Dal miocardio alla placca aterosclerotica: le nuove prospettive dell'imaging in cardiologia - Semantic Scholar
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Monaldi Arch Chest Dis 2011; 76: 60-65 RASSEGNA Dal miocardio alla placca aterosclerotica: le nuove prospettive dell’imaging in cardiologia From myocardium to the atherosclerotic plaque: new perspectives in cardiologic imaging Paola Gargiulo, Carmen D’Amore, Santo Dellegrottaglie, Dario Leosco, Giuseppe Rengo, Francesca Musella, Elisabetta Pirozzi, Susanna Mosca, Laura Casaretti, Roberto Formisano, Ada Bologna, Antonio Parente, Sirio Conte, Pasquale Perrone-Filardi ABSTRACT: From myocardium to the atherosclerotic nanoparticles as contrast agent. In addition, macrophage plaque: new perspectives in cardiologic imaging. P. Gargiulo, accumulation of iron particles in atherosclerotic plaques C. D’Amore, S. Dellegrottaglie, D. Leosco, G. Rengo, F. may allow monitoring of inflammation during drug therapy, Musella, E. Pirozzi, S. Mosca, L. Casaretti, R. Formisano, A. whereas contrast-enhanced ultrasound imaging may detect Bologna, A. Parente, S. Conte, P. Perrone-Filardi. plaque neovascularization. Currently, technical factors, in- Molecular imaging is an innovative and promising ap- cluding cardiac and diaphragmatic motion and small size of proach in cardiology for functional characterization of ather- coronary vessels, limit routine application of these tech- osclerosis. Nuclear, ultrasound and magnetic resonance imag- niques for coronary imaging. ing have been used for assessment of atherosclerosis of large Purpose of this review is to describe state of the art and and small arteries in several clinical and experimental studies. potential areas of clinical applications of molecular imaging Positron Emission Tomography with fluorodeoxyglu- of atherosclerosis. cose can measure metabolic activity and vulnerability of Keywords: atherosclerosis, molecular imaging, FDG atherosclerotic plaques, identifying individuals at risk of fu- PET, Magnetic Resonance Imaging, Ultrasound imaging. ture cardiovascular events. Magnetic resonance imaging can quantify carotid artery inflammation using iron oxide Monaldi Arch Chest Dis 2011; 76: 60-65. Dipartimento di Medicina Clinica, Scienze Cardiovascolari ed Immunologiche, Università degli Studi di Napoli Federico II. Corresponding author: Prof. Pasquale Perrone Filardi; Via Sergio Pansini 5, I-80131, Napoli, Italy; Telefono/fax +390817462232; E-mail address: fpperron@unina.it Le malattie cardiovascolari ischemiche riman- un danno miocardico come conseguenza della in- gono la causa più frequente di mortalità e morbilità stabilizzazione di una placca al soggetto in cui tale nel mondo, nonostante miglioramenti nella gestio- evento è a rischio di avvenire [6-7]. ne diagnostica e terapeutica [1]. Un aspetto fonda- Scopo di questa revisione è quello di descrive- mentale in tema di prevenzione cardiovascolare è re gli aspetti peculiari e i potenziali campi di appli- che la maggior parte degli eventi si verifica in sog- cazione clinica dell’imaging molecolare dell’atero- getti classificati a rischio basso-intermedio dalle sclerosi. attuali carte per la stima del rischio cardiovascola- re [2-3], e spesso come conseguenza della destabi- Imaging molecolare nucleare lizzazione di placche aterosclerotiche determinanti stenosi non emodinamicamente significative [4]. L’imaging nucleare rappresenta il più promet- Dunque la sfida del futuro è quella di identificare e tente approccio per la valutazione della vulnerabilità trattare con appropriati interventi terapeutici sog- di placca [8], dovuta all’impiego di radiotraccianti getti in prevenzione primaria destinati a sviluppare disegnati ad hoc, che hanno la capacità di legarsi a eventi cardiovascolari. proteine e molecole coinvolte in modo cruciale nei Negli ultimi anni studi preclinici e clinici [5] processi che conducono alla destabilizzazione della hanno valutato il ruolo potenziale dell’imaging mo- placca (Figura 1). Tra questi ricordiamo la proteina lecolare con Tomografia ad Emissione di Positroni 1 chemoattrattiva marcata con 99Tc, che può essere (PET), Risonanza Magnetica Nucleare con contra- usata per lo studio del reclutamento dei monociti al- sto (RMN) ed ecografia (US) nella identificazione l’interno della placca, che rappresenta una fase pre- di soggetti a rischio asintomatici, ovvero di placche coce dell’aterogenesi [10], l’anticorpo monoclonale ateromasiche con caratteristiche di vulnerabilità. Si radiomarcato diretto contro la lectina delle LDL os- tratta dunque di una prospettiva clinica innovativa sidate [11], gli inibitori delle metalloproteinasi di per l’impiego dell’imaging in cardiologia, la cui ap- matrice, coniugati con 123I, 125I e 99mTc, che sono re- plicazione si sposta dal paziente che ha già subito sponsabili della degradazione della matrice e del
NUOVE PROSPETTIVE DELL’IMAGING MOLECOLARE DELL’ATEROSCLEROSI Figura 1. - Bersagli dell’imaging molecolare dell’aterosclerosi con le tecniche di medicina nucleare (PET), di risonanza magnetica (RMN) ed ecografia (US). Modificata con l’autorizzazione di Sanz et al. [9]. riarrangiamento del cappuccio fibroso [12], l’annes- fiammazione della stessa, considerato un aspetto sina V marcata con Tc99, che sembra essere coinvol- determinante nel processo di destabilizzazione. A ta nell’apoptosi cellulare [13] e la glicoproteina VI conferma di queste osservazioni, in un gruppo di solubile radiomarcata, che giocherebbe un ruolo nel- pazienti con recente attacco ischemico transitorio l’attivazione della cascata della coagulazione, asso- [17] è stato dimostrato un incremento significativo ciata alla fissurazione della placca [14]. Tuttavia, a della captazione di FDG in lesioni carotidee sinto- causa degli alti costi, dei lunghi tempi di prepara- matiche confrontate a lesioni asintomatiche contro- zione e della lenta clearance plasmatica della mag- laterali. Inoltre, integrando dati anatomici, ottenuti gior parte di questi traccianti, solo il 99mTc- annessi- con immagini TC o RMN ad alta risoluzione, con le na V è stato finora utilizzato nell’uomo per l’ima- informazioni funzionali fornite dalla PET con FDG, ging nucleare dell’apoptosi [13]. Davies et al. [18] hanno dimostrato, in pazienti con Numerosi studi hanno valutato la capacità della recente attacco ischemico transitorio, che placche PET con 18F-flurodesossiglucosio radiomarcato non emodinamicamente significative, ma con ele- (FDG) di studiare l’attività metabolica della placca vata captazione di FDG, possono essere predittive aterosclerotica, in virtù della capacità del FDG di di fenomeni tromboembolici cerebrali, sottolinean- competere con la captazione del glucosio nelle cel- do come anche l’instabilità della placca carotidea, lule metabolicamente attive. Studi sperimentali e al pari di quella coronarica, non correli con il grado clinici, in modelli animali di aterosclerosi [15] e in di stenosi. campioni di endoarterectomia di pazienti con steno- La captazione del FDG, oltre che con l’attività si carotidea [16], hanno dimostrato che la captazio- metabolica della placca, correla con alcuni fattori di ne di FDG aumenta marcatamente e proporzional- rischio cardiovascolare e con biomarcatori d’infiam- mente all’entità dell’infiltrazione macrofagica al- mazione sistemica [19]. Tahara et al. [20] hanno ri- l’interno della placca che riflette il livello di in- portato, in 216 pazienti sottoposti a PET con FDG 61
P. GARGIULO ET AL. per screening tumorale, che la captazione carotidea Imaging molecolare con RMN di FDG correla con l’indice di massa corporea, la circonferenza vita e con i livelli di proteina C- reat- L’applicazione della RMN all’imaging moleco- tiva plasmatica mentre Paulmier et al. [21] hanno ri- lare comporta alcuni vantaggi, tra i quali l’alta riso- portato che la captazione vascolare del FDG è l’uni- luzione spaziale, l’eccellente contrasto dei tessuti co predittore significativo di eventi cardiovascolari molli e l’assenza di radiazioni ionizzanti. La RMN in una popolazione di 101 pazienti oncologici. In molecolare è stata applicata ai vasi carotidei e al- uno studio più recente, che riporta dati di oltre 900 l’aorta per la caratterizzazione delle differenti com- soggetti di una coorte oncologica, l’aumentata cap- ponenti del processo aterosclerotico. L’insufficiente tazione di FDG, specialmente in pazienti con arterie risoluzione temporale, gli artefatti legati al movi- calcifiche, risultava essere un predittore significati- mento cardiaco e diaframmatico e le piccole dimen- vo di eventi cardiovascolari futuri [22]. Tuttavia, no- sioni dei vasi coronarici rendono viceversa ancora nostante i risultati di questi studi il contributo della problematico l’impiego della risonanza magnetica PET con FDG nel predire gli eventi cardiovascolari per lo studio delle arterie coronarie [32]. Alcuni stu- rimane incerto e necessita di verifiche in studi pro- di clinici con RMN ad alta risoluzione hanno evi- spettici in pazienti con fattori di rischio cardiova- denziato un accumulo di gadolinio, convenzionale scolare al fine di valutarne il ruolo prognostico in- agente di contrasto usato in RM, in lesioni atero- crementale. sclerotiche carotidee e una correlazione tra iperin- Un’altra potenziale applicazione della PET con tensità e aumentata vascolarizzazione della placca, FDG nello studio del processo aterosclerotico è che riveste un ruolo importante nei meccanismi pa- quella di monitorare i cambiamenti dello stato in- togenetici coinvolti nella instabilità [33]. Tuttavia, fiammatorio vascolare in risposta a farmaci che sta- rispetto ai radiotraccianti per l’imaging nucleare, i bilizzano le placche, come le statine [23]. Tale im- convenzionali agenti di contrasto della RMN, cioè piego presuppone una adeguata riproducibilità e sta- chelanti di gadolinio, risultano essere meno adegua- bilità dell’imaging vascolare con FDG-PET. A tal ti per l’imaging molecolare a causa della ridotta ca- proposito, Rudd et al. [24] hanno valutato la con- pacità di essere captati a livello delle lesioni atero- cordanza inter- ed intra- osservatore e la variabilità sclerotiche. inter-studio della PET con FDG, ripetendo lo studio Attualmente sono in corso studi preclinici di captazione di FDG a livello carotideo e arterioso volti a progettare nanoparticelle chimicamente mo- periferico a distanza di14 giorni in pazienti con ma- dificate per lo studio della composizione delle lesio- lattia vascolare, riportando un’alta riproducibilità in ni vascolari. La nanoparticella è un’emulsione lipi- tutti i territori vascolari esplorati. Recentemente, lo dica incapsulata, legata a una piccola molecola or- studio dal-PLAQUE [25], in pazienti ad alto rischio ganica altamente specifica e sensibile per l’integrina cardiovascolare trattati con dalcetrapib, un inibitore αvβ3, a cui sono ancorate le molecole di gadolinio. della proteina trasportatrice di esteri del colesterolo, Questa particella è stata finora testata in vitro [34] e che determina aumento delle HDL, ha utilizzato la in vivo [35], per dimostrare gli effetti antiangiogene- captazione carotidea di FDG come end-point surro- tici acuti delle statine per via orale, ipotizzando un gato primario, insieme alle modificazioni della impiego clinico nella gestione dell’aterosclerosi. At- morfologia delle placche valutate con RMN. In tale tualmente, questo nuovo agente angiogenetico è nel- studio, il dalcetrapib ha dimostrato, attraverso la ri- la fase 1 della sperimentazione clinica per l’imaging duzione della captazione di FDG alla PET, di ridur- della neovascolarizzazone carotidea con RMN con re precocemente l’attività infiammatoria. Lo studio 19F con l’approvazione della FDA. dal-PLAQUE rappresenta il primo trial randomizza- La necessità di disporre di agenti di contrasto to in doppio cieco in cui l’imaging molecolare sia che instaurino un persistente e specifico legame con stato utilizzato come end-point primario, aprendo la il bersaglio, consentendo di ottenere immagini di strada a studi clinici futuri aventi lo scopo di verifi- adeguata qualità, ha condotto alla progettazione di care se variazioni dell’attività infiammatoria predi- nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro (MN- cono cambiamenti dello stato di rischio nel singolo Ps), tra cui il ferumoxtran, che dopo l’iniezione per paziente [26]. via endovenosa permangono a lungo nel circolo e Lo studio del distretto coronarico [27] è attual- sono eliminate dal sistema reticolo-endoteliale, ca- mente ostacolato dalla elevata captazione miocardi- ratteristiche che le rende adatte per l’imaging dei ca del glucosio, che può però essere limitata con macrofagi della placca, dove si accumulano avida- un’adeguata dieta [28], e dagli artefatti determinati mente [36]. In studi clinici preliminari, che inclu- dal movimento cardiaco e respiratorio, che possono dono pazienti con placche carotidee stenosanti, l’a- essere minimizzati sincronizzando l’acquisizione nalisi istologica ha dimostrato un predominante ac- PET con l’ECG (gated-PET) [29]. Risultati prelimi- cumulo di ferumoxtran nei macrofagi delle placche nari hanno verificato la fattibilità dell’imaging coro- vulnerabili [37]. Inoltre, dati recenti dimostrano la narico dimostrando che le arterie coronarie in pa- fattibilità tecnica e la sicurezza delle MNPs nell’i- zienti con sindrome coronarica acuta accumulano maging delle arterie carotidi [38]. Un limite di que- più FDG di quelli con angina stabile [30]. sta metodica è la necessità di ripetere la acquisizio- Il valore prognostico della captazione vasale di ne delle immagini 24-36 ore dopo l’iniezione del FDG è stato riportato anche in pazienti con disse- mezzo di contrasto per il confronto dell’intensità zione aortica acuta, nei quali un elevato uptake di del segnale. Le limitate osservazioni disponibili FDG prossimalmente e distalmente alla dissezione suggeriscono che l’imaging delle placche basato identificava soggetti a più elevata incidenza di even- sulle MNPs potrebbe potenzialmente migliorare la ti futuri [31]. stratificazione prognostica dei pazienti con stenosi 62
NUOVE PROSPETTIVE DELL’IMAGING MOLECOLARE DELL’ATEROSCLEROSI carotidea [39], aspetto che dovrà essere valutato da della 4-D PET e della gated-PET. A causa delle in- studi clinici prospettici in cui sia documentato il va- trinseche limitazioni tecniche la MRI e l’ecografia lore incrementale di questa tecnica nella stratifica- molecolare non sono ancora applicabili nella prati- zione del rischio. ca clinica, in particolare per quanto riguarda l’ima- ging delle arterie coronarie. Tuttavia, la mancanza Imaging molecolare ecografico di esposizione alle radiazioni rappresenta un poten- ziale vantaggio soprattutto per il monitoraggio dei I dati ottenuti in vitro e in modelli animali han- pazienti. no dimostrato la fattibilità dell’ecografia molecola- Più rilevante ancora sarà chiarire se e come le re per valutare l’infiammazione nelle grandi arterie informazioni fornite dall’imaging molecolare delle e nel microcircolo. I mezzi di contrasto sono tipica- placche aterosclerotiche possano migliorare la pro- mente costituiti da microbolle acusticamente attive, gnosi dei pazienti. Infatti, solo un numero limitato che possono avere come bersagli le molecole di di placche potenzialmente instabili conduce a un adesione dei leucociti, espresse in risposta all’atti- evento ischemico [42-44], probabilmente a causa vazione endoteliale [40]. Le microbolle hanno il dell’influenza di altri fattori, come l’attivazione del vantaggio di rimanere all’interno dello spazio intra- sistema immunitario e della cascata coagulativa, e vascolare, consentendo di ottenere immagini mole- dunque la identificazione di vulnerabilità potrebbe colari dei processi che avvengono nello strato en- comportare un eccesso di aggressività terapeutica doteliale delle grandi arterie. su placche non destinate a generare eventi. L’applicazione clinica di quest’approccio è In teoria, la popolazione in cui potrebbe avere ostacolata da alcune limitazioni tecniche, quali maggiore utilità l’imaging molecolare è costituita l’adesione delle microbolle a bersagli confinanti da pazienti asintomatici, a rischio intermedio, che spazialmente, come una placca aterosclerotica, e si potrebbero giovare di un trattamento più ag- la non adeguata accuratezza nel distinguere il se- gressivo qualora si identificassero placche poten- gnale delle microbolle dal tessuto circostante zialmente instabili. Naturalmente, il valore pro- quando si utilizzano sonde tradizionali ad alta fre- gnostico incrementale e la costo-efficacia di que- quenza. Attualmente sono in fase di sviluppo nuo- st’approccio dovranno essere comparati con quelli ve microbolle e sistemi di ultrasuoni con cui sia di altri marcatori emergenti, quali il calcium score possibile ottenere un migliore accoppiamento del alla coro-TC e il dosaggio della proteina C reatti- segnale con la frequenza delle immagini applicate va sierica [2]. all’imaging vascolare. Lo sviluppo di un sistema In conclusione, l’imaging molecolare dell’ate- diretto d’imaging molecolare basato sugli ultra- rosclerosi ha rilevanti potenziali applicazioni clini- suoni delle arterie coronarie è ancora più compli- che su vaste popolazioni di soggetti a rischio di o cato, considerando le difficoltà nell’ottenere una che già abbiano subito eventi cardiovascolari. Que- soddisfacente visualizzazione di questi vasi con sto potenziale, insieme ai continui miglioramenti l’approccio transtoracico. Dati recenti hanno rive- tecnici, dovrebbe sollecitare studi clinici prospettici lato una significativa correlazione tra il l’iperin- per valutarne le applicazioni e i benefici clinici. tensità a livello delle placche carotidee e il grado della neovascolarizzazione delle stesse nei pazien- Riassunto ti sottoposti ad endoarterectomia [41]. In conside- razione del ruolo emergente della neovascolariz- L’imaging molecolare rappresenta un innovati- zazione nell’instabilità di placca, l’ecografia con vo e promettente approccio in cardiologia per la ca- contrasto delle arterie carotidi potrebbe rappresen- ratterizzazione funzionale del processo aterosclero- tare uno strumento utile per la stratificazione del tico. L’imaging nucleare, la risonanza magnetica e rischio nella pratica clinica. l’ecografia sono stati utilizzati per la valutazione del processo aterosclerotico delle grandi e piccole “From bench to bedsides”: arterie in numerosi studi clinici e sperimentali. La cose fare per colmare il vuoto? Tomografia ad Emissione di Positroni con fluoro- deossiglucosio è in grado di studiare l’attività meta- Per valutare le implicazioni cliniche dell’ima- bolica, quindi la vulnerabilità della placca atero- ging molecolare dell’aterosclerosi è necessario sclerotica, consentendo di individuare soggetti a ri- considerarne da un lato i limiti tecnici attuali, in schio di eventi cardiovascolari futuri. La risonanza particolare per l’imaging coronarico, e dall’altro magnetica nucleare utilizzando adeguati mezzi di il potenziale impatto clinico in termini di strate- contrasto, come le nanoparticelle di ossido di ferro, gie volte alla riduzione dell’incidenza di eventi consente di valutare il grado di infiammazione delle cardiaci. arterie carotidi. Inoltre, l’accumulo delle nanoparti- In sintesi, l’imaging vascolare con FDG rap- celle nei macrofagi permette di evidenziare l’even- presenta l’approccio più promettente per valutare tuale regressione del processo infiammatorio duran- l’aterosclerosi vascolare nella pratica clinica, ma te la terapia farmacologica. Un’altra caratteristica resta ancora incerto il valore clinico. Sebbene l’i- della vulnerabilità di placca, quale la neovascola- maging metabolico delle arterie carotidi sia stato rizzazione, può essere studiata attraverso l’imaging validato in studi clinici, la limitata risoluzione spa- molecolare ecografico con microbolle. ziale e gli artefatti legati al movimento cardiaco Tuttavia, l’imaging delle placche coronariche ostacolano l’applicabilità allo studio delle arterie rimane limitato da rilevanti aspetti tecnici, quali ar- coronarie. Tuttavia, in futuro queste limitazioni tefatti legati al movimento cardiaco e diaframmati- tecniche potrebbero essere superate con l’utilizzo co e dalle piccole dimensioni dei vasi coronarici. 63
P. GARGIULO ET AL. Scopo di questa revisione è quello di descrivere 14. Gawaz M, Konrad I, Hauser AI, et al. Non-invasive gli aspetti peculiari e i potenziali campi di applica- imaging of glycoprotein VI binding to injured arterial le- zione clinica dell’imaging molecolare dell’atero- sions. Thromb Haemost 2005; 93: 910-913. 15. Davies JR, Rudd JH, Weissberg PL, Narula J. Radionu- sclerosi. clide imaging for the detection of inflammation in vul- Parole chiave: aterosclerosi, imaging molecola- nerable plaques. J Am Coll Cardiol 2006; 47: C57-68. re, PET-FDG, RMN, ecografia. 16. Tawakol A, Migrino RQ, Bashian GG, et al. In vivo 18F- fluorodeoxyglucose positron emission tomography imag- ing provides a noninvasive measure of carotid plaque in- ABBREVIAZIONI flammation in patients. J Am Coll Cardiol 2006; 48: 1818-1824. PET: Tomografia ad Emissione di Positroni 17. Rudd JH, Warburton EA, Fryer TD, et al. 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