Invito a Palazzo - mpsart.it
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Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 1 Invito a Palazzo ARTE E STORIA NELLE BANCHE E NELLE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA 2016 - XV edizione Palazzo dei Montivecchi Via Verdi 13/15 - Padova Sabato 1 ottobre 2016 10.00-19.00 ingresso gratuito Banca Monte dei Paschi di Siena apre le porte alla Storia e vi invita a scoprire Palazzo dei Montivecchi Manifestazione promossa da ABI Associazione Bancaria Italiana realizzata con le banche e le fondazioni di origine bancaria aderenti al progetto
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 2 Palazzo dei Montivecchi l Palazzo dei Montivecchi, sede padovana I della ex Banca Popolare Veneta ed entrato a far parte del patrimonio di Banca Monte dei Paschi di Siena a seguito dell’incorpora- zione di Banca Antonveneta, consente al vi- sitatore di addentrarsi in un singolare itinerario archeologico: dalla parte cantinata, che mostra la strada romana, alla torre me- dievale, dalla colonna cinquecentesca all’in- tervento moderno. Una passeggiata che si snoda attorno allo scalone centrale che evi- denzia la millenaria stratificazione di Padova nei secoli. l complesso ed impegnativo restauro del I Palazzo, intrapreso dalla ex Banca Popo- lare Veneta, ha rivelato una vera e propria miniera archeologica, l’emergere di un con- sistente “palinsesto” urbano che trasmette testimonianze preziose sulla generale storia della città. l restauro architettonico ha, infatti, messo I in risalto la millenaria stratificazione del- l’edificio, restituendo e ricucendo tra loro In copertina: particolare della facciata del palazzo In alto: particolare del palazzo all’angolo tra Via Verdi e Via Dante A sinistra: prospettiva del palazzo su Via Verdi
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 3 vestigia di epoche remote, dal fondo stra- l restauro è iniziato nel 1987 e, durante lo dale del periodo romano ai massicci inse- diamenti medievali al più documentato cantiere cinquecentesco. I snodarsi di un complesso cantiere, ha fatto emergere segni che dilatano ecce- zionalmente i margini storici della vicenda edilizia dell’area, che la spingono sino al sor- ’operazione è nata dal riordino dei lo- gere della Padova romana e che ne atte- L cali, reso necessario dalla complessa fisionomia che la sede di una banca at- tualmente esige; riordino che ha potuto an- stano la persistenza e le modifiche di assetto nel successivo periodo medievale. Oltre che all’opera di conservazione e ri- corarsi alla stessa vicenda dell’immobile, alla strutturazione dell’edificio è stata effettuata struttura che le epoche precedenti (segna- anche un’adeguata ricerca storica, docu- tamente la fine del Cinquecento) avevano mentaria e critica sulla fabbrica, sui prota- impostato, e che ha fornito inaspettate sor- gonisti della genealogia e sul modo di prese. specchiarsi in essa della stessa città pata- vina. In alto: ingresso principale del palazzo su Via Verdi
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 4 utta l’opera di restauro ripercorre così ell’attività di restauro l’impegno è T la lunga parabola del Palazzo (che deve il suo nome all’essere stato sede del Monte di Pietà), cogliendolo dal mo- N stato quello di approntare metodolo- gie di intervento in grado di adem- piere, nel contempo, ad esigenze così mento del primitivo assetto dell’area, deli- diverse come quelle del recupero e della neando poi il primo insistere di evidenze piena funzionalità. Il primo progetto preve- architettoniche, contestualizzando con deva un’operazione di sistemazione degli in- estrema puntualità archivistica la grande sta- terni, mirata a favorire una più moderna gione quattro-cinquecentesca, mostran- concezione del luogo-banca e del rapporto done il ruolo e le peculiarità nel processo di tra cliente ed operatore. A lavori iniziati, modificazione del ruolo della Padova mo- quando si trattò di disintonacare i muri, di derna. asportare pavimenti e controsoffitti, di con- Una storia, quella di questo Palazzo, che trollare le fondazioni, si scoprì quanto, per può senza dubbio contribuire ad arricchire tanto tempo, era stato ignorato e nascosto. la memoria collettiva di cittadini appassionati a rintracciare le proprie comuni radici. In alto: la cupola del salone centrale in vetro termo-isolante e riflettente
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 5 ella prima metà del novembre 1987 N un sondaggio in profondità, eseguito per esigenze statiche immediata- mente a ridosso delle fondazioni del muro perimetrale occidentale dell’edificio prospi- ciente Via Dante, ha messo in luce la fac- ciata esterna, rivolta a settentrione, di una struttura muraria, per lo più in fondazione, nella quale erano presenti, in riutilizzo, ele- menti lapidei e fittili di sicura età romana. Procedendo, sempre per esigenze di can- tiere, all’approfondimento del saggio di scavo, è stato successivamente individuato un tratto di pavimentazione in mattoni ro- mani, per lo più frammentati, anche questi di riutilizzo. Da questi elementi ha preso stata la necessità di sottofondare la È zona pertinente allo scalone ed il muro d’ambito del portico che ha portato a reperire la strada romana; dovendo rafforzare tutta una zona di solaio si sono scoperti gli elementi che hanno permesso di recuperare il soffitto voltato ad ovest dello scalone; la veri- fica delle murature, tanto spesse da lasciar pensare ad un ambiente in precedenza blin- dato, ha consentito la restituzione dei piani alti della torre medievale; la necessità di sostituire travi lignee quasi polverizzate ha portato a re- cuperare gli originali soffitti dei saloni del primo piano, fino a quel momento inclusi nelle mu- rature. In alto: particolare della strada romana A destra: colonna della bifora cinquecentesca
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 6 l’avvio, ad opera della Soprintendenza Archeo- a più recente struttura (in ordine cro- logica del Veneto, un’indagine ricognitiva che ha dato risultati superiori ad ogni aspettativa. L nologico) messa in luce nel sottosuolo è la fondazione, scoperta per prima, di un edificio di età basso-medioevale, co- i è infatti scoperta, in un’area relativa- struita con elementi lapidei semilavorati di S mente limitata, una serie di strutture sovrapposte il cui arco cronologico supera abbondantemente il millennio; una primo impiego o di riutilizzo di età romana, legati parte in malta e parte a secco, con l’inserimento, con funzioni di zeppe, di fram- tale densità e ricchezza di presenze ha in- menti di mattoni romani. La costruzione in dotto a mantenerle in luce ed a valorizzarle questione è stata interpretata come una costituendo un’area archeologica coperta, “torre”, simile a quella, tuttora conservatasi la prima in proprietà privata aperta al pub- pressoché per intero poche decine di metri blico in città. Dei manufatti rinvenuti il più an- più a nord, sempre sul lato orientale di Via tico è una strada pavimentata con basoli in Dante, all’angolo con il Vicolo dei Dotto. trachite dei Colli Euganei, con la carreggiata a schiena d’asino larga m. 2,80. Era fian- In alto: colonna cinquecentesca dello scalone, dal cheggiata da marciapiedi, non conservati in piano terra situ, e sul margine della carreggiata, poco al di sotto del piano di calpestio, è stata indivi- duata una conduttura idrica in piombo (fi- stula), di notevole robustezza.
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 7 a struttura della torre, abilmente incor- L porata nel rifacimento tardo cinque- centesco, doveva essere imponente: incombeva sull’attuale Via Dante ed era rea- lizzata con muri massicci che appaiono in laterizio nella parte rimasta ai piani superiori. Durante il restauro questi tratti significativi sono stati accuratamente evidenziati. osì come oggi si presenta, il Palazzo, C ancorché sostanzialmente modifi- cato dalle vicende degli anni Trenta del secolo scorso, conserva una sua evi- denza tardo cinquecentesca. Conseguenza della decisione presa dal Monte di Pietà, di dare adeguato lustro alla sua sede affacciata su Stramaggiore (l’odierna Via Dante), riu- nendo in un unico grande Palazzo un gruppo di case sorte fra XII e XV secolo e acquisite in tempi diversi. I lavori conducono ad una struttura con facciata a due ordini, ionico al pianterreno e corinzio al piano no- bile, che si impernia su tre arcate di accesso cui corrispondono perfettamente, al piano nobile, grandi finestre balconate. Il recente restauro ha provveduto anche a recuperare e ad evidenziare i resti di una bifora cinque- centesca, in precedenza nascosta all’in- terno di una parte muraria. egli anni Trenta del secolo scorso il N Palazzo dei Montivecchi subisce un ulteriore, significativo intervento. Sopra: sala consiglio della Fondazione Antonveneta con i Tarocchi di Gianmaria Potenza (pittosculture in legno) A destra: particolare dallo scalone centrale
Invito a Palazzo Padova 2016.qxp:Layout 1 23-08-2016 15:47 Pagina 8 La commissione speciale per il piano edili- poranea; la si legge in particolare nella zio di Padova, nell’esaminare il progetto, ri- grande cupola che sovrasta il salone, realiz- chiedeva esplicitamente che “per un tratto zata in vetro termoisolante e riflettente: non del risvolto sul nuovo fronte dovessero es- solo un particolare funzionale ed estetico, sere ripetuti i motivi architettonici della vec- ma anche un simbolico aprirsi del Palazzo, e chia facciata su Via Dante al fine di dare una quindi dell’istituto di credito che vi trova unità costruttiva all’edificio”. Ma il progetto sede, verso la città. Altro elemento partico- prevedeva anche l’apertura di un portico larmente significativo è lo scalone, voluta- lungo il fronte di Via Dante, in considera- mente staccato dai muri ad indicare il suo zione della estrema necessità del transito in odierno inserimento nella struttura. Una quella via centralissima; mentre si poneva il sorta di guida, che conduce, quasi per problema del voltatesta della fabbrica, do- mano, il visitatore in questo itinerario ar- vuto alla recente apertura dell’ampio invaso cheologico. Vi sono, poi, le grandi aperture di Via Verdi che mutava radicalmente le con- (ad arco rovesciato) che danno luce ai locali dizioni di visibilità dell’edificio. Nella realizza- e allargano l’orizzonte sui giardini, creando zione dell’ultimo restauro si sono volute un’osmosi fra interni ed esterni. Il recente in- rispettare e valorizzare pienamente tutte le tervento di recupero e ristrutturazione ha testimonianze del passato. Al tempo stesso, quindi permesso di valorizzare pienamente però, i curatori dell’opera hanno desiderato un patrimonio culturale che era difficilmente lasciare un’impronta prettamente contem- stimabile prima dell’avvio dei lavori. Sopra: particolare della facciata su Via Dante
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