Instagram Stories: storytelling Efficace - Chiara Bassi per cammeo divino
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©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi Instagram Stories: storytelling Efficace Chiara Bassi per cammeo divino Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo - anche parziale - ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore. Pagina 1 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi Lezione 1: Introduzione Buongiorno e benvenuto in questo corso dedicato all’Asset più importante del tuo profilo Instagram: Le Stories. In questo corso parleremo del perchè questa funzione è così importante e di come fare uno storytelling efficace attraverso le IG Stories. Prima di tutto perchè le IG Stories sono così importanti? Oltre a consentire una grande varietà di elaborazione video, testuale e grafica, se hai più di 10.000 followers possono contenere un link diretto al tuo prodotto o servizio e questo ti offre un’opportunità unica di vendita o di comunicazione. Tuttavia se non hai ancora tanti followers non avere fretta di farli e non pensare mai di comprarli: serve solo a penalizzare il tuo profilo e a niente più. Se sei una cantina vini, un ristorante o un’enoteca hai la necessità di sviluppare le storie per una Brand mentre se sei un sommelier o un piccolo distributore avrai la necessità di svilupparle per una Personal Brand. Ovviamente due profili con un’impostazione opposta richiedono un diverso approccio a livello di contenuti, ma in questo corso ti darò dei fondamentali di storytelling che vanno bene per entrambi e poi vedremo degli esempi specifici pensati apposta per le varie tipologie di attività. In particolare ti spiegherò come le storie sono capaci di generare interazioni che a loro volta creano fiducia nel pubblico in un circolo virtuoso che si auto alimenta grazie all’algoritmo di Instagram. Poi ti spiegherò perchè è davvero fondamentale che sei costante nella creazione delle tue IG Stories e ti darò uno schema per aiutarti nella stesura delle tue narrazioni. Ti racconterò come fare storytelling attraverso i passi de il viaggio dell’eroe di Vogler e ti proporrò un’alternativa che si basa su questo stesso metodo, ma è altrettanto efficace e molto più smart: il format del reality. Analizzeremo poi la comunicazione che avviene tra le parti, ovvero tra il Brand e la sua audience con l’obiettivo di renderla chiara ed efficace. Infine ti spiegherò, senza addentrarci in un corso di Content Creator, perchè devi utilizzare esclusivamente il tuo smartphone per fare le foto e i video con cui fare storytelling. Spero di cuore che questo corso ti piaccia e non vedo l’ora di vedere le bellissime storie che pubblicherai. Buono studio! Lezione 2: Storie, legami, algoritmi, fiducia Intanto partiamo da un concetto: le storie su Instagram hanno come obiettivo principale un’interazione intima come può essere una reazione o un messaggio privato. A differenza del post a cui puoi mettere like o lasciare un commento, la storia entra in una sfera più personale perchè invita al contatto diretto ed accorcia ancora più le distanze tra Brand e interlocutore. Le storie devono generare questo contatto intimo su cui poi dobbiamo lavorare per costruire il legame. Questo legame è visibile anche all’algoritmo di Instagram che posiziona le nostre storie tra le prime che l’utente che ha interagito con noi vede, con il risultato che questo le vedrà sempre più spesso e interagirà sempre più di frequente. Instagram quindi ci aiuta a mantenere i legami che siamo capaci di creare, e questo è un concetto importantissimo da assimilare. Il tuo obiettivo deve essere quindi creare storie che invitino all’interazione in modo che Instagram sia sempre più portato a mostrarle per prime alla tua audience. I tuoi followers infatti non sono solo tuoi, ma spesso seguono altre centinaia se non migliaia di utenti e solo di pochi possono effettivamente visualizzare le storie, anche fossero dei nullafacenti che stanno 12 ore al giorno su Instagram. Per questo la prima cosa che devi fare è definire il tuo cliente ideale con estrema cura in modo tale da sapere cosa può spingerlo a interagire con te. Pagina 2 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi Che tu sia una cantina vini, un ristorante, un’enoteca o un professionista Ho.Re.Ca avrai delle competenze verticali e delle competenze orizzontali. Ad esempio, le mie competenze verticali sono il vino e la gastronomia, poi ho una serie di competenze orizzontali come la fotografia, il design, l’architettura, il disegno, la scrittura e la comunicazione derivate da passioni, esperienze, studi e lavori che ho fatto nel corso della mia vita. Come sommelier e wine blogger per alcuni anni ho parlato solo di vino, ma una volta instaurata la fiducia col mio pubblico, le persone che mi seguono hanno cominciato davvero a chiedermi di tutto. Da come porto le unghie al vaccino del Covid-19, dall’abbigliamento alla meta per le ferie, dai bicchieri di design all'acquario. Io per prima sono stata travolta e stupita di come la mia opinione contasse al di fuori dell’ambito enogastronomico e di come queste interazioni si siano fatte via via più frequenti. Oggi che tu sia un’azienda o un libero professionista c’è una cosa che non puoi più permettere di fare: pretendere di essere valutato solo per il prodotto o il lavoro che offri. Fino all’avvento dei social network era normale scremare un candidato con un CV o un’azienda solamente basandosi sul portfolio o sul fatturato… oggi non basta più! Oggi chi ti deve comprare, che sia un’azienda che vuole comprare il tuo lavoro o un privato che vuole comprare la tua bottiglia di vino, vuole conoscerti ed empatizzare con te. Vuole sapere chi sei, cosa pensi, cosa ti piace, cosa sogni. Certo anche l’aumento dell’offerta ha influito in questo processo: ma come si sono accorciate le distanze fisiche, questo mondo chiede di accorciare anche le distanze interpersonali. Il processo di scelta quindi oggi è estremamente più complesso di ieri, ma la buona notizia è che oggi ci sono molti più strumenti di ieri per trovare nuovi utenti interessati e convertirli in clienti. In particolare le storie di Instagram sono il miglior modo per avvicinare il tuo potenziale cliente a te e per questo devi saperle padroneggiare. Lezione 3: Mindset ed azioni efficaci per essere costante Usare la parola mindset ti confesso che mi mette i brividi, tanto è abusata online. Eppure in questa lezione voglio farti capire cosa è davvero necessario che fai per gestire creare un profilo Instagram di successo e che ti metti davvero nell’ottica di farlo. Ho gestito il profilo Instagram di alcune cantine vini e ho trovato una grande difficoltà nella produzione di materiale da parte loro e nella condivisione con me di questo. Soprattutto per i professionisti e per le piccole aziende in cui poche figure ricoprono inevitabilmente più ruoli, l’incaricato a Instagram si perde sempre. Parte con le migliori intenzioni, ma nel tempo perde la costanza e Instagram, se gestito bene e onestamente, è una maratona e non uno sprint. Tra corsi, impegni, paura di trovare argomenti interessanti, demotivazione nei periodi NO si compie il disastro e i profili instagram diventano semi abbandonati. Per aiutarti ad essere costante voglio condividere con te nelle prossime due lezioni quello che per me è il miglior modello di Storytelling. Avere uno schema come questo, da stampare in cui devi riempire le caselle - che rappresentano le storie - con 3/4 parole ti aiuta a semplificare, a spendere meno tempo e ad essere sempre ordinato. Semplicità, velocità e ordine è il trittico della comprensibilità. La capacità di esprimersi e di farsi capire è il requisito necessario di qualsiasi brand. Quindi stampa lo schema che trovi in allegato con questa lezione, fotocopialo e usane uno a settimana come regola. Ne completeremo uno insieme nella quinta lezione in modo da utilizzarlo come “Caso studio”. Quello che faremo insieme nella quinta lezione abituati a farlo una volta a settimana, per sempre. Ricordati che è molto più importante per il tuo brand pubblicare le storie rispetto ai post. Per i post, a meno che tu non sia Chiara Ferragni, non pubblicarne più di uno al giorno. Va bene anche uno ogni 2/3 giorni, a patto di essere estemporaneo con le storie. Le storie non si discutono, le pubblichi e basta. Oltretutto se ti darai il metodo che ti esporrò nella quinta lezione sono più che certa che nel giro di 2 o 3 cicli ti verrà tutto naturale e non ti servirà molto tempo per produrre le storie per un’intera settimana: con circa 2 ore di impegno avrai tutto pronto e dovrai solo pubblicare il giorno prestabilito la o le storie associate spendendo non più di 5 minuti di tempo. E non ci sono scuse per non trovare 5 minuti in 24 ore. Pagina 3 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi Lezione 4: Storytelling - Il viaggio dell’eroe Nel 2021 tutti utilizzano la parola “Storytelling” ma pochi sanno cos’è davvero lo storytelling e come applicarlo efficacemente alla loro attività. Del resto il web è pieno di articoli con contenuti copiati e incollati da fonti non accreditate. Il risultato? Partiamo dal presupposto che la comunicazione social soprattutto di piccole attività enogastronomiche e professionisti del settore è quasi sempre gestita in prima persona o da un dipendente assunto per fare altro e nei ritagli di tempo pubblica anche un post qui o scrive un articolo là. L’obiettivo di questa lezione pertanto è farti capire cos’è davvero lo storytelling e come puoi metterlo in pratica nella tua attività enogastronomica con degli esempi pratici. Partiamo innanzitutto da cosa NON è lo storytelling: le 5 W del giornalismo (ovvero Who - Chi, Why - Perchè, When - Quando, Where - Dove, What - Cosa) non c’entrano con lo Storytelling. Si chiamano 5W del giornalismo proprio perchè sono efficacissime nella stesura di un articolo di giornale e, di conseguenza per una cantina vini, un ristorante o un sommelier, di un comunicato stampa, ma non è quello che vogliamo imparare a fare noi in questo corso. Come puoi trovare nel dizionario Treccani, lo Storytelling è l'arte di scrivere o raccontare storie catturando l’attenzione e l’interesse del pubblico. Un comunicato stampa è una comunicazione fatta o inviata da autorità, enti o singole persone alla stampa e poi da parte di questa diffusa. In queste due definizioni c’è la sintesi del perchè le 5 W del giornalismo con il raccontare una storia capace di coinvolgere il pubblico c’entrano poco. Nello storytelling tu stai NARRANDO un qualcosa di straordinario che il tuo potenziale cliente dovrebbe sapere, non stai COMUNICANDO alla stampa una notizia invitandola alla diffusione. E allora cos’è lo Storytelling? Hai mai sentito parlare di Christopher Vogler? Classe 1949, sceneggiatore di Hollywood che ha lavorato per Disney e insegna all’Università pubblica della California, è famoso per un libro che ha scritto e che ti consiglio di leggere: Il viaggio dell’eroe. Joseph Campbell, uno studioso di mitologia e religione, tra gli anni cinquanta e sessanta aveva definito che l'eroe: • ha una nascita caratterizzata da un mix di mistero e magia • ha avuto un’infanzia difficile o rapporti difficili con la sua famiglia • a un certo punto della sua vita si ritira e acquisisce delle conoscenze grazie a un mentore soprannaturale o umano con doti quasi soprannaturali • quando è pronto torna in società più forte di prima e - coadiuvato eventualmente da oggetti o compagni magici - svolge imprese che gli fanno acquisire il titolo di eroe Vogler si ispira a questi concetti e definisce il viaggio dell’eroe in 12 passi che possiamo riassumere così: I. Primo atto (mondo ordinario): L’eroe vive la sua vita quando riceve la chiamata all’avventura, una sfida da affrontare che in un primo momento rifiuta preso dalla paura. L’eroe incontra sempre un mentore che lo invita al viaggio e lui accetta la sfida. II. Secondo atto (mondo straordinario): La vera storia comincia e il racconto si proietta in un mondo straordinario dove l’eroe si fa amici, nemici, alleati, supera prove, viene sconfitto e tutto mentre si avvicina al posto più oscuro. Lì amici ed alleati scompaiono e lui è solo ad affrontare la sfida più dura. Ma, avendo appreso tutto ciò che gli serviva per superarla, è pronto e, nonostante rischia sempre di morire, alla fine vince. A questo punto c’è sempre una ricompensa, che sia una nuova consapevolezza, un tesoro o una sposa. III. Terzo atto (mondo ordinario): l’eroe si chiede se tornare a casa, a costo di perdere la sua ricompensa. L’eroe decide sempre di tornare a casa e comincia un viaggio di ritorno più o meno lungo. A questo punto un nuovo colpo di scena, qualcuno vuole rubargli il premio e l’eroe rischia ancora una volta di morire - climax. L’eroe vince ancora una volta e a questo punto o torna nel punto di partenza con la sua ricompensa, oppure il finale è aperto. Pagina 4 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi Questo modello se ci pensi caratterizza tutti i buoni libri che hai letto e tutti i film e le serie TV che ti sono piaciute di più. Perchè non dovrebbe caratterizzare anche la storia del tuo Brand? A questo punto voglio analizzare insieme a te i 12 punti del viaggio dell’eroe di Vogler e spiegarti come applicarli al tuo brand: 1. MONDO ORDINARIO: Questo è fondamentale. Chi sei tu e chi è il tuo cliente potenziale? Quali sono i valori che condividete? Il mondo ideale per l’eroe - ovvero per il tuo brand - è quello dei tuoi sogni in cui desideri vivere. Quali sono i tuoi sogni? Costruisci l’immagine del tuo brand in modo che il tuo cliente ideale possa riconoscersi in te e per questo non dimenticare mai anche di riconoscerti un difetto in modo da accorciare le distanze tra voi. Supponiamo ad esempio che sei un piccolo produttore di vini romagnoli. Il tuo “difetto” potrebbe essere anche un “difetto furbo” o un “non difetto”. Sei così attaccato alla tua terra che vuoi produrre il sangiovese solo come lo facevano i tuoi nonni, con le botti in cemento e selezionando le uve a mano e in questo non sei assolutamente disposto a modernizzarti. Quindi sei “testardo”, ma assolutamente in senso buono e ne esci come eroe anche in questo caso. Se invece sei un distributore di vini biologici puoi dire che sei così fissato con la salubrità che scegli solo produttori che ti garantiscono prodotti sani oltre che buoni. Se Pagina 5 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi sei un ristorante di sushi puoi dire che allo chef piace solo la ventresca, ovvero il taglio migliore del tonno, e per quanto hai cercato di fargli cambiare idea non vuole sentire ragioni… Insomma l’obiettivo di questo capitolo è far sì che il tuo lettore, o meglio il tuo potenziale cliente, si riconosca in te. Definisci chi è il tuo target e cosa dire ti verrà naturale. 2. RICHIAMO ALL’AVVENTURA: Il mondo ordinario dei suoi sogni subisce un danneggiamento. Ad esempio se sei un produttore di vino una brutta gelata brucia parte delle piante. Se sei un sommelier, hai un evento nel tuo ristorante e non è arrivato il vino, se sei un’enoteca l'esperto che doveva venirti a fare la serata X ti ha dato buca all’ultimo secondo. Il mondo ordinario, quello dove fila tutto liscio, è compromesso da questo evento. 3. RIFIUTO DEL RICHIAMO: Tu eroe non vuoi entrare in azione perchè sai che rischi la vita o l’attività: se c’è stata una gelata è troppo pericoloso tentare di produrre un vino di grande pregio. Se non ti sono arrivati i vini in tempo, cosa proporrai per quella serata a tema Champagne sapendo che non ne hai nemmeno una bottiglia in cantina? Se l’esperto di Marsala si è ammalato il giorno stesso dell’evento e hai già 50 persone prenotate, chi condurrà la serata al suo posto? In questa fase è fondamentale che mostri di avere paura. Questa paura ti avvicina al tuo potenziale cliente perchè la paura è umana, non è cosa da eroi o da Brand aziendali o personali inavvicinabili. Chiara Ferragni insegna su questo: è considerata divina, ma mostra sempre il suo lato umano. 4. INCONTRO CON IL MENTORE: l’eroe incontra un mentore che lo accompagna nell’acquisire le capacità per superare la sfida. Banalmente, il Sommelier che non ha ricevuto il vino può mostrare una chiamata al suo relatore AIS che lo incoraggia a non abbattersi e gli mostra soluzioni possibili. L’eroe comincia il viaggio ed entra nel mondo straordinario. 5. VARCO PRIMA SOGLIA: per entrare nel mondo straordinario l’eroe deve superare un primo ostacolo: ad esempio il sommelier ha perso il contatto di quella persona che lo poteva aiutare. Nel caso della cantina che ha subito la gelata, una decisione a monte che stabilisce che in quell’annata non sarà possibile produrre vini riserva. Per il ristorante di sushi invece un furto della ventresca di tonno… (è così preziosa che viene addirittura rubata…) 6. PROVE, ALLEATI AMICI: nel mondo straordinario succedono un sacco di peripezie che intrattengono il lettore o meglio coinvolgono il potenziale cliente. Ti hanno rifiutato la DOCG? Hanno sbagliato a consegnarti i packaging? Il tuo maître si è ammalato il sabato sera? C’è stato un terremoto e sono cadute tutte le bottiglie di Barolo? Romanza, racconta cose, intreccia, autenticamente, realtà e finzione. 7. AVVICINAMENTO ALLA PROVA CENTRALE - CAVERNA: l’eroe varca una soglia da cui non può più tornare indietro. Ad esempio l’enoteca con 50 prenotazioni e l’esperto di Marsala ammalato annuncia che l’evento si svolgerà regolarmente. Ha paura, ma ormai deve fare la serata. Troverà un altro esperto a meno di 24 ore dall’arrivo degli ospiti? Quanto dovrà spendere - tempo, energia, soldi - per farcela? 8. PROVA CENTRALE: l’eroe sembra sempre sconfitto a questo punto. Ad esempio, l’enoteca non trova nessun esperto di Marsala e rischia una bruttissima figura tale da farle perdere anche i suoi clienti più fedeli. L’eroe esce dalla crisi all’ultimo secondo e vince. 9. RICOMPENSA: materiale o immateriale, alla vittoria, al comportamento corretto deve sempre seguire una ricompensa. Per chi ha un cane, sa che in fase di apprendimento, se fa bene qualcosa, gli deve dare un biscottino rafforzativo. Lo stesso principio si applica al nostro eroe: ad esempio la cantina è riuscita a produrre nonostante tutte le avversità un vino eccellente e riceve un premio fuori concorso. Questo premio rafforza la consapevolezza che ha acquisito quando ha superato la prova centrale. 10.LA VIA DEL RITORNO: l’eroe ora sta bene nel mondo straordinario: la serata è andata alla grande, si gode il premio o la recensione positiva. Potrebbe rimanere lì a gongolare, ma sceglie di “tornare a casa” ovvero tornare nel mondo ordinario che è ancora quello di un’annata difficile ad esempio per la gelata. Pagina 6 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi 11. CLIMAX/RESURREZIONE: l’eroe deve superare ancora una prova per dimostrare di avere davvero fatto suo ciò che ha imparato. Ad esempio una recensione negativa in una rivista per un ristorante, la stampa delle etichette sbagliate per una cantina vini poco prima di un concorso di packaging o di presentare la nuova annata… 12. RITORNO CON PREMIO: l’eroe vince definitivamente e porta con sé il premio che aveva ricevuto. A questo punto o tutti i nodi sono venuti al pettine, o ci sono ancora diversi nodi da sciogliere e il finale è aperto. Ovviamente nel nostro caso vogliamo sempre un finale aperto perchè siamo pronti per raccontare una nuova storia! Questo susseguirsi di situazioni devono essere sempre raccontate alternando ritmi lenti a ritmi concitati in modo da tenere sempre lo spettatore vigile. Lezione 5: Applicare il Viaggio dell’eroe alle Storie Instagram: lo schema fondamentale Ti ho appena raccontato i 12 passi del viaggio dell’eroe, ma questo come si può tradurre in delle storie su Instagram? In realtà è più semplice di quello che credi: stampa lo schema settimanale che ti ho preparato e cominciamo insieme il nostro viaggio. Intanto semplifichiamo: 12 passi uguale 12 storie. 12 storie uguale 6 giorni. 6 giorni uguale due storie al giorno: non puoi sbagliare! Tabella 1 Viaggio dell’eroe in una settimana Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato MONDO ORDINARIO (1) Primavera. Foto/video pranzo “in famiglia” con bottiglia di vino e un augurio di buona domenica. Fiori freschi. DIFETTO: tovaglioli di carta, tavola bella, curata ma non perfetta. Piatto scheggiato. RICHIAMO ALL’AVVENTURA (2) Gelata imprevista, foto/video dei vigneti danneggiati. RIFIUTO DEL RICHIAMO (3) Cercare di produrre un vino straordinario nonostante hai perso quasi tutti i vigneti o rinunciare? Foto del titolare che accarezzaa una piantina rimasta incolume. INCONTRO CON IL MENTORE (4) Ricevi la telefonata del suo consulente enologo di fiducia che lo invita a reagire e a produrre il miglior vino di sempre. SONDAGGIO: TU COSA FARESTI? VARCO PRIMA SOGLIA (5) Il consorzio decide che in quella annata così difficile non si potranno produrre vini destinati all’elaborazione di riserve. Ha senso con una così piccola quantità non poter produrre nemmeno un prodotto eccezionale destinato a un pubblico disposto a spendere un po’ di più? Screenshot dell’articolo/comunicato con decisione consorzio. Ci ricordiamo le parole del nostro mentore e decidiamo di procedere. SONDAGGIO: sei d’accordo? PROVE, ALLEATI AMICI (6) Decidiamo di muoverci in maniera compatta con le altre cantine e uscire con una comunicazione comune. Brevissimo video (max 30 secondi) del titolare che annuncia le decisioni prese con gli altri produttori locali. AVVICINAMENTO ALLA PROVA CENTRALE (7) Video catastrofico dei vigneti distrutti, nessun scritto a parte un - CAVERNA emoticon che piange. PROVA CENTRALE (8) La gestione del vigneto deve essere ancora più scrupolosa. Foto in cui si vedono uomini al lavoro con musica sfidante. RICOMPENSA (9) Le uve arrivano in cantina sanissime. Foto uve immacolate. LA VIA DEL RITORNO (10) Si lavora nella normalità e il prodotto è migliore rispetto alle aspettative sia per qualità sia per quantità. Produrre normalmente rimanendo nella zona di comfort individuata dal consorzio o tentare di fare un vino eccezionale? CLIMAX/RESURREZIONE (11) Primo assaggio dalla botte: vino buono, ma non sembra eccezionale. Pratiche di cantina. Secondo assaggio dalla botte: vino eccezionale. RITORNO CON PREMIO (12) La cantina vince un premio speciale fuoriconcorso per l’entusiasmante vino presentato. Quindi ogni settimana dovrai inventarti una storia diversa da raccontare. Non avere paura di essere a corto di argomenti: in una cantina o in un ristorante si fanno davvero tantissime cose ed è impossibile stare un’intera settimana senza avere nulla di interessante da dire. Inoltre tante cose che per noi fanno parte della normale routine lavorativa sono estremamente affascinanti per chi è al di fuori dell’ambiente… per non parlare del fatto che di difficoltà se ne incontrano Pagina 7 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi continuamente. Dovrai esercitarti solo a riempire questa scheda. Ovviamente è una narrazione un po’ romanzata e favolistica quindi ti servirà anche una dose di fantasia, ma ricordati di non perdere mai l’autenticità perchè solo così potrai instaurare un vero rapporto di fiducia col tuo pubblico. Ci saranno storie che si consumeranno nel corso della settimana, altre che saranno successe nei mesi e negli anni precedenti e verranno confezionate come ricordo… ma non bloccarti mai. Settimana dopo settimana riempire questo schema ti verrà sempre più naturale! Come puoi vedere tra un viaggio e l’altro ti ho lasciato un giorno libero. Brutta notizia: anche il sabato ti chiederò di pubblicare una storia. Una sola. E sarà un momento della tua vita privata, un’emozione che hai vissuto, un piccolo acquisto che ti ha dato gioia, del giardinaggio, un momento romantico… va bene tutto, non avere paura di sbagliare. L’obiettivo del sabato sei tu, non il tuo Brand. Fatti conoscere semplicemente per quello che sei. Un esempio di storia perfetta per il sabato? Sei uscito a mangiare un gelato. Hai preso un cono al pistacchio, il tuo preferito. Posti la foto del cono, magari con un bel panorama e fai la storia con domanda: Qual è il tuo gusto di gelato preferito? Le risposte che riceverai le pubblicherai con la foto del gelato di sfondo, taggando la persona che ti ha risposto in modo che se questa lo vorrà potrà condividere la tua storia tra le sue storie! E il tuo nome continua a girare! Lezione 6: Il format Se lo storytelling tradizionale non fa per te, ti voglio suggerire un ulteriore schema per creare le tue storie: il format. Sicuramente almeno una volta in televisione ti è capitato di vedere un format: l’esempio più facile è il quiz televisivo (Chi vuol essere milionario?) che ogni sera si ripete con lo stesso schema, o il reality dove cambiano personaggi ma lo svolgimento è sempre lo stesso (Cortesie per gli ospiti, 4 Ristoranti…). Questi sono tutti format, ovvero repliche dello stesso programma con diversi protagonisti/situazioni. Scrivere un format non è facile e spesso richiede di fare vari tentativi per vedere cosa funziona per la propria audience. Un format è composto da: struttura, grafica, musica, regole del gioco, profili protagonisti e l’obiettivo è creare una tipologia di storie fortemente riconoscibile e brandizzata. Tuttavia è normale che il format si evolva con i dati statistici e le preferenze del pubblico. Per quanto riguarda il settore enogastronomico, il reality è sicuramente il genere di format che funziona meglio. Gli stessi programmi TV che hanno avuto più successo hanno convalidato questa tesi: da Alessandro Borghese in 4 Ristoranti a Masterchef, da Gordon Ramsay in Cucine da incubo a Chiara Maci in l’Italia a Morsi. Le persone vogliono vedere volti, sentire storie e il prodotto diventa affascinante non tanto perchè è un sangiovese di sti grandissimi cavoli, ma perchè è il sangiovese di Pinco Pallo a cui piace il gelato al pistacchio come a me e che ha vinto quel premio straordinario quando sembrava essere tutto perduto e ne ha devoluto una parte ai dipendenti e con un’altra ci ha pagato il mutuo alla mamma anziana. Mi sono spiegata? Creare un format di Reality è un’ottima idea ed è anche meno strutturato del viaggio dell’eroe diverso per ogni settimana, ma qui la costanza è ancora più fondamentale. Anche in questo caso comunque sempre di Storytelling si tratta e il format sarà quanto più avvincente quanto più riuscirai a farlo cadere all’interno dei 12 passi del viaggio dell’eroe. Ad esempio, pensiamo di fare un format che racconta la vita dello chef Pinco Pallo nel suo ristorante Super Pallo. Un esempio di format potrebbe essere 3 storie in 3 momenti diversi della giornata che rappresentano i tre atti. I. Atto primo: [mattina] lo chef arriva nel suo ristorante e il titolare (se non è lui) lo informa che avranno per cena un ospite importante (un critico? un personaggio del cinema?) che ha richiesto espressamente un nuovo piatto fuori menu che lo chef non ha mai preparato. La prima IG Story è un video di massimo 30 secondi dove lo chef racconta le sue paure Pagina 8 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi nell’affrontare questa sfida e mette anche una call-to-action con una domanda aperta stile “e tu cosa faresti?” II. Atto secondo: [pomeriggio] Video di 30 secondi dove lo chef racconta che il suo mentore gli aveva detto una volta come approcciarsi a quel piatto e qual era il segreto per realizzarlo e informa il suo pubblico non solo di aver accettato la sfida, ma, dopo alcuni tentativi falliti, di essere riuscito a preparare quel piatto nel modo più buono di sempre. III. Atto terzo: [sera] Video di 30 secondi in cui lo chef racconta che durante il servizio c’è stato un imprevisto (è finito un ingrediente? è arrivata un sacco di gente tutta nello stesso istante?) ma nonostante questo è riuscito a preparare il piatto richiesto dal critico enogastronomico che lo ha riempito di complimenti. Stanco, ma felice, va a casa a riposare. IG Story con la foto del piatto che inquadrano anche le mani dello chef mentre aggiunge un dettaglio.(Il giorno successivo screenshot della recensione che gli ha fatto sul giornale con il link in più). Questo è un esempio di format basato sempre sul viaggio dell’eroe che puoi creare se hai un ristorante. Sono 3 video da 30 secondi che devono essere assolutamente spontanei, quindi immagino che lo chef non perderà troppo tempo nel girarli. So che quasi tutti gli chef sono burberi, ma spiegagli che è fondamentale che lo faccia e non vuoi sentire storie. Idem se è l’enologo, l’agronomo, il cantiniere o il sommelier! Nella foto ti ho detto di inquadrare sempre un dettaglio delle mani perchè le foto contenente le mani al lavoro e, più in generale le persone al lavoro, hanno molto più engagement anche del piatto o del panorama più bello. Lezione 7: Comunicazione tra le parti La storia Instagram è un enunciato che nasce da due azioni simmetriche: mostrare e guardare. Queste azioni hanno un’entità generatrice (enunciatore): il Brand e una destinazione: il pubblico. In particolare un enunciato è In linguistica, sequenza di parole che forma un segmento reale di discorso (orale o scritto), prodotto in una determinata situazione di comunicazione e sufficiente a dare l’informazione richiesta; può essere molto lungo (con l’inizio e la fine segnati da una pausa o comunque da una interruzione del discorso) o costituito anche di una sola parola, e talora sintatticamente incompleto. [Treccani] Quindi l’enunciatore è l’interlocutore ideale del pubblico e deve coincidere con la materializzazione di come il pubblico vede il Brand. La storia Instagram deve quindi contenere riferimenti visuali e testuali che il pubblico di destinazione è in grado di codificare in quanto munito degli strumenti necessari per capirla. Il terzo elemento è il prodotto, come ad esempio il vino. La storia quindi è un gioco di comunicazione tra il narratore ovvero il Brand inteso come azienda o come titolare (a seconda delle dimensioni di questa), il protagonista inteso come il prodotto o il servizio che si offre (vino? degustazione?cena?) e lo spettatore (chi guarda la IG Story, ovvero la tua audience). Il narratore racconta il protagonista attraverso il suo punto di vista che coincide con lo sguardo e ha tre dimensioni: • dimensione percettiva (vista) • dimensione cognitiva (conoscenza individuale) • dimensione deduttiva (credenza sulla base di ciò che si vede confluito in ciò che si conosce) A differenza di quello che accade nel cinema bisogna tener conto del fatto che qui lo spettatore non è in una sala buia concentrato ed abbandonato alla pellicola, ma è continuamente distratto dall’interno e dall’esterno di Instagram: notifiche, telefonate, la metro che parte… si perchè Instagram viene aperto dalla nostra audience nei momenti buchi ed è Pagina 9 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi chiaro come a questi momenti possano sovrapporsi attività previste o impreviste come l’arrivo del treno o la telefonata inaspettata. Mantenere l’attenzione nelle storie pertanto è una vera impresa e questo richiede storie brevi, composte massimo da 2 foto/video per un totale di 30 secondi. Catturare l’attenzione col video è molto più semplice che con una foto. Soprattutto se la foto ha pochi elementi o colori simili è facile passare oltre, a meno che non sia arricchita con un compito da svolgere come rispondere ad una domanda, a un quiz o a un sondaggio. Le persone sono tendenzialmente pigre e/o indaffarate mentre navigano tra le storie di Instagram pertanto Quiz e Sondaggi sono molto più efficaci delle domande per stimolare le reazioni. Non solo: quiz e sondaggi aumentano il tempo di permanenza nella tua storia Instagram e questo fa percepire il tuo contenuto all’algoritmo come un contenuto di valore. Quindi potresti pensare di costruire tutte le tue storie in questo modo! E poi soprattutto con i quiz il pubblico si diverte! Puoi anche pensare di organizzare un quiz al mese dove metti in palio 1 bottiglia di vino in formato magnum per chi risponde correttamente a tutte le domande che farai… o, se hai un ristorante, potresti mettere in palio sempre una bottiglia di vino: un’occasione perfetta per farti due nuovi clienti (in pochi vengono a mangiare da soli…). Ricordati che lo spettatore della tua story attraverso quello che vede e che conosce, si farà un’idea di chi sei e che prodotto fai. Calati quindi nel tuo spettatore tipo e in quello che conosce per essere sicuro di veicolare il giusto messaggio. I quiz e i sondaggi a tal proposito sono utilissimi anche per capire se chi lui crede che tu sia coincide con la realtà: approfittane! Lezione 8: Perchè devi usare il tuo smartphone per fare storytelling L’ultimo argomento che voglio affrontare è per me estremamente importante: perchè dovresti utilizzare esclusivamente il tuo smartphone per gestire il tuo profilo Instagram e in particolare per fare le tue IG Stories. Pagina 10 di 11
©CammeoDiVino.com Ig Stories: Storytelling efficace Chiara Bassi Per me la migliore delle macchine fotografiche è quella che hai sempre con te e che quindi conosci e ti dà già la prospettiva del risultato finale. Se già non hai uno smartphone di ultimo modello ti invito a comprarlo, in particolare ti invito a comprare un iPhone perchè il suo sistema operativo iOS ha un’usabilità migliore di quella di Android. A parità di qualità delle foto, la loro modifica e il loro miglioramento è molto più semplice e intuitiva, e solo questo fatto ti fa risparmiare tempo. E il tempo è quanto di più prezioso possiedi. Nella lezione 3 ho parlato dell’importanza della costanza e dopo aver lavorato con ristoranti e cantine posso dirti che l’unica speranza per questa tipologia di azienda di essere costante è gestire tutto con lo smartphone. Questo perchè la macchina fotografica è più complicata: devi trasferire le foto/video al computer, editarle con un programma di grafica gratuito o a pagamento e questo implica anche che devi saperlo utilizzare e poi trasferire le foto/video sul tuo smartphone. No, non hai tempo. E se hai tempo non hai voglia, te lo assicuro. Il vantaggio di una buona macchina fotografica poi è impercettibile su Instagram: i moderni smartphone fanno foto fantastiche ed esistono oltretutto app per editarle incredibili (ma anche l’applicazione di default va più che bene). E anche se hai scattato la migliore delle fotografie con la tua super macchina fotografica, la foto su Instagram la visualizzi comunque quasi esclusivamente sullo smartphone. Ti invito pertanto a non complicarti la vita. Il tuo smartphone è sempre con te quindi puoi scattare foto in estemporanea. Abituati a scattare foto spesso in situazioni diverse. Vai in vigna? Scatta una foto. Lo chef impiatta i gamberi? Scatta una foto. Il sommelier versa il vino? Scatta una foto. Scatta, scatta, scatta sempre finché scattare non ti viene naturale. E fai sempre più di una foto in modo di aver la possibilità di sceglierle. Quando scatti una foto o fai un video con il tuo iPhone preoccupati di tutto ciò che viene inquadrato: togli le briciole dal tavolo, eventuali bottiglie d’acqua di plastica, tovaglioli di carta sgualciti… è incredibile quanta noncuranza si vede sui profili Instagram dei Brand. Come puoi pensare che un utente si possa fidare di te e sia invogliato ad assaggiare il tuo prodotto se hai un approccio così poco professionale? Abituati a riguardare la foto prima di abbandonare la scena e controlla se ci sono elementi di disturbo. Se vuoi imparare a fare foto straordinarie con il tuo smartphone ti invito a seguire “Come fare foto incredibili con il tuo iPhone”. Il tuo smartphone è il tuo migliore alleato per fare storytelling su Instagram: usalo! Grazie per avere seguito questo corso, spero di aver soddisfatto le tue aspettative. Pagina 11 di 11
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