Comune di Cadoneghe martedì, 08 gennaio 2019
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Comune di Cadoneghe martedì, 08 gennaio 2019 Dicono di noi 08/01/2019 Il Gazzettino Pagina 9 CRISTINA ANTONUTTI Coop Work, operai sfruttati e fatture false 3 08/01/2019 Il Mattino di Padova Pagina 26 Coop, premi e stipendi d' oro ai vertici paghe basse e contributi evasi ai soci 5 08/01/2019 La Tribuna di Treviso Pagina 13 Maxi frode fiscale e operai sfruttati Coop nei guai otto gli indagati 7 08/01/2019 Corriere delle Alpi Pagina 11 Maxi frode fiscale e operai sfruttati Coop nei guai otto gli indagati 9 08/01/2019 La Nuova di Venezia e Mestre Pagina 16 Maxi frode fiscale e operai sfruttati Coop nei guai otto gli indagati 11 08/01/2019 Il Gazzettino (ed. Padova) Pagina 29 Nababbi con la coop del lavoro nero 13 08/01/2019 Corriere del Veneto (ed. Padova) Pagina 11 Andrea Pistore PADOVA Lavoratori irregolari, fatturazioni per operazioni inesistenti, redditi sottratti a ... 14 07/01/2019 mattinopadova.it CLAUDIO MALFITANO Rincaro del 2,2% per l' assicurazione auto: ogni padovano paga in media 498 euro 15 08/01/2019 Il Gazzettino (ed. Padova) Pagina 31 CRISTINA ANTONUTTI Rolex e cinque ville, maxi sequestro per due dei 6 indagati padovani 16 08/01/2019 Il Gazzettino Pagina 9 Sono tutti veneti i 6 sotto inchiesta 17 07/01/2019 Padova Oggi Spettacolo "Gran Casinò - A teatro contro la ludopatia" all' Auditorium Ramin 18 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 2
[ § 1 8 9 5 0 1 5 1 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 9 Il Gazzettino Dicono di noi Coop Work, operai sfruttati e fatture false `Una frode fiscale milionaria attribuita a un consorzio che tra Veneto e Friuli utilizzava manodopera sottopagataSequestrati 4 milioni e orologi di lusso: 50mila euro erano nascosti in una scarpiera. Ma le casse della società sono vuote CRISTINA ANTONUTTI L' INCHIESTA PORDENONE Appalti viziati da fatture false, operai sottopagati e una frode fiscale milionaria. La Procura di Pordenone presenta un conto salato alla Work Ambiente, cooperativa che ruota attorno al consorzio Work Service Group di Padova, una sorta di agenzia interinale che da un paio d' anni ha trasferito la sede in un piccolo paese del Friuli Occidentale. Precisamente a Fanna, via Montelieto 36/A. Il numero di telefono rimanda ancora a Padova. A Fanna non c' è alcun responsabile, ma una sorta di foresteria dove alcuni operai stranieri attendono la chiamata al lavoro nei cementifici o negli impianti specializzati nel trattamento di rifiuti e servizi ambientali, come la Sesa di Este, dove nel 2017 i lavoratori di Work Ambiente si ribellarono contestando retribuzioni, irregolarità e mancato pagamento degli straordinari. Che gli operai della coop, soprattutto stranieri, siano sottopagati e privi di tutela, ieri lo ha rimarcato anche il colonnello Stefano Commentucci, comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone. È il punto più amaro della vicenda, eppure dal punto di vista penale conta poco o nulla. È sui reati tributari che si è concentrata la Procura di Pordenone ottenendo un sequestro ai fini della confisca per 4.053.000 euro. CASSE VUOTE I sequestri risalgono alle scorse settimane, ma nei conti della Work Ambiente il Nucleo di polizia economico finanziaria non ha trovato nulla. La società è incapiente. Un' ipotesi che il gip Rodolfo Piccin, quando ha accolto la richiesta di sequestro presentata dal pm Federico Baldo, aveva considerato, disponendo così la confisca di 3,4 milioni nei confronti di Raffaello Ercolini, di Cadoneghe, legale rappresentante della coop (dal quale si pretendono ulteriori 636 mila euro) e di Stefano Pecorari di Albignasego, amministratore di fatto. Sono i beni di questi due amministratori che sono stati bloccati. I sigilli sono stati posti a cinque immobili, compresa una villa. E due costosissimi orologi: un Rolex e un Panerai. Congelati, inoltre, conti correnti per 450mila euro. In contanti sono stati recuperati altri 50mila euro, gran parte in banconote da 500, che erano nascosti in una scarpiera che si trovava in un garage. Le difese - gli avvocati Ernesto De Toni e Marta De Manincor - hanno già tentato di contestare una prima volta il provvedimento, ma poco prima di Natale il Tribunale del Riesame ha dichiarato il ricorso in parte inammissibile e in parte lo ha respinto. Al momento otto sono le iscrizioni sul registro degli indagati e altrettante le cooperative coinvolte tra Pordenone, Padova, Bari e La Spezia. I finanzieri hanno contato 311 lavoratori irregolari. «Work Ambiente - ha spiegato Commentucci - è considerata una coop spuria, un mero serbatoio di manodopera, dove il socio non è considerato come tale e non gode dei diritti dei soci delle cooperative. Premi e incentivi venivano elargiti a un gruppo ristretto di soci, che arrivavano a integrare lo stipendio di 1.500 euro al mese con somme fino a 70mila euro l' anno. Ho già chiesto alla Regione Fvg che Work Ambiente venga cancellata dal registro delle cooperative». FINTE CRISI n questo contesto, facendo figurare che coop era in crisi, venivano decurtati gli stipendi, indicate indennità di trasferta inesistenti, contributi e ritenute non venivano versati. La Finanza non ha documentato una situazione di crisi, ma un incremento del fatturato da 3 a 7,6 milioni tra il 2014 e il 2016. In quei tre anni si concentrerebbe la frode fiscale. Dall' inchiesta emergono redditi sottratti alla tassazione per 5,4 milioni, fatture per operazioni inesistenti per 5,1 milioni, contributi e ritenute non versati per 625 mila euro. Le indagini stanno ancora ricostruendo i flussi finanziari. All' esame c' è anche l' attività di 26 società appaltatrici, comprese quelle Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 3
sott' inchiesta, che hanno sede a Padova (11), a Pordenone (3), Vicenza (2), Venezia (2), Verona (1), Rovigo (1), Bologna (1), nonchè Russia (5) e Serbia (1). Dagli accertamenti coordinati dal tenente colonnello Stefano Izzo e dal capitano Andrea Gobbi è emerso che Work Ambiente si sarebbe avvalsa di fatture emesse per operazioni inesistenti emesse da coop che hanno sede nelle province di Padova, La Spezia, Bari e Pordenone. Fatture che si riferivano a pagamenti per lavori mai eseguiti in cantieri che si troverebbero in Serbia e in Russia. Ma anche per l' acquisto di pale meccaniche gommate che la Caterpillar e la Volvo hanno assicurato di non aver mai venduto alla coop di Fanna. Anzi, in alcuni casi erano state commercializzate negli Stati Uniti. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 4
[ § 1 8 9 5 0 1 5 3 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 26 Il Mattino di Padova Dicono di noi Coop, premi e stipendi d' oro ai vertici paghe basse e contributi evasi ai soci Sei degli otto indagati sono padovani. Coinvolta la Work Ambiente: sequestrate ville, orologi e soldi. 311 lavoratori irregolari Ilaria PurassantaPORDENONE. Premi e incentivi fino a 70 mila euro l' anno a una rosa ristretta di soci (fra i quali gli amministratori di fatto) e gli altri lavoratori sottopagati rispetto al contratto nazionale. È una delle sfaccettature del quadro che ha tracciato la Finanza di Pordenone della cooperativa Work ambiente di Fanna, paese del Pordenonese, finita al centro di un maxisequestro preventivo per equivalente da 4 milioni di euro, pari all' imposta evasa. I numeriGli inquirenti hanno ipotizzato una frode fiscale con fatture per operazioni inesistenti per 5,1 milioni di euro, redditi sottratti a tassazione per 5,4 milioni e contributi e ritenute non versate per 625 mila euro. I risultati dell' operazione "Clepe et labora", coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Federico Baldo, sono stati illustrati ieri dal comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone, il colonnello Stefano Commentucci. Al suo fianco il tenente colonnello Stefano Izzo e il capitano Andrea Gobbi del nucleo di polizia economico finanziaria. IVA ABBATTUTALa Finanza ritiene la Work ambiente, collegata al Work group di Padova (dove è stata effettuata una perquisizione), una «cooperativa spuria», in cui sono state disattese le finalità mutualistiche. «Accanto», ha approfondito il colonnello Commentucci, « alle cooperative oneste, che con i loro soci lavoratori operano rispettando le regole, vi sono anche ulteriori cooperative spurie, che hanno ben poco di legale e che per questo sono in grado di applicare prezzi ridotti estromettendo dal mercato i concorrenti». Il comandante ha spiegato come la Work ambiente fosse «un mero serbatoio di forza lavoro, privo di strutture aziendali» e operasse «per tramite di appalti "girati" da un altro soggetto giuridico a seguito dei quali emetteva fatture con Iva che invece di essere versata allo Stato veniva "abbattuta" tramite falsi costi». Lavoratori sfruttati«In tale scenario», ha specificato Commentucci, «non vi era alcun rispetto delle disposizioni che dovevano qualificare una cooperativa di lavoro, come un reale scopo mutualistico e il corretto svolgimento delle assemblee, con il fattuale coinvolgimento dei soci per l' elezione degli organismi dirigenti e l' approvazione dei bilanci». Gli inquirenti hanno accertato che la coop di Fanna ha tagliato le buste paga dei lavoratori giustificandosi con la «crisi del settore della logistica». Contrasta con questa versione dei fatti l' andamento del fatturato di Work ambiente, balzato da 3 a 7,6 milioni di euro in tre anni, dal 2014 al 2016. Lo stato di crisi impone tagli uguali per tutti, qui invece per la Finanza pochi soci ricevevano lauti stipendi e gli altri in media 1.500 euro al mese. Sulla stampa sono state riportate le iniziative di protesta messe in atto in passato da alcuni dipendenti del gruppo contro le condizioni di lavoro: 311 i lavoratori irregolari. Trasferte fittizieUna parte dei salari figurava come indennità di trasferte, non soggette a dichiarazione fiscale. «I soci lavoratori, in aggiunta allo Stato», ha sottolineato Commentucci, «risultano le principali vittime delle condotte illecite individuate, sottopagati in violazione delle norme contrattuali nazionali e privati dei contributi anche tramite il ricorso a fittizie trasferte». Le Fiamme gialle ne hanno chiesto conto ai dipendenti, scoprendo che le trasferte erano in tutto o in parte inesistenti. La Procura ipotizza stipendi oggetto di evasione contributiva e fiscale. Il giro d' affariSono nove le società coinvolte nell' inchiesta: 5 a Padova, 2 a Bari, 1 a La Spezia. La coop di Fanna, specializzata in servizi di movimentazione merci, autotrasporto per conto terzi e facchinaggio, secondo la Finanza era il principale utilizzatore di manodopera. Le altre sono ritenute società cartiere, che hanno emesso le fatture per operazioni inesistenti. Ventisei i subappalti: 11 a Padova, 2 a Vicenza, 2 a Venezia, 1 a Verona, 1 a Rovigo), 3 a Pordenone, uno a Bologna, 5 Russia e un subappalto in Serbia. Gli indagatiLa Procura ha contestato la dichiarazione fraudolenta mediante l' uso di fatture per operazioni inesistenti a Raffaello Ercolini, 68 anni, di Cadoneghe, in qualità di rappresentante legale di Work ambiente (a lui viene contestata Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 5
l' omessa dichiarazione per il 2015) e Stefano Pecorari, 44 anni, di Albignasego, indicato come il gestore dell' attività amministrativo contabile e lavorativa della coop di Fanna. Specularmente sono stati indagati per l' emissione di fatture false gli amministratori delle sei aziende che le hanno emesse: Pecorari perché ritenuto amministratore di Cristallo società cooperativa, Meccano società cooperativa, Obiettivo uno società cooperativa; Marco Coda, 42 anni, di Casalserugo (Cooperativa Valpadana servizi a responsabilità limitata); Elena Facci, 41 anni, di Grantorto (Effeci società cooperativa a responsabilità limitata); Fabrizio Antonio Amatori, 50 anni, di Padova, e Gianfranco Tirreno, 76 anni, di Montegrotto Terme (Lend service srl). Soldi nella scarpieraIl gip Rodolfo Piccin ha emesso un sequestro per equivalente che ha aggredito anche i beni dei due indagati ritenuti dalla Finanza gli amministratori della cooperativa di Fanna (e non solo nei confronti della Work ambiente). Sigilli sulle ville (5 gli immobili sotto sequestro in provincia di Padova) e congelati 500 mila euro fra conti correnti e contanti. In una scarpiera nel garage di un indagato un maresciallo della Finanza ha trovato 50 mila euro, la maggior parte in banconote da 500 euro. Sono stati sequestrati anche orologi di lusso: Rolex e Panerai (nati come cronografi per gli incursori della Marina). Grazie al sequestro per equivalente nei confronti dei beni degli amministratori è stato possibile «recuperare risorse per lo Stato» che altrimenti sarebbero andate perdute. La prassi, svelata da Commentucci, prevede la messa in liquidazione delle coop spurie in caso di accertamenti, in modo che risultino incapienti alle richieste risarcitorie dello Stato. -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 6
[ § 1 8 9 5 0 1 5 4 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 13 La Tribuna di Treviso Dicono di noi Maxi frode fiscale e operai sfruttati Coop nei guai otto gli indagati Indagine della Finanza di Pordenone sulla Work di Fanna Nove le società coinvolte, tra le quali cinque nel Padovano PORDENONE. Premi e incentivi fino a 70 mila euro all' anno a una rosa ristretta di soci (fra i quali gli amministratori di fatto) e gli altri lavoratori sottopagati rispetto al contratto nazionale. È una delle sfaccettature del quadro che ha tracciato la Finanza di Pordenone della cooperativa Work ambiente di Fanna, finita al centro di un maxisequestro preventivo per equivalente da 4 milioni di euro, pari all' imposta evasa. I numeriGli inquirenti hanno ipotizzato una frode fiscale con fatture per operazioni inesistenti per 5,1 milioni di euro, redditi sottratti a tassazione per 5,4 milioni e contributi e ritenute non versate per 625 mila euro. I risultati dell' operazione "Clepe et labora", coordinata dal pm Federico Baldo, sono stati illustrati ieri dal comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone, il colonnello Stefano Commentucci. IVA ABBATTUTALa Finanza ritiene la Work ambiente, collegata al Work group di Padova (dove è stata effettuata una perquisizione), una «cooperativa spuria», in cui sono state disattese le finalità mutualistiche. «Accanto - ha approfondito il colonnello Commentucci - alle cooperative oneste, che con i loro soci lavoratori operano rispettando le regole, vi sono anche ulteriori cooperative spurie, che hanno ben poco di legale e che per questo sono in grado di applicare prezzi ridotti estromettendo dal mercato i concorrenti». Il comandante ha spiegato come la Work ambiente fosse «un mero serbatoio di forza lavoro, privo di strutture aziendali» e operasse «per tramite di appalti "girati" da un altro soggetto giuridico a seguito dei quali emetteva fatture con Iva che invece di essere versata allo Stato veniva "abbattuta" tramite falsi costi». Lavoratori sfruttati«In tale scenario - ha specificato il colonnello della Finanza Commentucci - non vi era alcun rispetto delle disposizioni che dovevano qualificare una cooperativa di lavoro, come un reale scopo mutualistico e il corretto svolgimento delle assemblee». Gli inquirenti hanno accertato che la coop di Fanna ha tagliato le buste paga dei lavoratori giustificando il taglio con la «crisi del settore della logistica». Contrasta questa versione dei fatti l' andamento del fatturato di Work ambiente, balzato da 3 a 7,6 milioni di euro in tre anni, dal 2014 al 2016. Lo stato di crisi impone tagli uguali per tutti, qui invece per la Finanza pochi soci ricevevano lauti stipendi e gli altri in media 1.500 euro al mese. 311 i lavoratori irregolari. Trasferte fittizieUna parte dei salari figurava come indennità di trasferte, non soggette a dichiarazione fiscale. «I soci lavoratori, in aggiunta allo Stato - ha sottolineato Commentucci - risultano le principali vittime delle condotte illecite individuate, tenuto conto che risultavano sottopagati in violazione delle norme contrattuali nazionali nonché privati dei contributi anche tramite il ricorso a fittizie trasferte». La Finanza ha scoperto che le trasferte erano in tutto o in parte inesistenti. Il giro d' affariSono nove le società coinvolte nell' inchiesta: altre 5 a Padova, 2 a Bari, 1 a La Spezia). La coop di Fanna, specializzata in servizi di movimentazione merci, autotrasporto per conto terzi e facchinaggio, secondo la Finanza era il principale utilizzatore di manodopera. Le altre sono ritenute società cartiere. La Finanza ha contato 26 subappalti: 11 a Padova, 2 a Vicenza, 2 a Venezia, 1 a Verona, 1 a Rovigo), 3 a Pordenone, uno a Bologna, 5 Russia e un subappalto in Serbia. Gli indagatiLa Procura ha contestato la dichiarazione fraudolenta mediante l' uso di fatture per operazioni inesistenti a: Raffaello Ercolini, 68 anni, di Cadoneghe, in qualità di rappresentante legale di Work ambiente (a lui viene contestata l' omessa dichiarazione per il 2015) e Stefano Pecorari, 44 anni, di Albignasego, indicato come il gestore dell' attività amministrativo contabile e lavorativa della coop di Fanna. Specularmente sono stati indagati per l' emissione di fatture false gli amministratori delle sei aziende che le hanno emesse: Pecorari perché ritenuto amministratore di Cristallo società cooperativa, Meccano società cooperativa, Obiettivo uno società cooperativa; Marco Coda, 42 anni, di Casalserugo (Cooperativa Valpadana servizi a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 7
responsabilità limitata); Elena Facci, 41 anni, di Grantorto (Effeci società cooperativa a responsabilità limitata); Fabrizio Antonio Amatori, 50 anni, di Padova, e Gianfranco Tirreno, 76 anni, di Montegrotto Terme (Lend service srl). Soldi nella scarpieraIl gip Rodolfo Piccin ha emesso un sequestro per equivalente che ha aggredito anche i beni dei due indagati ritenuti dalla Finanza gli amministratori della cooperativa di Fanna (e non solo eni confronti della Work ambiente). Sigilli sulle ville (cinque gli immobili sotto sequestro in provincia di Padova) e congelati 500 mila euro fra conti correnti e contanti. In una scarpiera nel garage di un indagato trovati 50 mila euro. I.C. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 8
[ § 1 8 9 5 0 1 5 5 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 11 Corriere delle Alpi Dicono di noi Maxi frode fiscale e operai sfruttati Coop nei guai otto gli indagati Indagine della Finanza di Pordenone sulla Work di Fanna Nove le società coinvolte, tra le quali cinque nel Padovano PORDENONE. Premi e incentivi fino a 70 mila euro all' anno a una rosa ristretta di soci (fra i quali gli amministratori di fatto) e gli altri lavoratori sottopagati rispetto al contratto nazionale. È una delle sfaccettature del quadro che ha tracciato la Finanza di Pordenone della cooperativa Work ambiente di Fanna, finita al centro di un maxisequestro preventivo per equivalente da 4 milioni di euro, pari all' imposta evasa. I numeriGli inquirenti hanno ipotizzato una frode fiscale con fatture per operazioni inesistenti per 5,1 milioni di euro, redditi sottratti a tassazione per 5,4 milioni e contributi e ritenute non versate per 625 mila euro. I risultati dell' operazione "Clepe et labora", coordinata dal pm Federico Baldo, sono stati illustrati ieri dal comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone, il colonnello Stefano Commentucci. IVA ABBATTUTALa Finanza ritiene la Work ambiente, collegata al Work group di Padova (dove è stata effettuata una perquisizione), una «cooperativa spuria», in cui sono state disattese le finalità mutualistiche. «Accanto - ha approfondito il colonnello Commentucci - alle cooperative oneste, che con i loro soci lavoratori operano rispettando le regole, vi sono anche ulteriori cooperative spurie, che hanno ben poco di legale e che per questo sono in grado di applicare prezzi ridotti estromettendo dal mercato i concorrenti». Il comandante ha spiegato come la Work ambiente fosse «un mero serbatoio di forza lavoro, privo di strutture aziendali» e operasse «per tramite di appalti "girati" da un altro soggetto giuridico a seguito dei quali emetteva fatture con Iva che invece di essere versata allo Stato veniva "abbattuta" tramite falsi costi». Lavoratori sfruttati«In tale scenario - ha specificato il colonnello della Finanza Commentucci - non vi era alcun rispetto delle disposizioni che dovevano qualificare una cooperativa di lavoro, come un reale scopo mutualistico e il corretto svolgimento delle assemblee». Gli inquirenti hanno accertato che la coop di Fanna ha tagliato le buste paga dei lavoratori giustificando il taglio con la «crisi del settore della logistica». Contrasta questa versione dei fatti l' andamento del fatturato di Work ambiente, balzato da 3 a 7,6 milioni di euro in tre anni, dal 2014 al 2016. Lo stato di crisi impone tagli uguali per tutti, qui invece per la Finanza pochi soci ricevevano lauti stipendi e gli altri in media 1.500 euro al mese. 311 i lavoratori irregolari. Trasferte fittizieUna parte dei salari figurava come indennità di trasferte, non soggette a dichiarazione fiscale. «I soci lavoratori, in aggiunta allo Stato - ha sottolineato Commentucci - risultano le principali vittime delle condotte illecite individuate, tenuto conto che risultavano sottopagati in violazione delle norme contrattuali nazionali nonché privati dei contributi anche tramite il ricorso a fittizie trasferte». La Finanza ha scoperto che le trasferte erano in tutto o in parte inesistenti. Il giro d' affariSono nove le società coinvolte nell' inchiesta: altre 5 a Padova, 2 a Bari, 1 a La Spezia). La coop di Fanna, specializzata in servizi di movimentazione merci, autotrasporto per conto terzi e facchinaggio, secondo la Finanza era il principale utilizzatore di manodopera. Le altre sono ritenute società cartiere. La Finanza ha contato 26 subappalti: 11 a Padova, 2 a Vicenza, 2 a Venezia, 1 a Verona, 1 a Rovigo), 3 a Pordenone, uno a Bologna, 5 Russia e un subappalto in Serbia. Gli indagatiLa Procura ha contestato la dichiarazione fraudolenta mediante l' uso di fatture per operazioni inesistenti a: Raffaello Ercolini, 68 anni, di Cadoneghe, in qualità di rappresentante legale di Work ambiente (a lui viene contestata l' omessa dichiarazione per il 2015) e Stefano Pecorari, 44 anni, di Albignasego, indicato come il gestore dell' attività amministrativo contabile e lavorativa della coop di Fanna. Specularmente sono stati indagati per l' emissione di fatture false gli amministratori delle sei aziende che le hanno emesse: Pecorari perché ritenuto amministratore di Cristallo società cooperativa, Meccano società cooperativa, Obiettivo uno società cooperativa; Marco Coda, 42 anni, di Casalserugo (Cooperativa Valpadana servizi a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 9
responsabilità limitata); Elena Facci, 41 anni, di Grantorto (Effeci società cooperativa a responsabilità limitata); Fabrizio Antonio Amatori, 50 anni, di Padova, e Gianfranco Tirreno, 76 anni, di Montegrotto Terme (Lend service srl). Soldi nella scarpieraIl gip Rodolfo Piccin ha emesso un sequestro per equivalente che ha aggredito anche i beni dei due indagati ritenuti dalla Finanza gli amministratori della cooperativa di Fanna (e non solo eni confronti della Work ambiente). Sigilli sulle ville (cinque gli immobili sotto sequestro in provincia di Padova) e congelati 500 mila euro fra conti correnti e contanti. In una scarpiera nel garage di un indagato trovati 50 mila euro. I.C. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 10
[ § 1 8 9 5 0 1 5 6 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 16 La Nuova di Venezia e Mestre Dicono di noi Maxi frode fiscale e operai sfruttati Coop nei guai otto gli indagati Indagine della Finanza di Pordenone sulla Work di Fanna Nove le società coinvolte, tra le quali cinque nel Padovano PORDENONE. Premi e incentivi fino a 70 mila euro all' anno a una rosa ristretta di soci (fra i quali gli amministratori di fatto) e gli altri lavoratori sottopagati rispetto al contratto nazionale. È una delle sfaccettature del quadro che ha tracciato la Finanza di Pordenone della cooperativa Work ambiente di Fanna, finita al centro di un maxisequestro preventivo per equivalente da 4 milioni di euro, pari all' imposta evasa. I numeriGli inquirenti hanno ipotizzato una frode fiscale con fatture per operazioni inesistenti per 5,1 milioni di euro, redditi sottratti a tassazione per 5,4 milioni e contributi e ritenute non versate per 625 mila euro. I risultati dell' operazione "Clepe et labora", coordinata dal pm Federico Baldo, sono stati illustrati ieri dal comandante provinciale della Guardia di finanza di Pordenone, il colonnello Stefano Commentucci. IVA ABBATTUTALa Finanza ritiene la Work ambiente, collegata al Work group di Padova (dove è stata effettuata una perquisizione), una «cooperativa spuria», in cui sono state disattese le finalità mutualistiche. «Accanto - ha approfondito il colonnello Commentucci - alle cooperative oneste, che con i loro soci lavoratori operano rispettando le regole, vi sono anche ulteriori cooperative spurie, che hanno ben poco di legale e che per questo sono in grado di applicare prezzi ridotti estromettendo dal mercato i concorrenti». Il comandante ha spiegato come la Work ambiente fosse «un mero serbatoio di forza lavoro, privo di strutture aziendali» e operasse «per tramite di appalti "girati" da un altro soggetto giuridico a seguito dei quali emetteva fatture con Iva che invece di essere versata allo Stato veniva "abbattuta" tramite falsi costi». Lavoratori sfruttati«In tale scenario - ha specificato il colonnello della Finanza Commentucci - non vi era alcun rispetto delle disposizioni che dovevano qualificare una cooperativa di lavoro, come un reale scopo mutualistico e il corretto svolgimento delle assemblee». Gli inquirenti hanno accertato che la coop di Fanna ha tagliato le buste paga dei lavoratori giustificando il taglio con la «crisi del settore della logistica». Contrasta questa versione dei fatti l' andamento del fatturato di Work ambiente, balzato da 3 a 7,6 milioni di euro in tre anni, dal 2014 al 2016. Lo stato di crisi impone tagli uguali per tutti, qui invece per la Finanza pochi soci ricevevano lauti stipendi e gli altri in media 1.500 euro al mese. 311 i lavoratori irregolari. Trasferte fittizieUna parte dei salari figurava come indennità di trasferte, non soggette a dichiarazione fiscale. «I soci lavoratori, in aggiunta allo Stato - ha sottolineato Commentucci - risultano le principali vittime delle condotte illecite individuate, tenuto conto che risultavano sottopagati in violazione delle norme contrattuali nazionali nonché privati dei contributi anche tramite il ricorso a fittizie trasferte». La Finanza ha scoperto che le trasferte erano in tutto o in parte inesistenti. Il giro d' affariSono nove le società coinvolte nell' inchiesta: altre 5 a Padova, 2 a Bari, 1 a La Spezia). La coop di Fanna, specializzata in servizi di movimentazione merci, autotrasporto per conto terzi e facchinaggio, secondo la Finanza era il principale utilizzatore di manodopera. Le altre sono ritenute società cartiere. La Finanza ha contato 26 subappalti: 11 a Padova, 2 a Vicenza, 2 a Venezia, 1 a Verona, 1 a Rovigo), 3 a Pordenone, uno a Bologna, 5 Russia e un subappalto in Serbia. Gli indagatiLa Procura ha contestato la dichiarazione fraudolenta mediante l' uso di fatture per operazioni inesistenti a: Raffaello Ercolini, 68 anni, di Cadoneghe, in qualità di rappresentante legale di Work ambiente (a lui viene contestata l' omessa dichiarazione per il 2015) e Stefano Pecorari, 44 anni, di Albignasego, indicato come il gestore dell' attività amministrativo contabile e lavorativa della coop di Fanna. Specularmente sono stati indagati per l' emissione di fatture false gli amministratori delle sei aziende che le hanno emesse: Pecorari perché ritenuto amministratore di Cristallo società cooperativa, Meccano società cooperativa, Obiettivo uno società cooperativa; Marco Coda, 42 anni, di Casalserugo (Cooperativa Valpadana servizi a Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 11
responsabilità limitata); Elena Facci, 41 anni, di Grantorto (Effeci società cooperativa a responsabilità limitata); Fabrizio Antonio Amatori, 50 anni, di Padova, e Gianfranco Tirreno, 76 anni, di Montegrotto Terme (Lend service srl). Soldi nella scarpieraIl gip Rodolfo Piccin ha emesso un sequestro per equivalente che ha aggredito anche i beni dei due indagati ritenuti dalla Finanza gli amministratori della cooperativa di Fanna (e non solo eni confronti della Work ambiente). Sigilli sulle ville (cinque gli immobili sotto sequestro in provincia di Padova) e congelati 500 mila euro fra conti correnti e contanti. In una scarpiera nel garage di un indagato trovati 50 mila euro. I.C. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 12
[ § 1 8 9 5 0 1 5 7 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 29 Il Gazzettino (ed. Padova) Dicono di noi Nababbi con la coop del lavoro nero `L' inchiesta è nata dopo le proteste dei dipendenti a Este, i sindacati: «Trasferimenti con un messaggio sul cellulare» `Indagati 6 padovani, sequestrati beni per 4 milioni di euro tra ville, orologi e contanti: soldi nascosti pure nella scarpiera Vita da ricchi con i soldi della cooperativa sfruttando i soci-dipendenti: 311 quelli che sono risultati lavorare irregolarmente. Otto indagati, tra i quali sei padovani. Tra Cadoneghe e Albignasego sequestrati beni per quattro milioni di euro tra immobili, orologi preziosi e soldi in contanti: 50 mila euro sono stati trovati nascosti in una scarpiera. È questo il filone dell' inchiesta sulla cooperativa Work Ambiente. Le indagini hanno mosso i primi passi a Padova sulla base delle segnalazioni presentate dai sindacati: «I soci-lavoratori venivano trasferiti con un messaggio sul cellulare». Lucchin e Pattaro alle pagine II e III. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 13
[ § 1 8 9 5 0 1 5 8 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 11 Corriere del Veneto (ed. Padova) Dicono di noi PADOVA Lavoratori irregolari, fatturazioni per operazioni inesistenti, redditi sottratti a ... Andrea Pistore PADOVA Lavoratori irregolari, fatturazioni per operazioni inesistenti, redditi sottratti a tassazione e contributi mai versati. La guardia di finanza di Pordenone ha scoperchiato il vaso di Pandora su Work Ambiente, una cooperativa con sede a Fanna in Friuli che faceva riferimento al consorzio Work Service Group di via dell' Orologio in Zona Industriale a Padova. Sul registro degli indagati sono finite otto persone, tra cui sei della provincia euganea. Tra di loro Raffaello Ercolini di 68 anni residente a Cadoneghe, Stefano Pecorari, quarantacinquenne di Albignasego, Massimo Coda, quarantaduenne di Conselve, Elena Facci, quarantunenne di Grantorto, Fabrizio Amatori, classe 1968, nato in Tunisia ma residente a Padova e Gianfranco Tirreno di 77 anni che vive a Montegrotto, tutti con mansioni di gestione in sei diverse cooperative. L' inchiesta ha permesso di accertare l' impiego di 311 lavoratori irregolari, fatturazioni per operazioni inesistenti per oltre 5,1 milioni di euro e redditi mai tassati con un' evasione di 5,4 milioni di euro, oltre a ritenute non versate per 625 mila euro. Sequestrati anche beni per un valore di 4 milioni di euro. Il gruppo operava in Triveneto con servizi di facchinaggio, movimentazione delle merci e smaltimento dei rifiuti. Il meccanismo per sottrarsi agli obblighi fiscali era quello di inserire nella contabilità costi falsi originati da fatture prodotte per operazioni mai esistite. Le cooperative erano state create con finalità fraudolenta, strutture precarie e sedi di comodo. Le fatture false erano riferite a pagamenti per prestazioni mai avvenute in cantieri tra la Russia e la Serbia. Grazie ai costi fittizi veniva abbattuto il reddito, creando un falso credito iva per compensare i debiti tributari e contributivi dei dipendenti. A far partire l' indagine, lo sfruttamento dei lavoratori che avevano segnalato la questione ai sindacati e le condizioni remunerative del contratto nazionale non rispettate. La motivazione addotta? Una generica crisi del settore della logistica. «Una riduzione degli emolumenti - ha spiegato Stefano Commentucci, comandante provinciale delle fiamme gialle di Pordenone - che non avveniva in proporzione equa tra tutti i lavoratori. Il management aziendale elargiva somme ingenti a titolo di premi e incentivi a una ristretta aliquota di soci». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 14
[ § 1 8 9 5 0 1 5 9 § ] lunedì 07 gennaio 2019 mattinopadova.it Dicono di noi Rincaro del 2,2% per l' assicurazione auto: ogni padovano paga in media 498 euro PADOVA. Il rincaro non è di quelli che pesano ma si fa comunque sentire: i padovani pagano il 2,2% in più sull' assicurazione Rc Auto rispetto a un anno fa. È la differenza rilevata dall' Osservatorio Facile.it riguardo al premio medio del dicembre 2018. L' assicurazione per il proprio veicolo dunque costa in media 498,51 euro, secondo il dato aggiornato a dicembre 2018 e ottenuto dagli oltre 135 mila preventivi effettuati a Padova e provincia negli ultimi 12 mesi. In media comunque i padovani pagano meno che nel resto d' Italia, il 14,15% in meno rispetto alla media italiana (che è di 580,67 euro).Rc Auto C' è anche chi ovviamente paga molto meno per assicurare la sua auto. Tra le curiosità dell' Osservatorio infatti c' è il premio più basso calcolato nel Padovano lo scorso mese: solo 144,31 euro per un uomo in prima classe di merito alla guida di una Volkswagen Polo terza serie immatricolata nel 1998.Alcune curiosità arrivano anche dall' analisi dei premi medi nei diversi comuni della provincia, una volta a CLAUDIO MALFITANO PADOVA. Il rincaro non è di quelli che pesano ma si fa comunque sentire: i padovani pagano il 2,2% in più sull' assicurazione Rc Auto rispetto a un anno fa. È la differenza rilevata dall' Osservatorio Facile.it riguardo al premio medio del dicembre 2018. L' assicurazione per il proprio veicolo dunque costa in media 498,51 euro, secondo il dato aggiornato a dicembre 2018 e ottenuto dagli oltre 135 mila preventivi effettuati a Padova e provincia negli ultimi 12 mesi. In media comunque i padovani pagano meno che nel resto d' Italia, il 14,15% in meno rispetto alla media italiana (che è di 580,67 euro). C' è anche chi ovviamente paga molto meno per assicurare la sua auto. Tra le curiosità dell' Osservatorio infatti c' è il premio più basso calcolato nel Padovano lo scorso mese: solo 144,31 euro per un uomo in prima classe di merito alla guida di una Volkswagen Polo terza serie immatricolata nel 1998.Alcune curiosità arrivano anche dall' analisi dei premi medi nei diversi comuni della provincia, una volta acclarato che nel capoluogo si paga ben più che in provincia (558 euro di premio medio): a dicembre è a Massanzago che si è pagato di più, ben 616 euro in media e un rincaro rispetto all' anno precedente del 24%. Quasi 600 euro anche a Cadoneghe, dove il rincaro è stato del 31%. A Piove di Sacco la media è stata di 578 euro mentre il rincaro del 19%.Ci sono poi cinque comuni "virtuosi" (anche per una minore incidentalità) dove i premi medi sono al di sotto dei 400 euro: Ponte San Nicolò, Torreglia, Villafranca, Teolo e Correzzola. In quest' ultimo è stato registrato un ribasso del 31% rispetto all' anno precedente.Secondo l' analisi dei preventivi richiesti dagli automobilisti padovani, in media le auto della nostra provincia hanno un' anzianità di 9,33 anni, più bassa che nel resto d' Italia dove è di quasi 10 anni.Nel Padovano poi circolano mezzi con un valore mediamente più auto che nel resto del Paese. Il valore medio è infatti di 10.975,10 euro, in discesa di 16,91 euro rispetto a un anno fa. Il valore dell' auto, così come la sua anzianità, sono due dei fattori che influiscono in modo sensibile sul costo finale dell' assicurazione. Ci sono poi anche le garanzie accessorie che fanno crescere il prezzo della polizza, anche se si tratta di coperture in più in caso di inconvenienti non coperti dalla normale Rc Auto.Prezzi in discesa nel Padovano per l' assicurazione invece delle moto. Il premio medio registrato a dicembre 2018 è di 371,5 euro con un ribasso del 7,49% rispetto a quello del dicembre dell' anno precedente. E a Padova si paga il 27% in meno rispetto alla media nazionale.Anche in questo caso c' è la curiosità del premio più basso registrato: 101,20 euro per un uomo con la prima classe di merito che assicurava la sua Yamaha FJR 1300 immatricolata nel maggio del 2008. L' età media delle moto nella provincia euganea è infatti dell' 8,87% mentre il valore medio è di 3.718,73 euro. - Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 15
[ § 1 8 9 5 0 1 6 0 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 31 Il Gazzettino (ed. Padova) Dicono di noi Rolex e cinque ville, maxi sequestro per due dei 6 indagati padovani `Frode fiscale, 311 operai irregolari e fatture per operazioni inesistenti: congelati 4 milioni agli amministratori della coop CRISTINA ANTONUTTI L' INCHIESTA PORDENONE Otto indagati di cui sei padovani, altrettante cooperative coinvolte e un debito di 4 milioni e 50mila euro con il Fisco. Un debito che la Procura di Pordenone aveva cercato di riscuotere attraverso la Work Ambiente. I PROVVEDIMENTI La società, però, è incapiente. E i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Pordenone, come disposto dal gip, poco meno di un mese fa hanno eseguito il sequestro preventivo per equivalente rivalendosi sui due amministratori della coop: Raffaello Ercolini, 68 anni, di Cadoneghe e Stefano Pecorari, 44, di Albignasego, nella misura di 3,4 milioni e, limitatamente a Ercolini, di 636.294 euro. A entrambi si contestano omesse dichiarazioni e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, reati contestati per gli anni di imposta 2014, 2015 e 2016. Limitatamente all' emissione delle fatture sono indagati altri quattro padovani responsabili di altrettante coop: Massimo Coda, 42 anni, di Casalserugo, Elena Facci, 41 di Grantorto, Fabrizio Amatori, 50 di Padova (l' unico che amministra una Srl), e Gianfranco Tirreno 76 di Montegrotto. GLI ATTI Il sequestro è stato ottenuto dal pm nell' ambito di un' inchiesta per presunti reati tributari, dalla quale sono emersi redditi sottratti alla tassazione per 5,4 milioni, fatture per operazioni inesistenti per 5,1 milioni, 311 operai irregolari a cui non sono stati versati contributi e ritenute per 625 mila euro. Il provvedimento è già stato impugnato al Tribunale del Riesame in due fasi. La prima si è conclusa in parte con il respingimento del ricorso e in parte con la dichiarazione di inammissibilità. La difesa torna in aula venerdì e rimetterà in discussione le modalità del sequestro. L' OPERAZIONE L' inchiesta sta impegnando da dieci mesi la Guardia di finanza. La Work Ambiente, costituita il 9 dicembre 2016, è approdata a Fanna un paio d' anni fa. Sul sito internet del consorzio di Padova Work Service Group viene indicata come la coop che si occupa di gestione integrata di cave, cementifici e impianti di trattamento rifiuti con l' ausilio di mezzi d' opera e personale altamente specializzato sia a livello gestionale che in tecnica di riparazione. Dagli accertamenti coordinati dal tenente colonnello Stefano Izzo e dal capitano Andrea Gobbi si sarebbe avvalsa di fatture emesse per operazioni inesistenti emesse da coop che hanno sede nelle province di Padova, La Spezia, Bari e Pordenone. Fatture che si riferivano a pagamenti per lavori mai eseguiti in cantieri che si troverebbero in Serbia e in Russia. Ma anche per l' acquisto di pale meccaniche gommate che la Caterpillar e la Volvo hanno assicurato di non aver mai venduto alla coop di Fanna. Anzi, in alcuni casi erano state commercializzate negli Stati Uniti. LA SITUAZIONE Per la Procura si tratta di costi fittizi, creati per generare finti crediti Iva e poi usati per compensare debiti tributari e contributivi dei dipendenti. E sono proprio i dipendenti il punto dolente di tutta la vicenda. Il colonnello parla di operai sfruttati e sottopagati fingendo che la cooperativa fosse in crisi. In realtà, tra il 2014 e il 2016, il fatturato risulta passato da 3 a 7,6 milioni di euro grazie a una serie di appalti con società a partecipazione pubblica e imprese private sia in Veneto che in Friuli Venezia Giulia. Sul punto nulla è stato contestato. La Finanza si è concentrata sulla frode fiscale e sul sequestro recuperando 500mila euro in contanti, bloccati principalmente su conti correnti, a parte 50mila euro trovati in una scarpiera, in un garage. Sigilli anche a cinque immobili in provincia di Padova e due costosissimi orologi Rolex e Panerai. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 16
[ § 1 8 9 5 0 1 6 1 § ] martedì 08 gennaio 2019 Pagina 9 Il Gazzettino Dicono di noi Gli indagati Sono tutti veneti i 6 sotto inchiesta PORDENONE Sono sei gli indagati nell' inchiesta sulla frode fiscale della Work Ambiente di Fanna. Le principali posizioni riguardano Raffaello Ercolini, 68 anni, di Cadoneghe, legale rappresentante di Work Ambiente e Stefano Pecorari (44) di Albignasego, amministratore di fatto della coop. A entrambi si contestano omesse dichiarazioni per gli anni di imposta 2014, 2015 e 2016, nonchè l' uso di fatture per operazioni inesistenti. A Ercolini si imputa anche un' evasione d' imposta di 636mila euro, mentre al solo Pecorari l' emissione di fatture false a favore di Work Ambiente attraverso le coop Cristallo, Meccano e Obiettivo Uno di cui era amministratore. È nei loro confronti che è stato eseguito il sequestro ai fini della confisca di 4.053.262 euro. Limitatamente all' emissione delle fatture false sono stati iscritti sul registro degli indagati altri quattro padovani. Sono Massimo Coda (42) di Casalserugo, amministratore della coop Valpadana servizi; Elena Facci (41) di Grantorto, amministratore di fatto della Effeci di Padova; Fabrizio Amatori (50) di Padova, che amministra una Srl assieme a Gianfranco Tirreno (76) di Montegrotto Terme, la Lend Service Srl di Padova. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 17
[ § 1 8 9 5 0 1 6 2 § ] lunedì 07 gennaio 2019 Padova Oggi Dicono di noi Spettacolo "Gran Casinò - A teatro contro la ludopatia" all' Auditorium Ramin Uno spettacolo per dire no al gioco d' azzardo, legale o illegale che sia!Gran Casinò racconta le storie di chi gioca sulla pelle... Uno spettacolo per dire no al gioco d' azzardo, legale o illegale che sia! Gran Casinò racconta le storie di chi gioca sulla pelle degli altri e le sofferenze di quanti si perdono nel tunnel della dipendenza. Un' occasione per comprendere cosa si celi dietro un business miliardario che stritola le sue vittime tra usura e criminalità. Una serata a teatro per sorridere amaro e imparare a stare alla larga dall' azzardo che, ricordiamo, non è un gioco! Interprete Fabrizio De Giovanni Regia di Gilberto Colla Testo di Ercole Ongaro, Fabrizio De Giovanni e Enrico Comi Direttore Tecnico Maria Chiara Di Marco Martedì 15 gennaio alle ore 21 Auditorium Padre Lele Ramin via Righotti - Cadoneghe Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Info web https://app.itineraria.it/documenti/comunicato.php?p=MTc4NA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 ..: powered by Volo.com :.. Pagina 18
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