GABBIE E RAZZISMI SOTTO UN CIELO IMMOBILE - Foto di Giangiacomo Rocco di Torrepadula. Testi di Chiara Ferella Falda, Luca Panaro, Travelglobe

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GABBIE E RAZZISMI SOTTO UN
CIELO IMMOBILE

Castello Sforzesco Milano. Da: THE SKY ABOVE. ©G.G. Rocco di
Torrepadula

GABBIE E RAZZISMI SOTTO UN CIELO
IMMOBILE

Foto di Giangiacomo Rocco di
Torrepadula. Testi di Chiara
Ferella Falda, Luca Panaro,
Paola Sosio Gallery

Presentiamo di seguito tre
lavori assai diversi tra
loro di Giangiacomo Rocco di
Torrepadula (nato a Napoli,
1966), un artista visuale e
un fotografo. Il suo lavoro
si focalizza principalmente
sui   temi   dell’odio   e   del
pregiudizio, in particolare
razziale. Prima di diventare
un artista, Giangiacomo è
stato uno startupper seriale
nell’ambito     della    salute
digitale. Ha vissuto diversi
anni a San Francisco, dove
ha potuto vedere dal di
dentro alcuni dei casi più
noti che hanno dato vigore
al                       movimento
BlackLivesMatter. E’ stata
un’esperienza           scioccante,
che     lo     ha   condotto      ad
investigare questi problemi,
non solo sotto un profilo
storico e sociologico, ma
anche    dal    punto     di   vista
delle               neuroscienze,
approccio inedito che sta
svolgendo           a      livello
internazionale,                  per
esplorare i meccanismi che
generano   stereotipi   e
pregiudizi, e come questi
possano addirittura portare
a    crimini   di     odio.    Ha
esposto nei primi anni 2000
da    Giovenzana,      con    due
personali      a      cura     di
Lanfranco Colombo. Philippe
Daverio lo inserisce nel suo
libro “13×17: 1000 artisti
per un’indagine eccentrica
sull’arte italiana” edito da
Rizzoli     (2007).    Vive    in
Franciacorta dove si trova
il suo studio e lavora in
tutto                          il
mondo. www.giangiacomorocco.
com

CERVINIA chamois IFR Da: THE
SKY ABOVE. ©G.G. Rocco di
Torrepadula
Golden   gate  da   cavallo
point. Da: THE SKY ABOVE.
©G.G. Rocco di Torrepadula

The Sky Above

Non   c’è   niente   di   più
inafferrabile del tempo.     Il
suo        scorrere          è
irreversibile. Tanto più se
consideriamo            quanto
incompatibile con la nostra
perenna     frenesia       sia
fermarsi ad osservarlo. Ma è
nel momento in cui troverai
il coraggio di rinunciare a
quella frenesia, ai suoi
inganni di finto riempimento
della     tua   vita,      che
riuscirai a indugiare in una
riflessione più lenta e a
calarti    in   un’intimità
diversa, finalmente tua. E
allora riuscirai a vedere il
mondo e tutte le sue cose,
anche quelle a cui sei più
abituata,        in        un      modo
diverso.    In    questa          serie
denominata “The Sky Above”
l’autore    ci    offre      un     modo
visivo     per    rappresentare
questa diversità. Usando
tempi lunghi e tecniche
infrarosse, ci mostra come
lo scorrere del tempo possa
restituire       una      dimensione
del      tutto            nuova       e
sorprendente          a   qualunque
scenario.
Corna Trentapassi ir Da: THE
SKY ABOVE. ©G.G. Rocco di
Torrepadula

Valtournanche Chamois IFR.
Da: THE SKY ABOVE.     ©G.G.
Rocco di Torrepadula
Maremma Massa Marittima. Da:
THE SKY ABOVE. ©G.G. Rocco
di Torrepadula

Hotel    Pfosl.    Da:   THE   SKY
ABOVE.     ©G.G.     Rocco      di
Torrepadula

Tre Cime. Da: THE SKY ABOVE.
©G.G. Rocco di Torrepadula

fcc ome. Da: THE SKY ABOVE.
©G.G. Rocco di Torrepadula
Chiesetta Miramonti. Da: THE
SKY ABOVE. ©G.G. Rocco di
Torrepadula

Milano Piazza Castello. Da:
THE SKY ABOVE. ©G.G. Rocco
di Torrepadula

Milano Naviglio Grande. Da:
THE SKY ABOVE. ©G.G. Rocco
di Torrepadula

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I can’t breathe
In memoria di George Perry
Floyd Jr

Un progetto fotografico tra
arte    e    neuroscienze        per
comprendere le radici del
razzismo. Presentato per la
prima       volta    a   MIA    Fair
2021        da      Paola      Sosio
Contemporary Art Milano con
Chiara Ferella Falda.

9 minuti, nove lunghissimi
minuti è durata l’agonia
straziante di George Floyd,
l’Afro-Americano   ucciso
durante un arresto il 25
Maggio    2020,   dopo   che   un
poliziotto        lo      soffocò
bloccandolo a terra con un
ginocchio sul collo. Durante
il                 soffocamento,
ripetutamente Floyd disse,
seppur con flebile voce, che
non riusciva a respirare,
“I can’t breathe…”. Vedere
il video, per l’autore fu
scioccante.       In     quegli
assurdi      9    minuti,      il
poliziotto ha privato Floyd
della sua vita, della sua
dignità, perfino della sua
decenza,     quasi     con
compiacimento. Ha calpestato
la sua anima con tutto il
respiro interiore che poteva
avere,      sbattendola      sul
terreno e soffocandola, fino
a che nulla è rimasto di
quella fiamma. Nemmeno il
suo fumo. Vedendo quelle
immagini,              l’autore
immediatamente    ha    pensato
alla sequenza di una candela
privata della sua fiamma.
Quella sera stessa ha creato
la   sequenza     di      questo
artwork, primo di una serie
di lavori, dove ognuno dei 9
scatti rappresenta ciascuno
di quei drammatici 9 minuti.
Questo      tragico   evento,
purtroppo    non   isolato,   è
stato un emblematico esempio
di pregiudizio razziale e ha
dato inizio a proteste in
tutto  il   mondo.  Le  9
immagini presentate al MIA
Fair, sono una anteprima di
un progetto internazionale
multidisciplinare         che
prenderà vita a breve in una
mostra di ampio respiro e un
libro a cura di Luca Panaro.
Il tema del pregiudizio
razziale viene affrontato da
Giangiacomo       Rocco           di
Torrepadula     con       la     sua
sensibilità     artistica         ma
anche con lo studio delle
neuroscienze          e           il
coinvolgimento di psichiatri
e    neuroscienziati     che
aiutino    a   comprendere         i
meccanismi che portano il
cervello   a   provare         odio,
paura, avversione o peggio
ancora     indifferenza.           Un
approccio totalmente inedito
che aggiunge       un    tassello
fondamentale                 alla
prospettiva già ampiamente
nota delle cause politico
socio-economiche                del
razzismo. Non solo, è una
prospettiva        che    ci     fa
entrare      nel    cuore       del
problema,          con     una
comprensione       totale,   a
tratti    sconcertante,         ben
lontana        dalla           pura
speculazione accademica dei
talk show.

.
8’46” – George Floyd (In
memory of). Da I CAN’T
BREATHE. ©G.G. Tocco di
Torrepadula
Il    progetto vede   il
coinvolgimento attivo di
tutti. Una esortazione a
riflettere      su    come    la
discriminazione razziale non
sia qualcosa di astratto,
altro da noi e lontano da
noi, ma sia presente anche
nel nostro quotidiano più di
quanto immaginiamo o ne
siamo consapevoli. L’autore
ha   lanciato     dallo   scorso
maggio       un       progetto
partecipativo di mailing art
“Una cartolina per Floyd”,
tuttora   in    corso,    con    lo
scopo     di     generare       una
riflessione          corale     sul
problema.       Chiunque        può
partecipare,          durante     i
giorni         del      MIA       o
successivamente       contattando
direttamente          l’artista,
riempiendo una cartolina con
pensieri-parole-disegni           e
qualunque cosa desideri e
senta inerente al tema. Le
oltre 200 cartoline finora
pervenute, alcune delle vere
e proprie opere d’arte,
faranno parte del progetto
itinerante     dell’artista     e
del libro. Il progetto nasce
con     il    supporto     e   la
condivisione di Luca Panaro
e di Chippendale Studio.

I Can’t Breathe.
testo di Luca Panaro

La    più    grande   conquista
della    fotografia      consiste
nel          suo         graduale
affrancamento dalla        realtà.
Il fotografo non          è più
tenuto         a         mostrare
oggettivamente la notizia a
cui   si   riferisce,   può
decidere   di   effettuare   una
sostituzione del reale con
un’immagine         figurata.
Giangiacomo       Rocco      di
Torrepadula      lavora     per
trasposizione      simbolica,
riflette sulla morte di
George Floyd utilizzando la
metafora della candela.
8’46” – George Floyd (In
memory of). Da I CAN’T
BREATHE. ©G.G. Tocco di
Torrepadula
Ne vediamo la fiamma e il
fumo. Poi il buio. Sappiamo
quanto la morte di questo
uomo    afroamericano       abbia
scosso la coscienza pubblica
e    quanto     estesa   sia    la
diffusione       mediatica      del
video            del           suo
arresto.        L’intento       di
Giangiacomo    Rocco    di
Torrepadula è stato quello
di coinvolgere altre persone
ad      agire      contro       il
pregiudizio    e    l’odio
razziale, indirizzando la
sua      azione    al      mondo
dell’arte. Nella serie “I
Can’t Breathe” ha realizzato
quindi      nove    immagini,
corrispondenti ai minuti in
cui l’agente di polizia ha
tenuto   premuto   il  suo
ginocchio   sul  collo  di
Floyd,     provocandone       il
soffocamento. Nove fotografie
in cui il nero avvolge buona
parte     della    superficie
dell’opera,         fino       a
conquistarla       nella     sua
interezza. Se la fotografia
documentaria       informa,
sovrapponendosi       ad     altri
canali     di    comunicazione,
l’immagine           metaforica
suggerisce,      inducendo     una
riflessione        corale.      Sì
perché      è     questo       che
Giangiacomo     Rocco    di
Torrepadula ci sta dicendo.
Partecipate! Attraverso le
nove     fotografie        veniamo
chiamati    in    causa,     siamo
invitati a prendere parte al
racconto, spronati a uscire
dalla       nostra         comfort
zone. Nel recente progetto
“Una cartolina per Floyd” la
richiesta    di     Giangiacomo
Rocco di Torrepadula si fa
esplicita            e          la
partecipazione del pubblico
più     attiva.      La      sesta
immagine      della         serie,
stampata in formato 10×15
cm,  è  stata  inviata  a
centinaia    di    persone     del
mondo       della          cultura
italiana,    oltre        duecento
delle    quali      hanno      già
risposto     con         risultati
testuali e grafici davvero
sorprendenti.

Chiara         Ferella        Falda
(coordinamento artistico e
progettuale)

8’46” – George Floyd (In
memory of). Da I CAN’T
BREATHE.       ©G.G.     Tocco    di
Torrepadula

8’46”    –    George     Floyd   (In
memory       of).   Da    I   CAN’T
BREATHE. ©G.G.           Tocco    di
Torrepadula

8’46”    –    George     Floyd   (In
memory       of).   Da    I   CAN’T
BREATHE.       ©G.G.     Tocco    di
Torrepadula

8’46”    –    George     Floyd   (In
memory       of).   Da    I   CAN’T
BREATHE.       ©G.G.     Tocco    di
Torrepadula

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8’46” – George Floyd (In
memory of). Da I CAN’T
BREATHE. ©G.G. Tocco di
Torrepadula
8’46” – George Floyd (In
memory of). Da I CAN’T
BREATHE. ©G.G. Tocco di
Torrepadula
8’46” – George Floyd (In
memory of). Da I CAN’T
BREATHE. ©G.G. Tocco di
Torrepadula

Cages
Le   “Cages”     (gabbie)        di
Giangiacomo          Rocco       di
Torrepadula      (GG)         sono
inaspetttamente       un     lavoro
autobiografico.        Prima      di
diventare un artsta, è stato
per   oltre   20   anni   un
imprenditore nel mondo della
salute digitale. Questo lo
ha   portato     a    viaggiare
molto, specialmente negli
Stati Uniti, dove ha anche
vissuto a San Francisco. Ed
è proprio in quel continente
che    GG     matura       le     sue
riflessioni più profonde che
caratterizzeranno poi la sua
narrativa         artistica.       In
primis    sul    tema    del
pregiudizio razziale, dove è
in    corso       un     articolato
lavoro      che    sta     portando
avanti in collaborazione con
la    Galleria         Paola    Sosio
Contemporary Art, una cui
anteprima è stata presentata
al recente MIA (Milan Image
Art Fair). Ma nello stesso
periodo matura anche la sua
riflessione             sulle
architetture,            che
diventeranno poi le cages.
All’inizio   GG   realizzava
queste immagini quasi per
caso, in modo incosciente,
scavando nei luoghi in cui
si trovava per lavoro, “con
una chiara intenzione sulla
resa grafica dell’edificio, ma
senza avere assolutamente in
mente alcun retro-pensiero”.
Per lui inizialmente erano
solo foto di architettura,
caratterizzate   da    una
costante immersione in un
cielo nero profondo. Finché
un giorno capì cosa stesse
veramente facendo. Dopo la
post-produzione di una sua
immagine, per tutta la notte
rimase con la sensazione che
quella     foto    –     pur
graficamente         ben        resa–
mancasse di un elemento. La
mattna     la       riguardò     e,
istntvamente, introdusse un
gabbiano      nel     cielo.     Un
chiaro artficio, che però gli
disvelò immediatamente il
senso  di  tutta  la  sua
produzione. In quel palazzo
GG   aveva    vissuto      diverse
riunioni     (era    di    un   suo
cliente). Ma proprio pochi
giorni prima GG aveva smesso
la sua vita da startupper ed
era così diventato lui quel
gabbiano. Che vola lontano
da     quel         grattacielo,
preferendo      la        libertà,
seppur nella solitudine e
nelle incertezze di un cielo
nero. Preferendola rispetto
all’apparente sicurezza di
quel palazzo, che offre sì
protezione, ma al tempo
stesso ti ingabbia la vita,
rendendoti succube di ritmi
e   processi      che     non    ti
appartengono. Dice GG: “non
l’avevo     capito,     ma    avevo
appena     fa:o   il    selfie    più
rappresenta@vo           di      me
stesso”.    Da          qui      le
architetture di GG si sono
trasformate in “Cages”. Una
riflessione        che         mostra
palazzi      di    architettura
iconici,     ma    riflette      sul
fatto che tanta bellezza si
gode a fronte di scelte che
ti privano della tua libertà
più interiore.
©Giangiacomo     Rocco   di
Torrepadula (GG) – Cages GG
– Milano Unicredit Tower
©Giangiacomo    Rocco    di
Torrepadula (GG) – Cages GG
Milano Citylife Generali
tower (lo storto)
©Giangiacomo   Rocco   di
Torrepadula (GG) – Cages GG
– New York Empire State
Building with moon

©6    Giangiacomo    Rocco     di
Torrepadula (GG) – Cages GG
– New York      Empire      State
Building

©Giangiacomo        Rocco      di
Torrepadula (GG) – Cages GG
–    Milano   Unicredit     Tower
from Gae Aulenti

©Giangiacomo        Rocco      di
Torrepadula (GG) – Cages GG
– Milano Unicredit Tower
from Corso Como

©Giangiacomo      Rocco   di
Torrepadula (GG) – Cages GG
– San Francisco Transamerica
building

©Giangiacomo      Rocco   di
Torrepaula (GG) – Cages –
Milano unicredit tower
©Giangiacomo    Rocco    di
Torrepadula (GG) – Cages GG
San Francisco Market Street
@Giangiacomo   Rocco     di
Torrepadula            (GG)
autoritratto

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