INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO: AZIONI DI SALVAGUARDIA.

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INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO: AZIONI DI SALVAGUARDIA.
GEOLOGI e TERRITORIO
                       Periodico dell’Ordine dei Geologi della Puglia - Supplemento al n. 1/2004
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            INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO
          DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA
          E DEL SALENTO: AZIONI DI SALVAGUARDIA.
                            Maria Dolores Fidelibus*, Luigi Tulipano**
     *Prof. Associato di Idrogeologia Applicata, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale,
                                Politecnico di Bari, Via Orabona 4, Bari
        **Prof. Ordinario di Idrogeologia Applicata, Dipartimento Idraulica Trasporti e Strade,
                    Università di Roma “La Sapienza”, Via Eudossiana 18, Roma

1. PREMESSA                                                  è seguita ai dettami del Piano di Risanamento
    Inquinamento di origine antropica ed inquina-            Idrico costituisce una lacuna gravissima, tale che
mento salino sono determinati da attività diverse e          ad oggi non si possiede un quadro affidabile di ri-
potenzialmente controllabili separatamente: tut-             ferimento per impostare seriamente azioni di sal-
tavia i fenomeni, nella gran parte degli acquiferi           vaguardia e recupero che non possono tuttavia es-
costieri ricadenti in aree densamente popolate,              sere più procrastinate.
sono normalmente sovrapposti e la loro intercon-
nessione rende necessaria, per comprendere il                2. INQUINAMENTO DI ORIGINE ANTROPICA
primo, la conoscenza dell’altro.                                 Il rapporto fra la concentrazione di un inqui-
    Negli ultimi decenni la situazione di tali acqui-        nante rilevato in acqua sotterranea e la sua origine
feri, particolarmente nell’area mediterranea, si è           è controllato da una complessa interazione tra fat-
deteriorata profondamente, anche per effetto del-            tori idrogeologici, geologici, climatici ed antro-
l’ulteriore sovrapporsi degli effetti del cambio cli-        pici. Tra i fattori idrogeologici rilevanti nel deter-
matico. Come conseguenza di sovrasfruttamento,               minare la distribuzione spaziale degli inquinanti
inquinamento e cambio climatico, i regimi naturali           negli acquiferi di dimensione regionale, come
di flusso di tali acquiferi costieri risultano oggi          quelli costieri e carsici della Murgia e del Salento,
profondamente disturbati, con mobilizzazione di              vi è la coesistenza di sistemi di flusso che si svi-
acque prima isolate rispetto al deflusso attivo, con         luppano a scala locale, intermedia e regionale. Tale
l’attivazione di cortocircuiti nel trasporto degli in-       coesistenza comporta nello stesso corpo idrico la
quinanti e con una modifica della qualità del tra-           presenza di vie di deflusso che hanno lunghezza
sporto verso i mari.                                         diversa ed interessano profondità differenti: di
    Gli acquiferi costieri carsici della Murgia e del        conseguenza, il rinnovamento dell’intero serbatoio
Salento soffrono dei problemi suddetti ed i risultati        procede con tempi diversi.
sono nettamente percepibili dalle popolazioni, al-               Le sorgenti di alta portata che sgorgano sui li-
meno in termini di scarsità complessiva di risorse           torali adriatico e ionico della Murgia e sulla costa
idriche e peggioramento globale del clima. Lo                zona occidentale del Salento ionico sono, per
stato d’inquinamento delle falde rimane invece,              buona parte della loro portata, espressione del si-
nei suoi effetti, meno direttamente riconoscibile            stema di flusso regionale. Tale affermazione è pos-
dagli utenti.                                                sibile in virtù della loro riconosciuta connessione,
    Occorre qui ricordare che le risorse idriche sot-        operata attraverso l’uso di metodologie multitrac-
terranee dei suddetti acquiferi sono a tutt’oggi una         cianti, con le principali aree di alimentazione, lo-
risorsa molto importante anche ai fini del soddi-            calizzate nelle aree più interne (Tulipano et al.,
sfacimento della domanda idropotabile. Basti pen-            1990). La rimanente parte della portata è fornita da
sare che, in momenti di emergenza idrica, per in-            sistemi di flusso a scala locale e/o intermedia, che
crementare la disponibilità idropotabile in Murgia           invece alimentano la totalità delle sorgenti di più
vengono attivati prelievi da pozzi e che nel Salento         bassa portata.
sono prelevati per questi scopi, continuativamente,              Altro fattore rilevante ai fini del trasporto e
più di 4 m3/s. Tutto ciò senza pensare al crescente          della distribuzione spaziale degli inquinanti in ac-
fabbisogno del comparto agricolo e zootecnico.               quiferi di tipo carsico sono le loro caratteristiche di
    Le considerazioni che seguono in tema di in-             forte anisotropia per fratturazione e carsismo (la
quinamento salino ed antropico delle risorse sud-            distribuzione spaziale dei vari domini di permeabi-
dette sono basate su dati occasionalmente raccolti           lità in questi ambienti eterogenei e discontinui è
per scopo di ricerca scientifica che non possiedono          fortemente imprevedibile) e la presenza di vie di
carattere di sistematicità: l’assenza di controllo che       deflusso preferenziale: tali caratteristiche permet-

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     tono un veloce trasporto a lunga distanza ed i pro-      sorgenti costiere a maggiore portata degli acquiferi
     cessi di attenuazione e/o rimozione sono limitati in     murgiano e salentino rappresenta quindi la risposta
     pratica alla sola diluizione.                            complessiva sia delle condizioni locali di inquina-
         I diversi sistemi di flusso possono quindi con-      mento, sia della condizione qualitativa media della
     tribuire diversamente all’inquinamento comples-          porzione di falda che alimenta a scala regionale le
     sivo delle acque drenate da dette sorgenti, sia in re-   sorgenti stesse.
     lazione alla differente eventuale potenzialità di in-       Nel 1989 un’indagine sullo stato d’inquina-
     quinamento alle diverse scale, sia alla velocità ed      mento di numerose sorgenti costiere appartenenti
     alle caratteristiche del trasporto. In questa tipo-      agli acquiferi murgiano e salentino (Cotecchia e
     logia di acquiferi, quindi, le cause di un inquina-      Tulipano, 1989) portò ad evidenziare come le
     mento riscontrato in un determinato luogo devono         emergenze costiere adriatiche dell’acquifero mur-
     essere ricercate non solo nell’intorno, ma anche in      giano fossero interessate da un significativo inqui-
     un raggio più ampio, in quanto i processi d’inqui-       namento di tipo civile, testimoniato dalla rilevante
     namento localizzati sono destinati quasi sempre ad       presenza di fosfati, nitrati e detergenti e da basse
     avere riflesso a scala spaziale e temporale mag-         concentrazioni di ossigeno disciolto (Figg. 1 a e b).
     giore di quella causale. La qualità delle acque delle    Nello stesso tempo le sorgenti costiere salentine, di

       a)

     Figura 1 – Andamento
     delle concentrazioni di
     alcuni parametri indica-
     tori di inquinamento mi-
     surati nelle acque delle
     sorgenti emergenti lungo
     la costa Adriatica (a) e
     Ionica (b) della Murgia e
     del Salento

                                                                                                               b)

            INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO
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minore portata, mostravano, nella media, caratteri-       portava ad una ricostruzione della reale distribu-
stiche meno preoccupanti ed un migliore stato di          zione dei nitrati nelle falde murgiana e salentina
ossigenazione.                                            che ben corrispondeva alla distribuzione del ri-
    Nell’intento di riconoscere l’origine di tale in-     schio potenziale, laddove le alte concentrazioni
quinamento, Tulipano & Fidelibus (1993) verifica-         misurate si ritrovavano nelle aree stimate a rischio
rono l’impatto potenziale delle immissioni in falda       elevato. Tale distribuzione è riportata in Fig. 2,
di reflui urbani sulla qualità delle acque sotter-        dove sulla costa sono riportati gli intervalli di con-
ranee della Murgia e del Salento, scegliendo come         centrazione dei nitrati riscontrati nella componente
parametro indicatore di inquinamento civile lo            d’acqua dolce delle sorgenti costiere. E’ necessario
ione nitrato. I carichi di N prodotti dal comparto        infatti correggere il dato relativo alle sorgenti co-
civile furono stimati partendo da dati di base con-       stiere per l’effetto di diluizione operato dalle acque
tenuti in documenti relativi a vari Piani di utilizzo     salate di origine marina (considerate a concentra-
e protezione delle risorse idriche: tali stime con-       zione nulla di nitrati) che si miscelano con le acque
sentivano di valutare le concentrazioni di nitrati        dolci di falda a monte del deflusso: la componente
nei reflui rilasciati dagli impianti di trattamento,      d’acqua dolce drenata dalle sorgenti costiere è
considerati funzionanti allo stadio di trattamento        quindi quella alla quale si attribuisce il carico tra-
ufficialmente dichiarato.                                 sportato a mare. La distribuzione trovava conferma
    Una serie di elaborazioni, che tenevano conto         anche nella qualità dei deflussi sorgentizi, in ac-
essenzialmente del potenziale grado di diluizione         cordo con le modalità del deflusso sotterraneo, de-
operato dalle falde, portava alla valutazione del di-     lineate, almeno per la Murgia, attraverso approccio
verso grado di pericolosità dei centri comunali di        multi-tracciante (Fig. 3, Tulipano et al., 1990): le
depurazione immettenti in falda ed alla definizione       sorgenti rispondevano dell’inquinamento comples-
delle concentrazioni teoriche dei nitrati per sub-        sivo delle zone a monte del deflusso, più grave a
unità idrogeologiche, nell’ipotesi di uniforme di-        scale locale, attenuato a scala del sistema di flusso
luizione dei reflui trattati da parte delle portate na-   regionale.
turali fluenti. Da tali elaborazioni si evinceva come         Nel 2001 sono state analizzate alcune delle sor-
il Salento fosse l’unità a maggior necessità di tu-       genti di alta portata del versante adriatico e ionico
tela, dato che la concentrazione teorica media dei        della Murgia (Cotecchia e Fidelibus, 2001). Ri-
nitrati (10.5 mg/l) risultava più elevata che nella       spetto al 1989, le acque al deflusso costiero mo-
Murgia (8.9 mg/l), anche se in quest’ultima si de-        strano evidenti segni di peggioramento nelle carat-
lineavano comunque situazioni localizzate a mag-          teristiche qualitative. Le concentrazioni di nitrati,
gior rischio.                                             fosfati, e detergenti anionici risultano di molto au-
    L’analisi di 297 campioni di acqua sotterranea        mentate rispetto al 1989, mentre coliformi totali e

                                                                                          Figura 2 – Distribu-
                                                                                          zione delle concentra-
                                                                                          zioni dei nitrati (mg/l)
                                                                                          riferita al 1989 negli
                                                                                          acquiferi della Murgia
                                                                                          e del Salento e nelle
                                                                                          sorgenti campionate
                                                                                          alla stessa data

                               MARIA DOLORES FIDELIBUS - LUIGI TULIPANO
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                                                                                             sistemi di flusso regio-
                                                                                             nali e locali dell’acqui-
                                                                                             fero Murgiano deli-
                                                                                             neato con metodologie
                                                                                             multi-traccianti

     fecali, purtroppo senza riscontro con il passato,       ed ipotizzabili data la situazione di controllo prati-
     sono presenti praticamente in tutte le acque esami-     camente nulla del territorio.
     nate. Nella Fig. 4 sono riportate per confronto le          Data la carenza di dati attuali di inquinamento
     concentrazioni dei nitrati nelle sorgenti analizzate    riferiti alle acque interne, il confronto con la distri-
     per i due diversi periodi (1989; 2001).                 buzione dei nitrati al 1989 non è facilmente perse-
         Il peggioramento delle caratteristiche qualita-     guibile. Di fatto, i dati rilevati attraverso l’analisi
     tive delle acque sorgentizie esaminate è oggettiva-     chimica dei campioni prelevati in condizioni sta-
     mente troppo generalizzato per essere ricondotto a      tiche tra il 1995 ed il 1997 presso la Rete di Moni-
     fenomeni occasionali e transitori: a fronte di un di-   toraggio Regionale non sono, sia per densità della
     chiarato miglioramento in tema di depurazione, ri-      rete, sia per tipologia di campionamento, utili per
     sulta evidente che l’aumento generalizzato delle        una ricostruzione a scala regionale. Infatti la rico-
     concentrazioni non può che essere ricondotto ad         struzione precedente era riferita a campionamenti
     un aumento del numero dei punti focali di immis-        effettuati presso pozzi in emungimento. Tali cam-
     sione e/o ad un aumento dei volumi di acque in-         pionamenti risultano maggiormente rappresenta-
     quinate sversati in falda, aumenti tutti compatibili    tivi del trasporto in falda attraverso i livelli di cir-

     Figura 4 – Confronto
     tra le concentrazioni
     dei nitrati (mg/l) misu-
     rate nelle acque sor-
     gentizie di alcune sor-
     genti costiere della
     Murgia e del Salento

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colazione preferenziale degli acquiferi; i campio-        Murgia e Salento. In tutto il Salento e nelle zone
namenti in condizioni statiche risultano di difficile     costiere della Murgia le acque sotterranee circo-
interpretazione in assenza di motivata correlazione       lano su acque salate di ingressione marina: la co-
tra detti livelli preferenziali.                          esistenza delle acque dolci con le acque salate è re-
     Una ricostruzione si è resa tuttavia possibile at-   golata da complesse fenomenologie innescate
traverso dati raccolti presso Enti gestori vari e rife-   principalmente dalla perfetta miscibilità dei due
riti a campionamenti da pozzi in emungimento per          fluidi e dai rapporti intercorrenti tra i carichi idrau-
il periodo 1997-2001 (Fig. 5). La distribuzione ot-       lici dell’acqua salata e dell’acqua dolce. La natura
tenuta per i nitrati deve essere interpretata tenendo     carsica dei territori in parola costituisce un fattore
in conto alcuni importanti limiti della ricostruzione     aggravante il rischio di salinizzazione, rispetto ad
                                                                                        altri tipi di acquiferi

                                                                                          Figura 5 – Distribu-
                                                                                          zione delle concentra-
                                                                                          zione dei nitrati (mg/l)
                                                                                          negli acquiferi della
                                                                                          Murgia e del Salento ri-
                                                                                          ferita al periodo 1997-
                                                                                          2001 e nelle sorgenti
                                                                                          campionate nel 2001

stessa: la rete di campionamento è infatti tempo-         costieri, in quanto le canalizzazioni carsiche
ralmente non omogenea e non è sovrapponibile a            ipogee normalmente funzionanti come condotti
quella utilizzata nel 1989; essa inoltre non copre in     alimentanti le sorgenti costiere, diventano vie di
maniera omogenea i territori interessati.                 rapida e profonda intrusione entroterra delle acque
    La distribuzione, pur con questi limiti, fornisce     di mare quando la falda viene depressurizzata ri-
alcuni spunti di interpretazione delle condizioni at-     spetto al mare stesso (Tulipano, 2002, Tulipano e
tuali di inquinamento dell’entroterra e delle sor-        Fidelibus, 2002)
genti. Ancora una volta il deflusso sorgentizio ri-           Il prelievo di acque sotterranee necessaria-
sponde con esattezza alle condizioni di inquina-          mente determina una alterazione dei delicati equi-
mento delle aree a monte del deflusso, confer-            libri tra acque dolci ed acque salate. Una corretta
mando il ruolo di vettori a mare dell’inquinamento        gestione di tale tipo di acquiferi dovrebbe perciò
prodotto entroterra delle sorgenti costiere. Per          ispirarsi ad alcuni principi basilari che assicurino il
quanto riguarda le falde, nelle aree interne della        raggiungimento di equilibri dinamici che compor-
Murgia e dell’arco costiero tarantino si evidenzia        tino solo un assottigliamento della riserva del-
oggi, forse in ragione della migliore densità di          l’acqua dolce nell’acquifero, senza che ciò pro-
campionamento in quelle aree, un inquinamento             vochi gravi e irreversibili fenomeni di salinizza-
non rilevato nel passato.                                 zione della stessa.
                                                              Questi principi si possono così riassumere:
3. LA CONTAMINAZIONE SALINA                                   - limitazione del totale dei prelievi (per unità
    Più grave del problema dell’inquinamento pro-                idrogeologica) ad un massimo definito come
dotto da sversamenti al suolo o nel sottosuolo di                “portata di sicurezza” (safe yield, nella termi-
corpi idrici inquinanti è quello della progressiva               nologia scientifica internazionale) stabilita
salinizzazione delle acque sotterranee circolanti in             sulla base di un corretto bilancio idrologico;

                               MARIA DOLORES FIDELIBUS - LUIGI TULIPANO
INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO: AZIONI DI SALVAGUARDIA.
ORDINE REGIONALE DEI GEOLOGI DELLA PUGLIA
100           CONVEGNO - Bari 21 Giugno 2002 / USO E TUTELA DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI PUGLIESI

          - pianificazione della distribuzione nel terri-      nità dell’acqua sotterranea.
            torio delle opere di presa, non in funzione            Per acquiferi continentali è abbastanza facile
            della domanda, ma delle sue caratteristiche        stabilire come limite l’estrazione annua di un vo-
            idrogeologiche;                                    lume d’acqua pari ai volumi d’acqua meteorica
          - scelta del tipo di opere di presa privilegiando,   che ricaricano l’acquifero. Chiaramente tale limite
            quando possibile, quelle a sviluppo orizzon-       non considera i danni ambientali (progressiva ri-
            tale (trincee, gallerie, ecc.);                    duzione delle portate alle sorgenti, riduzione degli
          - definizione delle caratteristiche di esercizio     apporti ai corsi d’acqua superficiali, ecc.) ed altri
            (portata, durata, ecc.).                           effetti sulla qualità dell’acqua (richiamo di fluidi
          - controllo in continuo dello stato degli equi-      profondi, miscelamento con acque antiche più mi-
            libri acqua dolce – acqua salata attraverso un     neralizzate ecc.). Dal punto di vista idrogeologico
            monitoraggio dei prelievi (lotta all’abusi-        lo stadio finale comporta che la superficie piezo-
            vismo) e dell’eventuale insorgere di impre-        metrica raggiunga il livello base dell’acquifero,
            visti fenomeni di salinizzazione.                  con conseguente cessazione del flusso ed esauri-
          La gestione delle risorse idriche sotterranee do-    mento completo delle sorgenti.
      vrebbe inoltre essere inquadrata in un utilizzo inte-        Riferendosi ad un acquifero costiero il concetto
      grato di tutte le risorse idriche disponibili (Cotec-    di sovrasfruttamento è, a tutt’oggi, solo legato al-
      chia et al, 1983), sia quelle tradizionali (acque su-    l’effetto che tale regime comporta, specificata-
      perficiali, adduzioni extra-regionali ed extra-na-       mente la progressiva salinizzazione delle acque
      zionali), sia quelle definibili non tradizionali         sotterranee. La definizione di un limite ai prelievi,
      (acque reflue depurate, acque salmastre da sorgenti      oltre il quale un acquifero costiero è da conside-
      costiere subaeree o sottomarine utilizzabili in mi-      rarsi sovra-sfruttato, è ardua. In ogni caso, nella
      scelamento ed, eventualmente, acque dissalate).          pratica, questo limite è legato ad una serie di fattori
      Ovviamente questo tipo di gestione dovrebbe ba-          quali le tipologie delle opere di captazione, l’am-
      sarsi fondamentalmente su scelte riguardanti la          montare totale e la distribuzione areale dei volumi
      giusta destinazione d’uso della risorsa idrica in        alimentanti e dalle locali caratteristiche idrodina-
      funzione della sua qualità.                              miche dell’acquifero considerato.
          I principi di cui sopra, pur costituendo l’ossa-         La fondamentale differenza tra un acquifero
      tura della parte del Piano di Risanamento Idrico         continentale ed uno costiero riguarda proprio l’ef-
      della Regione Puglia riguardante le azioni da in-        fetto della ricarica. In un acquifero continentale la
      traprendere per combattere il fenomeno dell’intru-       ricarica determina un innalzamento della super-
      sione salina nei territori della Murgia e del Salento,   ficie piezometrica: l’entità dell’innalzamento, in
      sono stati nella pratica completamente disattesi         teoria, non considerando il continuo deflusso alle
      nella attuazione del Piano, che ha invece privile-       sorgenti, è uguale al rapporto tra l’altezza di
      giato scelte gestionali indolori per gli utenti della    pioggia efficace e la porosità dinamica media della
      risorsa.                                                 matrice rocciosa (Fig. 6). In un acquifero costiero,
                                                               man mano che la ricarica procede, la colonna
      3.1 La progressiva salinizzazione delle acque            d’acqua dolce sovrastante l’acqua salata si espande
      sotterranee                                              e nello stesso tempo affonda: la profondità rag-
          Lo stato di sovra-sfruttamento delle risorse         giunta dalla base della colonna d’acqua dolce dif-
      idriche sotterranee è dimostrato dal progressivo         ferisce dalla posizione originale per un valore in
      aumento della loro concentrazione salina, determi-       teoria uguale all’altezza dell’acqua infiltrata nel-
      nato dal miscelamento con acque salate giovani ri-       l’acquifero, moltiplicata per il valore del rapporto
      chiamate lateralmente dalla costa o più antiche,
      provenienti dalle parti più profonde degli acqui-
      feri.
          Per sovra-sfruttamento si intende che la estra-
      zione di acqua sotterranea da un acquifero è supe-
      riore ad un certo limite: se la estrazione supera
      questo limite, alcune conseguenze sono osserva-
      bili. Mentre negli acquiferi continentali le conse-
      guenze sono l’abbassamento della superficie pie-
      zometrica (in Puglia il caso ben noto del Tavoliere)
      e la progressiva riduzione del deflusso sorgentizio,
      negli acquiferi costieri un regime di sovra-sfrutta-     Figura 6 – Schematizzazione dei volumi occupati dalla ri-
      mento porta ad un progressivo aumento della sali-        carica annuale in un acquifero continentale

           INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO
INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO: AZIONI DI SALVAGUARDIA.
ORDINE REGIONALE DEI GEOLOGI DELLA PUGLIA
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                                                                                                                        101

                                                                Nell’ambito degli studi svolti per la redazione
                                                            del Piano, furono definite le “portate di sicurezza”
                                                            derivabili dalle quattro Unità idrogeologiche della
                                                            Puglia, sulla base del Bilancio Idrologico svilup-
                                                            pato a partire da una serie storica di dati meteo-cli-
                                                            matici raccolti dall’allora Sezione Autonoma di
                                                            Bari del Servizio Idrografico. La Fig. 9 riassume i
                                                            dati essenziali del bilancio ed indica le portate di
                                                            sicurezza (espresse come portate in continuo) pre-
                                                            levabili dalle unità idrogeologiche, all’epoca valu-
                                                            tate come una percentuale pari a circa il 25% del-
                                                            l’alimentazione.

Fig. 7 – Schematizzazione dei volumi occupati dalla rica-
rica annuale in un acquifero costiero

tra la densità dell’acqua dolce e quella dell’acqua
salata. In altre parole, l’effetto della ricarica è tra-
scurabile come variazione della superficie piezo-
metrica, mentre è considerevole come variazione
della quota e dello spessore della zona di trans-
izione interposta tra acqua dolce ed acqua salata
(Fig. 7).
    La definizione del limite di sfruttamento per un
acquifero costiero, in particolare per il tipo carsico,
è un problema aperto. Se venisse estratto annual-
mente un volume pari a quello della ricarica, quale
sarebbe la conseguenza finale? In teoria l’acqui-           Figura 9 – Bilancio idrologico su base trentennale (1949-
fero raggiungerebbe condizioni limite di equilibrio         1978)
statico (superficie piezometrica coincidente con
quella di Ghyben – Herzberg, Fig. 8), ma, nella
pratica, ben prima di tale limite, si avrebbe una           3.2. Le conseguenze del sovrasfruttamento negli
progressiva sostituzione dell’acqua dolce da parte          acquiferi della Murgia e del Salento
dell’acqua salata. Pertanto, solo una percentuale               Uno dei problemi irrisolti è quello del reale
della ricarica annua può essere estratta: quale?            censimento dei prelievi in atto in tutta la regione
    Solo una accurata conoscenza del funziona-              pugliese; anche i provvedimenti di sanatoria dei
mento, in ogni sua parte, dell’acquifero può dare           prelievi abusivi ha fornito cifre certamente sotto-
una risposta a questo interrogativo.                        stimate. Le conseguenze visibili dei prelievi in atto
                                                            sono testimonianza di un regime di sovra-sfrutta-
                                                            mento cui sono sottoposte certamente la fascia co-
                                                            stiera della Murgia e praticamente tutto il Salento.
                                                                Una campagna svolta per fini di ricerca scienti-
                                                            fica portò alla ricostruzione della distribuzione del
                                                            contenuto salino delle acque prelevate da pozzi in
                                                            pompaggio (Fig. 10). Il paragone con rilievi pre-
                                                            cedenti indicava un peggioramento della situa-
                                                            zione lungo la fascia costiera della Murgia (avan-
                                                            zamento del fronte di intrusione), così come in
                                                            tutto il Salento (aumento generalizzato della sali-
                                                            nità delle acque sotterranee, provocato anche da
                                                            fenomeni di richiamo di acque salate dal basso).
                                                                La disponibilità nel Salento di pozzi spia (pozzi
Figura 8 – Carico piezometrico reale paragonato al ca-      penetranti nelle acque salate presenti sotto le acque
rico secondo Ghyben-Herzberg.                               dolci) trivellati oltre un trentennio addietro, che

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                                                                                              Figura 10 – Distribu-
                                                                                              zione del contenuto sa-
                                                                                              lino al 1989 per gli ac-
                                                                                              quiferi della Murgia e
                                                                                              del Salento e ubica-
                                                                                              zione dei pozzi spia
                                                                                              considerati

      avrebbero dovuto costituire il nucleo di una rete di     ai pozzi spia considerati) con la riduzione calcolata
      monitoraggio, ha consentito, sia pur con l’esiguo        della colonna d’acqua dolce, per due (LR ed SR)
      numero di prospezioni svolte nell’ultimo de-             dei quattro pozzi spia per i quali erano disponibili
      cennio, di elaborare teorie riguardanti il mecca-        i dati (pozzi LR, MS, SR ed NC3, le cui ubicazioni
      nismo della salinizzazione indotto da un regime di       sono in Fig. 10). Si noti come a tale riduzione non
      sovrasfruttamento.                                       corrisponda una significativa variazione del carico
          In precedenti lavori (Tulipano e Fidelibus,          idraulico misurato.
      1999, 2002) sono state illustrate le metodologie di          La continua diminuzione della colonna d’acqua
      elaborazione dei dati, derivanti da carotaggi perio-     dolce testimonia che i prelievi superano nella
      dici termici e conduttimetrici eseguiti nei suddetti     media la portata di alimentazione (approssimativa-
      pozzi spia, per la definizione di parametri atti a       mente stimata per il periodo 1970 -1998 pari a 20
      quantificare lo stato degli equilibri tra acque dolci    m3/s, già ridotta rispetto al valore calcolato per le
      ed acque salate.                                         serie storiche precedenti al 1980 per l’ormai evi-
          In particolare veniva calcolata, a partire dalla     dente effetto del cambio climatico). Dalla tendenza
      prima osservazione disponibile, l’altezza e la ridu-     temporale della riduzione dell’altezza della com-
      zione progressiva della colonna rappresentante la        ponente di acqua dolce si ricava un valore annuo
      componente di acqua dolce presente nell’acquifero        mediato per i quattro pozzi considerati, pari a 0,37
      al di sopra del tetto dell’acqua salata. Una ulteriore   m/a (MS 0,33 m/a, SR 0,33 m/a, LR 0,47 m/a e
      elaborazione di tale parametro consente in questa        NC1 0,37 m/a). Questo valore, moltiplicato per il
      sede di fare una valutazione sul depauperamento in       valore della porosità dell’acquifero, fornisce la
      atto della risorsa idrica sotterranea, valutazione       lama d’acqua effettivamente sottratta annualmente
      evidentemente molto grossolana sia per il numero         all’acquifero oltre la lama d’acqua annualmente
      esiguo di punti di osservazione in rapporto alla         alimentante. Osservazioni visive su carote estratte
      estensione del territorio, e per le approssimazioni      nel corso di numerose perforazioni, portano ad una
      riguardanti i dati del bilancio idrologico degli ul-     stima della porosità media della formazione carbo-
      timi anni, sia per la arbitraria attribuzione del va-    natica salentina intorno al 5%, dovuta sia allo stato
      lore di porosità media caratterizzante l’acquifero.      di fratturazione che di incarsimento. Considerando
      Rimane comunque inoppugnabile la constatazione           tale valore, peraltro in accordo con dati riportati
      che è in atto una progressiva diminuzione dei vo-        nella letteratura scientifica per formazioni simili,
      lumi d’acqua dolce disponibili nel sottosuolo sa-        la lama d’acqua sottratta in eccesso rispetto a
      lentino.                                                 quella fornita dall’alimentazione sarebbe pari a
          Nella Fig. 11 sono messe a confronto le altezze      circa 0,20 m; sommando tale lama a quella ali-
      di pioggia del periodo alimentante (semestre ot-         mentante (circa 3,7 m) si otterrebbe un totale di 3,9
      tobre – marzo, misurate nelle stazioni più prossime      m, che rappresenterebbe il valore di altezza di

           INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO
INQUINAMENTO SALINO ED ANTROPICO DEGLI ACQUIFERI COSTIERI DELLA MURGIA E DEL SALENTO: AZIONI DI SALVAGUARDIA.
ORDINE REGIONALE DEI GEOLOGI DELLA PUGLIA
         CONVEGNO - Bari 21 Giugno 2002 / USO E TUTELA DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI PUGLIESI
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Figura 11 – Altezze di
pioggia del periodo ali-
mentante (semestre ot-
tobre-marzo),       anda-
mento dei carichi idrau-
lici misurati e varia-
zione della altezza della
componente d’acqua
dolce (calcolata dal
primo valore misurato)
riferiti ai pozzi-spia LR
e SR

acqua effettivamente drenata annualmente dall’ac-          volume d’acqua dolce (considerata a 0,5 g/l) pari a
quifero salentino. Se tale sottrazione si conside-         15 l. Questo secondo meccanismi di salinizza-
rasse omogeneamente distribuita nella Penisola             zione, già analizzati in precedenti lavori, che pos-
(per una area di 3.400 Km2) essa corrisponderebbe          sono portare solo ad una accelerazione del pro-
ad una portata continua estratta di circa 22 m3/s.         cesso, considerando anche le modalità del prelievo
    Pur nella forte approssimazione adottata,              in atto (pozzi profondi, distribuzione caotica nel
questo dato deve far riflettere sulla gravità della si-    territorio, esercizio intermittente, ecc.).
tuazione e sulle pesanti conseguenze prevedibili
per l’immediato futuro. Al 1996 l’altezza della            4. CONCLUSIONI
componente d’acqua dolce sottratta all’acquifero               Le considerazioni sopra svolte forniscono un
era già pari, nella media, al 10% del valore iniziale      quadro a dir poco drammatico sulle future prospet-
(0,4% all’anno) e questo è un dato inconfutabile!          tive della utilizzabilità degli acquiferi della Murgia
Seguendo l’attuale tendenza, tutta la componente           e del Salento, ad oggi il primo minacciato più da
d’acqua dolce sparirebbe entro i prossimi 250 anni         fenomeni di inquinamento antropico ed il secondo
e l’attuale acquifero verrebbe permeato solo da            profondamente compromesso dal fenomeno della
acqua salata: tuttavia molto, molto prima la salinità      contaminazione salina.
delle acque sotterranee raggiungerebbe valori in-              Di facile ed ordinaria amministrazione do-
tollerabili per qualsiasi uso. Si pensi, infatti, che la   vrebbe essere la lotta all’inquinamento antropico:
componente d’acqua dolce viene progressiva-                strumenti legislativi e strutture già esistono,
mente sostituita da un volume uguale di acqua sa-          mentre ciò che manca è il controllo.
lata e che basta un solo litro di acqua salata (40 –           Più difficile la lotta contro l’intrusione ma-
42 g/l) per portare ad un valore superiore a 3 g/l un      rina: manca tutto. Manca una pianificazione del-

                                MARIA DOLORES FIDELIBUS - LUIGI TULIPANO
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      l’uso della risorsa idrica o, meglio, lo strumento          Proc. 8th Salt Water Intrusion Meeting, Bari. Geol. Appl.
      di pianificazione messo a punto sin dagli anni ot-          e Idrogeol., Vol. XVIII, P.II.
      tanta è stato completamente disatteso; manca una                 Cotecchia V., Tulipano L. (1989). Le emergenze a
      rete di monitoraggio; manca una struttura in                mare, individuate anche con tecniche di telerilevamento,
      grado di programmare e gestire la rete e di intra-          come vettori di carichi inquinanti dagli acquiferi carbo-
      prendere azioni di tutela alla luce dei dati rilevati       natici e carsici pugliesi all’ambiente costiero. Atti del I°
      in tempo reale nella rete; manca un Ente unico in           Workshop del Progetto Strategico “Clima, Ambiente e
      grado di svolgere una corretta gestione integrata           Territorio nel Mezzogiomo” del CNR, Taormina.
      delle risorse idriche; manca una concezione del-                 Tulipano L. (2002). Modalità di deflusso a mare
      l’acqua come bene fondamentale per la vita, a               delle acque sotterranee degli acquiferi carbonatici co-
      prescindere da confini amministrativi e politici;           stieri della Puglia. Atti del III° Conv. di Speleologia Pu-
      manca l’immaginazione per ricercare ed accettare            gliese, Castellana Grotte.
      possibili soluzioni ad oggi giudicate da fanta-                  Tulipano L., Cotecchia V., Fidelibus M. D. (1990).
      scienza, come se oggi il mare che separa la Puglia          An example of multitracing approach in the studies of
      dall’Albania e dalla Croazia fosse una barriera in-         karstic and coastal aquifers. Proc. of the Int. Symp. and
      sormontabile.                                               Field Seminar on Hydrogeologic Processes in Karst Ter-
          Quali conclusioni dunque? Semplici calcoli ba-          ranes, Antalya, Turkey, 1990, G. Gunay, Johnson I. &
      sati sui dati sopra esposti portano ad una sola con-        Back W. (Eds), I.A.H.S. Publ. No. 207: 381-389.
      clusione: saranno sufficienti 10 – 12 anni perché                Tulipano L., Fidelibus M. D. (1993). Metodologie
      nel sottosuolo salentino circolino dovunque acque           per la valutazione degli effetti del rilascio di reflui ur-
      a contenuto salino superiore a 3 g/l.                       bani sulla distribuzione dei nitrati nelle acque sotter-
          Una catastrofe annunziata si compie sotto gli           ranee delle unità della Murgia e del Salento (Italia Me-
      occhi degli addetti ai lavori, senza che nulla venga        ridionale). 2° Conv. Int. di Geoidrologia “La coopera-
      fatto per arginare un fenomeno che avrà anche               zione nella ricerca con i paesi in via di sviluppo e quelli
      paurose ricadute sull’intero ambiente. La somma-            dell’Est Europa”, 1993, Firenze, A.Aureli (Ed.), Qua-
      toria degli effetti del cambio climatico e della sali-      derni di Tecniche di Protezione Ambientale, Protezione
      nizzazione non potranno che avere una unica risul-          delle acque sotterranee, Vol. 49: 167-179.
      tante: la completa desertificazione della Puglia, a              Tulipano L., Fidelibus M. D. (1999). Evaluation of
      partire dal territorio salentino.                           over-exploitation effects for the Salento coastal karstic
                                                                  aquifer through the interpretation of thermo-conducti-
      BIBLIOGRAFIA                                                vity logs in observation wells. 2nd Symp. On “Protection
          Cotecchia V., Fidelibus M.D. (2001). L’impronta         of groundwater from pollution and seawater intrusion”,
      delle attività idroinquinanti nelle acque sorgentizie pu-   Istituto Italo-Russo di Formazione e Ricerche Ecolo-
      gliesi. Workshop “Il degrado qualitativo delle acque        giche, Bari.
      sotterranee in Puglia”. Bari (in stampa).                        Tulipano L., Fidelibus M. D. (2002). Mechanisms of
          Cotecchia V., Tadolini T., Tulipano L. (1983). Sea      groundwater salinisation in a coastal karstic aquifer
      water intrusion in the planning of groundwater re-          subject to over-exploitation. Proc. 17th SWIM, Delft,
      sources protection and utilization in the Apulia region.    The Netherlands.

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