Il soprano di Sarno, Gilda Fiume riparte dal Teatro Regio

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Il soprano di Sarno, Gilda
Fiume riparte dal Teatro
Regio
di Olga Chieffi

“O Gioia!” esclama Violetta nel recitativo della cabaletta
“Sempre libera!”. Gioia vera, sino alle lacrime ha provato il
soprano sarnese Gilda Fiume, uno dei luminosi nomi del
magistero canoro del nostro conservatorio, nel sapere che
domenica 9 maggio, al levarsi del sipario del Teatro Regio di
Torino, rivedrà il pubblico. “Un felicissimo ritorno! – ha
affermato Gilda Fiume che sarà la protagonista della Traviata
del Regio di Torino – Non si può descrivere l’emozione di
tornare a vivere il palcoscenico, il legno sotto i piedi, il
profumo delle quinte, il brivido dell’apertura sipario e tutta
la magia che vive intorno ad uno spettacolo. Quando abbiamo
saputo che il teatro sarebbe stato aperto al pubblico non sono
riuscita a trattenere le lacrime. Un artista vive di emozioni
condivise con gli spettatori! È difficile adattarsi a tutte le
misure covid, a partire dall’orchestra che non può stare
interamente in buca, fino al contatto con i colleghi che non
può mai avvenire del tutto, ma l’entusiasmo con cui sto
affrontando questi giorni di lavoro è come quello di una
bambina! Mi sento fortunata di tornare in scena con un ruolo
tanto importante, vivrò fino all’ultima emozione”. Una
Traviata questa che andrà in scena nell’allestimento
realizzato nel 2018 dal Teatro San Carlo di Napoli con la
regia di Lorenzo Amato, le scene di Ezio Frigerio e i costumi
di Franca Squarciapino, sul podio ci sarà il maestro
israeliano Rani Calderon, direttore musicale al Teatro
Municipal di Santiago del Cile, un debutto alla testa
dell’Orchestra e del Coro del Regio. Lorenzo Amato ha
concepito questa Traviata come una riflessione sulla malattia,
sul tempo che scorre via inesorabile, l’amore, la violenza
delle convenzioni sociali, l’ipocrisia, il sacrificio e infine
la morte. Al centro dello spazio scenico, su un fondale
trasparente come un vetro, la pioggia scorre implacabilmente
per l’intera durata dello spettacolo, filtrando la visione
delle grandi tele pittoriche create da Ezio Frigerio che
descrivono gli ambienti. Un elemento che potrebbe essere visto
come semplice metafora di una Parigi grigia, fredda e piovosa,
ma che per me rappresenta molto di più: straniamento,
allusione, stato d’animo, dolore, fino a quell’offuscamento
della vista che le malattie particolarmente debilitanti
provocano in ciascuno di noi. Al fianco della nostra Gilda
Fiume, che debuttò nel ruolo proprio sul palcoscenico del
teatro Verdi di Salerno, nel 2017, a dar voce ad Alfredo
Germont, ci sarà il giovane tenore francese Julien Behr, un
esordio assoluto, come altri debutti saranno quelli di Lorrie
Garcia nel ruolo di Flora e quello del baritono Damiano
Salerno in quello di Giorgio Germont Completano il cast:
Ashley Milanese (Annina), Joan Folqué (Gastone), Dario
Giorgelè (Douphol), Alessio Verna (D’Obigny), Rocco Cavalluzzi
(Grenvil). Nel corso delle cinque recite si alterneranno:
Luigi Della Monica e Alejandro Escobar (Giuseppe), Riccardo
Mattiotto e Marco Sportelli (un domestico), Giuseppe Capoferri
e Marco Tognozzi (un commissionario). “La Traviata”
rappresenta il Verdi “moderno”, in primo luogo per la
tempestività (la versione teatrale del romanzo di Alessandro
Dumas jr., La dame aux Camélias, era andata in scena solo un
anno prima), poi, per l’attualità del soggetto e della
psicologia, favorita dallo spostamento della trama su di un
solo personaggio. Conta, però, soprattutto l’apertura
musicale, basti ricordare la costruzione di tutto il primo
atto, intorno ad un unico, inarrestabile ritmo di valzer e del
terzo su un sommesso parlato, la pulsione erotica mondana e la
delusa intimità borghese. Echi, forse, dell’amato Schubert.
Nel valzer si riflette al negativo la mondanità del Secondo
Impero, una spettrale “vie parisienne”. Simmetrie. “Libiamo
ne’ lieti calici” ha (in tonalità maggiore) lo stesso avvio
dello sconsolato “Addio al passato”, in minore, introdotto
dall’evocativo suono del clarinetto. Verdi “borghese”,
organico e ribelle insieme, come ben si conviene in un’epoca
in Italia ancora rivoluzionaria, in cui era tale essere
anticlericale e patriottici, magari convivere con una donna
senza sposarla. L’amore attraversa fremente la diseguglianza
dei ranghi sociali, ma non è questione di ricchezza, ma di gap
fra buona società e demi-monde, e pretende di associare
stabilmente il giovane di buona famiglia e la cortigiana, che
dovrebbero avere per unico legame legittimo il piacere
mercenario e temporaneo. La comunicazione s’interrompe per un
dislivello incolmabile di amore. L’esistenza dissipata ha
preparato Violetta alla passione senza ritorno, alla dedizione
assoluta, mentre Alfredo si è soltanto infatuato della
brillante esperienza della cortigiana, è temporaneamente
abbagliato da quel mondo, ma prontissimo a ritornare al
proprio, al solido matrimonio con qualche algida e illibata
fanciulla da tradire, poi, con altre più sostanziose amanti.
Non ingannino i reciproci slanci amorosi del primo atto.
Invero, già allora, il “croce e delizia al cor” di Alfredo è
soltanto una galante serenata. Ben altro è lo spessore emotivo
della “povera donna, sola, abbandonata/in questo popoloso
deserto/che appellano Parigi”, che vorrebbe, in un congedo
estenuato al belcantismo, “sempre libera folleggiar di gioia
in gioia” e sospetta giustamente che “sarìa per me sventurata
un serio amore”. Viene da pensare alla solitaria morte
parigina della Callas, Violetta per sempre, al di là
dell’incomparabile maestria tecnica che associava drammaticità
e coloratura, per quanto di personale, di incolmabile eccesso
di amore irricambiato è fluito nelle sue esecuzioni. Lo
scoppio della passione compromette l’accasamento delle vergini
(Germont si preoccupa di sistemare la sorellina di Alfredo e
intona soave “Pura siccome un angelo”) e turba la pubblica
opinione. Germont rappresenta la figura e la Legge del Padre
nei confronti di una Violetta chiaramente dedita al
libertinaggio per mancanza di una sana educazione paterna. Il
sacrificio della passione e il saper tenere la bocca chiusa –
secondo le buone tradizioni borghesi – è il contributo
dell’onesta puttana all’equilibrio sociale. L’innamorato
Alfredo, finge di non capire, rinfaccia alla donna che l’ha
abbandonato i soldi spesi per lui, eccedendo in villania per
gli stessi canoni mondani. Sul prezzo che paga si
inteneriscono i carnefici, Alfredo stesso e l’odioso genitore.
L’inizio dell’ultimo atto, contribuisce decisamente allo
sfaldamento della struttura tradizionale a numeri chiusi,
dissolti in un tessuto continuo di recitativi, slanci lirici e
ricadute nel pianissimo, in piena corrispondenza alla tempesta
sentimentale che investe l’affranta Violetta e alla sua
illusione, proprio in punto di morte, di un ritorno delle
forze vitali. Violetta morirà sull’etereo suono del violino
che ricorderà ancora una volta la prima frase d’amore di
Alfredo, mentre la realtà dura del palcoscenico, svelerà il
maligno disegno della vita.

Vaccini, a Salerno da venerdì
accesso libero per over 60
allo stadio Arechi
Per i residenti    di Salerno, sarà allestita a partire da
venerdì 7 maggio una postazione mobile per le vaccinazioni ad
accesso libero, attiva 7 giorni su 7 presso lo Stadio Arechi
dalle ore 8,30 alle ore 18,30. L’ampliamento dell’offerta
vaccinale ad accesso libero è riservato alla fascia di età
over 60, già iscritti in piattaforma. Inoltre, per ciascun
distretto sanitario sarà individuato e comunicato a breve il
centro e l’orario presso cui sarà possibile recarsi senza
prenotazione. I cittadini potranno recarsi esclusivamente nel
centro vaccinale di riferimento sul territorio di residenza
attivo nel proprio distretto sanitario. Lo rende noto l’Asl
di Salerno.

Milena Satriano: “Il Piano
Scuola non è applicabile nei
mesi estivi da noi”
di Monica De Santis

Continua a tenere banco il Piano Scuola Estate messo in atto
dal Ministro Bianchi. Un piano scuola che ha visto molti
dirigenti scolastici unirsi per chiederne la revisione e la
rimodulazione. Richiesta fatta attraverso una lettera alla
quale hanno aderito al momento oltre 300 presidi di
tutt’Italia. Tra i firmatari vi è anche Milena Satriano,
dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Vietri
sul Mare che comprende ben 8 plessi, dislocati su un
territorio che parte da Vietri ed arriva fino a Cetara.. “Ho
firmato la lettera, perchè in questo momento sono talmente
presa nei tracciamenti e nella messa in quarantena che non ho
il tempo di pensare al piano scuola. Sono stanca ed anche i
docenti lo sono , siamo talmente stremati che non riusciamo a
pensare al piano scuola che, se devo dire la verità è
estremamente accattivante, ben strutturato, ma è sbagliato il
momento e soprattutto non può essere applicato allo stesso
modo per tutti i contesti scolastici. Ad esempio, il mio
istituto comprensivo comprende 8 plessi e la maggior parte di
questi si trovano in località di mare, quindi è difficile che
i bambini possano venire a scuola nei mesi di giugno, luglio e
agosto perchè loro vanno al mare. Ecco perchè credo che questo
piano scuola, così come è stato pensato potrebbe essere ideale
per le grandi città, ma non per i piccoli centri come il
nostro e soprattutto così vicino al mare. Faccio già fatica a
far venire a scuola i bambini dell’infanzia fino alla fine di
giugno, figuriamoci a luglio e agosto. Quindi come dicevo,
condivido l’impianto del Piano scuola però il contesto non
aiuta, c’è bisogno di un recupero della socializzazione, ma
forse è meglio rinviare il tutto a settembre”. Perchè crede
che questo piano scuola potrebbe funzionare solo nelle grandi
città? “Semplice, prendiamo grandi città come Milano o Roma.
Le famiglie che lavorano hanno le ferie o a luglio oppure ad
agosto, di conseguenza negli altri mesi estivi si devono
appoggiare a campi estivi o ludoteche per tenere i loro
bambini. Ecco in questi contesti il piano scuola potrebbe
funzionare. Ma in altre realtà, più piccole, come la nostra
non potrebbe funzionare”. Il piano scuola è su base
volontaria, secondo lei i genitori del suo istituto potrebbe
aderire? “Francamente non credo. Non ho chiesto ancora a
nessuno, ma la vedo molto difficile, come dicevo prima, faccio
già fatica a far venire a scuola i bambini dell’infanzia fino
al 30 giugno, figuriamoci oltre. Credo che l’adesione o sarà
minima o addirittura nulla”. Ma lei ha pensato più o meno a
come potrebbe strutturare questo piano scuola per i suoi
istituti? “No, non mi ci sono potuta dedicare neanche per un
minuto. Pensi che solo oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) ho
dovuto mettere una classe terza della scuola secondaria in
quarantena, ed una classe quinta del plesso Prezzolini. Senza
contare che l’infanzia del plesso Punzi è chiusa fino al 5
maggio così come l’infanzia del plesso Dragonea è chiusa
sempre fino al 5 di maggio. Ovviamente quando dico chiuso
intendo che gli alunni non sono in presenza, ma la didattica
sta proseguendo a distanza. Tutto questo ovviamente crea
disagi e problemi. Se fossero tutti in Dad gli alunni le
difficoltà sarebbero di meno. Invece adesso mi ritrovo con
classi in quarantena, con altre classi in presenza. Con ben
dieci docenti in quarantena e con l’obbligo di dover garantire
la didattica agli alunni che restano in presenza, utilizzando
un altro docente che stia in classe a vigilare ed
eventualmente risolvere problemi con la connessione, mentre il
docente in quarantena continua a tenere le lezioni stando da
casa. Come le dicevo, il docente in classe deve controllare la
connessione, perchè altra grande problematica è la rete
scadente, purtroppo nelle nostre zone la linea non è stata
potenziata e non abbiamo neanche la fibra. Proprio stamattina
(ieri per chi legge, n.d.r.) sono andata a fare un collaudo
per il laboratorio di informatica a Cetara, per le prove
Invalsi, per evitare che i bambini di Cetara venissero a
sostenerle a Vietri, come negli altri anni. E purtroppo
abbiamo avuto difficoltà di connessione, ed abbiamo fatto un
collaudo con un professore che intanto stava in quarantena.
Ora tutte queste difficoltà, tutte queste problematiche ci
distraggono a fare una fatica maggiore e quindi a non poterci
dedicare al piano scuola estate”. Lei cosa sugerirebbe? “Di
rinviarlo a settembre. Cominciamo dal primo di settembre, a
fare una progettualità. Fino all’inizio del nuovo anno
scolastico possiamo prevedere corsi di mattina e di pomeriggio
e poi a scuola iniziata proseguire solo il pomeriggio e magari
poi continuare anche in altri periodi, come quello delle
vacanze natalizie, quando i genitori lavorano e magari hanno
bisogno di un aiuto per i bambini periodi”. Quindi per lei il
piano scuola è valido ma non il periodo? “Il piano scuola è
valido, ma deve essere applicato diversamente. Ogni dirigente
scolastico deve avere la possibilità di scegliere il periodo
migliore per la sua applicazione”. Nella sua scuola tra le
altre cose si svolgono già attività laboratoriali anche
all’aperto… “Si, in questo momento ho le 5 scuole
dell’infanzia che stanno lavorando in rete. La nostra scuola è
capofila della rete Outdoor Education, iniziata a gennaio del
2020 con un convegno al salone dei Marmi del comune
di Salerno, quando ancora non avevamo contezza di questa
pandemia. Abbiamo fatto un corso di formazione con delle
pedagogiste di Bologna, poi è stato sospeso con la pandemia ed
ora è ripreso. Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) abbiamo un
incontro di musicoterapia e siamo pronti ad avviare un
percorso con le sezioni dell’infanzia proprio portando gli
alunni all’esterno per far apprendere loro i suoni della
natura. Ecco iniziative come questa che prevedono anche
laboratori di manualità potrebbero essere inseriti nel piano
scuola, ma sempre spalmando queste attività durante un periodo
più ampio e non solo nei tre mesi estivi”.

La figlia di Bono                             Vox        in
concorso al Giffoni
di Monica De Santis

Il Giffoni Film festival si prepara ad alzare il sipario sulla
51esima edizione. E si prepara riportando in presenza ben 3000
ragazzi e ragazze che dal 21 al 31 luglio potranno assistere
alla visione di lungometraggi e documentari che poi saranno
votati, oltre a confrontarsi sulle loro vite che purtroppo
negli ultimi 15 mesi sono completamente cambiare. I temi
principali dei film selezionati per questa 51esima edizione
sono la fantasia, l’amore, le grandi passioni, il delicato
rapporto genitori-figli, i conflitti generazionali e la forza
interiore.Una grande festa del ritorno in sala da parte dei
più giovani, che tra le poltrone si ritrovano, dopo i lunghi
mesi di lockdown. Il cinema di Giffoni e il confronto con
attori e registi chiamati a rispondere alle domande dei
ragazzi rappresenteranno per i giurati quello che il fondatore
e direttore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi, ha
definito “un grido di felicità in un anno in cui occorrerà
ancora rispettare le regole”. Sono già 2550 le opere in
preselezione che il team di Giffoni sta valutando. I film ad
oggi scelti provengono da: Antille, Belgio, Bosnia-Erzegovina,
Canada, Finlandia, Francia, Germania, India, Iran, Israele,
Marocco, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Qatar, Repubblica
Ceca, Ucraina, USA. C’è anche “The true adventures of
Wolfboy”, tra i titoli in concorso quest’anno al GIFFONI Film
Festival. L’intenso film sul tema del ‘diverso’ che vede tra i
suoi protagonisti anche John Turturro, la figlia di Bono Vox,
Chloe Savigny e Eve Hewson, riservato alla sezione
Generator+13, racconta il viaggio di formazione di un ragazzo
affetto da ipertricosi congenita, che diverte e commuove
insieme. Nella sezione Generator +18, invece, c’è “Shiva Baby”
con Dianna Agron (protagonista di Glee) un’esilarante commedia
ebraica che segue le avventure di una giovane ragazza ebrea
bisessuale. Entusiasmo e prudenza saranno le direttrici che
caratterizzeranno l’edizione 2021 del festival, dove saranno
adottate tutte le misure anti contagio per garantire
un’esperienza indimenticabile e naturalmente sicura. Mai come
per questa edizione, la selezione dei temi è stata oggetto di
ampia riflessione: dopo quattordici mesi di restrizioni che
hanno obbligato la società tutta, e in particolare i più
giovani, a congelare aspettative, sogni e speranze, era
fondamentale offrire ai juror spunti che accendessero
l’interruttore della fiducia. Sono già 2550 le opere in
preselezione – tra corti e lungometraggi – che il team di
Giffoni sta valutando. La deadline per le iscrizioni è fissata
per il 31 maggio. Da quest’anno, inoltre, chi non sarà
fisicamente presente a Giffoni , potrà accedere in streaming
alla visione dei film in concorso con un abbonamento dedicato
sulla piattaforma MYmovies. Le prevendite partiranno nelle
prossime settimane. Dal 21 al 31 luglio saranno oltre 100 i
film presentati in concorso, a cui si aggiungeranno i grandi
eventi dedicati alle migliori anteprime cinematografiche. È
inoltre prevista la partecipazione di 150 tra talent e ospiti
italiani e internazionali che incontreranno i giffoner delle
varie sezioni. Non solo attività in sala: l’Arena all’aperto
di Piazza Fratelli Lumière darà spazio anche alla musica con
serate su prenotazione per un massimo di 1000 persone. Il
Giardino degli Aranci sarà invece totalmente dedicato a
spettacoli per tutta la famiglia. Grande successo per IMPACT!,
un format totalmente rinnovato e aperto all’ascolto. Un
laboratorio del pensiero, della riflessione e dell’analisi per
200 giovani, dai 18 ai 28 anni, che avranno la possibilità di
essere ascoltati da rappresentanti delle istituzioni, della
cultura, dello spettacolo, esponenti del mondo della scienza,
sociologi, CEO di aziende. Agli incontri si aggiungerà anche
il grande cinema di Giffoni, con un focus sulle tematiche
affrontate durante le giornate del festival. Nelle prossime
settimane, sul sito www.giffonifilmfestival.it e sui social
ufficiali, saranno resi noti i primi dettagli del programma
che sarà presentato nei parchi archeologici di Pompei e
Paestum e con attività previste nel Museo Archeologico di
Pontecagnano.

Hybrid & Zine, strumenti
cartacei d’arte libera
di Olga Chieffi

Non esiste una società senza fanzine: le fanzine siamo noi che
ci riflettiamo in uno specchio senza filtri che restituisce la
parte della società che spesso non viene mostrata ma che
racchiude dei veri e propri tesori. Sono uno, forse il
migliore degli strumenti dalla parte degli storici per capire
chi siamo e come siamo arrivati ad oggi. Uno strumento
democratico, cocciutamente cartaceo e libero, senza mediazioni
o regole di sorta che riesce ad appassionare chiunque vi si
avvicini. E le fanzine dell’archivio di libri d’artista
Ibridifogli di Antonio Baglivo, saranno protagoniste insieme a
numerosi altri pezzi della mostra Hibrid&Zine, che vivrà il
suo vernissage questa mattina presso l’archivio di Stato di
Salerno, e sarà fruibile negli orari d’ufficio sino al 30
maggio. “Il termine inglese fanzine nasce dalla contrazione
delle parole fan (da fanatic, appassionato) e magazine
(rivista), e può essere tradotto in italiano come rivista
amatoriale. Si tratta delle riviste stampate in tirature
limitate, generalmente distribuite direttamente o su
abbonamento, realizzate da appassionati. Diffuse nel mondo del
fumetto, della musica e della letteratura, le fanzine sono
nate negli anni venti e trenta negli Stati Uniti come una
delle prima espressioni del mondo degli appassionati della
fantascienza, il cosiddetto fandom […]. Anche in Italia le
prime fanzine nascono dal mondo della fantascienza, negli anni
Sessanta. La più antica che si ricordi è “Futuria Fantasia”,
fondata dal futuro regista Luigi Cozzi. Sulle fanzine
esordiscono e si fanno le ossa molti dei critici e degli
scrittori italiani di fantascienza. Ogni tipo di realtà, che
non trova spazio, vuoi per reali limiti artistici degli
autori, vuoi per cieca ottusità degli editori, nella
cosiddetta editoria mainstream, si realizza imboccando la
strada dell’autoproduzione. Casa Baglivo è un delizioso museo,
il cui percorso espositivo propone un itinerario diversificato
e complesso, anche dal punto di vista cronologico, incentrato
sulla sua svariata attività e ben ne evidenzia la poliedrica
produzione, ponendo in relazione alcuni dei suoi più tipici
momenti creativi. Indagando sul valore degli oggetti e sulle
loro potenzialità, sul potere del segno, che supera lo stesso
significato, Baglivo ha cercato progressivamente di superare
il limite delle cose, dei progetti stessi, divenendo, in
questo modo, assertore della superabilità dei confini, se
affrontati con occhi sempre diversi. Così, nelle teche della
sua casa-archivio, possiamo vedere libri-oggetto e libri
d’artista, che oggi sono esposti, grazie a questa mostra cui
ha collaborato anche Vito Pinto, all’archivio di Stato. I
libri scultura, come Teca Mundi, oggetti d’arte che del libro
mantengono l’aspetto tradizionale, ma non la struttura e la
funzione, ci mostrano diverse realtà e due differenti
dimensioni: non più solo pagine stampate, ma al loro posto
materie, forme, colori, immagini, segni, libri non
necessariamente realizzati su supporto cartaceo, ma nati
dall’utilizzo altri materiali: metallo, legno, terracotta, con
pagine rilegate, dipinte, libri liberi di raccontare una
storia, narrazioni che si sedimentano poco a poco, come i
gusci delle conchiglie di cui è un riconosciuto collezionista,
dal passato ad oggi, oppure che esplodono nell’attimo stesso
in cui l’artista crea. I libri d’artista, invece, che vanno
oltre il concetto comune di libro, rendendo osmotici al loro
interno i vari linguaggi delle arti, dalla poesia, alla
fotografia, nascono dall’incontro di Baglivo con i
rappresentanti delle varie muse e sono interamente realizzati
in proprio dall’autore, in ogni fase della lavorazione,
utilizzando carte povere, ordinarie o riciclate, e carte
cotone per le calcografie, in tiratura limitatissima, o
addirittura pezzi unici e, quindi, opere d’arte non
ripetibili, che rappresentano il senso del lavoro dell’artista
intorno al libro, come medium estetico, inserito all’interno
del suo articolato e complesso percorso. Una cellula creativa
particolarmente attiva e propositiva che nella persona
dell’artista Antonio Baglivo, ha tracciato nel tempo un
percorso di esperienze e di progetti che hanno promosso
collaborazioni e scambi con centri culturali e singoli artisti
in tutta Europa e non solo. Tra i diversi pezzi in
esposizione, la presenza del numero zero della rivista in
scatola, tutta salernitana, “Civico 23”, promossa e coordinata
dagli artisti che fanno capo al No Profit Art Space “Civico
23” e che vede la partecipazione di ventitrè tra i più
interessanti e impegnati artisti italiani contemporanei
orbitanti nell’area della mail art e della poesia
sperimentale. All’archivio di Stato vedremo esposte opere di
Antonio Baglivo, Vittore Baroni, Carla Bertola, Sergio
Borrini,Alan Bowman, Cosimo Budetta, Mirta Caccaro, Alfonso
Caccavale, Rolland Caignard, Francesco Calia, Lamberto
Caravita, Armando Cerzosimo, Piermario Ciani, Tiziana Colusso,
Carmela Corsitto, Maria Credidio, Eleonora Cumer, Angelo
D’Amato, Teo De Palma, Anna Di Fusco, Marcello Diotallevi,
Cinzia Farina, Fernanda Fedi, Bartolomè Ferrando, Luc Fierens,
Bill Gaglione, Ombretta Gazzola, Loredana Gigliotti, Gino
Gini, Salvatore Giunta, Antonio Izzo, Domenico Latronico, Pino
Latronico, Alfonso Lentini, Silvana Leonardi, Osvaldo Liguori,
Carmine Lubrano, Serse Luigetti, Ruggero Maggi, Ida Mainenti,
Rosario Mazzeo, Mauro Molinari, Nadia Nava, Gerardo Nigro,
Jurgen O.Olbrich, Gaetano Paraggio, Giancarlo Pavanello,
Salvatore Pepe, Giordano Perelli, Pio Peruzzini, Eliana
Petrizzi, Antonio Picardi, Hugo Pontes, Gianni Rodari, Gian
Paolo Roffi, Giovanna Russoniello, Antonio Sassu, Maria Teresa
Schiavino, Sinclair Scripa, Cristina Tafuri, Ilaria Tufano e
Alberto Vitacchio.

L’Officina    Culturale   &
Multimediale    del   Liceo
Sabatini Menna
Già da qualche tempo quando si parla di orientamento a scuola,
non si pensa più ad attività specifiche destinate a guidare i
ragazzi verso un indirizzo di studio o un ambito lavorativo ,
ma a una modalità della didattica che punta, nel suo insieme,
a far acquisire ai giovani la consapevolezza di sé, delle
proprie attitudini, interessi e di conseguenza capacità di
decidere. Il progetto “’Officina Culturale & Multimediale”
finanziato dal M.I.U.R nell’ambito del P.O.N. Scuola
2014/2020, programma “Educazione all’Imprenditorialità” a
titolarità del Liceo Artistico Sabatini Menna di Salerno” ha
l’obiettivo di promuove la creatività, l’innovazione e la
propensione al lavoro autonomo nei partecipanti. Le attività
pianificate tendono a sviluppare doti personali, competenze e
conoscenze alla base di una mentalità e di un comportamento
propositivo, avvicinando gli adolescenti al lavoro autonomo e
alla micro imprenditorialità come possibile scelta
professionale e di visione del futuro . La visione strategica
della Dirigente Scolastica del Sabatini Menna, dottoressa
Ester Andreola, accompagna costantemente la crescita del
potenziale giovanile del Liceo artistico Salernitano
orientandolo verso iniziative tese alla valorizzazione del
patrimonio artistico e culturale ampliando l’offerta formativa
verso tematiche innovative e utili al sistema economico e
sociale locale. I ragazzi del Sabatini Menna, stanno testando
le loro idee orientando motivazioni, passione e competenze
personali verso l’avvio di nuove attività; scoprono le skills
dell’imprenditore con formazione pratica e personalizzata
muovendo i primi passi per trasformare la loro idea in realtà
economica e sociale. La loro propensione alla creatività
riguarda il settore fotografico, la cinematografia e il
teatro, la moda, il turismo, il designer e altre idee di nuove
attività; tutto questo per far emergere “l’inclinazione
all’imprenditorialità” anche latente nei ragazzi. Un progetto
ambizioso fortemente voluto dalla Professoressa Claudia
Imbimbo non tanto perché si vuole fare di ogni ragazzo che
frequenta l’istituto salernitano, un futuro imprenditore,
nonostante negli ultimi anni l’autoimprenditorialità si stia
rivelando un percorso fruttuoso per la creazione di
occupazione , in alternativa al lavoro dipendente ma per
mettere al centro della vita economica e sociale i giovani
studenti e la scuola con l’obiettivo strategico di alimentare
la crescita di nuovi talenti capaci di creare valore e lavoro.
“….la vera novità – spiega il docente e coach Vincenzo
Quagliano – sta nella convinzione che l’imprenditorialità sia
una competenza chiave della cittadinanza attiva, preziosa per
i ragazzi che saranno infatti, i cittadini di domani,
indipendentemente dal percorso di studio e di lavoro che
imboccheranno perché insegna a essere flessibili, creativi,
sensibili all’innovazione e capaci di reagire agli eventi in
modo consapevole e responsabile, prevenendo i problemi e
prevedendo i bisogni futuri e trovando soluzioni idonee”.
Ermelinda Rocciolo: “Il piano
scuola estate è una manovra
politica improvvisata”
di Monica De Santis

“Avvertiamo come dirigenti scolastici la necessità della
fruizione di risorse specifiche ma in maniera del tutto libera
e svincolata perché noi che operiamo sul campo, siamo gli
unici consapevoli delle vere urgenze che si devono
fronteggiare all’interno delle istituzioni scolastiche”. A
parlare è Ermelinda Rocciolo, dirigente scolastica
dell’istituto comprensivo “Balzico” di Cava de’ Tirreni, che
comprende ben quattro plessi. La dirigente è una delle oltre
270 dirigenti scolastici firmatari della lettera inviata al
ministro Bianchi, che contesta il Piano Scuola Estate… “Questo
piano estate, sembra nato da una vera e propria
improvvisazione. Manca di pianificazione, siamo a maggio e
questo piano scuola dovrebbe iniziare a giugno al termine
delle attività didattiche, ma noi scuole abbiamo, anche il
problema degli esami di stato da organizzare, quindi come
dovremmo fare secondo loro. Senza contare che veniamo da un
anno difficile, sopratutto per la sanità e la scuola che sono
state in prima linea. Siamo oberati di lavoro, stanchi, non
andiamo in ferie dal primo settembre 2019. Avremmo gradito un
attimo di pausa. E non parlo solo come dirigente scolastico.
La scuola non è fatta solo da presidi e docenti, i quali si è
capito potranno aderire oppure no al piano estate. Ma la
scuola è fatta anche di tante altre persone. C’è il personale
di segreteria che ha diritto di usufruire delle ferie così
come i collaboratori scolastici. Per legge loro devono
usufruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle
attività didattiche, ma se un dirigente non sospende le
attività didattiche a luglio ed agosto perché nel concreto ci
sono gli alunni all’interno delle aule, come si fa a garantire
la giusta fruizione delle ferie”. La Rocciolo poi fa notare
anche un’altra problematica per cui questo piano scuola estate
è impraticabile “Le aule sono caldissime, non abbiamo
climatizzazione da nessuna parte. Anzì no, io ho un
condizionatore nel mio ufficio, ma credo di non poter
accogliere in presidenza tutti gli alunni che eventualmente
aderiranno all’iniziativa del Piano estate. Vogliamo poi
parlare degli spazi esterni? Sono tante le scuole che non
hanno questi spazi. Su quattro plessi, ad esempio io ho spazi
esterni solo in tre di loro. Ma sono tutti assolati, senza
nessun riparo e nessuna protezione”. Ma il vero punto
interrogativo, che i dirigenti scolastici si stanno ponendo è
che risposta ci possa essere da parte delle famiglie “Credo,
in linea generale, che la maggior parte non aderirà. Allo
stato attuale, posso solo fare un’indagine preliminare,
rivolgendomi ai rappresentanti di classe e di interclasse e
chiedere orientativamente cosa ne pensano se qualora la scuola
volesse aderire a questo piano. Ma come dicevo credo che
aderirà una minoranza di alunni, quelli le cui famiglie
versano in condizioni economiche indigenti per cui non si
possono permettere delle vacanze al mare. Il punto è che
comunque noi non possiamo concedere tanto. Posso prevedere
attività laboratoriali, ma di certo non terrò gli alunni
chiusi in un’aula a scrivere, leggere e far di conto.
Dall’altra parte, parlando sempre dei miei istituti non posso
pensare neanche ad una progettazione in termini sportivi,
perchè non ho gli spazi e neanche una progettazione teatrale
perchè non ho un teatro e si presume che al termine di un
laboratorio del genere vi sia uno spettacolino. Potrei far
rete con altre scuole, questo è vero. Ma per fare questo serve
tempo. Allora il ministro non me lo doveva dire oggi ma tre
mesi fa. Ecco tre mesi fa avrei potuto accordarmi con lo staff
e pianificare un’attività nel dettaglio. Invece così mi devo
improvvisare insieme con il ministro perché non ho scelta se
decido di aderire”. Ovviamente se decide di aderire dovrà
sempre far rispettare le norme anticovid… “Ovviamente. Saremo
sempre costretti a fare i tracciamenti, le quarantenne, anche
d’estate quindi, conclusione non possiamo andare in ferie
neanche quest’anno”. E poi dovrete preparare il ritorno a
scuola a settembre, senza sapere ad oggi come si ritornerà a
scuola? “Esattamente, secondo il ministro ora noi dobbiamo
proseguire l’attività didattica, concludere l’anno scolastico,
programmare il piano estivo e iniziare a programmare il
prossimo anno. Assurdo. Ancora una volta, ci ritroviamo, ad
affrontare e a gestire attività, che magari sono di tutto
rispetto, non lo voglio mettere in discussione, ma
improvvisate”. Ma cosa pensa realmente di questo piano scuola
estate? “Credo che sia una manovra politica, che di didattico/
formativo ha poco o nulla. Alla luce di questo, vorrei
chiedere al ministro una semplice cosa. Di quanti soldi
dispone da poter dare ad ogni scuola? 10mila euro. Bene mi dia
questi soli e magari intervengo sulle infrastrutture. Per
esempio aggiusto le tapparelle, perché sono un problema, i
ragazzi non vedono la LIM a causa del sole e quindi andrebbero
aggiustate. Può sembrare una sciocchezza, ma è una sciocchezza
costosa aggiustare tutte le tapparelle di ben quattro plessi
scolastici. Oppure potrei acquistare dei sanificatori per
l’aria per ogni aula. Insomma poniamoci problemi seri da
risolvere, che non sono di certo il piano estate. Abbiamo
problemi più seri da risolvere come la connettività nelle
nostre scuole. Datemi i soldi per risolvere questo problema
così che il prossimo anno possa erogare didattica a distanza
anche agli alunni contatti dei contatti e non solo ai contatti
stretti. Perchè il ministro forse non lo sa, ma anche questo è
oggetto di grandi polemiche tra i genitori, ed in parte hanno
ragione, ma non avendo una connessione che mi consente di
erogare la didattica in modalità mista per tutti molte cose
non si possono fare”. Lei ha già deciso se aderire oppure no?
No, al momento non ho preso ancora nessuna decisione. Ma
ovviamente, considerando l’improvvisazione adottata dal
ministero, se dovessi decidere di aderire anche io
improvviserò nella pianificazione, perché non ho proprio il
tempo utile, per fare diversamente”.

Rosario Pantalena: “Abbiamo
dovuto vietare gli incontri
con le famiglie per tutelare
i nostri ospiti”
di Monica De Santis

Rosario Pantalena è uno dei due direttori della Rsa Valle
D’Argento di Giffoni Valle Piana. La struttura, che oggi conta
31 ospiti, ha ricevuto nella giornata di ieri una torta in
dono da parte della maestra Vincenza De Donato, nota per
essere la maestra che insegna la gentilezza ai suoi allievi.
Un gesto, questo, che è stato molto apprezzato dagli anziani
ospiti, come racconta il direttore della struttura… “I nostri
ospiti sono per la maggior parte anziani con problemi di
mobilità oppure soffrono di demenza o altre patologie, hanno
tutti una famiglia, ma come comprensibile vengono da un anno
non facile. Per salvaguardare la loro salute abbiamo dovuto
sospendere le visite. Solo da un mese abbiamo allestito una
stanza con un vetro e diamo il permesso ai familiari di
poterli venire a trovare, ma ovviamente si possono parlare
solo attraverso un vetro. Per questo il ricevere oggi (ieri
per chi legge, n.d.r.) questa torta è stato per loro un po’
come una di quelle feste che prima organizzavamo”. Come avete
affrontato l’emergenza pandemica? “Come ho detto, dal primo
momento abbiamo chiesto ai familiari di non venir più a
trovare i loro cari. Abbiamo limitato le uscire e gli ingressi
anche di tutto il personale per evitare possibili contagi. Non
è stato sempre facile, soprattutto all’inizio, ma non siamo
mai stati soli, abbiamo avuto l’aiuto dell’Asl, dei Nas e
anche dell’amministrazione comunale”. Avete mai registrato
casi di covid all’interno della vostra struttura? “Solo una
volta. Anche se in realtà la persona risultata positiva non
era ancora una nostra paziente. Mi spiego, dall’ospedale
avevano disposto il trasferimento di un’anziana presso la
nostra struttura. Questa signora era stata sottoposta a
tampone due giorni prima, ed era risultata negativa. Quando è
arrivata da noi, prima di farla accedere alla struttura
l’abbiamo sottoposta nuovamente a tampone e temporaneamente in
attesa di risultato, fatta alloggiare presso una stanza
isolata. Il giorno dopo il suo tampone è risultato positivo e
ovviamente abbiamo provveduto al suo traferimento e alla
sanificazione della stanza”. Quindi avete effettuato tamponi a
tutti gli ospiti nuovi che arrivavano nella struttura? “Non
solo a loro, anche a chi era già ospite e a tutto il
personale. Prima facevamo tamponi ogni 10 giorni, adesso ogn
15 giorni”. Gli ospiti sono stati vaccinati? “Certamente,
tutti sono stati vaccinati così come anche il nostro
personale. Nonostante questo continuiamo a tenere un livello
di attenzione molto alto. Non possiamo permetterci nessun tipo
di errore”. Il momento più difficile? “Le prime settimane,
quando mancavano i dispositivi di sicurezza per personale ed
ospiti. Quando non si sapeva neanche bene come questo virus si
diffondeva”. Come avete sopperito alla mancanza di contatto
con i familiari? “Abbiamo cercato di stare vicino ad ognuno di
loro il più possibile. Non potendo far accedere nessuno
all’interno della struttura abbiamo organizzato per loro delle
piccole feste, delle serate di giochi. Insomma abbiamo cercato
di fare tutto il possibile per far sentire loro il meno
possibile la mancanza dei loro cari. Ma non potevamo fare
diversamente e fortunatamente tutte le nostre precauzioni ad
oggi ci hanno premiato, hanno premiato i nostri ospiti che
fortunatamente non si sono mai ammalati e speriamo che
continui sempre così”.
Enema Sdo e Dj Rogo                                e     il
“Sangue sulla seta”
Pubblicato il nuovo album di Enema SDO e Dj Rogo per Stoned
Saints Records dal titolo “Sangue sulla seta”. Sangue sulla
seta nasce dall’incontro tra le liriche taglienti del rapper
Enema SDO e le eleganti produzioni di Dj Rogo. Entrambi membri
della Stoned Saints Records il duo si è unito per la prima
volta in occasione di questa uscita, pubblicata senza nessuna
anticipazione. “Il disco è nato perché tra noi due c’è una
certa sintonia musicale, ed essendo entrambi fan
dell’underground oltreoceano ci è sembrato quasi un dovere
divertirci e cacciare un EP su quelle sonorità”. Il connubio
tra le rime di Enema e le produzioni mai banali di Dj Rogo è
un delitto perfetto, compiuto con gran classe, volto a creare
un contrasto molto interessante ai fini musicali. L’unico
featuring del disco è del rapper messinese Toni Zeno aka Zeno
TDM, mentre l’artwork è stato realizzato da Oiluig per
@Ideaslab, il missaggio e il mastering sono di nuovo di Enema
per Sound Boutique Studio. Enema SDO Enema è un rapper,
beatmaker e sound engineer della provincia di Salerno.
Esordisce nel 2017 con il primo dei due capitoli “Hate EP”,
l’anno successivo inizia a lavorare al secondo capitolo e
nell’aprile del 2018 pubblica “Hate 2: Nevermore”. Nel 2019
entra a far parte dell’etichetta indipendente Stoned Saints
Records, con la quale l’anno successivo pubblicherà “Omicidio
Gucci” in collaborazione con Hysteriack. L’anno 2021 segna il
connubio tra le sue rime e le produzioni di Dj Rogo che
porteranno alla pubblicazione di “Sangue sulla seta”. Dj Rogo
Dj Rogo muove i primi passi nella scena rap salernitana nel
1997 formando il collettivo Zse Crew, lo stesso anno produce
il suo primo mixtape dal titolo “La Base”. Nel 2000 entra a
far parte della storica crew salernitana Cafardo Energizer.
Nel 2001 diventa il dj ufficiale degli Energizer Fast Few
(Morfuco, Tonico 70, Patto Mc), partecipando alla produzione
esecutiva dell’album “Oltre il sound”. Dal 2003 sarà
produttore di alcuni mixtape e diventerà dj resident della
Nervo Staff Management impegnandosi in tutta la penisola
assieme ad importanti nomi del rap nazionale e mondiale tra i
quali: Dj Gruff, Dj Tayone, 13 Bastardi, Co’ Sang, Funky
Pushertz, Colle Der Fomento, Kaos One, Moddi, Dj Trix, Ensi,
Sean Price, Jeru The Damaja, Rustee Jux, R.A. The Rugged Man,
M.O.P., Akrobatik, Heltah Skeltah. Nel 2009 entra a far parte
del Dint Movement diventando uno dei dj resident assieme a
Tonico 70, sempre nel 2009 produrrà un mixtape con lo stesso
Tonico dal titolo “Cafardo Energizer vol.2” primo prodotto
ufficiale della neonata etichetta Dint Recordz. Nel settembre
2009 fonda e produce i Tropa D’Elite assieme a Fasan e 2Bet.
Nel 2018 pubblica “Boxcutter” primo album da solista per Dint
Recordz e Label XXXV che conta la collaborazione dello zoccolo
duro della scena rap italiana: Esa, Danno, Ntò, Moda Loda
Broda, Mirko Miro, Marmittone, Drunk, File Toy, Claver Gold,
Reddog, Tropa D’Elite, Ale Zin, Oyoshe, Dope One, Dj Uncino,
Tonico 70, Morfuco, E Green, Patto Mc, Lady Shona, No Fang,
Totò Nasty, Ivanò, Ganjafarm Cru, The Black Sand Boys, Terza
Classe, Karma. Nel 2019 produce il disco di File Toy “Euterpe”
pubblicato per Glory Hole Records e nello stesso anno fonderà
l’etichetta indipendente Stoned Saints Records. Nel 2020
pubblica “Botanical”, beat tape per la stessa Stoned Saints
Records. Il 2021 sarà altrettanto produttivo con la
pubblicazione di “Misericordia”, album in collaborazione con
Rosario Molesto e “Sangue sulla seta”, in collaborazione con
Enema   SDO.   Ascolta/Scarica     “Sangue    Sulla   Seta”
https://enemasdoxdjrogo.fanlink.to/sanguesullaseta
Puglisi e le donne che fanno
impresa
Le donne che fanno impresa perseguono primo, tra tutti i
valori, il miglioramento continuo, ma hanno a cuore anche il
mantenimento dello spirito di squadra, la professionalità e la
ricerca di nuove soluzioni. Il fattore principale che guida le
scelte delle imprenditrici durante i cambiamenti (leggi
periodo post covid) sono il miglioramento del benessere
aziendale e delle proprie performance. Ma si cambia anche per
mettersi in gioco.

E’ uno spaccato molto significativo quello emerso
dall’indagine svolta nell’ambito del Progetto «Donna modello
di impresa. Esperienze di business a confronto» promosso da
Confindustria Salerno, in collaborazione con Confindustria
Catania. Alessandra Puglisi è la Presidente del Comitato
femminile plurale di Confindustria Salerno.

Presidente Puglisi, a Salerno le aziende guidate da donne sono
forti e godono di ottima salute?

In epoca pandemica le nostre aziende non sono esenti dagli
stessi meccanismi che hanno colpito tutte le imprese del
mondo: ci sono settori in crisi e settori che registrano
performance positive come l’agroalimentare, con tutta la
catena ad esso connesso, e il farmaceutico, solo per fare
qualche esempio. Piuttosto direi che l’impresa femminile è
ottimista per natura e, anche in epoca pandemica, si interroga
su come migliorarsi.
Dall’indagine svolta emergono una serie di valori e di
principi alle quali si ispirano le donne che fanno impresa.

Sì. Ci è sembrato opportuno, in un momento storico così
particolare, fermarci a riflettere sui nostri valori guida per
ripartire da lì e trovare le energie per dare risposte
concrete. Per rendere il percorso ancora più fecondo, abbiamo
ritenuto di confrontarci con le colleghe degli altri
territori, nella convinzione che la condivisione e le sinergie
siano alla base della crescita professionale e aziendale. Da
tempo promuoviamo percorsi di formazione e confronto perché
riteniamo che le best practices vadano condivise. Fare impresa
vuol dire – a Salerno come ovunque – intraprendere una sfida
quotidiana fatta di visione, di progresso, di superamento
delle difficoltà e di innovazione.

Salerno è terreno fertile per le donne che fanno impresa?

Il   Comitato   femminile   plurale   di   Confindustria   Salerno
annovera 85 iscritte tra titolari d’azienda, dirigenti e
manager. E’ un numero significativo se si considera che
parliamo di aziende manifatturiere o dei servizi di medie e
grandi dimensioni che generano occupazione. Questo dato
trasmette la presenza di un tessuto produttivo attento al
cambiamento, al confronto con altri territori e altri Paesi,
soprattutto per quanto riguarda le nuove opportunità da
cogliere.

Si parla molto di gender gap e di diversity e inclusion. Tutto
ciò come si traduce a livello aziendale?
E’ innanzitutto importante riconoscere che nel Piano Nazionale
di ripresa e resilienza, che detta le linee guida per la
gestione dei fondi del Recovery, sono previste risorse per
favorire le assunzioni delle donne o le imprese guidate da
donne. E, più in generale, l’obiettivo del gender equality e
del gender opportunity rientra in maniera trasversale in tutte
le misure. Non solo, dunque, assunzioni per le donne senza
lavoro, ma anche precise misure che riguardano il percorso
formativo. E’ fondamentale l’aspetto di coesione sociale,
incluso il discorso della gestione del “tempo famiglia”. Ciò
detto, l’impresa privata ha come suo elemento fondante la
meritocrazia, è l’unico parametro che dovrebbe ispirare le
scelte aziendali.
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