LE CARATTERISTICHE DEI MOVIMENTI SPECIFICI E GENERALI DELLA PALLAVOLO - Corso allievo allenatore 2014 Prof. Roberto Romani

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LE CARATTERISTICHE DEI MOVIMENTI SPECIFICI E GENERALI DELLA PALLAVOLO - Corso allievo allenatore 2014 Prof. Roberto Romani
LE CARATTERISTICHE
      DEI MOVIMENTI
SPECIFICI E GENERALI
    DELLA PALLAVOLO

Corso allievo allenatore 2014
Prof. Roberto Romani
LE CARATTERISTICHE DEI MOVIMENTI SPECIFICI E GENERALI DELLA PALLAVOLO - Corso allievo allenatore 2014 Prof. Roberto Romani
La pallavolo ……
LE CARATTERISTICHE DEI MOVIMENTI SPECIFICI E GENERALI DELLA PALLAVOLO - Corso allievo allenatore 2014 Prof. Roberto Romani
Nella pallavolo svolge un
ruolo importante lo sviluppo
della   capacità   cognitive.
Apprendere ad analizzare e
risolvere situazioni. Inoltre
avere    la    capacità    di
prendere    decisioni   sotto
pressione temporale.
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La pallavolo è un gioco
                    OPEN SKILL
Caratterizzato da :
- Assenza del POSSESSO di PALLA
- Abilità motorie aperte o sistemi motori aperti (   Open Skills   )

Skills mentali :
- Collaborazione
- Comunicazione
- Organizzazione in base ai ruoli
- Controllo emotivo
- Attenzione
- Concentrazione
- Capacità di anticipare mentalmente il gioco
- Abilità strategica
- Memoria di schemi
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… i suoi movimenti …

Aciclici : i movimenti sono risposte di accomodamento che
  non si ripetono nel tempo ( si compiono un gran numero di
  movimenti con durate e velocità diverse )

Non stereotipati : i movimenti costituiscono la risposta
   immediata agli stimoli che provengono dall’ambiente
( stereotipate : lanci, salti o i volteggi )

Tattici : richiedono una elaborazione volontaria del pensiero
  che coinvolga anche l’esperienza.
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Le capacità coordinative

Le capacità coordinative hanno la base della loro funzionalità
   nell’organizzazione dei processi del sistema nervoso, in
   prima analisi del sistema senso-motorio.
La loro origine, infatti, è insita nelle capacità senso-percettive,
   che sono i prerequisiti che permetteranno al bambino di
   apprendere, controllare e adattare, alle varie situazioni, i
   movimenti, determinando in un soggetto la coordinazione
   motoria.
La coordinazione viene intesa come la capacità di assolvere un
   compito motorio in modo ottimale, in rapporto allo scopo da
   raggiungere.
Il periodo migliore per sviluppare le capacità coordinative è fra
   gli 8 e gli 12 anni ( fase sensibile )
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Le capacità coordinative
                        ( sinonimo : destrezza )

                          Si basano su :

                                                        Capacità
   Fattori                    Patrimonio                  degli
    Fisici                     motorio                 analizzatori

                     Si esprimono nel/nella :

Controllo di azioni motorie                Maggiore   capacità   di
                                           apprendimento motorio
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Quindi le capacità coordinative rappresentano i presupposti
  consolidati, su cui si costruiscono le abilità motorie :

- Generali : addestramento multilaterale

- Speciali : relative alla disciplina

                        Le abilità motorie
                        ( sinonimo : tecnica )

Sono    azioni concrete di movimento stabilizzate ed
  automatizzate ( gesto tecnico ), si FISSANO SULLE
  CAPACITA’ COORDINATIVE . Più la base è ampia più si
  avrà sviluppo tecnico con conseguente aumento della
  massima prestazione
Le capacità coordinative GENERALI
                  Capacità Coordinative GENERALI

                                                  Assimilazione            e
Apprendimento motorio      Coordinazione grezza   acquisizione          del
                                                  movimento, e/o di parti di
                                                  esso.

                                                  Regolazione           del
  Direzione e controllo     Coordinazione fine    movimento in rapporto
         motorio                                  alle scopo da raggiungere
                                                  durante una situazione
                                                  standard, prevista.

                                                  Regolazione           del
                                                  movimento in rapporto
Adattamento motorio e di    Coordinazione fine    allo scopo da raggiungere
     trasformazione                               durante una situazione
                                                  nuova,      variabile   e
                                                  imprevista, con risultato
                                                  motorio ottimale.
Componenti delle Capacità Coordinative

1.   La capacità di coordinazione segmentaria
2.   La capacità di differenziazione
3.   La capacità di equilibrio
4.   La capacità di orientamento
5.   La capacità di ritmo
6.   La capacità di reazione
7.   La capacità di
     trasformazione
Componenti delle Capacità Coordinative
1.   La capacità di coordinazione segmentaria ( Combinazione motoria ) : la capacità di
     coordinare i movimenti di diversi segmenti del corpo.

2.     La capacità di differenziazione : la capacità di raggiungere una sintonia molto precisa tra
     singole fasi del movimento e spostamenti dei segmenti corporei. Inoltre è la capacità di
     distinguere con precisione le informazioni sul grado di tensione e di rilassamento muscolare
     durante le posture e le varie fasi motorie.

1.   La capacità di equilibrio : la capacità di mantenere il corpo in uno stato di equilibrio, di
     mantenere tale stato o recuperarlo durante o dopo ampi o veloci spostamenti del corpo.

1.   La capacità di orientamento : la capacità di determinare e cambiare, nello spazio e nel
     tempo, la posizione ed i movimenti del corpo, riferiti ad un corpo o ad un oggetto in movimento.

1.   La capacità di ritmo : la capacità di comprendere un ritmo proveniente dall’esterno, di riuscire
     a riprodurlo dal punto di vista motorio.

1.   La capacità di reazione : la capacità di iniziare ed eseguire rapidamente delle azioni motorie
     nel modo più opportuno e nel minor tempo possibile, dopo un segnale.

1.   La capacità di adattamento e trasformazione : la capacità che permette, in base ai
     cambiamenti della situazione che sono stati percepiti o previsti, mentre si sta eseguendo
     un’azione, di adattarne il programma alle nuove circostanze, oppure di proseguirla in modo
     completamente diverso.
2.   La capacità di fantasia motoria : è la capacità, personale e individuale, di attivare una
     gamma di soluzioni motorie originali e creative, pertanto, anche di variarle in continuazione, al
     fine di risolvere un determinato problema motorio.
Dalla pluralità delle diverse capacità coordinative, si possono
  ricavare tre capacità generali fondamentali :

- La capacità di controllo motorio
- La capacità di adattamento e di trasformazione
- La capacità di apprendimento motorio

Le tre capacità fondamentali sono strettamente connesse tra loro ; però la
   capacità di apprendimento motorio è la più elevata delle capacità
   coordinative : senza la capacità di apprendere movimenti, di memorizzare
   quanto appreso e di richiamarlo a seconda della situazione, qualsiasi
   capacità di controllo o di adattamento e trasformazione non ha senso.
La capacità di apprendimento motorio si basa soprattutto sui meccanismi di
   ricezione, elaborazione ed immagazzinamento delle informazioni. In primo
   piano, dunque, ci sono processi percettivi ( analizzatori ), cognitivi (
   valutare/classificare ) e mnemonici ( processi dipendenti dalla memoria,
   che si basano su prestazioni neurofisiologiche di sintesi )
Non si può pensare che esistano capacità coordinative senza i
  fattori fisici della prestazione che sono :

- La forza
- La rapidità
- La resistenza e la mobilità articolare

L’efficacia delle capacità coordinative è possibile se esse sono
   collegate con queste capacità cosiddette condizionali.
La forza

Ogni miglioramento tecnico è possibile solo grazie ad un
   miglioramento fisico.
Obiettivo primario dell’allenatore è migliorare la performance
   di squadra e dei singoli. Indispensabile lavorare sul FISICO
   degli atleti per poter raggiungere l’obiettivo .
Il miglioramento delle capacità condizionali è un processo
   fisiologico normale, ma non sempre adeguato alle esigenze
   tecniche. E’ un processo importante per migliorare le
   performances nei giovani. Inoltre interagiscono altre qualità
   :
Tecnica, motivazione, volontà, concentrazione.
La forza

La forza può essere definita come la capacità di opporsi ad
   una resistenza attraverso un impegno tensivo dei muscoli.
L’aspetto qualitativo impone la forza come unica capacità
   organico-muscolare a cui possono essere ricondotte tutte le
   altre “ manifestazioni di essa “.
La forza può essere considerata la capacità principale che
   caratterizza tutta la motricità, in quanto le altre forme di
   manifestazione dinamica altro non sono che frutto di
   espressioni di essa.
La forza ha una dipendenza diretta dal meccanismo fisiologico
   della contrazione muscolare e rappresenta la conseguenza
   di esso.
La forza

La letteratura sportiva suddivide la forza nelle seguenti modalità
   espressive :
Forza massima. La forza più elevata possibile che il sistema
   neuromuscolare riesce ad esprimere con una contrazione massima
   volontaria.
Forza rapida. Identifica e definisce la capacità di generare forza a
   velocità ottimale. Il concetto di forza rapida si associa alla
   capacità di produrre grandi valori di forza nell’unità di tempo (
   forza esplosiva ).
Forza reattiva. Definisce quella prestazione muscolare che,
   nell’ambito di un ciclo stiramento-accorciamento ( sequenza rapida di
   contrazione eccentrica e concentrica che nel movimento sportivo si identifica con la
   sequenza di caricamento e spinta ), produce un più elevato impegno di
  forza.
Resistenza alla forza. Definisce la capacità di mantenere quanto
  minore possibile la diminuzione del livello degli impegni di forza in
  un determinato numero di ripetizioni.
La resistenza
La resistenza, in senso generale, si può definire come la
  capacità di mantenere una determinata prestazione per un
  periodo di tempo il più lungo possibile.

Quindi :

Aumenta la capacità di prestazione fisica
Migliora la capacità di recupero
Riduzione dei traumi
Aumento capacità di carico psichico
Rapidità di reazione e d’azione costantemente elevate
Diminuzione di errori tecnici
Limitazione di comportamenti errati tatticamente dovuti alla
   stanchezza
Salute stabile
La resistenza

La resistenza viene classificata in resistenza generale e
  speciale.
La prima è riferita alla capacità espressa in prestazioni di tipo
  aerobico, mentre la seconda è la capacità complessa di
  realizzare prestazioni ottimali di resistenza specifica di gara.
Nella pallavolo, sport in cui non si possono riconoscere fattori
  limitanti lo sviluppo prestativo nell’ambito delle capacità
  organico-muscolari, in cui la componente tecnica determina
  grossi carichi di lavoro complessivo, in cui le intensità
  di allenamento possono facilmente oltrepassare i livelli di
  intensità di gara, il concetto di resistenza generale assume
  un ruolo decisamente marginale rispetto all’importanza
  metodologica della resistenza speciale.
La rapidità
In letteratura il termine più utilizzato è rapidità piuttosto
   che velocità proprio per distinguere un concetto di base,
   come l’impegno massimale in movimenti segmentari o di
   tutto il corpo senza significative implicazioni della
   forza, da una forma espressiva di forza tipica degli sport
   caratterizzati da movimenti ciclici.

La rapidità nel movimento sportivo è la capacità di reagire
   ad uno stimolo o ad un segnale con la massima velocità
   possibile e/o la capacità di eseguire con la massima
   velocità movimenti contro opposizioni scarse.
Le prestazioni di rapidità sono le velocità di contrazione del
   muscolo e le velocità di movimento realizzate dal sistema
   neuromuscolare contro resistenze minime.
La rapidità

La rapidità si esprime in forma reattiva, in forma aciclica e in
  forma ciclica : nella pallavolo sono determinanti le prime
  due forme di rapidità.
La rapidità si collega maggiormente con gli aspetti qualitativi
  del movimento ( sfera coordinativa ).
La rapidità situazionale che caratterizza la motricità del
  pallavolista si identifica con il concetto di tempo tecnico
  entro cui un’azione resta funzionale allo scopo tattico.
Quindi il pallavolista è essenzialmente a tempo più che
  veloce in senso assoluto e, nell’accezione teorica del
  termine di rapidità,         l’allenamento della suddetta
  capacità nel giocatore di pallavolo acquista significato nella
  misura in cui viene sviluppato, attraverso delle situazioni
  di gioco o delle sequenze tecniche specifiche che il
  giocatore deve rapidamente riconoscere. L’allenamento
  delle tecniche situazionali è indicativo del concetto.
La rapidità

La rapidità è una delle forme principali di sollecitazione
  motoria che, come avviene per la mobilità articolare,
  può essere attribuita sia alle capacità organico-muscolari,
  forza e resistenza, sia a quelle coordinative, oppure “ (… )
  nello sport, s’intende la capacità di raggiungere, in
  determinate condizioni, la massima velocità di reazione
  e di movimento possibili, sulla base di processi
  cognitivi, di sforzi massimi di volontà e della
  funzionalità del sistema neuro-muscolare “ ( Grosser ).
La rapidità

In sintesi, nei giochi sportivi, la rapidità si esprime attraverso
   un complesso di capacità psicofisiche :
- la rapidità percettiva,
- la rapidità di anticipazione,
- la rapidità di decisione,
- la rapidità di reazione,
- la velocità di movimento ciclica e aciclica,
- la rapidità di azione semplice,
- la rapidità generale di azione.
La flessibilità ( mobilità articolare ed
            estendibilità muscolare )

La  mobilità articolare, spesso indicata anche come
  articolarità e come flessibilità, rappresenta la capacità e la
  qualità che permette a un atleta di eseguire movimenti
  di grande ampiezza di una o più articolazioni, sia
  volontariamente sia in presenza di forze esterne.
La mobilità articolare è strettamente connessa con la
  funzione coordinativa, ma di fatto viene spesso
  classificata come capacità motoria a sé. In letteratura viene
  spesso classificata in mobilità attiva, ottenuta attraverso
  esclusivamente un individuale controllo propriocettivo e
  tensocettivo dell’estendibilità del tessuto muscolare e
  tendineo-legamentoso, e mobilità passiva, ottenuta
  attraverso l’applicazione di una forza esterna che agisce
  determinando, in modo indotto, l’allungamento del muscolo
  e della struttura tendineo-legamentosa dell’articolazione
  interessata.
La flessibilità ( mobilità articolare ed
           estendibilità muscolare )
La    mobilità articolare attiva è sicuramente la più
    importante sul piano sportivo ed è la capacità correlata
    effettivamente con il concetto di ampiezza di
    movimento estremamente funzionale nella finalizzazione
    del movimento alle situazioni di gara o di allenamento.
Essa ha dei fattori limitanti :
L’escursione articolare : la capacità di controllo dinamico
    iniziale dell’ampiezza del movimento fisiologico delle
    articolazioni ( gradi di libertà delle articolazioni );
Il tono muscolare e la capacità di rilassamento;
Il rapporto contrazione-decontrazione fra muscoli agonisti
    e antagonisti ;
L’affaticamento muscolare ;
La temperatura ambientale e il tasso di umidità dell’aria ;
La flessibilità ( mobilità articolare ed
           estendibilità muscolare )
L’allenamento della mobilità articolare risponde a due
   regole generali che indicano da un lato l’opportunità di un
   allenamento volto a migliorare la mobilità effettiva delle
   articolazioni, dall’altro l’opportunità di un miglioramento
   della capacità di allungamento del muscolo.
Per quanto riguarda le categorie di esercizio idonee è possibile
   citare :
Esercitazioni di ginnastica generale attiva, con attenzione
   alla    qualità     esecutiva     del   movimento    previsto
   dall’esercizio ;
Esercitazioni di allungamento muscolare, su cui oggi
   esistono pareri controversi. A tal proposito, nell’ambito
   pallavolistico c’è una tendenza a riconoscere benefici
   nell’utilizzo al termine dell’impegno fisico di
   allenamento o partita, rispetto a profonde perplessità
   nell’utilizzo    nelle      procedure     di  riscaldamento
   preallenamento e gara.
Le caratteristiche del movimento
                  nella pallavolo
                Accelerazione e Decelerazione. A-D

Il sistema accelerazione-decelerazione e il controllo della verticale del
    capo ( CVC ) risultano essere componenti fondamentali per il
    successo in qualsiasi programma di apprendimento e di
    produzione di abilità motorie. Di solito viene data molta
    importanza al concetto di accelerazione.
Una minore attenzione è stata rivolta al concetto di decelerazione,
    risulta importante quando vi è un arresto, sia negli spostamenti
    del baricentro che negli spostamenti di singoli segmenti del corpo
    umano. ( fondamentale del muro ; fondamentale dell’attacco )
Studi internazionali sull’accelerazione evidenziano che in          ogni
    individuo, a prescindere dall’età, il tempo necessario per
    raggiungere la massima velocità nello spostamento frontale del
    baricentro dopo una partenza da fermo varia dai 5 ai 6 secondi. E’
    una regola che non conosce eccezioni denominata “ legge del
    tratto di accelerazione “.
…… nel volley
Le caratteristiche del movimento
                 nella pallavolo

Nel modello di prestazione della pallavolo le singole azioni di
  gioco hanno durata media di 4/6 secondi. Da ciò si evince
  che la caratteristica del singolo intervento individuale non
  supera mai il lasso di tempo 1,5-4 secondi. Per cui il
  concetto di velocità assume un significato diverso nel quale
  la fase di decelerazione acquista rilevanza notevole. In
  questo contesto la velocità diviene uno dei componenti
  neurofisiologici della rapidità ( osservazione-risposta ), non
  l’elemento fondamentale come è stato a volte considerato
  in passato.
Complessità dei sistemi
                      Rapidità
La rapidità è un complesso sistema che caratterizza la motricità negli
   sport di situazione con e senza palla e coinvolge una pluralità di
   altri sistemi, quali :
- l’attività relativa all’area pre-SMA ( Supplementary Motor Area ) ;
   coinvolta nell’acquisizione di nuove sequenze
- Il controllo delle posture in situazioni sia statiche che dinamiche ;
- I processi mnestici ed anticipatori deputati alla comprensione degli
   stimoli ambientali ;
- I processi di lateralizzazione ;
- La capacità di modulazione della frequenza e del ritmo dei
   movimenti ;

A tutto ciò devono corrispondere percorsi didattici basati :
- Sia su un’attività motoria generale di base dove l’esercitazioni
   sulla frequenza e sul ritmo dei vari segmenti del corpo possa
   migliorare il sistema A-D ;
- Sia sulla variazione dei programmi spazio-temporali ambientali (
   traiettorie della palla, comportamenti motori di compagni ed
   avversari ) ed al continuo rapporto adattivo tra evento previsto ed
   anticipato e quello che si verifica effettivamente ( spostamenti
   laterali a passi accostati e incrociati ; salti da fermo a muro ;
   stacco nella fase d’attacco ).
Complessità dei sistemi
Intercettazione e cambio di direzione dell’attrezzo rappresentano un
   caposaldo importante per strutturare i processi metodologici.
La metodologia e la didattica considera importante che intercettazione e
   cambio di direzione siano spesso programmate in maniera separata :
   alcune gestualità della pallavolo è necessario iniziarle con l’intercettazione,
   altre gestualità si possono strutturare tenendo presente sin dall’inizio il
   cambio di direzione dell’attrezzo.

   Test di valutazione dell’accelerazione e decelerazione del baricentro nel
                      contesto pallavolistico internazionale

1.Test   di velocità frontale
2.Test   navetta
3.Test   di velocità “ delle linee “
4.Test   accelerazione e decelerazione laterale
5.Test   del quadrato

Nei test viene rilevato il tempo cronometrico impiegato nel percorso tra un
   punto di partenza ed uno di arrivo.
Test di velocità frontale

In queste valutazioni lo spostamento degli allievi ( corsa )
   prosegue oltre il punto di arrivo per poi decelerare.
Nei test sulla velocità su distanze di 20-30 metri l’allievo deve
   programmare di partire il più presto possibile e superare il
   traguardo alla massima velocità che riesce a mantenere.

Le distanze usate consentono
in realtà la rilevazione della
fase di accelerazione e
stabilizzazione              della
velocità. Sotto i 10 metri,
nella fascia di età tra i 6 e i 10
anni, si valuta soprattutto la
fase di accelerazione. In
questa     fasi   l’altezza    del
baricentro      non       subisce
variazioni apprezzabili.
Test navetta
L’allievo deve coprire la distanza di 20 metri ( 10 di andata +
   10 di ritorno ) compresi fra due segnali ( righe o birilli )
   segnati sul pavimento.

           Partenza e arrivo
Test di velocità “ delle linee “

Gli allievi partono dalla linea di fondocampo, vanno a toccare
   le linee del campo e ritornano alla linea di partenza
   ripetutamente.
Test del quadrato

Il test si esegue su un quadrato di 2 metri e mezzo di lato
   tracciato a terra. Ai quattro angoli sono posti dei coni. Il
   bambino è posto all’angolo in basso a destra ( a ) ad un
   segnale parte e correndo avanti raggiunge l’angolo in alto a
   destra ( b ), da cui correndo lateralmente a passi liberi
   verso sinistra si dirige verso l’angolo in alto a sinistra ( c ),
   da cui correndo lateralmente verso destra si dirige verso
   l’angolo di partenza ( a ).         C           B
  Si registra il tempo ottenuto
  e si ripete dall’altra parte
  partendo dall’angolo D. Non
  bisogna toccare i coni e
  passare         esternamente,
  pena annullamento del test.           D          A
Complessità dei sistemi

I  percorsi didattici dell’intercettazione e del cambio di
   direzione dell’attrezzo, anche se dal punto di vista
   metodologico possono nascere separatamente devono
   avere comunque come obiettivo la fusione delle due
   programmazioni. Nella gestualità generale e specifica della
   pallavolo,    gli   interventi   neuromuscolari     vengono
   programmati in parallelo.
In definitiva la fase di decelerazione è responsabile della
   qualità di abilità motoria generali ed in particolare delle
   tecniche fondamentali della pallavolo.
In particolare la necessità di risolvere la fase di
   intercettazione e del cambio di direzione dell’attrezzo sono
   un’esaltazione del sistema A/D.
Le caratteristiche del movimento
                 nella pallavolo

                           Lateralità

Uno degli aspetti fondamentali che riguarda i processi di
  apprendimento motorio è costituito dalla lateralità
  nell’individuo. E’ noto che l’emisfero sinistro è in
  connessione motoria e sensitiva con la parte destra del
  corpo, e viceversa. Gli emisferi cerebrali si distinguono uno
  dall’altro dal punto di vista funzionale.
Quello di destra sarebbe responsabile della rilevazione ed
  analisi degli aspetti spaziali e delle attività creative,
  artistiche e intuitive, mentre quello di sinistra risulterebbe
  meglio adatto a elaborare contenuti linguistici, logici e
  analitici.
Nuove teorie

Il neuroscienziato Goldberg sostiene che l’emisfero destro sia
   più abile nel fronteggiare situazioni inizialmente inesplorate,
   mentre quello sinistro attuerebbe            processi cognitivi
   consolidati dall’esperienza. Abbiamo insomma un confronto
   tra novità e routine, non più tra razionalità e fantasia.
Dominanza

Uno degli aspetti della specializzazione cerebrale è la
  dominanza, ossia la prevalenza di un emisfero rispetto
  all’altro che porta ad usare in via preferenziale un emicorpo
  rispetto all’altro.

La manifestazione più evidente della dominanza riguarda l’uso
   asimmetrico delle mani, con dominanza, nella maggioranza
   della popolazione, della mano destra.
Arti superiori

              Arti inferiori

Dominanza

                 Occhio

            Altre dominanze
Dominanza nella pallavolo
                   Asimmetrici
                   dominanti

                   Asimmetrici
                    bilaterali
Movimenti

                   Simmetrici
                     assiali

                   Simmetrici
                   Non assiali
Movimenti
                asimmetrici dominanti

       Asimmetrici
        dominanti

Necessitano           della
massima espressione di
rapidità e/o precisione

Nella pallavolo il servizio,
l’attacco     e      alcune
tecniche difensive
Movimenti
                 asimmetrici bilaterali

      Asimmetrici
        bilaterali

Si realizzano in risposta
a stimoli ambientali

    Nella pallavolo
     Difesa e muro
Movimenti
                    simmetrici assiali

       Simmetrici
         assiali

Si realizzano utilizzando
contemporaneamente gli
arti da una parte e
dall’altra      dell’asse
mediano

Nella pallavolo ricezione,
difesa    e     muro     in
situazione di frontalità
Movimenti
               asimmetrici non assiali

   Asimmetrici
    Non assiali

Tutte e due gli arti
sono dalla stessa
parte rispetto alla
linea che delimita i
due emicorpi

Richiedono
adattamento delle
tecniche in risposta
a     stimoli   non
gestibili
frontalmente
Dominanza e allenamento

Alcuni     autori  hanno    condotto    approfondite    ricerche
   sull’argomento,     giungendo     alla   conclusione      che
   l’allenamento    simmetrico    portava   al   miglioramento
   dell’estremità dominante verificando il miglioramento degli
   interventi motori anche con la parte non dominante.
Dominanza e allenamento

Studi e riscontri empirici effettuati suggeriscono di evitare
  esercitazioni   che coinvolgono l’arto non dominante (
  lateralizzazione compensativa ) in bambini nella fascia di
  età tra i cinque e i dieci anni, quando è in evoluzione il
  processo di lateralizzazione. E’ importante, invece, proporre
  esercitazioni che prevedono movimenti simmetrico
  bilaterali, soprattutto per gli arti inferiori.
Traiettoria e
                     intercettazione

Nella pallavolo l’utilizzazione di sistemi accelerazione-
  decelerazione avviene sempre in correlazione con le
  traiettorie prodotte dall’attrezzo di gioco. Il punto di
  contatto con la palla è infatti il punto dove si congiungono
  due traiettorie : quella della palla e quella dell’atleta.

Questa capacità di far coincidere due traiettorie è in realtà un
  problema di non semplice soluzione motoria che implica :
- La capacità di lettura della traiettoria della palla
- L’adeguamento spazio-temporale dei movimenti
  dell’atleta ( bambino-adulto )
… Traiettorie

Il gioco della pallavolo è basato sulla proprietà della palla di
   produrre traiettorie aeree. E’ pertanto fondamentale ai fini
   del successo imparare a leggerle, attribuirgli un significato
   ed essere in grado di produrle dopo l’intercettazione e il
   cambio di direzione della palla.

Nella pallavolo la lettura della traiettoria è strettamente legata
  alle fasi di intercettazione e cambio di direzione
  dell’attrezzo.

Nella fase di intercettazione è prevalente la lettura della
  traiettoria, la fase di cambio di direzione dell’attrezzo è
  invece caratterizzata dalla capacità di produrre traiettorie.
… Traiettorie

La forza di gravità determina una decelerazione della palla
  nella fase ascendente della traiettoria e un’accelerazione
  nella fase discendente della traiettoria.
… Traiettorie

La    traiettoria del baricentro dell’atleta, invece, subisce
     un’accelerazione nella prima parte e una decelerazione
     nella seconda parte.
… Traiettorie

Esistono varie tipologie di traiettorie che l’attrezzo di gioco
   può produrre : verticali, orizzontali ( aeree e su di un piano ),
   paraboliche. In più esistono traiettorie tese, solitamente
   discendenti, che caratterizzano le tecniche di attacco e di
   servizio in salto.

Il tipo di traiettoria è determinato dalla velocità iniziale della
   palla e l’angolo di uscita della stessa. Una volta in volo la
   traiettoria della palla, seguendo la legge dei proiettili, non è
   modificabile se non da interventi esterni.
… Traiettorie

Una    traiettoria  verticale è
caratterizzata da una fase
ascendente,        una       fase
discendente ed un punto, in cui
la palla è ferma, che divide la
fase ascendente da quella
discendente chiamato punto
morto
…Traiettorie

La direzione di una traiettoria
parabolica       può         essere
scomposta in una componente
verticale ( determinata dal rapporto
con la forza di gravità, che può essere
positiva o negativa ) ed una
componente orizzontale. Nel
momento in cui avviene il
passaggio (apice della parabola )
tra la fase ascendente e la fase
discendente è presente la sola
componente orizzontale.
… Traiettorie

L ‘ altezza della parabola descritta dalla palla determina i
  tempi di descrizione della stessa, più è alta la parabola più
  lunghi sono i tempi che la palla impiega a percorrerla.

Dal momento che, come abbiamo visto, i movimenti di
  intercettazione della palla sono direttamente correlati alle
  traiettorie che essa descrive, la capacità di lettura della
  traiettoria è di fondamentale importanza per lo sviluppo
  della pallavolo nel bambino e oltre… .
Lettura delle
                      traiettorie

Quindi è importante che ci sia la capacità di riconoscere il
  punto morto, che divide la fase ascendente da quella
  discendente. Poi associare al riconoscimento del punto
  morto spostamenti del baricentro, in senso gravitario (
  accosciate…. ) …..e antigravitario ( balzi ).
Associazione della lettura
               della traiettoria ai sistemi
                           A/D
Successivamente è importante associare la lettura della
  traiettoria ai sistemi di accelerazione e decelerazione
  del baricentro. Per iniziare a sviluppare i processi
  neurofunzionali correlati alle traiettorie, si è scelta la
  traiettoria prodotta dal rotolamento della palla al suolo.
Non esiste nella struttura di gioco della pallavolo, ma risulta
  fondamentale      nel   determinare     la   gradualità      degli
  apprendimenti. Essa è caratterizzata da sola decelerazione
  e si svolge sullo stesso piano di riferimento inizialmente del
  bambino, il suolo. ( palla che rotola, intercettarla ; variando le
  posizioni di partenza, assumendo diverse posizioni e con frontalità diverse
  ).
Produzione di traiettorie
Dopo la lettura delle traiettorie, si comincia il lavoro di
  produzione delle stesse. Dapprima con lanci di precisione
  che impegnano attrezzi manipolabili ( ad esempio una pallina da
  tennis ) :
- Con il rotolamento
- La traiettoria aerea viene divisa in varie fasi : lancio dal
  basso con traiettoria prevalentemente ascendente (
  preparatorio al servizio dal basso )
- Lancio dal basso con traiettoria ascendente e discendente (
  preparatoria al servizio dal basso )
- Lancio dall’alto con traiettoria prevalentemente ascendente
  ( preparatorio al servizio dall’alto )
- Lancio dall’alto con traiettoria ascendente e discendente (
  preparatorio al servizio dall’alto )
- Lancio dall’alto con traiettoria prevalentemente discendente
  ( con la rete : preparatorio al gesto d’attacco )
Buon lavoro…..
robi.romanir@libero.it
Cell. 3473806278

Bibliografia :
Manuale allievo allenatore Calzetti Mariucci
Capacità motorie Prof. Maresca Mario
Teoria del movimento K. Meinel Società Stampa Sportiva
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