Economia ed Organizzazione Aziendale (12 CFU) - UniBg
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale Economia ed Organizzazione Aziendale (12 CFU) codice corso: 22013 Silvio Vismara Sistemi di Tassazione e Pianificazione Fiscale Sintesi dei temi trattati a lezione pubblicata sul sito internet universitario www.unibg.it
Programma • Pianificazione Fiscale Globalizzazione e armonizzazione dei sistemi fiscali. Pianificazione fiscale ‘difensiva’ e ‘aggressiva’. Principio del reddito e principio di territorialità. Doppia imposizione. L’ordinamento italiano in tema di doppia imposizione. Paradisi fiscali e Black list. Ruolo del bilancio consolidato. Limiti ed opportunità dell’imposizione a livello di gruppo. Pianificazione e localizzazione geografica di un gruppo. Le holding. Treaty shopping e Thin capitalization. La trattazione dei temi trattati in questa sezione è da intendersi a carattere introduttivo. Vi sono vari aspetti dove si procederà in modo semplificato ed altri dove la normativa di riferimento è soggetta a rapida evoluzione. L’obiettivo è fornire una panoramica, per quanto non esaustiva, della tematiche connesse alla teoria dei gruppi e al bilancio consolidato. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Riferimenti bibliografici • Disponibile in biblioteca: • Transfer pricing : i prezzi di trasferimento nelle operazioni internazionali : disciplina fiscale nazionale, le nuove direttive OCSE, i principi vigenti nei maggiori paesi industrializzati • Musselli, Andrea ; Musselli, Alberto Carlo • Milano : Il sole-24 ore, 2000 Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Concetti • Esternalità: effetto delle azioni di un soggetto economico sul benessere di altri agenti • Esternalità negativa: l'attività produttiva genera un danno ad altri soggetti Esempio: inquinamento. • Spillover positivo: Esempio: la ricerca scientifica produce conoscenze che possono essere utilizzate da altri. Il costo sociale è minore di quello privato, per cui la quantità di ricerca è inferiore a quella efficiente. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Gestione fiscale • IRES: 27,5% dell’Utile Ante Imposte (a decorrere dal 2017 si ridurrà al 24%) • IRAP: 4,25% del Valore Aggiunto Netto, modificata nel 2008 al 3.90%, con la possibilità per le Regioni di elevare o ridurre l’aliquota fino ad un massimo dell'1% Valore della Produzione • Esistono forme di deduzione (Costi esterni) = Valore Aggiunto Lordo (VAL) (Costo del Lavoro) (Ammortamenti e Accantonamenti) = Margine Operativo Lordo (MOL) = Valore Aggiunto Netto (VAN) (Ammortamenti e Accantonamenti) (Costo del Lavoro) = Margine Operativo Netto (MON) Saldo delle altre gestioni = Utile Ante Imposte (Imposte) = Utile Netto Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Imposizione fiscale • Tassa: applicata secondo il principio della controprestazione, cioè essa è legata ad una determinata prestazione di un servizio da parte di un ente pubblico (ad esempio: tasse aeroportuali, concessioni, autorizzazioni). • Imposta è prelievo coattivo di ricchezza non connesso ad una specifica prestazione da parte dello Stato o degli altri enti pubblici. • Imposte dirette: colpiscono direttamente la ricchezza, quando cioè questa esiste già come un bene (es. il patrimonio, es. IMU) o quando viene prodotta con un servizio o una prestazione (il reddito → TUIR). Es. IRPEF), IRES, IRAP. • Imposte indirette: colpiscono indirettamente la ricchezza nel momento in cui questa viene trasferita (es. la vendita di un bene) o viene consumata (es. fruizione di un servizio). Es. IVA, Imposta di bollo, Accise (applicate sulla quantità). Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Entrate erariali • Entrate fiscali per voce d’imposta nel periodo Gennaio-Luglio 2019: Imposte dirette: 135.833 m€ IRPEF, 107.308 m€ (di cui IRPEF lavoratori autonomi, 6.734 m€) IRES, 12.464 m€ Imposte indirette: 114.310 m€ IVA, 69.285 m€ Accise (oli, tabacchi) e imposte (bolli, concessioni,..): 45.025 m€ (di cui 17.279 m€ su energia, 931 m€ su canone tv, 6.148 m€ sui tabacchi, 9.056 m€ da attività di gioco) Territoriali: Add. Reddito 8.216 m€ IRAP, 10.907 m€ IMU, 8.436 m€ Tasi, 590 m€ Fonte: www.mef.gov Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Frode, evasione, elusione fiscale Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Sistema di aliquote • In relazione alla misura e al modo in cui se ne determina l'ammontare, le imposte si distinguono in fisse, proporzionali (l'ammontare dell'imposta aumenta in misura direttamente proporzionale all'aumentare dell'imponibile), progressive (ovvero l'ammontare dell'imposta aumenta in misura più che proporzionale rispetto all'imponibile) e regressive (l'ammontare dell'imposta aumenta in misura meno che proporzionale rispetto all'imponibile). • E.g.: reddituali a livello di impresa IRES (ex IRPeG) unica e non progressiva, o personale IRPeF ad aliquote marginali. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Globalizzazione e armonizzazione dei sistemi fiscali • Globalizzazione e riduzione delle barriere fisiche, normative e fiscali alla libera circolazione delle persone, dei prodotti e dei servizi. In Europa si persegue una convergenza verso l’armonizzazione dei sistemi fiscali degli stati membri. • Attualmente, si può costatare che ogni impresa, se vuole competere a livello internazionale, deve “cimentarsi” con le profonde diversità dei sistemi tributari dei Paesi nei quali vuole operare. • Tale confronto implica due osservazioni: 1. le differenze tra i vari sistemi fiscali comportano inevitabilmente un freno allo sviluppo degli investimenti, poiché esse rappresentano una consistente “barriera all’entrata”; 2. il permanere delle differenze tributarie tra Stato e Stato può rappresentare anche alcuni elementi di vantaggio, grazie ad un’attenta pianificazione fiscale. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Pianificazione fiscale ‘difensiva’ e ‘aggressiva’ • Le architetture fiscali possono provocare inefficienze in entrambi i soggetti del rapporto fiscale: nel fisco, a causa del gettito inferiore di imposte prelevate, ma anche nei gruppi di imprese i quali, spendendo risorse nella ricerca empirica di un assetto fiscale migliore, sono costretti a seguire logiche alternative rispetto a quella economica, pagando poi, in termini di complessità amministrativa, il vantaggio ottenuto in termini di tasse risparmiate. • Pianificazione “difensiva”: lo scopo di impedire che incongruenze del sistema tributario internazionale provochino una indebita tassazione dei redditi. • Pianificazione “aggressiva”: l’obiettivo di ottenere “economie fiscali” attraverso la creazione di strutture e di relazioni “a hoc”: in tale caso le asimmetrie esistenti tra i vari sistemi tributari sono sfruttate per abbattere il carico fiscale complessivo. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Principio del reddito e principio di territorialità • Nella maggior parte dei Paesi industrializzati, in materia di imposte sul reddito, esistono due principi fondamentali: - il principio del reddito ovunque prodotto (“worldwide taxation”): tale criterio si riferisce ai soggetti residenti e determina la tassazione di ogni forma di reddito ovunque prodotto e quindi anche i redditi stranieri; - il principio di territorialità: tale criterio vale per i soggetti non residenti e determina la tassazione dei redditi prodotti nell’ambito del territorio dello Stato impositore. • L’applicazione da parte di più Stati di tali criteri, porta inevitabilmente a fenomeni di doppia imposizione. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Doppia imposizione • E’ possibile effettuare una distinzione tra: - doppia imposizione giuridica (qualora si abbia sulla stessa entità giuridica una coincidenza di tributi previsti da due o più ordinamenti); - doppia imposizione economica (implica invece che lo stesso presupposto economico - il reddito - venga tassato da più ordinamenti). • Ad esempio, l’esercizio di un’attività d’impresa all’estero può essere realizzata da un soggetto italiano direttamente attraverso una stabile organizzazione oppure indirettamente attraverso la costituzione di un altro soggetto giuridico. Nella prima ipotesi si ha il caso di doppia imposizione giuridica in quanto le imposte del Paese in cui l’organizzazione permanente è situata e quelle dello Stato in cui il titolare della stessa è residente, colpiscono il medesimo soggetto giuridico. Nella seconda ipotesi si ha il caso di doppia imposizione economica, in quanto lo stesso fatto economico, vale a dire il reddito prodotto dalla società controllata o collegata, viene inciso una prima volta al momento della sua produzione e poi una seconda volta al momento della sua distribuzione. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Limitazioni della doppia imposizione • Esistono tuttavia strumenti di diritto internazionale allo scopo di eliminare o quantomeno di attenuare i fenomeni sopra descritti. • La doppia imposizione giuridica viene combattuta essenzialmente dai trattati internazionali: la tassazione che la filiale avrà subito sui propri utili di esercizio nel Paese dove opera, sarà recuperata nel Paese della casa madre, attraverso il meccanismo del credito d’imposta sui redditi prodotti all’estero. • La doppia imposizione economica è stata ridotta sensibilmente in Europa, con l’introduzione della Direttiva Madre-Figlia e l’abolizione delle ritenute alla fonte, a patto che esistano i presupposti di partecipazione per cui tale Direttiva possa essere applicata. Un ruolo decisivo è comunque svolto dalle legislazioni locali; queste, nella maggior parte dei casi, prevedono l’imposizione dei redditi, solo su una percentuale dei dividendi esteri percepiti dall’impresa nazionale. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
L’ordinamento italiano in tema di doppia imposizione • Nel nostro ordinamento sono previste tre diverse modalità di attenuazione dei fenomeni di doppia imposizione; • per quanto riguarda la doppia imposizione giuridica: l’articolo 15 del TUIR prevede il riconoscimento di un credito d’imposta per i tributi definitivamente assolti all’estero sui redditi qui prodotti; • per quanto riguarda la doppia imposizione economica: - l’articolo 96 del TUIR sancisce un’imponibilità limitata al 40% dell’ammontare dei dividendi di fonte “estera” distribuiti da società purché non residenti in Paesi extra-Ue qualificati come “paradisi fiscali”; - l’articolo 96-bis del TUIR sancisce un’imponibilità limitata al solo 5% dell’ammontare dei dividendi distribuiti da società residenti nell’Unione europea che possano beneficiare della cosiddetta Direttiva “Madre-Figlia”. • I dividendi provenienti dai “paradisi fiscali” sono imponibili in Italia al 100%. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Paradisi fiscali • I paradisi fiscali sono Stati in cui l’incidenza fiscale è considerevolmente inferiore a quella media degli altri Paesi. Il posizionamento del gruppo o di una sua parte in tali Stati, è un fenomeno di dimensioni considerevoli. • Esistono tre tipologie di paradiso fiscale: per le persone giuridiche; per le persone fisiche; paradisi ‘misti’. La prima è la più frequente, in quanto in paradisi fiscali cercano di aumentare i loro proventi attirando persone giuridiche ma scoraggiando potenziali immigrazioni di persone fisiche. • I legislatori di molti Paesi hanno introdotto nel loro ordinamento alcuni provvedimenti specifici di carattere fiscale. In particolare, il legislatore italiano allo scopo di individuare gli Stati a regime fiscale privilegiato ha redatto la cosiddetta “black list” prevedendo, per tutte le imprese nazionali che hanno rapporti con imprese appartenenti alla suddetta lista, l’indeducibilità di spese e di altre componenti negative di reddito derivanti da tale rapporto. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Black list • Per quanto riguarda la legislazione italiana, la “black list” distingue tre tipi di paradisi fiscali: 1. Stati in cui i redditi prodotti non sono assoggettati a imposta, o sono assoggettati a imposta per un’aliquota minore del 24% (es. Paesi caraibici di Antille Olandesi, Barbuda, Isole Cayman, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini Britanniche, Saint Kitts; Paesi europei, come Andorra, le Isole del Canale, l’Isola di Man e il Liechtenstein; Paesi dell’Africa, come Gibuti e le Seichelles; l’Oman, nel medio-oriente; Paesi del Pacifico come Nauru, Vaunatu); 2. Stati che potrebbero essere assimilati ai precedenti, salvo che per il trattamento riservato alle società che svolgono attività di esplorazione, estrazione e raffinazione del petrolio (si tratta esclusivamente degli Emirati Arabi Uniti e di Baharain); 3. Stati il cui regime fiscale non è considerato privilegiato, se non per determinate attività, o soggetti, tassativamente indicati (es. Antigua, Barbados, Dominica, Giamaica, Montserrat, Portorico, Saint Lucia e Saint Vincent; Costa Rica, Panama e Uruguay; Svizzera; Malesia e Singapore, in Asia e le Isole Cook ). Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Ruolo del bilancio consolidato • Il consolidamento fiscale di gruppo, può essere applicato a tre livelli: - consolidamento finanziario: compensazione tra debiti e crediti di imposta delle società del gruppo, analoga a quella prevista per l’Iva; - consolidamento dei redditi imponibili: la tassazione viene calcolata sommando algebricamente i redditi imponibili delle società del gruppo; - tassazione in base al reddito risultante dal bilancio. • L’imposta a carico del gruppo determinata in base al bilancio consolidato dovrà essere ripartita proporzionalmente tra le varie società tenendo conto del principio della capacità contributiva. Tale ripartizione si presenta necessaria non solo per motivi di carattere giuridico, ma anche per tutelare le minoranze azionarie e i creditori delle singole società, che hanno interesse che l’onere fiscale incida in modo conforme alla reale situazione dell’impresa nella quale hanno investito. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Limiti ed opportunità dell’imposizione a livello di gruppo • Il principale vantaggio ottenibile con la redazione di un bilancio consolidato consiste nella possibilità di compensare i risultati d’esercizio delle varie società del gruppo: tale compensazione permette, ad esempio, di poter recuperare subito eventuali crediti d’imposta. • D’altro canto, l’introduzione della tassazione consolidata, rappresenta un freno per le imprese che attualmente praticano strategie di tax planning “aggressivo” a livello nazionale e internazionale poiché riduce i risultati, in termini di risparmio fiscale, conseguibili nella gestione dei rapporti infragruppo: la maggiore trasparenza che deriva dalla presentazione del bilancio consolidato, rappresenta un limite alla costituzione di operazioni di comodo aventi come finalità esclusiva la diminuzione dell’incidenza fiscale. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Pianificazione e localizzazione geografica di un gruppo • Le variabili fiscali più significative per la scelta del posizionamento geografico sono rappresentate da: - il regime fiscale che regola il trattamento del reddito nelle forme in cui questo si produrrà (tipicamente il reddito d’impresa qualora si costituisca una società giuridica autonoma) e per le persone fisiche; - l’esistenza di trattati internazionali contro le doppie imposizioni tra il Paese nel quale l’investimento viene realizzato e il Paese da cui proviene tale investimento; - la partecipazione di questo Paese all’Unione Europea e il recepimento, da parte delle competenti autorità, delle Direttive comunitarie; - le norme di carattere interno sui prezzi di trasferimento (“transfer pricing”), vincoli sull’indebitamento delle società (“thin-capitalization rule”), disposizioni contro l’abuso dei trattati internazionali (“treaty shopping”); - eventuali normative fiscali per la tassazione consolidata; - esame delle imposte indirette (principalmente l’IVA); - normativa in caso di liquidazione della società; - normativa sulla responsabilità dei soci. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Le holding • La funzione della holding spesso non si esaurisce solo nella pura amministrazione delle partecipazioni societarie, ma spesso ha anche la funzione di coordinamento e di organizzazione del gruppo. • La costituzione di società holding all’interno del gruppo presenta vantaggi ai fini di una maggiore razionalizzazione dei flussi finanziari, commerciali e fiscali, quali dividendi, interessi e royalties, e vantaggi dovuti al particolare trattamento previsto in alcuni Paesi. • La creazione di una holding in un Paese che offra i seguenti vantaggi: - esistenza di una ridotta ritenuta alla fonte sui dividendi trasferiti dalla controllata alla holding e viceversa; - esenzione o forte detassazione limitata alle holding, dei dividendi ricevuti dalle controllate straniere; - esenzione o la tassazione limitata delle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni in società estere; - la libertà di movimento dei capitali da e verso il Paese della holding. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Le holding dei Paesi Bassi, in Lussemburgo e nel Regno Unito • In Olanda esiste la “participation exemption”: non imponibili i dividendi infragruppo e le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni (ammesse anche le aziende non residenti che operano in Olanda per mezzo di una stabile organizzazione). • Il Lussemburgo è stato definito “paradiso fiscale comunitario”: è caratterizzato da un sistema tributario attrattivo, stabile, coerente e costantemente in armonia con gli orientamenti comunitari. Localizzare la holding di un gruppo multinazionale in Lussemburgo, permette di sfruttare numerose agevolazioni di carattere tributario, ma anche di usufruire di una vasta gamma di strumenti societari per la pianificazione fiscale internazionale (es. holding del 1929, Soparfin “societè de participations financieres”, le Sicav “societè d’investissement à capital variable”). • Il Regno Unito si presenta favorevole alla localizzazione della holding di un gruppo multinazionale: regime fiscale applicabile ai flussi di dividendi ridistribuiti e insieme di trattati contro le doppie imposizioni tale da rappresentare una “corsia preferenziale” verso gli Stati di tutto il mondo. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Treaty shopping • Il termine treaty shopping, che letteralmente significa commercio dei trattati, indica una tecnica di elusione fiscale internazionale basata sullo sfruttamento delle convenzioni contro le doppie imposizioni. • Una società interessata a effettuare un investimento nello Stato (A), con il quale il proprio Stato di residenza (B) non abbia stipulato alcuna convenzione bilaterale, può ad esempio, ritenere conveniente, sotto il profilo fiscale, stabilire in un terzo Stato (C), che abbia stipulato con entrambi gli Stati (A) e (B) trattati contro la doppia imposizione, una struttura societaria creata ad hoc, attraverso cui far transitare l’affare e i flussi di reddito che ne derivano. • Strumento attuativo di tutta l’operazione dunque la costituzione di strutture societarie o commerciali appositamente concepite: “strutture conduit”. Stato A Stato B trattato Stato C trattato Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
Thin capitalization • La thin capitalization è una tecnica elusiva posta in essere attraverso la concessione di un finanziamento fittizio da parte di una società mutuante (a) nei confronti di un’altra mutuataria (b) controllata dalla prima. • Il finanziamento risulta fittizio nella misura in cui i mezzi finanziari potrebbero ragionevolmente essere procurati alla società controllata per mezzo di un conferimento di capitale. • Le ragioni che possono spingere una società estera, esercitante un controllo su una società italiana, a finanziare quest’ultima attraverso l’erogazione di un prestito fruttifero d’interessi, piuttosto che con un aumento del capitale sociale: in questo modo si ottiene il duplice vantaggio della deducibilità degli interessi passivi per la società mutuataria residente, e del trasferimento di utili all’estero (alla società mutuante), con conseguente danno per l’erario. • Conseguenza di tutta l’operazione è che la società mutuataria non dispone di mezzi propri sufficienti per esercitare la propria attività: essa si trova in una condizione di thin capitalization, ovvero di sottocapitalizzazione. Economia ed Organizzazione Aziendale Università degli Studi di Bergamo
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