IV. Produzione di energia ed impatti ambientali - Medicina ...
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IMPATTO AMBIENTALE CAUSATO DALLA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO DELL'ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA IV. Produzione di energia ed impatti ambientali di Marco CALDIROLI e Luigi MARA Le note che seguono affrontano le pro- per i paesi europei, le differenze tra il blematiche degli impatti ambientali 1990 e il 2002 dei valori delle emissio- considerando lo scenario relativo alia ni di Anidride carbonica equivalente produzione di energia elettrica previ- (CO2) per il comparto di produzione sta dal governo fondato su un crescen- dell'energia. te, inarrestabile, fabbisogno di energia In particolare, nella Figura 2 si elettrica da soddisfare mediante la rea- mostrano le variazioni percentua- lizzazione di nuove centrali di grandi li delle emissioni di CO2 nei princi- dimensioni a ciclo combinato a gas pali macrosettori energetici italiani naturale e a carbone. nel periodo 1990-2002, mentre nella Il primo tema riguarda le emissioni Tabella 1 si presentano le emissioni dei "gas serra" (1). dei gas serra (espressi in milioni di tonnellate di CO2 equivalenti/anno) PRODUZIONE DI ENERGIA ED rispettivamente nel 1990 e nel 2000 EMISSIONI DI GAS AD "EFFETTO (si ricorda che l'Italia si è impegnata a SERRA" ridurre del 6,5 % le proprie emissioni Nella Figura 1 che segue si presentano, rispetto a quelle del 1990) a confronto dossier 87 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
con l'obiettivo fissato per il 2010 dal Se venisse riconosciuto strumental- Protocollo di Kyoto e con quanto pre- mente all'Italia un premio (una forma visto per lo stesso anno dalla delibera di riequilibrio contabile delle emis- n. 123 del 19.12.2002 del CIPE. sioni) per il mancato utilizzo di tale Come si rileva dalla Figura 1 gli obiet- tecnologia (per esempio, considerando tivi di riduzione delle emissioni di gas la media mondiale 2001 del ricorso al serra fissati dal Protocollo di Kyoto nucleare, pari al 17%) il nostro paese - (rispetto a quelli dell'anno 1990) sono limitatamente alla produzione di ener- di là da venire, anzi le emissioni sono gia elettrica - potrebbe contabilizzare aumentate rispetto al momento della una riduzione di emissioni pari a 21 sottoscrizione del protocollo da parte milioni di tonnellate di CO2 equiva- dell'Italia. lenti l'anno; contabilizzazione che, Si ricorda che, a differenza dell'Italia, per fortuna, non è consentita. alcuni paesi (Germania, Francia, Gran Come è facilmente comprensibile si Bretagna), malauguratamente, fanno tratta di artifizi contabili che sfuoca- ancora ricorso alle centrali nucleari. no l'obiettivo e lo spirito originario Si sottolinea che l'energia nucleare dell'accordo di Kyoto : ridurre dra- non è stata riconosciuta dalla Unione sticamente le emissioni di gas ser- Europea come una tecnologia pulita ra nell'ambiente e, piu in generale, da contabilizzare in tema di emissioni; aggiungiamo noi, ogni forma di inqui- ci mancherebbe altro! (Purtroppo, in namento e, in primis, quello di origine modo aberrante, secondo il protocollo nucleare. di Kyoto la produzione dell'energia Non va infatti taciuto che nel nostro elettronucleare viene considerata una paese, in molti, troppi, a partire dal "forma neutra", questo costituisce per capo del governo, stanno tentando di i paesi nucleari un - nefasto - incenti- riproporre la costruzione di centrali vo a mantenere tale produzione, anche elettronucleari attraverso una campa- da parte di paesi come la Germania gna strumentale tendente ad accredi- che hanno deciso, seppur gradualmen- tare presso la pubblica opinione che te, di abbandonarla). l'energia elettrica in Italia ha un costo Fonte : ENEA, "Rapporto Energia Ambiente 2004". 88 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
Tabella 1. Emissioni di gas serra (milioni di tonnellate di CO2 equivalente) e scenari di riferimento futuri Emissioni Emissioni Emissioni Emissioni Scenario Delibera al 1990 al 2000 al 2002 al 2010 con tendenziale CIPE attuazione del al2010(**) 123/2002 protocollo scenario di di Kyoto (*) riferimento al 2008-2012(**) (Milioni di (Milioni di (Milioni di (Milioni di (Milioni di (Milioni di tonnellate) tonnellate) tonnellate) tonnellate) tonnellate) tonnellate) Usi energetici 424.9 452.3 444.3 397.3 484.1 444.5 Impianti termoelettrici 124,9 140,0 135,1 116,8 150,1 124,2 Raffinazione e altro 22,5 21,0 14,4 21,0 20,3 20,3 Industria 85,5 77,9 82,1 79,9 80,2 80,2 Trasporti 103,5 124,7 129,3 96,8 142,2 134,7 Civile (incluso terziario e pubblica amministrazione) 70,2 72,1 72,3 65,6 74,1 68,0 Agricoltura 9,0 9,0 9,2 8,4 9,6 9,6 Altro (militari, fughe di emissioni, trasporto gas) 9,3 7,8 1,9 8,7 7,6 7,6 Usi non energetici 96.1 94.6 109.5 89.8 95.6 95.6 Industria 35,9 33,9 33,6 30,4 30,4 Agricoltura 43,3 42,6 40,4 41,5 41,0 Smaltimento rifiuti 13,7 14,2 12,8 7,5 7,5 Altro (HFC, PFC, SF6, solventi) 3,1 3,8 2,9 16,7 16,7 Crediti da JI(***)e CDM (****) -12 TOTALE 521.0 546.9 553.8 487.1 579.7 528.1 (*) Emissioni al 1990 ridotte del 6,5 % per ogni singola fonte. (**) Deliberazione n° 123 del 19/12/2002 Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (legge n. 120/2002) del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana n° 68 del 22/03/2003. (***) Joint Implementation, è una previsione del Protocollo di Kyoto che indica i meccanismi di "scambio" delle emissioni tra paesi: mediante accordi tra singoli paesi è possibile che un pae- se industriale attivi interventi in un paese terzo per la riduzione delle emissioni; riduzione che poi verrà contabilizzata per il paese industriale. In questo scambio, il paese industriale riduce il suo costo unitario per tonnellata di emissione di gas serra. Insomma, si tratta di un marchingegno perverso che consente all'industria di non disinquinare i propri impianti. (****) Clean Development Mechanism, in questo caso si tratta di veri e propri finanziamenti tra un paese industriale e uno o piu paesi terzi, finalizzati a interventi per la riduzione delle emissioni presso questi ultimi; riduzione che viene artificiosamente contabilizzata dal paese industriale nel proprio bilancio delle emissioni. Anche in questo caso il vantaggio del paese industriale è quello di ridurre (contabilmente) le emissioni ad un minor costo rispetto a quello derivante dagli interventi realizzati in "casa propria".
Tabella 2. Azioni italiane per la riduzione delle emissioni di gas serra. Confronto tra gli obiettivi delle delibere Cipe, rispettivamente n. 137/1998 e n. 123/2002 Azioni Delibera CIPE 137/1998 Riduzione Azioni Delibera CIPE n. 123/2002 misure gia indi- Riduzione MtCO 2 viduate dallo scenario di riferimento MtCO2 2008-2012 2008-2012 Aumento di efficienza del parco elettrico 20-23 Espansione cicli combinati per 3.200 MWe 8,9 Espansione capacita import per 2.300 MWe 10,6 Produzione di energia da fonti rinnovabili 18-20 Ulteriore crescita fonti rinnovabili per 2.800 MWe 6,5 Riduzione dei consumi energetici nel settore dei tra- 18-21 Interventi nel settore dei trasporti 7,5 sporti Riduzione dei consumi energetici nei settori indu- 24-29 Interventi nel settore civile (decreti efficienza usi 6,3 striale/abitativo/terziario finali) Riduzione delle emissioni nei settori non energetici 15-19 Assorbimento delle emissioni di CO2 dalle foreste (0,7) Crediti di carbonio da JI e CDM (12) TOTALE 95-112 TOTALE 51,8 Ulteriori misure di riduzione delle emissioni, opzi- NB. I Clean Development Mechanism e Joint Implemen tation (v. note oni definite nella delibera CIPE n.123/2002 Tabella 1) sono stati introdotti dalla Settima Conferenz a delle Parti Misure del mercato interno (industria, trasporti, alla Convenzione Quadro sui cambiamenti climatici (C OP 7), tenuta- civile) 30,5 - 44,3 si a Marrakech dal 29 ottobre al 9 novembre 2001 Clean Development Mechanism e Joint Implementation (v. note tabella 1) 20,5 - 48,0
superiore del 20 % rispetto ad altri -meccanismi di mercato delle paesi europei ove sono installate cen- Emission Trading (attraverso una vera trali nucleari. e propria borsa delle emissioni, "del- Fermo che le cittadine e i cittadi- l'aria calda"), ove le imprese piu "vir- ni italiani hanno sancito, attraverso tuose" che hanno attuato interventi di referendum, la fuoriuscita dell'Italia riduzione dei gas in "eccesso" rispetto dal nucleare, va detto a chiare lettere agli obiettivi prefissati, mettono sul che NON e vero che il kWh nucleare "mercato" tale riduzione quantitativa ha costi inferiori, anzi. In proposito, affinché essa possa venire acquistata diviene indispensabile promuovere alla "Borsa" delle emissioni inquinan- una campagna di controinformazione ti dalle imprese che non intendono contro il nucleare e le fandonie dei investire nel risanamento dei propri suoi sacerdoti. impianti (2). In altri termini, la scelta del Governo LE DELIBERE CIPE italiano è quella di ricorrere ai "mec- Va segnalato che la delibera CIPE canismi" sopraddetti per almeno il n.123/2002 modifica in peggio 50% dell'obiettivo prefissato di ridu- le precedenti delibere dello stes- zione (66,3 Mt CO2 sul totale di 132,7 so Comitato Interministeriale per la Mt di CO2). Programmazione Economica, quel- E' una scelta governativa certamente la del 25.02.1994 e la n. 137 del coerente con lo stesso titolo della deli- 19.11.1998 (modificando anche il bera ("Piano nazionale per la ridu- sistema di programmazione; infatti, la zione dei liveili di emissione dei gas delibera del 1998 fissava degli obietti- serra e 1'aumento del loro assorbimen- vi quantitativi di riduzione delle emis- to, al fine di raggiungere gli obiettivi sioni per i diversi comparti entrando di riduzione delle emissioni al minor poi nella individuazione delle misure costo"), ove il "minor costo" assu- attuative, mentre la delibera del 2002 me priorità a scapito della salubrità determina uno scenario di "emissioni ambientale nel nostro paese. autorizzate" sul quale poi vengono Si tratta di una scelta che sconta il fal- presentati gli interventi necessari per limento (l'abbandono) delle politiche far quadrare il valore di queste ultime di riduzione delle emissioni definite sul target di riduzione previsto dal nella precedente delibera, che cerca di Protocollo di Kyoto). indorare la pillola di un programma In particolare, le ultime due delibere che invece di ridurre le emissioni in hanno una differente impostazione e realtà le aumenta; differenti obiettivi, dovuti anche alle il CIPE mostra la differenza tra uno modifiche degli accordi internazio- scenario tendenziale (senza alcuna nali sottoscritti a completamento del politica di riduzione, nonostante gli Protocollo di Kyoto ( e recepiti dal- impegni internazionali sottoscritti) e l'ltalia con la Legge n. 120/2002), per quello di riferimento, cercando così il raggiungimento dei valori prefissati di contrabbandare un inesistente pro- di riduzione dei gas serra nei paesi gramma virtuoso. industrializzati. In particolare, sono Ricordiamo che il contributo del set- stati previsti: tore energetico italiano alle emissioni -progetti e azioni di Joint Implemen- europee dei gas con effetto serra è sta- tation (accordi tra singoli paesi per to, fra il 1990 e il 2000, del 13,5% (sti- progetti specifici); ma 2001) rispetto al 12,7 % del 1990. -progetti e azioni di Clean Develop- L'ltalia è al terzo posto fra gli inqui- ment Mechanism (finanziamenti a natori, dopo la Germania e la Gran paesi terzi per progetti di riduzione Bretagna. Assieme a Spagna, Francia dei "gas serra"); e Grecia, l'ltalia presenta i maggiori dossier 91 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
aumenti delle emissioni dei gas serra Purtroppo, oggi il dibattito su questo in termini assoluti. Ciò fa conclude- tema langue, ma da qui bisogna parti- re che "La Spagna e l'ltalia, che nel re per costruire alternative energetiche complesso contribuiscono per quasi credibili. il 24 % al totale europeo, sono i Paesi Infatti, questi autori, così come più critici per il raggiungimento degli Medicina Democratica, chiedono da obiettivi europei. In questi due Paesi sempre massicci investimenti nella e più urgente attuare politiche capaci ricerca e per l'applicazione industria- di diminuire la crescita delle emis- le delle fonti energetiche rinnovabili, sioni dal settore energetico" (Enea, in primis l'energia solare, eolica e geo- Rapporto Energia Ambiente 2004, p. termica; nonchè investimenti adeguati 241). La necessità di una inversione di per garantire la sicurezza degli invasi tendenza nel settore della produzione idrici esistenti, l'ammodernamento energetica - e nel settore dei trasporti dei relativi impianti idroelettrici fina- - è ancora piu evidente valutando gli lizzato ad ottimizzare l'uso plurimo aumenti delle emissioni di CO2 dei delle acque, riducendo gli sprechi, principali settori energetici avvenuti e aumentando la resa produttiva dei sin- programmati dal 1990 (v. Tabella 2). goli impianti e quella più generale del La riduzione delle emissioni dal setto- comparto idroelettrico, tutto questo re energetico come puo essere raggiun- nel rigoroso rispetto delle necessità ta a fronte dell'incremento massiccio alimentari, della pesca e dell'agricol- del ricorso a centrali termoelettriche tura di un dato territorio (uso plurimo (a gas naturale, ma anche a carbone) ? corretto delle acque). Ferma la necessità di valutare le situa- Il Ministro dell'Ambiente pensa di zioni caso per caso, anche in relazione poter quadrare il cerchio, così come alle caratteristiche ambientali e ter- il CIPE, con il Piano per la"riduzione ritoriali, la riduzione delle emissioni delle emissioni al minor costo" cui si puo essere ottenuta attraverso molte- e accennato ove si ipotizzano emissio- plici interventi: l'innovazione tecno- ni di CO2 dalle centrali termoelettri- logica, l'aumento dei rendimenti di che di 124 milioni di tonnellate/anno, conversione combustibile combusto/ ovvero lo stesso livello del 1990 (cfr. energia elettrica prodotta; l'installazio- Tabella 1); si tratta di una riduzio- ne di efficaci sistemi di abbattimento, ne pari a 16 milioni di tonnellate/ recupero e riutilizzo della CO2, non- anno rispetto alla stima del 2000. In chè con l'abbattimento e la trasforma- altri termini, il governo tace colpevol- zione chimica degli inquinanti e con mente sull'aumento delle emissioni l'installazione di bruciatori di nuo- conseguente agli elevati incrementi va generazione a ridotte emissioni. della produzione di energia elettri- Interventi da realizzare attraverso la ca da combustibili fossili e afferma: riconversione delle centrali esistenti "Stimando l'entrata in servizio entro (da olio combustibile, gasolio, altri il 2006 di circa 14.000 MW da cicli combustibili fossili, a gas naturale), combinati a gas, tra nuovi impianti e da realizzare in sostituzione di quelle trasformazioni (...), il minor contribu- obsolete e inquinanti da smantellare to alle emissioni rispetto ad impianti in sicurezza. a combustibili fossili liquidi e solidi e: Inoltre, non sarà mai sottolineato a => 20 milioni di ton/anno di CO2; sufficienza che una riduzione strate- => 20.000 ton/anno di NOx; gica delle emissioni inquinanti (e dei => 46.000 ton/anno di SO2; costi energetici) passa attraverso un => 5.500 ton/anno dipolveri totali."(3). programma di rilevante sviluppo di Vediamo se queste stime sono fondate tutte le fonti energetiche rinnovabili e, (si ricorda che esse sono riferite a una in primis, di quella solare. parte del "pacchetto" nuove centrali 92 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
nonché ad interventi sulle centrali effetto di un "ricalcolo" delle emissio- esistenti). ni dei gas serra; Partendo dalle emissioni di Anidride - un "aumento della domanda (a cui) carbonica (v. Tabella 1 - "usi ener- dovrà corrispondere necessariamen- getici"), la delibera CIPE si basa su te un aumento della produzione di una stima (al 1990) di emissioni pari energia elettrica" (cfr. Enea, Rapporto a 424,9 Mt con uno scenario tenden- Energia e Ambiente 2004, p. 249); ziale al 2010 (4) di 484,1 Mt, ovvero - un incremento delle emissioni del un'emissione maggiore di ben 86,8 Mt comparto energetico (al netto della rispetto all'obiettivo del protocollo di voce "altro", riportata come valore Kyoto. aggregato "Raffinazione e altro" nella Analogamente, lo scenario di riferi- Tabella 1.) rispetto a quanto era stato mento (5) per il settore energetico al previsto sia nello scenario tenden- 2008-2012, prevede emissioni pari a ziale (506,8 Mt di CO2 contro 476,1 444,5 Mt di CO2, e cioè una quantita Mt CO2) che in quello di riferimento maggiore di 47,2 Mt di CO2 rispetto (469,2 Mt di CO2 contro 436,3 Mt di all'obiettivo del protocollo di Kyoto. CO2), elevando cosi il valore da col- mare per ridurre le emissioni secondo La delibera del CIPE n. 123/2002 per il Protocollo di Kyoto (per lo scena- il settore energetico, indica - per lo rio tendenziale si passa da 86,8 Mt a scenario di riferimento - misure diret- 130,3 Mt di CO2, mentre per lo sce- te per i diversi usi energetici tese a nario di riferimento, da 47,2 a 92,7 ridurre tra i 32,5 e i 47,8 Mt di CO2 Mt CO2) questo, ovviamente, richiede all'anno entro il 2012, anno di riferi- ulteriori interventi per la riduzione mento del protocollo di Kyoto. dei gas serra. Infatti, le misure di ridu- La Tabella 2 mostra le differenze fra zione già ipotizzate per il comparto gli obiettivi di riduzione delle emis- energetico colmerebbero solo parzial- sioni di CO2 rispettivamente previ- mente tale incremento delle emissioni sti dalla delibera CIPE n°137/1998 e (tra 22,5 e 38,1 Mt); purtroppo, "l'au- n°123/2002. Come si puo rilevare da mento del gap potra essere colmato questa tabella la riduzione delle emis- prevalentemente mediante il ricorso sioni di CO2 prevista nella delibera ai meccanismi flessibili previsti dal del 1998 era di circa il doppio rispetto Protocollo di Kyoto" (8). a quanto previsto dallo stesso CIPE nel 2002. Nel mentre, non va taciu- L'adesione dell'ENEA ad una tale pro- to che le emissioni globali di CO2 spettiva è sconcertante, essa si basa in Italia sono aumentate. Alla faccia sul ricorso ad aberranti meccanismi del protocollo di Kyoto. Limitandoci da utilizzarsi per i "Paesi in via di ancora alle emissioni di Anidride car- sviluppo" come una presunta e pelosa bonica, le stime piu recenti (ENEA, "occasione di rilancio dell'industria Rapporto Energia e Ambiente, 2004) italiana"; questo non può nasconde- evidenziano una revisione in peggio re che " non sono affrontate le cause (a meno di due anni dalla delibera dell'alto livello di emissioni nazionali CIPE n. 123/2002) delle previsioni per di CO2, in particolare nel settore tra- il comparto energetico : sporti e in quello della produzione - una revisione al rialzo dei consumi elettrica. In quest'ultimo comparto di energia elettrica rispetto a quanto non si va molto oltre la previsione era previsto nella suddetta delibera di cicli combinati a gas, un modera- CIPE del 2002, con un incremento del to sviluppo delle fonti rinnovabili ed trend del 3% annuo anziche il 2% (6); una riproposizione del carbone tecno- - una revisione al ribasso dei valori di logicamente non ben definita ai fini di riferimento (di partenza) al 1990, per una sufficiente accettabilità ambien- dossier 93 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
tale. Anche l'impegno per politiche di minare gli scostamenti (incrementi e risparmio di energia risulta limitato e riduzioni) e le relative possibilità di tutto affidato al meccanismo dei certi- vendita delle quote delle emissioni ficati di efficienza energetica, che per (sempre che le riduzioni siano mag- il momento risultano in ritardo", con giori di quelle dovute) o l'obbligo di il risultato complessivo che "il settore acquistarne quote (se non si è volu- degli usi energetici e, nello specifico, to investire sul proprio impianto per la produzione elettrica, presentano ridurre le emissioni). emissioni di CO 2 al 2010-2012 poco Questo Piano nazionale (respinto dal- promettenti, in relazione ai contributi la Commissione UE, ora in fase di che dovrebbero fornire per il raggiun- rielaborazione) ha posto come obiet- gimento dell'obiettivo complessivo tivo per il settore della produzione nazionale di abbattimento delle emis- di energia elettrica (quindi assegnan- sioni di CO2 ".(Enea, Rapporto Energia do quote corrispondenti per i singoli e Ambiente 2004, pp. 251-252). impianti) una emissione di 150,1 Mt La Tabella 3 illustra le emissioni di di CO2 al 2010, a fronte di una emis- CO2 derivanti rispettivamente dagli sione, secondo il Protocollo di Kyoto, usi energetici e dal settore termoelet- per gli impianti termoelettrici italia- trico; le stime e le revisioni riferite ni, di 116,8 Mt di CO2 e in presenza al livello delle emissioni del 1990 e attualmente (2002) di un valore di all'obiettivo al 2010 risultante dall'ap- emissione pari a 135,1 Mt di CO2 (cfr. plicazione del Protocollo di Kyoto; Tabella 1). nonché le previsioni della delibera La differenza tra la previsione al 2010 CIPE 123/2002 e la revisione delle del Piano nazionale e l'obiettivo risul- stesse con le relative differenze (gap) tante dal Protocollo di Kyoto nel set- rispetto agli obiettivi di Kyoto. tore di produzione di energia termoe- Lo scenario prossimo a quello peg- lettrica (come pure per gli altri settori giore (quello di riferimento è simile interessati dalla direttiva sulla asse- a quello tendenziale al 2010, senza gnazione delle quote di emissione) importanti interventi normativi/tec- costituirà il debito da colmare con nologici), come previsione (non certo l'utilizzo dei diversi meccanismi fles- ineluttabile) delle scelte governative sibili e di mercato fuori dall'Italia, al trova conferma nelle indicazioni del di la degli scambi tra impianti nazio- "Piano Nazionale di allocazione dei nali. crediti di emissione". Questo scenario comporta un inevita- Si tratta di un programma derivante bile incremento delle emissioni di gas dalla direttiva UE 87/2003 che intro- ad effetto serra sia rispetto all'obietti- duce in alcuni settori industriali (9), vo di riduzione sottoscritto dall'Italia tramite piani nazionali, un mecca- che in termini assoluti rispetto alia nismo di assegnazione di permessi situazione attuale. di emissione per il singolo impianto. Limitandoci sempre al settore della Inizialmente vengono assegnati delle produzione di energia elettrica, anche quantità annue di emissioni consen- ove venisse rispettato contabilmente tite (sulla base di valutazioni e calcoli l'obiettivo di Kyoto mediante gli anzi- basati sui fattori di emissione del sin- detti aberranti meccanismi flessibili golo settore, del livello tecnologico (leggi vendita e acquisto di quote alla attuale e "dei progressi gia realizzati "Borsa dell'inquinamento"), questo o da realizzare per rispettare i contri- porterà in Italia a un incremento delle buti degli Stati membri agli impegni emissioni di gas serra e di altri conta- assunti dalla Comunità ai sensi della minanti (questi ultimi, senza una pro- decisione 93/389/Cee") da cui, per porzionalità diretta), in particolare dei gli anni successivi, e possibile deter- composti tossici che si liberano dai 94 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
processi di combustione dei combu- LA PRODUZIONE ITALIANA stibili fossili (compresi quelli derivan- DI ENERGIA ELETTRICA E ti dall'incenerimento dei rifiuti e delle LE RELATIVE EMISSIONI DI biomasse, anche se la CO2 emessa da INQUINANTI queste ultime fonti non viene artifi- La produzione di energia elettrica ciosamente conteggiata, un tema sul (in particolare da combustibili fossi- quale ritorneremo sulla Rivista). li) determina l'emissione di Anidride Si tratta di un incremento dell'inqui- carbonica e altri inquinanti con analo- namento non facilmente valutabile ghe caratteristiche, contaminanti "glo- in quanto le variabili sono molte e bali" ad effetto serra correlato, non- dipendono, in particolare, dal rappor- ché inquinanti con impatti ambientali to tra le diverse fonti primarie utiliz- locali e/o transfrontalieri (10). zate (gas, prodotti petroliferi, carbone, Per questo motivo sono diverse le etc) nella produzione di energia ter- direttive europee finalizzate al con- moelettrica nonché dalle tecnologie trollo delle emissioni dagli impianti applicate (tipi di impianti, rendimenti industriali alle centrali termoelettri- di trasformazione, sistemi di abbatti- che, e per la riduzione delle emissio- mento delle emissioni etc.); inoltre, ni complessive nei singoli stati euro- dallo sviluppo tangibile delle fonti pei (11). Nella Tabella 4 che segue si rinnovabili, e per limitarci all'impatto presentano le stime dei valori delle sull'atmosfera e sulla qualita dell'aria, emissione per gli anni 1980, 1990 e dalle restrizioni normative stabilite 2002 nonché gli obiettivi fissati dalla per i singoli inquinanti. direttiva comunitaria 2001/81 entro il Vediamo nel dettaglio questi ultimi 2010, ove si evidenzia l'apporto delle aspetti. emissioni inquinanti nell'atmosfera Tabella 3. Emissioni di CO2 derivanti dagli usi energetici e dal settore ter- moelettrico, stime e revisioni riferite al 1990 e al 2010 secondo la Delibera CIPE 123/2002 (valori espressi in milioni di tonnellate anno di Anidride Carbonica equivalente) 1990 2010 Del. 123/02 Del. 123/02 Aumento (Obiettivo tendenziale riferimento (gap) Kyoto) al2010 al2010 emissioni rispetto a (Mt) (Mt) (Mt) (Mt) Kyoto (Mt) Emissioni CO2 dagli usi energetici CIPE- Delibera 123/2002 416 389 476,5 437 48 Revisione al 2004 409 382 515,0 473 91 Emissioni CO2 dal settore termoelettrico CIPE Delibera 123/2002 125 117 150,0 124 7 Revisione al 2004 118 110 160,0 162 52 Fonte: Enea, Rapporto Ambiente Energia, 2004, p. 252. dossier 95 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
derivanti dalla produzione di energia. Ossidi di azoto: una riduzione delle emissioni insufficiente per il rispetto Sulla base degli scenari utilizzati della direttiva 81/2001 (si prevede di per la formulazione del "Programma raggiungere tale obiettivo nel 2015) nazionale per la progressiva riduzione a causa, principalmente, dell'eleva- delle emissioni annue di biossido di to apporto (circa il 50 % del totale zolfo, ossidi di azoto, composti orga- delle emissioni) del settore traspor- nici volatili ed ammoniaca" (2003), ti. Nel campo della produzione del- è stata stimata l'emissione di ognuno l'energia elettrica gli effetti combinati di questi inquinanti con le proiezioni delle normative più restrittive e della al 2010, per ogni settore in relazione estensione dell'utilizzo di gas naturale alia strategia di controllo (normativa e (anche con cicli combinati a maggiore tecnologica) (12). rendimento) sono alla base della ridu- In sintesi, si prevedono per il 2010, i zione delle emissioni realizzate negli seguenti risultati (cfr. Tabella 4): ultimi anni (condizione che peggiore- Biossido di zolfo: rispetto dell'obietti- rà a fronte della prevista costruzione vo della direttiva 81/2001, derivante di un gran numero di centrali termoe- dalla riduzione del contenuto di Zolfo lettriche ancorché alimentate a gas nei combustibili e dal loro minor uso naturale). nelle centrali termoelettriche e, di Composti organici volatili (non meta- converso, un maggiore consumo di nici): il rispetto della direttiva 81/2001 gas naturale; deriva principalmente dalle nuove Tabella 4. Emissioni italiane derivanti da tutti i comparti produttivi compresa la produzione di energia elettrica : Biossido di zolfo, Ossidi di azoto, Composti organici volatili, Ammoniaca (anni 1980,1990, 2002, nonché scenari previsti al 2010 secondo il programma nazionale) Inquinante Stima Stima Stima Stima Obiettivo Scenario Stime emissioni emissioni emissioni emissioni per previsto al del con- Italia 1980 Italia 1990 Italia 2002 Italia 2002, l'ltalia 2010 tributo contributo al 2010, al 2010 dalla pro- Direttiva delle duzione 2001/81 emissio- di energia ni dalla elettrica produ- zione di energia elettrica (migliaia (migliaia (migliaia di (migliaia di (migliaia (migliaia (migliaia di tonn) di tonn) tonn) tonn) di tonn) di tonn) di tonn) (*) (**) (**) (**) (***) (***) Biossido di zolfo 3.440 1.774 665 374 475 469 112 Ossidi di azoto 1.586 1.929 1.267 137 990 1.056 138 Composti Organici Volatili 2.204 2.038 1.635 7 1.159 1.117 7 Ammoniaca 441 429 442 0,1 419 433 n.d. n.d. = dato non disponibile. (*) Fonte: APAT Annuario dei dati ambientali, 2003. (**) Fonte : ENEA, Rapporto Energia e Ambiente 2004.I dati, pp. 266-270. (***) Fonte : Ministero dell'Ambiente, ENEA, APAT; Programma nazionale per la progressiva ridu- zione delle emissioni nazionali annue di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volati- li ed ammoniaca", giugno 2003. 96 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
normative per il settore dei trasporti e emissioni al camino (la concentra- per l'uso dei solventi; zione degli inquinanti originati dal- Ammoniaca : non si prevede di garan- la combustione di una fonte fossile), tire il rispetto della suddetta direttiva; mentre non vengono considerati o lo si ricorda che questa emissione viene sono in modo inidoneo, la formazione attribuita soprattutto alle attivita agri- delle particelle (polveri) secondarie cole (allevamento e utilizzo di fertiliz- derivanti da altri inquinanti emessi, zanti chimici). Peraltro una riduzione cosi come gli effetti di risospensio- del 50% dell'uso dell'Urea e di altri ne delle polveri fini connessi con le fertilizzanti azotati (a favore di pra- caratteristiche orografiche e meteo- tiche agronomiche meno intensive) climatiche di un dato territorio ove e garantirebbe il raggiungimento del- ubicato l'impianto. l'obiettivo. Inoltre, appare sottostimato In termini di emissioni primarie delle il contributo delle emissioni fuggitive polveri (PM10), le stime finora svol- di Ammoniaca e/o suoi composti deri- te (e quelle in fase di elaborazione vante dalle attivita energetiche; infatti, per determinarne l'evoluzione futura) tale contributo è rilevante e deriva dal (14) evidenziano il ruolo principale forte incremento registrato negli ultimi derivante dai trasporti (28,7%), segui- anni nell'utilizzo di Urea/Ammoniaca to dalle attivita industriali (25,3%) e nei sistemi "DeNox" per l'abbattimen- da quelle domestiche (riscaldamen- to non catalitico degli Ossidi di azoto to; 15,4%), mentre il settore elettrico nelle centrali termoelettriche e negli sarebbe ritenuto responsabile "solo" inceneritori per rifiuti. di un contributo del 4% (cfr. Tabella Di seguito si affronta il tema dei con- 5). Le emissioni primarie, come anzi- taminanti non oggetto di direttive o detto sono misurate nel punto di emis- di accordi internazionali specificata- sione (camino o tubo di scappamento mente finalizzati alia riduzione del- che sia), e i valori delle concentrazio- le emissioni complessive (13), con ni delle polveri nell'aria così come particolare riferimento alle emissioni, le relative distribuzioni dimensionali dirette e indirette, derivanti dalla pro- delle loro particelle non tengono con- duzione di energia elettrica (tenendo to della formazione delle polveri fini anche conto dell'esperienza matura- secondarie. La composizione chimica ta da questi autori nella valutazione del particolato varia molto a secon- degli studi di impatto ambientale rela- da della sorgente di produzione. In tivi alle nuove centrali termoelettriche generale si puo dire che esso contie- nonché a quelle di grosse dimensioni ne una parte organica (per esempio a ciclo combinato a gas naturale). idrocarburi di varia origine) ed una parte inorganica (per esempio nitrati e LE POLVERI EMESSE DALLE solfati di metalli leggeri e pesanti). Al CENTRALI TERMOELETTRICHE E riguardo, si sottolinea che la combu- DA ALTRE FONTI stione del gas naturale comporta - sep- Uno dei piu insidiosi contaminanti pur in quantità minori rispetto a quel- emessi è rappresentato dalle "polve- la del carbone e dell'olio combustibile ri" (Particolato Totale Sospeso, PM10, - l'emissione in atmosfera di metalli PM2.5 o di dimensioni inferiori) che pesanti (principalmente Zinco, Bario, causano elevati impatti sanitari. In Vanadio, Nichel, Cadmio, Piombo, riferimento alia produzione di energia Mercurio). (Cfr. note 15 e 16). A secon- elettrica, recentemente si e discusso da della sua origine il particolato si ampiamente di un tema poco consi- puo suddividere in tre categorie: derato, quello delle emissioni delle a) particolato primario filtrabile, che polveri indirette o secondarie; infatti, viene emesso in fase solida diretta- la normativa definisce i limiti delle mente dalla sorgente; dossier 97 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
b) particolato primario condensabi- ultra grossolano fino a giorni o setti- le, che viene emesso in fase gassosa mane o ancor piu per il particolato ad alta temperatura che condensa a fine ed ultrafine. Quest'ultima forma seguito del raffredamento entro pochi di particolato può essere trasportata secondi dall'emissione dalla sorgente per migliaia di chilometri e la sua pre- (17); senza viene rilevata come fondo anche c) particolato secondario, che si for- in stazioni di misura collocate in aree ma in atmosfera attraverso reazioni e remote. Infatti, la natura transfron- processi complessi, principalmente taliera dell'inquinamento da polveri di natura fotochimica, a partire dal- fini è ormai nota. Dal punto di vista le emissioni gassose di Biossido di dimensionale, generalmente la defini- zolfo (SO2), Ossidi di azoto (NOX). zione di particolato contempla quattro Ammoniaca (NH3), composti organici categorie a seconda dell'intervallo del (18). diametro aerodinamico delle particelle Dal punto di vista chimico, i princi- (da), e precisamente: ultrafine (da < pali componenti del particolato sono 0,1 urn); fine (0,1 (microm < da ^ 2,5 microm); nitrati, solfati e Cloruri di ammonio grossolano (2,5 \microm < da 10,0 (microm). minerali e biogeniche di varia com- posizione, acqua. Nell'atmosfera il L'INQUINAMENTO DA OZONO particolato viene rimosso per sedi- L'Ozono troposferico è il piu tipico mentazione o precipitazione. II tem- contaminante indiretto, che si forma po medio di permanenza in atmosfe- a seguito di intensa radiazione solare ra varia a seconda delle dimensioni: associata all'emissione degli Ossidi di si va da alcune ore per il particolato azoto e di composti organici volatili Tabella 5. Stima delle emissioni primarie delle polveri (PM10) dai diversi settori nel 1990 e nel 2001 Macrosettori 1990 2001 Migliaia di tonn Migliaia di tonn Centrali termoelettriche e industria della trasformazione dei combustibili 46,0 17,2 Combustione domestica 18,1 27,5 Combustione industriale 37,0 23,6 Processi industriali 31,9 25,4 Trasporti stradali 69,5 58,8 Altre sorgenti mobili 28,0 24,3 Combustione incontrollata di residui agricoli in campo 10,5 13,5 Incendi forestall 14,0 4,8 Totali 255,0 195,1 Fonte : APAT, Annuario dei dati ambientali, 2003, p. 326. 98 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
Tabella 6. Stime degli attuali consumi energetici (bilancio energetico nazionale 2003); lo scenario prengurato nel Programma nazionale per la riduzione delle emissioni (basato sulla delibera CIPE 123/2002); lo scenario finalizzato alla massima riduzione delle emissioni adottando le tecnologie appropriate Settori economici Bilancio Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario energeti- energetico energetico energetico energetico energetico co nazio- al 2010 uti- al 2010 al 2020 al 2010; al 2020; nale al lizzato nel utilizzato utilizzato decisione decisione 2003 (*) Programma nel Pro- nel Pro- politica politica di riduzione gramma gramma per una per una delle emis- nazionale nazionale riduzione riduzione sioni (**) di riduzione di massima massima delle riduzione fattibile fattibile emissioni; delle delle delle decisione emissioni; emissioni emissioni politica dati decisione dati al dati al all'agosto politica novembre novembre 2004 (***) dati 2004 2004 all'agosto (****) (****) 2004 (***) Mtep Mtesn Mtep Mtep Mtep Mt.ep Produzione e conver- sione combustibili 18,1 13,0 9,7 11,3 8,5 7,9 Combustione nell'industria 39,6 36,2 40,1 45,3 44,4 47,5 Combustione civile (residenziale, com- merciale, terziario) e in agricoltura 46,9 47,3 48,0 51,0 43,3 41,0 Trasporti 43,8 47,3 51,5 57,9 50,0 48,9 Uso non energetico dei combustibili e buncheraggi 7,2 10,2 9,5 10,1 11,6 12,6 Impianti di produzi- one di energia elettrica (valore netto) (*****) 25,9 32,4 37,4 37,8 16,8 18,4 Import di energia elettrica 11,3 3,5 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale utilizzo fonti primarie di energia 192,8 189,9 196,2 213,4 174,6 176,3 Impiego di energia fossile primaria e sua trasformazione in energia elettrica 47,5 59,0 58,6 63,6 37,8 44,6 (******) Fonti: (*) ENEA, Rapporto Energia Ambiente 2004,1 dati , p. 102. Dati provvisori. Le prime valutazioni relative al 2004 danno valori pressocchè stazionari (cfr. Autorità per l'energia elettrica e il gas, Rapporto 2004). [**) Ministero dell'Ambiente, ENEA, APAT; "Programma nazionale per la progressiva riduzione delle emissioni nazionali annue di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili ed ammoniaca", giugno 2003; Allegato 5 (qui i valori appaiono indicati in multipli di Joule ovvero in PJ, nella colonna i valori sono stati tra- sformnati in Mtep secondo il fattore di conversione della metrologia ufficiale vigente pari a 41,868 Mtep per PJ). (***) Elaborazioni di questi autori utilizzando il database disponibile in linea sul sito dello IIASA (http://www. iiasa.ac.at/web-apps/tap/RainsWeb/RainsServlet1, scenario "NAT_Aug04"). (****) Elaborazioni di questi autori utilizzando il database disponibile in linea sul sito dello IIASA, scenario DCM_MFR_Nov04. (*****) Si tratta della quota di energia elettrica resa disponibile complessivamente dalla trasformazione di fonti primarie, fossili e non, escluso le importazioni di elettricità. (******) Questo valore indica la quantità totale di combustibili fossili e biomasse (rifiuti compresi) utilizzata per la produzione della corrispondente quantita di energia elettrica annua. E' pertanto esclusa l'energia elettrica prodotta con le fonti rinnovabili "vere" (idrica, eolica, solare, geotermica) e quella importata. dossier 99 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
derivanti dai processi di combustione, Purtroppo, in molti studi relativi soprattutto nella produzione di ener- all'impatto ambientale di centrali ter- gia termoelettrica. L'inquinamento da moelettriche questa problematica non Ozono che, nei mesi estivi, rappre- viene considerata (con la motivazione senta frequentemente un rischio per strumentale che non si tratta di un la salute, generalmente si manifesta a inquinante primario emesso dal cami- distanza, anche elevata, rispetto alle no) o messa cinicamente a margine: fonti che danno luogo alle emissioni l'impatto maggiore non colpisce chi dei suoi precursori (es. in Lombardia risiede nelle vicinanze della fonte di le zone maggiormente colpite sono le emissione dei precursori dell'Ozono, valli alpine anziché le zone industria- ma popolazioni ignare che risiedono li e urbanizzate della pianura); questo in zone remote. contaminante causa anche forti impat- Secondo gli scenari ipotizzati per i ti negativi sulle produzioni agricole e quattro gruppi di inquinanti (cfr. forestali. Tabella 4.) considerati nella direttiva Tabella 7. Produzione di energia elettrica : confronto dei dati riferiti al 2000 e al 2004, con le proiezioni al 2010 e al 2020 degli scenari rispettivamente della Delibera CIPE 132/2002 e della massima riduzione fattibile Anno di Fonti Solidi Gas naturale Petrolio Conversioni Import riferimento rinnovabili in energia energia elettrica elettrica (eccetto fonti rinnovabili) Mtep Mtep Mtep Mtep Mtep Mtep 2000 - Energia 11,3 7,2 18,8 19,4 45,4 9,8 elettrica (*) 2004 - Energia elet- trica, dati prowiso- 12,1 11,4 25,2 10,1 46,7 10,5 ri (**) 2010 - Scenario di riferimento (***) 8,5 8,7 38,5 11,8 59,0 3,5 2010 - Aggiorna- mento, agosto 2004 10,1 11,2 35,9 11,5 58,6 n.d. (Rains) (****) 2020 - Aggiorna- mento agosto 2004 11,4 12,3 46,5 4,7 63,5 n.d. (Rains) (****) 2010 - Massimo livello di riduzio- ne fattibile (Rains) 8,7 6,5 30,1 1,2 37,8 n.d. 2020 - Massimo livello di riduzio- ne fattibile (Rains) (*****) 10,4 8,8 35,4 0,3 44,6 n.d. Legenda: Fonti Rinnovabili : idroelettrico, geotermico, eolico. Fonti non rinnovabili: - Solidi : Carbone (antracite, lignite), coke, biomasse, rifiuti; - Gas naturale; Petiolio (oli combustibili leggeri, medi, pesanti, gasolio, orimulsion). (*) ENEA, Rapporto Energia Ambiente 2004,1 dati , pp. 101-102. (**) Autorita per l'energia elettrica e il gas, Rapporto 2004, Sezione 1, p. 66. (***) Programma nazionale per la progressiva riduzione delle emissioni nazionali annue di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili ed ammoniaca, allegato 5. (****) Elaborazioni di questi autori utilizzando il database disponibile in linea nel sito dello IIASA (http://www.iiasa.ac.at/web-apps/tap/RainsWeb/RainsServlet1, scenario "NAT_Aug04"). (*****)Elaborazioni di questi autori utilizzando il database disponibile nel sito dello IIASA, scenario "DCM MFR_Nov04". n.d.= Dato non disponibile. 100 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
europea 2001/81, va detto che i dati di censimento ufficiale delle emissio- letteratura non sempre sono coerenti. ni europee (Registro Europeo delle Sul punto, si segnala che gli scenari Emissioni Inquinanti, EPER, www. proposti derivano dal lavoro di diversi eper.cec.eu.int nell'ambito del pro- centri studi europei che si cimentano getto COoRdination Information AIR, in questa difficile arte. entrambi della Angenzia Europea del- Si ricorda che tra i centri che effet- l'Ambiente). tuano in modo costante un moni- Il Programma nazionale per la pro- toraggio delle emissioni nei diversi gressiva riduzione delle emissioni settori e delle scelte dei singoli stati nazionali annue di Biossido di zol- europei, vi é l'lnternational Institute fo, Ossidi di azoto, composti organici for Applied System Analysis (IIASA, volatili ed Ammoniaca è stato elabora- www.iiasa.ac.at). che utilizza come to sulla base del modello Regional Air input i dati elaborati dai sistemi del Pollution Information and Simulation Tabella 8. Scenari previsti secondo il modello RAINS, con proiezioni all'an- no 2020 Scenario "naturale" rispettando la legi- Scenario delle riduzioni di CO2 ottenibi- slazione vigente nel 2004 li con l'adozione della tecnologia dispo- nibile nel 2004 Generalità e principali caratteristiche Obiettivo : riduzione delle emissioni di Obiettivo : riduzione delle emissioni di CO2 secondo il protocollo di Kyoto, ridu- CO2 pari al 20 % per l'insieme dei paesi zione pari all' 8 % per l'insieme dei pae- dell'Unione Europea, rispetto ai livelli di si della Unione Europea e del 6,5 % per emissione del 1990 l'ltalia rispetto ai livelli di emissione del 1990 Aumento di circa l'11 % delle necessità Riduzione dei consumi energetici globali energetiche complessive (tutti i settori), (in tutti i settori), rispetto a quelli attuali rispetto ai consumi attuali (2003) (2003) di circa il 20 % Nel settore della produzione di energia elettrica Nessun significativo incremento e svilup- Stasi o leggera riduzione della produzio- po delle fonti rinnovabili ne di energia elettrica da fonti rinnova- bili Incremento dell'utilizzo di combustibili Stazionarietà (rispetto al 2003) nell'uti- per la produzione di energia elettrica lizzo di combustibili per la produzione di energia elettrica Incremento nell'utilizzo di combustibili Riduzione nell'utilizzo di combustibili solidi (soprattutto carbone) solidi (con contestuale ampia sostituzio- ne del carbone con biomasse) Forte incremento (quasi il raddoppio) Incremento (+ 40 % rispetto al 2004) del- dell'utilizzo di gas naturale l'utilizzo del gas naturale Riduzione (di circa la metà) nell'utilizzo Azzeramento quasi totale nell'utilizzo di prodotti petroliferi (olii, etc) dei prodotti petroliferi Aumento dell'efficienza ovvero del ren- Aumento dell'efficienza, cioè aumento dimento degli impianti per la produzione del rendimento degli impianti di pro- di energia termoelettrica (anche per coge- duzione di energia elettrica attraverso nerazione). un maggiore ricorso alla cogenerazione rispetto allo scenario della "legislazione vigente" nel 2004. dossier 101 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
(RAINS) da parte del Centro studi essere fatta confrontando i diversi sce- IIASA e ufficialmente utilizzato dalla nari energetici utilizzati per il pro- Commissione dell'Unione Europea per gramma nazionale con le sue proiezio- elaborare scenari relativi alle emissio- ni al 2010 e al 2020, con le politiche ni, determinando i diversi livelli di di controllo delle emissioni, nonché adozione delle molteplici tecnologie e lo scenario individuato dal Centro stu- i relativi costi. di IIASA attraverso una strategia fina- Il modello RAINS considera anche lizzata alla massima riduzione del- l'impatto ambientale delle polveri le emissioni adottando le tecnologie (distinte in particolato totale, PM10 e appropriate (v. Tabella 6). PM 2,5) che, peraltro, non rientra nel programma nazionale di riduzione FONTI DI PRODUZIONE DI delle emissioni, con tutto quello che ENERGIA ELETTRICA ne consegue in termini di gravi danni Di seguito si focalizzano le implica- per la salute pubblica. zioni dei diversi scenari in relazione Per questo, una prima valutazione può all'impiego delle diverse fonti prima- Tabella 9. Utilizzo di gas naturale nella produzione di energia elettrica e termica, confronto tra la situazione attuale (2003) e le proiezioni degli scenari al 2010 e al 2020 Scenario considerato Produzione di Utilizzo di gas Utilizzo energia elettri- naturale in di vapore ca e termica impianti per in cogene- con impianti la produzione razione termoelettrici di energia all'esterno di elettrica impianti di produzione di energia elettrica Mtep Mtep Mtep Anno 2003 - dati prov- visori (*) 44,5 21,8 n.d. Anno 2010 (scenario di riferimento (**) 31,2 38,5 3,9 Anno 2010 (aggiorna- mento secondo Rains agosto 2004) (***) 27,3 35,9 3,9 Anno 2020 (aggiorna- mento secondo Rains agosto2004) (***) 32,7 45,7 4,6 Anno 2010 (livello mas- simo di riduzione fatti- bile) (****) 23,7 30,1 6,1 Anno 2020 (livello mas- simo di riduzione fatti- bile) (****) 27,9 35,4 8,7 n.d. = Dato non disponibile. (*) ENEA, Rapporto Energia Ambiente 2004,I dati , p. 102. (**) Autorità per l'energia elettrica e il gas, Rapporto 2004, Sezione 1, p. 66. (***) Elaborazioni degli autori dei dati rilevabili dal database disponibile in linea nel sito dello IIASA (http://www.iiasa.ac.at/web-apps/tap/RainsWeb/RainsServlet1, scenario "NAT_Aug04" ). (****) Elaborazioni degli autori dei dati rilevabili dal database disponibile in linea nel sito del- lo IIASA, scenario DCM_MFR_Nov04. 102 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
rie per la produzione di energia ter- vabili, la pubblicistica governativa moelettrica. ipotizza in modo strumentale un loro Nella Tabella 7 si presentano le fonti maggiore ricorso; quello che essa non primarie rinnovabili (solare, idroelet- dice è che tale maggiore ricorso sareb- trico, geotermoelettrico ed eolico) e be determinato dall'aumento dell'im- quelle non rinnovabili (carbone, bio- piego di biomasse e rifiuti nella pro- masse e rifiuti, gas naturale, olii com- duzione di energia termoelettrica, con bustibili e altri prodotti petroliferi, i relativi nefasti impatti ambientale e orimulsion), evidenziando per queste sanitario. ultime il loro elevato impatto in ter- mini di inquinamento atmosferico, L'IMPIEGO ATTUALE E FUTURO nonche la loro resa come conversione (STIME AL 2010 E AL 2020) DEL in energia elettrica (cfr. colonna 6 del- GAS NATURALE (METANO) PER la Tabella 7.). LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA PROIEZIONI AL 2020 DEGLI SCENA- Nella Tabella 9 si illustra l'andamento RI RELATIVI ALLE RIDUZIONI DEI della produzione di energia elettrica GAS SERRA, RISPETTANDO LA e termica attraverso l'utilizzo del gas LEGISLAZIONE VIGENTE NEL 2004 come combustibile. E ADOTTANDO LA TECNOLOGIA la Tabella 9 evidenzia un'altro fatto, la DISPONIBILE ALLA STESSA DATA differenza tra la tendenza in atto (sce- Sulla base delle fonti primarie impie- nario riferito alla legislazione vigente gate nel tempo per produrre energia nel 2004) e quello relativo al massi- elettrica secondo le diverse previsioni mo impiego della tecnologia disponi- del modello RAINS, nella Tabella 8 si bile sempre nel 2004, in particolare: presentano, al 2020, gli scenari ipo- a) un maggiore ricorso agli impianti di tizzati delle riduzioni delle emissioni cogenerazione (produzione combina- di gas serra secondo la legislazione ta di energia elettrica e termica) con vigente nel 2004 e l'adozione delle una effettiva utilizzabilita dell'ener- tecnologie disponibili nello stesso gia termica, contrariamente a quanto anno. avviene attualmente per molti progetti In sintesi, lo scenario della massi- relativi a queste centrali termolettri- ma riduzione tecnicamente ottenibi- che, dove per le elevate capacita pro- le include delle opzioni finalizzate duttive la quasi totalità dell'energia principalmente (in tutti i settori) alla termica derivante dalla produzione riduzione dei consumi energetici e, di elettricità va dispersa, dato che tra- in seconda battuta, ad una revisione sportare calore oltre una certa distan- delle fonti primarie utilizzate nella za (10-20 km) diventa non praticabile. produzione di energia elettrica, sosti- Inoltre, un impianto di cogenerazione tuendo quelle a maggiore impatto (car- di elevate capacità produttive, stante gli attuali assetti urbani, industriali, bone, prodotti petroliferi) con il gas agricoli e del territorio, difficilmente naturale, nonché aumentando i ren- riesce a collocare quote significative dimenti degli impianti di produzione della sua produzione di energia ter- di energia termoelettrica (quest'ultimo mica nel territorio ove esso e ubicato. obiettivo è presente in entrambi gli Infatti, al di là della nota eccezione scenari considerati nella Tabella 8). della città di Brescia, tali progetti di Va sottolineato che anche l'anzidet- cogenerazione non contemplano mai to scenario alternativo non prevede progetti credibili per la realizzazione alcun incremento dell'impiego delle di reti di teleriscaldamento con usi fonti rinnovabili anzi ne prevede la finali diversificati (domestici, indu- sua riduzione (cfr. Tabella 8). striali, agricoli, commerciali). Come è Per quanto concerne le fonti rinno- noto, per realizzare tutto questo sono dossier 103 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
necessari ingenti investimenti che sia dei "gas serra" rispetto a quello riferi- il proponente che gli enti locali non to allo scenario, "a legislazione vigen- sono in grado o non vogliono mettere te" (2004). Questa apparente contrad- in campo; dizione è spiegabile con il fatto che b) l'utilizzo di gas naturale per la pro- nel primo caso il gas naturale è quasi duzione di energia (elettrica e ter- completamente impiegato come sosti- mica) secondo lo scenario alternati- tuto di altre fonti fossili (olio combu- vo (ovvero l'impiego della tecnologia stibile e carbone) di maggiore impatto disponibile nel 2004) arriva dopo 10 ambientale, mentre nel secondo caso anni al medesimo livello di emissioni (come risulta dalla pioggia di centrali Tabella 10. Stime al 2002 e proiezioni al 2010 e al 2020 delle quantità emesse annualmente dei principali contaminanti da tutti i settori di attività Inquinan- Stima Emissioni Emissioni Emissioni Emissioni da Emissioni te emissio- da tutti da tutti da tutti tutti i settori. da tutti ni Italia i settori. i settori. i settori. Scenario i settori. 2002, da Valore Scenario Scenario energetico Scenario tutti i set- obietti- energetico energetico al 2010 in energetico tori vo per al 2010 al 2020 Italia; livello al 2020 (*) l'ltalia al utilizzato utilizzato di decisione in Italia; 2010, da nel nel politico con livello di attuazio- Programma Programma riduzione decisione ne della di di massima politico Direttiva riduzione riduzione fattibile con 2001/81 delle delle delle riduzione (**) emissioni emissioni emissioni massima in Italia; in Italia; (****) fattibile aggiorna- aggiorna- delle mento mento emissioni all'agosto all'agosto 2004 (***) 2004 (***) (****) (migliaia (migliaia (migliaia di (migliaia di (migliaia di (migliaia di tonn) di tonn) tonn) tonn) tonn) di tonn) Biossido di zolfo 665,0 475,0 418,9 345,7 113,7 102,0 Ossidi di azoto 1.267,0 990,0 1.031,2 754,8 698,3 338,1 Composti Organici Volatili 1.635,0 1.159,0 1.011,6 769,6 784,1 541,7 Ammonia- ca 442,0 419,0 423,1 422,0 263,6 246,4 Polveri totali n.d. n.p 383,8 381,4 238,3 209,3 Polveri PM10 (*****) 195,0 n.p. 219,6 200,5 124,7 95,1 Polveri PM 2,5 n.d. n.p. 165,1 142,6 89,9 61,7 n.d. = non determinate; n.p. = non previsto. (*) Fonte : ENEA, Rapporto Energia e Ambiente 2004.I dati, pp. 266-270. (**) Fonte : Ministero dell'Ambiente, ENEA, APAT; "Programma nazionale per la progressiva riduzione delle emissioni nazionali annue di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili ed ammonia- ca", giugno 2003. (***) Elaborazioni degli autori dei dati rilevabili dal database disponibile in linea nel sito dello IIASA (http://www.iiasa.ac.at/web-apps/tap/RainsWeb/RainsServlet1, scenario "NAT_Aug04" ). (****)Elaborazioni degli autori dei dati rilevabili dal database disponibile in linea nel sito dello IIASA, sce- nario "DCM_MFR_Nov04". (*****) Valore riferito al 2001. Fonte : APAT, Annuario dei dati ambientali, 2003, p. 236. 104 dossier Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
previste e indicate in un'altra parte di ni relative agli anni 2002, 2010 e 2020 questo dossier) è quasi esclusivamen- per i due scenari anzidetti ovvero le te aggiuntivo all'utilizzo delle altre emissioni da tutti i settori di attività fonti fossili. Sempre in questo scena- economica e da quello della produ- rio che rappresenta l'indirizzo attuale, zione di energia elettrica da fonti non una parziale sostituzione dell'impiego rinnovabili. dei combustibili derivanti dal petrolio Per i contaminanti considerati e limi- attuata attraverso (un ritorno) l'impie- tandoci alle emissioni dirette (al cami- go del carbone nella produzione di no), lo scenario vigente (cfr. Tabella energia elettrica. 10) dovrebbe rispettare gli obiettivi Fatte queste precisazioni sulla compo- fissati dall'Unione Europea; si precisa sizione e sulla quantificazione degli che questo scenario e fondato prin- impieghi dei diversi combustibili cipalmente su interventi di caratte- secondo gli scenari energetici descrit- re "end of pipe" ovvero sulla cattura ti, nelle Tabelle 10 e 11 si presentano degli inquinanti prima della loro emis- rispettivamente le principali emissio- sione e, solo in parte, su iniziative Tabella 11. Stime al 2002 e proiezioni al 2010 e al 2020 delle quantità emesse annu- almente dei principali contaminanti dagli impianti di produzione di energia elettrica Inquinante Stima emis- Stima Stima Stima Stima sioni Italia emissioni da emissioni emissioni emissioni 2002, con- produzione da da da tribute deri- di energia produzione produzione produzione vante dalla elettrica. di energia di energia di energia produzione Scenario elettrica. elettrica. elettrica. di energia energetico Scenario Scenario Scenario elettrica al 2010 energetico energetico energetico (*) utilizzato nel al 2020 al 2010; al 2020; Programma utilizzato livello di livello di di riduzione nel decisione decisione delle Programma politico con politico con emissioni di riduzione riduzione riduzione all'agosto delle massima massima 2004 (**) emissioni fattibile fattibile all'agosto delle delle 2004 (**) emissioni emissioni (***) (***) (migliaia di (migliaia di (migliaia di (migliaia di (migliaia di tonn) tonn) tonn) tonn) tonn) Biossido di zolfo 374,0 127,9 45,8 13,4 12,9 Ossidi di azoto 137,0 123,4 89,9 24,5 33,2 Composti Organici Volatili 7,0 7,8 4,6 4,0 9,6 Ammoniaca 0,1 2,0 2,0 4,0 4,2 Polveri totali n.d. 8,6 5,9 1,0 0,7 Polveri PM10 17,2 7,2 4,9 0,7 0,7 Polveri PM2.5 n.d. 4,9 3,2 0,6 0,7 n.d. = Dato non disponibile. (*)Fonte: ENEA, Rapporto Energia e Ambiente 2004. I dati. Industrie energetiche, industrie manifatturiere e delle costruzioni, trasporti, altri settori, emissioni da produzione, trasporto e stoccaggio carburanti. (**) Elaborazioni di questi autori utilizzando i dati rilevabili dal database disponibile in linea nel sito dello IIASA (http://www.uasa.ac.at/web-apps/tap/RainsWeb/RainsServlet1, scenario "NAT_Aug04" ). (***)Elaborazioni di questi autori utilizzando i dati rilevabili dal database disponibile in linea nel sito dello IIASA, scenario "DCM_MFR_Nov04". (****) Valore riferito al 2001. Fonte : APAT, Annuario dei dati ambientali, 2003, p. 236. dossier 105 Medicina Democratica numeri 154-156 maggio / settembre 2004
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