COVID-19: Linee di Indirizzo Regionale dedicate ai pazienti emodializzati cronici
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2022 DIPARTIMENTO TUTELA DELLA SALUTE E SERVIZI SOCIO SANITARI COVID-19: Linee di Indirizzo Regionale dedicate ai pazienti emodializzati cronici (Versione 0 del 03/04/2022) Elaborato dal Gruppo Tecnico Regionale Emergenza Covid-19 istituito con DDG n. 132 Del 11/01/2022, integrato con DDG. n. 197 del 12/01/2022 in collaborazione con ANED – Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto - ONLUS
PREMESSA Fin dall’esordio dell’epidemia si è reso evidente che i pazienti uremici, in terapia emodialitica, in terapia dialitica peritoneale ed i pazienti trapiantati costituissero una categoria a più elevato rischio sia di contrarre l’infezione, sia di svilupparne forme cliniche più severe e con maggiori e più gravi complicanze. Questi pazienti infatti, per definizione, sono immunocompromessi rientrando nella categoria dei “pazienti fragili”. Il paziente emodializzato cronico è amministrativamente un paziente ambulatoriale, complicato per le caratteristiche della patologia (uremia), per le affezioni associate, la fragilità clinica e le modalità di trattamento dialitico, necessariamente obbligato all’ambiente ospedaliero. Ciò comporta, per essere sottoposto al trattamento, il trasferimento dal proprio domicilio più volte a settimana, in qualsiasi condizione clinica, climatica e di trasporto sino al centro dialitico di riferimento. Trattamento peraltro non procrastinabile e salvavita. Operativamente la procedura deve essere puntuale ed organizzata, in sicurezza, e coinvolge più attori impegnati ciascuno in ogni fase operativa. Analoghe considerazioni devono essere applicate in caso di indicazione a consulenze o esecuzione di esami strumentali. Fanno eccezione i pazienti trattati con metodica dialitica peritoneale, i pazienti - peraltro rarissimi - che effettuano dialisi extracorporea domiciliare ed i portatori di trapianto di rene. L’attuale stato di pandemia ha complicato ulteriormente le condizioni cliniche dei pazienti, le procedure da attuarsi e le caratteristiche dei trattamenti. Sin dal momento in cui il paziente lascia il proprio domicilio e vi rientra dopo terapia, viene a contatto con l’ambiente e con il personale estraneo (accompagnatori e non). Questi passaggi sono di per sé elementi di maggiore criticità infettiva, passiva ed attiva, non potendo usufruire, come già chiarito, di trattamenti contumaciali domiciliari. La terapia dialitica inoltre, determina un rischio di trasmissione e disseminazione del COVID-19 per molteplici altri aspetti sia procedurali che logistici. Tra questi si pone l’attenzione su: 1) La durata ed il prolungato periodo di assistenza continuativa (>5 ore) 2) L’elevato rischio di contatto ed esposizione con tutto il personale dedicato nelle normali fasi di trattamento (accoglienza, avvio, sorveglianza e conclusione della procedura con attacco e stacco dal rene artificiale); 3) La possibilità che la seduta si complichi con la necessità di maggiore e più impegnativa assistenza (puntura fistola AV, gestione dei CVC, tecniche di emergenza, ecc..) con procedure e manovre di contatto fisico diretto e comunque ad elevato livello infettivo (livello di rischio 3); 4) Un ulteriore elemento di rischio clinico ed infettivologico è costituito dalla concomitante presenza di comorbidità, spesso particolarmente invalidanti e prognosticamente sfavorevoli, con modeste manifestazioni cliniche (paucisintomatici).
5) La concomitante ed obbligata vicinanza tra pazienti per tutto il periodo di trattamento, dall’attesa prima della dialisi, alla dimissione, fino ai trasporti collettivi. Nell’ambito della gestione di ciascun Centro dialisi è peraltro indispensabile, in caso di contagio, garantire comunque un organico infermieristico e medico adeguato al periodo contingente, mantenendo gli standard minimi di assistenza e tenendo in considerazione la non facile sostituzione dei componenti l’equipe medico-infermieristica, l’alta specializzazione ed i tempi di addestramento. Il paziente in dialisi peritoneale che non ha bisogno di apparecchiature complesse per il trattamento, così come il paziente portatore di trapianto renale stabilizzato, necessitano di controlli ambulatoriali periodici e meno frequenti con assistenza prevalentemente domiciliare. Pertanto possono usufruire dei percorsi previsti e già prestabiliti per la popolazione generale che accede negli ambulatori. In base a queste considerazioni i medici ed il personale infermieristico che prestano servizio presso le strutture di dialisi devono ricevere, conoscere ed applicare tutte le informazioni utili sulla prevenzione e trasmissione dell'epidemia COVID-19. In particolare devono attuare le procedure organizzative ed i protocolli terapeutici indicati per i pazienti uremici. Alla luce di quanto sopra esposto e considerata la criticità della diffusione dell’infezione da Sars-CoV-2 tra i pazienti emodializzati cronici, in dialisi peritoneale e nei trapiantati, è opportuno, a completamento delle indicazioni generali diffuse a livello nazionale (SIN) , che tutti i Centri Dialisi che insistono sul territorio regionale adottino comportamenti uniformi, sulla base delle linee di indirizzo contenute nel presente documento. CAMPI DI APPLICAZIONE Le linee di indirizzo descritte nel presente documento si applicano a tutti i pazienti dializzati cronici e a quelli con trapianto renale, inquadrabili come casi sospetti o confermati di COVID-19.
PROTOCOLLI E PROCEDURE Al fine di limitare la diffusione della infezione da SARS-CoV-2 tra i pazienti emodializzati cronici risulta indispensabile in questa fase della pandemia: 1. Eseguire in modo individuale i trasporti da e per la dialisi; 2. Eseguire prima dell’accesso dei pazienti alla sala dialisi un triage, con lo scopo di valutare l’esposizione a SARS-CoV-2 e la presenza di sintomatologia sospetta; 3. Individuare presso Ogni Azienda Ospedaliera o Sanitaria su cui insiste un Centro Dialisi, pubblico e/o privato, delle aree contumaciali spazialmente separate (compatibilmente con le caratteristiche strutturali dei vari presidi), per la dialisi dei soggetti positivi o dei soggetti sospetti; 4. Dotare le dialisi di test antigenico rapido di terza generazione (chemiluminescenza) al fine di ottenere una risposta rapida in caso di sospetto e non dover rinviare la seduta dialitica; 5. Prevedere per l’accesso ai Centri dialisi, sia per i pazienti che per gli operatori, l’utilizzo di mascherine FFP2 che coprano adeguatamente naso e bocca. A tal proposito le Aziende dovranno provvedere a fornire i suddetti presidi ai pazienti prima dell’accesso alla sala dialisi. Il personale medico-infermieristico che opera all’interno delle Dialisi dovrà pertanto: • indossare in maniera adeguata gli opportuni Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) • deve auto-monitorare il proprio stato di salute e informare immediatamente il Direttore e/o la Coordinatrice nel caso in cui essi o i loro familiari sviluppino sintomi indicativi di infezione da COVID-19; Gli operatori dei Centri dialisi devono essere addestrati ad eseguire il tampone nasofaringeo per la ricerca di SARS-CoV-2, con una protezione adeguata, in accordo con l’infettivologo o con i Dirigenti del Servizio di Igiene Pubblica. Osservazione di buone pratiche cliniche: o Gli operatori devono porre particolare attenzione alle misure universali previste nel livello di protezione di tipo 2 ed indossare mascherine FFP2, guanti, occhiali o mascherina con la visiera, copricapo e cambiare frequentemente la propria divisa; o L’igiene delle mani deve essere rigorosamente implementata: lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone e sistematicamente usando soluzioni alcoliche; utilizzare guanti monouso e mascherine chirurgiche (in tutte le sale dialisi); o Tutti i pazienti devono effettuare l’igiene delle mani con soluzione alcolica possibilmente prima di entrare nello spogliatoio (pazienti autonomi) o comunque prima di entrare in sala dialisi (pz accompagnati con ambulanza);
o È opportuno che tutti i pazienti indossino una mascherina FFP2 durante il tragitto per raggiungere il Centro Dialisi, in sala di attesa e durante il trattamento dialitico; o Nessun accompagnatore può di norma rimanere in sala dialisi. Tuttavia, nel corso della seduta, solo in casi del tutto eccezionali e dietro indicazione del nefrologo, sarà consentita la presenza di un unico accompagnatore in caso di comprovate esigenze di natura assistenziale (minori, non autosufficienti/non deambulanti, disabili, pazienti fragili, difficoltà linguistiche – culturali, soggetti tutelati). In caso di presenza di accompagnatore, anche questi dovrà utilizzare la mascherina FFP2, dovrà essere invitato a lavarsi le mani con gel idroalcolico o, in alternativa, con acqua e sapone, e sarà sottoposto a rilevazione della temperatura corporea ed a pre-triage. MISURE PER LIMITARE LA DIFFUSIONE DELL’INFEZIONE - Sensibilizzare i pazienti a segnalare, prima dell’arrivo presso il Centro dialisi, la comparsa di febbre o sintomi respiratori ed attenersi alle indicazioni fornite dai medici e dagli infermieri del Centro, compresa la eventuale attivazione di percorsi domiciliari (attivazione del Servizio di Igiene Pubblica); - Va attivato un triage prima dell’ingresso in Sala Dialisi gestito dal personale infermieristico, al fine di identificare pazienti con segni e sintomi correlabili con l’infezione (febbre, tosse, coinvolgimento vie aeree superiori, congiuntivite) o venuti in contatto con persone affette da infezione COVID-19; - Ridurre il tempo di sosta nelle aree di attesa e regolare l’afflusso negli spogliatoi dedicati; - È raccomandabile, se disponibili termometri digitali, la misurazione della temperatura corporea prima dell'inizio e alla fine della sessione di dialisi; - I pazienti con sintomi respiratori devono essere valutati prima dell’inizio del trattamento dialitico; qualora indicato vanno attivate le procedure di presidio (valutazione infettivologica, invio al Pronto Soccorso) per gli ulteriori accertamenti comprese indagini radiologiche o esecuzione di tampone; - Se nel Centro dialisi è stato sottoposto a trattamento dialitico un caso poi risultato affetto da infezione da Coronavirus le aree utilizzate vanno rese disponibili per altri pazienti solo dopo adeguata sanificazione. GESTIONE DEI PAZIENTI POSITIVI PER SARS-CoV-2 - In caso di infezione confermata i pazienti asintomatici per COVID-19 dovrebbero ricevere il trattamento dialitico nelle aree contumaciali opportunamente identificate. I pazienti che
invece sviluppano sintomatologia per COVID-19 dovrebbero essere ricoverati in aree specifiche, in base alla organizzazione dei singoli presidi ospedalieri e dializzati nella sede di degenza dedicata (procedure e attrezzature per trattamenti dialitici al letto sempre che disponibili). - Tutto il personale coinvolto nella cura diretta dei pazienti con insufficienza renale cronica in dialisi affetti da COVID-19 deve avere una protezione completa (livello di protezione di tipo 3), compresi camici idrorepellenti, cuffie per capelli, occhiali, guanti e mascherine (maschera FFP2 o FFP3 se disponibili). Tale dotazione protettiva deve essere utilizzata indipendentemente dalla sede di trattamento (Rianimazioni, Malattie Infettive, spazi identificati in ogni presidio, eventuali trattamenti in reparto dialisi) ed estesa a pazienti altamente sospetti in attesa di referto del tampone (qualora non sia ancora disponibile il test antigenico rapido di terza generazione), a pazienti rimasti positivi dopo la dimissione, a pazienti ad alto rischio di contagio posti in quarantena. - Analogamente in caso di pazienti COVID positivi che sviluppino una insufficienza renale acuta con necessità di supporto dialitico, il trattamento deve essere eseguito nel reparto dove il paziente è ricoverato: Rianimazioni, Malattie Infettive, o altri spazi individuati in ogni presidio. Il personale preposto al trattamento deve essere dotato di tutte le misure di prevenzione individuale per il livello di protezione di tipo 3. - Per il trattamento dialitico dei pazienti ricoverati in ambienti dedicati, impiego di monitor per tecniche continue (CRRT). Modalità gestionali della seduta definite dal Nefrologo in base al quadro clinico. Non controindicazioni all’impiego di tecniche intermittenti o SLED se le condizioni logistiche lo permettono (impianti di carico/scarico acqua) con utilizzo di osmosi portatili. - Al momento non sono presenti evidenze scientifiche sulla necessità di attivare monitor dedicati; è necessaria, come da prassi, l’accurata pulizia/disinfezione della strumentazione al termine della seduta. - Il team sanitario deve essere organizzato per la gestione dei pazienti; un numero minimo di personale deve entrare nell’area operativa di isolamento. Per i pazienti in Dialisi Peritoneale è raccomandabile una gestione massimale domiciliare, evitando/rallentando la frequenza di accessi in ospedale per esami o visite. Mantenere un contatto telefonico o di tele-sorveglianza (ove possibile). A tal proposito i Centri Dialisi dovranno fornire ai pazienti contatti facilmente raggiungibili in caso di necessità.
Segnalare al paziente ed al caregiver la necessità, in caso di sintomi sospetti per infezione da Covid- 19, di avvisare il Servizio di Igiene Pubblica (oppure seguire le specifiche indicazioni locali). Allertare il paziente che, in caso di sintomi respiratori ingravescenti, è necessario coinvolgere il 118. In caso di ricovero centralizzato la scelta del trattamento dialitico, in base alla situazione logistica del reparto di degenza, deve privilegiare, comunque, un passaggio ad emodialisi. Nell’ambito della gestione dei pazienti ambulatoriali in generale, dialisi peritoneale e trapiantati che necessitano di effettuare visita o consulto è opportuno far eseguire sempre triage telefonico, tampone nasale, e favorire, ove possibile, l’utilizzo della telemedicina. A tal proposito è indispensabile che le Aziende presso cui è attivo un servizio di Telemedicina forniscano ai pazienti un recapito al quale potersi rivolgere in caso di necessità. CURE PRECOCI Essendo i pazienti uremici in emodialisi, dialisi peritoneale e portatori di trapianti di rene immuno-compromessi, con possibilità di evoluzione verso la forma grave di COVID-19, viene consigliato che eseguano immunizzazione attiva mediante vaccinazione anti SARS-CoV -2. Il medico nefrologo deve accertarsi della avvenuta vaccinazione e valutare eventuali dosi booster previste, salvo per tipologie di pazienti provvisti di specifiche esenzioni alla vaccinazione. In caso di riscontro di positività il medico si metterà in contatto con il centro abilitato alla prescrizione delle cure precoci territorialmente competente, e valuterà in accordo con il consulente infettivologo l’opportunità di utilizzare le attuali strategie terapeutiche farmacologiche e la eventuale rimodulazione delle terapie immunosoppressive in corso, come indicato nelle ultime Linee di indirizzo Regionale (antivirali o anticorpi monoclonali). In generale, l’ottimale gestione della patologia è ancora dibattuta e l’approccio terapeutico è privo di definitive evidenze. Nei pazienti affetti da IRC avanzata si pone inoltre la problematica dell’aggiustamento della terapia per il grado di funzione renale e nei pazienti portatori di trapianto renale la necessità di un’attenta modulazione della terapia immunosoppressiva; al momento non esistono definitive linee guida per la gestione di questi pazienti Documenti di riferimento 1) Posizione ERA/EDTA (Società Europea di Dialisi e Trapianto) 2) Raccomandazioni della Società Americana di Nefrologia 3) Posizione Società Italiana di Nefrologia 4) Posizione Sezione Lombardia della Società Italiana di Nefrologia
LINEE DI INDIRIZZO Il paziente emodializzato che a domicilio presenti febbre, sintomi simil-influenzali o altre manifestazioni infettive delle vie aeree (paziente sintomatico) deve contattare il proprio medico del Centro Dialisi che, previo pre-triage telefonico, valuterà se far accompagnare lo stesso in Dialisi, dai volontari delle Associazioni (normalmente deputati al trasporto) in caso di un non sospetto COVID, o allertare il 118 per il trasporto presso il centro dialisi con ambulanza dedicata ai pazienti sospetti COVID. In tale ultimo caso (pazienti sospetti COVID al pre-triage telefonico), il paziente dovrà transitare dal percorso dedicato ed eseguire il test antigenico rapido di terza generazione prima dell’accesso in sala dialisi a cura del personale infermieristico del reparto. Il Paziente emodializzato che giunge in un Centro Dialisi, per cui NON si sospetti un COVID- 19, sulla base del PRE-TRIAGE effettuerà regolarmente il trattamento emodialitico ambulatoriale presso i posti Dialisi NON COVID di riferimento. Se si dovessero ravvisare criteri d’urgenza dopo valutazione dello specialista Nefrologo, ed il paziente sospetto COVID (sintomatico o asintomatico), fosse in attesa dell’esito del tampone naso faringeo (ove non ancora disponibile il tampone antigenico rapido di terza generazione a risultato immediato), lo stesso effettuerà il trattamento emodialitico nell’area sospetti COVID del centro dialisi. All’esito del tampone (indipendentemente se questo sia molecolare o antigenico di terza generazione) ed in funzione delle condizioni cliniche, il paziente potrà quindi risultare: a) negativo dimissibile: il paziente dializzerà presso il centro di riferimento e continuerà ambulatorialmente il trattamento emodialitico per le sedute successive presso i posti Dialisi non-COVID di riferimento. b) negativo non dimissibile: ricovero in funzione della problematica clinica (ad esempio nella UO di Nefrologia o altre) con trattamento emodialitico come da prassi (per i pazienti non COVID); c) positivo non dimissibile: ricovero presso una delle UO dedicate ai COVID positivi, ove eseguirà trattamento emodialitico. d) positivo dimissibile . In caso di trattamento dialitico improcrastinabile, il paziente dializzerà presso il centro dedicato COVID. Il paziente verrà quindi rinviato al domicilio per proseguire trattamento emodialitico ambulatoriale, che potrà essere espletato presso il Centro Dialisi COVID territorialmente competente.
Si specifica, inoltre, che i trasferimenti intraospedalieri dei casi sospetti o positivi COVID dovranno avvenire mediante impiego di barella di bio-contenimento o attraverso percorsi dedicati con interdizione al transito e relative procedure di sanificazione TRASPOSRTO DEI PAZIENTI EMODIALIZZATI Il trasporto dei pazienti emodializzati ad opera dei volontari delle Associazioni, secondo intese con la ASP, dovrà seguire le procedure generali di prevenzione e protezione dal contagio (trasporto eseguito in maniera singola e dedicata, sanificazione del mezzo di trasporto dopo ogni utilizzo, afflusso dei pazienti al Centro gestito in maniera ordinata e scaglionata, distanziamento dei pazienti, utilizzo di DPI da parte degli operatori sanitari, dei volontari e dei pazienti, accompagnamento del paziente fino alla dimora, etc). IN SINTESI Il rispetto delle precauzioni universali e di quelle specifiche per la dialisi quali 1. l’igiene delle mani, 2. l’utilizzo della cuffia, 3. l’utilizzo della mascherina FFP2 e chirurgica, 4. di occhiali o visiera, 5. di guanti e camice, 6. la disinfezione meticolosa esterna dei monitor e delle superfici circostanti l’area del malato produce sicuramente una riduzione fondamentale della possibilità di contagio all’interno del reparto. Arrivo dei pazienti al centro dialisi Il paziente, accompagnato al centro dal personale addetto, indossa la mascherina FFP2. Dopo l’accesso contingentato allo spogliatoio, un infermiere, che indossa come tutto il personale in turno • un camice monouso, • cuffia • una mascherina chirurgica • un paio di guanti monouso, verifica la temperatura del paziente con un termometro laser e la saturazione ed effettua il triage verificando attraverso domande codificate lo stato di salute del paziente per rilevare segni o sintomi riferibili all’infezione.
Se il triage non evidenzia situazioni tali da dover approfondire la condizione clinica, il paziente viene accompagnato in sala dialisi, dove gli infermieri procedono con la seduta dialitica come da procedura. Accesso sala dialisi Al momento di accogliere il paziente in sala dialisi, l’infermiere responsabile di sala verificherà • Che i pazienti con difficoltà alla deambulazione vengano accompagnati dalla sala di attesa alla propria postazione in carrozzina • Che durante la seduta dialitica, in presenza di tosse o starnuti, vengano utilizzati fazzoletti monouso con successivo cambio di guanti e mascherine. • Che durante la seduta dialitica non si manifestino segni e/o sintomi riferibili ad un rialzo febbrile • Che i DPI non vengano rimossi: non è pertanto consentito assumere cibi o bevande durante la seduta emodialitica. Al termine della seduta dialitica si provvederà: • A misurare la temperatura corporea e la saturazione. • A sostituire i guanti dopo la sanificazione delle mani e alla consegna di una busta contenente una mascherina FFP2 e un paio di guanti nuovi, da utilizzare per la seduta successiva. • Ad accompagnare il paziente all’uscita ed affidarlo al personale del trasporto (qualora quest’ultimo non fosse ancora presente, si verificherà il mantenimento della distanza tra i pazienti durante l’attesa). Pulizia e sanificazione • Come da procedura, al termine di ogni seduta dialitica si procede con la detersione e sanificazione con soluzioni alcoliche o clorate delle postazioni e delle apparecchiature utilizzate. • Si procede con lo smaltimento corretto del materiale monouso. • Oltre alla pulizia ordinaria, è opportuno richiedere una ulteriore sanificazione mensile di tutti gli ambienti dedicati all’attività assistenziale.
IDENTIFICAZIONE CENTRI DEDICATI ALLA EMODIALISI DEI PAZIENTI COVID-19 Vengono identificati i seguenti Centri per l’esecuzione dei trattamenti emodialitici per i pazienti COVID-19: 1. AO Annunziata di Cosenza: 21 trattamenti dialitici settimanali; 2. ASP di Cosenza: 4 trattamenti dialitici quotidiani in fase di definizione; 3. ASP di Catanzaro presso presidio Ospedaliero di Lamezia Terme: 4 trattamenti dialitici quotidiani; 4. AO Pugliese Ciaccio di Catanzaro: 4 trattamenti dialitici quotidiani; 5. AOU Mater Domini di Catanzaro: 2 trattamenti dialitici quotidiani 6. ASP di Crotone presso Ospedale di Crotone: 4 trattamenti dialitici quotidiani; 7. ASP Vibo Valentia presso presidio ospedaliero di Vibo Valentia: 11 trattamenti dialitici settimanali; 8. GOM Reggio Calabria: 6 trattamenti dialitici quotidiani; 9. ASP Reggio Calabria: Presidio Ospedaliero di Locri 4 trattamenti quotidiani; presidio di Taurianova 3 trattamenti dialitici quotidiani; I pazienti COVID-19 che necessitano di trattamento emodialitico ambulatoriale, dovranno recarsi presso il centro territorialmente più vicino al loro domicilio. Qual ora i centri territoriali non riescano a sopperire alle esigenze dei pazienti, gli stessi potranno recarsi presso i centri ospedalieri. ACCESSO AI CENTRI OSPEDALIERI L’accesso ai centri ospedalieri di dialisi, da parte di pazienti COVID-19 che devono eseguire emodialisi ambulatoriale e che non necessitano di ricovero ospedaliero, avviene previo contatto del paziente con il reparto di nefrologia dialisi, senza necessità di transitare preventivamente dal Pronto Soccorso. A tal proposito le Aziende Ospedaliere dovranno definire apposito percorso Fast Track.
RETE DIALITICA PAZIENTI COVID-19 POSITIVI 4 trattamenti dialitici quotidiani** 21 trattamenti dialitici settimanali 4 trattamenti dialitici quotidiani 11 trattamenti dialitici settimanali 4 trattamenti dialitici quotidiani 4 trattamenti dialitici quotidiani 3 trattamenti dialitici quotidiani 2 trattamenti dialitici 4 trattamenti dialitici quotidiani quotidiani 6 trattamenti dialitici quotidiani ** In fase di attivazione
FLOW CHART G sintomatico a domicilio Paziente Paziente asintomatico a domicilio PRE-TRIAGE telefonico PRE-TRIAGE telefonico TRIAGE NEFROLOGICO NON SOSPETTO TRIAGE NEFROLOGICO ALL’INGRESSO COVID ALL’INGRESSO SOSPETTO DIALISI CENTRO SOSPETTO COVID DI RIFERIMENTO COVID TAMPONE ALL’INGRESSO DIALISI AREA CONTUMACIALE SOSPETTI COVID AREA GRIGIA TAMPONE NEGATIVO TAMPONE POSITIVO SI RICOVERO NO SI RICOVERO NO PRESSO UU.OO. RICOVERO (presso UO di RICOVERO competenza) REPARTI COVID TRASPORTO 118 DIALISI OSPEDALE DIALISI AREA COVID DI RIFERIMENTO Ospedale di riferimento CENTRO Il paziente in DIALISI DI quarantena (contatto CENTRO DIALISI RIFERIMEN stretto) dializzerà DI RIFERIMENTO TAMPONE TO -AREA nelle aree grigie per NEGATIVO COVID sospetti COVID
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