E il vento - Instant Documentary

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E il vento - Instant Documentary
o lt r e
la sabbia                                           Storia di una terra

E il vento
                                                                          3
                                                    col fiato sospeso
                                                    Giulia D’Argenio

                              L’approfondimento

progetti di cooperazione
tra l’emilia-romagna
e i campi saharawi
                              Nexus
                              Emilia Romagna
                                                      4
Nº I - GENNAIO 2022
                                                    Intervista a
                                                    Sara Di Lello         6
                                                    a cura di Caterina Maggi
                              Il presente è una terra

                                                      10
                              straniera
                              Claudio Cantù

    UNA PUBBLICAZIONE      IN COLLABORAZIONE CON             IN COLLABORAZIONE CON

                              instant documentary
E il vento - Instant Documentary
SAHARAWI

                                 crediti
                                 Capofila Nexus ER                                                                 Storia di una terra col fiato sospeso
                                                                                                                                                                            di Giulia D’Argenio
                                 Partner
                                 Ass. AUSER Volontariato Emilia Romagna ODV
                                 CGIL Emilia Romagna
                                 Movimento AFRICA 70
                                 CGIL Ferrara
                                 CGIL Ravenna                                                Una battaglia che è divenuta un simbolo della
                                 ARCI Ferrara APS                                         non rinunciabilità al diritto all’autodeterminazio-
                                 Comune di Ravenna                                        ne dei popoli: è questo il senso che ha finito per
                                 Comune di Ferrara                                        assumere, nel corso del tempo, la ricerca di in-
                                 Associazione SALAM                                       dipendenza da parte del popolo saharawi. Qua-
                                 CIDAS Cooperativa Sociale A r.l. O.N.L.U.S.              si una trasposizione, sul piano collettivo, del rico-
                                 Associazione KABARA LAGDAF ODV                           noscimento dell’inviolabilità della dignità umana.
                                 Associazione JAIMA SAHARAWI ODV                          Nel 1975 la Spagna abbandona le sue colonie
                                 Fronte Polisario (rappresentanza in Italia)              dell’Africa nord-occidentale che ricomprendono an-
                                 UGT Sario Union General de Saguia El Hamra y Rio         che il Sahara Occidentale, l’anno successivo spartito
                                 de Oro (Unione Generale dei Lavoratori Saharawi)         tra Marocco e Mauritania. Se quest’ultima, nel 1979,
                                 Ministerio de Cooperación R.A.S.D                        rinuncia all’esercizio della sua sovranità sui territo-
                                 (Ministero della Cooperazione)
                                                                                          ri acquisiti, il Marocco non ha mai riconosciuto le
                                 Ministerio de Desarollo Económico R.A.S.D
                                 (Ministero dello Sviluppo Economico)
                                                                                          istanze del popolo del deserto. Anzi, tra il 1982 e
                                                                                          il 1987, il governo di Rabat erige un muro a difesa
                                                                                          della porzione di Sahara Occidentale rimasta sotto
                                                                                          il suo controllo. Dopo anni di guerriglia, nel 1991
                                 Progetto “Alimenti e Formazione: sostegno                le Nazioni Unite riescono a mediare la firma di una           cessione di eventi che ha segnato la fine del cessate-
                                 alle associazioni di donne per una produzione            tregua tra il Marocco e il Fronte Polisario, ricono-          -il-fuoco e la ripresa delle ostilità. Una situazione che
                                 alimentare alternativa, sostenibile e generatrice di     sciuto dalla stessa organizzazione come legittimo             vive uno stallo sostanziale a circa un anno di distanza.
                                 reddito” - Campi profughi Saharawi.                      rappresentante del popolo saharawi. Il Fronte, che            Tutto questo, al termine di un’attesa lunga trent’an-
                                                                                          ha la sua base nel campo profughi algerino di Tin-            ni. Decenni nel corso dei quali il popolo saharawi,
                                 Progetto “Cucine Resilienti: appoggio alle               douf, rinuncia così alla lotta armata, a favore di una        connotato da una forte identità e da un ancor più
                                 associazioni di donne per la produzione,                 soluzione democratica della questione. La tregua,             profondo attaccamento alla propria terra, ha la-
                                 conservazione e commercializzazione di alimenti” -       infatti, dovrebbe consentire i preparativi per un refe-       vorato per arrivare pronto a un appuntamento
                                 Campi profughi Sahrawi.                                  rendum che decida lo statuto del Sahara Occidenta-            mancato. La costruzione dello stato indipenden-
                                                                                          le, dal 1963 nella lista Onu dei territori non autonomi.      te, che dovrebbe sancire il compimento dell’espe-
                                 Progetto “FLAS Formazione, Lavoro, Alimentazione
                                                                                          Per vigilare sul rispetto del cessate-il-fuoco, nel           rienza dell’attuale Repubblica Araba Saharawi
                                 per i profughi Sahrawi” – Campi profughi Sahrawi.
                                                                                          1991 il Consiglio di Sicurezza istituisce la MINURSO,         Democratica (RASD), si è fondata su due capisal-
                                                                                          Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel            di di quello che in Europa chiameremmo il welfare
                                                                                          Sahara Occidentale, con la contestuale nomina di un           state: l’istruzione e la salute. Due baluardi politici
                                 I 3 progetti sopra citati sono stati realizzati con il   delegato personale del segretario Onu, incaricato di          di cui sono emblema l’ospedale con cinque repar-
                                 contributo della Regione Emilia-Romagna                  sostenere una soluzione politica del conflitto. Solu-         ti e la scuola con 25 aule intorno ai quali il popo-
                                                                                          zione mai raggiunta tanto che, nel 2004, si decide la         lo saharawi ha costruito quella che si candida a es-
                                 Progetto: “Cibo e Lavoro: autoprodurre con               proroga della missione. Nel 2001, poi, il Marocco av-         sere la capitale del proprio futuro Stato: Tifariti.
                                 dignità” AID10925 co-finanziato dall’Agenzia             via la realizzazione di una strada asfaltata che collega      Un processo di costruzione supportato dalla soli-
                                 Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e      i territori occupati alla Mauritania. La via attraversa la    darietà internazionale, con l’obiettivo di indicare
                                 capofila Movimento Africa 70.                            zona cuscinetto di Guerguerat. Un’azione considera-           alle generazioni del cessate-il-fuoco un orizzon-
                                                                                          ta illegittima dal popolo saharawi, che ha continua-          te alternativo a quello della violenza armata e che,
                                                                                          to fino a oggi a vedere disattesi gli impegni assunti         purtroppo, oggi, si è fatto più labile. Un impegno,
                                 Questo numero di “Oltre la sabbia e il vento“ è          dalla comunità internazionale. Proprio intorno al vali-       quello della cooperazione, che vive questo frangen-
                                 stato realizzato nell’ambito del progetto “Alimenti      co di Guerguerat, alla metà di ottobre 2020, si sono          te della storia con il fiato sospeso, tra attese e incer-
                                 e Formazione: sostegno alle associazioni di              accese nuove proteste, con il blocco alla circolazione        tezze connesse non solo al conflitto ma anche all’an-
                                 donne per una produzione alimentare alternativa,         ai mezzi pesanti marocchini da e verso la Mauritania.         damento della pandemia. Col fiato sospeso come la
                                 sostenibile e generatrice di reddito” - Campi            Un’azione alla quale il Paese nordafricano ha risposto        gente del deserto, che attende dal mondo il rispetto
                                 profughi Saharawi, CUP n. E17J20000020003”               schierando propri uomini lungo il confine: una suc-           di una promessa.

OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   2                                                                                                   OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   3
E il vento - Instant Documentary
I progetti di Nexus ER sono volti all’emancipazione del                                                             Per rendere il tutto possibile, il progetto ha inizialmente
popolo saharawi dagli aiuti internazionali, aiuti che sono alla                                                        dotato ciascun gruppo di donne di una cucina ristrut-
base del suo sostentamento dall’inizio delle ostilità con il                                                           turata, pentole, cuscussiere, ventilatori per l’essicca-
Marocco, ma che non garantiscono agli abitanti una corret-                                                             zione del cous cous, contenitori per lo stoccaggio del
ta alimentazione. Per questo, e anche in un’ottica di rendere                                                          prodotto e materiali per l’igiene delle cucine. Inoltre, i
a un popolo costretto all’esilio la propria identità e dignità                                                         gruppi di donne sono stati destinatari di percorsi di for-
umana, l’associazione si impegna nei territori saharawi e nelle                                                        mazione che hanno abbracciato diversi ambiti: cura,
wilaya con progetti che hanno come obiettivo la sicurez-                                                               mantenimento e uso della moringa e tecniche di marke-
za alimentare, ma anche l’autonomia. Il target delle attività                                                          ting per la promozione e la vendita del cous cous.
sono le donne, pilastri della comunità saharawi e creatrici di                                                         Per aiutare la messa sul mercato del cous cous sono
legami sociali indistruttibili, anche nelle condizioni proibiti-                                                       inoltre stati ristrutturati due info-point locali quali luo-
ve dei campi profughi.                                                  Oggi vi presentiamo                            ghi non solo di vendita, ma anche di valorizzazione di
                                                                       NEXUS Emilia Romagna                            tutto il percorso che ha portato alla sua produzione.
                                                                                                                       Per maggiori informazioni consulta la brochure dedicata al
                                                                       Nexus Emilia Romagna (Nexus                     progetto “Cucine Resilienti”.
  AliForma                                                          ER) è l’istituto per la cooperazione
                                                                    allo sviluppo sostenuto da CGIL
   Dal dicembre 2020 il progetto “Alimentazione e Forma-                                                                  Cibo e Lavoro
                                                                    Emilia-Romagna. Fondato nel
zione” vede impegnato Nexus ER nella creazione di piccole           1993, è stato riconosciuto come                       Iniziato nel marzo 2017, il progetto “Cibo e Lavoro” si
“équipe di pasticceria” tra le 90 donne già partecipanti ai         organizzazione non governati-                      è concluso nel settembre del 2020. Si tratta di un proget-
progetti “CuRes” e “Cibo e Lavoro”, per permettere loro di          va (ong) dal Ministero degli Affari                to realizzato in collaborazione con Movimento Africa 70
arricchire e sviluppare i loro piccoli “business” con prodotti di   Esteri nel 2007. L’organizzazione                  (capofila) e co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la
pasticceria secca, ma anche con dolci per le grandi occasioni       si occupa di progetti di coopera-                  Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Le attività hanno
(feste, matrimoni, ecc.). Dolci, ma non solo: AliForma preve-       zione internazionale allo sviluppo,                prodotto brillanti risultati tra i quali: la semina di 4.488 alberi
de anche la distribuzione alle donne beneficiarie di una del-       per contribuire al miglioramento                   di Moringa oleifera nelle case di 2.308 famiglie in nove di-
le tre piante da frutto selezionate tra le più resistenti al con-   della qualità della vita e al conso-               versi distretti delle tendopoli saharawi; la conferma dell’effi-
testo climatico locale e con maggiore beneficio alimentare          lidamento della democrazia fuori                   cacia della Moringa oleifera come complemento terapeutico
(melograno, vite e fico), allo scopo di integrare la dieta dei      dalle frontiere italiane, senza però               dei pazienti affetti da diabete di tipo II; il rafforzamento dei
saharawi con prodotti freschi e ricchi di vitamine e nutrienti      travisare le diversità culturali e il              servizi pubblici veterinari in termini di maggiore efficienza e
specifici. Il progetto ha anche lo scopo di migliorare le com-      diritto di autodeterminazione dei                  aumento del numero di prestazioni erogate; l’autoproduzio-
petenze professionali del personale locale nel monitorag-           popoli. Le principali aree di in-                  ne locale di un mangime bilanciato per avicoli; l’attivazione
gio dei progetti e nella prevenzione e il contenimento              tervento di Nexus ER sono Nord                     di un sistema di assistenza tecnica permanente all’alleva-
dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.                      Africa (area MeNa) e Corno d’Afri-
                                                                                                                       mento pubblico di galline ovaiole e di polli da carne, che
                                                                    ca, Medioriente e America Latina.
                                                                                                                       garantisce alimenti di alto valore nutritivo ai rifugiati sahrawi;
                                                                    Le radici di Nexus ER sono alla
                                                                                                                       il supporto a 20 gruppi informali femminili che producono
  CuRes                                                             base dei suoi progetti e del suo
                                                                                                                       e vendono cous cous e dolci. Non vanno inoltre dimenti-
                                                                    agire negli scenari di crisi e di po-
                                                                                                                       cati la ristrutturazione di nove edifici pubblici per permet-
   Attivato nel settembre 2019 e concluso nel marzo 2021,           vertà nel mondo: diritti, pace, con-
                                                                                                                       tere al personale di lavorare e riposare in luoghi dignitosi,
il progetto “Cucine Resilienti” è basato su attività di pro-        vivenza delle diversità e tutela delle
                                                                                                                       la creazione di una farmacia veterinaria e lo sviluppo di una
duzione, conservazione e microcommercio di cous cous.               tradizioni autoctone, accesso alle
                                                                                                                       strategia per contenere in modo ecologico la diffusione di
Il progetto ha interessato una trentina di donne suddivi-           risorse e ai servizi di base, a un’ali-
                                                                                                                       fitopatologie e piante infestanti.
se in dieci gruppi residenti nelle wilaya di Auserd, Smara,         mentazione equa ed equilibrata e
Bojador e Aaiun. Non solo cous cous: alle donne sono sta-           parità di genere. Queste, secondo
te distribuite anche cento piante (dieci per ogni gruppo)           l’associazione, sono i cardini da cui
di Moringa oleifera, una pianta molto diffusa in Africa da-         non può prescindere la coopera-
gli straordinari benefici, sia dal punto di vista alimentare        zione internazionale. Per Nexus ER
che di arricchimento del terreno di preziose sostanze nu-           cooperare vuol dire vivere in e per
tritive. Un’attenzione particolare è stata dedicata anche           la pace, rifiutando il conflitto e la
al confezionamento dei prodotti, in sacchetti di stoffa che         guerra che moltiplicano disugua-
prevengono così la dispersione di plastica nell’ambiente.           glianze e ingiustizie.

                                  OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   4                                              OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   5
E il vento - Instant Documentary
è trasformata in un’attesa frenetica, tra tamponi da
                                                                           prenotare e materiale da organizzare».
                                                                           La storia di Sara Di Lello e quella di Nexus ER si in-
                                                                           crociano nell’Hammada, il “deserto del Diavolo”.
                                                                           «Quando uno pensa al deserto – racconta – imma-
                                                                           gina le dune, i cammelli, il tè nel deserto. Il deser-
                                                                           to dei campi profughi invece non è così. È come
                                                                           un’enorme cava, non ci sono colori, tutto ha lo stesso
                                                                           tono marroncino della sabbia, il vento ti dà fastidio
                                                                           costantemente». Eppure, c’è qualcosa nella genti-
                                                                           lezza dei saharawi che suscita nostalgia e le fa venire
                                                                           voglia di «calpestare di nuovo quella sabbia». Vete-
                                                                           rinaria sulle colline aretine, il suo primo impegno è
                                                                           con Africa 70 e Veterinari Senza Frontiere, le prime         gusti differenti e adatta la produzione per soddisfare
                                                                           due ong con cui collabora nei territori sempre sul           le richieste specifiche dei “clienti”. In una seconda fase
                                                                           tema della sicurezza alimentare. Nel 2017 il cammi-          le stesse donne hanno iniziato a produrre dolci, sem-
                                                                           no di cooperazione si incrocia con Nexus ER, l’isti-         plici biscotti da forno ma che presto potrebbero evol-
                                                                           tuto per la cooperazione allo sviluppo sostenuto da          vere in elaborate torte e dolci per matrimoni e altre
                                                                           CGIL Emilia-Romagna, da anni impegnato nella pro-            occasioni speciali.
   L ’ I N T E R V I S T A a cura di Caterina Maggi                        mozione del lavoro per giovani e donne; così la ong          Sembra semplice, ma non lo è. La pandemia ha com-
                                                                           le apre «un mondo che non avevo mai considerato,             plicato ulteriormente l’avanzamento di un progetto già
                                                                           quello dell’universo femminile», e proprio da questo         avviato, come spiega infatti Di Lello: «l’idea iniziale era

           Sara Di Lello:                                                  inizia un programma basato su due capisaldi, cucina
                                                                           e agricoltura, i due cardini del progetto AliForma.
                                                                           La scelta delle donne non è casuale. «La società
                                                                           saharawi – spiega Di Lello – è nota per essere un
                                                                                                                                        di portare nei campi una pasticcera per la formazione
                                                                                                                                        avanzata, ma con i visti di viaggio contingentati il mio
                                                                                                                                        compito sarà invece quello di scegliere la migliore pa-
                                                                                                                                        sticcera tra le donne, che farà il corso alle altre». Un

           ALIFORMA                                                        luogo in cui le donne hanno sempre ricoperto un
                                                                           ruolo centrale. In seguito alla guerra, durata dal 1974
                                                                           al 1991, con gli uomini impegnati al fronte, le donne
                                                                           hanno dovuto prendere su di sé la gestione dei cam-
                                                                                                                                        esempio di adattamento post-Covid che potrebbe
                                                                                                                                        avere risvolti positivi «perché le responsabilizza e dà
                                                                                                                                        un valore aggiunto al lavoro di queste donne che
                                                                                                                                        hanno le competenze, ma devono essere costret-
                                                                           pi profughi. In questa fase hanno acquisito un’auto-         te a fare un passo avanti nel loro percorso di cresci-
           TRA CUCINA E AGRICOLTURA                                        nomia che è stata loro riconosciuta e non si è persa
                                                                           con la fine del conflitto. Non solo all’interno dei nu-
                                                                                                                                        ta». L’obiettivo è uno sviluppo che parta dal basso:
                                                                                                                                        «vogliamo rafforzare la società civile e la sua capacità
                                                                                                                                        di produrre reddito e alimenti – spiega Di Lello – in un
                                                                           clei familiari, ma anche nei processi decisionali».
                                                                           Trovate le protagoniste, occorreva scegliere come            contesto in cui questi vengono tutti dagli aiuti inter-
                                                                           supportarle in un percorso di miglioramento delle            nazionali». Il World Food Programme fornisce da oltre
    «Forse il momento che mi è rimasto più impresso
                                                                           proprie condizioni economiche. Siamo partiti dall’os-        40 anni lo stesso paniere di aiuti alimentari; si tratta,
è stata la mia prima visita al Museo della Guerra. C’è
                                                                           servazione di ciò che già autonomamente produce-             se si escludono i progetti di agricoltura e i prodotti
una stanza, dove hanno raccolto tutte le foto che sono
                                                                           vano e dalle loro attitudini. È nata così l’dea di affian-   che ne derivano, dell’unica fonte di sostentamento del
state trovate nelle tasche dei prigionieri marocchini e
                                                                           care dei gruppi informali di produzione casalinga di         popolo del deserto, un popolo di pastori ora costret-
dei morti. Le hanno messe insieme a quelle che aveva-
                                                                           alimenti: prima cous cous e successivamente dolci.           to dentro gli spazi limitati del campo profughi. Una ri-
no nelle proprie tasche i militari saharawi». Il racconto
                                                                           «Hanno deciso loro cosa produrre; e hanno scelto il          petitività con due effetti collaterali: «una scarsa diver-
commosso è di Sara Di Lello, cooperante che ha pas-
                                                                           cous cous perché è parte della loro identità cultura-        sificazione della dieta comporta problemi non tanto
sato quasi 4 anni con il popolo in esilio, quando ripen-
                                                                           le, è il cibo del venerdì, della Festa, che condividono      di denutrizione (le calorie sono bilanciate) ma di mal-
sa al primo viaggio del 1997. Quella stanza si continua
                                                                           con i parenti. Produrre cous cous le ha fatte senti-         nutrizione, perché la dieta non è variegata». A questo
a riempire «delle foto delle famiglie che loro, in quanto
                                                                           re sicure di sé». C’è stata timidezza, da parte delle        va sommato un altro problema, quello «della dignità
militari in guerra, abbandonavano», senza distinzione
                                                                           donne? «Timidezza no, ma ho notato che i gruppi di           umana, perché a nessuno piace vivere di aiuti uma-
di aggressore e aggredito, semplicemente l’umani-
                                                                           donne – ne restano ben 18 attivi sui 20 iniziali della       nitari per oltre 40 anni». Qui si inserisce la seconda
tà e il suo dolore, la sua nostalgia, affisse a un muro.
                                                                           “fase pilota” – che hanno al loro interno donne tra i        variabile dell’equazione AliForma, forse la più ostica:
I campi profughi saharawi sono stati inaccessibili per
                                                                           40 e i 50 anni sono stati tra quelli più dinamici. Forse     coltivare nel deserto.
diverso tempo, a causa della pandemia di Sars CoV2:
                                                                           perché hanno vissuto il periodo dell’emancipazione           La seconda parte di AliForma si fa sul terreno e si appog-
frontiere chiuse, controlli più stringenti, visti contin-
                                                                           conseguente alla guerra. Le donne più giovani inve-          gia al Centro Experimental y de Formación Agrícola
gentati e rilasciati solo dopo minuziosi ed estenuanti
                                                                           ce, che per età vivono un periodo di instabilità – al-       (CEFA), che afferisce al Ministero de Desarrollo Eco-
controlli sanitari, in entrata e in uscita. Ma ora, dopo
                                                                           cune si sposano e una volta sposate cambiano casa            nómico; il centro è stato creato nel 2009 con la finalità
mesi di attesa, i cooperanti stanno per tornare, con un
                                                                           e abitudini – riescono meno a garantire continuità».         di sperimentare tutte le innovazioni in campo agrico-
po’ di agitazione perché «sembra di fare tutto per la
                                                                           Sebbene producano tutte cous cous, la ricetta fa la          lo che vengono proposte alla popolazione saharawi,
prima volta, anche prendere l’aereo» e l’attesa nebulo-
                                                                           differenza. Perché il cous cous, come la pasta, non è        ed è il luogo dove si lavora al secondo obiettivo del
sa imposta dalla pandemia e dalle frontiere chiuse «si
                                                                           tutto uguale: ogni gruppo vende a più persone con            progetto. Nell’orto sperimentale il direttore, un agro-

                                          OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   6                                          OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   7
E il vento - Instant Documentary
nomo e due operatori, con l’aiuto di Nexus ER, stanno cercando di se-
lezionare il miglior candidato tra tre tipologie di piante da frutto per
integrare la dieta dei saharawi con prodotti freschi. Il primo ostacolo
è, ovviamente, l’ambiente. Il deserto non è il luogo più indicato per far
germogliare una pianta. Serve una specie resistente e tenace, e la sfi-
da è tra tre candidati: melograno, vite e fico. «Il centro vuole lancia-
re una rivoluzione nell’alimentazione e nella cultura del popolo. In otto
anni ha formato cittadini che ora coltivano circa 500 orti familiari; nello
stesso centro è stata seminata la Moringa oleifera», una specie africana
conosciuta per l’alto contenuto nutrizionale di foglie e frutti; una volta
confermato che fosse in grado di crescere, ne è stata promossa la col-
tivazione e il consumo in tutte le tendopoli. La strada è piena di osta-
coli. L’acqua infatti è salina, il che comporta un costante lavoro di ma-
nutenzione agli impianti di irrigazione a goccia e, anche se un albero
cresce, nello scegliere il migliore bisogna considerare i tempi naturali:
«la vite ci mette circa tre anni per dare frutto, mentre il fico piace ma le
sue radici potrebbero danneggiare le case; il melograno sembra la solu-
zione ideale», ma dovremo attendere la fine della sperimentazione per
sapere chi vincerà. Nell’orto gli addetti hanno piantato lo scorso apri-
le le prime piante e monitorano, giorno per giorno, se ricevono abba-
stanza acqua, se sono attaccate da parassiti, rimuovono manualmen-
te le piante spontanee, misurano periodicamente il diametro del fusto.
A ottobre è previsto un primo esame per vedere i risultati, e se una di
queste colture attecchisse, a quel punto il piano è comprare 90 alberi
da trapiantare nelle case delle donne che producono dolci e cous cous.
Una svolta alimentare per i saharawi che ha il sapore del riscatto.
I saharawi sono un popolo che fonda la propria storia sulla resistenza:
la resistenza a un occupante che ha invaso le loro terre, la resistenza a
un ambiente ostile e arido, la resistenza alla Storia che li vorrebbe sepolti
per sempre tra le sabbie, come tanti popoli assoggettati e poi dimenti-
cati dopo la stagione della decolonizzazione. Ma sono anche un popolo
di accoglienza e ospitalità, «che ti fa sentire il benvenuto tra loro, perché
stai combattendo con loro una giusta causa», racconta Di Lello. Questo
progetto rappresenta, si può dire, la natura di questo popolo: resistente
alle condizioni più avverse, come un melograno piantato nel deserto; ma
allo stesso tempo ospitale, come un piatto di cous cous preparato per
un visitatore stanco. Ecco la bellezza di questo contesto, che i coope-
ranti vedono e su cui Nexus ER vuole investire: quella delle piccole cose
umili che permettono i grandi passi in avanti.

                                       OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   8           OLTRE LA SABBIA E IL VENTO   9
E il vento - Instant Documentary
IL PUNTO

I territori liberati, la guerra e i campi:
il presente è una terra straniera
                                         di Claudio Cantù

   La popolazione dei territori liberati del Saha-
ra Occidentale è quella che, probabilmente, risul-
ta essere la più colpita e soggetta agli effetti de-
vastanti provocati dalla rottura della tregua tra
                                                            Da anni ne seguo la realizzazione (negli ultimi anni
RASD e Regno del Marocco avvenuta il 13/11/20.
                                                            gestiti da CISP in alternanza con altre ong, associa-
I saharawi sembrano immobilizzati dalla storia, pre-
                                                            zioni, enti locali; una dozzina come Rete Tifariti, che
si in ostaggio da potenze economiche e politiche e
                                                            hanno costantemente sostenuto e contribuito).
dalla diplomazia internazionale: un popolo che ha
                                                            Le azioni realizzate nei territori hanno perseguito il
sottoscritto, nel momento più alto della sua lotta di
                                                            principale obiettivo di fornire un aiuto umanitario (ali-
liberazione, una tregua per permettere una soluzio-
                                                            menti e servizi) a una popolazione nomade esclusa
ne democratica del conflitto con un referendum per
                                                            dagli aiuti delle agenzie internazionali, ma possono
l’autodeterminazione (v. risoluzione ONU 1514/61)
                                                            essere lette anche come un sostegno, un accompa-
e che ha visto succedersi decenni senza mutamen-
                                                            gnamento indiretto alla lotta per la riappropriazione
ti. Quarant’anni di negoziati al tavolo delle Nazioni
                                                            dell’intero territorio del Sahara Occidentale da parte
Unite, con un avvicendarsi di inviati speciali che pun-
                                                            della sua popolazione. Nell’ultimo periodo il nostro
tualmente a fine mandato hanno registrato il nulla di
                                                            operare e intervenire nei territori liberati ha prefigu-
fatto o il ritorno ai punti di partenza delle trattative.
                                                            rato e sostenuto una visione che vuole i saharawi non
Una situazione, quella saharawi, che potrebbe
                                                            solo resistenti in campi profughi, ma anche resilienti
mutare repentinamente con singoli avvenimenti che
                                                            e soggetti attivi nella gestione e nell’organizzazione
potrebbero determinare un cambiamento sostanziale:
                                                            dei loro territori riconquistati nella lotta di liberazione
1) una modifica del mandato MINURSO, affinché inter-        (dal 1976 al 1991, data del cessate-il-fuoco). Un filo
venga attivamente per il rispetto dei diritti umani.        immaginario, ma sostenuto da azioni, che dalla resi-
2) l’applicazione effettiva delle sentenze della Corte di   stenza nei campi profughi segue un percorso verso la
Giustizia dell’UE (ultima emessa il 29/09/21), per im-      liberazione dei territori occupati attraverso la riappro-
pedire il commercio delle risorse dei territori da parte    priazione e l’organizzazione della vita nei territori già
dell’occupante.                                             liberati.
3) un posizionamento diverso delle grandi potenze           In questo contesto una variabile prevedibile si è veri-
USA o Francia.                                              ficata: la ripresa della guerra. I combattimenti hanno
In sostanza, basterebbe l’applicazione di quanto i trat-    rilanciato le aspettative, soprattutto tra i giovani, di ri-
tati internazionali già prevedono. In questo immobili-      prendere attivamente il percorso verso la liberazione,
smo le nuove generazioni sono nate e cresciute tra le       uscendo dai campi e combattendo nei territori libera-
tende dei campi attorno a Tindouf (Algeria), o hanno        ti. A un anno dalla risposta militare alla provocazione
subito la repressione dell’occupante nei territori invasi   dell’esercito marocchino, che a Guerguerat ha forzato
dal Regno del Marocco.                                      il blocco dei civili saharawi per impedire il transito del-
I progetti realizzati nei territori liberati hanno cerca-   le merci provenienti dai territori occupati, non sappia-
to di inserirsi in questa dimensione e dato un senso        mo quali siano effettivamente le possibilità di riuscita.
nuovo alla solidarietà che essi rappresentano. Hanno        Dalla ripresa dei combattimenti siamo impegnati nel
prodotto un coinvolgimento diverso dei saharawi, che        cercare di seguire, mappare gli spostamenti dei desti-
sono al tempo stesso beneficiari e coautori.                natari dei nostri aiuti, i bambini e le loro famiglie che
                                                            sono stati costretti a evacuare, a fuggire. In parte si
                                                            sono spostati a ridosso dei confini con la Mauritania,
                                                            in parte si sono rifugiati nei campi profughi, andando
                                                            a ingrossare il numero degli assistiti. Abbiamo rifor-
                                                            mulato le azioni previste nei progetti e siamo costretti
                                                            a ripiegare nei campi profughi, cercando di contribui-
                                                            re a questa nuova emergenza rappresentata da mi-
                                                            gliaia di nuovi rifugiati tra i profughi. Siamo ripiegati,
                                                            ma non vogliamo demordere dal tornare a operare
                                                            nei territori, tra la gente che dopo aver lottato – e sta
                                                            ancora combattendo – per la libertà, vuole costruire il
                                                            proprio futuro nel proprio Stato Indipendente.
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