NELL'OGGI E NEL DOMANI DI DIO - Il Docente di Religione Cattolica della Scuola Italiana - Istituto Comprensivo ...
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NELL’OGGI E NEL DOMANI DI DIO Il Docente di Religione Cattolica della Scuola Italiana Dopo il lockdown, alla luce delle linee pastorali 2020/21 uno stimolo per programmare un nuovo anno scolastico recuperando il profilo dell’Insegnante di Religione IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 1
Introduzione di don Giovanni Tonani Come già ben sapete in questo inizio di anno scolastico legalmente corretto… fine del dialogo. Il secondo. I conti del- non terremo la tradizionale “assemblea plenaria”, non le ore IRC non tornano manca un’ora rispetto a quanto chie- perché non sappiamo cosa dire o cosa dirci, ma perché sto. Risposta del collaboratore: ah sì, va beh aggiungiamo chiedo ad ognuno di voi attenzione alle richieste di ogni un’ora tanto possiamo sdoppiare. Questo dice chiaramente singolo Istituto, all’organizzazione, alle richieste così da una mancanza di stima della materia, spesse volte apri- partecipare attivamente, come professionisti, contribuen- oristicamente ideologica. L’insegnante di Religione deve do alla vita della scuola, cercando di iniziare il meglio fare uno sforzo in più, quello di “conquistare la fiducia e possibile. Il primo impegno che vi chiedo è proprio que- la credibilità”, non solo nei confronti dei ragazzi, ma an- sto: quello di essere protagonisti nella vita della scuola cui che delle loro famiglie, dei colleghi, delle segreterie (altro siete mandati, protagonisti attivi e propositivi. grande “gap”) dei dirigenti. È un inizio decisamente complesso; pare che la “scuola Il docente di religione, poi, riceve un mandato chiara- della normalità” sia un ricordo lontano. Al centro dell’at- mente ecclesiale. Questo vale per tutti i docenti, anche tenzione sta il distanziamento sociale, la creazione di quelli di ruolo. Questo mandato è una sorta di spada “a “bolle” che diventano castelli impenetrabili, didattica al- doppio taglio”. Se viene ben considerato in genere come ternativa, fatta all’aperto, nei luoghi più disparati (prima capace di costruire rapporti costruttivi con i ragazzi, se del covid, fare una lezione fuori sede era quasi un’impresa viene considerato un “esperto” rispetto ad alcuni aspetti ed ora è vivamente consigliato … senza più intoppi o per- culturali-teologici, molto spesso il suo giudizio è valutato corsi burocratici). Tutte queste cose vanno bene, ma pare come “chiaramente di parte”, ecclesialmente e dottrinal- sia necessario recuperare o meglio, ridirci (o ritrovare) il mente influenzato, quindi non libero. Riporto un passag- senso del nostro essere insegnanti, e per di più insegnanti gio proprio legato a questo discorso che ho trovato sul di religione cattolica, dentro la scuola italiana e in que- sito della Diocesi di Concordia-Pordenone: «Non basta sto tempo. Le pagine che seguono vorrebbero recuperare dunque che il docente di religione possieda – come affer- questa dimensione. In questo tempo di pandemia, dove mava ironicamente già un secolo fa un pedagogista tedesco i numeri dei contagi salgono, scendono, si stabilizzano, (Diesterweg 1835)- “l’acume di un Lessing, l’entusiasmo di ci sono paurosi picchi, dove alla fine non c’è certezza di un Pestalozzi; le conoscenze di un Leibniz, la sapienza di come andrà a finire il prossimo anno scolastico, che si- un Socrate e l’amore di Gesù Cristo” , ma si vuole anche gnificato dare alla professione docente e, per di più, al che abbia l’impegno missionario di un S. Paolo; la compe- compito dell’Insegnante di Religione? Provocatoriamen- tenza teologica di un Rahner e l’acume pedagogico di una te potrei dire: oggi ha ancora senso insegnare Religione Montessori. Troppo per chiunque. L’insegnante di religione Cattolica in Italia? Ancor più provocatoriamente potrei è consapevole di essere sempre alla ricerca di un sottile equi- chiedere: ma che cosa è l’insegnamento della Religione librio tra le diverse esigenze che il suo ruolo comporta. Solo Cattolica e, come oggi viene proposto, risponde a quei re- così egli può conservare il gusto del rapporto umano, l’inte- quisiti che ne determinano il profilo? resse per la persona dei suoi studenti, la consapevolezza di contribuire significativamente alla loro formazione». L’insegnante di religione, e lo ripeto soprattutto oggi, Diventa necessario, quindi, recuperare tutte quelle mo- professionalmente rischia una sorta di burnout: le ri- tivazioni che ci hanno spinto a scegliere di essere inse- chieste della scuola sono spesso contraddittorie, bisogna gnanti, e per di più di Religione Cattolica. Ma non solo. esserci, ma spesse volte inascoltati, insegnanti di una Dobbiamo essere capaci di darci quello slancio che ci farà categoria inferiore. Due esempi. Il primo un dialogo con affrontare un inizio anno e, penso, un anno intero, impe- un dirigente: cosa ne faccio dell’IdR quando nella sezione gnativo, non senza imprevisti o sorprese, faticoso soprat- dell’infanzia ci deve essere una sola maestra? Ma l’IdR è tutto per trovare e garantire il giusto posto che ha IRC docente sulla sezione a tutti gli effetti… Ah sì questo è vero nella scuola italiana. SEGUONO ALCUNE SCHEDE DI APPROFONDIMENTO E I PERCORSI DI FORMAZIONE IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 2
Scheda di approfondimento 01 PROFILO PROFESSIONALE Nel 2018 mons. C. Nosiglia, definiva così l’insegnante di Religione: «Il servizio che l’IDR svolge nella scuola ha una natura ed una finalità culturali, che esigono una precisa profes- sionalità docente, ricca di umanità, di formazione appropriata e di forte passione educativa. C’è tuttavia un aspetto peculiare dell’identità dell’IDR, che, a volte, è dato per scontato e 1 Discorso agli Idr 21 aprile che invece risulta alla lunga il più decisivo per dare significato e valore alla sua funzione 2018. docente. Riguarda non tanto il sapere e il saper fare, ma l’essere docente di religione per 2 «Ricordatevi che l’educa- zione è cosa del cuore, e un esplicito, riconosciuto “mandato” da parte della Chiesa, come parte integrante della sua che Dio solo ne è padrone, professionalità»1. e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce Da qui alcuni punti fermi che devono essere messi a fuoco. ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi. Studiamoci di farci amare, di Formazione iniziale (acquisizione del titolo) e continua (in servizio) che ha come fine insinuare il sentimento del quello di valorizzare e qualificare la funzione docente al fine di acquisire competenze dovere del santo timore di disciplinari (teologiche), pedagogiche, didattiche e relazionali. Questo per raggiunge- Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti re almeno tre fini: cuori ed unirsi a noi per can- — far raggiungere agli allievi gli obiettivi previsti; tare le lodi e le benedizioni — avere sempre di più una giusta valutazione di sé e delle proprie azioni didattiche; di Colui che volle farsi nostro — rafforzare la dimensione relazionale empatica ed indebolendo (non annullando) la modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma parti- relazione meramente valutativa2. colarmente nell’educazione della gioventù» scriveva San Didattica. Costruire significati e narrare contenuti. Avere capacità di dialogo con gli Giovanni Bosco (1815-1888) alunni, ma anche un linguaggio narrativo – simbolico. Questo significa: nella lettera circolare Dei castighi da infliggersi nelle — il dialogo, pur importante, rischia di rompere quella a-simmetria tra docente e allievo case salesiane del 29 genna- e di basarsi su questioni pratiche, concrete, immanenti. io 1883 pubblicata solo nel — la narrazione aiuta meglio, anche attraverso la dimensione simbolica, a tenere saldi i 1935. due elementi trascendente ed immanente. Questo aiuta anche l’allievo a narrare le sue 3 L’esperienza del lockdown ci ha aiutato in questo senso. esperienze con maggiore libertà riuscendo anche a definirle teoreticamente3. Il narrare delle loro esperien- — la narrazione, poi, impone al docente di conoscere sempre meglio i contenuti che ze, aiutati anche dai mezzi di trasmette, in forma organica e sintetica, con terminologia specifica che riesce a tra- comunicazione sociale, ha reso i ragazzi più liberi di dir- smettere alla classe in modo chiaro e comprensibile a tutti. si e di non solo descrivere la loro esperienza, ma anche di Possedere strumenti teorici ed operativi che riescano a conseguire gli obiettivi che teorizzarla in modo astratto. ci si pone, in particolare4: saper organizzare e animare la lezione utilizzando anche 4 Cfr P. Perrenoud “Dieci nuove competenze per nuove tecnologie; saper gestire la progressione degli apprendimenti, differenziando il insegnare” Roma 2002. Qui lavoro e coinvolgendo gli alunni; saper lavorare in gruppo; informare e coinvolgere i ne vengono evidenziati solo genitori; partecipare alla gestione della scuola; formazione continua. alcuni. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 3
Scheda di approfondimento 02 IL MANDATO ECCLESIALE Mons. Nosiglia, nel discorso che troviamo nella Scheda I, evidenzia il tema del mandato ecclesiale. Tema particolarmente discusso in quanto legato alla questione della idoneità. Penso che l’attenzione non dovrebbe essere posta sul tema dell’idoneità; quest’ultima è una conseguenza del mandato ecclesiale. L’attenzione va posta sulla Chiesa che in- via un docente a suo nome per insegnare Religione Cattolica. Ma proviamo a fare un ragionamento, partendo proprio dalla idoneità. Ogni IdR è un mandato, non agisce per sé ma agisce in nome della Chiesa che lo manda. Non si diventa insegnante di religione cattolica solo perché in possesso del titolo di qualificazione professionale. Questo titolo è uno dei requisiti per insegnare religione cattolica, ma certamente non l’unico. Un altro requisito, e molto più importante del titolo, è il decreto di idoneità. È, allora, logico porsi queste domande: — l’idoneità perché esiste solo per gli insegnanti di religione? — Quali esigenze deve difendere? Il Codice di Diritto Canonico impone all’Ordinario Diocesano di accertarsi che gli aspiranti all’insegnamento della religione cattolica “… siano eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica” (Can. 804). Non leggiamo però ancora la parola idoneità che troviamo per la prima volta nel protocollo addizionale dell’Accordo di revisione del Concordato (Legge 121 del 23.3.1985). A questo punto la risposta alle domande si può formulare in questi termini: l’istituto dell’idoneità permette di realizzare il principio che è la Chiesa il soggetto cui compete l’insegnamento della reli- gione cattolica, per cui si ha effettivamente tale insegnamento solo quando il docente è in particolare rapporto di comunione e di identità con la comunità ecclesiale. L’insegnante di religione cattolica non solo deve insegnare correttamente il contenuto della religione cattolica, ma deve essere coinvolto in questo contenuto. Questa esigenza sta alla base non solo dell’idoneità, ma anche dell’eventuale revoca. Non è quindi un diritto, solo perché si è in possesso del titolo di qualificazione profes- sionale, pretendere di insegnare religione, ma è importante essere in comunione con la Chiesa. Conclude mons. Nosiglia: «Più volte abbiamo sottolineato e ribadito con forza che l’idoneità è un processo, un cammino, che non si chiude con il decreto ed il certificato che la riconosce, ma permane come fattore di comunione da cui il docente può trarre elementi di un costante stimolo e rinnovamento nel dialogo ecclesiale e nel sentirsi unito a quella comu- nità da cui trae la ragione stessa del suo essere docente di religione. C’è un ambiente vitale, entro cui il docente si è formato, che deve continuare a dare i suoi frutti anche durante la docenza e deve irrobustirsi attraverso modi e forme sempre più concreti di interscambio di 5 Discorso agli Idr 21 aprile doni, anche spirituali oltre che pastorali»5. 2018. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 4
Formazione prevista in approfondimento alle schede 1 e 2 Percorso formazione PER INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA DOCENTI IRC SECONDARIA, SPECIALISTI A E TITOLARI DI SEZIONE/CLASSE INCONTRI VIA WEB IN SINCRONO La prova della visione dei due incontri sarà verificata con apposito test EDUCAZIONE CIVICA E IRC Incontro assembleare – guida don Giovanni Tonani 2 ore Da questo anno scolastico torna fra le discipline impartite a scuola l’educazione civica. Non sarà un unico docente a inse- gnarla, ma saranno tutti i professori di un Consiglio di Classe a tenere delle apposite ore, per un minimo di 33 ore annuali. La domanda è: come gli insegnanti di Religione Cattolica si stanno preparando ad affrontare l’introduzione dell’edu- cazione civica? Evitando, paure, allarmismi, deleghe o completo disinteresse? Il breve percorso esporrà le linee guida dell’insegnamento di Educazione Civica certamente inserito dentro l’Insegnamento della Religione Cattolica. Non si sostituiscono corsi e percorsi pensati dai diversi istituti, ma l’attenzione è posta sul ruolo che può avere IRC dentro questo percorso. Per noi docenti non si tratta tanto di novità in quanto anche se gli obiettivi di Religione Cattolica non sono esplicitati nelle linee guida di Educazione Civica, le tematiche legate allo sviluppo sostenibile, alla solidarietà, al rispetto del creato vengono da sempre affrontate in tutti gli ordini di scuola nelle nostre programmazioni. Ora si tratta di lavorare in modo trasversale con altre discipline per condurre l’alunno ad una maturazione del senso di responsabilità civica, sociale e solidale. I SETTE IMPEGNI EDUCATIVI DI PAPA FRANCESCO Incontro assembleare – guida don Giovanni Tonani 2 ore «Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e nuove trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti” (Enc. Fratelli tutti, 77). Un processo plurale e poliedrico capace di coinvolgerci tutti in risposte significative, dove le diversità e gli approcci sap- piano armonizzarsi per la ricerca del bene comune. Capacità di fare armonia: ci vuole questo, oggi». (Papa Francesco - vi- deomessaggio del Santo Padre in occasione dell’incontro promosso e organizzato dalla congregazione per l’educazione cattolica: “Global compact on education. together to look beyond” – 15 ottobre 2020) Riflessione e confronto sui sette impegni proposti da Papa Francesco. Gruppi Educazione civica e IRC I sette impegni Primaria/Infanzia bergamasco 2 dicembre 2020 ore 17.00 17 marzo 2021 ore 17.00 Primaria/Infanzia cremonese 9 dicembre 2020 ore 17.00 3 marzo 2021 ore 17.00 Primaria/Infanzia mantovano 11 dicembre 2020 ore 17.00 24 marzo 2021 ore 17.00 Secondaria I e II grado 4 dicembre 2020 ore 17.00 19 marzo 2021 ore 17.00 Recupero assenti In modalità registrata In modalità registrata IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 5
Formazione prevista in approfondimento alle schede 1 e 2 Percorso formazione FORMAZIONE PREVISTA DOCENTI SPECIALISTI E TITOLARI DI SEZIONE/CLASSE B1 INFANZIA E PRIMARIA INCONTRI VIA WEB IN SINCRONO La prova della visione dei due incontri sarà verificata con apposito test LA FIGURA DI MARIA CONCLUSIONE PERCORSO SU “ARTE, TEOLOGIA E DIDATTICA” a cura di d. Angelo Maffioletti e Elena Poli 2 ore Gruppi Date Titolari Primaria/Infanzia cremonese 13 gennaio 2021 ore 17.00 Titolari Primaria/Infanzia mantovano 13 gennaio 2021 ore 17.00 Titolari Primaria/Infanzia bergamasco 21 gennaio 2021 ore 17.00 Tutte le Docenti specialiste IRC 21 gennaio 2021 ore 17.00 ESEMPI DI APPLICAZIONE DIDATTICA DEL PERCORSO ARTISTICO a cura di Elena Poli 2 ore Gruppi Date Titolari Primaria/Infanzia cremonese 8 febbraio 2021 ore 17.00 Titolari Primaria/Infanzia bergamasco 10 febbraio 2021 ore 17.00 Titolari Primaria/Infanzia mantovano 18 febbraio 2021 ore 17.00 ISTRUZIONI OPERATIVE Per accedere ai corsi via web provvederemo a indicare modalità e piattaforma una settimana prima degli incontri. Le informazioni verranno inviate presso l’istituto di appartenenza. Preghiamo le SSVV di reperire presso le segreterie i dati per tempo. Per la validità della partecipazione al corso è necessario essere presenti dall’inizio alla fine. Eventuali eccezioni devono essere concordate in precedenza con il responsabile dell’ufficio. Verrà fatto appello alla fine della sessione. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 6
Formazione prevista in approfondimento alle schede 1 e 2 Percorso formazione FORMAZIONE PREVISTA DOCENTI IRC SECONDARIA B2 DI I E II GRADO IMPARARE A STARE NELLA SCUOLA IN QUESTO TEMPO SOSPESO organizzato dalla Consulta Regionale per la pastorale della Scuola 6 ore MARTEDÌ 10 NOVEMBRE ABITARE LA CRISI PENSANDO IL FUTURO L’insegnante nel contesto sociologico attraversato dalla pandemia Prof. Mauro Magatti (Sociologo ed economista, Docente ordinario di Sociologia e Analisi e istituzioni del capitalismo contemporaneo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano). L’incontro offre ai docenti un’analisi e una panoramica della situazione sociale ed economica nel tempo dell’emer- genza Covid-19. Insegnanti e alunni come interpretano gli eventi che stanno accadendo e come possono preparare il futuro dentro una scuola in forte cambiamento? MARTEDÌ 17 NOVEMBRE LA CONNESSIONE EMOTIVA Emozioni e relazioni di docenti e studenti nella dimensione emergenziale Dott.ssa Ivana Simonelli (Psicologa Psicoterapeuta e Psicopedagogista,Terapeuta EMDR Practitioner - Fondatrice Me- todo Psicopedagogico Dillo con la Voce) Quali emozioni attraversano gli insegnanti nella dimensione personale/professionale? Quali emozioni hanno portato i ragazzi in questi mesi nella classe in presenza e portano nella classe digitale? Quali prospettive, parole, gesti, espres- sioni poter portare nella relazione tra insegnante/studente laddove possono essere presenti anche indicatori di trau- matizzazione? La proposta formativa, si concentrerà sulla possibilità di fornire ai docenti indicazioni psicopedagogiche specifiche e strumenti il più possibile semplici e concreti, su misura, per affrontare le sfide della scuola in emergenza. MARTEDÌ 24 NOVEMBRE I FONDAMENTI DEL FARE SCUOLA NELLA SITUAZIONE DI EMERGENZA Prof. Pierpaolo Triani (Professore ordinario di Pedagogia generale . Direttore del centro studi per l’educazione alla legalità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia) La situazione di emergenza che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ci costringe a riflettere su quali siano i fondamenti del “fare scuola”. La questione non è solo tecnico - metodologica, ma peculiarmente pedagogica in quanto chiama in causa le finalità che intendiamo assegnare alla scuola e conseguentemente le forme di insegnamento, di relazione edu- cativa, di professionalità docente che intendiamo coltivare. Che cosa abbiamo imparato in questi mesi? Su quali aspetti porre particolare attenzione? La riflessione si articolerà tenendo presenti queste domande. Link immediato per l’iscrizione: http://www.afppatronatosv.org/iscrizioni IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 7
Scheda di approfondimento 03 COMPETENZE SPIRITUALI Esprimo subito una mia convinzione: l’insegnante di religione, come professionista nella scuola, deve essere competente, oltre che in teologia secondo gli sudi compiuti, nella didattica e nella spiritualità. L’IdR non deve fare, almeno principalmente e come caratte- ristica, lo psicologo o l’assistente sociale. Ma andiamo per gradi. Scrive Padre Bernard: «È un dato storico che tutti gli sforzi filosofici hanno obbligato la riflessione a scrutare i campi in cui il soggettivo e l’oggettivo si implicano reciprocamente: conoscenza, logica, linguaggio, libertà e valori, estetica ecc. Tutta questa riflessione con- tribuisce al rigore e alla modestia nella ricerca della verità. Il credente non teme il rigore critico. Fondato sulla fede, egli conserva la lezione trasmessa dai mistici: ogni discorso su Dio comprende una fase di affermazione e una di negazione; ogni ricerca di Dio implica un pensiero di Dio e una trasformazione interiore»6. Cosa significa “competenza spiritua- le”? Prima di tutto saper cogliere da parte dei ragazzi lo stupore che esprimono dopo la narrazione, uno stupore espresso in diversi modi e che dice quella esperienza fondante che è l’incontro con il Signore, alla fine sono due elementi citati nel canone 804 “retta dottrina” e “testimonianza di vita cristiana”, che portano il docente ad un insegnamento autorevole preparato non solo culturalmente ma anche spiritualmente (amare, pregare, educarsi al servizio ed alla carità, al perdono, ad essere dei perdonati). Ecco perché il docente di Religione dovrebbe essere un uomo di preghiera, di contemplazione, che poi sfocia nell’azione nel lavoro e nell’impegno nella comunità e nel mondo. Con una battuta si potrebbe dire che l’insegnante di Religione prima di parlare di Dio dovrebbe parlare con Dio. Da qui, la competenza spirituale si esprime in particolare intercettando: — la domanda di assoluto che è presente nell’uomo, al di là dell’attuale relativismo o dell’indifferenza religiosa; — il bisogno di gioia che hanno i ragazzi, comunicando la Verità e la Vita; — il bisogno di rispondere alle grandi domande dell’uomo, presenti nel cuore di tutti i nostri ragazzi; — il senso religioso presente in tutti — la provocazione della Scrittura che non può essere tralasciata: «Il vostro ornamento … 6 CH. A. BERNARD, Teologia è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che spirituale, Paoline, Roma agli occhi di Dio è di gran valore»7. È lì che l’IdR deve avere attenzione e sensibilità. 1972, 41-42 - Quello che — in sostanza la dimensione interiore dell’uomo, tanto tralasciata e, a volte, negata da maggiormente interessa è la parte di molti anche nella scuola. parte sottolineata. 7 Cfr 1Pt 3, 3-4, qui Pietro scrive alle donne, ma queste In primavera: incontro assembleare, diviso per gradi di scuola, parole sono scritte anche per guidato da don Giovanni Tonani tutti i credenti. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 8
Scheda di approfondimento 04 COMPETENZE PSICOLOGICHE Affermare che il docente di religione non deve fare lo psicologo significa sdoganare un luogo comune che vede l’IdR impegnato, sia in aula, sia in progetti o funzioni, unicamen- te verso situazioni problematiche o di carattere sociale/relazionale. A mio parere prima di tutto viene la competenza spirituale e poi psicologica, per salvaguardare la natura dell’IRC e il mandato ecclesiale. Questo non significa dimenticare il relazionale, il sociale e, al limite, il border line, ma vuol dire concretizzare quella dimensione narrativa che mette in gioco sia il trascendente che l’immanente. Entrambi vengono messi in gioco; il rischio è quello di essere tutti rivolti verso l’immanente a scapito del contenuto fondante l’IRC, e il mandato di fondo cioè il trascendente. Allora non va tenuto conto dello psicologico? No di certo, ma bisogna sempre te- nere presente che in aula non siamo psicologi, se non addirittura assistenti sociali, ma docenti IRC, con uno specifico mandato. Allora quali sono le competenze psicologiche richieste? Premesso che l’IdR deve partire sempre dalle competenze spirituali, che sono caratteristiche sue proprie, cioè dalle domande di senso e “dalla risposta” che è Cristo, dentro questo passaggio e dentro questa logica, l’azione didattica deve tenere conto della centralità dello studente come persona singola ed irripetibile, l’IdR dovrà essere capace di motivare l’alunno, di dare senso ai suoi sforzi, ai successi, come anche alle sconfitte, quindi in grado di dare un valore aggiunto alle situazioni, alla scuola, alla realtà, anche ai contenuti; questo valore aggiunto si trova in quel binomio che trova psicologia e spi- ritualità concordi nell’agire. Definito, allora, che non è più pensabile ridurre la lezione sono alla dimensione frontale (il docente parla e gli alunni ascoltano) l’azione pedago- gica deve essere acutamente curata, non solo nell’aspetto comunicativo-contenutistico, ma anche nelle “relazioni educative” che si esprimono attraverso la fiducia, la stima, l’ottimismo, creando un clima formativo adeguato all’apprendi-mento. È questo l’aspetto psicologico in cui l’IdR deve essere formato e crescere. Quindi l’IdR non solo deve essere in possesso di alcune conoscenze relative ai processi psichici (che provengono dal piano di studi sia dell’ISSR che dei Corsi Istituzionali delle Facoltà Teologiche), ma soprattutto deve portare con sé una serie di tecniche psico-pedagogiche fondanti, quali: il dialogo ed il colloquio, la sperimentazione, l’ascolto, l’empatia, la flessibilità la curiosità, l’apertura alla novità, la capacità di accettare e valorizzare ogni allievo. Quale aspetto dovrebbe essere valorizzato dall’IdR? Sicuramente la motivazione allo studio ed allo stare in classe (e a scuola) che porterà l’alunno ad aumentare quell’autostima che, per tante ragioni uno studente non motivato perde e che porta ad una forte crisi (che non è assistenzialismo psicologico, non è analisi psicologica, non è psicoterapia). Tenendo sempre presente il binomio inscindibile per un IdR che è quello della spiritualità-psicologia, equilibrando, in questo modo sia la deriva spiritualista che quella psicologica, in fin dei conti la teologia tomista ci ricorda che «gratia supponit naturam, non destruit, sed perficit eam»8. In questo 8 Summa Theologiae I,2,2, senso l’IdR testimonia un incontro educativo e non solo didattico che entra nell’umano: ad 1 «Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando permettia- 9 Papa Francesco, Evangelii mo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro essere più vero»9. Gaudium 8 IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 9
Scheda di approfondimento 05 COMPETENZE COMUNICATIVE Ogni docente ha un suo modo di comunicare, una sua caratteristica comunicativa, a volte efficace, a volte meno, ma che sempre viene portata con sé e condivisa con i propri alunni. Ma che cosa significa comunicare in classe? Se si vuol mantenere quel binomio inscindibile per l’IdR spiritualità-psicologia, prima di tutto per un docente di Religione significa essere “sale della terra e luce del mondo”, terra e mondo, luoghi fisici precisi e declinabili che vanno vissuti nella logica del “essere nel mondo ma non del mondo”. Recu- perando la competenza psicologica, curando, facendo crescere e rafforzando le relazioni, tutto questo consegnando e incrementando contenuti, ma dando anche risposta alle do- mande di senso, curando lo stile nelle relazioni10. La competenza comunicativa, quindi, chiede un esercizio ulteriore al docente, ed in spe- cifico all’IdR, cioè quello di saper sostare, fermarsi, fors’anche godere di una “presenza umana” che viene ad essere concreta nella classe, negli alunni. Ed è proprio in questa “so- sta” che si gioca la comunicazione. Sostando e contemplando grida e silenzi, parole e gesti, sguardi e respiri, si può capire su quali aspetti comunicativi si può far leva per dar senso alle parole o ai silenzi che sempre trasmettono significati11. Quindi cosa e come comunicare? Che cosa comunicare? Il rimando prima di tutto va alle “Indicazioni Nazionali”. Non si prescinde da questo. Le si deve seguire, senza alcun giudizio di merito. Ma sul “che cosa” va fatta un’ulteriore riflessione. Educare per un IdR non significa formare, o ac- compagnare, l’alunno a divenire un buon cittadino, ma prima di tutto significa far cre- 10 Scrive il nostro Vescovo scere un uomo che sarà un buon cittadino12, questo ancora alla luce delle due dimensioni Antonio: «… i giovani d’oggi spirituali e psicologiche che non vanno mai dimenticate. sono efficace cartina di tornasole dei processi di Come comunicare? Per un IdR il modello comunicativo è Gesù e soprattutto la sua cambiamento, reclamano in comunicazione che sorprendeva gli ascoltatori e li metteva, non poche volte, in crisi, fa- diversi modi questa conse- cendoli crescere e mostrando il contenuto essenziale, ed efficace per l’uomo, del Vangelo. gna di senso, questo atto di Allora come comunicare? Non si può dare una risposta univoca, è necessario partire da tradizione condivisione del destino umano». A. Napo- un presupposto: davanti a noi ci sono degli “ascoltatori” che la comunicazione inizia non lioni, “Educare e risorgere, dalla nostra bocca, ma dall’orecchio di chi ascolta. La seconda fase della comunicazione annuncio spirito e metodo”, S poi si concentra nella mente e nel cuore della persona. Una comunicazione è efficace Paolo, Milano 2010 p 64. se muove il cuore e lo trasforma, lo arricchisce, lo rende nuovo. Consiglio di leggere e 11 «Orfani delle grandi utopie collettive e delusi dai prota- riflettere su almeno tre episodi evangelici conosciuti e significativi: gonismi adolescenziali dell’a- — Zaccheo (Lc 19,1-10) – l’essenziale nella comunicazione e la comunicazione gestuale; dulto individualista di turno, — il giovane ricco (Mt 19, 16-24) – il rifiuto nella relazione educativa-comunicativa domandano di sperimentare — la madre dei figli di Zebedeo (Mt 20,20-27) – la comunicazione mendace, ingannevole, affetto, amicizia, dialogo, ac- coglienza, gruppo, comunità che rischia di proporre premi o ricompense, che non è capace di dire di no… e lo stile e amore». Ibidem. di Gesù: «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». (Mt 5, 37) 12 «Non consiste nell’edu- care un futuro cittadino alle Per questo l’IdR è chiamato a: condizioni e interazioni della — educare secondo il modello di Cristo; vita sociale, ma prima di tutto — costruire una didattica incoraggiante; nel fare un uomo e con ciò preparare un cittadino». R. — avere fiducia dei propri allievi; Rezzaghi, Manuale di didatti- — non rinunciare a principi etici elevati ed esigenti senza mediazioni o fittizi buonismi; ca della religione, La Scuola, — nel rispetto del Magistero e della Tradizione della Chiesa. Brescia 2012, p 84. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 10
Percorso formazione PER TUTTI I DOCENTI (non solo IdR) C IL MONDO DIGITALE, LE AZIONI EDUCATIVE E LA COSTRUZIONE DELLA COMUNITÀ Coordinatori del corso e dell’Organizzazione generale: Prof. don Paolo Arienti, Prof. don Luigi Donati Fogliazza, Prof. don Giovanni Tonani FORMAZIONE DEI FORMATORI Questo livello assolve alla funzione di occasione formativa per tutti i soggetti diocesani interessati, a partire dai docenti formatori della Diocesi, e perseguire lo scopo duplice di un aggiornamento di contenuti ed una costruzione di un linguaggio condiviso sul tema. Focus principale: come l’ambiente digitale intercetta l’azione educative, la provoca e, in seconda battuta, quali orizzonti e senso assume oggi la cosiddetta pastorale digitale. PRIMO INCONTRO Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo. Il valore e il significato delle dimensioni della comunica- zione vissuta nello scenario del digitale e nell’azione pastorale. Il costrutto delle “tecnologie di comunità” (Rivoltella, 2017): il ruolo del digitale e delle tecnologie nella capacità di suscitare appartenenza e di sostenere i legami, nel gruppo e nella comunità. Modalità di lavoro e durata: due ore via web SECONDO INCONTRO Identità e nuovi media. Come la presenza del digitale interagisce con i processi di costruzione identitaria personale e sociale. La media education, educare a, con, per i media. Ripercorrere i significati che la media education ha espresso nel corso del tempo e la loro risonanza anche in ambito pastorale. Modalità di lavoro e durata: due ore via web Destinatari: alcuni formatori IRC della Diocesi di Cremona Periodo: novembre 2020 Referente del progetto: – CREMIT UNICATT MILANO PER I DOCENTI E GLI EDUCATORI Questo secondo livello formativo assolve alla funzione di offrire, in primis agli educatori che a vario titolo operano a contatto con l’età evolutiva nel mondo della scuola, degli Oratori, dei percorsi catechistici ed associativi, un percorso di approfondi- mento dedicato ai media digitali: al loro potenziale culturale e alle ripercussioni sulla relazione educativa, anche alla luce delle esperienze vissute nei mesi di pandemia. Nel percorso viene chiesto il riconoscimento delle proposte: — 1 incontro a convegno on line (3 ore) — 1 modulo a livello zonale con discussione on-line (2 ore) — 2 incontri per area di servizio nella logica del workshop (4 ore) Destinatari: docenti IRC e non solo Referente del progetto: – CREMIT UNICATT MILANO Periodo: gennaio-febbraio 2021 IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 11
Percorso formazione PER TUTTI I DOCENTI (non solo IdR) C Sedi dei Corsi in presenza: Zona Pastorale 1 – Santuario Caravaggio - Circonvallazione Papa Giovanni Paolo II, 23 Zona Pastorale 2 – Oratorio Parrocchiale di Soresina (CR) – Via don Bosco, 7 Zona Pastorale 3 – Seminario Vescovile – Cremona (CR)– Via Milano, 5 Zona Pastorale 4 – Oratorio Parrocchiale di Sospiro (CR)– Via S. Giacinto, 15 Zona Pastorale 5 - Oratorio Parrocchiale di Casalmaggiore (CR) – Piazza Marini, 2 Il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia è uno dei 61 centri di ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Fondato nel 2006 su richiesta dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombar- dia. Il centro opera da allora sviluppando ricerca e formazione nei due ambiti della Media Education e dell’Educational Technology. L’attività del centro si sviluppa in 6 aree di intervento: Peer&media education, Media Education, Forma- zione degli insegnanti e del personale della scuola, Didattica e Pastorale del Web, Formazione nei contesti organizzativi, Valutazione e monitoraggio, Blended Learning e ricerca didattica nei processi di innovazione. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 12
Percorso formazione PERCORSO DI APPROFONDIMENTO D CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? LA SOFFERENZA E LA SPERANZA: UN ITINERARIO NELLA VITA DELL’UOMO modalità mista, sia via web che in presenza 6 ore (date e relatori saranno comunicati successivamente) La sofferenza fa parte della condizione umana, è nostro pane quotidiano; e se Elohim è il Dio della vita lo possiamo senz’altro trovare anche in fondo alle sofferenze nostre e degli altri. Qualche volta la notte del dolore consente di vedere stelle più lontane, e di sentire “abitato” il vuoto creato dalla sofferenza. L’incontro con la sofferenza ci può far accedere a dimensioni più profonde della nostra vita, quando nella nudità dell’esistenza possiamo incontrare un io più vero che ancora non conoscevano. Altre volte, invece, la sofferenza peggiora le persone, toglie la luce del giorno e non riusciamo più a vedere neanche il sole a mezzodì. I primi capitoli della Genesi ci dicono che la sofferenza dell’”Adam” non era nel progetto originario di Dio, e che la sua sorgente è esterna ad Elohim. La Bibbia sa che gli dèi che si nutrono della sofferenza degli uomini si chiamano “idoli”. PRIMO INCONTRO CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? Giobbe e il dramma della sofferenza Riflessione biblica SECONDO INCONTRO CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? Il Dio buono e la presenza del male Riflessione teologica TERZO INCONTRO CHI ASCOLTA IL MIO GRIDO? Speranza e disperazione Riflessione letterario-filosofica Per studenti dell’ultimo anno della Scuola secondaria di primo grado e studenti della Scuola secondaria di secondo grado C’È QUALCUNO CHE ASCOLTA IL MIO GRIDO? Giobbe e l’enigma della sofferenza 8-13 marzo 2021 Il problema del male e della sofferenza innocente ha sempre interrogato l’essere umano. Negli ultimi tre secoli, invece, questo problema è diventato domanda sulla bontà e l’esistenza stessa di Dio. Come mai un Dio buono può permettere questo? Dal terremoto di Lisbona nel 1755, ai più recenti attentati terroristici, senza dimenticare i campi di concentra- mento del secolo XX, i grandi incidenti aerei, i disastri naturali o la sofferenza dei bambini nelle guerre. Il libro biblico di Giobbe ripropone il problema della sofferenza in un modo molto efficace e attuale, come si vede dal fatto che è una delle opere più riprese dalla letteratura contemporanea. La Mostra ripropone il grido di Giobbe in dialogo col grido dei nostri coetanei fino ad arrivare a quel litigio che l’uomo di Us (e l’uomo moderno) presenta a Dio. (dalla presentazione della mostra) IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 13
Percorso formazione IN OCCASIONE DEI 700 ANNI DALLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI E L’AMOR CHE MOVE L’universo poetico di Dante non è solo una tappa fondativa della Letteratura italiana. È complessivamente cultura, umanistica e teologica di un’epoca. Il viaggio dell’umano, la sua destinazione, la costellazione valoriale di riferimento, l’amore che squaderna il cammino dell’uomo e degli astri sono ricondotti in unità dalla contemplazione di colui che imprime vita e chiama a sé tutte le cose. Per oltre sette secoli la Commedia ha cantato la coscienza dell’uomo: la sua sete di giustizia e di pace, di pensiero e di senso. Diventando per antonomasia divina: certamente in ordine al proprio essere capolavoro, ma anche in ragione di quel viaggio che, mentre riconsegna Dante a se stesso, rivela la giusta misura dell’amore di Dio. Un orizzonte da riascoltare e con cui dialogare, nella continua costruzione della città degli uomini e della retta coscienza che cerca il vero. PROPOSTA 1 E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE Dialoghi culturali tra poesia, linguaggi dell’arte e teologia Tappe diffuse per le scuole superiori e la cittadinanza. In collaborazione con Compagnia dei Piccoli, Museo Verticale del Torrazzo, CrArT. PROPOSTA 2 L’AMOR CHE MOVE IL SOLE L’ALTRE STELLE Dante in classe — Letture e commento attorale di passi della Commedia per le classi delle Scuole Superiori, a cura di Compagnia dei Piccoli. Per ogni intervento per classe o gruppi di classi con moduli di 60 min nel rispetto delle norme antiCovid, è richiesto un contributo di euro 150. — Moduli didattici di approfondimento della teologia in Dante per le Scuole superiori. Disponibili on line e corredati di un modulo didattico. Per informazioni: focr.it. PROPOSTA 3 PURO E DISPOSTO A SALIRE A LE STELLE Serata di dialoghi ed evocazioni sull’universo teologico della Commedia Ospite il prof. Franco Nembrini, noto commentatore della poetica dantesca ed autore di diverse pubblicazioni sulla Commedia. La serata verrà trasmessa sui canali diocesani mercoledì 20 gennaio alle ore 21 e sarà disponibile su You- Tube nonché omaggiata a tutte le Scuole superiori della Diocesi di Cremona. PROPOSTA 4 PAREGGIANDO I MIEI CO’ PASSI FIDI DEL MIO MAESTRO, USCI’ FUOR DI TAL NUBE Formazione per i docenti Incontro di aggiornamento per Docenti sulla poetica dantesca in rapporto alla teologia, in particolare al tema escatolo- gico. Interviene il prof. Claudio Doglio, docente di teologia biblica presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano. 10 marzo 2021. IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 14
A cura dell’Ufficio diocesano per la Pastorale scolastica diocesidicremona.it IL DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA DELLA SCUOLA ITALIANA 15
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