LA MOBLLLTA ELETLORALE DEGLL ANNI OTLANTA DI ROBERTO BIORCIO E PAOLO NATALE - CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS
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LA MOBlllTA ElETlORAlE DEGll ANNI OTlANTA Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. di Roberto Biorcio e Paolo Natale Premessa Lo studio della mobilita elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alia problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che pUG assumere la mobilita elettorale costituisce perc, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificita, Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un' altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalita secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, pili in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni. Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse com- ponenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si pUG cogliere anzitutto una logica dell 'identification e, secondo cui l' elettore esprime adesione e solidarieta rispetto a qualche tipo di identita collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competi- zione. Le identita collettive che costituiscono il referente necessa- rio per questa tipo di logica motivazionale possono essere gia presenti nella societa - e semplicemente trascritte 0 trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto - oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure Questo studio fa parte di un progetto di ncerca piu generale sui caratten della mobilita elettorale in Italia ed e frutto, sia nell'impostazione teorica che nelle analisi empiricbe, di un https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 effettiuo lauoro comune. Per quanta nguarda la stesurafinale il secondo e il quinto paragrafo sono da attribuirsi a Paolo Natale) il paragrafo terzo e il quarto a Roberto Biorcio, collegiali sono inoece la premessa e la conclusione. Gli autori nngraziano l'Istituto Superiore di Sociologia di Milano e la Doxa per aver loro concesso l'.utilizzo dei dati qui analizzati. RIVISTA ITALIANA 01 SCIENZA POLITICA / a. XIX, n. 3, dicembre 1989
386 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilita, Si puo poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di una logica dell'utili- ta (o della razionalita strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si puo considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale - definibile come logica della protesta - che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto 0 rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, ne a rappresentarne Ie domande sociali. La logica della protesta si puo esprimere non solo con l' astensionismo (attivo 0 passivo), rna anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica 0 sociale. E evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che puo variare in base alle caratteristiche dell' elettore, alIa congiuntura politico- sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio e la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di rnobilita elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazio- nali puo fare variare sia le probabilita di mutamento delle prece- denti scelte di voto, sia le forme ed il senso che questo mutamento puo assumere. La logica della identificazione - declinata nelle forme piu diverse - costituisce ovviamente la base della fedelta elettorale di partito 0, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabi- lita di mutamenti e ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si puo leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. n passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un' altra e un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare piu per un partito in cui si erano identificati sperimen- tano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta 0 quelle del calcolo delle utilita, https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 La logica della utilita si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si puo riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo 0 di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi piu generali (voto di opinio-
La moblllta elettorale degli anni ottanta 387 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. ne). n calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto e funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali, Ci si puo aspettare che quanto piu pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilita, tanto piu sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto. Anche la logica della protesta, se non e accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante signifi- cativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilita elettorale: in questo caso e I'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo piu impor- tante per l'espressione del risentimento dell'elettore. Si e rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel com- portamento elettorale, analizzando in particolare: 1) i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti - nel dopoguerra - nelle competizio- ni elettorali: la mobilita in questo caso puo essere interpretata come I'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell' opzione elettorale suI quadro politico, 0 su una serie di politiche specifi- che; 2) i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilita di espressione elettorale - nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, 0 per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specifiche issues (pensioni, ecologia, identita regionali, ecc.); 3) il cambiamento dal voto al non voto, che puo essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell' elettore) 0 nella capacita di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica; 4) il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione 0 non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che puo dipendere dalla accresciuta capacita di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevan- za soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale. Lo studio empirico delle forme di mobilita elettorale presenta - come e nota - particolari difficolta, sia perche ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, piu in generale, per I'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni - a https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 livello individuale - delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l' altra. A causa di tali difficolta e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilita elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento
388 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramite survey, analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune citta e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni- campione 1. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti puo convalidare 0, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse e rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, pili che alIa discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi-, Le trasformazioni del mercato elettorale negli anni ottanta Le elezioni politiche del giugno 1987 hanno puntualizzato una tendenza costante di tutto il periodo qui considerato: una configu- razione del sistema politico italiano sempre pili lontana sia da una situazione ritenuta stabile fino ai primi anni settanta sia dalle dinamiche elettorali emerse a meta del decennio scorso. n biparti- tismo imperfetto, infatti, e la conseguente apparente «imrnobilita» di fondo dell'elettorato del nostro Paese appaiono oggi tesi nettamente superate, di fronte a movimenti di voto che hanno ridimensionato il seguito elettorale complessivo dei due maggiori partiti italiani. E possibile cogliere alcuni aspetti fondamentali dell'evoluzio- ne del sistema dei partiti sulla base di due tradizionali indicatori sintetici: l'indice di bipolarismo e l'indice di instabilita (figg. 1 e 2). n primo (calcolato con la semplice somma delle percentuali di voto dei due maggiori partiti) fornisce un'indicazione della ten- denza alIa frammentazione 0 alIa concentrazione del sistema partitico. L'indice di instabilita (calcolato come semisomma, in valore assoluto, delle differenze percentuali tra i risultati dei https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 1 Abbiamo utilizzato nelle nostre analisi tre sondaggi realizzati dalla Doxa nel 1985, 1986 e 1987 e i risultati elettorali dei due campioni nazionali di sezioni che sono serviti, nel 1987, per Ie proiezioni elettorali della Doxa e del Pci. 2 Per una discussione sui problemi metodologici relativi aIle diverse tecniche di stima della rnobilita elettorale, si puc vedere 10 studio comparato basato su dati di survey e dati aggregati realizzato da chi scrive (Biorcio e Natale 1987).
90 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. 80 /\ ' /r-, /I,,' , \ '", 70 - / ~ r-----.... ~-- 60 ,, r------ 50 1946 1948 1953 1958 1963 1968 1972 1976 1979 1983 1987 FIG. 1. Indice di bipolarismo dal 1946 al 1987 10 -.\ / / ~ J\ - - --7 / \ 8 --- / 6 4 I \ / / 2 o 1958 1963 1968 1972 1976 1979 1983 1987 FIG. 2. Indice di instabilita dal 1946 al 1987 https://doi.org/10.1017/S0048840200008649
390 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. singoli partiti tra una elezione e la precedente) 3 PUO essere invece inteso quale misura della variazione complessiva dei rapporti di forza elettorali registratasi nelle tornate elettorali considerate. Nelle elezioni del 1987 l'indice di bipolarismo ha raggiunto il livello piu basso in assoluto dalle elezioni del 1946, confermando una tendenza al declino che si e mantenuta costante dal 1976 in avanti. Questa tendenza e stata particolarmente accentuata nelle maggiori citta: nel 1987 l'indice di bipolarismo e risultato infatti del 54°1f> nel complesso delle citta con piu di 200 mila abitanti. Dc e Pci detenevano ne11976, immediatamente prima del periodo qui considerato, quasi tre quarti dei voti validi e piu di due terzi dell'intero corpo elettorale. AI termine di quest'ultimo decennio i due partiti maggiori fanno propri poco piu del 60% dei voti validi e la meta circa di voti teoricamente disponibili: il livello minimo nella storia elettorale repubblicana. Nel 1983 il principale respon- sabile per tale caduta era stato il partito democristiano, che aveva perduto oltre il 5°1f> degli elettori (tab. 1). N el 1987 il recupero della Dc e risultato significativo soltanto in 26 provincie, collocate in buona parte nell'Italia meridionale: va inoltre rilevato che in 22 province si e verificata per la Dc una ulteriore riduzione dei consensi rispetto al 1983 (fig. 3). Nel 1987 e stato il Pci a fornire il maggior contribuito all'ulteriore declino dell'indice di bipolari- smo: le sue perdite (oltre il3% dei consensi) sono state significati- ve in tutte le aree geo-politiche della penisola. Questa tendenza mette in evidenza una diminuzione delle capacita aggregatrici dei due maggiori partiti italiani e una paralle- la potenziale diminuzione delle logiche di voto basate sulla appar- tenenza subculturale. Dalla lettura della tabella 1 risulta chiaro come nessun altro raggruppamento politico sembri potersi chiara- mente proporre quale tendenziale sostituto: gli incrementi degli altri partiti e, come vedremo piu oltre, i loro interscambi di voti con Pci e De, non presentano infatti (a parte Forse il Psi) dimensio- ni e valori numerici particolarmente elevati. n fenomeno sembra suggerire, a questo livello generale di analisi, la presenza di atteggiamenti «in negativo», di perdita di identificazione, piu che di nuove forme di appartenenza. L'indice di instabilita, al contrario di quello di bipolarismo, https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 3 Si sono presi in considerazione tutti i partiti che hanno ottenuto deputati 0 che hanno conseguito almeno 50.000 voti; solo le liste al di sotto di tale soglia sono state aggregate in un unico gruppo denominato «altri».
TAB. 1. Percentuali di voto e uariazioni nelle elezioni politiche 1979-1987 (percentuali su elettori) Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. 1979 1983 1987 79-83 83-87 79-87 DC 33,3 27,6 29,0 -5,8 1,4 -4,4 PCI 26,4 25,1 22,5 -1,4 -2,5 -3,9 PSI 8,5 9,6 12,1 1,1 2,4 3,5 MSI 5,1 5,7 5,0 0,6 -0,8 -0,2 PRI 2,6 4,3 3,1 1,6 -1,1 0,5 PSDI 3,3 3,4 2,5 0,1 -1,0 -0,9 PLI 1,7 2,4 1,8 0,7 -0,6 0,1 PR 3,0 1,8 2,2 -0,8 0,4 -0,4 ES 1,9 1,2 1,4 -0,7 0,2 -0,5 Verdi 2,1 2,1 2,1 Altri 1,0 2,7 2,9 1,8 0,3 2) Ast. 13,1 16,2 15,4 3,0 -0,8 2,2 Incremento Dc 1983-1987 https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 FIG. 3. Ammontare deli'incremento della percentuale di uoti democnsttant nel 1987 nspetto til 198J
392 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. tende a crescere significativamente nel corso delle successive tornate elettorali. La fig. 2 mostra come I'instabilita del 1983 e del 1987 sia superiore perfino al valore (anomalo) di 7,6 registratosi ne11976. Quest'ultimo risultato, come e noto, fu significativamen- te influenzato dalla prima partecipazione al voto di sette classi di giovani neo-elettori, in seguito all'abbassamento della maggiore eta a 18 anni, che contribui al balzo in avanti del Pci e all'arretra- mento di {quasi} tutti gli altri partiti, modificando il quadro politico italiano {Sani 1976}. Dopo le elezioni del 1979 gli studiosi di sociologia elettorale ebbero buon gioco nell' affermare l'anomalia di quel precedente dato, in seguito alIa caduta dell'indice di instabilita ad un livello inferiore perfino al1972 {4,7}. D'altra parte, in assenza di adegua- te stime dei flussi elettorali a livello nazionale, si pose gia allora l' accento sulla presenza di una nuova mobilita all'interno degli schieramenti che «aumenta certo il suo peso relativo suI totale dei movimenti di voto» {Parisi 1979, 24-25}, e che suggeriva una continuita di comportamento elettorale soltanto accidentalmente interrotta dalla «paura del sorpasso». Le elezioni del 1979 misero fine alIa costante crescita dell'elet- torato comunista. Mentre alcuni analisti politici sostenevano che il risultato elettorale conseguito dal partito nel 1976 Fosse soltanto una «gonfiatura» contingente di un trend favorevole che continua- va' nel 1979 {Corbetta e Parisi 1979}, la diminuzione di consensi per il Pci che si e realizzata nel 1979 ha rappresentato I'inizio di una crisi politico-elettorale solo parzialmente smentita dai risultati delle Europee del 1989 5 • Dall'elettorato il risuItato del 1979 fu interpretato come un segnale della effettiva incapacita 0 impossibilita del Pci di divenire il primo partito italiano>; venuta rneno la «paura del sorpasso», un 4 «Eliminando» infatti l'elezione del 1976, i suffragi per il Pci nel1979 rappresentano comunque un incremento rispetto a quelli del 1972: da qui l'ipotesi che 10 straordinario successo di meta decennio fosse originato dalla compresenza di diversi fattori (nuovo voto giovanile, aumento contingente dell'elettorato di opinione e di scambio, ecc.) che non si ripresentarono (ne si potevano ripresentare) in egual misura nelle successive consultazioni. 5 In realta, come viene argomentato in un nostro studio sui flussi elettorali 1987-1989 di prossima pubblicazione, anche in questo caso la tendenza all'emorragia di voti del Pci e stata confermata: il grosso calo di partecipazione al voto ha infatti favorito la tenuta del https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 partito comunista, che ha contribuito in misura minore degli altri partiti all'incremento dell'area del non-voto, ed e risultato vincente nel computo dei voti validi. Gli unici veri vincitori di questa tornata elettorale sono stati invece i «nuovi partiti», in particolare le liste verdi. 6 L'unica eccezione a questa regola si registro in occasione delle elezioni Europee del 1984, dove il sorpasso (sia pur «in discesa») del Pci venne favorito dalle manifestazioni di affettuoso ricordo e memoria dello scomparso Enrico Berlinguer.
La mobllita elettorale degli anni ottanta 393 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. buon numero di elettori di centro ha abbandonato, nelle elezioni uccessive, il partito democristiano. Il dato anomalo sembra quindi essere non gia quello del 1976, bensi quello (relativamente basso) del 1979. La tendenza al progressivo incremento della instabilita eletto- rale, insieme alla diminuita rilevanza elettorale di Pci e De, ha COS! avuto l'effetto di aumentare la frammentazione del sistema dei partiti, con una diminuzione relativa della concentrazione del consenso elettorale. Il senso generale delle trasformazioni del quadro politico puo essere meglio inteso attraverso un breve confronto tra la situazione esistente alla fine degli anni settanta e quella attuale, dopo le politiche del 1987, presentato nella tab. 1. Risultano nettamente premiati soltanto il Psi e i piccoli raggruppamenti (tra i quali in particolare la lista verde), che crescono negli anni ottanta di circa il 4% (tra 3,6% e 3,9% sugli iscritti e tra 4,5% e 4,7% sui voti validi); decisamente ridimensionati Dc e Pci, che perdono ciascu- no il 4% dell' elettorato; sostanzialmente invariati i risultati per i laici (tra i quali il Psdi perde la preponderanza elettorale a favore del Pri), per i missini, per l'estrema sinistra e per i radicali. Il fenomeno dell' astensionismo risulta in crescita non particolar- mente sensibile ma uniforme su tutto il territorio nazionale. I mutamenti dei suffragi elettorali hanno coinvolto, come dato minimo e prescindendo daltasso di turn-over demografico dell'e- lettorato, piu del dieci per cento degli iscritti, nel corso degli anni ottanta, il che corrisponde ad un numero di elettori di almeno 5 milioni; i valori degli indici precedentemente esaminati e quest'ul- timo dato (analogo ad un indice di instabilita calcolato sull'intero decennio) inducono a pensare che i cambiamenti non siano attribuibili al fenomeno del «pendolarismo» del voto, piu volte riscontrato negli anni precedenti", ma ad un mutamento piu generale nel comportamento elettorale dei cittadini. Come si tenter a di verificare piu avanti, il cambiamento di voto operato dall' elettorato sembra suggerire l'esistenza di nuove for- me di mobilita, che emergono dalla progressiva erosione delle 7 Se ne ha un riscontro indiretto calcolando gli indici eli instabilita sui soli voti validi https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 per due elezioni non consecutive (in pratica, «saltando» quella intermedia tra tre consecuti- ve), con un procedimento analogo a quello effettuato per l'ultimo decennio. L'inelice di instabilita 79-87 risulta pari a 10,1%, quello 76-83 a 9,3°k, quello 72-79 a 6,8% e quello 68- 76 a 6,4°k (aggregando il Psiup al Pci, dove e confluito nel 1976): il trend crescente, dal 1968 al 1987, darebbe quineli una prova indiretta della progressiva caduta del fenomeno del pendolarismo nelle scelte elivoto, confermato peraltro dai piu recenti sondaggi eliopinione.
394 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. tradizionali subculture (De e Pci), con una sensibile riduzione del voto d' appartenenza a favore di quello di scambio (Psi) e di opinione (ancora Psi e «nuovi partiti») oppure con l'uscita dalla competizione elettorale. Nell'area dei cosiddetti «nuovi partiti» (verdi, Lega lombarda, pensionati, Liga veneta, ecc., rna anche i piu radicati raggruppamenti regionali) va incluso 10 stesso partito radicale, che gia negli anni settanta si era situato su posizioni alternative rispetto all'area politica tradizionale e che, sia pur in lieve flessione da allora, ha sostanzialmente mantenuto durante l'ultimo decennio il precedente risultato elettorale e la propria linea politic a (tra partito e movimento), talora affiancandosi allo stesso movimento ecologista. Se identifichiamo nel sistema dei partiti due sottosistemi, distinguendo i partiti che sono (stati) al governo nel corso degli anni ottanta da quelli che non ne fanno (0 non ne hanno fatto) parte, rileviamo tendenze di tipo diverso. Tra i primi si e verificato un ridimensionamento dello scarto tra i due partiti maggiori (De e Psi) compreso tra gli 8 e i 9 punti percentuali (dal 29% di differenza aI20%) ed un sostanziale equilibrio fra i tre minori, con il parziale fallimento, da parte del Pri, del tentativo di inserirsi quale terzo interlocutore privilegiato nell'area di governo. Tra i partiti all'esterno dell' area governativa, di fronte alIa stasi missina e al gia ricordato crollo comunista, nessun altro partito sembra aver la forza di proporsi come reale alternativa politica. Nel complesso tre sono stati gli elementi nuovi del panorama politico italiano, COS! come si e presentato negli anni ottanta: la crescita, non dovunque omogenea rna di proporzioni consistenti, del Psi; la comparsa, 0 talvolta la riconferma, di nuovi partiti che si sono caratterizzati per modalita non convenzionali di «ingresso» nella competizione politic a e la tendenziale crisi dei partiti di mass a (De e Pci). Il Psi e stato protagonista e artefice di un processo di ridefinizione degli schieramenti tradizionali, costrin- gendo a rimettere in discussione gli abituali modi di intendere il gioco politico e di leggere i risultati elettorali. I nuovi partiti hanno d' altra parte fornito la possibilita ad elettori estranei allo logica dei partiti tradizionali, 0 con questi in aperta critica, di esprimere opzioni piu consone aIle proprie reali esigenze e ai propri bisogni, in netto contrasto comunque con gli schemi politici tradizionali. A https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 ben vedere, sono stati proprio i partiti che hanno introdotto sostanziali novita nella loro azione politic a a risultare gli unici vincenti nell'ultimo decennio.
La rnobilita elettorale degli anni ottanta 395 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. La crescita della mobilita elettorale L'indice di instabilita non fornisce una precisa misura della effettiva mobilita elettorale. Questo indice infatti puo essere ritenuto solo una stima approssimata 8 della «percentuale minima di elettori che deve avere cambiato voto dato il mutamento aggregato osservato» (Przeworski 1975,53). E stato pero dimo- strato - con la tecnica delle simulazioni (Bartolini 1986) - che sussiste una correlazione positiva sufficientemente elevata fra 1'indice di instabilita e la mobilita elettorale individuale. La costante crescita dell'indice di instabilita nelle ultime elezioni politiche (cfr. fig. 2) puo cosi essere assunta come un valido indicatore di una crescita continua della mobilita elettorale in Italia dalla fine degli anni settanta. Questa ipotesi e convalidata dalle stime della rnobilita indivi- duale ricavate sia da rilevazioni mediante survey che da dati aggregati. Esistono diverse fonti di distorsione delle stime basate sui sondaggi (Mannheimer 1986; Bartolini 1986; Corbetta et al. 1988), dovute 'non solo aIle possibili reticenze e dimenticanze degli intervistati, ma anche alIa tendenza ad omologare il proprio passatp comportamento elettorale aIle presenti preferenze partiti- che". E pero ragionevole ipotizzare che l'entita di queste distorsio- ni si mantenga relativamente costante, in particolare se i sondaggi sono effettuati dallo stesso istituto demoscopico, in un arco di tempo non troppo ampio. In un campione di italiani intervistati dalla Doxa nel1984 (cfr. Mannheimer 1986), la quota di coloro che hanno dichiarato mutamenti di scelte di voto in almeno una delle tre elezioni politiche tenutesi nel 1976, nel 1979 e nel 1983 e risultata pari al 18,8% 10. In tre sondaggi successivi effettuati dallo stesso istituto demoscopico fra il 1985 e il 1987, circa un quinto (20,2%) degli intervistati ha espresso l'intenzione di votare per un partito diverso da quello votato nel 1983. A questa quota di elettori che 8 L' approssimazione e dovuta al fatto che Ie percentuali di voto dei singoli partiti fra una elezione e l' altra possono - anche in assenza di rnobilita elettorale - variare per il solo https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 effetto del ricambio elettorale (Bartolini 1986). 9 E opinione comune degli studiosi che i dati tratti dai sondaggi individuali portino a sottostimare la rnobilita individuale, per la tendenza di molti intervistati a esibire una coerenza di comportamento nel tempo. 10 Questa quota si basa, per ragioni evidenti, su coloro che avevano I'eta per votare nelle tre elezioni 1976, 1979 e 1983.
396 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. aveva gia deciso di mutare scelta di voto, si deve aggiungere almeno un parte di quegli intervistati che, pur non avendo ancora deciso per chi votare, aveva espresso I'intenzione di non riconfer- mare la opzione di voto del 1983. Nella sola transizione 1983-1987 le dichiarazioni di rnobilita elettorale sono state quindi percentual- mente superiori a quelle registratesi nel complesso delle due precedenti transizioni (1976-1979 e 1979-1983). Poiche la mobi- lita dichiarata dagli intervistati nelle suruey e generalmente sottostimata, si puo ritenere che la quota di coloro che, tra il1983 e il 1987, ha cambiato opzione di voto sia senz' altro superiore ad un quinto dell' elettorato italiano. La stima della mobilita ricavata dalI'analisi effettuata sui due campioni nazionali di sezioni eletto- rali presenta un valore pari a 25,4%, che conferma l'ipotesi formulata. Corbetta, Parisi e Schadee (1988, 448), d' altra parte, studiando i flussi di voto in cinque citta del centro-nord, hanno riscontrato un livello medio di rnobilita elettorale del 31,2°ib: si tratta sicuramente - per i motivi che vedremo tra poco -,di una sovrastima dei livelli medi di mobilita elettorale italiani. E pero significativo che, limitatamente aIle cinque citta, la mobilita 1983- 87 risulti la pill elevata dal 1968 ad oggi. Anche 10 studio dei flussi di voto nella citta di Milano ha confermato come nel 1987 si sia registrato il livello pill alto (43,4°ib) tra tutte Ie elezioni politiche degli ultimi dieci annie La tendenza di fondo alla crescita della rnobilita elettorale negli anni ottanta risulta cosi confermata da tutti gli indicatori oggi disponibili (indice di instabilita, suruey e stime dei flussi di voto a livello nazionale ed in diverse citta). Si possono avanzare diverse spiegazioni (in certa misura complementari) di questo fenomeno: 1) e possibile ipotizzare l' esistenza di una tendenza di lungo periodo alIa secolarizzazione del comportamento dell' elettore, che si manifesta con il progressive indebolimento delle identificazioni partitiche e/o subculturali, contestualmente alIa crescita dei livelli medi di informazione e di risorse culturali disponibili; 2) si puo poi enfatizzare un effetto congiunturale di rnobilita crescente provocato da momenti di accelerazione della crisi della Dc (nel 1983) e del Pci (neI1987). Le due spiegazioni possono ovviamente coesistere, e rafforzar- si reciprocamente. La secolarizzazione del rapporto fra elettori e https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 partiti permette, in particolari congiunture, pill rapidi e rilevanti spostamenti di voti tra i partiti. D'altra parte i momenti - anche congiunturali - di crisi elettorale delle principali forze politiche italiane (nel 1983 per la Dc e nel 1987 per il Pci) possono creare
La mobilita elettarale degli anni ottanta 397 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. TAB. 2. Mobilita elettorale in diversi gruppi di interoistati Ok> mobili N. Sesso: - maschi 19,6 1.444 - femmine 21,0 1.335 Eta: - 18-24 anni 24,3 256 - 25-34 anni 24,6 584 - 35-44 anni 20,9 1.044 - 55 anni e oltre 15,4 895 Istruzione: - laureati e freq. universita 26,0 145 - diplomati 25,9 743 - licenza media inf. 23,1 643 - licenza e1ementare 16,6 895 - nessun titolo 10,4 359 Condizione professionale: - imprenditori, dirigenti, liberi profess. 20,6 104 - impiegati insegnanti 24,0 490 - artigiani-cornmercianti 17,8 267 - lavoratori manuali 17,7 618 - agricoltori 9,1 98 - pensionati 18,9 393 - casalinghe 21,6 560 - disoccupati - in cerca della prima occup. 19,2 116 - studenti 32,5 119 Tutto il campione 20,4 2.779 Fonti: ricerca «4 Nazioni» 1985; . rilevazioni «Osservatorio politico italiano» 1986, 1987 e 1988. temporanee crescite dei livelli di mobilita rna anche indurre gli elettori «defezionisti» a rivedere definitivamente il proprio rap- porto con i rispettivi partiti. E opportuno a questo punto evidenziare le differenze nei livelli di mobilita secondo le condizioni socio-demografiche degli elettori. Si puo ipotizzare che nel corso della «carriera elettorale» https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 di ogni attore individuale esista una fase iniziale di apprendimen- to, con una maggiore disponibilita alla sperimentazione e alia esplorazione di diverse opzioni di voto; a questa succede una successiva fase di relativa stabilizzazione delle scelte elettorali
398 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. durante la quale, in relazione ai diversi livelli di identificazione partitica, si creano maggiori resistenze al cambiamento. Diverse indagini basate su sondaggi (Mannheimer 1986) hanno verificato come nel corso del ciclo di vita individuale la rnobilita elettorale diminuisca significativamente do po i 35-40 anni, L'influenza del cicIo di vita sulla mobilita elettorale e pienamente confermata dai nostri dati (cfr. tab. 2). Tuttavia questa relazione non spiega l' aumento della rnobilita: poiche la composizione demografica della popolazione cambia a ritmi relativamente lenti, non si possono attribuire alIa diversa distribuzione delle classi di eta effetti significativi sui livelli medi di mobilita elettorale. La crescita di quest'ultima deve essere quindi ricondotta ad altre caratteristiche dell'elettorato che registrano una evoluzione piu rapida dei mutamenti demografici. Una serie di studi sul comportamento elettorale negli anni sessanta metteva in evidenza come la disponibilita a gestire in modo piu «libero» l' opzione di voto Fosse in generale piu elevata fra gli elettori di sesso maschile, di status professionale elevato e di piu alto livello di istruzione (Ardigo 1963; Sivini 1966). L'analisi sulle intenzioni di mutamento delle scelte elettorali, effettuata sulla base delle tre survey gia citate, ha pienamente confermato, in generale, la importanza del titolo di studio nel favorire la disponi- bilita al mutamento delle opzioni di voto (cfr. tab. 2). La crescita generale dei livelli di scolarizzazione, verificatasi in Italia negli ultimi 20 anni, e percio una delle componenti fondamentali che ha favorito, al di la delle oscillazioni congiunturali, un generale aumento della rnobilita elettorale. La tab. 2 indica come Ie probabilita di mutamento delle scelte elettorali fra il 1983 e il 1987 risultino molto differenziate in relazione aIle diverse condizioni sociali degli intervistati. Nelle due condizioni sociali che presentano rispettivamente i livelli piu elevati (gli studenti) e quelli meno elevati (gli agricoltori) di mobilita elettorale, si «cumulano» gli effetti di componenti causali gia richiamate. Per gli studenti, la fase del cicIo di vita e la disponibilita di risorse culturali medio-superiori favoriscono una disponibilita al mutamento delle scelte di voto tre volte superiori a quelle degli agricoltori, che risultano mediamente di eta elevata, con un limitato bagaglio di istruzione e residenti in contesti sociali https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 poco dinamici. Se non cambiano nel corso del tempo le relazioni Era condizioni sociali e probabilita di mobilita elettorale, l' espan- sione delle categorie sociali elettoralmente piu mobili (i ceti medi impiegatizi e gli studenti) e la relativa contrazione di quelle che
La rnobilita elettorale degli anni ottanta 399 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. presentano un grado maggiore di fedelta elettorale (agricoltori ed operai), possono essere la base di una tendenza ad una maggiore Iluidita elettorale. Possiamo poi ipotizzare che la crescita della fluidita elettorale sia dovuta anche alIa caduta del differenziale nei livelli di mobilita fra i sessi. Gia per Ie elezioni del 1976, 1979 e 1983 e stato possibile rilevare come la mobilita maschile Fosse solo poco superiore a quella femminile, tanto da non essere statisticamente significativa (Mannheimer 1986,54). Tra il1983 e il1987 si e registrata invece una disponibilita al cambiamento di voto lievemente superiore fra Ie elettrici (21,OOib) rispetto agli elettori maschi (19,6°ib). n comportamento elettorale risulta pill mobile, e quindi pill libero dalle appartenenze tradizionali, nelle citta rispetto ai piccoli centri (tab. 3). Questo fenomeno appare particolarmente signifi- cativo nelle tre citta con pill di un milione di abitanti (cfr. tab. 4), per Ie quali si sono stimati i flussi di voto ", La mobilita raggiunge in particolare i livelli pill elevati a Milano (43,4°ib) e a Torino (39,6°ib). L'importanza del. contesto sociale metropolitano nel favorire la crescita della mobilita elettorale era stata verificata nelle elezioni region ali del 1985, sulla base dei risultati di un campione nazionale di sezioni (Biorcio e Natale 1987). La diffusione anche nei centri minori delle forme di vita e delle rappresentazioni della politica particolarmente pre senti nelle citta puo essere un fattore importante per la erosione delle scelte di voto tradizionali delle aree periferiche. I livelli di mobilita elettorale si presentano poi significativa- mente differenziati fra Ie diverse regioni italiane (tab. 4): i cambia- menti pill numerosi nella opzione di voto si sono verificati nelle regioni del triangolo industriale, dove quasi un terzo dell'elettora- to ha infatti mutato la propria scelta (29,9°ib). Le variazioni nei livelli di mobilita elettorale pero dipendono pill dai diversi orien- tamenti politico-culturali pre senti nel corpo elettorale, e dalle 11 E interessante notare come Ie stime di rnobilita presentate nelle tabelle 4 e 6 risultino significativamente coerenti, tenuto conto della specificita delle fonti utilizzate (cfr. nota seguente), Le stime di mobilita basate sulle survey appaiono, in tutte Ie aree geopolitiche, sottostimate rispetto a quelle ottenute dai dati aggregati delle sezioni campione. D'altra parte, come previsto, le stime di mobilita nelle singole citra tendono in https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 genere ad essere superiori a quelle basate su campioni nazionali di sezioni, e molto superiori a quelle desumibili dalle survey, Sembra pertanto plausibile ritenere che, analizzando la mobilita elettorale in Italia a partire dalle sole survey, 0 a partire dai soli flussi di voto di singole (grandi) citta, emerga una tendenza sistematica rispettivamente a sottostimare 0, viceversa, a sovrastimare il livello degli effettivi movimenti di voto. Meno soggette a tali distorsioni appaiono Ie stime basate su un campione nazionale di sezioni.
400 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. TAB. 3. Valore della mobilita elettorale in rapporto alia dimensione dei comuni Comuni con meno di 10.000 abo 18,2 Comuni con 10-100.000 abo 19,9 Comuni con piu di 100.000 abo 22,8 ltalia 20,8 Fonti: cfr. Tab. 2. TAB. 4. Valore della mobilita elettorale 1983-87 (e della instabilita) in diverse zone regionali e citta da survey da dati aggregati Zona industriale 23,9 29,9 (10,6) - Torino 39,6 - Milano 43,4 - Genova 25,8 Zona bianca 18,0 25,5 ( 8,4) - Verona 33,4 - Padova 34,9 Zona rossa 15,5 20,0 ( 6,2) - Perugia 22,1 Zona meridionale 20,6 25,4 ( 5,4) - Roma 33,8 totale Italia 25,4 ( 6,8) appartenenze subculturali, che dalle specifiche caratteristiche sociali e demografiche degli elettori. La spiegazione della stabilita del voto, in particolare in quell a parte dell' elettorato che fa riferimento alIa Dc e al Pci, e stata in gran parte ricondotta alIa persistenza delle aree di appartenenza sub-culturale. Queste sono state considerate come Ie basi di un voto senza una effettiva scelta dell'attore individuale: «Il voto di appartenenza e percio caratterizzato nell' elettore da una forte determinazione, scarsa esposizione alla congiuntura politica, con- tinuita nel tempo, assenza di specificita e scarsa considerazione del https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 tipo di consultazione» (Parisi e Pasquino 1977, 224). Abbiamo anzitutto cercato di verificare se la quota di mobili rilevata nelle zone in cui e tradizionalmente pili forte il fenomeno dell' appartenenza sub-culturale sia, come in precedenti elezioni,
La rnobllita elettorale degli anni ottanta 401 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. TAB. 5. Mobilita elettorale e onentamenti politici e culturali 01
402 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. principali tradizioni politiche italiane. Mannheimer e Sani (1987) hanno verificato che ai diversi gradi di «appartenenza subcultura- Ie» individuale sono direttamente correlati i livelli di probabilita di voto per la De e per il Pci. Nelle nostre analisi, abbiamo verificato come l'adesione aIle due principali subculture politiche (misurata sulla base dei giudizi espressi sulla Chiesa, la Cgil e I'Drss) risulta correlata con una riduzione dei livelli di rnobilita individuale (tab. 5). Dunque anche nel19871'appartenenza sub-culturale - dipen- dente sia da particolari contesti territoriali, sia da disposizioni individuali - mantiene un ruolo importante nel garantire la stabilita elettorale. Assumendo il posizionamento sul tradizionale asse destra/si- nistra come indicatore della personale posizione ideologica, ab- biamo verificato che gli intervistati pill mobili tra il1983 e il 1987 si sono autocollocati in un' area intermedia fra il centro e la sinistra e fra il centro e la destra (fig. 4). Coloro che hanno invece definito la propria posizione politica in termini pill netti, facendo riferimento alle tradizionali definizioni di «campo» (sinistra, destra e centro), hanno mostrato una minore disponibilita al cambiamento di voto. A partire da questi primi indizi, si puo dunque avanzare un'ipotesi, che verra discussa nel quinto paragrafo: la crescita della mobilita degli anni ottanta, e la relativa novita delle sue forme, emerge non solo dalla erosione delle tradizionali aree di appartenenza subculturale, ma anche dalla minore rilevanza delle tradizionali connotazioni ideologiche destra, sinistra e centro. Le diverse forme di mobilita elettorale Dopo avere esplorato Ie caratteristiche generali degli elettori mobili, possiamo approfondire l' analisi delle forme di mobilita in riferimento allo specifico elettorato dei singoli partiti. In base alle indicazioni fornite dalle suruey e dalle stime dei flussi di voto, possiamo osservare come i livelli di mobilita eletto- rale 1983-87 siano risultati notevolmente differenziati nell'ambito dell'elettorato dei diversi partiti (tab. 6). Gli elettori della Dc e del Pci mantengono un' altissima continuita di comportamento eletto- rale, in particolare nelle rispettive zone di tradizionale insedia- https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 mento subculturale (tab. 7). Nel complesso dell'elettorato e la Dc a presentare la pill elevata fedelta elettorale 12. Sembra delinearsi, 12 Notiamo per inciso che Ie stime della mobilita elettorale ricavate dalle survey sono
La moblllta elettorale degli anni ottanta 403 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. 300f
TAB. 6. Percentuali di elettoriehe non conjermano nel 1987 la scelta elettorale del 1983} per partito Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. da stime dei flussi da survey camp. naz. 5 citra DC 12,8 11,3 16,3 PCI 17,1 20,7 10,7 PSI 24,1 29,3 19,2 MSI 45,3 42,3 23,1 PRJ 51,3 61,8 46,5 PSDI 56,0 82,2 28,3 PLI 60,0 59,8 51,1 PR 64,8 68,0 54,3 DP 63,1 66,6 50,0 Ast. 22,5 30,4 51,2 Media 25,4 31,2 20,4 Nota. Le stime delle 5 citta riguardano Torino, Genova, Verona, Padova e Perugia, e sono tratte da Corbetta, Parisi, Schadee (1988). TAB. 7. Pereentuali di elettori ehe confermano nel 1987 la seelta elettorale del 1983} per partite e per area geopolitica Italia zona zona zona zona indust. bianca rossa meridion. DC 87,2 86,8 96,4 87,4 85,1 PCI 82,9 79,0 80,6 91,6 78,4 PSI 75,9 81,6 78,7 68,4 75,2 MSI 54,7 45,9 54,1 67,5 53,1 PRJ 48,7 42,5 39,3 67,9 47,5 PSDI 44,0 54,3 25,6 37,6 46,0 PLI 40,0 41,6 39,2 32,5 38,9 PR 35,2 36,1 23,3 29,8 33,2 DP 36,9 43,4 26,7 22,6 37,9 Ast. 77,5 66,3 70,6 79,5 82,2 TAB. 8. Valore della mobilita elettorale 1983-87 in rapporto ai partiti votati nel 1983 e al grado di istruzione elettori DC e PCI elettori di altri nel 1983 partiti nel 1983 0A> mobili N. Istruzione: - laureati e diplomati 18,0 449 34,1 437 https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 - licenza media info 17,0 385 31,9 260 - licenza elementare 0 ness. titolo 10,1 858 24,5 412 Tutti 13,8 1.692 30,0 1.109 Fonti: cfr. tab. 2.
La mobilita elettarale degli anni attanta 405 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. Prendendo in esame separatamente ogni singolo partito, si possono avanzare due tipi di ipotesi: si puo innanzitutto pensare che esistano differenze sostanziali e continue nel tempo fra gli elettori «fedeli» e quelli «mobili» che fluttuano intorno al nucleo stabile (il cosiddetto zoccolo duro) dell' elettorato di ogni partito. Se non esistono differenze significative fra coloro che «escono» e coloro che «entrano» a far parte dell' elettorato di un determinato partito, la mobilita elettorale puo essere attribuita in grande misura aile fluttuazioni congiunturali di un settore dell' elettorato che si colloca al di fuori delle aree di elettori «fedeli» dei diversi partiti. Se esistono pero rilevanti differenze sociali e culturali fra gli elettori che abbandonano un determinato partito e quelli che entrano a fare parte del suo elettorato, si puo cogliere l'esistenza di un tipo di rnobilita che incide sulla composizione della sua base elettorale tradizionale. Per la esiguita del numero di intervistati che nelle suruey dichiarano un mutamento di scelta elettorale, abbiamo potuto affrontare questo problema soltanto per i tre principali partiti italiani, cui si aggiungeranno alcune considerazioni sulle caratteri- stiche degli elettori che hanno votato le Liste Verdi, e su quelli che hanno scelto di astenersi dal voto. Nella tab. 9 sono analizzate le composizioni sociodemografiche degli elettori fedeli e di quelli mobili «in entrata» e «in uscita» per i partiti considerati. Nella tab. 10 sono riportate le differenze interne in riferimento agli orienta- menti politico-culturali. Gli elettori che hanno confermato Ie loro scelte di voto fra il 1983 e il 1987 presentano caratteristiche sociali e culturali sostanzialmente analoghe a quelle evidenziate da diversi studi nel corso degli ultimi venti anni (Barnes 1974; Sani 1978). Gli elettori «fedeli» nel voto per Pci e Dc dispongono di un basso livello di istruzione e si caratterizzano rispettivamente per una prevalenza maschile e femminile. n nucleo sociale piu esteso e costituito per il Pci dagli operai e per la Dc dalle casalinghe. L'elettorato «stabile» del Psi presenta invece un livello mediamen- te superiore di istruzione, e comprende quote di operai e di impiegati superiori alIa media del campione. Facendo riferimento ai livelli di consenso per la Chiesa, la Cgil e l'Urss come indicatori di appartenenza subculturale, e possibile verificare come la grande maggioranza degli elettori stabili della https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 De e del Pci nel 1987 mantengano i tradizionali riferimenti ideologici (cfr, tab. 10). Questi riferimenti sono inoltre confermati dalla autocollocazione prevalente degli elettori «fedeli» sull' asse sinistra-destra. Se prendiamo in considerazione il complesso degli
Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 TAB. 9. Composizione sociale degli eletton fedeli, mobili in uscita e mobili in entrata di DC} PCI e PSI Tutto DC PCI PSI il camp. Fed. Usc. Entr. Fed. Usc. Entr. Fed. Usc. Entr. - Sesso: maseru 52,1 43,7 48,1 37,1 57,0 52,5 44,8 59,1 55,9 57,6 femmine 47,9 56,3 51,9 62,9 43,0 47,5 57,1 40,9 44,1 42,4 - Eta: < 35 anni 35,6 22,5 29,2 25,7 32,0 43,8 37,9 30,2 20,6 37,1 35-55 anni 34,7 35,5 42,2 39,2 38,0 38,8 40,2 36,7 48,0 37,1 > 55 anni 29,7 42,1 28,6 35,1 30,0 17,5 21,8 33,3 31,4 25,8 - Istruzione: laureati e universit. 4,8 3,8 4,5 5,2 3,3 5,0 3,4 5,4 3,9 6,8 diplornati 27,8 21,6 33,1 23,7 21,8 23,8 28,7 25,5 27,5 34,1 lie. media 25,5 21,0 27,3 17,5 23,0 30,0 26,4 24,6 27,3 17,5 senza lie. media 42,0 53,6 35,0 53,6 51,8 40,1 41,3 44,5 41,2 34,3 - Condizione professionale: impr. dirigenti, lib. prof. 3,5 3,1 1,9 2,1 1,7 2,5 1,1 3,7 4,0 7,6 impiegati e insegn. 16,8 16,6 19,5 14,6 14,1 20,0 21,8 18,7 19,8 18,2 artigiani-comrnerc. 9,2 8,9 8,4 8,3 9,8 6,3 5,7 10,8 11,9 9,1 operai 21,8 16,2 14,9 20,8 34,2 36,3 19,5 25,1 18,8 22,0 agricoltori 3,3 7,8 2,6 3,1 1,8 0,0 3,4 0,9 1,0 0,8 pensionati 13,1 17,7 15,6 14,6 12,8 7,5 11,5 14,8 18,8 12,9 casalinghe 18,9 22,7 25,3 29,2 17,9 21,3 26,4 18,7 19,8 18,9 disoccupati 5,4 3,7 4,5 5,2 4,7 2,5 3,4 3,7 1,0 3,0 studenti 7,9 3,3 7,1 2,1 3,2 3,8 6,9 3,5 5,0 7,6 Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonti: cfr. Tab. 2.
Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 TAB. 10. Onentamenti politici degli eletton fedeli mobili in uscita e mobili in entrata di DC, PCI e PSI Tutto DC PCI PSI il camp. Fed. Usc. Entr. Fed. Usc. Entr. Fed. Usc. Entr. Consenso per la CG IL: - basso 36,9 51,2 44,9 38,8 16,2 19,7 28,9 32,7 37,8 35,4 - medio 31,8 31,5 32,4 37,6 22,7 27,6 31,6 24,0 32,3 40,2 - alto 31,3 17,2 22,8 23,5 61,1 52,6 39,5 33,2 30,0 24,4 Consenso per la Chiesa: - basso 25,2 5,4 13,9 9,3 45,4 35,5 51,9 22,8 26,0 24,0 - medio 22,4 12,4 21,2 34,0 24,6 19,7 24,7 25,2 32,3 27,9 - alto 52,4 82,3 64,9 56,7 30,0 44,7 23,4 52,0 41,7 48,1 Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: cfr. Tab. 2.
408 Roberto Biorcio, Paolo Natale Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. elettori mobili che entrano ed escono da questi partiti, ritroviamo molte delle caratteristiche individuate in generale per questo tipo di elettori (maggiore istruzione, minore eta, minore coinvolgimen- to a livello subculturale). Come previsto, anche il grado di appar- tenenza subculturale e Ie collocazioni sull' asse sinistra-destra del complesso degli elettori mobili dei diversi partiti risultano poi significativamente differenziati rispetto a quelli tipici degli elettori fedeli. Pero sono in atto importanti trasformazioni sociali della base elettorale dei tre principali partiti, che si riferiscono al voto degli operai e a quello delle donne. Possiamo notare che la quota degli operai fra gli elettori che abbandonano il Pci nel 1987 e decisa- mente superiore a quella che si ritrova fra gli elettori di altri partiti che vi confluiscono. Se si considera, inoltre, che la dimensione dei flussi elettorali «in uscita» dal Pci e stata nettamente superiore a quella dei flussi «in entrata», la mobilita elettorale emergente nell'elettorato comunista sembra caratterizzata dalla capacita di erosione della componente operaia tradizionale. La quota di operai tra gli elettori che sono confluiti nella Dc appare invece nettamente superiore a quella registrata tra gli elettori che hanno abbandonato questo partito (tab. 9). Nello stesso senso - anche se in misura minore - sembra evolvere la componente operaia nell' elettorato socialista. Se queste tendenze avranno uno svilup- po, si puo ipotizzare nel prossimo futuro un saIto di qualita importante nel processo di omologazione della composizione sociale dei principali partiti italiani. In termini di composizione per sesso, la base elettorale del Pci sembra conoscere importanti trasformazioni alla meta degli anni ottanta, con una tendenziale correzione della tradizionale prevalenza maschile, che comunque ancora si registra nel nucleo dei «fedeli», Nella prevalenza delle donne tra gli elettori «in entrata» nell'area del Pci si puo cogliere uno degli effetti della valorizzazione della compo- nente femminile nell'ambito delle liste di questo partito. Rappresentando su un piano cartesiano il posizionamento degli elettori fedeli e di quelli mobili, che entrano ed escono dai partiti citati, rispetto al continuum destra-sinistra e al consenso nei riguardi della Chiesa (fig. 5), si puo cogliere il diverso grado di https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 eterogeneita ideologica che caratterizza Ie fluttuazioni di voto dei principali partiti. AI contrario di Psi e De, l'interscambio elettorale del Pci sembra toccare aree relativamente lontane, situate media- mente molto piu a destra del posizionamento degli elettori stabili di questo partito.
La mobiltta elettorale degli anni ottanta 409 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 176.9.8.24, on 14 Sep 2020 at 20:03:58, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. 8,5 DC-Fedeli 8- 7,S - DC-Usciti 7- DC-Entrati ~ v: v :au 6,5 - ~ PSI-Fedeli PSI-Entrati [ 6- PCI-Entrati o PCI-Usciti PSI-Usciti v: ~ 5,5- c o u 5- PCI-Fedeli Verdi 4-t------.......------.------....--------....---------I I I I 2 6 Posizionamento medio sinistra-destra FIG. 5. Collocazione di diuersi gruppi di elettori secondo la posizione sui continuum sinistra- destra e il consenso nei confronti della chiesa cattolica La difficolta a raccogliere e a conservare consensi elettorali in aree ideologicamente lontane da quelle della propria tradizione puo essere quindi una delle ragioni pili rilevanti delle difficolta del Pci a conservare la forza elettorale raggiunta negli anni settanta. Queste difficolta sono accentuate dal fatto che l'interscambio elettorale di questo partito avviene in un' area in cui esiste una forte concorrenzialita del Psi e dei verdi. L'esordio elettorale alle elezioni politiche delle Liste Verdi ha provocato importanti trasformazioni nelle logiche della mobilita elettorale, sia direttamente - raccogliendo una quota non trascu- rabile del totale degli elettori mobili - sia soprattutto indiretta- mente, investendo le tradizionali linee di divisione politica e ideologica che hanno strutturato il mercato elettorale italiano. Le Liste Verdi hanno raccolto voti soprattutto nei settori sociali precedentemente individuati come i pili mobili (tab. 11). Le https://doi.org/10.1017/S0048840200008649 condizioni sociali pili favorevoli per il voto verde sono risultate infatti que lIe dei giovani appartenenti al ceto: medio istruito, in particolare se impegnati in attivita che non hanno un diretto riferimento alla produzione e circolazione delle merci (in special
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