NELL'OGGI E NEL DOMANI DI DIO - Il Docente di Religione Cattolica della Scuola Italiana - Istituto Comprensivo ...

Pagina creata da Irene Conte
 
CONTINUA A LEGGERE
NELL'OGGI E NEL DOMANI DI DIO - Il Docente di Religione Cattolica della Scuola Italiana - Istituto Comprensivo ...
NELL’OGGI
E NEL DOMANI DI DIO
Il Docente di Religione Cattolica
della Scuola Italiana
Dopo il lockdown, alla luce delle linee pastorali 2020/21
uno stimolo per programmare un nuovo anno scolastico
recuperando il profilo dell’Insegnante di Religione

                                     IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   1
Introduzione                                                                                       di don Giovanni Tonani

Come già ben sapete in questo inizio di anno scolastico          legalmente corretto… fine del dialogo. Il secondo. I conti del-
non terremo la tradizionale “assemblea plenaria”, non            le ore IRC non tornano manca un’ora rispetto a quanto chie-
perché non sappiamo cosa dire o cosa dirci, ma perché            sto. Risposta del collaboratore: ah sì, va beh aggiungiamo
chiedo ad ognuno di voi attenzione alle richieste di ogni        un’ora tanto possiamo sdoppiare. Questo dice chiaramente
singolo Istituto, all’organizzazione, alle richieste così da     una mancanza di stima della materia, spesse volte apri-
partecipare attivamente, come professionisti, contribuen-        oristicamente ideologica. L’insegnante di Religione deve
do alla vita della scuola, cercando di iniziare il meglio        fare uno sforzo in più, quello di “conquistare la fiducia e
possibile. Il primo impegno che vi chiedo è proprio que-         la credibilità”, non solo nei confronti dei ragazzi, ma an-
sto: quello di essere protagonisti nella vita della scuola cui   che delle loro famiglie, dei colleghi, delle segreterie (altro
siete mandati, protagonisti attivi e propositivi.                grande “gap”) dei dirigenti.

   È un inizio decisamente complesso; pare che la “scuola           Il docente di religione, poi, riceve un mandato chiara-
della normalità” sia un ricordo lontano. Al centro dell’at-      mente ecclesiale. Questo vale per tutti i docenti, anche
tenzione sta il distanziamento sociale, la creazione di          quelli di ruolo. Questo mandato è una sorta di spada “a
“bolle” che diventano castelli impenetrabili, didattica al-      doppio taglio”. Se viene ben considerato in genere come
ternativa, fatta all’aperto, nei luoghi più disparati (prima     capace di costruire rapporti costruttivi con i ragazzi, se
del covid, fare una lezione fuori sede era quasi un’impresa      viene considerato un “esperto” rispetto ad alcuni aspetti
ed ora è vivamente consigliato … senza più intoppi o per-        culturali-teologici, molto spesso il suo giudizio è valutato
corsi burocratici). Tutte queste cose vanno bene, ma pare        come “chiaramente di parte”, ecclesialmente e dottrinal-
sia necessario recuperare o meglio, ridirci (o ritrovare) il     mente influenzato, quindi non libero. Riporto un passag-
senso del nostro essere insegnanti, e per di più insegnanti      gio proprio legato a questo discorso che ho trovato sul
di religione cattolica, dentro la scuola italiana e in que-      sito della Diocesi di Concordia-Pordenone: «Non basta
sto tempo. Le pagine che seguono vorrebbero recuperare           dunque che il docente di religione possieda – come affer-
questa dimensione. In questo tempo di pandemia, dove             mava ironicamente già un secolo fa un pedagogista tedesco
i numeri dei contagi salgono, scendono, si stabilizzano,         (Diesterweg 1835)- “l’acume di un Lessing, l’entusiasmo di
ci sono paurosi picchi, dove alla fine non c’è certezza di       un Pestalozzi; le conoscenze di un Leibniz, la sapienza di
come andrà a finire il prossimo anno scolastico, che si-         un Socrate e l’amore di Gesù Cristo” , ma si vuole anche
gnificato dare alla professione docente e, per di più, al        che abbia l’impegno missionario di un S. Paolo; la compe-
compito dell’Insegnante di Religione? Provocatoriamen-           tenza teologica di un Rahner e l’acume pedagogico di una
te potrei dire: oggi ha ancora senso insegnare Religione         Montessori. Troppo per chiunque. L’insegnante di religione
Cattolica in Italia? Ancor più provocatoriamente potrei          è consapevole di essere sempre alla ricerca di un sottile equi-
chiedere: ma che cosa è l’insegnamento della Religione           librio tra le diverse esigenze che il suo ruolo comporta. Solo
Cattolica e, come oggi viene proposto, risponde a quei re-       così egli può conservare il gusto del rapporto umano, l’inte-
quisiti che ne determinano il profilo?                           resse per la persona dei suoi studenti, la consapevolezza di
                                                                 contribuire significativamente alla loro formazione».
   L’insegnante di religione, e lo ripeto soprattutto oggi,         Diventa necessario, quindi, recuperare tutte quelle mo-
professionalmente rischia una sorta di burnout: le ri-           tivazioni che ci hanno spinto a scegliere di essere inse-
chieste della scuola sono spesso contraddittorie, bisogna        gnanti, e per di più di Religione Cattolica. Ma non solo.
esserci, ma spesse volte inascoltati, insegnanti di una          Dobbiamo essere capaci di darci quello slancio che ci farà
categoria inferiore. Due esempi. Il primo un dialogo con         affrontare un inizio anno e, penso, un anno intero, impe-
un dirigente: cosa ne faccio dell’IdR quando nella sezione       gnativo, non senza imprevisti o sorprese, faticoso soprat-
dell’infanzia ci deve essere una sola maestra? Ma l’IdR è        tutto per trovare e garantire il giusto posto che ha IRC
docente sulla sezione a tutti gli effetti… Ah sì questo è vero   nella scuola italiana.

               SEGUONO ALCUNE SCHEDE
               DI APPROFONDIMENTO
               E I PERCORSI DI FORMAZIONE

                                                                            IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   2
Scheda di approfondimento

      01
PROFILO
PROFESSIONALE
Nel 2018 mons. C. Nosiglia, definiva così l’insegnante di Religione: «Il servizio che l’IDR
svolge nella scuola ha una natura ed una finalità culturali, che esigono una precisa profes-
sionalità docente, ricca di umanità, di formazione appropriata e di forte passione educativa.
C’è tuttavia un aspetto peculiare dell’identità dell’IDR, che, a volte, è dato per scontato e       1
                                                                                                      Discorso agli Idr 21 aprile
che invece risulta alla lunga il più decisivo per dare significato e valore alla sua funzione       2018.
docente. Riguarda non tanto il sapere e il saper fare, ma l’essere docente di religione per         2
                                                                                                      «Ricordatevi che l’educa-
                                                                                                    zione è cosa del cuore, e
un esplicito, riconosciuto “mandato” da parte della Chiesa, come parte integrante della sua
                                                                                                    che Dio solo ne è padrone,
professionalità»1.                                                                                  e noi non potremo riuscire
                                                                                                    a cosa alcuna, se Dio non ce
  Da qui alcuni punti fermi che devono essere messi a fuoco.                                        ne insegna l’arte, e non ce
                                                                                                    ne mette in mano le chiavi.
                                                                                                    Studiamoci di farci amare, di
 Formazione iniziale (acquisizione del titolo) e continua (in servizio) che ha come fine           insinuare il sentimento del
  quello di valorizzare e qualificare la funzione docente al fine di acquisire competenze           dovere del santo timore di
  disciplinari (teologiche), pedagogiche, didattiche e relazionali. Questo per raggiunge-           Dio, e vedremo con mirabile
                                                                                                    facilità aprirsi le porte di tanti
  re almeno tre fini:                                                                               cuori ed unirsi a noi per can-
— far raggiungere agli allievi gli obiettivi previsti;                                              tare le lodi e le benedizioni
— avere sempre di più una giusta valutazione di sé e delle proprie azioni didattiche;               di Colui che volle farsi nostro
— rafforzare la dimensione relazionale empatica ed indebolendo (non annullando) la                  modello, nostra via, nostro
                                                                                                    esempio in tutto, ma parti-
  relazione meramente valutativa2.                                                                  colarmente nell’educazione
                                                                                                    della gioventù» scriveva San
 Didattica. Costruire significati e narrare contenuti. Avere capacità di dialogo con gli           Giovanni Bosco (1815-1888)
  alunni, ma anche un linguaggio narrativo – simbolico. Questo significa:                           nella lettera circolare Dei
                                                                                                    castighi da infliggersi nelle
— il dialogo, pur importante, rischia di rompere quella a-simmetria tra docente e allievo           case salesiane del 29 genna-
  e di basarsi su questioni pratiche, concrete, immanenti.                                          io 1883 pubblicata solo nel
— la narrazione aiuta meglio, anche attraverso la dimensione simbolica, a tenere saldi i            1935.
  due elementi trascendente ed immanente. Questo aiuta anche l’allievo a narrare le sue
                                                                                                    3
                                                                                                      L’esperienza del lockdown
                                                                                                    ci ha aiutato in questo senso.
  esperienze con maggiore libertà riuscendo anche a definirle teoreticamente3.                      Il narrare delle loro esperien-
— la narrazione, poi, impone al docente di conoscere sempre meglio i contenuti che                  ze, aiutati anche dai mezzi di
  trasmette, in forma organica e sintetica, con terminologia specifica che riesce a tra-            comunicazione sociale, ha
                                                                                                    reso i ragazzi più liberi di dir-
  smettere alla classe in modo chiaro e comprensibile a tutti.
                                                                                                    si e di non solo descrivere la
                                                                                                    loro esperienza, ma anche di
 Possedere strumenti teorici ed operativi che riescano a conseguire gli obiettivi che              teorizzarla in modo astratto.
  ci si pone, in particolare4: saper organizzare e animare la lezione utilizzando anche             4
                                                                                                      Cfr P. Perrenoud “Dieci
                                                                                                    nuove competenze per
  nuove tecnologie; saper gestire la progressione degli apprendimenti, differenziando il            insegnare” Roma 2002. Qui
  lavoro e coinvolgendo gli alunni; saper lavorare in gruppo; informare e coinvolgere i             ne vengono evidenziati solo
  genitori; partecipare alla gestione della scuola; formazione continua.                            alcuni.

                                                                            IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   3
Scheda di approfondimento

     02
IL MANDATO
ECCLESIALE
Mons. Nosiglia, nel discorso che troviamo nella Scheda I, evidenzia il tema del mandato
ecclesiale. Tema particolarmente discusso in quanto legato alla questione della idoneità.
Penso che l’attenzione non dovrebbe essere posta sul tema dell’idoneità; quest’ultima
è una conseguenza del mandato ecclesiale. L’attenzione va posta sulla Chiesa che in-
via un docente a suo nome per insegnare Religione Cattolica. Ma proviamo a fare un
ragionamento, partendo proprio dalla idoneità. Ogni IdR è un mandato, non agisce per
sé ma agisce in nome della Chiesa che lo manda. Non si diventa insegnante di religione
cattolica solo perché in possesso del titolo di qualificazione professionale. Questo titolo
è uno dei requisiti per insegnare religione cattolica, ma certamente non l’unico. Un altro
requisito, e molto più importante del titolo, è il decreto di idoneità. È, allora, logico porsi
queste domande:
— l’idoneità perché esiste solo per gli insegnanti di religione?
— Quali esigenze deve difendere?

    Il Codice di Diritto Canonico impone all’Ordinario Diocesano di accertarsi che gli
aspiranti all’insegnamento della religione cattolica “… siano eccellenti per retta dottrina,
per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica” (Can. 804). Non leggiamo
però ancora la parola idoneità che troviamo per la prima volta nel protocollo addizionale
dell’Accordo di revisione del Concordato (Legge 121 del 23.3.1985). A questo punto la
risposta alle domande si può formulare in questi termini: l’istituto dell’idoneità permette
di realizzare il principio che è la Chiesa il soggetto cui compete l’insegnamento della reli-
gione cattolica, per cui si ha effettivamente tale insegnamento solo quando il docente è in
particolare rapporto di comunione e di identità con la comunità ecclesiale. L’insegnante di
religione cattolica non solo deve insegnare correttamente il contenuto della religione
cattolica, ma deve essere coinvolto in questo contenuto.
    Questa esigenza sta alla base non solo dell’idoneità, ma anche dell’eventuale revoca.
Non è quindi un diritto, solo perché si è in possesso del titolo di qualificazione profes-
sionale, pretendere di insegnare religione, ma è importante essere in comunione con la
Chiesa. Conclude mons. Nosiglia: «Più volte abbiamo sottolineato e ribadito con forza che
l’idoneità è un processo, un cammino, che non si chiude con il decreto ed il certificato che la
riconosce, ma permane come fattore di comunione da cui il docente può trarre elementi di
un costante stimolo e rinnovamento nel dialogo ecclesiale e nel sentirsi unito a quella comu-
nità da cui trae la ragione stessa del suo essere docente di religione. C’è un ambiente vitale,
entro cui il docente si è formato, che deve continuare a dare i suoi frutti anche durante la
docenza e deve irrobustirsi attraverso modi e forme sempre più concreti di interscambio di           5
                                                                                                      Discorso agli Idr 21 aprile
doni, anche spirituali oltre che pastorali»5.                                                        2018.

                                                                             IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   4
Formazione prevista in approfondimento alle schede 1 e 2
     Percorso
    formazione                                                    PER INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA
                                                                    DOCENTI IRC SECONDARIA, SPECIALISTI
          A                                                                E TITOLARI DI SEZIONE/CLASSE

                                                                   INCONTRI VIA WEB IN SINCRONO
                                                                                La prova della visione dei due incontri
                                                                                      sarà verificata con apposito test

EDUCAZIONE CIVICA E IRC
Incontro assembleare – guida don Giovanni Tonani
2 ore

Da questo anno scolastico torna fra le discipline impartite a scuola l’educazione civica. Non sarà un unico docente a inse-
gnarla, ma saranno tutti i professori di un Consiglio di Classe a tenere delle apposite ore, per un minimo di 33 ore annuali.
   La domanda è: come gli insegnanti di Religione Cattolica si stanno preparando ad affrontare l’introduzione dell’edu-
cazione civica? Evitando, paure, allarmismi, deleghe o completo disinteresse? Il breve percorso esporrà le linee guida
dell’insegnamento di Educazione Civica certamente inserito dentro l’Insegnamento della Religione Cattolica. Non si
sostituiscono corsi e percorsi pensati dai diversi istituti, ma l’attenzione è posta sul ruolo che può avere IRC dentro
questo percorso. Per noi docenti non si tratta tanto di novità in quanto anche se gli obiettivi di Religione Cattolica non
sono esplicitati nelle linee guida di Educazione Civica, le tematiche legate allo sviluppo sostenibile, alla solidarietà, al
rispetto del creato vengono da sempre affrontate in tutti gli ordini di scuola nelle nostre programmazioni. Ora si tratta di
lavorare in modo trasversale con altre discipline per condurre l’alunno ad una maturazione del senso di responsabilità
civica, sociale e solidale.

I SETTE IMPEGNI EDUCATIVI DI PAPA FRANCESCO
Incontro assembleare – guida don Giovanni Tonani
2 ore

«Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità
capace di avviare e generare nuovi processi e nuove trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel
sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri
buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti” (Enc. Fratelli tutti,
77). Un processo plurale e poliedrico capace di coinvolgerci tutti in risposte significative, dove le diversità e gli approcci sap-
piano armonizzarsi per la ricerca del bene comune. Capacità di fare armonia: ci vuole questo, oggi». (Papa Francesco - vi-
deomessaggio del Santo Padre in occasione dell’incontro promosso e organizzato dalla congregazione per l’educazione
cattolica: “Global compact on education. together to look beyond” – 15 ottobre 2020)
   Riflessione e confronto sui sette impegni proposti da Papa Francesco.

          Gruppi                                      Educazione civica e IRC                      I sette impegni

          Primaria/Infanzia bergamasco                2 dicembre 2020 ore 17.00                    17 marzo 2021 ore 17.00

          Primaria/Infanzia cremonese                 9 dicembre 2020 ore 17.00                    3 marzo 2021 ore 17.00

          Primaria/Infanzia mantovano                 11 dicembre 2020 ore 17.00                   24 marzo 2021 ore 17.00

          Secondaria I e II grado                     4 dicembre 2020 ore 17.00                    19 marzo 2021 ore 17.00

          Recupero assenti                            In modalità registrata                       In modalità registrata

                                                                               IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   5
Formazione prevista in approfondimento alle schede 1 e 2
     Percorso
    formazione                                                             FORMAZIONE PREVISTA
                                               DOCENTI SPECIALISTI E TITOLARI DI SEZIONE/CLASSE
         B1                                                                 INFANZIA E PRIMARIA

                                                                INCONTRI VIA WEB IN SINCRONO
                                                                             La prova della visione dei due incontri
                                                                                   sarà verificata con apposito test

LA FIGURA DI MARIA
CONCLUSIONE PERCORSO SU “ARTE, TEOLOGIA E DIDATTICA”
a cura di d. Angelo Maffioletti e Elena Poli
2 ore

          Gruppi                                                Date

          Titolari Primaria/Infanzia cremonese                  13 gennaio 2021 ore 17.00

          Titolari Primaria/Infanzia mantovano                  13 gennaio 2021 ore 17.00

          Titolari Primaria/Infanzia bergamasco                 21 gennaio 2021 ore 17.00

          Tutte le Docenti specialiste IRC                      21 gennaio 2021 ore 17.00

ESEMPI DI APPLICAZIONE DIDATTICA DEL PERCORSO ARTISTICO
a cura di Elena Poli
2 ore

          Gruppi                                                Date

          Titolari Primaria/Infanzia cremonese                  8 febbraio 2021 ore 17.00

          Titolari Primaria/Infanzia bergamasco                 10 febbraio 2021 ore 17.00

          Titolari Primaria/Infanzia mantovano                  18 febbraio 2021 ore 17.00

ISTRUZIONI OPERATIVE
Per accedere ai corsi via web provvederemo a indicare modalità e piattaforma
una settimana prima degli incontri.
Le informazioni verranno inviate presso l’istituto di appartenenza.
Preghiamo le SSVV di reperire presso le segreterie i dati per tempo.
Per la validità della partecipazione al corso è necessario essere presenti dall’inizio alla fine.
Eventuali eccezioni devono essere concordate in precedenza con il responsabile dell’ufficio.
Verrà fatto appello alla fine della sessione.

                                                                            IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   6
Formazione prevista in approfondimento alle schede 1 e 2
     Percorso
    formazione                                                                           FORMAZIONE PREVISTA
                                                                                       DOCENTI IRC SECONDARIA
        B2                                                                                       DI I E II GRADO

IMPARARE A STARE NELLA SCUOLA IN QUESTO TEMPO SOSPESO
organizzato dalla Consulta Regionale per la pastorale della Scuola
6 ore

MARTEDÌ 10 NOVEMBRE
ABITARE LA CRISI PENSANDO IL FUTURO
L’insegnante nel contesto sociologico attraversato dalla pandemia
Prof. Mauro Magatti (Sociologo ed economista, Docente ordinario di Sociologia e Analisi e istituzioni del capitalismo
contemporaneo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).
   L’incontro offre ai docenti un’analisi e una panoramica della situazione sociale ed economica nel tempo dell’emer-
genza Covid-19. Insegnanti e alunni come interpretano gli eventi che stanno accadendo e come possono preparare il
futuro dentro una scuola in forte cambiamento?

MARTEDÌ 17 NOVEMBRE
LA CONNESSIONE EMOTIVA
Emozioni e relazioni di docenti e studenti nella dimensione emergenziale
Dott.ssa Ivana Simonelli (Psicologa Psicoterapeuta e Psicopedagogista,Terapeuta EMDR Practitioner - Fondatrice Me-
todo Psicopedagogico Dillo con la Voce)
   Quali emozioni attraversano gli insegnanti nella dimensione personale/professionale? Quali emozioni hanno portato
i ragazzi in questi mesi nella classe in presenza e portano nella classe digitale? Quali prospettive, parole, gesti, espres-
sioni poter portare nella relazione tra insegnante/studente laddove possono essere presenti anche indicatori di trau-
matizzazione? La proposta formativa, si concentrerà sulla possibilità di fornire ai docenti indicazioni psicopedagogiche
specifiche e strumenti il più possibile semplici e concreti, su misura, per affrontare le sfide della scuola in emergenza.

MARTEDÌ 24 NOVEMBRE
I FONDAMENTI DEL FARE SCUOLA NELLA SITUAZIONE DI EMERGENZA
Prof. Pierpaolo Triani (Professore ordinario di Pedagogia generale . Direttore del centro studi per l’educazione alla
legalità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia)
   La situazione di emergenza che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ci costringe a riflettere su quali siano i fondamenti
del “fare scuola”. La questione non è solo tecnico - metodologica, ma peculiarmente pedagogica in quanto chiama in
causa le finalità che intendiamo assegnare alla scuola e conseguentemente le forme di insegnamento, di relazione edu-
cativa, di professionalità docente che intendiamo coltivare. Che cosa abbiamo imparato in questi mesi? Su quali aspetti
porre particolare attenzione? La riflessione si articolerà tenendo presenti queste domande.

             Link immediato per l’iscrizione: http://www.afppatronatosv.org/iscrizioni

                                                                           IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   7
Scheda di approfondimento

     03
COMPETENZE
SPIRITUALI
Esprimo subito una mia convinzione: l’insegnante di religione, come professionista nella
scuola, deve essere competente, oltre che in teologia secondo gli sudi compiuti, nella
didattica e nella spiritualità. L’IdR non deve fare, almeno principalmente e come caratte-
ristica, lo psicologo o l’assistente sociale. Ma andiamo per gradi.

    Scrive Padre Bernard: «È un dato storico che tutti gli sforzi filosofici hanno obbligato la
riflessione a scrutare i campi in cui il soggettivo e l’oggettivo si implicano reciprocamente:
conoscenza, logica, linguaggio, libertà e valori, estetica ecc. Tutta questa riflessione con-
tribuisce al rigore e alla modestia nella ricerca della verità. Il credente non teme il rigore
critico. Fondato sulla fede, egli conserva la lezione trasmessa dai mistici: ogni discorso su
Dio comprende una fase di affermazione e una di negazione; ogni ricerca di Dio implica
un pensiero di Dio e una trasformazione interiore»6. Cosa significa “competenza spiritua-
le”? Prima di tutto saper cogliere da parte dei ragazzi lo stupore che esprimono dopo la
narrazione, uno stupore espresso in diversi modi e che dice quella esperienza fondante
che è l’incontro con il Signore, alla fine sono due elementi citati nel canone 804 “retta
dottrina” e “testimonianza di vita cristiana”, che portano il docente ad un insegnamento
autorevole preparato non solo culturalmente ma anche spiritualmente (amare, pregare,
educarsi al servizio ed alla carità, al perdono, ad essere dei perdonati). Ecco perché il
docente di Religione dovrebbe essere un uomo di preghiera, di contemplazione, che poi
sfocia nell’azione nel lavoro e nell’impegno nella comunità e nel mondo. Con una battuta
si potrebbe dire che l’insegnante di Religione prima di parlare di Dio dovrebbe parlare
con Dio. Da qui, la competenza spirituale si esprime in particolare intercettando:
— la domanda di assoluto che è presente nell’uomo, al di là dell’attuale relativismo o
    dell’indifferenza religiosa;
— il bisogno di gioia che hanno i ragazzi, comunicando la Verità e la Vita;
— il bisogno di rispondere alle grandi domande dell’uomo, presenti nel cuore di tutti i
    nostri ragazzi;
— il senso religioso presente in tutti
— la provocazione della Scrittura che non può essere tralasciata: «Il vostro ornamento …
                                                                                                       6
                                                                                                         CH. A. BERNARD, Teologia
    è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che
                                                                                                       spirituale, Paoline, Roma
    agli occhi di Dio è di gran valore»7. È lì che l’IdR deve avere attenzione e sensibilità.          1972, 41-42 - Quello che
— in sostanza la dimensione interiore dell’uomo, tanto tralasciata e, a volte, negata da               maggiormente interessa è la
    parte di molti anche nella scuola.                                                                 parte sottolineata.
                                                                                                       7
                                                                                                         Cfr 1Pt 3, 3-4, qui Pietro
                                                                                                       scrive alle donne, ma queste
   In primavera: incontro assembleare, diviso per gradi di scuola,                                     parole sono scritte anche per
   guidato da don Giovanni Tonani                                                                      tutti i credenti.

                                                                               IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   8
Scheda di approfondimento

     04
COMPETENZE PSICOLOGICHE
Affermare che il docente di religione non deve fare lo psicologo significa sdoganare un
luogo comune che vede l’IdR impegnato, sia in aula, sia in progetti o funzioni, unicamen-
te verso situazioni problematiche o di carattere sociale/relazionale. A mio parere prima
di tutto viene la competenza spirituale e poi psicologica, per salvaguardare la natura
dell’IRC e il mandato ecclesiale. Questo non significa dimenticare il relazionale, il sociale
e, al limite, il border line, ma vuol dire concretizzare quella dimensione narrativa che
mette in gioco sia il trascendente che l’immanente. Entrambi vengono messi in gioco; il
rischio è quello di essere tutti rivolti verso l’immanente a scapito del contenuto fondante
l’IRC, e il mandato di fondo cioè il trascendente.
    Allora non va tenuto conto dello psicologico? No di certo, ma bisogna sempre te-
nere presente che in aula non siamo psicologi, se non addirittura assistenti sociali, ma
docenti IRC, con uno specifico mandato. Allora quali sono le competenze psicologiche
richieste? Premesso che l’IdR deve partire sempre dalle competenze spirituali, che sono
caratteristiche sue proprie, cioè dalle domande di senso e “dalla risposta” che è Cristo,
dentro questo passaggio e dentro questa logica, l’azione didattica deve tenere conto della
centralità dello studente come persona singola ed irripetibile, l’IdR dovrà essere capace
di motivare l’alunno, di dare senso ai suoi sforzi, ai successi, come anche alle sconfitte,
quindi in grado di dare un valore aggiunto alle situazioni, alla scuola, alla realtà, anche
ai contenuti; questo valore aggiunto si trova in quel binomio che trova psicologia e spi-
ritualità concordi nell’agire. Definito, allora, che non è più pensabile ridurre la lezione
sono alla dimensione frontale (il docente parla e gli alunni ascoltano) l’azione pedago-
gica deve essere acutamente curata, non solo nell’aspetto comunicativo-contenutistico,
ma anche nelle “relazioni educative” che si esprimono attraverso la fiducia, la stima,
l’ottimismo, creando un clima formativo adeguato all’apprendi-mento. È questo l’aspetto
psicologico in cui l’IdR deve essere formato e crescere. Quindi l’IdR non solo deve essere
in possesso di alcune conoscenze relative ai processi psichici (che provengono dal piano
di studi sia dell’ISSR che dei Corsi Istituzionali delle Facoltà Teologiche), ma soprattutto
deve portare con sé una serie di tecniche psico-pedagogiche fondanti, quali: il dialogo ed
il colloquio, la sperimentazione, l’ascolto, l’empatia, la flessibilità la curiosità, l’apertura
alla novità, la capacità di accettare e valorizzare ogni allievo. Quale aspetto dovrebbe
essere valorizzato dall’IdR? Sicuramente la motivazione allo studio ed allo stare in classe
(e a scuola) che porterà l’alunno ad aumentare quell’autostima che, per tante ragioni uno
studente non motivato perde e che porta ad una forte crisi (che non è assistenzialismo
psicologico, non è analisi psicologica, non è psicoterapia). Tenendo sempre presente il
binomio inscindibile per un IdR che è quello della spiritualità-psicologia, equilibrando, in
questo modo sia la deriva spiritualista che quella psicologica, in fin dei conti la teologia
tomista ci ricorda che «gratia supponit naturam, non destruit, sed perficit eam»8. In questo          8
                                                                                                        Summa Theologiae I,2,2,
senso l’IdR testimonia un incontro educativo e non solo didattico che entra nell’umano:               ad 1
«Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando permettia-                   9
                                                                                                        Papa Francesco, Evangelii
mo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro essere più vero»9.          Gaudium 8

                                                                              IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   9
Scheda di approfondimento

      05
COMPETENZE COMUNICATIVE
Ogni docente ha un suo modo di comunicare, una sua caratteristica comunicativa, a
volte efficace, a volte meno, ma che sempre viene portata con sé e condivisa con i propri
alunni. Ma che cosa significa comunicare in classe? Se si vuol mantenere quel binomio
inscindibile per l’IdR spiritualità-psicologia, prima di tutto per un docente di Religione
significa essere “sale della terra e luce del mondo”, terra e mondo, luoghi fisici precisi e
declinabili che vanno vissuti nella logica del “essere nel mondo ma non del mondo”. Recu-
perando la competenza psicologica, curando, facendo crescere e rafforzando le relazioni,
tutto questo consegnando e incrementando contenuti, ma dando anche risposta alle do-
mande di senso, curando lo stile nelle relazioni10.
    La competenza comunicativa, quindi, chiede un esercizio ulteriore al docente, ed in spe-
cifico all’IdR, cioè quello di saper sostare, fermarsi, fors’anche godere di una “presenza
umana” che viene ad essere concreta nella classe, negli alunni. Ed è proprio in questa “so-
sta” che si gioca la comunicazione. Sostando e contemplando grida e silenzi, parole e gesti,
sguardi e respiri, si può capire su quali aspetti comunicativi si può far leva per dar senso alle
parole o ai silenzi che sempre trasmettono significati11. Quindi cosa e come comunicare?
    Che cosa comunicare? Il rimando prima di tutto va alle “Indicazioni Nazionali”. Non
si prescinde da questo. Le si deve seguire, senza alcun giudizio di merito. Ma sul “che
cosa” va fatta un’ulteriore riflessione. Educare per un IdR non significa formare, o ac-
compagnare, l’alunno a divenire un buon cittadino, ma prima di tutto significa far cre-                   10
                                                                                                             Scrive il nostro Vescovo
scere un uomo che sarà un buon cittadino12, questo ancora alla luce delle due dimensioni                  Antonio: «… i giovani d’oggi
spirituali e psicologiche che non vanno mai dimenticate.                                                  sono efficace cartina di
                                                                                                          tornasole dei processi di
    Come comunicare? Per un IdR il modello comunicativo è Gesù e soprattutto la sua
                                                                                                          cambiamento, reclamano in
comunicazione che sorprendeva gli ascoltatori e li metteva, non poche volte, in crisi, fa-                diversi modi questa conse-
cendoli crescere e mostrando il contenuto essenziale, ed efficace per l’uomo, del Vangelo.                gna di senso, questo atto di
Allora come comunicare? Non si può dare una risposta univoca, è necessario partire da                     tradizione condivisione del
                                                                                                          destino umano». A. Napo-
un presupposto: davanti a noi ci sono degli “ascoltatori” che la comunicazione inizia non
                                                                                                          lioni, “Educare e risorgere,
dalla nostra bocca, ma dall’orecchio di chi ascolta. La seconda fase della comunicazione                  annuncio spirito e metodo”, S
poi si concentra nella mente e nel cuore della persona. Una comunicazione è efficace                      Paolo, Milano 2010 p 64.
se muove il cuore e lo trasforma, lo arricchisce, lo rende nuovo. Consiglio di leggere e
                                                                                                          11
                                                                                                             «Orfani delle grandi utopie
                                                                                                          collettive e delusi dai prota-
riflettere su almeno tre episodi evangelici conosciuti e significativi:                                   gonismi adolescenziali dell’a-
— Zaccheo (Lc 19,1-10) – l’essenziale nella comunicazione e la comunicazione gestuale;                    dulto individualista di turno,
— il giovane ricco (Mt 19, 16-24) – il rifiuto nella relazione educativa-comunicativa                     domandano di sperimentare
— la madre dei figli di Zebedeo (Mt 20,20-27) – la comunicazione mendace, ingannevole,                    affetto, amicizia, dialogo, ac-
                                                                                                          coglienza, gruppo, comunità
    che rischia di proporre premi o ricompense, che non è capace di dire di no… e lo stile                e amore». Ibidem.
    di Gesù: «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». (Mt 5, 37)       12
                                                                                                             «Non consiste nell’edu-
                                                                                                          care un futuro cittadino alle
    Per questo l’IdR è chiamato a:                                                                        condizioni e interazioni della
—   educare secondo il modello di Cristo;                                                                 vita sociale, ma prima di tutto
—   costruire una didattica incoraggiante;                                                                nel fare un uomo e con ciò
                                                                                                          preparare un cittadino». R.
—   avere fiducia dei propri allievi;                                                                     Rezzaghi, Manuale di didatti-
—   non rinunciare a principi etici elevati ed esigenti senza mediazioni o fittizi buonismi;              ca della religione, La Scuola,
—   nel rispetto del Magistero e della Tradizione della Chiesa.                                           Brescia 2012, p 84.

                                                                                IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   10
Percorso
    formazione                                                                                      PER TUTTI I DOCENTI
                                                                                                         (non solo IdR)
          C

IL MONDO DIGITALE, LE AZIONI EDUCATIVE
E LA COSTRUZIONE DELLA COMUNITÀ
Coordinatori del corso e dell’Organizzazione generale:
Prof. don Paolo Arienti, Prof. don Luigi Donati Fogliazza, Prof. don Giovanni Tonani

FORMAZIONE DEI FORMATORI
Questo livello assolve alla funzione di occasione formativa per tutti i soggetti diocesani interessati, a partire dai docenti
formatori della Diocesi, e perseguire lo scopo duplice di un aggiornamento di contenuti ed una costruzione di un linguaggio
condiviso sul tema. Focus principale: come l’ambiente digitale intercetta l’azione educative, la provoca e, in seconda battuta,
quali orizzonti e senso assume oggi la cosiddetta pastorale digitale.

PRIMO INCONTRO
Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo. Il valore e il significato delle dimensioni della comunica-
zione vissuta nello scenario del digitale e nell’azione pastorale. Il costrutto delle “tecnologie di comunità” (Rivoltella,
2017): il ruolo del digitale e delle tecnologie nella capacità di suscitare appartenenza e di sostenere i legami, nel gruppo
e nella comunità.
   Modalità di lavoro e durata: due ore via web

SECONDO INCONTRO
Identità e nuovi media. Come la presenza del digitale interagisce con i processi di costruzione identitaria personale e
sociale. La media education, educare a, con, per i media. Ripercorrere i significati che la media education ha espresso
nel corso del tempo e la loro risonanza anche in ambito pastorale.
   Modalità di lavoro e durata: due ore via web
   Destinatari: alcuni formatori IRC della Diocesi di Cremona
   Periodo: novembre 2020
   Referente del progetto: – CREMIT UNICATT MILANO

PER I DOCENTI E GLI EDUCATORI
Questo secondo livello formativo assolve alla funzione di offrire, in primis agli educatori che a vario titolo operano a contatto
con l’età evolutiva nel mondo della scuola, degli Oratori, dei percorsi catechistici ed associativi, un percorso di approfondi-
mento dedicato ai media digitali: al loro potenziale culturale e alle ripercussioni sulla relazione educativa, anche alla luce
delle esperienze vissute nei mesi di pandemia.

  Nel percorso viene chiesto il riconoscimento delle proposte:
— 1 incontro a convegno on line (3 ore)
— 1 modulo a livello zonale con discussione on-line (2 ore)
— 2 incontri per area di servizio nella logica del workshop (4 ore)
   Destinatari: docenti IRC e non solo
   Referente del progetto: – CREMIT UNICATT MILANO
   Periodo: gennaio-febbraio 2021

                                                                             IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   11
Percorso
    formazione                                                                                  PER TUTTI I DOCENTI
                                                                                                     (non solo IdR)
          C

Sedi dei Corsi in presenza:
  Zona Pastorale 1 – Santuario Caravaggio - Circonvallazione Papa Giovanni Paolo II, 23
  Zona Pastorale 2 – Oratorio Parrocchiale di Soresina (CR) – Via don Bosco, 7
  Zona Pastorale 3 – Seminario Vescovile – Cremona (CR)– Via Milano, 5
  Zona Pastorale 4 – Oratorio Parrocchiale di Sospiro (CR)– Via S. Giacinto, 15
  Zona Pastorale 5 - Oratorio Parrocchiale di Casalmaggiore (CR) – Piazza Marini, 2

   Il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia è uno dei 61 centri di ricerca
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Fondato nel 2006 su richiesta dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombar-
dia. Il centro opera da allora sviluppando ricerca e formazione nei due ambiti della Media Education e dell’Educational
Technology. L’attività del centro si sviluppa in 6 aree di intervento: Peer&media education, Media Education, Forma-
zione degli insegnanti e del personale della scuola, Didattica e Pastorale del Web, Formazione nei contesti organizzativi,
Valutazione e monitoraggio, Blended Learning e ricerca didattica nei processi di innovazione.

                                                                         IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   12
Percorso
    formazione                                                                                          PERCORSO
                                                                                              DI APPROFONDIMENTO
          D

CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO?
LA SOFFERENZA E LA SPERANZA: UN ITINERARIO NELLA VITA DELL’UOMO
modalità mista, sia via web che in presenza
6 ore (date e relatori saranno comunicati successivamente)

La sofferenza fa parte della condizione umana, è nostro pane quotidiano; e se Elohim è il Dio della vita lo possiamo
senz’altro trovare anche in fondo alle sofferenze nostre e degli altri. Qualche volta la notte del dolore consente di vedere
stelle più lontane, e di sentire “abitato” il vuoto creato dalla sofferenza. L’incontro con la sofferenza ci può far accedere
a dimensioni più profonde della nostra vita, quando nella nudità dell’esistenza possiamo incontrare un io più vero che
ancora non conoscevano. Altre volte, invece, la sofferenza peggiora le persone, toglie la luce del giorno e non riusciamo
più a vedere neanche il sole a mezzodì. I primi capitoli della Genesi ci dicono che la sofferenza dell’”Adam” non era
nel progetto originario di Dio, e che la sua sorgente è esterna ad Elohim. La Bibbia sa che gli dèi che si nutrono della
sofferenza degli uomini si chiamano “idoli”.

PRIMO INCONTRO
CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? Giobbe e il dramma della sofferenza
Riflessione biblica

SECONDO INCONTRO
CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? Il Dio buono e la presenza del male
Riflessione teologica

TERZO INCONTRO
CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? Speranza e disperazione
Riflessione letterario-filosofica

Per studenti dell’ultimo anno della Scuola secondaria di primo grado
e studenti della Scuola secondaria di secondo grado

C’È QUALCUNO CHE ASCOLTA IL MIO GRIDO? Giobbe e l’enigma della sofferenza
8-13 marzo 2021

Il problema del male e della sofferenza innocente ha sempre interrogato l’essere umano. Negli ultimi tre secoli, invece,
questo problema è diventato domanda sulla bontà e l’esistenza stessa di Dio. Come mai un Dio buono può permettere
questo? Dal terremoto di Lisbona nel 1755, ai più recenti attentati terroristici, senza dimenticare i campi di concentra-
mento del secolo XX, i grandi incidenti aerei, i disastri naturali o la sofferenza dei bambini nelle guerre. Il libro biblico
di Giobbe ripropone il problema della sofferenza in un modo molto efficace e attuale, come si vede dal fatto che è una
delle opere più riprese dalla letteratura contemporanea. La Mostra ripropone il grido di Giobbe in dialogo col grido dei
nostri coetanei fino ad arrivare a quel litigio che l’uomo di Us (e l’uomo moderno) presenta a Dio.
(dalla presentazione della mostra)

                                                                          IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   13
Percorso
    formazione                                                                 IN OCCASIONE DEI 700 ANNI
                                                                          DALLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI
          E

L’AMOR CHE MOVE
L’universo poetico di Dante non è solo una tappa fondativa della Letteratura italiana. È complessivamente cultura,
umanistica e teologica di un’epoca. Il viaggio dell’umano, la sua destinazione, la costellazione valoriale di riferimento,
l’amore che squaderna il cammino dell’uomo e degli astri sono ricondotti in unità dalla contemplazione di colui che
imprime vita e chiama a sé tutte le cose. Per oltre sette secoli la Commedia ha cantato la coscienza dell’uomo: la sua
sete di giustizia e di pace, di pensiero e di senso. Diventando per antonomasia divina: certamente in ordine al proprio
essere capolavoro, ma anche in ragione di quel viaggio che, mentre riconsegna Dante a se stesso, rivela la giusta misura
dell’amore di Dio. Un orizzonte da riascoltare e con cui dialogare, nella continua costruzione della città degli uomini e
della retta coscienza che cerca il vero.

PROPOSTA 1
E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE
Dialoghi culturali tra poesia, linguaggi dell’arte e teologia
Tappe diffuse per le scuole superiori e la cittadinanza.
In collaborazione con Compagnia dei Piccoli, Museo Verticale del Torrazzo, CrArT.

PROPOSTA 2
L’AMOR CHE MOVE IL SOLE L’ALTRE STELLE
Dante in classe
— Letture e commento attorale di passi della Commedia per le classi delle Scuole Superiori, a cura di Compagnia dei
  Piccoli. Per ogni intervento per classe o gruppi di classi con moduli di 60 min nel rispetto delle norme antiCovid, è
  richiesto un contributo di euro 150.
— Moduli didattici di approfondimento della teologia in Dante per le Scuole superiori. Disponibili on line e corredati di
  un modulo didattico. Per informazioni: focr.it.

PROPOSTA 3
PURO E DISPOSTO A SALIRE A LE STELLE
Serata di dialoghi ed evocazioni sull’universo teologico della Commedia
Ospite il prof. Franco Nembrini, noto commentatore della poetica dantesca ed autore di diverse pubblicazioni sulla
Commedia. La serata verrà trasmessa sui canali diocesani mercoledì 20 gennaio alle ore 21 e sarà disponibile su You-
Tube nonché omaggiata a tutte le Scuole superiori della Diocesi di Cremona.

PROPOSTA 4
PAREGGIANDO I MIEI CO’ PASSI FIDI DEL MIO MAESTRO, USCI’ FUOR DI TAL NUBE
Formazione per i docenti
Incontro di aggiornamento per Docenti sulla poetica dantesca in rapporto alla teologia, in particolare al tema escatolo-
gico. Interviene il prof. Claudio Doglio, docente di teologia biblica presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale
di Milano. 10 marzo 2021.

                                                                          IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   14
A cura dell’Ufficio diocesano
 per la Pastorale scolastica

  diocesidicremona.it

                          IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA   15
Puoi anche leggere