaria, Ai.Bi – Associazione Amici dei Bambini in Perù,
In Cammino per la famiglia in Etiopia, S.O.S. Bambino International Adoption in Haiti,
Associazione famiglie Adottive in Cile.

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PARTE SECONDA – APPROFONDIMENTI SPECIFICI

    a. L’ACCESSO ALLE INFORMAZIONI SULLE ORIGINI

Il tema dell'accesso alle origini da parte di coloro che per diverse ragioni sono stati separati o
allontanati dalla propria famiglia biologica da sempre è presente all'attenzione delle nostre
società. Nel tempo, è stato percepito in modo diverso ed è stato di conseguenza interpretato e
regolamentato differentemente all'interno dei sistemi normativi interni alle singole società, ma
il bisogno di conoscere le proprie radici, di scoprire, di dare continuità alla propria storia e
senso al proprio divenire è stato costantemente espresso dall'essere umano come persona.
Tutti i figli adottivi, indipendentemente da quale sia la loro origine, l’età al momento
dell’adozione e le vicende vissute, hanno sempre una storia che comprende due parti: una
precedente all’adozione ed una successiva. In passato si pensava che fosse opportuno, per
favorire l’integrazione del bambino nella nuova famiglia e nel nuovo contesto, “rimuovere”
quanto avvenuto prima che il soggetto venisse adottato. In questa prospettiva, si giungeva,
talvolta, a nascondere il fatto che il bambino fosse adottato, oppure si cercava di non dare
rilevanza alla sua storia, parlandone il meno possibile e spingendolo a pensare che le sue
radici fossero nella famiglia che lo aveva accolto come figlio. L’adozione veniva, quindi,
considerata una “seconda nascita”, un voltare pagina che cancellava quanto avvenuto prima,
per iniziare una nuova vita. Tale approccio era notevolmente facilitato dal fatto che la
maggior parte dei bambini venivano adottatati molto piccoli e, conseguentemente, non
conservavano alcun ricordo cosciente delle loro esperienze pre-adottive. Da alcuni anni,
questa idea dell’adozione è stata fortemente rivista, anche a seguito di orientamenti emersi a
livello sovranazionale
In particolare, nelle raccomandazioni espresse dal Comitato ONU sui diritti del fanciullo, più
volte il nostro Paese è stato chiamato a rivedere la propria disciplina interna in direzione più
garantista rispetto all’esercizio del diritto di cui all' art 7 della CRC. Ma la tutela del diritto
all’accesso delle informazioni sulle proprie origini non deriva solo dall’art. 7 della CRC ma
anche da altre disposizioni interne alla CRC stesso e da un insieme di richiami normativi
contenuti in altri strumenti internazionali, in particolare riferibili alla disciplina dell’adozione.
Ricordiamo, innanzitutto, quanto previsto dalla Convenzione de L’Aja del 1993 sulla tutela
dei minori e la cooperazione in materia di cooperazione internazionale che – all’art. 16,

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comma 1 lett a, e agli artt. 30 e 31 – dedica un’articolata disciplina della materia prevedendo
un’idonea archiviazione e conservazione dei dati inerenti l’identità del minore in adozione e le
informazioni sulla sua storia personale e l'accesso del minore o del suo rappresentante a tali
informazioni, con l'assistenza appropriata, nella misura consentita dalla legge dello Stato.
A livello europeo, anche la Convenzione sull’Adozione dei Minori del 1967 – così come
modificata nel 2008 – pone un accento particolare sul diritto all’identità riconoscendo ai
minori adottati il diritto di accedere alle informazioni sulle proprie origini, e precisando che,
in caso di richiesta di anonimato, siano le autorità competenti a decidere se e quali
informazioni siano accessibili per gli adottati.
In questo senso si è espresso più volte anche il Parlamento Europeo invitando gli stati ad
eliminare ogni disposizione contraria al diritto degli adottati di conoscere le proprie origini
una volta raggiunta la maggiore età.
In ambito europeo convivono due diversi orientamenti sulla questione: una prima posizione
riconosce prevalente il diritto dell’adottato ad accedere a tutte le informazioni disponibili
riferibili alla sua storia biologica e familiare a partire dal pieno riconoscimento dell’art. 7
CRC, una seconda posizione, invece, ritiene che, anche ai fini di una effettiva tutela della
salute e del benessere del nascituro, prevalga il diritto della madre biologica all'anonimato del
parto. Tra i Paesi dell’Unione Europea vi sono infatti quelli in cui la persona adottata,
perdendo qualsiasi collegamento         con la famiglia di origine, non può accedere ad
informazioni sull’identità del genitore biologico (Austria, Francia, Principato di Monaco,
Bulgaria, Russia, Macedonia) e normative nelle quali il diritto a conoscere la propria origine è
parzialmente garantito a partire da una certa età (Germania, Croazia, Ungheria, Lettonia,
Portogallo). Altri Stati, invece, concedono il diritto ad un’ampia informazione, subordinato,
tuttavia, a valutazioni e autorizzazioni da parte dei giudici al fine di apprezzare i differenti
interessi in gioco (Bulgaria, Estonia, Lituania, Svizzera, Spagna, Regno Unito e Irlanda).
Anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) si è più volte espressa sulla questione,
riconoscendo quale violazione dell’art. 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo (da qui in
avanti denominata CEDU – mettere in nota testo articolo), e quindi quale violazione del
diritto alla vita privata e familiare, il mancato riconoscimento da parte del legislatore interno
del pieno diritto all’accesso alle informazioni sulle origini.
Già nel caso Odievre c. France la Corte europea si era pronunciata nel senso di garantire fin
dove possibile l’accesso alle informazioni sulle origini. Se da una parte infatti riconosceva

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come la conoscenza delle informazioni sulla propria storia biologica e famigliare non metteva
in discussione la relazione tra persona adottata e genitori adottivi, dall’altra evidenziava con
forza come l’identità del genitore biologico rappresenta un modo per scoprire le circostanze in
cui un soggetto è nato ed è stato abbandonato, elementi che fanno parte della vita privata e
dell’identità personale di un individuo e che risultano fondamentali per lo sviluppo e la
realizzazione della propria personalità.
Più di recente, la Corte Europea ha condannato          l’Italia per violazione dell'art. 8 della
Convenzione Europea, in quanto non ha consentito ad una cittadina italiana adottata di
accedere ai dati identificativi della propria madre naturale. La vicenda, arrivata a Strasburgo,
ha preso il via dal ricorso avviato da una donna Anita Godelli, 69 anni, che, abbandonata alla
nascita, era stata adottata, cercando poi invano di avere notizie sulla propria madre biologica.
Ad avviso della Corte di Strasburgo, è vero, infatti, che in questo settore esiste un ampio
margine di discrezionalità attribuito agli Stati, ma a patto che le autorità nazionali tengano
conto dei diversi interessi in gioco e siano in grado di bilanciare le diverse esigenze al fine di
garantire a tutti il pieno rispetto del diritto alla vita privata e familiare di cui all’articolo 8
della Convenzione europea.
Nel sistema italiano, invece, secondo la CEDU, è solo il diritto della madre all’anonimato ad
essere oggetto di tutela: il bambino abbandonato, una volta cresciuto in caso di rifiuto della
madre, non può conoscere le circostanze della propria nascita e dell’abbandono. E’ necessaria,
invece, una valutazione delle circostanze del caso e il raggiungimento di un giusto equilibrio
tra i diritti contrapposti, evitando ogni automatismo. Tanto più che il desiderio di conoscere le
proprie origini non cessa con l’età e che il mancato soddisfacimento di questa esigenza
procura sofferenze psicologiche e fisiche.
Dall’esame di questo insieme di disposizioni di rilievo sovranazionale si evidenza quindi
come il tema in esame sia stato oggetto di continua e specifica attenzione e confronto che
hanno portato a ritenere l’importanza di avvicinarci quanto più possibile a rendere concreta la
possibilità, per coloro che sono stati adottati,     di recuperare notizie sulla propria storia
biologica e familiare.
Sarebbe allo stato attuale auspicabile che le disposizioni internazionali venissero ratificati da
tutti gli stati europei in modo da uniformare un aspetto tanto delicato di una materia già
complessa, quale è quella dell’adozione. Va ricordato infatti che gli strumenti normativi di
carattere internazionale sono vincolanti solo qualora le disposizioni che contengono entrino a

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far parte degli ordinamenti interni grazie agli strumenti di ratifica elaborati da ogni legislatore
nazionali. Non sono quindi di per sé vincolanti. E anche qualora le disposizioni in essi
contenuti non siano integralmente riprese dai Paesi ratificanti non esiste allo stato attuale uno
strumento che obblighi il legislatore interno al loro rispetto. Sono per la verità presenti
strumenti alternativi, quali raccomandazioni e linee guida provenienti da organismi
sovranazionali, che possono contribuire a dirigere l’attenzione politica e l’opinione pubblica
su questi temi, generando pressioni perché il diritto interno si adegui a quello internazionale.
Ma rimane in ogni caso, come è pur giusto che sia, una discrezionalità del legislatore interno.
Va d’altra parte rilevato che il nostro Paese ha in parte accolto gli inviti rivolti a modificare
disciplina interna in materia, soprattutto grazie all’intervento innovatore e coerente della
giurisprudenza di corti di merito e di legittimità. In particolare, basandosi su una precedente e
fondamentale sentenza della Corte Costituzionale del 2013, anche la Corte di Cassazione Sez
Un. nel 2017 ha ritenuto di dover comunque dare, ai soggetti coinvolti, la possibilità concreta
di esercitare i loro diritti fondamentali: alla madre, di eventualmente ritrattare, sul versante dei
rapporti relativi alla genitorialità naturale, la scelta per l’anonimato, se è messa in condizione
di cambiarla allorché il figlio si dichiari interessato a conoscere le sue origini; al figlio, di
accedere alle informazioni sulle sue origini e di definire così la sua identità naturale, con tutto
ciò che sul piano personale questo può significare, sempre che la portatrice dell’interesse
all’anonimato intenda revocare, per effetto di una scelta rimessa alla sua valutazione e alla sua
coscienza, la dichiarazione iniziale.
Un’ulteriore spinta a questo cambiamento culturale inerente il tema della ricerca delle origini
è venuta dal progressivo aumento dell’età dei bambini adottati (6,1 anni nel 2011 l’età media
nelle adozioni internazionali, con oltre il 10% di minori superiori ai 10 anni) e dall’avvento
del social network che hanno reso più facile il recupero delle informazioni e la possibilità di
rintracciare i familiari biologici. Allo stesso tempo questi fattori hanno causato anche un
incremento del fenomeno inverso, vale a dire della ricerca del figlio adottivo da parte dei suoi
genitori biologici e/o di altri componenti della famiglia di nascita.
Questi fattori, unitamente al fatto che le normative e le prassi sull’accesso ai dati della storia
del figlio adottivo variano significativamente da Paese a Paese, hanno anche introdotto la
possibilità di cercare ed ottenere informazioni sul proprio passato molto prima del
raggiungimento dei 25 anni di età previsto dalla legge italiana.

                                                                                                 21
Si deve tener conto, infatti, che, come dimostrato dalle ricerche e dall’esperienza sul campo,
venire a conoscenza della propria storia e/o stabilire un contatto con i propri familiari di
nascita rappresenta un’esperienza delicata e, talvolta, in grado di turbare profondamente
l’equilibrio psicologico ed esistenziale del soggetto, soprattutto, ma non soltanto, quando
coinvolgono figli adottivi minorenni (non a caso la summenzionata legge 149 ha previsto che
l’accesso al fascicolo dell’ultra venticinquenne sia subordinato ad un iter di verifica delle sue
motivazioni e caratteristiche). A fronte di tale complessità, attualmente, i figli adottivi che
intendano avviare un percorso di ricerca di informazioni sulle loro origini e, talvolta, di
contatto con i familiari biologici (o che fossero da questi rintracciati), si trovano senza avere
istituzioni né servizi di riferimento. Non vi sono, infatti, referenti che possano aiutarli a
decodificare questo loro desiderio, a comprendere le aspettative in esso riposte, a valutare le
conseguenze, a comunicarlo ai genitori adottivi, a mediare l’eventuale successivo rapporto
con i familiari di nascita ritrovati. La stessa condizione di mancanza pressoché totale di
interlocutori la sperimentano i genitori adottivi che si trovano a confrontarsi con richieste dei
loro figli di cercare informazioni e/o contatti relativi al loro passato, spesso durante
l’adolescenza e, quindi, ben prima del limite dei 25 anni fissato dalla nostra legge.
Possiamo quindi mettere in evidenza che il fenomeno, pur non presentandosi rilevante da un
punto di vista statistico (si stimano circa 400-450 casi ogni anno in Italia), porta con sé aspetti
di forte criticità, non solo per gli attori principali di questa complessa vicenda (partoriente e
neonato), ma anche per i servizi e per gli operatori che vi lavorano, a causa delle innumerevoli
implicazioni di carattere culturale, psicologico e sociale.
E’ importante, quindi, per le esigenze delineate e legate alla delicatezza della materia, che
l’attività di accompagnamento e supporto agli adulti adottati che intendono accedere alle
informazioni relative alle proprie origini sia espletata da un soggetto con particolare
competenza in materia di servizi di consulenza e orientamento nel settore, in grado al
contempo di raccogliere e conservare adeguatamente le informazioni sensibili di cui trattasi.

                                                                                                22
b. UNA SFIDA AL DECRESCENTE FLUSSO A LIVELLO MONDIALE DELLE
       ADOZIONI INTERNAZIONALI

b.1. Uno sguardo europeo

È interessante partire dall’esito della riunione (Briefing) del PE, Adozione dei minori
nell’Unione Europea (Ue) del giugno 2016. Il documento in oggetto evidenzia che vi sono
stati cambiamenti significativi nel panorama dell'adozione negli ultimi anni a livello globale,
comprese le fluttuazioni nel numero delle adozioni, nei paesi coinvolti e in chi è idoneo ad
adottare. Il documento fornisce una panoramica dell'adozione dei minori nell'Ue,
concentrandosi sull'andamento del numero di adozioni nazionali e internazionali e sul
confronto degli attuali requisiti di adozione nei singoli Stati membri.
Dai dati raccolti ed esaminati dal documento, emerge che per l'Ue nel suo insieme le adozioni
nazionali superano di gran lunga le adozioni internazionali e che il numero di minori che sono
stati adottati da paesi terzi nell'Ue è diminuito nel decennio preso in esame (2004-2014), il
che riflette una più ampia tendenza globale.
Emerge altresì che la Spagna, l’Italia e la Francia (rispettivamente 3081, 3037 e 2.735 nel
decennio 2004-2014) sono i Paesi dell’Ue con il numero maggiore di minori adottati
provenienti da Paesi extra europei, mentre la Russia è il Paese di origine con il numero
maggiore di minori adottati da Paesi dell’Ue (21.727), seguito dall’Etiopia (9.053) e dalla
Cina (8.718). L’Italia detiene il primato di minori adottati provenienti da altri Paesi dell’Ue
(488) seguita dalla Francia (120) e dalla Svezia (59).
Poiché l'adozione rimane una competenza nazionale, l'Ue non ha una politica comune in
questo campo e vi sono notevoli divergenze nelle legislazioni e nelle prassi tra gli Stati
membri.1 Una differenza fondamentale è che oltre all’adozione “piena” o “legittimante”, che
pone definitivamente fine ai legami giuridici tra il bambino adottato e i suoi genitori biologici,
la legislazione in alcuni Stati - Belgio, Bulgaria, Francia, Lussemburgo, Malta, Polonia e
Portogallo (fino a 2016) - consente anche un’adozione “semplice” o “mite”, in cui il bambino
adottato mantiene legami giuridici ed economici con la sua famiglia di origine2. Anche i

1 L'adozione è esplicitamente esclusa dall'ambito di applicazione del regolamento (CE) n. 2201/2003 del
Consiglio relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e
in materia di responsabilità genitoriale (articolo 1.3).
2 In merito all’Italia, non citata nel documento in oggetto, occorre ricordare che la Corte Costituzionale con
ordinanza n. 347 del 29 luglio 2005, ha ritenuto che in via interpretativa si possa dedurre la possibilità di

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criteri di ammissibilità che devono presentare gli aspiranti genitori adottivi variano da uno
Stato all'altro, così come gli approcci per rendere le informazioni disponibili agli adottati e ai
genitori biologici, le modalità di consultazione del bambino e il procedimento per il consenso
dei genitori. I dati mostrano che alcuni Stati hanno fissato un'età a partire dalla quale è
richiesto il consenso all'adozione da parte del minore coinvolto, età che può variare dai 10
anni in Estonia, Lituania, Romania e Slovenia, fino ai 15 anni in Austria. Va rilevato che ogni
Stato d'origine ha i propri requisiti e restrizioni in relazione agli aspiranti genitori adottivi e
che questi hanno la precedenza sui requisiti nello Stato ricevente. È infine emerso che l’Italia
è l’unico Stato tra quelli membri dell’Ue (28) in cui non è ammessa in via generale l’adozione
da parte di persone singole.
L'ambito di azione dell'Ue in questo settore è stato preso in esame per l'ultima volta in
maniera approfondita quasi un decennio fa. Nel 2006, un'indagine Eurobarometro ha mostrato
un forte interesse pubblico all’intervento dell'Ue nella regolamentazione delle adozioni tra gli
Stati membri. Il livello di interesse varia da uno Stato all'altro, essendo più alto in Italia e
Francia (87% e 85%) e più basso negli Stati baltici e nell'Europa centrale (61%), ma in media
il 76% dei cittadini europei vede con favore un intervento dell'Ue in quest'area. A questa
indagine ne sono seguite altre che hanno messo in evidenza come sarebbe auspicabile un
intervento Ue, in particolare per quanto riguarda le adozioni transfrontaliere. Inoltre sono state
fornite alcune raccomandazioni:
    -   rendere disponibili statistiche comparabili disaggregate sull'adozione in tutta l'Ue;
    -   la creazione di un certificato di adozione europeo;
    -   l'istituzione di un registro o agenzia per l’adozione europea.
Infine, è stato da più parti rilevato come attualmente non esista un sistema unificato per la
raccolta e l’elaborazione dei dati inerenti l'adozione di minori all’interno dei paesi dell’Ue, e i
sistemi informativi e di monitoraggio variano tra Stato e Stato, a volte anche all'interno di
essi, il che solleva questioni di comparabilità. Analogamente, solo alcuni Stati membri dell'Ue

procedere a un’adozione internazionale in casi particolari di un minore abbandonato nelle medesime
condizioni in cui tale adozione sarebbe consentita qualora il minore si trovasse sul territorio italiano.

                                                                                                      24
rendono disponibili le informazioni sulle adozioni nazionali e internazionali e tali dati non
sono sempre disaggregati.3

b.2. Le ragioni della decrescita e quali risposte possibili

Le ragioni della decrescita sono molteplici, attengono sia ai Paesi di origine che ai Paesi di
accoglienza.
Occorre richiamare il principio di sussidiarietà dell’adozione internazionale, che è stato per la
prima volta esplicitato nella Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989 (Crc).
L’articolo 21 comma 1 lettera b) della Crc, prevede infatti che gli Stati parti, nel superiore
interesse del minore: “riconoscono che l’adozione all’estero può essere presa in
considerazione come un altro mezzo per garantire le cure necessarie al fanciullo, qualora
quest’ultimo non possa essere affidato a una famiglia affidataria o adottiva oppure essere
allevato in maniera adeguata nel paese d’origine;”. Pertanto, nell’assegnare un ruolo di
sensibile rilievo all’adozione all’estero la Convenzione                           conferma che l’aozione
internazionale deve essere presa in considerazione soltanto se non sia stato possibile
assicurare al minore il diritto a vivere nel proprio abituale contesto, nel suo Paese di origine.
La Convenzione dell’Aja del 1993 ratificata in Italia con la legge 476/1998, ha richiamato nel
preambolo il principio di sussidiarietà “Ricordando che ogni Stato dovrebbe adottare, con
criterio di priorità, misure appropriate per consentire la permanenza del minore nella famiglia
d'origine” vincolando la realizzazione di un’adozione internazionale alla verifica del principio
di sussidiarietà. L’art. 4 comma 1 lettera b) infatti prevede che le adozioni contemplate dalla

3 Per l’info-grafica del presente documento, sono state richieste informazioni alle amministrazioni nazionali
competenti in tutti i 28 Stati membri, che sono state integrate ove necessario o possibile con dati ufficiali
pubblicati dagli uffici statistici nazionali e, nel caso delle adozioni internazionali, nella presentazione
obbligatoria della Convenzione dell'Aia (Articolo 7). L’obiettivo del presente documento è quello di costruire
un'immagine più completa possibile delle tendenze nell'adozione nazionale ed internazionale nell'Ue, con
informazioni specifiche sulla proporzione delle adozioni intra-familiari, comprese le adozioni del coniuge, il
sesso e l'età dei minori adottati, e le ragioni sottese all'adozione. Tuttavia, non è stato possibile raccogliere un
insieme di dati totalmente comparabili e disaggregati per tutti gli Stati membri dell'Ue per l'intero periodo in
esame. Ciò si riflette nel calcolo dei valori medi, il che significa che il numero totale di adozioni nazionali e
internazionali per l'Ue nel suo complesso per l'intero periodo 2004-2014 è necessariamente superiore a quello
riportato in questo documento.

                                                                                                                 25
Convenzione possono aver luogo soltanto se le autorità competenti dello Stato d'origine:
“hanno constatato, dopo aver debitamente vagliato le possibilità di affidamento del minore
nello Stato d'origine, che l'adozione internazionale corrisponde al suo superiore interesse”. In
tal senso l’articolo 39 ter comma 1 lettera f) della legge 476/1998, ha quindi introdotto come
norma di legge, il requisito per gli Enti che intendono ricevere l’autorizzazione a svolgere
attività nel campo delle adozioni internazionali, di “impegnarsi a partecipare ad attività di
promozione dei diritti dell'infanzia, preferibilmente attraverso azioni di cooperazione allo
sviluppo, anche in collaborazione con le organizzazioni non governative, e di attuazione del
principio di sussidiarietà dell'adozione internazionale nei Paesi di provenienza dei minori;”.
Viene quindi esplicitamente chiesto agli Enti di intervenire tramite l’attuazione di progetti di
cooperazione    volti   a   prevenire   le   condizioni   di   abbandono     o   a   favorire     la
destituzionalizzazione e il reinserimento dei bambini in famiglia, attraverso misure di
sostegno e di crescita delle famiglie di origine e quindi di tutta la comunità di appartenenza.
Per quanto riguarda i Paesi di origine, si riscontra una tendenza diffusa ad attivare e rafforzare
in virtù del principio di sussidiarietà citato, gli istituti che consentono la permanenza del
minore nel suo Paese di origine, in particolare l’affidamento familiare e l’adozione nazionale.
Si tratta di istituti che solo nell’ultimo decennio hanno vissuto uno sviluppo consistente, sul
quale sarebbe interessante soffermarsi se si fosse in possesso dei dati nazionali dei singoli
Paesi di origine.
Si constata a volte che in alcuni paesi di provenienza l’istituto dell’affido etrofamigliare viene
declinato attraverso delle famiglie che accolgono i minori temporaneamente dietro compenso
ancorché si tratti di minori in stato di abbandono o anche attraverso l’utilizzo di così dette
case famiglia che in sostanza altro non sono che delle piccole comunità famigliari secondo il
nostro ordinamento.
In tal modo è evidente che si priva un certo numero di minori della possibilità di essere
adottati all’estero pur non essendovi prospettive di adozioni nazionali o di rientro nella
famiglia di origine.
Un’altra tendenza che va sviluppandosi parallelamente alla precedente, è quella di alcuni
Paesi di origine di inserire nel circuito dell’adozione internazionale, soprattutto minori
cosiddetti “special needs”, ossia minori che hanno un’età superiore ai cinque anni, oppure
affetti da problematiche di carattere socio-sanitario.

                                                                                                  26
Oltre a ciò, in virtù della ratifica della Convenzione dell’Aja del 1993, sono diversi gli Stati di
origine che hanno modificato la procedura interna, spesso centralizzandola o inserendo nuovi
passaggi amministrativi che se da un lato offrono maggiori garanzie di rispetto delle norme,
dall’altro rallentano notevolmente l’iter.
I Paesi di accoglienza, risentono notevolmente della riduzione dei flussi di adozioni
internazionali, e pertanto si vedono costretti a studiare nuove strategie di intervento in questo
campo. Sicuramente una di queste strategie, consiste nell’avviare trattative per l’apertura di
procedure adottive con Paesi di origine con cui non hanno lavorato fino ad oggi. Si tratta di un
percorso non semplice che, per rafforzare le garanzie sancite dalle Convenzioni e dalle
normative nazionali, può sfociare nella ratifica di accordi bilaterali. Un’altra strategia consiste
nello studiare nuovi strumenti, che possano non sostituirsi ma affiancarsi all’istituto
dell’adozione internazionale. L’esempio dell’Italia che ha realizzato in questi ultimi due
decenni programmi di soggiorni climatici o terapeutici a favore dei minori della Bielorissia, a
seguito del disastro nucleare di Chernobil, ne è indicativo oltre che essere un esempio studiato
da altri Stati di accoglienza. Infine anche i programmi di cooperazione nei Paesi di origine,
citati espressamente dall’articolo 39 ter comma 1 lettera f) della legge 476/1998, sono da
sostenere e rafforzare, perché possono concretamente contribuire al miglioramento del
funzionamento del sistema e delle singole procedure adottive, come ad esempio nel settore
della formazione del personale delle Autorità centrali e degli attori che operano in questo
campo - ciascuno nel suo ruolo e per le proprie competenze – andando a completare con il
loro tassello il puzzle di questa complessa e delicata materia.

                                                                                                27
APPENDICE STATISTICA

    Indice delle tavole

    1. Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori
       stranieri

    2. Minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia

    3. Enti autorizzati

                                                                                       28
1. Coppie che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori
           stranieri

Tavola 1.1 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri
              secondo la regione di residenza. Valori assoluti, valori percentuali e tassi per 100mila
              coniugate di 30-59 anni - Anno 2017

                                                                                           Tassi per 100mila coppie
Regioni                                   Valori assoluti             In % sul totale          coniugate 30-59 anni

Piemonte e Valle d' Aosta                             69                         5,9                          11,5
Lombardia                                            179                        15,4                          12,9
Trentino-Alto Adige                                   17                         1,5                          12,5
Veneto                                               126                        10,8                          18,3
Friuli-Venezia Giulia                                 33                         2,8                          20,7
Liguria                                               39                         3,4                          20,4
Emilia-Romagna                                        87                         7,5                          15,1
Toscana                                              124                        10,7                          25,0
Umbria                                                20                         1,7                          16,5
M arche                                               39                         3,4                          18,6
Lazio                                                111                         9,5                          13,4
Abruzzo e M olise                                     28                         2,4                          11,9
Campania                                              99                         8,5                          10,8
Puglia                                                82                         7,1                          13,3
Basilicata                                            11                         0,9                          13,0
Calabria                                              37                         3,2                          12,7
Sicilia                                               45                         3,9                            5,9
Sardegna                                              17                         1,5                            7,8
Totale                                             1.163                       100,0                          13,6

                                                                                                                 29
Tavola 1.2 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri
             secondo la regione di residenza e l'anno della richiesta - Anni 2012-2017

                                                              Anni

Regioni                        2012          2013           2014          2015           2016         2017

Piemonte e Valle d'Aosta        173           153            117           119             92           69
Lombardia                       459           409            329           321            257          179
Trentino-Alto Adige              34             50            41            35             26           17
Veneto                          233           224            178           176            151          126
Friuli-Venezia Giulia            40             39            24            33             43           33
Liguria                          77             85            71            59             52           39
Emilia-Romagna                  165           143            141           148            119           87
Toscana                         241           241            180           206            145          124
Umbria                           34             33            23            25             29           20
M arche                          77             67            58            63             42           39
Lazio                           293           240            187           151            145          111
Abruzzo e M olise                71             59            36            37             29           28
Campania                        164           188            132           146            133           99
Puglia                          155           135            117           119            123           82
Basilicata                       25             26            14            20             13           11
Calabria                         72             64            74            66             54           37
Sicilia                         124           108             87            58             70           45
Sardegna                         32             27            25            37             26           17
Totale                         2.469         2.291         1.834         1.819           1.549        1.163

                                                                                                              30
Tavola 1.3 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri secondo il tribunale
            competente e l'anno della richiesta. Valori assoluti anni 2012-2016, valori assoluti e percentuali anno 2017.

                                                                                                                    2017
                                                                                                                                 in %
Tribunali per minorenni             2012           2013           2014            2015           2016             v.a.      sul totale
Torino                               174            152            115             118              92             69             5,9
M ilano                              373            282            238             233             168            123            10,6
Brescia                               86            123             90              88              91             56             4,8
Trento                                23             33             21              19              21              8             0,7
Bolzano                               13             18             14               9               5             10             0,9
Venezia                              235            225            177             176             148            126            10,8
Trieste                               39             41             30              39              45             32             2,8
Genova                                79             86             75              60              55             40             3,4
Bologna                              164            142            141             148             119             86             7,4
Firenze                              235            238            175             205             144            123            10,6
Perugia                               35             34             23              25              30             19             1,6
Ancona                                80             67             59              63              41             40             3,4
Roma                                 295            240            189             152             144            110             9,5
L'Aquila e Campobasso                 69             57             36              37              29             27             2,3
Napoli                               134            150             95             103              91             63             5,4
Salerno                               31             39             37              43              39             36             3,1
Bari                                  81             73             61              63              52             38             3,3
Lecce                                 52             37             31              38              45             22             1,9
Taranto                               19             26             25              18              25             22             1,9
Potenza                               25             27             14              21              16             14             1,2
Catanzaro                             55             45             61              46              43             25             2,1
Reggio Calabria                       16             18             15              21              12             11             0,9
Palermo                               50             62             34              20              27             19             1,6
M essina                              38             18             20              21              15              6             0,5
Caltanissetta                         14              6               6              8               7              7             0,6
Catania                               22             25             27               8              19             14             1,2
Cagliari                              20             14               9             20              16              6             0,5
Sassari                               12             13             16              17              10             11             0,9
Totale                             2.469          2.291           1.834          1.819           1.549          1.163          100,0

                                                                                                                                  31
Tavola 1.4 - Tasso medio annuo delle coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso
                 in Italia di minori stranieri secondo la regione di residenza (a). Periodi 2000 (b)-2005,
                  2006-2010, 2011-2015 ed anni 2016 e 2017.

                                                                    Tasso medio annuo
                                       (b)
   Regioni                         2000 -2005          2006-2010           2011-2015               2016             2017

   Piemonte                                  19,6            25,5                  23,5             15,5             11,6
   Valle d'Aosta                             13,6            12,9                  19,0              6,4              6,4
   Lombardia                                 29,2            39,1                  28,7             18,5             12,9
   Trentino-Alto Adige                       26,9            34,3                  31,9             19,1             12,5
   Veneto                                    31,3            39,2                  30,3             21,9             18,3
   Friuli-Venezia Giulia                     26,6            28,4                  23,3             27,0             20,7
   Liguria                                   39,1            37,0                  39,4             27,2             20,4
   Emilia-Romagna                            29,0            31,9                  27,1             20,6             15,1
   Toscana                                   32,4            50,5                  44,2             29,0             25,0
   Umbria                                    27,9            36,5                  25,9             23,2             16,5
   M arche                                   27,0            37,1                  32,1             20,0             18,6
   Lazio                                     22,6            30,6                  28,5             17,5             13,4
   Abruzzo                                   15,8            23,7                  21,5             10,5             14,1
   M olise                                   33,9            39,2                  28,9             20,3              2,3
   Campania                                  14,4            20,3                  18,3             14,5             10,8
   Puglia                                    18,8            24,7                  22,3             19,7             13,3
   Basilicata                                 8,5            21,4                  25,0             15,4             13,0
   Calabria                                  22,1            24,2                  26,1             18,5             12,7
   Sicilia                                   14,8            20,8                  14,4              9,2              5,9
   Sardegna                                  10,7            15,0                  14,9             11,9              7,8
   Totale                                    23,7            30,9                  26,0             18,1             13,6
   (a) Al momento dell'autorizzazione all'ingresso del bambino
   (b) Dal 16/11/2000

Tavola 1.5 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri nell'anno 2017 secondo
              l'anno del conferimento incarico all'ente autorizzato

                                                            Anni del conferimento incarico
                      2005-2010        2011         2012         2013      2014           2015     2016     2017      Totale

Totale                        20             18      67           99         224             332   337        66       1.163

                                                                                                                             32
Tavola 1.6 - Classe di età dei coniugi alla data del decreto di idoneità (a) - Anno 2017

                                                                 Valori percentuali
Classi di età                                                     marito                                 moglie

< 30                                                                  0,3                                      0,7
30-34                                                                 3,6                                      8,0
35-39                                                                19,6                                     26,2
40-44                                                                40,1                                     40,5
45-49                                                                25,5                                     20,1
50 e più                                                             10,9                                      4,5
Totale                                                              100,0                                 100,0

Età media                                                            43,6                                     41,8
(a) Decreto di idoneità o provvedimento della Corte di Appello

       Tavola 1.7 - Classe di età dei coniugi alla data dell'autorizzazione all'ingresso - Anno 2017

                                                                 Valori percentuali
       Classi di età                                              marito                          moglie

       < 30                                                           0,0                               0,1
       30-34                                                          0,9                               2,6
       35-39                                                          8,9                              13,6
       40-44                                                         28,8                              34,7
       45-49                                                         37,6                              36,4
       50 e più                                                      23,9                              12,7
       Totale                                                      100,0                           100,0

       Età media                                                     46,6                              44,7

                                                                                                                     33
Tavola 1.8 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri
               secondo la motivazione del decreto di idoneità e l'anno della richiesta - Anni 2012-2017

                                                          Anni
M otivazione              2012          2013           2014                2015      2016               2017

                                                     valori assoluti

Generico                  1.782         1.695          1.264               1.379     1.095               856
M irato                    637           587            478                 409       375                280
Nominativo                   50             9            92                  31        76                 27
Totale                    2.469         2.291          1.834               1.819     1.546          1.163

                                                   valori percentuali

Generico                   72,2          74,0           68,9                75,8      70,8              73,6
M irato                    25,8          25,6           26,1                22,5      24,3              24,1
Nominativo                  2,0           0,4            5,0                 1,7       4,9               2,3
Totale                    100,0         100,0          100,0               100,0     100,0          100,0

     Tavola 1.9 - Coppie che hanno richiesto l'autorizzazione all'ingresso in Italia di minori
                    stranieri secondo il titolo di studio dei coniugi - Anno 2017

                                                               Valori percentuali
     Titolo di studio                                           marito                        moglie

     Senza scolarizzazione                                             -                            -
     Licenza elementare                                                -                          0,1
     Licenza media inferiore                                       10,5                           6,2
     Diploma media superiore                                       44,7                          38,4
     Laurea                                                        44,8                          55,3
     Totale                                                      100,0                         100,0

                                                                                                               34
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