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AZIO CORGHI Catalogo delle opere pubblicate da CASA RICORDI – Universal Music Publishing Classical Catalogue of the works published by CASA RICORDI – Universal Music Publishing Classical Catalogue des oeuvres publiées par CASA RICORDI – Universal Music Publishing Classical Katalog der bei CASA RICORDI - Universal Music Publishing Classical RICORDI
CASA RICORDI Universal Music Publishing Classical Promotion Department Phone + 39 802828 12 Email umpcpromotion@umusic.com Via B. Crespi, 19 - AREA MAC 4 20159 Milano, Italy www.ricordi.com Traduzioni - Translations: John Rugman Editor: promotion department Graphic designer: Bruno Rossi Copyright @ 2017 Casa Ricordi Srl Tutti i diritti riservati – All rights reserved Stampato in Italia – Printed in Italy Photo credits: Azio Corghi - @ Roberto Masotti/Casa Ricordi José Saramago, Azio Corghi - @ Michael Hörnschemeyer L’editore è a disposizione degli aventi diritto che non è stato possibile contattare
Indice Contents RITRATTO PORTRAIT Ludus e Pathos, introduzione di Raffaele Mellace 7 Ludus and Pathos, introduction by Raffaele Mellace 10 Biografia 13 Biography 15 CATALOGO DELLE COMPOSIZIONI CATALOGUE OF WORKS Balletti 19 Ballets Teatro musicale 21 Music theatre Composizioni per orchestra (anche con solisti vocali o strumentali o coro) 29 Orchestral works (also with vocal or instrumental soloists or chorus) Musica strumentale da camera 39 Instrumental chamber music Musica vocale da camera 47 Vocal chamber music Composizioni per coro (anche con strumenti e solisti vocali) 53 Choral works (also with instruments and vocal soloists) Revisioni 55 Revisions Didattica 57 Didactics
4 Indice • Contents APPENDICI APPENDIXES Cronologia delle opere 61 Chronology of the works Discografia 66 Discography Indice alfabetico delle composizioni pubblicate da Casa Ricordi 69 Alphabetical index of works published by Casa Ricordi Abbreviazioni 72 Abbreviations
Ritratto Portrait
7 Ludus e Pathos Il gioco della ragione e l’abisso delle passioni. Non suonerà stravagante, a chi abbia accostato la produzione matura di Azio Corghi, ricondurre il catalogo del composi- tore piemontese a queste due istanze principali, una sorta di endiadi enigmatica e feconda. Da un lato un filone creativo che risponde alla poetica del divertissement, al gioco arguto e ironico dell’intelligenza: habitus sotto il quale s’intravede, quasi fosse l’ombra della silhouette di Corghi, il sorriso del Pesarese, di quel Rossini che tanto spesso ha incrociato la strada del collega contemporaneo. Dall’altro, a mo’ di “antidoto”, di compensazione verso tanta leggerezza, opera in Corghi un’ispirazione altra, che l’orienta alla pensosa esplorazione del destino storico e individuale del- l’essere umano. Gran parte del teatro musicale di Corghi, così come le sue cantate sinfonico-corali, vivono infatti dell’impegno umanistico di contagiare, nelle parole del compositore, una «nostalgia inguaribile della speranza», un «desiderio disperato di vita», complice il valore di scelte letterarie alte, in cui spicca l’affinità di sentire col Premio Nobel José Saramago. Potrà dunque campeggiare a epigrafe d’un cata- logo vasto, quasi sintetica formula riassuntiva, il profilo tragicomico d’un Corghi Giano bifronte, versato nell’uno e nell’altro costume, portato di volta in volta a in- dossare ora l’una ora l’altra maschera (senza che peraltro manchino le occasioni in cui i due registri s’intrecciano: in Amori incrociati o nel Dissoluto assolto, per citare due titoli). Esteso ormai su mezzo secolo, il catalogo di Azio Corghi ha attraversato stagioni diverse della storia della musica contemporanea mantenendo una rotta originale: una rotta spesso appartata rispetto a quelle dei coetanei, non organica, in grado, forse proprio in virtù di questa collocazione eccentrica, di intercettare e compren- dere puntualmente alcune istanze fondamentali dell’esperienza musicale dei nostri giorni. Non sarà un caso se la produzione del compositore, nato a Ciriè il 9 marzo 1937 e formatosi nei Conservatori di Torino e Milano (dov’è allievo di Bruno Betti- nelli), pervenga a definire una propria cifra matura e compiuta a trent’anni dalle prime esperienze compositive, verso la data epocale del 1989, attorno alla quale si coagula un gruppo importante di lavori. Già dalla seconda metà degli anni Sessanta in verità – con Intavolature, vincitore nel 1966 del concorso Ricordi-Rai e “… in fìeri”, del 1968 – i lavori di Corghi avevano richiamato l’interesse internazionale. È tuttavia solo attraverso un percorso lungo un quarto di secolo che va progressiva- mente ampliandosi la portata degli interessi del compositore, le cui energie sono ancora contese soprattutto dal didatta (in cattedra a Parma,Torino, Milano e Roma) e dal musicologo (cura l’edizione critica dell’Italiana in Algeri di Rossini). L’accostamento al teatro musicale a metà degli anni Ottanta diventa per Corghi l’evento catalizzatore del nuovo corso, l’atto inaugurale d’una stagione della ma- turità in cui è sempre più assidua la frequentazione della grande forma, sono signi- ficative le commissioni, decisa e irreversibile l’affermazione internazionale. Da quel
8 Ludus e Pathos fatidico 1989, segnato nella vicenda artistica di Corghi dall’incontro con Saramago e dalla commissione della prima opera per il Teatro alla Scala, sono andati costruen- dosi, progressivamente e con determinazione, i diversi settori – rigogliosi, autonomi, eppure intercomunicanti – d’una produzione multiforme: il teatro musicale, le vaste pagine sinfoniche e sinfonico-vocali, i balletti, la raffinata musica da camera, sia vocale che strumentale. Lavori che rimandano l’uno all’altro per ispirazione ideale, per l’approfondimento di taluni filoni tematici, per la condivisione del materiale musicale. Attraverso il proprio catalogo Corghi affronta con decisione alcune apparenti an- tinomie del fare musica oggi, a cominciare dalla più ingombrante, quella dialettica impegno/comunicazione, che sottopone a un aggiornamento significativo: superato il dogma che sancisce un’alternativa radicale tra il messaggio politico-sociale della creazione artistica e la sua fruibilità da parte di un pubblico non engagé, vengono guadagnati a una valenza comunicativa ricca di significato alcuni atteggiamenti che l’intelligencija musicale giudicava alla stregua di divertissement inautentico e dun- que non artistico. L’atto del comporre trova la sua ragion d’essere, il proprio valore politico, proprio nella capacità di trasmettere un messaggio, di mettersi efficace- mente in relazione con l’uomo contemporaneo che si mette in ascolto. La produzione della maturità di Corghi è caratterizzata da alcune scelte stilisti- che che si rivelano strumenti essenziali nel battere i due sentieri cari al compositore. Strumento imprescindibile è innanzitutto la raffinata ricerca timbrica, a un tempo piacere del suono e della sua performance, ma anche mezzo per indugiare sulla so- glia tra realtà sensibile e immaginazione, complice la preferenza accordata alle so- norità stranite e antinaturalistiche dello Sprechgesang o dell’ottetto vocale madri- galistico. Con felice paradosso, la cura per la voce del singolo strumento, tradotta in rapporti con i singoli interpreti, si sposa in Corghi in una disponibilità assoluta alla trascrizione, al ripensamento d’un pezzo preesistente per tutt’altro organico, alla migrazione da uno strumento a un altro, dall’oboe alla viola, dalla viola al violon- cello, al trio d’archi. Centrale è la frequentazione degli archetipi della cultura po- polare, col ricorso frequente e sorgivo a materiale del patrimonio folklorico e a so- norità tipiche di quest’ultimo, dal coro popolare alla fisarmonica. Infine – ed è forse l’elemento più evidente e apparentemente sconcertante – ineludibile nel catalogo di Corghi è la rivisitazione della tradizione musicale, secondo modalità che imitano la nostra ricezione corrente della musica del passato. Si tratta d’un gioco postmo- derno con la tradizione, alla ricerca, nelle parole dello stesso Corghi, «di un linguag- gio musicale “radicato”», così che la memoria sonora possa fungere da reagente es- senziale in discorsi della più patente attualità. Non di trascrizione “innocente” si tratterà mai: la citazione è piuttosto calata in un contesto linguistico ironicamente straniato, in un milieu compositivo moderno, come inevitabilmente postmoderno è il nostro approccio di ascoltatori alla musica del passato. Nel rapporto tanto tenace e vitale con la memoria sonora andrà còlta la natura più autentica dell’ispirazione di Corghi: l’esigenza psicologica di formulare la propria creatività in termini dialogici, esigenza che si sviluppa in una vera e propria poetica del dialogo. Una poetica che si nutre dell’ascolto di altre voci – quelle di poeti e musicisti, ma anche la voce anonima della tradizione popolare, così come voci stru-
Ludus e Pathos 9 mentali e ritmi di danza – con cui il compositore intrattiene una conversazione par- tecipe: le interroga, ne indaga le ragioni, crea cortocircuiti di senso tra il loro e il proprio tempo, il loro e il proprio pensiero; perché, come recita la conclusione delle Note introduttive alla partitura di Cruci-Verba, «partendo dall’idea di creare pro- vocatorie interferenze spesso si scoprono umane confluenze». Dagli anni Novanta del Novecento questo dialogo si è continuamente arricchito di interlocutori illustri, taluni occasionali, ma più spesso ospiti ricorrenti d’una conversazione permanente: tra i musicisti, in primis Rossini, Verdi e Liszt, ma anche Monteverdi, Bach, Handel, Vivaldi, Banchieri, Donizetti, Spontini. Se in questi casi il dialogo si realizza nella carne viva della scrittura, nell’intrec- cio sul pentagramma dei segni grafici antichi e moderni, nella contaminazione tra gesti musicali, non meno feconda è la relazione con la parola e con la poesia, dalle cui risonanze nasce molta della musica di Corghi. Certo, svolgono un ruolo impor- tante il mito antico, Rabelais, Boccaccio, ma soprattutto è la voce dei moderni, al di qua del Romanticismo, a contare: Daudet e Čechov; Ungaretti e Quasimodo; la Yourcenar e Pasolini; l’interlocutore maggiore, José Saramago, cui Corghi è stato le- gato da un sodalizio ventennale che ha fruttato una trilogia operistica e una serie importante di lavori sinfonico-vocali; Maddalena Mazzocut-Mis, l’altra interlocutrice con cui il dialogo è stato diretto e “in presenza”, autrice dei testi e delle dramma- turgie corghiane di quest’ultimo decennio. Non di rado il dialogo si trasforma in una triangolazione in cui la lettura di Corghi coinvolge simultaneamente il mondo sonoro d’un collega del passato e la parola d’un autore contemporaneo, intrecciando Liszt a Saramago, Bach e Verdi a Pasolini, Verdi a Bertolucci e Quasimodo. Il peso della parola nell’universo creativo di Corghi va di pari passo con lo spazio conquistato dallo strumento principe della matura drammaturgia corghiana: la voce recitante, che negli anni è andata colorandosi delle nuance prestatele di volta in volta dai timbri e dai temperamenti diversissimi di interpreti, femminili perlopiù, di prima sfera. Per questa via il dialogo tra musica e parola acquista un’evidenza assoluta che la candida a quel compito civile che il compositore concepisce come imprescindibile dell’atto creativo, mettendola in grado di accompagnare e scandire la memoria degli eventi chiave della storia del Paese (l’Unità, la Grande Guerra, la Liberazione). Comporre è per Corghi un gesto politico, testimonianza senza ambi- guità davanti all’altro, atto di responsabilità etica che lega il musicista agli uomini e alle donne del suo tempo. Parte integrante di tale responsabilità è la trasparenza del linguaggio, che, pur nell’irriducibile ambiguità del simbolo, dovrà raggiungere l’ascoltatore e offrirgli una chiave di lettura intellegibile della realtà. Raffaele Mellace
10 Ludus and Pathos The play of reason and the abyss of passion. Anyone familiar with Azio Corghi’s mature production over the last two decades will find it hardly extravagant if his work is re- duced to these two enigmatic and highly fertile promptings. On the one hand, he responds to the poetics of the divertissement, to the acute, ironic play of intelligence: in this habitus we detect the smile of the great Rossini, a composer with whom he has so often crossed paths. On the other hand – somewhat as compensation for such levity – we also find a reflective exploration of the historical and individual destiny of man. Most of his music theatre, as well as his symphonic- choral cantatas, thrive on the humanistic commitment to contaminate an “incurable nostalgia of hope”, a “desperate desire for life”, also calling on the assistance of some distinguished literary choices. In this respect his affinity of feeling with the Nobel José Saramago stands out. One could therefore portray Corghi as a Jason-like, two-faced, tragicomic figure, equally well versed in either style and required (as the occasion requires) to assume one or other mask. (Naturally, however, the two regis- ters often come together and combine, as for example in Amori incrociati or in Dis- soluto assolto). Corghi was born in Cirié on 9 March 1937 and trained at the conservatories of Turin and Milan (where he was a pupil of Bruno Bettinelli). And still today his energies are divided between his commitments as a teacher (with duties in Parma, Turin, Milan and Rome) and musicologist (his is the critical edition of L’italiana in Algeri). His cat- alogue has maintained an original course that has often been set apart from those of his contemporaries. It is surely no accident if his production achieved its fullest re- alization thirty years after the earliest compositional experiences, with the important group of works created around 1989. It is true that he had won the Ricordi-Rai com- petition with his Intavolature already back in 1966 and that his work had received international attention ever since “… in fìeri” (1968). But after the experiences of a quarter of a century his interests progressively expanded. It was his encounter with music theatre, around the mid 1980s, that triggered his new style and marked the beginning of a mature season, during which he has increas- ingly cultivated large-scale forms. Ever since 1989, the date that marks the encounter with Saramago and the commission of his first opera for La Scala, the various sectors of his variegated production have been steadily developing: the music theatre, the large-scale orchestral and orchestral-choral works, the enchanting divertissements, the ballets and the refined chamber music. All these works are interrelated: in their ideal inspiration, in their exploration of thematic strands, in their sharing of musical materials. Very determinedly Corghi exploits his own catalogue to tackle certain apparent contradictions present in modern music-making, starting with the knottiest issue of all: the commitment/communication dialectic. This he subjects to a significant up-
Ludus and Pathos 11 dating. After disposing of the dogma that posits a radical alternative between the po- litical-social message of artistic creation and reception by an uncommitted public, he elevates the approaches dismissed by the past musical intelligentsia as examples of inauthentic divertissement to communicative significance replete with meaning. The act of composing finds its reason for being, its political value, in its capacity for trans- mitting a message and efficaciously relating with contemporary man as he listens. In his maturity, Azio Corghi’s production has been characterized by several stylistic choices that have turned out to be essential tools in proceeding down two paths near and dear to the composer. First comes his ineluctable and refined study of musical shading, in which there is pleasure in the sound and in the performance of it; it also provides a means for lingering on the border between perceptible reality and imag- ination, in which we note his preference for the dazed and anti-naturalistic sounds of the Sprechgesang or the madrigal octet. There’s a happy paradox here: Corghi’s attention to the voice of each single instrument, which translates into relationships with individual interpreters, is combined with his absolute openness to transcription, the reworking of an existing piece for an altogether different lineup of instruments, and the migration from one instrument to another – from the oboe to the viola, from the viola to the cello, to the string trio. A central focus is his frequentation of folk culture archetypes. Indeed, for Corghi the heritage of folk music and sounds is often a source of inspiration – from the folk chorus to the accordion. Lastly – and this is perhaps the element that is most evident and most apparently disconcerting – in the Corghi catalogue we inevitably encounter the revisitation of musical tradition in ways that imitate the way we today receive music from the past. This is a postmodern game with tradition, as Corghi puts it, in search “of a ‘rooted’ musical language,” in which sound memory becomes the essential reagent in addressing the most apparent present. This will never be “innocent” transcription: the reference is made within an ironically estranged linguistic context, in a modern compositional milieu, just as our approach to listening to music from the past is inevitably postmodern. Within that tenacious and vital relationship with sound memory, we see the most authentic nature of Corghi’s inspiration: the psychological need to formulate one’s own creativity in dialogical terms, which develops into true dialogue poetics that feed off the other voices they hear. Such voices may be those of poets and musicians, but they may also be the anonymous voices of folk tradition, including instrumental voices and dance rhythms. Corghi engages in lively conversation with them – ques- tioning them, exploring their frames of reference, creating short circuits of meaning between their time and his, between their thought and his. Indeed, as we read at the end of the Introductory Notes to the score of Cruci-Verba, “When you start out with the idea of creating provocatory interference, you often discover human con- vergence.” Since the 1990s, this dialogue has been constantly expanded with illus- trious interlocutors, some occasional, most, however, returning again and again in a permanent conversation: among the composers, in primis Rossini, Verdi and Liszt, as well as Monteverdi, Bach, Handel, Vivaldi, Banchieri, Donizetti, Spontini. If, in these cases, dialogue is created within the living flesh of the writing, within the melding of ancient and modern symbols along the five-line staff, within the con- tamination of musical gestures, then no less fecund is the relationship with words
12 Ludus and Pathos and poetry, out of whose resonance much of Corghi’s music has been born. Of course, an important role is played by ancient myth, Rabelais and Boccaccio, though mostly it is the voice of the moderns, on this side of Romanticism, that weighs in: Daudet and Chekhov, Ungaretti and Quasimodo, Yourcenar and Pasolini. But Corghi’s main interlocutor has been José Saramago. The two worked together for twenty years, during which time they produced an opera trilogy and an important series of vocal- symphonic works. He has also worked with Maddalena Mazzocut-Mis, who has penned the books of Corghi’s operas from the past decade. It is not rare that dialogue trans- forms into triangulation in which reading Corghi means tuning in on a past composer’s world of sounds while at the same time absorbing the words of a contemporary author – where Liszt meets Saramago, Bach and Verdi meet Pasolini, Verdi meets Bertolucci and Quasimodo. The importance of words in Corghi’s creative universe is on a par with the space conquered by the main instrument in Corghi’s mature dramaturgy: the voice of the narrator. Over the years, he has colored the narrator’s voice with nuances borrowed from the vast array of tones and temperaments of interpreters – mostly women, and all A-listers. In this way, the dialogue between music and words acquires an absolute clarity that promotes it to the civil task that Corghi considers inseparable from the creative act. Such clarity is able to accompany and articulate the memory of key events from the history of modern Italy – Unification, World War II, Liberation. For Corghi, composing is a political gesture, unambiguous testimony before another, an act of ethical responsibility that bonds the musician to the men and women of his time. A key part of that responsibility is the transparence of language, which, in the unshakable ambiguity of the symbol, must reach listeners and offer them an intelli- gible guide to interpreting reality. Raffaele Mellace
13 Biografia Azio Corghi nasce a Cirié, in provincia di Torino. Fino al 1950 ripartisce gli studi tra la pittura e la musica. Nel 1956 si iscrive al Conservatorio di Torino dove si diploma in Pianoforte sotto la guida di Mario Zanfi. Si trasferisce nel 1962 al Conservatorio “G. Verdi” di Milano dove frequenta i corsi di composizione, musica corale, direzione d’orchestra, composizione polifonica vocale, rispettivamente sotto la guida di Bruno Bettinelli, Amerigo Bortone, Antonino Votto e Guido Farina. Nel 1967 vince il concorso Ricordi-Rai con Intavolature per orchestra, eseguito al Teatro La Fenice di Venezia. Contemporaneamente inizia l’attività didattica al Conservatorio di Torino. Attività che proseguirà, nel corso degli anni, presso i Conservatori di Milano e Parma, fino a raggiungere, in Italia, le Accademie di Siena (Chigiana), Roma (Santa Cecilia), Biella (Perosi) e Bologna (Filarmonica). Nel 1973 la Fondazione Rossini di Pesaro e Casa Ri- cordi gli affidano la realizzazione dell’edizione critica de L’italiana in Algeri di G. Rossini. Per la stagione 1989-90 va in scena alla Scala Blimunda, opera su libretto del compositore stesso e di José Saramago. Nel 1991, una giuria presieduta da Goffredo Petrassi gli assegna il premio “Omaggio a Massimo Mila” per la sua attività didattica. In occasione del bicentenario rossiniano compone Suite dodo, da Péchés de vieil- lesse di Rossini; intanto il Teatro Rossini di Pesaro – collegato in diretta mondovisione – realizza il balletto Un petit train de plaisir. Il 31 ottobre 1993 alla Städtische Büh- nen di Münster, va in scena Divara (“Wasser und Blut”), dramma musicale su libretto del compositore e di José Saramago. Nel 1994 Azio Corghi è nominato accademico di Santa Cecilia a Roma. Nel 1997, su invito del II Concorso Pianistico Internazionale “Umberto Micheli”, compone lo studio da concerto “… ça ira!” mentre, nel quadro delle celebrazioni per il centenario donizettiano, gli viene richiesta la trascrizione delle Ariette tratte da Nuits d’été à Pausilippe. Su commissione del Teatro alla Scala, nel 1999, scrive Tat’jana, dramma lirico su testo di Cechov. Nel 2000 intraprende la composizione, per l’Orchestra della Rai, di Amori incrociati dal Decameron nella ver- sione di Aldo Busi. Nel 2001 scrive, per gli Städtische Bühnen Münster, Cruci-Verba, lettura e commento dal Vangelo secondo Gesù di José Saramago sopra la Via Crucis di Liszt. In occasione del centenario belliniano, compone “… malinconia, ninfa gen- tile” per il Teatro Massimo “Bellini” di Catania. Nel 2002 l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, gli commissiona De paz e de guerra, ancora su testo di Saramago. Nello stesso anno, realizza il dramma lirico Senja, dal racconto Sulla strada maestra di Anton Cechov, ancora per Münster. L’8 luglio 2004 va in scena al Teatro dei Rozzi di Siena, su commissione dell’Accademia Chigiana, ¿Pia? dialogo drammatico-musicale liberamente tratto dal Dialogo nella palude di M. Yourcenar. Nel 2005 scrive Il disso- luto assolto, teatro musicale in un atto su libretto proprio e di Saramago, co-produ- zione del Teatro San Carlos di Lisbona e del Teatro alla Scala di Milano. In occasione del 25° anniversario della fondazione della Filarmonica della Scala, compone Poema
14 Biografia Sinfonico, brano la cui prima assoluta, avviene il 29 gennaio 2007. L’Ensemble Punto It, per i 500 anni dalla nascita del Palladio, nel 2008 gli commissiona Giocasta. L’opera è una rilettura, su libretto di Maddalena Mazzocut-Mis, dell’Edipo Tiranno di Sofocle, tragedia che, con le musiche di Gabrieli, fu rappresentata nel 1585 all’inaugurazione del Teatro Olimpico. Giocasta viene rappresentata in questa sede il 19 giugno 2009. Per il bicentenario verdiano, al Teatro Regio di Parma, il 9 ottobre 2013, viene ese- guito Madreterra, “dialogo sacro” fra Verdi e Pasolini. L’anno dopo, per l’Accademia Musicale Chigiana, scrive Blanquette per voce recitante e orchestra da camera, testo tratto da “La chèvre de M. Seguin” di Alphonse Daudet. La prima esecuzione (10 luglio 2014) apre la 71° edizione della Settimana Musicale Senese. In occasione delle ma- nifestazioni per il quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini, il Teatro Comunale “G. Verdi” di Pordenone gli commissiona Tra la carne e il cielo su testi di Pasolini (drammaturgia poetica di Maddalena Mazzocut-Mis). Il lavoro è eseguito in prima as- soluta il 2 novembre 2015. Recenti composizioni di Azio Corghi comprendono Arie vir- tuose, per fagotto e orchestra d’archi (una “rilettura in chiave di attualità” di mu- siche tratte da opere liriche di Antonio Vivaldi) commissionatagli dal Teatro Petruz- zelli di Bari, ed eseguita a Bari nel maggio 2017, e L’eco di un fantasma per voce re- citante femminile, coro e orchestra, su testo di Maddalena Mazzacut-Mis. La prima esecuzione è prevista il 3 novembre al Teatro Lirico di Cagliari, committente del brano.
15 Biography Azio Corghi was born in Cirié, in the province of Torino, in 1937. Until 1950 he di- vided his studies between painting and music. In 1956 he enrolled at the Giuseppe Verdi Conservatory in Torino, where studied piano and graduated under Mario Zanfi. In 1962 he moved on to the Giuseppe Verdi Conservatory in Milano, where he studied composition under Bruno Bettinelli, choral music under Amerigo Bortone, conducting under Antonino Votto, and polyphonic vocal composition under Guido Farina. In 1967 Corghi won the Ricordi-Rai Competition with Intavolature, for orchestra, which was performed at Teatro La Fenice in Venice. That same year he began teaching at the Giuseppe Verdi Conservatory in Torino. He would go on to teach at the conservatories in Milano and Parma, as well as at the Chigiana Music Academy in Siena, the Santa Cecilia National Academy in Rome, the Perosi Academy in Biella, and at the Bologna Philharmonic. In 1973 he wrote a critique of Rossini’s L’italiana in Algeri, published by the Rossini Foundation of Pesaro and Casa Ricordi. The 1989-90 season saw his opera Blimunda performed at La Scala, with book by Corghi and José Saramago. In 1991 a jury headed by Goffredo Petrassi presented him with the Massimo Mila Award for his dedication to teaching. In 1992, in celebration of the 200th anniversary of the birth of Rossini, Corghi composed Suite dodo, inspired by Rossini’s Péchés de vieil- lesse; also in 1992, the ballet Un petit train de plaisir was performed at Teatro Rossini in Pesaro, and broadcast live on satellite TV. On October 31, 1993, Corghi’s musical drama Divara – Water and Blood, with book by Corghi and José Saramago, was per- formed at Städtische Bühnen, in Münster, Germany. In 1994 Corghi became a Fellow of the Santa Cecilia National Academy in Rome. In 1997 the Umberto Micheli Inter- national Piano Competition commissioned Corghi to compose the concert étude “… ça ira!” In the same year, for the celebration of the 200th anniversary of the birth of Gaetano Donizetti, Corghi transcribed several ariettas from Nuits d’été à Pausilippe. In 1999 he was commissioned by La Scala to write the opera Tatyana, based on the Anton Chekhov play Tatyana Repina. In 2000 he resumed work on the composition of Amori incrociati from Aldo Busi’s version of Decameron, for the Rai National Sym- phony Orchestra. In 2001 he wrote Cruci-Verba for the Städtische Bühnen Münster, which combined readings from and comment on José Saramago’s The Gospel Accord- ing to Jesus Christ, accompanied by Liszt’s Via Crucis. In 2001 Corghi composed “… malinconia, ninfa gentile” for the 200th anniversary of the birth of Vincenzo Bellini, commissioned by Teatro Massimo “Bellini”, in Catania, Sicily. He was commissioned by the Santa Cecilia National Academy to compose De paz e de guerra, once again with book by Saramago, in 2002. That same year he composed the opera Senja, based on Chekhov’s On the High Road, once again for the Städtische Bühnen Münster. On July 8, 2004 he presented ¿Pia?, a music-and-drama dialogue inspired by Marguerite Yourcenar’s Le Dialogue dans le Marécage, at Teatro dei Rozzi in Siena, commissioned
16 Biography by the Chigiana Music Academy. In 2005 Corghi wrote Il dissoluto assolto, a one-act musical with book by the composer and Saramago, which was co-produced by Teatro San Carlos in Lisbon and La Scala. For the 25th anniversary of the foundation of the La Scala Philharmonic Orchestra, Corghi composed Poema Sinfonico, which premiered on January 29, 2007. In celebration of the 500th anniversary of the birth of Italian Renaissance architect Andrea Palladio, in 2008 Corghi was commissioned by Ensemble Punto It to compose the opera Giocasta. It is based on Sophocles’ Oedipus Rex, with book by Maddalena Mazzocut-Mis. Another operatic version of the famed tragedy, with music by Andrea Gabrieli, was performed at the inauguration of Vicenza’s Teatro Olimpico, which was designed by Palladio, in 1585 – and Giocasta was performed at the same venue on June 19, 2009. In celebration of the 200th anniversary of the birth of Giuseppe Verdi, Corghi’s Madreterra, featuring a “sacred dialogue” between Verdi and Pasolini, was performed at Parma’s Teatro Regio on October 9, 2013. The follow- ing year, Corghi wrote Blanquette, for spoken voice and chamber orchestra, with se- lections from Alphonse Daudet’s short story La Chèvre de Monsieur Seguin, commis- sioned by the Chigiana Music Academy. It was premiered on July 10, 2014, when it opened the 71st edition of Settimana Musicale Senese in Siena. To mark the forty years since the passing of Pier Paolo Pasolini, Teatro Comunale Giuseppe Verdi, in Porde- none, commissioned Corghi to write Tra la carne e il cielo, based on writings by Pa- solini, with book by Maddalena Mazzocut-Mis. It premiered on November 2, 2015. Re- cent compositions by Azio Corghi include Arie virtuose, for bassoon and string orches- tra (a “contemporary reinterpretation” of music from operas by Antonio Vivaldi), commissioned by Teatro Petruzzelli, in Bari, Italy, where it premiered in May 2017; and L’eco di un fantasma, for female narrator, choir and orchestra, based on a text by Maddalena Mazzacut-Mis. The latter is slated to premiere on November 13, at Cagliari’s Teatro Lirico, which commissioned the piece.
Catalogo delle composizioni Catalogue of works
19 Balletti Ballets Amorsacro/Amorprofano Balletto (1991) da composizioni cameristiche di Giuseppe Verdi Organico: voce femminile acuta / ottetto vocale // 1 (anche ott).1 (anche cor.i.).1 (anche cl.b.). sxf.c. (anche sxf.t.). fg. (anche cfg.) / 1.1.1.1. / perc. (= 4 esec.) arpa fsm. / archi / elettronica Durata: 57’ Partitura 135620 - Riduzione canto-pf (A.-M. Turcotte) 136460 Un petit train de plaisir Balletto (1991) per due pianoforti e percussioni da Péchés de vieillesse di Gioachino Rossini Prima rappresentazione: Pesaro, Festival Rossini, 23 agosto 1992 duo pianistico Bruno Canino e Antonio Ballista, Les Percussions de Strasbourg, direttore Mauro Bonifacio, Aterballetto, coreografia Amedeo Amodio, scene e costumi Luisa Spinatelli Interpreti: Alessandra Ferri, Julio Bocca, Gheorghe Iancu Organico: due pianoforti, percussioni (= 6 esec. di cui uno deve anche suonare arm. o fsm.) Durata: 60’ Partitura 135892
21 Teatro musicale Music theatre Blimunda Opera lirica in tre atti (1989) da Memorial do convento di José Saramago Sceneggiatura e libretto (tratti dalla traduzione italiana di Rita Desti e Carmen M. Radulet) di Azio Corghi e José Saramago Prima rappresentazione: Milano, Teatro Lirico, Stagione 1989-1990 del Teatro alla Scala, 20 maggio 1990 Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, direttore Zoltán Peskó, regia Jerome Savary, scene Michel Lebois, costumi Jacques Schmidt, maestro del coro Bruno Casoni Interpreti: (cantanti) Katya Lytting, William Lewis, Roy Stevens, Marta Szyrmay, The Swingle Singers - (attori) Flavio Bonacci, Moni Ovadia, Giovanna Bozzolo, Giulia Franzoso, Silvano Pantesco Personaggi: BLIMUNDA mezzosoprano, DOMENICO SCARLATTI voce recitante I, GIOVANNI V voce recitante II, DONNA MARIANNA voce recitante III, MARIA BARBARA voce recitante IV, FRA’ ANTONIO DE S. JOSÉ voce recitante V, SEBASTIANA MARIA DE JESUS contralto, BARTOLOMEU LOURENÇO DE GUSMAU, IL“VOLATORE” baritono, BALTASAR MATEUS, IL “SETTE-SOLI” tenore - figuranti Organico: coro (uomini, donne) ottetto vocale (gruppo madrigalistico): 2 s, 2 c, 2 t, 2 b // 3.3.4.3. / 4.4.3.1. / timp. perc. 2 arpe / archi / elettronica Durata: 120’ Partitura 134888 - Riduzione canto-pf (M. Bonifacio) 134892 - Libretto 134893
22 Teatro musicale • Music theatre Divara (“Wasser und Blut”) Dramma musicale in tre atti (1993) dal dramma teatrale In nomine Dei di José Saramago Libretto di Azio Corghi e José Saramago Traduzione italiana di Giulia Lanciani. Traduzione tedesca di Andrea Molino e A. Scherer Prima rappresentazione: Münster, Städtischen Bühnen Münster, 31 ottobre 1993 Symphonieorchester der Stadt Münster, Chor und Extrachor der Städtischen Bühnen Münster, Chor des Musikvereins der Stadt Münster, direttore Will Humburg, regia, scene e costumi Dietrich Hilsdorf, direttore del coro Peter Heinrich Interpreti: Susanna von der Burg, Christopher Krieg, Hanslutz Hildmann, Michael Holm, Heinz Fitz, Robert Schwarts, Eva Lillian Thingboe, Suzanne McLeod, Gabriele Wunderer, David Midboe, Michael Baba, Günther Kiefer, Mark Coles, Barbara Trottmann Personaggi: DIVARA soprano, terzetto di voci femminili: HILLE soprano, ELSE mezzo soprano, MADRE contralto, terzetto di voci maschili: TEOLOGO/GRESBECK tenore, SINDACO/CAPITANO baritono, WALDECK/VOCE BIBLICA basso/basso amplificato, BERND KNIPPERDOLLINCK attore, BERND ROTHMANN attore, JAN MATTHYS attore, JAN VAN LEIDEN attore, DANIELE voce recitante-mimo , ZOPPO voce cantante tenorile (tipo “cabaret”), mimi o figuranti - interpreti strumentali in scena: Liszt (organista), Trombettiere (cornetta a pistoni) Organico: coro (uomini, donne) // 3.3.3.3. / 5.3.3.1. / perc. (= 3 esec.) arpa tastiera elettronica / spinetta / clavicordo / clavicembalo / pianoforte (= 1 esec.) cornetta a pistoni (in scena) - elettronica / archi Durata: 120’ Partitura 136153 – Riduzione canto-pf (Ceni–Tortiglione) 136156 Giocasta Tragedia lirica (2008) su testo di Maddalena Mazzocut-Mis Prima rappresentazione: Vicenza, Teatro Olimpico, 19 giugno 2009 Ensemble strumentale dell’Orchestra del Teatro Olimpico, maestro concertatore e direttore Filippo Faes, regia Riccardo Canessa, costumi Artemio Cabassi Interpreti: Chiara Muti voce recitante, Victoria Lyamina mezzosoprano, The Swingle Singers, Anna Serova viola solista, Cinzia Longhi e Francesca Menta mimi Organico: 1.1.1.1. / 1.1.1.0. / perc. / quintetto d’archi Durata: 75’ Partitura 140018 – Spartito 140020
Teatro musicale • Music theatre 23 Il dissoluto assolto Teatro musicale in un atto (2004) Libretto di Josè Saramago e Azio Corghi, dall’omonimo testo di Josè Saramago Commissione: Fondazione Teatro alla Scala Dedica: a mio padre Prima rappresentazione: Lisbona, Teatro Nacional de São Carlos, 18 marzo 2006 Orchestra Sinfónica Portuguesa, Coro do Teatro Nacional de São Carlos, direttore Marko Letonja, regia Andrea De Rosa, scene e costumi Alessandro Ciammarughi Interpreti: Vito Priante, Julian Rodescu, Gianfranco Montresor, Sonia Bergamasco, Donatella Finocchiaro, Chiara Muti, Marco Lazzara, Mirko Guadagnini, Luca Casalin Personaggi: DON GIOVANNI baritono, COMMENDATORE basso, LEPORELLO basso, DONNA ELVIRA attrice-cantante, DONNA ANNA attrice, ZERLINA attrice- cantante, MANICHINO DI DONNA ELVIRA sopranista, DON OTTAVIO tenore, MASETTO tenore Organico: coro (t. I-II;.b. I-II) // 3(III anche ott. e fl.c.).3(III anche cl.p. e cl.b.).3(III cfg.) / 4.4.3.1. / timp. perc. arpa / archi Durata: 75’ Partitura 139260 Isabella Teen-opera, da “L’Italiana in Algeri” di Gioachino Rossini (1996) Sceneggiatura di Azio Corghi, dal libretto di Angelo Anelli Commissione: Rossini Opera Festival Prima rappresentazione (in forma di concerto): Pesaro, Rossini Opera Festival, Auditorium Pedrotti, 9 agosto 1998 Orchestra Città di Ferrara, Broz Ensemble, Coro da Camera di Praga, Coro Ferrara Musica, direttori Enrique Mazzola e Mario Mariani, elettronica e regia del suono Agon, coordinamento scenico Andrea Maria Mazza, luci Gabriele Gambini Interpreti: Elena Rossi, Angela Bonfitto, Elena Belfiore, Joseph Calleja, Simone Alberghini, Massimiliano Gagliardo, Lorenzo Regazzo, Laura Polverelli, Elio, Vocinblù Personaggi: ISABELLA mezzosoprano, ELVI soprano, ZUL soprano, LIND tenore, HAL baritono, TADD baritono, MUST baritono, VOCE ROSS contralto (interpre- te rossiniana) VOCE ROCK voce cantante maschile Organico: coro misto (a 2 voci), voce rock (maschile, parte del gruppo rock), coro (strumentisti/cantanti, parte del gruppo rock) // fl. ob. cl. fg. 2 cor. trb. trbn. timp. perc. (= 2 esec.)/ archi (6.6.4.2.1.)/ elettronica // gruppo rock: sxf.c. (anche sxf.s. o cl. in sib), sxf.t. (anche cl. in sib), tastiera, chit. solista, chit. ritmica, chit. basso, batteria Durata: 75’ Partitura 137229 - Riduzione canto-2 pf (A. Corghi) 137232
24 Teatro musicale • Music theatre Lalla Rûkh ovvero “Guancia di tulipano”, da Gaspare Spontini (2003) Festa teatrale con canti e danze e una storia orientale di Aldo Busi Prima rappresentazione: Jesi, Teatro Pergolesi, 23 agosto 2003 Complesso strumentale del Podium Junger Musiker, direttore Christopher Franklin, regia ed elementi scenici Cristian Taraborrelli Interpreti: Aldo Busi voce recitante, Victoria Granlund e Alexandra Lubchansky soprani, Mojca Vedernjak mezzosoprano, Donath Havar tenore, Till Fechner basso Organico: 1 (anche ott.).1 (anche cor.i).2 (I anche cl. in la e cl.p. in re; II anche cl. in la).1. / 2. 2.0.0. / perc. (= 2 esec.) arpa / archi Durata: 90’ Partitura 139088 Le due regine Fiaba musicale per voce, flauto e percussioni (2006) da un’idea di Dario Moretti Commissione: Teatro all’Improvviso per il festival “Segni d’infanzia” Dedica: alla piccola Anna Prima esecuzione: Mantova, Festival “Segni d’infanzia”, Teatro Bibbiena, 13 novembre 2006 Voce Sonia Bergamasco, flauto Luca Bossi, percussioni Ensemble Naqqåra (Maurizio Ben Omar, Sergio Armaroli, Sebastiano De Gennaro, Simone Fortuna) Organico: voce // fl. (anche ott. e fl.c.) perc. (= 3 esec.) Durata: 40’ Partitura 139719 ¿Pia? Dialogo drammatico-musicale in un atto (2004) Libretto di Azio Corghi, liberamente tratto da Il dialogo nella palude di Marguerite Yourcenar Commissione: Fondazione Accademia Musicale Chigiana Prima esecuzione: Siena, Teatro dei Rozzi, 8 luglio 2004 Ensemble strumentale dell’Accademia Chigiana, The Swingle Singers, direttore Vittorio Parisi, regia Valter Malosti, regia del suono Francesco Scagliola Interpreti: Sonia Bergamasco, Fabrizio Gifuni Personaggi: PIA attrice cantante, SIRE LORENZO attore Organico: coro madrigalistico (2 s, 2 c, 2 t, 2 b) // ob. perc. (= 1 esec.), archi / amplificazione per voci e strumenti Durata: 60’ Partitura 139224
Teatro musicale • Music theatre 25 Rinaldo & C. Baroccopera da Rinaldo di Georg Friedrich Händel (1996) Sceneggiatura di Azio Corghi, dal libretto di Aaron Hill Traduzione di Giacomo Rossi Commissione: Ente Autonomo Regionale Teatro Massimo “Bellini” di Catania Prima rappresentazione: Catania, Teatro Massimo “Bellini”, 31 ottobre 1997 Orchestra del Teatro “Bellini” di Catania, The Swingle Singers, direttore Will Humburg, regia Giuliano Montaldo, scene Luciano Ricceri, costumi Elisabetta Montaldo Interpreti: Francesco Piccoli, Alessandro Guerzoni, Valentina Valente, Angelo Manzotti, Carmela Remigio, Yanni Yannissis, Federica Bragaglia, Costanza Paternò, Leonardo Catalanotto Personaggi: GOFFREDO tenore, EUSTAZIO basso, ALMIRENA soprano, RINALDO sopranista, ARMIDA soprano, ARGANTE baritono, SPIRITO IN FORMA DI BELLA DONNA soprano, MAGO cristiano voce bianca contralto, HÄNDEL clavicem- balista/organista Organico: coro madrigalistico o chorus (ottetto vocale): 2 s, 2 c, 2 t, 2 b // ott. fl. ob. cor.i cl.p. in Mib cl. in Sib fg. cfg. 2 cor. 4 trb. / timp. (= 1 esec.) perc. (= almeno 4 esec.) arpa org.-clav. (oppure tastiera elettronica) / archi Nota Bene: l’impiego dell’amplificazione elettronica è previsto per la voce bianca contralto, l’ottetto vocale, il clavicembalo e la tastiera elettronica (in assenza dell’organo) Durata: 110’ Partitura 137497 - Riduzione canto-pf (A.-M. Turcotte) 137499
26 Teatro musicale • Music theatre Sen’ja Dramma lirico in un atto (2002) dallo studio drammatico in un atto Sulla strada maestra di Anton Cechov Libretto e sceneggiatura di Azio Corghi Commissione: Städtische Bühnen Münster Prima rappresentazione: Münster, Großes Haus der Städtischen Bühnen, 7 marzo 2003 Symphonieorchester der Stadt Münster, direttore Will Humburg, regia Dietrich Hilsdorf, scenografia Dieter Richter, costumi Renate Schmitzer, drammaturgia Bertold Warnecke Interpreti: Patrick Simper, Radoslaw Wielgus, Suzanne McLeod, Mineo Nagata, Stefan Adam, Mark Bowman-Hester, Eva Lillian Thingbø , Lucy Coleby, Mario Brell, Donald Rutherford, Gian-Philip Andreas Personaggi: TICHON baritono, SEMEN (SENJA) SERGEEVIC BORKOV baritono, MAR’JA EGOROVNA soprano, FEDJA tenore, EGOR MERIK basso-baritono, KUZ’MA tenore, NAZAROVNA soprano, EFIMOVNA mezzosoprano, SAVVA contraltista, DENIS basso-baritono, VOCE DA UN ANGOLO voce recitante - Figuranti Organico: 2 (II anche ott. e fl.c.).2 (II anche cor.i.).3 (II anche cl.p. in mib; III cl.b).2 (II anche cfg.) / 4.3.2.1. / timp. perc. (= 2 esec.) arpa 3 fsm (preferibilmente bayan) con amplificazione vc. e pf. (duo ‘amatoriale’) / archi Durata: 70’ Partitura 138890
Teatro musicale • Music theatre 27 Tat’jana Dramma lirico dal dramma in un atto Tat’jana Repina di A. Cechov (1999) Libretto e sceneggiatura di Azio Corghi Commissione: Fondazione Teatro alla Scala Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 20 ottobre 2000 Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, direttore Will Humburg, regia Peter Stein, scene Ferdinand Wögerbauer, costumi Anna Maria Heinreich Interpreti: Chiara Taigi, Mimi Park, Antonella Trevisan, Larissa Schmidt, Dionisia di Vico, Graham Pushee, Nicola Pamio, Mauro Buffoli, Robert Gierlach, Simon Bailey, Giancarlo Boldrini, Mikhail Rissov, Alessandro Svab, Gianni Mantesi, Riccardo Peroni, Matteo Zanotti, Miro Landoni Personaggi: Signora vestita di nero soprano, Prima attrice soprano, Seconda attrice mezzosoprano, Olenina mezzosoprano, Kokoskina contralto, Matveev contraltista, Studente tenore, Volgin tenore, Sabinin baritono, Viceprocura- tore basso-baritono, Kotel’nikov,baritono, Kokoskin baritono, Kuz’ma basso profondo, Padre Ivan voce recitante, Padre Nikolaj voce recitante acuta, Padre Aleksej voce recitante grave, Muto mimo - Figuranti - Coro della Cattedrale: coro misto popolare pre-registrato - coro invisibile: ottetto vocale (2 s, 2 c, 2 t, 2 b), coro del Vescovado: coro di voci bianche (s, c) e maschile (t, b) Organico: coro misto popolare pre-registrato, ottetto vocale (2 s, 2 c, 2 t, 2 b), coro di voci bianche (s, c) e maschile (t, b) // aerofoni (fsm. amplificata, fl. cb. amplificato), metallofoni (t-t grande, crot. glock. vibr. gong tailandese cel.), idiofoni (gui, w-bl, t-bl, frst. di legno, tmb. di legno, tmb. a fessura di legno, mazza (o martellone) percossa su cassa di legno xil. xilomar. mar.), membranofoni (timp. timbales, tmb. mil. gc.), cordofoni (2 pf. eventualmente amplificati) / archi (12.12.10.8.6), elettronica Durata: 70’ Partitura 138445 – Riduzione canto-pf (P. Ferrario) 138447
29 Composizioni per orchestra anche con solisti vocali o strumentali o coro Orchestral works also with vocal or instrumental soloists or chorus Amori incrociati per due voci recitanti e orchestra (2000) dal Decamerone di Giovanni Boccaccio nella versione da un italiano all’altro di Aldo Busi Commissione: Orchestra Sinfonica della RAI Prima esecuzione: Torino, RAI, 22 marzo 2001, Orchestra Nazionale della RAI direttore Gianandrea Noseda, voci recitanti Aldo Busi e Maddalena Crippa Organico: due voci recitanti // 4 (I ott. IV fl. c.).3 (III cor.i.).5 (I cl. pic., IV cor. di bassetto, V cl. b.), 3 (III cfg.). / 4.4.3.1. / perc. 2 arpe / archi Durata: 30’ Partitura 138665 Amorsacro/Amorprofano Suite dal balletto per soprano, coro e orchestra da camera (1991-1993) da composizioni cameristiche di Giuseppe Verdi Prima esecuzione: Parma, Teatro Regio, 29 gennaio 1994 Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “A. Toscanini”, direttore Denise Fedeli, soprano Cecilia Gasdia, direttore del coro Mario Fulgoni Organico: soprano, coro // fl. (anche ott.) ob. (anche cor.i.) cl. (anche cl.b.) sxf.c. (anche sxf.t.), fg. (anche cfg.) cor. trb. trbn. tb. timp. perc. arpa fsm. / archi Durata: 45’ Partitura 136458 - Riduzione canto-pf (A.-M. Turcotte) 136460 Arie Virtuose per fagotto solista e archi (2016) da opere liriche vivaldiane Commissione: Teatro Petruzzelli di Bari Dedica: a Paolo Carlini Prima esecuzione: Bari, Teatro Petruzzelli, 20 maggio 2017 Orchestra del Teatro Petruzzelli, direttore Giampaolo Bisanti, solista Paolo Carlini Organico: fg. solista / archi (organico minimo: 10 strumenti) Durata: 14’ Partitura 141551
30 Composizioni per orchestra • Orchestral works Blanquette per voce recitante e orchestra da camera (2014) da La chèvre de M. Seguin di Alphonse Daudet Commissione: Accademia Musicale Chigiana Dedica: a mia madre Antonietta Seyta Prima esecuzione: Siena, Teatro dei Rinnovati, Settimane Musicali Senesi, 10 luglio 2014 Orchestra Regionale Toscana, direttore Marco Angius, voce recitante Chiara Muti Organico: voce recitante // ob. cl. cor.i. fg./ Orchestra d’archi (o Quartetto d’archi) Durata: 40’ Partitura 141109 Cruci-Verba per voce recitante e orchestra (2001) Lettura e commento da Il Vangelo secondo Gesù di José Saramago sopra la Via Crucis di Franz Liszt Prima esecuzione: Münster, Stadtische Bühnen Münster, 2 luglio 2002 Symphonieorchester der Stadt Münster, direttore Olaf Henzold, voce recitante Mechthild Grossmann Organico: voce recitante // 2.2.2.2. / 2.2.-.-. / timp. armonium / archi Durata: 40’ Partitura 138835 De paz e de guerra per coro e orchestra (2002) su testo di José Saramago Commissione: Accademia Nazionale di S. Cecilia Dedica: a José Prima esecuzione: Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Parco della Musica, 22 febbraio 2003 Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, direttore Roberto Abbado, maestro del coro Roberto Gabbiani Organico: coro (s-c-t-b) // 2 fl (anche ott) 2 ob. 2 cl. 2 fg. 4 cor. 3 trb. 2 trbn. / timp. perc.(=3 esec.) arpa / archi Durata: 15’ Partitura 138981
Composizioni per orchestra • Orchestral works 31 “… fero dolore” I Cantata drammatica per voce femminile, oboe d’amore, percussione, archi (1993) dal Pianto della Madonna sopra il Lamento d’Arianna di Claudio Monteverdi Commissione: Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo e Ferrara Musica Prima esecuzione: Ferrara, Ferrara Musica, 7 novembre 1993 Orchestra del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, direttore Agostino Orizio, soprano Cecilia Gasdia, oboe Pietro Borgonovo Organico: oboe d’amore, perc., voce femminile (s o ms) // archi (minimo: 6.6.4.3.1) Durata: 30’ Partitura 136439 - Riduzione canto-pf (A.-M. Turcotte) 136443 “… fero dolore” II Cantata drammatica per voce femminile, viola, percussione, archi (1993-2005) dal Pianto della Madonna sopra il Lamento d’Arianna di Claudio Monteverdi Dedica: a Anna Serova Prima esecuzione: Trento, Sala della Filarmonica, 2 marzo 2006 Krasnoyarsk Chamber Orchestra, direttore Filippo Faes, soprano Annarita Taliento, viola Anna Serova Organico: vla, perc., voce femminile (s o ms) // archi (minimo: 6.6.4.3.1) Durata: 30’ Partitura 139448 Filigrane bachiane Concerto per pianoforte e archi (2009) Commissione: Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Dedica: A Maurizio Baglini Prima esecuzione: Torino, RAI Nuova Musica, 19 febbraio 2010 Archi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, direttore Arturo Tamayo, pianoforte Maurizio Baglini Organico: pianoforte / archi (organico minimo: 5.5.4.2.1) Durata: 18’ Partitura 140284
32 Composizioni per orchestra • Orchestral works … Her Death! (ritratto di Sarah) per attrice-cantante e orchestra (2005) drammaturgia poetica di Quirino Principe Prima esecuzione: Torino, RAI Nuova Musica, Auditorium Rai, 31 marzo 2006 Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, direttore Daniel Kawka, attrice- cantante Sonia Bergamasco Organico: attrice-cantante // fl. armonica a bocca cromatica (oppure fisarmonica con registrazione Musette) perc. (=3 esec.) / archi (12.12.8.6.4. oppure 9.9.6.3.2.) Durata: 20’ Partitura 139491 Il pungolo di un amore Concerto solistico per oboe e archi (1990) Prima esecuzione: Milano, Conservatorio “Giuseppe Verdi”, Sala Verdi, 13 ot- tobre 1990 Orchestra da Camera Stradivari, direttore Daniele Gatti, solista Pietro Borgonovo Organico: oboe solista / archi (5.5.4.2.1.) Durata: 18’ Partitura 135418 “… in fìeri” per orchestra (1968) Prima esecuzione: Rotterdam, “de Doelen”, 11 settembre 1969 Utrechts Symphonie Orkest, direttore Paul Hupperts Organico: 3.3.3.3. / 4.4.3.1. / timp. perc. (= 5 esec.) org. / archi (16.12.10.8.6.) Durata: 15’ Partitura 131479 Intavolature per orchestra (1967) Prima esecuzione: Venezia, XXX Festival Internazionale di Musica Contemporanea, Teatro La Fenice, 14 settembre 1967 Orchestra del Teatro La Fenice, direttore Eugenio Bagnoli Organico: 2.2.2.2. / 2.2.-.-. / timp. perc. (= 1 esec.) pf. / archi (8.6.5.4.2.) Durata: 12’ Partitura 131299
Composizioni per orchestra • Orchestral works 33 … ite bellu! “Rondeau” per soprano e archi (2003) Cinque “mutos” dal Canzoniere italiano, a cura di Pier Paolo Pasolini Commissione: Teatro Lirico di Cagliari Dedica: a mio fratello Prima esecuzione: Cagliari, Teatro Lirico, 9 maggio 2004 Orchestra del Teatro Lirico, direttore Vittorio Parisi, soprano Laura Catrani Organico: soprano // archi Durata: 14’ Partitura 139180 La cetra appesa per soprano, voce recitante, coro popolare, banda e orchestra (1994) Cantata su temi popolari verdiani, da poesie di Attilio Bertolucci e Salvatore Quasimodo, versi di Temistocle Solera e Salmi della Bibbia Prima esecuzione: Bologna, Chiesa di San Petronio, 25 aprile 1995 Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “A. Toscanini”, direttore Will Humburg, soprano Eva Lind, voce recitante Stefano Tomassini, Korus Debreceni Kodály di Budapest Organico: soprano - voce rec. (elettronicamente amplificata) coro I (femminile) - coro II (maschile) - coro popolare (coro misto) // ott. 2 fl. fl.c. 2 ob. ob. d’amore cor.i. cl.p. 2 cl. cl.b. 3 fg. cfg. 6 cor. 4 trb. 3 trbn. tb. timp. perc. 3 arpe org. banda / archi Durata: 45’ Note: La composizione può essere eseguita con o senza coro popolare e banda Partitura 136682 L’eco di un fantasma per voce recitante femminile, coro e orchestra (2017) Tragedia lirica su testo di Maddalena Mazzocut-Mis Commissione: Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari Prima esecuzione: Cagliari, Teatro Lirico, 3 novembre 2017 Orchestra e Coro del Teatro Lirico, direttore Gérard Korsten, maestro del coro Gaetano MastroiacoYRFHUHFLWDQWH6RQLD%HUJDPDVFR Organico: voce rec. - coro misto // 1.1.1.1. / 2.2.2.-. / timp. perc. / archi Durata: 27’ ca. Partitura 141698
34 Composizioni per orchestra • Orchestral works “… malinconia, ninfa gentile” per canto, due pianoforti e orchestra d’archi (2001) da Sei ariette per camera di Vincenzo Bellini e Fantaisie sur des motifs de l’opéra “La Sonnambula” di Franz Liszt Prima esecuzione: Catania, Teatro Massimo “Bellini”, 17 ottobre 2001 Orchestra del Teatro Massimo “Bellini”, direttore Donato Renzetti, tenore Andrea Bocelli, pianoforti Sandro De Palma, Ilia Kim Organico: voce // 2 pf. / archi (minimo: 10.8.6.4.2.) Durata: 30’ Partitura 138767 - Spartito 138768 Nuits d’été à Pausilippe per voce, due mandolini e archi (1997) Sei ariette di Gaetano Donizetti nella trascrizione di Azio Corghi Prima esecuzione: Bergamo, Teatro Donizetti, 3 ottobre 1997 Orchestra del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, direttore Agostino Orizio, soprano Carmela Remigio Organico: voce // 2 mandolini / archi (minimo: 5.5.4.2.1.) [Il mandolino suona anche il triangolo; un esecutore suona anche l’ocarina (o flauto dolce): in mancanza, la parte può essere fischiettata; è presente un coro ad libitum che può essere cantato dagli orchestrali] Durata: 30’ Partitura 137842 (A mezzanotte – Arietta) 137860 (Il barcaiolo – Barcarola) 137848 (La conocchia – Canzone napoletana) 137856 (Le crépuscule – Romanza) 137852 (Il crociato – Romanza) 137844 (La torre di Biasone – Ballata) 137864 Note: l’opera è parte integrante di Nuits d’été à Pausilippe di Gaetano Donizetti, compren- dente: 6 Notturni (nella trascrizione per piccola orchestra di Sonia Bo, Stefano Chinca, Roberto Frattini, Paolo Pessina, Anne Marie Turcotte e Vittorio Zago) e 6 Ariette “con parole” per voce, 2 mandolini e archi nella trascrizione di Azio Corghi. È eseguibile sia nella versione completa sia separatamente. Versione completa partitura 137866
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