L'UE DICE SÌ A "PROSEK", INSORGE L'ITALIA E TUTTE LE ORGANIZZAZIONI

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 L’UE DICE SÌ A “PROSEK”, INSORGE L’ITALIA
        E TUTTE LE ORGANIZZAZIONI

BRUXELLES – La Commissione europea procederà alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale “Prosek” da parte delle
autorità croate. È quanto scrive lo stesso Esecutivo Ue rispondendo a una interrogazione
urgente dell’eurodeputata della Lega Mara Bizzotto.

“Di fronte a questa folle decisione della Ue – si legge in una nota di Bizzotto riportata da Ansa
– siamo pronti alle barricate per difendere in ogni modo e in ogni sede il Prosecco Made in

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Italy perché deve essere chiaro a tutti che l’unico vero prosecco è quello prodotto nelle
nostre terre”.

“Nei prossimi 2 mesi, che rappresentano i termini temporali per presentare ricorsi e obiezioni
prima della decisione finale della Commissione Ue – conclude Bizzotto – noi della Lega e tutto
il nostro territorio porteremo avanti una battaglia campale per difendere la tipicità e la
qualità del nostro Prosecco e il lavoro di migliaia di aziende”.

COLDIRETTI: CONTRADDICE SENTENZA CORTE GIUSTIZIA

“Il via libera dell’Ue al Prosek croato rovina il record storico dell’export di Prosecco nel
mondo, cresciuto del 35% nei primi sei mesi del 2021, ma contraddice anche in maniera
clamorosa la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato
illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a
denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea come la star delle
bollicine italiane”.

È quanto afferma Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero, nel
commentare l’annuncio della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della richiesta della
Croazia di protezione della menzione tradizionale “Prošek”, fatta dal Commissario Ue
all’Agricoltura Wojciechowski in risposta a due interrogazioni parlamentari da parte di diversi
eurodeputati.

CONFAGRI: CONTRARI A DECISIONE UE

“Siamo contrari a questa decisione della Commissione, come lo è stato già il nostro Ministero
che si è opposto alla decisione all’epoca. Non ci tranquillizza affatto quello che la
Commissione dice, ovvero che: “Non si tratta di omonimia e che non vi è alcun rischio di
confusione da parte del consumatore”. Il vino Prosek, infatti, secondo la Commissione non
avrebbe nulla in comune con il Prosecco, appartenendo a due categorie di prodotto diverse, e
venduto in bottiglie diverse tra loro”.

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Così Confagricoltura commenta la decisione della Commissione europea di procedere alla
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione
tradizionale “Prosek” da parte delle autorità croate.

Ad avviso di Confagricoltura, il pericolo di confusione da parte soprattutto di coloro che non
conoscono il prodotto (ma solo il nome) è grande e potrebbe indurre in reale inganno chi
acquista il prodotto.

“Le vendite del Prosecco hanno trainato il nostro export – aggiunge l’associazione – negli
ultimi anni e anche nel periodo di pandemia hanno tenuto bene, a sostegno di tutta la filiera
produttiva delle regioni interessate. Non è ammissibile – conclude – che tale filiera, così
importante non solo per la viticoltura italiana, ma anche europea, che ha lavorato con
dedizione all’affermazione di queste importanti DOP nel mondo, venga danneggiata per
proteggere la menzione Prosek della Croazia”.

CIA: GRAVE SE UE RICONOSCE “PROSEK”

“Se la commissione UE dovesse procedere al riconoscimento della menzione Prosek si
tratterebbe di registrare una posizione della commissione incoerente e ai limiti della follia,
che andrebbe contro le denominazioni europee, anziché a tutela. Un fatto grave contro il
quale combatteremo a difesa del nostri produttori di Prosecco Italiano”.

Così commenta la Cia la decisione della Commissione europea di procedere alla
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione
tradizionale “Prosek” da parte delle autorità croate.

“Da quanto abbiamo appreso – continua l’associazione – la Commissione ha risposto
seguendo la procedura, ovviamente l’auspicio è che la Commissione non proceda. Dovremmo
capire come i soggetti interessati potranno presentare obiezioni e farci promotori
eventualmente. L’unico vero prosecco – conclude Cia- è quello prodotto nei nostri territori e ci
batteremo su questo fronte”.

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MINISTERO: SBAGLIATO RICONOSCIMENTO “PROSEK”

“La decisione della Commissione Europea sul riconoscimento dell’indicazione geografica
protetta del vino croato Prosek è sbagliata. Il Ministero si è già opposto a questo
riconoscimento e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda di
registrazione promossa dalla Croazia, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla
Corte di Giustizia in casi analoghi, come ad esempio avvenuto nel recentissimo caso dello
‘Champanillo’ spagnolo”.

Così il ministero delle Politiche agricole in una nota.

ZAIA: VERGOGNOSO

“Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa
farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe
conoscere la storia del prosecco”.

Così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta la notizia della
pubblicazione, avvenuta oggi sulla Gazzetta Ufficiale UE, della richiesta della Croazia di
protezione della menzione tradizionale “Prošek”, fatta dal commissario europeo
all’Agricoltura Wojciechowski dando così risposta alle interrogazioni parlamentari presentate
da alcuni eurodeputati.

“Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti
formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla
riserva del suo nome – continua Zaia – ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo
riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Tanto è vero che il territorio
in cui si produce è definito ‘le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene’. E, quindi,
adesso saremmo costretti a discutere anche sul nome di un sito già proclamato ufficialmente
Patrimonio dell’Umanità”. Si tratta, per il Governatore del Veneto, “di una decisione che si
pone, per altro, in aperta contraddizione con la sentenza diffusa appena qualche giorno fa, il
9 settembre scorso, dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che vieta l’uso di nomi o

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grafiche che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di
origine riconosciuti e tutelati dalle norme UE”.

“Ciò che sta accadendo è vergognoso – conclude -. Così non si difende l’agricoltura e così non
difendono investimenti. Ma, soprattutto, così si mortifica la storia e l’identità di un territorio.
Spero che ci siano gli strumenti per ricorrere. La Regione farà la sua parte”.

CONSORZIO: LA FACCENDA NON È CONCLUSA

“La faccenda non è affatto conclusa: da quando l’istanza giunta dal Prosek verrà pubblicata
sulla Gazzetta ufficiale europea avremo 60 giorni per presentare le nostre osservazioni”: lo
sottolinea Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc in merito alla vicenda
relativa alla richiesta di riconoscimento avanzata alla Ue da parte del Prosek croato.

Per Zanette, “dalle dichiarazioni fatte dal Commissario era ben chiara la direzione che
avrebbe preso” la questione. Il presidente annuncia infine che il Consorzio presenterà le sue
osservazioni “insieme ad altre forze che si stanno unendo a noi, consapevoli della gravità che
tale eventuale approvazione da parte della UE creerebbe. Si tratterebbe di un precedente
pericoloso, le cui derive sono facilmente intuibili”.

CONSORZIO DOCG: MINACCIATO IMPEGNO VITICOLTORI

“La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE della domanda di registrazione del prodotto croato
denominato Prosek é sconcertante: l’impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano
Valdobbiadene sono concretamente minacciati, così come lo è un prodotto simbolo del made
in Italy”.

È quanto ha dichiarato Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Docg.

“Dobbiamo fare squadra per proteggere il nostro prodotto e il nome Prosecco – aggiunge –
ma anche per non creare pericolosi precedenti. L’Italia é ricca di prodotti simbolo amati in
tutto il mondo e la loro difesa è fondamentale per l’economia italiana”.

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