Il ruolo fondamentale dello storage negli ambienti di cloud ibrido - Technology Insight Paper

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Il ruolo fondamentale dello storage negli ambienti di cloud ibrido - Technology Insight Paper
Technology Insight Paper

Il ruolo fondamentale dello storage
negli ambienti di cloud ibrido
Le soluzioni di cloud ibrido offerte da IBM
Di John Webster

Settembre 2016

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Il ruolo fondamentale dello storage negli ambienti di cloud ibrido

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Il ruolo fondamentale dello storage negli ambienti di cloud ibrido

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L’esperienza cloud odierna
L’uso del cloud computing a livello aziendale si è evoluto nel tempo partendo dagli usi marginali nell’IT fino
ad arrivare alla crescita esponenziale nell’uso aziendale degli ambienti multicloud, ibridi, pubblici e privati
per una vasta gamma di applicazioni. Il rapido e crescente utilizzo del cloud comporta l’esistenza di ambienti
multicloud, ibridi e privati complessi in cui una carenza di competenze amministrative nel campo del cloud
computing, associata ad applicazioni di gestione del cloud ancora in fase di maturazione e rappresenta
attualmente la sfida più grande per ottenere una crescita continua nell’utilizzo del cloud a livello aziendale.

Sebbene da un lato sia chiaro che i cloud pubblici continuino ad essere le piattaforme cloud più diffuse,
i cloud privati stanno emergendo sempre più. Quindi non sorprende il fatto che la maggior parte delle
aziende veda il collegamento dei due – il cloud ibrido – come endpoint strategico. In effetti, i dati del
sondaggio mostrati nella Figura 1 indicano che una vasta maggioranza di tutti gli utenti di cloud aziendale
(il 70%) è attualmente impegnato in attività di implementazione del cloud ibrido o in progetti pilota.

                                                         L’esperienza cloud odierna
                     Percentuale utilizzata

                                               Cloud pubblico     Cloud privato     Cloud ibrido

       Figura 1. Percentuali di aziende statunitensi che utilizzano cloud ibridi, privati e pubblici. Notare
       che il 70% delle aziende usa, in un modo o nell’altro, le architetture cloud ibride. (Fonte: Analisi
       sulle tendenze del cloud di Evaluator Group basate su dati di sondaggi pubblicamente disponibili.)

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La capacità di garantire prestazioni on-premise e gestibilità dei dati memorizzati nel cloud è un requisito
chiave del cloud ibrido aziendale. Man mano che l’uso di applicazioni cloud e PaaS (platform-as-a-service)
cresce, aumenta anche la pressione per la creazione di un’esperienza cloud agile con i dati memorizzati
on-premise. Gli utenti delle applicazioni di business esigono velocità, agilità e reattività dal cloud pubblico.
I dirigenti IT hanno recepito il messaggio e desiderano offrire quella stessa esperienza ma con la capacità
di controllare i costi, garantire un certo livello di QoS (quality of service) e in conformità con i requisiti di
gestione dei dati in termini di sicurezza, accessibilità e governance. È necessario un approccio strategico
basato su una gestione attiva dei dati nei cloud pubblici, privati e on-premise. La gestione attiva dei
dati consente un IT centralizzato per risolvere problematiche legate a costi, prestazioni e governance
aziendale man mano che progredisce il passaggio al cloud computing ibrido.

Perché il cloud ibrido

Il cloud ibrido, che crea un ponte tra i cloud pubblici e i cloud privati per consentire la portabilità di
applicazioni e dati, rappresenta oggi una destinazione comune per le iniziative di cloud aziendale in tutti
i settori. Il motivo diventa chiaro quando si aggiunge tutto il potenziale dei vantaggi del cloud ibrido
rispetto ai modelli di cloud computing. Tra questi vi sono:

        Una visione totale del mondo del cloud – Gli utenti della LoB (Line of business) ritengono che,
        sebbene l’uso di applicazioni basate sul cloud sia diventato business-critical, essi non dispongono
        né del tempo né delle competenze da parte dello staff per connettere e supportare tali applicazioni.
        Di conseguenza, gli utenti LoB si rivolgono sempre più all’IT aziendale per stabilire delle politiche
        di utilizzo del cloud e per selezionare le tecnologie di cloud privato e di cloud pubblici. La gestione
        e la selezione di cloud rappresentano ormai uno sforzo collaborativo tra le LoB e l’IT aziendale. Un
        cloud ibrido può consolidare le risorse e fornire agli amministratori IT aziendali una visione completa
        del mondo del cloud. Attualmente, a causa del numero di vendor e protocolli che potrebbero essere
        coinvolti, lo storage primario ha rallentato l’elaborazione e l’implementazione delle applicazioni.

        Gestione agile delle applicazioni – L’esigenza di agilità è comune a tutte le iniziative di cloud
        aziendale. I cloud pubblici sono il modello di agilità che l’IT aziendale desidera replicare nei cloud
        privati. Un’architettura di cloud ibrido ottimizza l’agilità consentendo alle applicazioni di essere
        “hosted” e “re-hosted” rapidamente sulla piattaforma più adeguata. Per un’efficacia al 100%, è
        necessario che i dati seguano le applicazioni.

        Controllo dei costi – Diversi utenti del cloud pubblico hanno avuto esperienza di fatture mensili
        complesse e crescenti da parte dei provider di servizi di cloud. Creare un ponte tra i cloud pubblici e
        privati consente alle applicazioni e ai dati di essere riallocati on-premise dove i costi per il supporto delle
        applicazioni e la memorizzazione dei dati possono essere spesso ridotti e il controllo sui costi può
        essere messo in pratica in modo più efficace. Il cloud pubblico è anche in grado di offrire un’alternativa
        affidabile ed economica per la creazione di un secondo sito o per implementazioni temporanee.

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       Controllo operativo – Gli amministratori dell’IT aziendale lamentano in generale un controllo di
       gestione limitato per quel che riguarda le istanze di cloud computing pubbliche. Un’architettura
       di cloud ibrido consentirebbe loro di scegliere quale ambiente di gestione è il più efficiente.
       Le applicazioni che necessitano di una particolare attenzione amministrativa da parte dell’IT
       possono essere ospitate on-premise o spostate in base alle esigenze.

       Distribuzione ottimizzata delle applicazioni e supporto continuo – L’uso comune dei processi
       DevOps da parte di utenti cloud richiede che i processi di creazione dell’istanza di un’applicazione
       siano ottimizzati con lo sviluppo e il test dell’applicazione ed è necessario che ci sia un’integrazione
       maggiore tra l’implementazione e l’aggiornamento con le operazioni IT. Mediante un’architettura
       ibrida, gli sviluppatori possono creare applicazioni cloud-native sul “lato” più appropriato del
       cloud e ospitarle o meno on-premise in base alla propria volontà.

       Condivisione dei dati in tutte le applicazioni cloud-based – Senza un’infrastruttura cloud ibrida,
       i dati del cloud pubblico rimangono bloccati lì, come succede nel cloud privato. I cloud ibridi
       promuovono la condivisione dei dati per una vasta gamma di casi di utilizzo tradizionali ed
       emergenti, inclusa la distribuzione di applicazioni su dispositivo mobile, analytics di Big Data e IoT
       (di cui si parlerà più nel dettaglio in seguito).

       Maggiore sicurezza – La sicurezza del cloud pubblico è migliorata notevolmente rispetto agli
       esordi dei cloud pubblici e diversi ambienti cloud ora superano persino quella dei data center
       aziendali. Infatti, i dati dei sondaggi indicano che la sicurezza non è più l’inibitore numero uno per
       l’utilizzo del cloud a livello aziendale.

       Disponibilità dell’applicazione – Oltre alla sicurezza, anche la disponibilità delle applicazioni è
       migliorata e per alcune applicazioni la disponibilità potrebbe superare il livello dell’on-premise.

       Nuove funzioni per lo sviluppo e il supporto delle applicazioni – Il provider di servizi di cloud
       pubblico può offrire una serie di servizi per le applicazioni che potrebbero essere difficili da
       riproporre all’interno di un cloud privato. Il cloud ibrido consente all’IT aziendale di sfruttare tali
       funzioni senza doverle creare nel cloud privato.

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                              Cloud ibrido nelle aziende
         • Sviluppo e gestione agile delle
           applicazioni
         • Controllo dei costi delle risorse cloud
         • Controllo centralizzato della gestione IT

                                         Flussi di dati e
                                         condivisione
                                         di dati
                                                              •   App trasformate e cloud-native
                •   Nuovo IT aziendale                        •   Dati replicati per il Disaster
                •   IT aziendale                                  Recovery
                    trasformato                               •   Multiple Cloud Environments
                •   App trasformate
                    e cloud-native

       Cloud privato on-premise                                                             Cloud pubblico

            Integrazione di cloud pubblici e privati – la creazione del cloud ibrido

Storage per il cloud ibrido – un punto chiave per il CIO
Malgrado l’ambiente IT sia in continua evoluzione, i dati e la capacità di preservarli, proteggerli e gestirli
rappresenta ancora un aspetto fondamentale per la distribuzione delle informazioni, proprio come lo
era all’alba del mainframe computing. Un ambiente di data storage complesso e organizzato in silos può
rallentare la distribuzione di applicazioni basate su cloud e avere un impatto negativo sull’agilità. Può
anche aumentare il rischio di perdita dei dati man mano che l’azienda avanza nelle sue iniziative di cloud
computing. Serve trasparenza nella strategia cloud aziendale andando oltre e offrendo una base scalabile
alla gestione dei dati cloud.

Ma solo perché il cloud rappresenta un nuovo ambiente di computing, non significa che tutti i dati comprovati
relativi alle pratiche IT non possano essere più applicati. Si è verificato spesso che sfide operative
come il garantire le prestazioni delle applicazioni o l’integrità dei dati siano state soddisfatte mediante
implementazione delle giuste tecnologie storage. E questo è il caso ancora oggi per il cloud computing.

La buona notizia è che in diverse aziende potrebbe già esistere una base per uno storage di qualità della
produzione aziendale. Un incremento dell’80% nelle implementazioni di cloud ibrido significa, in termini
di continuità di business e disaster recovery, che i collegamenti basati su storage tra cloud pubblici e cloud
privati on premise sono stati già stabiliti attraverso copia dei dati tra il data center on-premise e il sito di
cloud pubblico remoto. Tali funzionalità di disaster recovery possono fungere da base a livello dati per servizi

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di gestione dei dati aggiuntivi in grado di supportare lo spostamento bidirezionale delle applicazioni per lo
sviluppo delle applicazioni e il potenziamento del cloud. Mostrare i dati copiati alle applicazioni cloud – sia
alle applicazioni che sono passate al cloud sia a quelle cloud-native – è un elemento chiave per consentire la
condivisione dei dati conservati e per creare un livello base di dati al fine di supportare il cloud ibrido.

Tuttavia, i cloud ibridi aggiungono una nuova serie di requisiti di storage che comprende:

        Agilità di storage per consentire un’agilità complessiva dell’IT. L’IT aziendale non è in grado di
        creare un motore di distribuzione di servizi agile avendo un livello di dati sottostante statico,
        frammentato e poco reattivo nei confronti dell’immediatezza dei nuovi requisiti di business.

        QoS (Quality of Service) automatizzato per garantire che gli utenti di business possano vedere
        un livello coerente di reattività delle applicazioni piuttosto che condizioni di carico di lavoro
        spesso mutevoli e variabili.

        Accesso ai dati sicuro e aperto abilitato da una serie differente di protocolli in modo che sia
        possibile accedere ai dati da una gamma di applicazioni presenti negli ambienti di cloud ibrido. Il
        supporto a più protocolli supera la divisione dei dati in silos e consente loro di essere condivisi e
        spostati più liberamente e a costi ridotti.

        Consapevolezza globale dell’ubicazione dei dati, la latenza associata al posizionamento e il costo
        degli spostamenti.

        Reattività rispetto a gestione IT, governance dei dati e politiche esistenti, controllo dell’accesso
        e misure di sicurezza, integrità dei dati e best practice di protezione nonché metodi per rispettare
        gli obblighi governativi e specifici del settore.

        Migrazione trasparente del carico di lavoro alla piattaforma più appropriata in qualsiasi momento.
        Spesso ciò significa che l’ambiente di storage cloud sarà chiamato a gestire i metadati separatamente
        per questioni di reattività e prevedibilità, nonché ad offrire una capacità di apprendimento
        automatico per prevedere quando e dove risiede un carico di lavoro in una certa ubicazione.

        Gestione centralizzata e automatizzata dell’infrastruttura di storage che funziona in ambienti di
        storage di cloud pubblico e privato e che può essere integrata con le piattaforme di gestione del cloud.

        Integrazione con le preferenze della piattaforma di virtualizzazione della società come elemento
        base del cloud ibrido. Diverse organizzazioni IT stanno trasformando le proprie infrastrutture IT
        esistenti in cloud privati. Ciò vale soprattutto per gli utenti VMware che stanno creando un’istanza
        in vCloud e vRealize e per gli utenti Microsoft Hyper-V che stanno pianificando di porre AzureStack
        al centro delle loro strategie di trasformazione. L’integrazione include anche interfacce di gestione,
        così che lo storage possa essere gestito dalla prospettiva di un amministratore cloud.

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Il caso di utilizzo dell’IoT
Come già detto, il disaster recovery è una premessa necessaria per poter creare un’istanza di cloud ibrido
per gestire la replica dei dati tra storage di cloud pubblico e on-premise. Ma sappiamo che i responsabili
IT desiderano realizzare un’infrastruttura di cloud ibrido di gran lunga più affidabile in termini di mobilità
dell’applicazione associata alla mobilità dei dati. Il caso di utilizzo dell’IoT (Internet of Things) per il
cloud ibrido fornisce un esempio di come dovrebbe essere il data layer di base. Di nuovo, la capacità di
condividere i dati diventa un elemento importante da considerare.

L’IoT si basa, generalmente, sull’uso di sensori o altri dispositivi elettronici dotati della capacità di trasmettere
i dati mediante rete wireless o via cavo. Tali dispositivi generano flussi continui di dati e, in base al numero
di dispositivi per una determinata applicazione nonché ai tipi di dati trasmessi, una rete IoT è in grado di
generare volumi di dati considerevoli. Generalmente oggi si tende a “posizionare” inizialmente tali dati in un
ambiente di storage su larga scala spesso denominato “data lake.” E sebbene il data lake possa essere ubicato
all’interno di un cloud pubblico o sia possibile crearne un’istanza on premise, il cloud pubblico era inizialmente
la scelta migliore a causa della natura imprevedibile dei flussi di dati dell’IoT. In questo particolare momento,
l’IT aziendale sta ancora progredendo nella curva di apprendimento dell’IoT. A causa dei volumi non previsti di
dati, la capacità di storage del cloud pubblico può essere attivata rapidamente e in base alle necessità.

A tutti questi punti di aggregazione dei dati, vengono generalmente applicati diversi processi tra cui
“pulizia” dei dati, correlazione dei dati dalla convergenza di flussi multipli nonché con dati contestuali e
analisi delle tendenze su base temporale. La struttura o i dati non strutturati che ne derivano possono
quindi essere inseriti in una vasta gamma di piattaforme differenti di elaborazione di analytics, tra cui
Hadoop, Cassandra, MongoDB e data warehouse tradizionali.

Lo storage per il cloud ibrido entra in gioco nei seguenti modi:

1. I dati IoT grezzi vengono indirizzati verso il cloud pubblico. Gli esempi sono Databricks per Spark Streaming
   e IBM SoftLayer. Qui è possibile eseguire diversi processi come le query e la convergenza dei dati di flusso
   con i dati aziendali dal lato del cloud privato. I risultati possono quindi essere memorizzati per un periodo
   più lungo sulla postazione del cloud pubblico come dati cronologici per ulteriori analisi e possono essere
   riprodotti sul cloud privato per rendere possibile l’esecuzione on premise di altre applicazioni.
2. In alternativa, i dati grezzi dell’IoT vengono indirizzati su un cloud privato on-premise in cui vengono
   eseguiti i processi di analytics. I risultati possono quindi essere memorizzati e conservati per un periodo
   più lungo e per ulteriore analisi on-premise e poi esser replicati sullo storage di cloud pubblico per
   consentire alle applicazioni l’esecuzione nella stessa postazione e/o per finalità di disaster recovery.

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Il portafoglio storage di IBM per il cloud ibrido

Il portafoglio Spectrum Storage di IBM offre una gamma di soluzioni di storage e suite software che
vanno da array all flash a bassa latenza e alte prestazioni fino a soluzioni altamente scalabili e a contenuto
distribuito. Affrontano tutte le fasi di gestione dei dati, inclusa la protezione dei dati, l’archivio sicuro e la
gestione dell’infrastruttura automatizzata.

Tutte le soluzioni storage sono software-defined e sono caratterizzate da una serie comune di funzionalità
storage di livello enterprise. Tuttavia, il cloud ibrido sta crescendo in molte organizzazioni IT e noi riteniamo
importante posizionare le funzionalità all’interno del contesto di un’implementazione di cloud ibrido:

Requisiti di storage del cloud ibrido               Funzionalità di IBM Spectrum Storage
Agilità di storage                                      • Software modulare che implementa
                                                          servizi di storage e dati rapidamente
                                                          on-premise o in remoto
                                                        • Scalabilità delle prestazioni e/o della
                                                          capacità in qualsiasi momento.
                                                        • Disponibilità come sistemi preintegrati
                                                          o solo come software.

Accesso ai dati sicuro e aperto                         • Supporto per API multiple aperte.
                                                        • Ambienti multi-tenant sicuri.
                                                        • Gestione chiavi integrata.

Migrazione trasparente del carico di lavoro             • Funzioni multiple di copia e migrazione
                                                          dei dati che funzionano senza
                                                          interruzione dei sistemi di produzione
                                                          che risiedono su un lato del cloud ibrido.
                                                        • Virtualizzazione dei dati.

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Reattività rispetto alla gestione delle                • Gestione e implementazione
politiche                                                automatizzata e centralizzata delle
                                                         politiche mediante software per la
                                                         conformità e governance dei dati.
Consapevolezza globale dell’ubicazione                 • CDM (copy data management)
                                                         automatizzato nelle implementazioni on
                                                         premise e in remoto delle applicazioni
                                                         per la protezione dei dati, le applicazioni
                                                         di analytics dei big data e test/sviluppo.
Preferenze della piattaforma di                        • Supporto VASA e VADP
virtualizzazione                                       • Supporto VMware vCloud e vRealize.
                                                       • Supporto futuro per Microsoft
                                                         AzureStack.
QoS automatizzato                                      • Storage tiering automatizzato per le
                                                         prestazioni.
                                                       • Isolamento del carico di lavoro in un
                                                         ambiente multi-tenant.
                                                       • Disponibilità dei dati negli aggiornamenti
                                                         software e hardware e in caso di errori
                                                         di sito, nodo e disco.
Gestione automatizzata dell’infrastruttura             • Livello di sicurezza e gestione del
                                                         controllo in grado di coprire ambienti
                                                         di storage e piattaforme multipli.

Le soluzioni storage contenute nel portafoglio IBM Spectrum Storage sono disponibili come software,
come servizi cloud e come soluzioni di storage integrate. Tali soluzioni includono:

       Spectrum Accelerate – Soluzione per dati block a scalabilità orizzontale per tutti gli array di
       dischi/flash ibridi e all flash. IBM FlashSystem A9000 e A9000R insieme ai sistemi XIV utilizzano
       questo software. Spectrum Accelerate è disponibile anche come servizio cloud.

       Spectrum Virtualize – Block Storage virtualizzato per array di dischi e flash che eseguono la
       virtualizzazione interna ed esterna degli array di storage, inclusi gli array di terze parti. I sistemi
       che si basano su questo software includono la famiglia IBM Storwize, i sistemi convergenti
       VersaStack, FlashSystem V9000 e SAN Volume Controller.

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Il ruolo fondamentale dello storage negli ambienti di cloud ibrido

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        Spectrum Scale – Soluzione per dati non strutturati scalabile in PB. Elastic Storage Server di
        IBM si basa sul software Spectrum Scale.

        Spectrum Archive – Software di archiviazione automatizzata, che sposta i dati dal disco al nastro.

        Spectrum Protect – Software di resilienza e protezione dei dati, inclusa la deduplica. Spectrum
        Protect rappresenta il fulcro di numerose offerte di backup e ripristino di IBM e altri.

        Spectrum Control – Software di gestione automatizzata dell’infrastruttura storage per offrire
        gestione della capacità, monitoraggio della disponibilità e attività di report. Spectrum Control è
        disponibile anche come servizio cloud, denominato Storage Insights.

        Spectrum Copy Data Management – creazione di copie e catalogazione per attività di backup,
        sviluppo o implementazione.

Acquisto e finanziamento di IBM Spectrum Storage
IBM Spectrum Storage può essere acquistato come sistemi hardware/software preintegrati, solo come
software che può essere caricato nei server standard di settore oppure come servizio offerto da IBM. Tuttavia,
esiste anche l’alternativa del leasing dell’infrastruttura che dovrebbe essere preso in considerazione per le
implementazioni di cloud ibrido in quanto consente di combinare l’agilità operativa con l’agilità finanziaria.

Leasing dell’infrastruttura mediante IGF

Il leasing unisce l’agilità dell’infrastruttura con l’agilità finanziaria. Si tratta di un modello di acquisto
fuori bilancio che richiama molto il modello di utilità pay-as-you-go. IGF è in grado di offrire una forma
di locazione operativa che aggiunge caratteristiche di agilità finanziaria e il modello pay-as-you-go che
ben si adattano all’agilità dell’IT e del cloud.1 Il punto fondamentale di una locazione operativa tramite
IGF è quello di trasferire la proprietà dell’infrastruttura di storage a IGF mentre l’IT aziendale installa,
usa e successivamente restituisce l’infrastruttura, maturando tutti i vantaggi provenienti dal suo utilizzo
senza però i vincoli di acquisizione di capitale che ne derivano.

IGF offre tre alternative differenti per l’acquisizione di capitale

1
 Le offerte di locazione di IGF dipendono dalla disponibilità nel paese in cui si trova il cliente e
dall’approvazione di credito.

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Locazione FMV (Fair Market Value): IGF generalmente mantiene la proprietà finché il cliente usa
l’infrastruttura.

Locazione FPO (Full Pay-out): La proprietà dell’infrastruttura può essere trasferita da IGF al cliente alla
fine della locazione a fronte di una cifra simbolica – generalmente $1000.

Prestito per acquisto: un cliente prende un prestito attraverso IGF e diventa proprietario dell’infrastruttura
una volta che tutti i pagamenti sono stati effettuati. Questa opzione è interessante in tutti quei paesi in
cui non è possibile offrire la locazione in quanto offrirebbe ulteriori benefici al flusso di cassa mediante i
pagamenti fatti nel tempo.

IGF può anche consentire ad un cliente di usufruire dei vantaggi legati all’agilità delle caratteristiche
modulari di Spectrum Storage. Durante il periodo di locazione, i clienti possono aggiungere capacità
e ulteriori rack nonché aggiornare i moduli senza alcun sovrapprezzo o aumenti nel canone mensile
estendendo la scadenza originale della locazione.

Pagamento mensile variabile e piani di pagamento posticipato
La locazione IGF può essere strutturata in modo che il pagamento richiesto all’inizio del termine di
locazione sia basso e aumenti progressivamente verso la fase finale. Si tratta di un’opzione vantaggiosa
in quelle situazioni in cui l’attuale clima di business è difficile oppure c’è l’esigenza di avviare un nuovo
progetto cloud con disponibilità di fondi limitati all’inizio del progetto. Inoltre, se rimane poca o alcuna
disponibilità di denaro per un’infrastruttura aggiuntiva nel budget dell’anno in corso, IGF può offrire
al cliente la possibilità di installare una nuova infrastruttura e posticipare l’avvio della locazione e i
pagamenti mensili all’anno successivo.

Conclusione
Il cloud computing ora domina il processo decisionale dell’IT. Tuttavia, tra le varie architetture di
cloud computing finora utilizzate, il cloud ibrido risulta essere l’end point più ambito partendo dall’IT
tradizionale fino ad arrivare all’IT abilitato al cloud. Ciò secondo noi avviene perché il cloud ibrido offre
la capacità di integrare tutte le risorse cloud aziendali sotto un unico ombrello che nel suo insieme può
essere gestito dall’IT aziendale. Dal punto di vista delle informazioni, i cloud ibridi possono offrire anche
la capacità di integrare gli archivi di dati e condividere i dati nelle applicazioni basate sul cloud.

Così i cloud ibridi creano un nuovo ambiente di dati per lo storage persistente che ha ora nuovi requisiti
in termini di prestazioni, protezione, sicurezza e gestibilità. Saranno necessarie tecnologie e strategie
multiple. Partendo da questo, IBM posiziona il portafoglio di prodotti Spectrum Storage all’interno di
quello del cloud ibrido e ha ottimizzato ciascuna offerta di implementazione del cloud ibrido. Il risultato
è una linea di prodotti di storage che offre la più ampia copertura alle esigenze di storage del cloud
ibrido rispetto a qualsiasi altra offerta ora disponibile.

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Informazioni su Evaluator Group
Evaluator Group Inc. è una società di consulenza e ricerca tecnologica che comprende Information Management, storage e sistemi. I dirigenti
e manager IT fanno quotidianamente riferimento a noi per poter prendere decisioni informate per progettare e acquistare sistemi che siano in
grado di supportare i loro dati digitali. Andiamo oltre il panoramica tecnologico, definendo i requisiti e conoscendo i prodotti in modo approfondito,
comprese tutte le complessità che ci indicano quali sono le strategie di successo a lungo termine. www.evaluatorgroup.com @evaluator_group

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