QUALE FUTURO PER LE CURE IN EUROPA ? - UNI Europa

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QUALE FUTURO
PER LE CURE IN
EUROPA ?
INDICE
02   Le cure del futuro: una visione per l’Europa – Preambolo

05   Il futuro delle cure: piattaforma politica

07   Investimenti sociali e non austerità

10   Posti di lavoro di qualità per cure di qualità

15   Conferire potere ai migranti

19   Sostenere le competenze e l’innovazione
LE CURE DEL FUTURO:
               UNA VISIONE PER L’EUROPA
               Il lavoro nel settore delle cure è in rapido mutamento. Il crescente invecchiamento
               delle popolazioni, le pressioni finanziarie sui lavoratori, il ricorso da parte del
               governo ai settori privati e non profit chiamati a svolgere un ruolo crescente
               nell’industria, nonchè l’emergenza di erogatori for profit (anche multinazionali) di
               servizi di cura, hanno un impatto considerevole. L’insieme di questi fattori crea
               nuovi mercati e nuovi posti di lavoro incoraggiando peraltro una crescita senza
               precedenti delle cure private che oggi costituiscono un settore centrale e
               determinante dell’economia dei servizi.
               Tutti i cittadini europei hanno il diritto fondamentale a cure di qualità. È particolarmente
               importante per i membri più vulnerabili delle nostre comunità – gli anziani, i
               bambini in tenera età e le persone bisognose. Sostanzialmente la salute ed il
               benessere delle nostre famiglie sono tra le mani di coloro che lavorano
               indefessamente per offrire questi servizi vitali e garantire le cure necessarie a chi
               ne ha bisogno. Questo lavoro è contraddistinto da salari bassi, una formazione
               inadeguata e condizioni di lavoro scadenti. Le decisioni dettate dai costi non
               sono buone nè per i lavoratori nè per le nostre comunità. I sindacati che
               rappresentano i settori privati e non profit stanno lavorando insieme per far sì che
               siano sentite le opinioni e le preoccupazioni dei lavoratori via via che si forgia il
               futuro del settore europeo delle cure.
               In tutta Europa si osserva una carenza strutturale di operatori sanitari, in
PERCHÈ         particolare nel settore dell’assistenza a lungo termine. Nel 2010, nel lanciare la
               strategia Europa 2020, la Commissione europea aveva avvertito che si sarebbe
DOBBIAMO       lamentata una carenza di 2 milioni di operatori sanitari entro il 2020 se non
CURARCENE      fossero stati adottati i provvedimenti necessari. Secondo le previsioni della
               Commissione, di questi 2 milioni, un milione di lavoratori sarebbe venuto a
               mancare nel solo settore dell’assistenza a lungo termine.1
               Occorre assumere decisioni in tutti i paesi europei per forgiare il nostro futuro
               collettivo. I decision maker europei hanno l’incarico di creare una società giusta
               ed equa che si curi dei nostri anziani, dei nostri bambini, dei nostri disabili e dei
               nostri bisognosi. Ma senza un’azione urgente l’Europa rischia di diventare una
               comunità in cui le cure sono accessibili solo per i pochi ricchi ed in cui gli
               approcci low-road trascinano gli standard sanitari verso il basso mettendo in
               pericolo i nostri cittadini. I decisori europei sono chiamati ad operare importanti
               scelte sul tipo di investimenti e di orientamenti posti in atto per tutelare e
               sostenere le nostre comunità. Quello che è in gioco è il futuro delle cure per noi
               stessi e per le nostre famiglie.
               Questa piattaforma presenta la nostra visione per un quadro europeo delle cure
IL FUTURO      basato sulla garanzia di maggiori livelli di investimento alfine di garantire posti di
               lavoro di qualità preservando nel contempo cure di qualità ed un’equa
DELLE CURE :   accessibilità. La piattaforma Il futuro delle cure poggia su quattro aree di azione:
LA             1) Investimenti sociali e non austerità – L’Europa è confrontata ad una carenza di
PIATTAFORMA    risorse umane nel settore delle cure. Senza investimenti urgenti, la Commissione
               europea prevede che mancheranno 1 milione di lavoratori entro il 2020 nel solo
               settore dell’assistenza a lungo termine. Sono necessari investimenti di vasta
               portata nel settore delle cure per creare e sviluppare posti di lavoro nonchè
               rispondere alla crescente domanda di servizi sanitari in Europa. Il settore delle
               cure è riconosciuto come un’area cruciale di crescita occupazionale.

               1
                Forum europeo sulla salute di Gastein (2010), Press Release: Possible shortage of up to two million health care workers by
               2020,

                                                                                                                                         2
Se questa crescita coinvolge i gruppi maggiormente in difficoltà e più vulnerabili,
allora gli investimenti nel settore possono contribuire a spezzare il ciclo austerità,
disinvestimento e persistenza della crisi in tutta Europa.
2) Posti di lavoro di qualità per cure di qualità – Le cure sono un settore vitale, la
cui qualità dipende da una forza lavoro dotata di una formazione adeguata che
usufruisce di condizioni lavorative e salari proporzionali alle sue qualifiche e
competenze. Eppure gli addetti alle cure sono tra i lavoratori meno pagati in
Europa. L’integrazione e l’allineamento del mercato europeo del lavoro sanitario
devono avvenire in modo tale da rafforzare i diritti dei lavoratori e gli accordi
collettivi in tutta Europa. A sostegno di obiettivi sociali di più ampia portata, la
politica sanitaria a livello europeo deve essere attuata in vista di un settore delle
cure di qualità e professionista, con direttive coerenti e giuste.
3) Conferire potere ai migranti – Il lavoro di cura offre opportunità di carriera ai
migranti, e la forza lavoro migrante è potenzialmente un elemento chiave di una
transizione positiva verso un sistema di cure di qualità basato su posti di lavoro di
qualità. Per raggiungere questo obiettivo, sono necessarie tutele contro lo
sfruttamento, separazioni chiare tra gli ispettorati del lavoro e dell’immigrazione,
la difesa dei diritti umani e del lavoro, nonchè l’accesso ai sistemi socio-sanitari
per i migranti.
4) Sostenere le competenze e l’innovazione – Per garantire servizi sanitari di
qualità è fondamentale poter far capo ad una forza lavoro competente, qualificata
e ben attrezzata. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è promuovere
e migliorare le competenze tramite l’accesso alla formazione lungo l’intero arco
della vita, fidelizzare il personale, e porre in campo tecnologie innovative
benefiche per i destinatari delle cure piuttosto che tecnologie volte alla semplice
riduzione dei costi.
I fattori illustrati in questa piattaforma possono svolgere un ruolo capitale nel
garantire che il settore delle cure continui a promuovere la coesione e la giustizia
sociali per le comunità in tutta Europa. Dobbiamo affrontare le carenze di personale
nel settore europeo delle cure e migliorare la qualità dei servizi promuovendo
salari più alti e migliori condizioni lavorative. Queste riforme sono benefiche per
tutti – utenti, famigliari, lavoratori e comunità. Al contrario, una forza lavoro
sottopagata, stressata, insicura, sfruttata ed altamente precaria espone un
settore già non adeguatamente finanziato ad ulteriori rischi di deterioramento
della qualità dei servizi erogati. Il futuro delle cure sta a cuore a tutti noi. È ora d
i investire nel nostro futuro collettivo prima che sia troppo tardi.

 3
LA CRISI DELLA                               AUSTERITA’ DELLE
FORZA                                             CURE
LAVORO                                               2007               2016

L’Europa sarà confrontata alla carenza di       L’Europa è l’unico continente in
un milione di lavoratori di cura a lungo        cui le spese sanitarie pro capite
termine entro il 2020                           sono in diminuzione dal 2007

INVECCHIAMENTO                                         SOSTEGNO
 AGEING
DELLA
POPOLAZIONE
                                                       DEI
                                                       MIGRANTI

                                              Senza un incremento della forza lavoro
Il numero di europei sopra gli 80 anni      migrante non si potrà rispondere ai bisogni
aumenterà del 68% entro il 2030                 di cure per gli anziani in Europa

                                                                                          4
Il lavoro di cura è una parte vitale del tessuto sociale europeo. Racchiude un
IL FUTURO     ampio ventaglio di servizi rivolti ai bambini, agli anziani, ai malati ed alle persone
              vulnerabili, garantendo il benessere tanto degli individui che delle nostre
DELLE CURE:   comunità. L’economia europea dipende da misure di assistenza e sostegno
PIATTAFORMA   adeguate. Dispositivi organizzativi fuori dal nucleo famigliare contribuiscono a
              liberare manodopera produttiva in altri settori economici sollevando i famigliari
POLITICA      dall’onere delle cure. In tutta Europa, l’assistenza continuativa di alta qualità, i
              servizi per l’infanzia e politiche prescolastiche contribuiscono a promuovere la
              parità di genere ed il conseguimento degli obbiettivi di riduzione della povertà.
              Garantiscono la partecipazione della forza lavoro promuovendo nel contempo
              politiche sociali più ampie che permettono alla società di funzionare. Programmi
              di qualità nell’ambito dell’apprendimento nella prima infanzia sono alla base dello
              sviluppo dei bambini nei primi anni, mentre programmi di qualità nell’ambito della
              cura degli anziani offrono assistenza ai membri più fragili e vulnerabili delle nostre
              comunità. Al contrario, politiche inadeguate nel settore delle cure e
              dell’assistenza possono incidere negativamente sulla coesione sociale e sui
              risultati economici.
              Le tendenze demografiche in atto da lungo tempo verso l’invecchiamento della
              popolazione osservabili in quasi tutti i paesi europei significano che la domanda
              di servizi di cura a pagamento continuerà a crescere nei prossimi decenni. Il
              settore delle cure è ritenuto dagli esperti di politica e dagli economisti come il
              settore dotato del più alto potenziale di creazione di posti di lavoro.La consapevolezza
              dei potenziali economici di questo settore ha indotto la Commissione europea ad
              esortare i governi a privilegiare l’investimento sociale. Eppure, la necessità di cure
              è in aumento in un momento in cui molti governi si stanno sganciando dalle
              proprie responsabilità ed attuano tagli drastici dei servizi sanitari di base.

              Il lavoro di cura è dispensato in una grande varietà di strutture, per esempio
              ospedali e cliniche, case di riposo e centri per la prima infanzia. Parallelamente
              all’incremento della domanda di cure, hanno sempre più presa i nuovi approcci
              delle cure continuative orientati al consumatore. E poichè l’incremento supera
              l’offerta di infrastrutture disponibili, il lavoro di cura è sempre più spesso svolto
              nelle case private fuori dalle istituzioni formali. Anche se la composizione del
              settore delle cure varia sensibilmente da un paese all’altro, questa tendenza
              verso le cure a domicilio, abbinata alla tendenza verso le cure private ed i servizi
              appaltati e parzialmente finanziati con fondi pubblici, sta gradatamente
              soppiantando l’offerta di servizi da parte delle istituzioni pubbliche. Questo significa
              che prestatori di servizi con scopi di lucro – ivi comprese le multinazionali come

5
pure piccole aziende ed agenzie – esercitano una pressione crescente sul mercato
delle cure. Tutto ciò si verifica in un contesto di austerità in cui le cure sono sempre
più commercializzate e soggette a pressioni dei costi perchè stanno slittando da
un obbligo pubblico collettivo verso un servizio privato finanziato dagli utenti. La
crescita del settore privato delle cure abbinata alle politiche di riduzione dei costi si
è tradotta nel calo degli investimento ed in una pressione crescente esercitata su
lavoratori già impegnati oltre ogni limite. I lavoratori di cura sono annoverati tra i
lavoratori meno pagati in Europa ed esposti ad alti livelli di sfruttamento e di rischio
sul luogo di lavoro. Molti sono occupati da piccoli prestatori di servizi, come le
agenzie di contratto, mentre altri sono lavoratori autonomi o lavorano nel settore
informale. Molti posti di lavoro nel settore informale sono esposti ad alti rischi di
sfruttamento e succede che lavoratori domestici lavorino in condizioni quasi di
schiavitù. Le strutture tanto formali che informali del settore occupano per lo più
lavoratori migranti, esposti a condizioni di ipersfruttamento e non sempre con gli
stessi diritti del lavoro.
Questa piattaforma vuole essere vettore della nostra visione per definire un
inquadramento delle cure su scala europea, incentrato sulla garanzia di più alti
livelli di investimenti garanti di posti di lavoro, salvaguardando nel contempo alti
standard di servizi e la parità di accesso alle cure. La piattaforma Il Futuro delle
cure si articola attorno a quattro aree di intervento:
    Investimenti sociali e non austerità
    Posti di lavoro di qualità per cure di qualità
    Conferire potere ai migranti
    Sostenere le competenze e l’innovazione

Tutta l’Europa è confrontata ad una penuria strutturale di offerta di operatori sanitari, in
particolare nel settore delle cure continuative. Nel 2010 all’epoca cioè del lancio della
strategia Europa 2020, la Commissione europea ha avvertito che entro il 2020
sarebbero mancati 2 milioni di lavoratori se non fossero state prese le contromisure
idonee. Di questi, ha predetto la penuria di 1 milione di lavoratori nel settore delle cure
continuative, di 600.000 nel settore infermieristico e di 230.000 medici. 2
Ovunque in Europa siamo confrontati alla penuria di manodopera nel settore delle
cure ed alla necessità di migliorare l’offerta di servizi promuovendo salari più alti e
condizioni di lavoro migliori. Ciò deve essere fatto nel rispetto dei diritti dei migranti
e spostando l’ampia fascia di lavoro domestico irregolare verso una sfera di
occupazione formale, con tutti i diritti e le garanzie lavorative corrispondenti. Inoltre
questi fattori sono determinanti nel garantire che il settore continui a promuovere la
coesione sociale e la giustizia sociale in tutte le comunità in tutta Europa. Ogni
individuo trae beneficio da queste riforme – i consumatori, le famiglie ed i
lavoratori. Al contrario, una forza lavoro sottopagata, oberata, insicura, sfruttata e
fortemente precaria espone il settore ad ulteriori rischi in termini di degrado della
qualità dell’offerta di servizi.

2
 European Health Forum di Gastein (2010), Press Release: Possible shortage of up to two million health care workers by 2020,

                                                                                                                               6
In tutta Europa i servizi di cura sono sotto tensione. Proprio quando gli investimenti
INVESTIMENTI    dovrebbero aumentare per far fronte all’incremento della domanda di cure
                continuative, la risposta di molti governi europei è stata una politica di austerità.
SOCIALI E NON   Queste politiche hanno comportato riduzioni dei servizi e dei posti di lavoro,
AUSTERITÀ       l’attuazione di tagli di personale e blocco dei salari, privatizzazioni,
                l’esternalizzazione di posti di lavoro verso il settore privato e l’introduzione di
                pagamenti da parte dei beneficiari delle cure3. I servizi sono dunque stati vittime
                di tensioni ancora più forti in un’epoca in cui è necessaria la risposta
                esattamente opposta.
                È imperativa un’impostazione incentrata sugli investimenti a livello europeo. A
                seguito dell’invecchiamento della popolazione in Europa, la domanda di servizi di
                cura è destinata ad aumentare mentre la forza lavoro diminuisce. Ciò è allarmante
                in quanto la forza lavoro è già sotto tensione ed i servizi di cura già risentono di
                finanziamenti insufficienti.
                Col pretesto di riorientare interi sistemi sanitari verso il rapido invecchiamento
                delle società e la contrazione della popolazione attiva, i governi in tutta Europa
                hanno tentato, a tutti i livelli, di ristrutturare ed ammodernare i settori dei servizi.
                Eppure in molti casi queste cosiddette riforme di rinnovamento e modernizzazione
                dei servizi di cura sono state attuate con lo scopo di subordinare i servizi di cura
                alle politiche di riduzione dei costi, di commercializzazione e privatizzazione.
                Nel suo documento strategico Europe 2020 la Commissione europea ha ribadito
                la necessità di considerare la spesa e l’investimento sociali come sensibili ed
                economicamente benefici nel breve e nel lungo termine. Il settore delle cure, in
                passato marginalizzato se non addirittura escluso dai dibattiti economici, oggi è
                riconosciuto come area chiave per la crescita occupazionale. La strategia per
                l’Europa del 2020 esortava a superare la crisi economica incentrandosi sulla
                crescita inclusiva e la creazione di posti di lavoro.4 Nell’ambito del Pacchetto
                Investimenti Sociali, la Commissione ha esortato gli Stati membri a dare la priorità
                agli investimenti sociali, alla modernizzazione dei sistemi di welfare mediante
                politiche volte a formalizzare il lavoro di cura informale, a proseguire gli sforzi
                intesi a “fidelizzare” la manodopera tramite standard occupazionali migliori
                nonchè ammodernare le politiche di protezione sociale ottimizzandone
                l’efficienza, l’efficacia e le modalità di finanziamento.5
                Questa affermazione, pur risultando da una reale convinzione, avrebbe indotto
                tutti gli Stati membri ad agire in modo da migliorare l’efficacia, la sostenibilità ed il
                dinamismo dei settori delle cure all’infanzia e continuative. Ma la Commissione
                europea non ha trovato il modo di soprassedere al quadro di austerità economica
                imposto dalla Troika, ciò che ha generato la recessione economica piuttosto che
                lo sviluppo.

                3
                  UNI Europa (2014), Impacts on social protection and care: Recent challenges in Europe and a trade union position in favour
                of quality care and universal social protection, Bruxelles: Gruppo di lavoro UNICARE Europa.
                4
                  Commissione europea (2010), Communication from the Commission: Europe 2020, A strategy for smart, sustainable and
                inclusive growth, COM(2010) 2020, Bruxelles: Commissione europea
                5
                  Commission europea (2013), Communication from the Commission: Towards Social Investment for Growth and Cohesion –
                including implementing the European Social Fund 2014-2020, COM(2013) 83 final, Bruxelles: Commissione europea, pp. 2-4

7
Come sottolineato dal CESE nella sua risposta alla strategia di investimento
sociale della Commissione europea, si nota un enorme gap tra il modo di vedere
della Commissione europea e l’assenza di soluzioni finanziarie.6 Malgrado solide
motivazioni a favore dell’investimento sociale, l’idea di ‘fare di più (e meglio) con
meno risorse’ è un pensiero che tuttora prevale nella politica dell’Unione
europea a certi livelli. Se il sistema oggi vigente è in crisi è precisamente per via
delle carenze di finanziamenti generate da questo posizionamento. Per affrontare
le sfide future e garantire cure di qualità quali identificate dalla Commissione
europea, urgono maggiori finanziamenti a livello tanto dell’Ue che dei
singoli Stati membri.

   L’impegno verso cure di qualità è imprescindibile dalla qualità dei posti di
lavoro. I nuovi investimenti nei servizi di cura devono garantire condizioni
lavorative e salari dignitosi proprozionali alle professionalità e competenze
dei lavoratori.
   I finanziamenti pubblici dei servizi di cura devono essere visti come un
importante fondamento per garantire servizi di qualità universalmente accessibili
anche economicamente. Un’idonea devoluzione delle risorse pubbliche, tramite
sia i redditi generali che il welfare indiretto ed i modelli ridistributivi di
finanziamento pubblico, è determinante per garantire il settore necessario
nell’Europa del futuro.
   Va posto termine alle misure di austerità che mettono a repentaglio i
programmi di previdenza sociale e di sicurezza sociale, mentre vanno attuate
politiche che sostengono attivamente l’occupazione e gli investimenti in questo
settore ed in quello dei servizi di cura; devono essere garantite risorse sufficienti
per lo sviluppo e la sostenibilità di un quadro di alta qualità, che coprano settori
quali l’accesso alle cure, le pensioni, la politica di invecchiamento, i sussidi
familiari ed i servizi per l’infanzia.
   Occorre un vasto programma di investimenti sociali su scala europea pari ad
almeno il 2% del Pil per i prossimi dieci anni per spezzare il ciclo austerità-
disinvestimento; alla luce dell’incremento della domanda di cure, le attuali
carenze di manodopera e l’alto potenziale occupazionale, il settore delle cure
deve essere una delle principali priorità dei finanziamenti pubblici.7
   Oltre alla mobilitazione del Fondo sociale europeo di €10 miliardi, si
dovrebbero implementare altri meccanismi di finanziamento a livello europeo
come il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale ed il Fondo europeo di
sviluppo regionale alfine di incentivare gli investimenti nel settore delle cure.8
    Per raccogliere fondi sufficienti per il finanziamento delle necessarie riforme, è
necessaria una reale volontà di riforma fiscale, tra cui la fine delle pratiche di
concorrenza fiscale in seno all’Ue, delle scappatoie fiscali nonchè azioni più
determinate per far cessare l’evasione fiscale aumentando idoneamente le
imposte sul reddito delle multinazionali ed introducendo provvedimenti quali
l’imposta sul patrimonio ed altre imposte progressive che riducono le disparità
incrementando nel contempo le entrate.

6
  Oliver Röpke (Relatore) (2013), Opinion of the European Economic and Social Committee on the Communication from the Commission:
Towards Social Investment for Growth and Cohesion – including implementing the European Social Fund 2014-2020, SOC/481,
Bruxelles: Comitato economico e sociale europeo, p. 2
7
  Wolfgang Greif (Relatore) (2014), Opinion of the European Economic and Social Committee on the impact of social investment on
employment and public budgets (own-initiative opinion), SOC/496, Bruxelles: Comitato economico e sociale europeo, p. 8
8
  Greif (2014), Opinion of the European Economic and Social Committee on the impact of social investment on employment and public
budgets, p. 9

                                                                                                                                    8
9
Il settore delle cure è contraddistinto da salari bassi e condizioni lavorative
POSTI DI      scadenti. Il lavoro di cura è impegnativo, tanto fisicamente che mentalmente e
              spesso impone ai lavoratori di destreggiarsi con i turni e gli orari. Spesso è
LAVORO DI     svolto in condizioni precarie e pagato male. Gran parte del lavoro di cura – in
QUALITÀ       particolare l’assistenza alla persona – avviene nel settore informale dove non
PER CURE DI   sono applicati nemmeno gli standard minimi di lavoro. L’insoddisfazione nel
              lavoro può tradursi nell’incapacità di “fidelizzare” la manodopera esistente, con
QUALITÀ       ripercussioni sulla qualità delle cure.
              Il settore risente di importanti carenze di manodopera dovute principalmente al
              basso livello dei salari e delle condizioni che spesso contraddistinguono il lavoro
              di cura. Dato l’incremento della domanda di cure, urge rimediare a queste
              lacune. Si deve porre l’accento sulla creazione di posti di lavoro di qualità e
              pagati bene con condizioni di lavoro dignitose per garantire un’adeguata offerta
              di manodopera nel lungo termine. La correlazione tra la qualità dei posti di
              lavoro e la qualità dell’offerta di servizi è molto stretta. In ultima analisi, la salute
              ed il benessere delle nostre famiglie, insieme all’educazione e la protezione dei
              nostri figli, sono nelle mani di coloro che lavorano instancabilmente per
              prodigare cure vitali. Poichè le politiche imperniate sui tagli e l’austerità
              aggravano la disuguaglianza sociale, molti addetti alle cure sono colpiti in prima
              linea da una crisi sociale.
              Per molti addetti del settore, il lavoro è contraddistinto da orari di lavoro
              impossibili, l’esclusione dal sistema di previdenza sociale, un sostegno
              inadeguato e condizioni di lavoro scadenti. Benchè l’economia europea abbia
              usufruito di alcuni dei sistemi di cura più progrediti e sviluppati, gli addetti di
              questo settore hanno continuato ad essere sottovalutati, sottopagati e
              sottostimati in gran parte dell’Europa. Nel contesto di tagli di bilancio e di
              austerità successivo alla crisi finanziaria del 2008, i sistemi di cura hanno
              risentito di una forte erosione dovuta ai tentativi dei governi di ridurre
              ulteriormente le spese. Una delle maggiori minacce per la qualità delle cure è la
              commercializzazione dei servizi, come accade in Belgio che oggi è confrontato
              all’erosione del suo sistema no-profit di cure di qualità a causa delle pressioni
              sugli investimenti, che sempre più mettono a repentaglio la qualità delle cure.
              In tutta Europa, si osserva una crescente consapevolezza, a livello politico, del
              fatto che il deterioramento dei sistemi di cura e dei relativi posti di lavoro è
              socialmente dannoso ed effettivamente controproducente in termini di obiettivi
              di crescita economica e di creazione di posti di lavoro. Rivendichiamo con
              determinazione un capovolgimento delle misure di austerità e la richiesta di
              investimenti nel settore come politica economica pragmatica.
              Nel 2012, la Commissione europea ha definito il settore socio-sanitario come
              un settore chiave in cui la priorità degli Stati membri deve essere la creazione di
              posti di lavoro. Questo settore registra uno dei più alti tassi di crescita
              occupazionale. Insieme ai ‘posti di lavoro verdi’ ed all’economia digitale, i così
              chiamati ‘posti di lavoro bianchi’ nel settore delle cure sono considerati come
              quelli a più alto potenziale occupazionale e la Commissione europea ha
              esortato gli Stati membri a concentrare gli sforzi e le iniziative nella creazione di
              posti di lavoro in questo settore. Poichè l’esistenza di articolati sistemi di
              assistenza all’infanzia e di cure continuative contribuisce grandemente alla
              presenza delle donne nella forza lavoro, ogni nuovo posto di lavoro genera alti
              rendimenti nell’insieme dell’economia.9

              9
               Commissione europea (2012), Commission Staff Working Document on exploiting the employment potential of the personal
              and household services, SWD(2012) 95 final, Strasburgo: Commissione europea, p. 3

                                                                                                                              10
Oggi la Commissione europea, sotto la pressione dei maggiori gruppi
industriali, caldeggia nuovi accordi mirati a ‘ridurre i carichi normativi’ a livello
europeo.10 L’armonizzazione delle normative non dovrebbe essere utilizzata
come strumento per creare posti di lavoro sottostandard o come pretesto per
promuovere politiche che minano i diritti del lavoro riducendoli al minimo comun
denominatore. L’armonizzazione al contrario dovrebbe rinforzare e migliorare le
legislazioni in tutta Europa. Urge un approccio di tipo ‘strada maestra’ per il
settore delle cure – imperniato su posti di lavoro di qualità per cure di qualità in
linea con la necessità di un’occupazione di qualità – ciò che esige una
regolamentazione più efficace e più forte a livello tanto europeo che dei singoli Stati.
  La promozione della qualità e del professionalismo nel settore delle cure
presuppone la garanzia data ai lavoratori di accedere alla formazione ed agli
aggiornamenti, l’abolizione dei salari bassi e dello sfruttamento, promuovendo
nel contempo la contrattazione collettiva ed il dialogo sociale.
    Date le penurie croniche già riscontrabili nel settore e le previsioni di
incremento della domanda di lavoratori di cura, è urgente colmare questo gap
mediante strategie integrate e con le dovute risorse, di assunzione e
“fidelizzazione” del personale. Per essere efficaci, queste strategie devono
incentrarsi sulla creazione di posti di lavoro ben pagati e di qualità. Chiediamo
pertanto alla Commissione di promuovere un articolato piano di azione volto al
miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro per i lavoratori di cura in
tutta Europa.
   I diritti di tutti i lavoratori di cura vanno rispettati e l’Ue deve promuovere e
garantirne i diritti fondamentali nonchè assicurare i presupposti che ne
consentano l’esercizio da parte di tutti loro. Il settore delle cure è particolarmente
vulnerabile allo sfruttamento in quanto molti lavoratori sono occupati in
condizioni precarie ed informali. È necessaria una legislazione più esigente in
materia di occupazione, per garantire standard minimi ad un livello corretto,
inclusa la prevenzione di qualsiasi via di uscita che consenta pratiche di
sfruttamento.
   Gli accordi collettivi e gli statuti devono essere difesi ed estesi per coprire
tutti i lavoratori del settore, inclusi i badanti autonomi o occupati dal loro
assistito. I diritti di contrattazione collettiva devono essere rinforzati per i
lavoratori di cura in tutta Europa, inclusi quelli attualmente occupati in
condizioni precarie o informali. Ciò implica il pieno rispetto della libertà di
contrattazione collettiva per tutti i sindacati a tutti i livelli ed in seno agli Stati
membri. Ciò deve accadere per contrastare i programmi e le linee guida di
austerità emanate dalla Troika.

 Commissione europea (2015), Commission Staff Working Document: Better Regulation Guidelines, SWD(2015), 111 final,
10

Strasburgo: Commissione europea, p. 4

11
A sostegno di ampi obiettivi sociali, deve essere attuata una politica normativa
con un impegno verso l’alta qualità, nel cui quadro le migliori pratiche sono gli
standard, compresi quelli sul lavoro.
   Le procedure di appalto a livello nazionale devono rispecchiare l’impegno a
rispettare gli standard europei, garantendo in particolare che i prestatori di cure
che concorrono per finanziamenti pubblici si conformino agli standard in materia
di qualità e di prassi occupazionali.
   UNI Europa farà campagna in favore di una migliore protezione di tutti i servizi
di interesse generale, compresi i servizi di cura. Riteniamo essenziale
salvaguardare la qualità dell’offerta di cure in Europa. Idealmente sarebbe bene
creare un’eccezione generale per i servizi rispetto alle normative interne
europee di mercato. Per UNICARE, servizi e posti di lavoro di qualità sono le due
facce della stessa medaglia. Posti di lavoro di qualità con buone condizioni
lavorative si traducono in servizi migliori sicchè va evitato qualsiasi ampio
scorporo secondo le regole del mercato interno.
    Alla luce dell’impegno verso servizi di qualità, è necessario superare la
discussione dei minimi adeguati per il settore; per promuovere il miglioramento
della qualità e l’innovazione nel settore, si devono attuare tutte le strategie atte a
rendere le carriere più viabili ed attraenti nel settore, aumentando sensibilmente
gli standard oltre i livelli minimi come strumento di incentivazione delle assunzioni
nei servizi sociali essenziali fortemente colpiti dalla carenza di manodopera.
   Accordi commerciali internazionali come il Partenariato transatlantico per il
commercio e gli investimenti (TTIP) ed il Trade in Services Agreement (TISA)
attualmente in corso di trattativa minacciano di rafforzare i poteri dei datori di
lavoro e delle compagnie multinazionali a scapito dei governi e dei cittadini.
Transigendo sugli standard di lavoro, si genera un crescente sfruttamento
soprattutto in settori già vulnerabili come quello dell’assistenza a domicilio. Se
dovessero essere sottoscritti nuovi accordi internazionali, questi dovranno
promuovere il miglioramento e non l’erosione delle condizioni di lavoro.

                                                                                         12
BEATA OLSZEWSKA-SZYBALDIN
POSTI DI      Beata è una badante dalla Polonia e lavora nel settore delle cure da 21 anni.
              Dopo essersi trasferita in Svizzera nel 2013, Beata ha scoperto con
LAVORO DI     costernazione che gli anni di esperienza e di qualifiche professionali contano
QUALITÀ       pochissimo nel nuovo paese di residenza e che sarebbe retribuita a livelli
PER CURE DI   nettamente inferiori rispetto ai lavoratori di cura locali.

QUALITÀ       “Guadagnavo 30-50% meno di un lavoratore svizzero a parità di lavoro.”

              È solo uno dei tanti esempi di come certi datori di lavoro approfittano del
ARGOMENTO     sistema, afferma Beata. E dunque, per migliorare la propria situazione personale,
DI STUDIO     Beata ha perfezionato le proprie qualifiche locali.
              Lavorare nel settore delle cure è duro e le giornate di Beata sono faticose:

              ‘La mia giornata comincia alle 6 del mattino e mi occupo di 4-5 pazienti al
              giorno. Anche se il lavoro con loro dura circa 6 ore, a causa delle distanze,
              spesso non sono a casa prima di mezzanotte. Non ho tempo di tornare a casa
              durante la giornata, anche quando magari ho due ore di pausa tra due assistiti.’

              ‘Il lavoro è specifico per ogni paziente – dipende dalle esigenze personali. In
              certi casi si tratta di mansioni mediche, come la medicazione, il prelievo del
              sangue, fare iniezioni ma dobbiamo anche lavarli nella vasca da bagno o sotto la
              doccia, nonchè occuparci delle mansioni domestiche come le pulizia e cucinare.
              Ma la cosa più importante che facciamo è parlare con loro ed ascoltarli. Il mio
              lavoro mi piace – è molto duro ma molto appagante per quello che apportiamo
              ai nostri pazienti nella loro vita.’
              ‘Ho lavorato per una coppia di anziani – 87 e 85 anni – che da tanto tempo non
              parlavano nè interelazionavano. Poco a poco sono riuscita a creare una vera
              relazione veramente bella con questa coppia. Hanno riacquistato una grande
              indipendenza e ci siamo dati da fare tutti insieme perchè potessero fare sempre
              più cose da soli – e questo ha apportato loro un grande senso di indipendenza
              ed una migliore qualità di vita. È per questo che faccio questo mestiere.’

              Beata dice: ‘I sindacati del settore delle cure sono un elemento essenziale per
              offrire una vita migliore ai nostri anziani’. Beata ha lavorato con il sindacato locale
              delle cure UNIA per garantire che siano pagati gli straordinari ed il tempo di
              spostamento e per riunire i lavoratori in un comitato in modo che possano
              contribuire collettivamente a creare un settore delle cure migliore e più
              giusto per tutti.

13
SAMANTHA BYRNE
Samantha è badante a tempo pieno per persone anziane in Irlanda e lavora nel
settore delle cure da oltre vent’anni.
‘Una giornata tipica per me è aiutare i miei assistiti apportando cure personali,
rifaccio i letti, li aiuto a mangiare, ed altre attività a dipendenza delle esigenze di
ciascuno di loro. Ogni programma di assistenza è fatto su misura per ogni
persona di cui mi occupo. Ma c’è anche una parte meno visibile del nostro lavoro
– osserviamo il loro stato di salute psico-fisico, individuiamo segni di malattia,
problemi dermatologici o di altra natura. In ultima analisi il nostro lavoro genera
risparmi per il sistema sanitario ed impedisce l’aggravamento di problematiche sanitarie.’
‘E’ molto importante parlare con i nostri assistiti. Magari io sono l’unica persona
alla quale il mio assistito ha parlato per tutta la giornata, o addirittura negli ultimi
tre giorni. Magari sono l’unico vero legame personale che intrattengono per una
settimana, quindi la mia missione è anche quella di ascoltarli per alleviare la loro
solitudine. Certe persone che assistiamo sono molto sole. Alcune non hanno
famiglia, non escono. La solitudine può essere terribile ed incidere gravemente
sulla salute.’
‘Il mio lavoro richiede competenze di alto livello, e per svolgerlo bisogna anche
essere compassionevoli, pazienti, premurosi e responsabili.‘
Malgrado l’importanza del suo lavoro per la società, il lavoro di Samantha è
estremamente precario.
‘Il mio contratto è un contratto zero-ore. Questo significa che non ho mai la
garanzia di avere ore di lavoro. Sono in balía del mio datore di lavoro, solo lui può
darmi ore di lavoro. Alla fine del mese non so mai quanto guadagno’
‘Non ho nessuna stabilità, non posso mai preventivare nulla. Ho una famiglia che
dipende da me e non so mai se posso pagare i libri o le gite scolastiche, quindi
non possiamo mai prevedere nulla, non abbiamo nessuna stabilità, il fatto di non
avere la garanzia delle ore di lavoro crea grosse difficoltà per me e per la mia famiglia’

Il turnover del personale è molto alto nel settore delle cure in Irlanda e certi
lavoratori non si sentono apprezzati come dovrebbero per il lavoro vitale che
svolgono. Secondo Samantha hanno l’impressione che il lavoro sanitario non ha
importanza.
‘Il nostro lavoro è valido ed utile per la società e a me piace tanto. Mi dà
soddisfazione. Lavoro duramente per i miei assistiti ma onestamente cerco di non
pensare a come sono trattata e pagata perchè a volte mi sembra così ingiusto.
Se mi soffermassi a pensarci rischierei di non continuare a fare questo lavoro.’
‘Sono un’assistente sanitaria professionale ed offro cure di altissima qualità, ma
questo non si riflette nel mio contratto. Abbiamo bisogno di contratti stabili, e di
avere ore di lavoro garantite.’
I lavoratori di cura non sono consultati.
‘Potremmo essere di aiuto per la definizione di politiche, procedure e regole
adeguate per questo lavoro. Conosciamo i nostri clienti, siamo le persone che
meglio conoscono i loro bisogni ma non siamo mai consultati o ascoltati quando
sono prese decisioni importanti. Le cure che prodighiamo sono importanti, e a
volte si potrebbe risparmiare perchè vediamo dove sarebbe possibile migliorare il
sistema, ma siamo letteralmente ignorati.’
‘I lavoratori di cura devono essere consultati, è importante chiedere la loro opinione
ed usufruire delle loro competenze per il bene dell’intero sistema di cura’.

                                                                                             14
In tutta Europa, milioni di lavoratori di cura migranti sono di importanza cruciale
CONFERIRE   per sostenere i sistemi sociali nazionali – che la migrazione sia o no regolata,

POTERE AI   che risulti da politiche scelte o de facto. Migranti da tutto il mondo sono
            impiegati in tutte le occupazioni del settore e costituiscono un’importante fonte
MIGRANTI    di manodopera per le cure a domicilio in paesi come la Germania ; sono per lo
            più concentrati nei livelli più bassi, soprattutto nei settori meno regolamentati
            dell’assistenza alla persona e delle cure a domicilio. Il contributo socio-economico
            dei lavoratori di cura migranti ha spesso un grosso costo personale e molti non
            usufruiscono dei diritti fondamentali. Troppo spesso il lavoro di questi migranti è
            svolto in condizioni di sfruttamento, emarginazione ed invisibilità. I lavoratori
            migranti che entrano nel settore sono il più delle volte relegati nelle occupazioni
            con le paghe più basse e vulnerabili ai massimi rischi di sfruttamento ed in certi
            casi estremi, di schiavitù.
            Sempre più i nostri sindacati rappresentano una forza di lavoro globale e mobile
            che è il fulcro dei modelli mutevoli di lavoro e di cure in tutto il mondo. I lavoratori di
            cura migranti sono cruciali per sopperire alle numerose carenze nel settore delle
            cure e dei servizi socio-sanitari nel loro insieme. Gli immigranti intra e extra Ue
            costituiscono un importante contingente di forza lavoro del settore formale delle
            cure in Regno Unito, Austria, Germania e Svizzera, con concentrazioni
            particolarmente alte di lavoratori di cura migranti occupati nell’assistenza a
            domicilio. In particolare nell’Europa meridionale, soprattutto in Italia, Grecia e
            Spagna, diversi milioni di lavoratori di cura migranti sono occupati privatamente
            in qualità di badanti o lavoratori domestici nel settore informale o ‘grigio’.
            La mobilità della manodopera in quanto elemento cruciale del profilo della forza
            lavoro del settore delle cure coinvolge i paesi sia di provenienza che di
            accoglienza. I mercati europei dei lavoratori di cura sono attraversati da flussi
            migratori regolati e non regolati, sia dentro che fuori dall’Ue. I singoli paesi in
            Europa sottostanno ai propri modelli di migrazione in quanto paesi di origine o
            di accoglienza dei migranti (e sempre più entrambi). Nel contempo, la
            sostenibilità globale delle politiche europee in materia di cure fa sempre più
            capo ad una forte immigrazione di lavoratori di cura provenienti da paesi
            extracomunitari per compensare una forza lavoro in continuo calo. Pur trattandosi
            di una tendenza a lungo termine, dall’insorgere della crisi economica, i governi
            hanno fatto sempre più ricorso ai migranti per via della penuria di forza lavoro,
            aggravata da programmi di formazione inadeguati, da salari bassi e tagli dei
            finanziamenti nel settore.

15
L’Europa sta attraversando una crescente crisi umanitaria, il più grosso esodo
dalla fine della seconda Guerra mondiale. Sempre più migranti, tra cui molti
profughi che fuggono la violenza e la guerra, soffrono di condizioni durissime ed
inumane nei campi di profughi ai confini dell’Europa. Molti dei 5 - 8 milioni di
lavoratori privi di documenti che si stima vivano in Europa risentono di una
crescente emarginazione ed esclusione dai diritti sociali. I servizi sociali
essenziali che dovrebbero agevolare la cura e l’integrazione nella comunità, i
servizi per i profughi e soprattutto i più vulnerabili come i bambini soli, sono stati
quelli più duramente colpiti anche a seguito dei tagli nei servizi di cura.
La risposta alla crisi dei profughi incentrata sulla sicurezza delle frontiere ha
consentito agli stati più ricchi d’Europa di sganciarsi dalle proprie responsabilità
sociali fondamentali in materia di crisi e di assistenza. Eppure migliaia di
cittadini ordinari sono intervenuti laddove i loro governi hanno fallito, tramite un
ampio spettro di organizzazioni, gruppi comunitari, sindacati, chiese, militanti
dei diritti umani ed altri reparti della società civile che hanno reagito direttamente
alla crisi umanitaria. In tutta Europa sindacalisti attivi in seno a diverse
organizzazioni sono stati in prima linea per offrire un’assistenza medica ed
umanitaria di base ai profughi, e questo malgrado i loro governi sempre più
propensi ad attuare provvedimenti securitari per far fronte alla situazione.
Crediamo nella assistenza e nella cura alle persone vulnerabili. I governi europei
devono unirsi per rispondere a questa crisi evitabile tramite uno sforzo
umanitario di emergenza adeguatemente finanziato e determinato, mirato
anzitutto a salvare vite ed a garantire la sicurezza ed il sostegno per le persone
che fuggono la guerra e la violenza.
La risposta militarizzata attualmente in atto alle frontiere non solo è brutale ma
per di più rappresenta l’assenza di una politica a livello europeo. Il trattamento
dei migranti senza documenti è ancora più spietato quando si conosce il ruolo
vitale che molti di loro già svolgono a sostegno dei sistemi di cura dei paesi
d’arrivo: si occupano delle generazioni più anziane allorchè il loro status
d’immigrazione ed il loro diritto di lavorare rimangono precari, spesso escludendoli
dai sistemi di protezione sociale di base. Per troppo tempo questi lavoratori
sono rimasti invisibili per i governi e per la maggior parte dei decisori politici.

                                                                                    16
I diritti fondamentali per tutti i lavoratori, tra cui l’accesso ai sistemi di protezione
sociale, condizioni di lavoro sicure ed un’equa remunerazione, sono principi
espressamente tutelati da convenzioni internazionali di natura giuridica. Esiste
la possibilità di inserire milioni di lavoratori domestici in un sistema lavorativo
moderno tramite la ratifica della Convenzione ILO N.189. La convenzione
impegna i firmatari a formalizzare il lavoro domestico e garantire che le
condizioni di lavoro per i lavoratori domestici siano eque e pari a quelle di tutti
gli altri lavoratori. Mira peraltro a rimuovere tutte le barriere che impediscono
l’esercizio di tali diritti, inclusi i diritti sindacali ed il diritto di organizzarsi; ed a
fornire un quadro legale affinchè sia posto termine allo sfruttamento dei
lavoratori domestici.
Il successo di queste misure si fonda sulla legalizzazione dei lavoratori
domestici senza documenti. Combattere lo sfruttamento di cui sono vittime i
lavoratori domestici formalizzando lo statuto dei migranti senza documenti avrà
molteplici effetti collaterali benefici. Molti lavoratori di cura migranti, occupati
soprattutto nell’assistenza domestica e nelle posizioni più emarginate come i
badanti, possiedono qualifiche superiori a quelle richieste per svolgere queste
funzioni; troppo spesso molti infermieri lavorano in occupazioni di cura inferiori
al loro livello di competenze, come l’assistenza domestica non dichiarata,
allorchè potrebbero trovare lavoro nei settori socio-sanitari formali se le loro
competenze fossero riconosciute e se fosse rimossa la barriera dello
status di immigrato.
Nelle grandi linee la politica della Commissione già oggi riconosce che una
formalizzazione della forza lavoro del settore delle cure è auspicabile e
necessaria, che occorre una transizione su ampia scala dei posti di lavori
irregolari nel settore formale in modo da influire sulle quote di adesione e
migliorare il funzionamento dei sistemi di cura. La transizione da accordi
informali verso sistemi occupazionali formali esigerà che si renda ‘visibile il
costo privatizzato finora nascosto delle cure continuative’.11 La politica a livello
europeo deve andare oltre il riconoscimento del ruolo vitale svolto nelle cure
dalla parte più marginalizzata della forza lavoro. Deve affrontare in modo
proattivo le condizioni occupazionali precarie con l’obiettivo di por termine allo
sfruttamento, consentendo nel contempo ai lavoratori di esercitare i propri diritti
tramite i sindacati.

 Commissione europea (2013), Staff working document: Long-term care in ageing societies – Challenges and policy options,
11

SWD(2013) 41 Final, Bruxelles: Commissione europea, p. 17

 17
Il lavoro di cura offre inoltre una carriera nel lungo termine ai migranti e la loro
forza lavoro ha il potenziale di costituire un elemento chiave della transizione
verso un sistema di cura di qualità basato su posti di l avoro di qualità.
   Tutti i lavoratori di cura, anche senza documenti, devono essere riconosciuti
per il contributo che apportano alle politiche europee in questo settore. Il lavoro
deve essere regolarizzato e formalizzato nel quadro di sistemi di cura di qualità
basati su un’occupazione di qualità come fattore determinante di una
transizione su scala europea verso sistemi di cura di qualità basati su posti di
lavoro di qualità. L’occupazione deve essere regolamentata e tutelata sia per i
lavoratori migranti che per i cittadini nazionali conformemente al principio della
parità di diritti.
    Le persone che esercitano il diritto alla libertà di movimento devono essere
trattate allo stesso modo, tutelate contro lo sfruttamento sul luogo di lavoro ed
usufruire del diritto di ricevere prestazioni sociali nei paesi ospitanti. L’accesso
alle cure socio-sanitarie deve essere esteso a tutti i migranti senza documenti;
i lavoratori di cura migranti forniscono un contributo considerevole ai sistemi
socio-sanitari ed in cambio non devono essere privati delle prestazioni di base.

    In risposta alla crisi dei profughi, tutti i governi nazionali e l’Unione europea
devono sostenere e potenziare la ricerca civile ed il salvataggio, gli aiuti medici
umanitarii come una priorità per salvare vite; tutti i governi devono trattare
i profughi con dignità e conformemente ai rispettivi obblighi, e sostenere
adeguatamente la risposta alla crisi e gli altri servizi sociali incentrati sull’assistenza
e l’integrazione delle persone più vulnerabili nelle nostre comunità.
   È imperativo riconoscere i diritti umani e del lavoro a tutti i lavoratori, a
prescindere dal loro status di immigrazione. Gli addetti alla cura alla persona
sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento in quanto il loro lavoro spesso
è confinato tra i quattro muri del domicilio del datore di lavoro. Allorchè il più
grosso del lavoro nel settore delle cure è volontario, la natura essenzialmente
nascosta e non regolamentata del lavoro domestico espone i lavoratori ad un
rischio particolarmente alto di sfruttamento ed asservimento.

   Per intraprendere un’azione efficace ed immediata contro lo sfruttamento dei
migranti, gli Stati membri devono stabilire chiare separazioni tanto nella legge
che nella pratica tra ispettorati del lavoro e dell’immigrazione. I lavoratori che
esercitano i loro diritti fondamentali non devono subire ritorsioni a livello
d’immigrazione, ed i lavoratori senza documenti non devono temere sanzioni
quando denunciano casi di sfruttamento o quando i loro datori di lavoro sono
sanzionati per violazioni della legislazione sul lavoro. I sindacati svolgono un
ruolo cruciale nella difesa delle condizioni occupazionali di base, ed i governi
devono agevolare il coinvolgimento attivo dei sindacati in settori in cui esistono
forme di sfruttamento dei lavoratori stranieri.

                                                                                         18
Una forza lavoro competente e qualificata è indispensabile per garantire servizi
SOSTENERE LE         di cura di qualità. È necessario promuovere posti di lavoro di qualità che
                     incoraggiano e migliorano le competenze dei lavoratori consentendo l’accesso
COMPETENZE E         all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.
L’INNOVAZIONE        Poichè le popolazioni in Europa continuano ad invecchiare, la concorrenza per
                     disporre di addetti nel settore delle cure si inasprirà. La tendenza generale nel
                     settore sanitario è verso il miglioramento delle competenze, con una proporzione
                     crescente di posti di lavoro destinati a crearsi nei settori maggiormente
                     qualificati. Ma fintanto che la domanda crescente di cure oltrepassa il numero
                     di addetti alle cure dotati delle necessarie competenze, la carenza di
                     manodopera continuerà ad aggravarsi e si intensificherà la pressione già forte
                     su forze di lavoro locali iperstressate ed insufficientemente sostenute,
                     generando ostacoli alla fidelizzazione. Condividiamo il parere del Comitato di
                     protezione sociale della Commissione europea secondo il quale questa
                     situazione è una minaccia per gli standard di qualità. Accogliamo positivamente
                     le esortazioni a sopperire alla carenza di manodopera tramite programmi di
                     assunzione e formazione che rendano il lavoro di cura più attraente e che
                     offrano migliori condizioni lavorative e retributive.12 Via via che diminuisce la
                     riserva di manodopera in seno alla quale reclutare, le innovazioni tecnologiche
                     offrono un enorme potenziale di miglioramento della qualità delle cure, quando
                     attuate per migliorare le condizioni e l’esercizio delle competenze da parte dei
                     lavoratori. La funzione di molte di queste tecnologie emergenti, in particolare
                     nel settore delle nuove diagnosi sofisticate, delle tecnologie assistive ed
                     informatiche, è di minimizzare o comunque ridurre la dipendenza dalle cure
                     continuative aiutando gli anziani a vivere il più a lungo possibile autonomamente
                     a domicilio ed agevolando la partecipazione sociale di persone che altrimenti
                     dipenderebbero fisicamente dai lavoratori di cura. Questi obbiettivi si
                     riconducono traversalmente ad altri risvolti della politica sociale in particolare a
                     livello di cure sanitarie, come l’incremento degli investimenti nell’assistenza
                     sanitaria preventiva e nella riabilitazione.

                 Comitato di protezione sociale (2014), Adequate social protection for long-term care needs in an ageing society, 10406/14
                12

                ADD 1, Bruxelles: Consiglio dell’Unione europea, p. 32

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Le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ITC), le tecnologie
assistive e le innovazioni in materia di metodologie mediche ed organizzative
offrono valore aggiunto ai posti di lavoro specializzati. Queste innovazioni,
quando sono attuate secondo le migliori prassi, come accade nei paesi
scandinavi, hanno incrementato l’efficienza dell’offerta di cure apportando nel
contempo miglioramenti in termini di oneri di lavoro e di qualità.
A tutt’oggi però gran parte del dibattito sulle promesse degli sviluppi tecnologici
nel settore delle cure è stato influenzato dalle politiche di austerità,
concentrandosi sull’utilizzazione delle tecnologie economicamente efficaci
per incrementare la produttività della forza lavoro. Il settore delle cure è ad
alto coefficiente di manodopera e tale resterà. La crescente domanda di cure
generata dall’invecchiamento della popolazione e dalla contrazione della
popolazione attiva eserciterà pressioni ancor più forti sulla carenza di manodopera
già in atto. La motivazione principale per lo sviluppo e l’attuazione di nuove
tecnologie non deve essere il risparmio sui costi, un modo di fare di più con
meno. Le tecnologie assistive devono essere utilizzate nell’ambito di una
politica di più ampio respiro per far fronte alle previsioni di penuria di manodopera
nel settore, incrementare la produttività della forza lavoro, e migliorare gli
standard qualitativi e dunque “fidelizzare” il personale. L’utilizzazione delle ITC
come strumento per ottenere che la forza lavoro faccia di più con meno, non
fa che acuire i problemi esistenti e si tradurrà in una minore capacità di
trattenere i lavoratori nel settore, azzerando gli sforzi di rinforzare la forza lavoro.

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I lavoratori di cura devono avere pienamente accesso alle opportunità di
          formazione e di apprendimento permanente, e pertanto anche poter
          usufruire degli adeguati congedi per accedere alle strutture formative.
              Le competenze specifiche devono essere riconosciute e formalmente
          immesse nei sistemi nazionali di istruzione e formazione professionali. Deve
          essere allestito un Quadro europeo delle qualifiche per consentire la
          trasferibilità transnazionale delle competenze per gli addetti del settore delle
          cure, nonchè per il loro riconoscimento e la loro retribuzione proporzionata
          alle loro competenze e responsabilità.
             Tra le azioni positive recentemente intraprese va citato il recente lancio di
          uno studio volto ad analizzare la fattibilità dell’istituzione di un Consiglio
          settoriale europeo sull’occupazione e le competenze nel lavoro socio-
          sanitario.13 Rimane da vedere quali conclusioni saranno tratte da questo
          studio, in particolare per quanto riguarda il livello di standard che questo
          studio promuoverà.
              Se c’è un vero impegno a far evolvere il settore verso l’innovazione, lo
          sviluppo ed il miglioramento incessanti, allora sono necessari livelli più alti di
          cooperazione e scambi di idee in tutta Europa, compreso un maggiore
          coinvolgimento dei sindacati e delle altre controparti sociali per contribuire
          all’articolazione tra gli standard di qualità e le competenze della forza lavoro
          per definire e misurare la buona prassi. Siamo convinti che i sindacati, in
          quanto portavoce dei lavoratori nel settore, detengono gli strumenti e le
          conoscenze necessarie per rivendicare migliori modelli di buona prassi.

     13
       Associazione europea di gestione della sanità (EHMA) (2013), Feasibility Study on the establishment of a European
     Sector Council on Employment and Skills for the Nursing and Care Workforce, 

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