"Il 72% del terziario non reggerà un nuovo lockdown" - Format ...
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«Il 72% del terziario non reggerà un nuovo lockdown» 26 OTTOBRE 2020 15:03 E' crisi economica, demografica, e occupazionale per il terziario in Toscana, nel contesto della pandemia Covid-19: e il 72% degli operatori di settore lancia un allarme disperato, ammettendo di non essere in grado di reggere un nuovo lockdown. E' questo il quadro disegnato dall'Osservatorio congiunturale curato da Format Research per conto di Confcommercio Toscana, presentato oggi a Firenze. «L'accenno di ripresa che si è registrato nel terzo trimestre presso le imprese del terziario della Toscana - sostiene Pierluigi Ascani, presidente di Format Research - rischia di essere interamente vanificato dall'incertezza con la quale si sta affrontando il ritorno del virus». A metà del 2020, secondo l'analisi Format-Confcommercio, si è dimezzata l'apertura di nuove attività rispetto allo scorso anno (con 1.800 imprese in meno nel saldo nuove nate- cessate), in un contesto che vede consumi in calo di 12 miliardi di euro (-13,8%, peggio della media nazionale). E la crisi è anche occupazionale, con 104mila assunzioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: gli avviamenti si sono dimezzati nel settore del turismo, secondo Format soprattutto a causa del blocco degli stagionali. Il termine del blocco dei licenziamenti, secondo l'analisi, aggraverà ulteriormente lo scenario. E' salita al 42% la quota delle imprese che hanno inoltrato la domanda di credito tra aprile e settembre 2020: tuttavia, in un terzo dei casi la risposta delle banche non è stata positiva.
Il 70% dei commercianti e dei titolari di pubblici esercizi teme l'aumento del fenomeno dell'usura, e il 59% teme i tentativi della malavita di impadronirsi delle aziende. Il 57% del campione intervistato si è detto in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali, con Irpef, Irap, Ires e Tari come imposte considerate più pesanti - ragione per cui il primo intervento chiesto al nuovo governo regionale riguarda proprio la sfera fiscale, il credito, la finanza agevolata. «Non possiamo lasciare spazio alla sfiducia», rilancia Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana. «Per questo - sottolinea - chiediamo alle istituzioni, locali come nazionali, di fare quanto possibile per non lasciarci soli a scontare sulla nostra pelle, e su quella dei nostri dipendenti, le conseguenze di una crisi certo imprevedibile e inaspettata, ma che dobbiamo affrontare insieme, senza lasciare indietro nessuno. Anche perché in ballo non c'è solo il futuro del terziario, ma anche quello delle nostre città, che prive della rete distributiva e di accoglienza garantita dalle nostre imprese perderebbero la propria anima». © RIPRODUZIONE RISERVATA http://toscana24.ilsole24ore.com/art/oggi/2020-10-26/terziario-reggera-nuovo-lockdown-143542.php?uuid=ABJ6A2T
https://www.rainews.it/tgr/toscana/notiziari/index.html?/tgr/video/2020/10/ContentItem-c552acd3-75d6-4682-905e-58f4e5f5cc71.html
https://www.rainews.it/tgr/toscana/notiziari/index.html?/tgr/video/2020/10/ContentItem-b1f270b8-fee6-4215-b10a-244fccdf6fe4.html
Confcommercio: “Terziario “malato” di Covid, il 72% delle imprese non reggerebbe un nuovo lockdown” 26.10.2020 - FIRENZE – Per la prima volta in dieci anni il terziario toscano vive un brusco stop: l’apertura di nuove attività si è dimezzata rispetto al 2019 (-51%), nel turismo è calata addirittura del 67%. Un dato che porta in negativo il saldo fra nuove imprese e imprese cessate: a metà 2020 ne mancavano all’appello 1.800 […] FIRENZE – Per la prima volta in dieci anni il terziario toscano vive un brusco stop: l’apertura di nuove attività si è dimezzata rispetto al 2019 (-51%), nel turismo è calata addirittura del 67%. Un dato che porta in negativo il saldo fra nuove imprese e imprese cessate: a metà 2020 ne mancavano all’appello 1.800 rispetto allo stesso periodo del 2019. C’è quindi meno voglia di rischiare entrando in un mercato fortemente compromesso dagli effetti della pandemia, destinato a perdere nella sola Toscana ben 12 miliardi di euro di consumi (-13,8%, peggio della media nazionale che è del -10,9%) anche per il contributo negativo del turismo, che ha fatto segnare un tonfo su base tendenziale (-59% arrivi, -61% presenze). Ciò è quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale sul terziario toscano nel terzo trimestre 2020, curato da Format Research per Confcommercio Toscana. L’indagine è stata presentata oggi a Firenze, in una conferenza stampa on line, alla quale hanno partecipato la presidente dell’associazione di categoria Anna Lapini, il direttore Franco Marinoni e il presidente di Format Research Pierluigi Ascani. Dai dati si rileva che, mentre le nuove imprese faticano a nascere, quelle esistenti restano con il fiato sospeso, soprattutto se operanti nella filiera turistica e nel commercio no food: segnate ancora dal buio dei mesi di chiusura forzata del lockdown, hanno vissuto una leggera ripresa nei mesi estivi, non sufficiente
però a recuperare quanto perduto. Ora, l’incertezza correlata all’andamento dei contagi da Covid-19 e l’adozione di misure ancora più restrittive hanno rimesso di nuovo in discussione la loro fiducia. Le previsioni per i prossimi mesi sono improntate al pessimismo: il 72% degli operatori intervistati ha dichiarato di non essere in grado di reggere un nuovo lockdown. Il 57% si è detto in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali. Non a caso, il primo intervento che le imprese del terziario della Toscana chiedono al nuovo governo regionale riguarda proprio la sfera fiscale, il credito, la finanza agevolata. Anche sul fronte della liquidità, la ripresa è ancora lontana. È cresciuta la quota di imprese che hanno fatto domanda di credito nel periodo compreso tra aprile e settembre (sono state il 42%). E, dopo le difficoltà che hanno caratterizzato i primi mesi, in due casi su tre la risposta degli istituti di credito è stata positiva. In generale, l’introduzione del “DL Liquidità” ha spostato l’attenzione dagli aspetti relativi al costo del credito (giudicato in miglioramento) alle tempistiche di erogazione. “Abbiamo davanti mesi durissimi, potenzialmente più preoccupanti di quelli che abbiamo già vissuto durante la prima ondata della pandemia, -ha detto Pierluigi Ascani, presidente di Format Research – l’accenno di ripresa che si è registrato nel terzo trimestre presso le imprese del terziario della Toscana rischia di essere interamente vanificato dall’incertezza con la quale si sta affrontando il ritorno del virus. Si profila un inverno rigido e le misure che saranno adottate dovranno necessariamente trovare un equilibrio tra la salvaguardia della salute e la difesa dell’economia”. A peggiorare lo scenario, le prospettive occupazionali: già 104.000 le assunzioni in meno del terziario rispetto al 2019 (-51% solo nel turismo, per lo più a causa del blocco degli stagionali), ma la situazione è destinata a peggiorare notevolmente quando cesserà il divieto di licenziamento. La crisi economica accentua i timori degli imprenditori toscani di rimanere vittima di trame criminali. Il 70% dei commercianti e dei titolari di pubblici esercizi teme l’aumento del fenomeno dell’usura, il 59% i tentativi della malavita di impadronirsi delle aziende. “Sono timori che nascono spesso dal sentirsi soli e abbandonati dalle istituzioni, privi di sostegno e aiuti concreti”, sottolinea la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, “è molto umano sommare paura a paura, ma non possiamo lasciare spazio alla sfiducia. Per questo chiediamo alle istituzioni, locali come nazionali, di fare quanto possibile per non lasciarci soli a scontare sulla nostra pelle, e su quella dei nostri dipendenti, le conseguenze di una crisi certo imprevedibile e inaspettata, ma che dobbiamo affrontare insieme, senza lasciare indietro nessuno. Anche perché in ballo non c’è solo il futuro del terziario, ma anche quello delle nostre città, che prive della rete distributiva e di accoglienza garantita dalle nostre imprese perderebbero la propria anima”. “Il Covid ha cancellato con un colpo di spugna almeno trenta anni di sviluppo economico, in Toscana come nel resto d’Italia, rimettendo in discussione i modi consueti di fare impresa, – ha detto il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, in questi mesi ho visto tanti imprenditori rimboccarsi le maniche per affrontare il nuovo scenario. Molti si sono indebitati per mettere a norma di sicurezza i propri locali, tanti hanno approfittato del momento anche per trovare nuovi modelli di business: c’è chi ha spinto l’innovazione digitale per trovare modi nuovi di stare in contatto con i clienti, fra web e social. Chi ha puntato sulle consegne a domicilio, chi su forme di lavoro agile. Ma i conti non tornano ugualmente perché il mercato è fermo e perfino essere resilienti diventa sempre più difficile. Da qui il nostro appello alla politica e alle istituzioni”. https://www.piananotizie.it/confcommercio-terziario-malato-di-covid-il-72-delle-imprese-non-reggerebbe-un-nuovo-lockdown/
Il terziario malato di Covid. Lapini (Ascom): "Serve senso civico non chiusure" Arezzo, come il resto della Toscana, da oggi dovrà fare i conti con le nuove direttive anti- Covid. Misure pesanti che penalizzano fortemente piccole realtà imprenditoriali Claudia Failli 26 ottobre 2020 15:00 "Il terziario è malato di Covid e per capirlo, purtroppo, non serve alcun tampone". Parole dure e cariche di amarezza quelle della presidente di Confcommercio Toscana e Arezzo, Anna Lapini che, dati alla mano, rappresenta una situazione di enorme e pesante difficoltà per tutte quelle piccole, medie e micro imprese che da oggi dovranno fare i conti con le nuove restrizioni dettate dall'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri. Una nuova tegola caduta in testa ad un settore che conta migliaia di addetti e che in tutta la Toscana rappresenta il 65 per cento delle realtà produttive. Come noto, da oggi bar e ristoranti dovranno chiudere entro le 18. Una sorta di lockdown soft, o camuffato come alcuni lo hanno definito, che per molti rappresenta la mazzata finale, il colpo di grazia che gambizza un settore già fortemente provato dalle restrizioni degli scorsi mesi. Ma quella dei ristoratori non è l'unica categoria ad essere stata oggetto di restrizioni. Palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, cinema, teatri, parchi divertimento dovranno abbassare la serranda ed interrompere la propria attività fino a nuova indicazione. "Questo significa - sottolinea Anna Lapini - che in molti si troveranno ad affrontare situazioni davvero difficili. Il Covid non si sconfigge con le chiusure ma con la cultura, con una corretta e proficua diffusione di un senso civico che permette a tutti noi di proteggerci e continuare a lavorare. I cassieri dei supermercati, nel momento più critico dell'emergenza sanitaria, ci hanno dimostrato come rispettando le regole e tutelandosi si possa continuare a lavorare in sicurezza. Queste nuove disposizioni invece impartiscono un colpo durissimo dal quale, per tanti colleghi, sarà dura riprendersi. Sono convinta che dobbiamo insistere sul rispetto delle regole e chiedere che tutti le applichino e le facciano proprie a costo di multare e sanzionare chi si ostina a non aderirvi". https://www.arezzonotizie.it/video/terziario-chiusure-dpcm-anna-lapini-confcommercio-toscana-arezzo.html
Gli effetti del Covid sull'economia: per la prima volta in dieci anni il terziario toscano vive un brusco stop 26 Ottobre 2020 Per la prima volta in dieci anni il terziario toscano vive un brusco stop: l’apertura di nuove attività si è dimezzata rispetto al 2019 (-51%), nel turismo è calata addirittura del 67%. Un dato che porta in negativo il saldo fra nuove imprese e imprese cessate: a metà 2020 ne mancavano all’appello 1.800 rispetto allo stesso periodo del 2019. C’è quindi meno voglia di rischiare entrando in un mercato fortemente compromesso dagli effetti della pandemia, destinato a perdere nella sola Toscana ben 12 miliardi di euro di consumi (-13,8%, peggio della media nazionale che è del -10,9%) anche per il contributo negativo del turismo, che ha fatto segnare un tonfo su base tendenziale (-59% arrivi, -61% presenze). È quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale sul terziario toscano nel terzo trimestre 2020, curato da Format Research per Confcommercio Toscana. L’indagine è stata presentata oggi (26 ottobre 2020) a Firenze durante la conferenza stampa on line alla quale hanno partecipato la presidente dell’associazione di categoria Anna Lapini, il direttore Franco Marinoni e il presidente di Format Research Pierluigi Ascani. Dai dati si rileva che, mentre le nuove imprese faticano a nascere, quelle esistenti restano col fiato sospeso, soprattutto se operanti nella filiera turistica e nel commercio no food: segnate ancora dal buio dei mesi di chiusura forzata del “lockdown”, hanno vissuto una leggera ripresa nei mesi estivi, non sufficiente però a recuperare quanto perduto. Ora, l’incertezza correlata all’andamento dei contagi da Covid-19 e l’adozione di misure ancora più restrittive hanno rimesso di nuovo in discussione la loro fiducia. Le previsioni per i prossimi mesi sono improntate al pessimismo: il 72% degli operatori intervistati ha dichiarato di non essere in grado di reggere un nuovo lockdown. Il 57% si è detto in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali. Non a caso, il primo intervento che le imprese del terziario della Toscana chiedono al nuovo governo regionale riguarda proprio la sfera fiscale, il credito, la finanza agevolata. Anche sul fronte della liquidità, la ripresa è ancora lontana. È cresciuta la quota di imprese che hanno fatto domanda di credito nel periodo compreso tra aprile e settembre (sono state il 42%). E, dopo le difficoltà che hanno caratterizzato i primi mesi, in due casi su tre la risposta degli istituti di credito è stata positiva. In generale, l’introduzione del «DL Liquidità» ha spostato l’attenzione dagli aspetti relativi al costo del credito (giudicato in miglioramento) alle tempistiche di erogazione.
“Abbiamo davanti mesi durissimi, potenzialmente più preoccupanti di quelli che abbiamo già vissuto durante la prima ondata della pandemia”, ammette Pierluigi Ascani, presidente di Format Research, “l’accenno di ripresa che si è registrato nel terzo trimestre presso le imprese del terziario della Toscana rischia di essere interamente vanificato dall’incertezza con la quale si sta affrontando il ritorno del virus. Si profila un inverno rigido e le misure che saranno adottate dovranno necessariamente trovare un equilibrio tra la salvaguardia della salute e la difesa dell’economia” A peggiorare lo scenario, le prospettive occupazionali: già 104mila le assunzioni in meno del terziario rispetto al 2019 (-51% solo nel turismo, per lo più a causa del blocco degli stagionali), ma la situazione è destinata a peggiorare notevolmente quando cesserà il divieto di licenziamento. La crisi economica accentua i timori degli imprenditori toscani di rimanere vittima di trame criminali. Il 70% dei commercianti e dei titolari di pubblici esercizi teme l’aumento del fenomeno dell’usura, il 59% i tentativi della malavita di impadronirsi delle aziende. “Sono timori che nascono spesso dal sentirsi soli e abbandonati dalle istituzioni, privi di sostegno e aiuti concreti”, sottolinea la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, “è molto umano sommare paura a paura, ma non possiamo lasciare spazio alla sfiducia. Per questo chiediamo alle istituzioni, locali come nazionali, di fare quanto possibile per non lasciarci soli a scontare sulla nostra pelle, e su quella dei nostri dipendenti, le conseguenze di una crisi certo imprevedibile e inaspettata, ma che dobbiamo affrontare insieme, senza lasciare indietro nessuno. Anche perché in ballo non c’è solo il futuro del terziario, ma anche quello delle nostre città, che prive della rete distributiva e di accoglienza garantita dalle nostre imprese perderebbero la propria anima”. “Il Covid ha cancellato con un colpo di spugna almeno trenta anni di sviluppo economico, in Toscana come nel resto d’Italia, rimettendo in discussione i modi consueti di fare impresa”, ha detto il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “in questi mesi ho visto tanti imprenditori rimboccarsi le maniche per affrontare il nuovo scenario. Molti si sono indebitati per mettere a norma di sicurezza i propri locali, tanti hanno approfittato del momento anche per trovare nuovi modelli di business: c’è chi ha spinto l’innovazione digitale per trovare modi nuovi di stare in contatto con i clienti, fra web e social. Chi ha puntato sulle consegne a domicilio, chi su forme di lavoro agile. Ma i conti non tornano ugualmente perché il mercato è fermo e perfino essere resilienti diventa sempre più difficile. Da qui il nostro appello alla politica e alle istituzioni”. NOTA: le imprese del terziario in Toscana sono oltre 212mila, in pratica il 65% del tessuto imprenditoriale extra-agricolo regionale (costituito da oltre 325mila imprese). LA SINTESI DELL'INDAGINE Fonte: OSSERVATORIO CONGIUNTURALE SUL TERZIARIO IN TOSCANA https://www.gonews.it/2020/10/26/gli-effetti-del-covid-sulleconomia-per-la-prima-volta-in-dieci-anni-il-terziario-toscano-vive-un-brusco-stop/
L'incubo lockdown paralizza il commercio toscano Il 72 per cento degli imprenditori non reggerebbe l'impatto di una nuova chiusura. Allarme di Confcommercio sulle aperture dimezzate rispetto al 2019 26 ottobre 2020 - FIRENZE — I dati resi dell'Osservatorio congiunturale sul terziario toscano resi noti da Confcommercio Toscana sono stati elaborati prima dell'ultimo decreto anti-Covid del Governo, ma a leggerli sembrano aver previsto quello che sarebbe stato l'umore delle imprese oggetto dello studio all'indomani del varo delle nuove restrizioni e cioè umore nero. Il terrore massimo è quello di un eventuale nuovo lockdown generalizzato: insomma, per usare l'italiano, di una nuova chiusura come quella di marzo e aprile. Il 72% delle imprese del commercio, secondo Confcommercio, non ce la farebbe a reggere. Anche perché quello che emerge dalla fotografia scattata dall'Osserevatorio è già un campo di battaglia con l'apertura di nuove attività dimezzata rispetto al 2019 (-51%) piombata al -67% nel settore del turismo. Emerge, in sostanza, una minore propensione al rischio a causa degli effetti della pandemia sul mercato che ha effetti a cascata sui consumi: la stima, su questo versante, è di un crollo di 12 miliardi di euro. Ci sono poi le scadenze fiscali che oltre la metà delle imprese, il 57%, dice di fare fatica a rispettare. E sul fronte del credito, tra aprile e settembre, vi ha fatto ricorso il 42% con risposta positiva dalle banche una volta su tre. Dal commercio, come da tutti gli altri comparti che compongono l'economia toscana, è partita la rischiesta, rivolta alla nuova giunta regionale guidata da Eugenio Giani, di intervenire proprio sulla sfera fiscale e sulla finanza agevolata. http://www.toscanamedianews.it/firenze-nu.htm
27 10 2020
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