COMUNE DI ROVIGO VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL GIORNO 3 MARZO 2021 - Trascrizione a cura di AS2 Srl - Regione Veneto

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COMUNE DI ROVIGO VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL GIORNO 3 MARZO 2021 - Trascrizione a cura di AS2 Srl - Regione Veneto
COMUNE DI ROVIGO

VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL GIORNO 3 MARZO 2021

      Trascrizione a cura di AS2 Srl

     Via della Resistenza, 4 - ROVIGO
COMUNE DI ROVIGO VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL GIORNO 3 MARZO 2021 - Trascrizione a cura di AS2 Srl - Regione Veneto
Comune di Rovigo
                          Consiglio Comunale del giorno 3 Marzo 2021

                       INDICE PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO

PUNTO N. 1 – “Ricognizione aree da destinarsi al trasferimento e/o...”   Pag.   03

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Comune di Rovigo
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ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Buon pomeriggio a tutti. Benvenuti, benvenuto anche ai nostri ospiti, al Presidente dell’Ordine degli
Avvocati Urbertone e al portavoce del Comitato di Rovigo “Tribunale in centro” Lorenzo
Pavanello.
Oggi siamo in auto convocazione, abbiamo accordato questa seduta in base all’articolo 39, comma ,
del TUEL, quindi siamo in auto convocazione; il riferimento è la “Ricognizione delle aree da
destinarsi al trasferimento e/o alla realizzazione del nuovo Tribunale”. E’ stata una richiesta
accordata, che vede oggi i due ospiti come invitati. In realtà avevamo invitato anche il signor
Prefetto, che si scusa di non poter essere presente per un precedente impegno, ed il Presidente del
Tribunale che, se vorrà collegarsi, saremo ben lieti di ascoltarlo, però al momento non è presente.
Quindi darai a questo punto la parola al Segretario Generale per procedere all'appello. Prego
Segretario.

Dott. BALLARIN ALESSANDRO – Segretario Generale:
Aretusini Michele, presente; Azzalin Graziano, presente; Bagatin Benedetta, assente; Bazan
Margherita, presente; Bertacin Riccardo, assente; Biasin Elena, presente; Bonvento Marco,
presente; Borsetto Ottavio, presente; Businaro Giorgia, presente; Chendi Nello, presente; Gaffeo
Edoardo, assente; Gambardella Monica, presente; Giannese Roberto, assente; Magon Sabrina,
presente; Maniezzo Mattia, presente; Masin Matteo, presente; Menon Silvia, presente; Milan
Mattia, presente; Montagnolo Angelo, presente; Moretto Mattia, presente; Nale Caterina, presente;
Noce Valentina, presente; Osti Giorgio, assente; Raise Micaela, presente; Rizzato Lorenzo,
presente; Romagnolo Alessandro, assente; Romeo Nadia, presente; Rossini Antonio, presente;
Saccardin Federico, presente; Salvaggio Giovanni, assente; Scaramuzza Gianmario, presente; Sette
Damiano, presente; Traniello Elisabetta, presente.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Siamo 26 presenti, quindi abbiamo il numero legale. Ringrazio tutti.

PUNTO N. 1 - “Ricognizione aree da destinarsi al trasferimento e/o realizzazione nuovo
Tribunale – Discussione”.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Come da accordi, io cederei la parola per informare, rispetto alla richiesta effettuata dai Consiglieri
comunali, quindi all’iter e allo stato dell'arte, della ricognizione riguardante le aree da destinarsi al
trasferimento e/o alla realizzazione del nuovo Tribunale. Come sapete, perché lo abbiamo detto in
Conferenza Capigruppo, ma lo sappiamo tutti, il signor Sindaco non potrà essere presente in quanto
convalescente, anzi in questa occasione gli auguro anche di rimettersi al più presto e di poter
partecipare al più presto alle nostre riunioni, quindi un in bocca al lupo per la sua piena ripresa.
Do quindi la parola al Vice Sindaco Tovo, che ovviamente lo sostituirà in tutto e per tutto in questa
seduta. Prego Vice Sindaco.

TOVO ROBERTO – Vice Sindaco e Assessore:
Buonasera, ben trovati. Ovviamente, vista la convocazione e l’oggetto, è doveroso da parte del
rappresentante della Giunta un'informativa sul tema. Mi preme sottolineare fin dall'inizio che una
simile informativa è stata verbalmente fornita in Conferenza Capigruppo dal Sindaco in data 12
febbraio, e quindi i contenuti di questa mia informativa di oggi in larga parte ripercorrono e

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aggiornano, ovviamente per quanto di competenza, quanto già riferito dal Sindaco. Quindi
immagino che qualcuno mi giustificherà se per ampi tratti riprenderò anche il verbale della
Conferenza dei Capigruppo che mi risulta - e chiedo eventuale conferma - sia già stato messo a
conoscenza dei Consiglieri.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Sì, confermo Vice Sindaco. Ho mandato copia del verbale a tutti i Consiglieri comunali.

TOVO ROBERTO – Vice Sindaco e Assessore:
Se mi permettete comunque un breve excursus e faccio alcune note che riguardano se vogliamo il
passato, le cause o l'origine della questione che stiamo discutendo, ossia la questione della sede del
Tribunale ma, più in genere, degli uffici del Ministero della Giustizia in città, si pone
sostanzialmente a partire dalla riforma della geografia giudiziaria e altri riordini dell'assetto
dell’Amministrazione della Giustizia che sono stati avviati a partire dal 2012. In quel momento è
cambiato fondamentalmente il perimetro delle giurisdizioni sotto il profilo territoriale. Nel nostro
caso c'è stato l'allargamento, con l'inglobamento assieme al territorio polesano, anche di una fascia
abbastanza ampia della bassa padovana, e questo ha comportato la chiusura di due sedi
delocalizzate degli uffici del Ministero, quali mi risulta il Tribunale di Adria e il Tribunale di Este,
le cui attività in questo momento insistono sulla sede di Rovigo.
Poi credo a rigore, ma immagino che i colleghi più esperti avranno informazioni, tutto il territorio di
competenza del Tribunale di Este sia solo in parte transitato sotto la competenza del territorio di
Rovigo, ma credo che questo sia un dettaglio sostanzialmente ininfluente per il prosieguo delle
nostre discussioni.
Quello che ci interessa è che questo allargamento ha sostanzialmente cambiato in aumento la
quantità di personale, di pratiche, di atti, di competenza territoriale sugli uffici di Rovigo, rendendo
inadeguati gli spazi precedentemente disponibili.
Nel contesto è cambiata anche la responsabilità del soggetto che deve mettere necessariamente a
disposizione gli spazi per gli uffici: prima del 2012, l'incombenza della sistemazione logistica era a
carico dell’Amministrazione Comunale; dopo il 2012 tale incombenze è a carico del Ministero.
Quindi da allora le attività di individuazione del luogo in cui insediare gli uffici nella città devono
necessariamente avere come primo interlocutore il Ministero della Giustizia.
La situazione pre 2012 preveda uno spazio di proprietà comunale, che sostanzialmente è quello
principale attualmente in comodato gratuito, che è l'attuale Palazzo di Giustizia. In seguito
all'aumento del volume degli atti, il Tribunale di Rovigo e gli uffici collegati dopo 2012 per il
Tribunale si è resa necessaria l'individuazione di ulteriori spazi che hanno portato a locare o
comunque a individuare una serie di edifici o locali di proprietà privata, ad esempio Palazzo Paoli è
uno di questi, con l'attivazione di serie di canoni da parte del Ministero e anche mi risulta lo
spostamento dell'archivio del Tribunale che, se collocato fuori dal Palazzo di Giustizia, dovrebbe tra
l'altro essere un luogo non di pubblica conoscenza.
La situazione attuale è sostanzialmente difficilmente gestibile, perché questa comporta dei problemi
in termini organizzativi e logistici, costi aggiuntivi per il Ministero in termini di canoni di locazione
e anche i termini di guardiania. Indicativamente le stime dei canoni di locazione potrebbero
sommariamente essere dell’ordine dei 300.000-350.000 euro; i costi di guardiania potrebbero essere
comparabili se non addirittura maggiori.
In aggiunta il Palazzo di Giustizia attuale è sicuramente in una situazione che necessita di interventi,
per lo meno di manutenzione straordinaria, che riguardano i servizi, gli spazi per il lavoro in alcuni
casi non congrui, e necessita quindi di investimenti di ampliamento, adeguamento e aggiornamento
dei servizi complessivi, e quindi è emersa in questo contesto la necessità di valutare una nuova sede
o comunque una nuova organizzazione degli spazi di amministrazione della Giustizia in città.
Si sono succedute molte voci nel corso del tempo. Comunque le indicazioni di massima per le
specifiche tecniche sono state formulate ovviamente per competenza sia dal Presidente del

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Tribunale che dal Procuratore Generale della Repubblica, che ovviamente sono le figure a vario
titolo qualificate per esprimersi nel merito delle esigenze sul territorio, ma anche dal Ministero della
Giustizia stesso. Tali indicazioni propendevano fin dall'inizio verso l’individuazione di uno spazio
unico e quindi una vera e propria cittadella della Giustizia, abbandonando l'idea di spazi separati.
Ovviamente i desiderata vanno in qualche maniera coniugati alla realtà contingente, però l’auspicio
iniziale è quello di avere un luogo unico e ovviamente mantenerlo in città.
Nell'arco del tempo sono state formulate - faccio riferimento ai periodi più lontani, anche
precedentemente all'insediamento di questa Amministrazione - varie proposte. Cito ad esempio
quella che era stata ipotizzata di spostare il Palazzo di Giustizia presso il Censer. Ad esempio
quell'operazione prevedeva una permuta, quindi si sarebbe dovuto attuare un passaggio di proprietà
di un padiglione che poteva interessare al Tribunale, e che è di proprietà di un Ente di diritto
privato, anche se a partecipazione prevalentemente pubblica, quindi una cessione da parte di questa
verso il Demanio, e il concambio del Demanio un corrispettivo di altri immobili. Una possibilità era
l'ex Questura. Ovviamente queste ipotesi non si è concretizzata per vari motivi, non ultimo una
presa di posizione forte da parte di numerosi gruppi organizzati in città, che ritenevano che quella
non fosse ovviamente la soluzione idonea.
Anche la sostenibilità dell'operazione dal punto di vista amministrativo non era semplice, in quanto
una parte degli immobili poteva essere assoggettata, anzi era assoggettata e gravata da mutui
ipotecari, quindi questo rendeva più complesso la permuta. Si precisa che questa sommaria
ricostruzione relativa un periodo precedente all’attuale Amministrazione non si è basata su atti
presenti presso l’Amministrazione, per cui non vi sono documenti; la vicenda è stata ricostruita su
notizie di stampa, ma ulteriori informazioni sono state acquisite direttamente dal Sindaco durante i
primi due Comitati Ordine e Sicurezza Pubblica dedicati a questo tema, a cui ha partecipato
sostanzialmente nei periodi di luglio e settembre 2019. Infatti fino al suo insediamento il Sindaco ha
personalmente partecipato a vari incontri, più o meno formali e ufficiali al Ministero o altro.
A titolo informativo, solo limitandomi al periodo che va dal 1° gennaio 2020 ad oggi, in agenda
ufficiale del Sindaco ho contato almeno cinque incontri, solo quelli ufficiali: da 15.01 al 13.02, il
28.09, il 13.12, il 3.02 e altri che commenteremo dopo. L'interlocuzione con vari soggetti non si è
limitata al Ministero, ad esempio a livello locale, come ho appena citato, l’approfondimento è
avvenuto nell'ambito di una sessione speciale del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica gestita dal
Prefetto. Ovviamente il Sindaco ha anche proceduto con una serie di contatti e interlocuzioni
personali, i dettagli dei quali sulle interlocuzioni personali chiaramente rimanderei direttamente al
Sindaco, non essendoci sulle interlocuzioni e gli atti informali, atti ufficiali.
Le attività si sono intensificate nella seconda parte dello scorso anno, mentre nel periodo
comprensibilmente che vada marzo a luglio, i contatti sono stati rallentati a causa della situazione
pandemica. Comunque fin dall’insediamento, uno dei temi è stata la verifica della disponibilità
dell'area ex Casa Circondariale per un eventuale ampliamento dell'attuale sede. Tale ipotesi è stata
perseguita nonostante sia pubblicamente noto che già dal 10 ottobre 2018 sia stato pubblicato un
bando di gare per l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva della Casa Circondariale
Minorile su tale area. Nonostante molteplici verifiche non ci risulta nessuna interlocuzione, o
interessamento, o richiesta di confronto su questo tema da parte di precedenti Amministrazioni.
Comunque la decisione assunta come prioritaria da diversi anni dal Ministero è stata confermata a
seguito di verifiche ulteriori e interlocuzioni avute, ma infine anche formalizzata con una lettera del
Capo di Gabinetto che è datata 6.10.2020, a seguito di una formale istanza del Sindaco del
14.09.2020. Il proseguo degli interventi in tale direzione è confermata da altri atti pubblici, quali la
successiva procedura per l'affidamento dell'appalto pubblicata il 4 novembre 2020.
Relativamente a una primissima fase del 2020 o addirittura alla fine 2019, forse è opportuna
un'ulteriore puntualizzazione anche se il tema è ampiamente superato, ma quasi per dovere di
completezza, era apparsa in qualche maniera la collocazione presso il Maddalena, che in quel
momento allora, durante le interlocuzioni, è stata inserita fra le eventuali ipotesi da valutare;
quell'ipotesi da tempo non è più sul tavolo. Sul sito ex Maddalena, come immagino sappiate, si sono

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recentemente ottenuti i finanziamenti da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un
progetto che è stato anche validato da un tavolo tecnico; il progetto non prevede la costruzione di
aule per Tribunali né altri spazi assimilabili, anzi è stata concordata diversa destinazione d'uso, e
tale destinazione d'uso è stata fissata in via definitiva.
A questo punto forse è opportuno fare alcune precisazioni sulla procedura che ci risulta attualmente
da adottare per l'individuazione della collocazione dei servizi e degli uffici per l’amministrazione
della Giustizia. L’iter ci risulta il seguente: il Ministero, che ha la necessità di trovare in questo caso
una collocazione e una soluzione per l'esercizio e per le sedi degli uffici propri in città, attiva
sostanzialmente quale suo primo braccio operativo l’Agenzia del Demanio. L’Agenzia del Demanio
viene interrogata relativamente alla disponibilità di spazi e di date caratteristiche. Le caratteristiche
necessarie ci risultano abbastanza note: anche se formulate in una prima fase, sono state anche
oggetto poi di approfondimenti, ad esempio ci risulta che in comunicazioni del gennaio 2020 una
prima stima ha portato a una valutazione di 4.500 metri quadri, anche se poi durante alcune
interlocuzioni con il Ministero questi dati sono stati definiti rivedibili. Al momento possiamo
stimare indicativamente, secondo i tecnici, che ci si debba orientare su un'esigenza intorno ai 12.000
metri quadri complessivi. Il Demanio è tenuto ovviamente a rispondere e a fare una valutazione di
tutte le aree nella sua disponibilità in città, quindi in questa fase l'interlocuzione è sostanzialmente
tra due soggetti, Ministero della Giustizia e Demanio. Nel caso di mancanza di disponibilità da
parte del demanio si può o si deve avviare quella che possiamo definire ricerca di mercato, che non
è necessariamente rivolta al privato. Il Ministero di fatto intendere mercato tutto quello che è di
disponibilità esternamente al Demanio o al Ministero stesso, quindi è mercato tutto quanto non
rientra nella disponibilità del Demanio. Un'area di proprietà comunale è assimilabile al mercato,
però in questo caso per il Comune vale una disposizione di legge che è collegata sempre al riordino
del 2012 in base al quale, se gli spazi vengono messi a disposizione dal Comune, questi devono
essere messi a disposizione con un contratto di comodato gratuito. Quindi il Comune non può fare
reddito su un’eventuale locazione. Questo però è possibile per altri soggetti diversi
dall’Amministrazione Comunale. Quindi, semplicemente per inciso, in caso di disponibilità di locali
da parte dell’Amministrazione Comunale, il rapporto di natura contrattuale che si deve attivare è
quello del comodato gratuito.
La ricerca quindi in genere interessa gli Enti Locali presenti sul territorio, Amministrazioni
Comunali e altri Enti Locali, altre Amministrazioni dello Stato, e in ultima battuta, se nessuno di
questi soggetti ha la possibilità di fornire una soluzione di natura logistica adeguata, eventualmente
anche soggetti privati. E’ chiaro che procedendo in questa potenziale linea, via via possono crescere
le potenziali complessità dal punto di vista amministrativo. In generale diciamo che per il Ministero
sarebbe più facile interagire con un’Amministrazione Pubblica rispetto che interagire con un
soggetto privato.
Altra annotazione. Ci risulta che il Demanio non sia autorizzato ad acquisire aree direttamente, se
non appunto per permuta, come ad esempio era stato ipotizzato per l'area del Censer. Un soggetto
eventuale che possa procedere all'acquisto invece è il Ministero della Giustizia. Quindi il quadro a
noi pare così riassumibile: in prima istanza si interpella il Demanio; se il Demanio non ha a
disposizione aree adeguate, il Ministero ricerca risorse verso soluzioni alternative; se il Ministero
individuasse una propria collocazione all'interno degli immobili di proprietà comunale, la soluzione
sarebbe per lui la più economica, perché il Comune sarebbe vincolato a mettere a disposizione gli
spazi in forma di comodato gratuito; se invece lo spazio fosse di un altro soggetto pubblico o
privato che sia, il Ministero deve assumersi i relativi oneri, fermo restando i vantaggi che può avere
il Ministero a una trattativa con interlocutori pubblici, per cui magari in alcuni casi può procedere
senza avvisi di gara pubblica o altre procedure vincolate.
Il Sindaco ha avuto modo, mi risulta, nel corso del 2020, in diversi incontri formali e informali, di
investigare le possibili soluzioni. Ad esempio in uno di questi incontri nel settembre, in particolare
il 28 settembre 2020, con presenza anche del Segretario Comunale presso il Ministero, è stata
ulteriormente - perché notificata al Ministero da tempo - ulteriormente presa in carico, valutata e

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presa d'atto, la mozione e la presa di posizione votata dallo stesso Consiglio Comunale all'inizio
dell'anno scorso. Anche in quella sede è stata confermata la destinazione diversa del Maddalena, su
cui c'era un mandato ben preciso sempre del Consiglio Comunale. Tra l'altro, come citato, era
intervenuta nel frattempo l'approvazione del tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio. Nel
frattempo l’Amministrazione ha comunque proceduto a interloquire ulteriormente con l’Agenzia del
Demanio per verificare se in città non ci potessero essere soluzioni alternative. Si è giunti con tali
approfondimenti all'incontro del 30 dicembre, convocato sempre dal Ministero, in cui erano presenti
ovviamente Agenzia del Demanio, Comune di Rovigo, Tribunale di Rovigo e Prefettura.
Interpellata dal Ministero sulla disponibilità degli spazi, l’Agenzia del Demanio ha risposto,
confermando interlocuzioni precedenti, che l'unico spazio a disposizione in città di sua proprietà è
l'area dell'ex Questura. In tale riunione il Demanio ha indicato in circa 5.000 metri quadri la
disponibilità di spazi e indicativamente quindi ritenuti insufficiente rispetto a una stima precedente
o una valutazione precedente delle esigenze. Sulla base di queste considerazioni, su richiesta del
Ministero all’Amministrazione Comunale di mettere sul tavolo soluzioni ipotetiche alternative,
tenuto conto del mandato del Consiglio Comunale, ossia di mantenere il Palazzo di Giustizia o
comunque l'insieme degli uffici all'interno del centro della città, ma potenzialmente con una
soluzione unica riconducibile a una vera e propria cittadella giudiziaria di coerenti dimensioni, e
considerando l'eventuale recupero di vuoti urbani.
Quello che l’Amministrazione, alla luce di tutte le ipotesi anche condivise, ha ritenuto
effettivamente proponibile a quel tavolo in quella riunione sono due potenziali soluzioni, che sono
comunque entrambe nell'alveo della Pubblica Amministrazione. Una prima soluzione era un’area di
una Società di capitali ma a totale controllo pubblico e in house, su cui c'è già una potenzialità
edificatoria di circa 45.000 metri cubi, collegati a un vecchio PIRUEA, ossia l'area ASM, con
potenzialità fino a circa 15.000 metri quadrati edificabili, quindi eventualmente conformi alle
richieste.
L’altra possibile soluzione è l'utilizzo di un altro vuoto o serie di vuoti urbani che è la Banca d'Italia
di Via Piva, insieme a uno degli altri uffici sotto utilizzati quali ad esempio il Palazzo della
Provincia attualmente occupato per circa il 40% dagli uffici provinciali, o il cosiddetto Palazzo di
Vetro, sede di uffici regionali, di proprietà dell'INPS, attualmente ci risulta utilizzato per una
frazione inferiore al 50%.
La prima soluzione risulta da valutare se il terreno di proprietà ASM, essendo di proprietà di una
Società di capitali, a sua volta di proprietà comunale, questo combinato lo attrae nella disciplina
dell'obbligo del comodato gratuito; cosa che eventualmente dovrebbe essere valutata con
un’apposita istruttoria tecnica.
Sull’altra soluzione è evidente che vada fatto un approfondimento con i soggetti proprietari per
verificare la disponibilità eventualmente alla locazione, alla vendita, e poi fare anche valutazioni
tecniche sulla adattabilità e la congruenza degli spazi. Ovviamente le soluzioni, immagino possiamo
convenire, contengono possibili pro e contro: la soluzione ASM ad esempio ha il vantaggio di
essere una costruzione ex novo, quindi dal punto di vista dell'efficienza energetica o altri
accorgimenti sarebbe più flessibile, però con tempi e costi probabilmente maggiori; mentre la
soluzione ex Banca d'Italia e Provincia o Palazzo dell'INPS sarebbe più veloce in termini di
riduzione, perché trattasi di immobile in questo momento già agibili e agiti, però ovviamente con i
limiti in termini di flessibilità nell'organizzazione degli spazi.
Il Ministero si è riservato di prendere decisioni e ha proposto una valutazione tecnica. Il soggetto
individuato a gestire l'istanza del nuovo Palazzo di Giustizia, individuato dalla Dottoressa Fabbrini,
Vice Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, è il Dottor Massimo Orlando, Dirigente a
capo della struttura del Ministero che si occupa dell'edilizia giudiziaria. Questi hanno stabilito una
sorta di road map, ossia l'accordo preso in sede dell'incontro del 30.12 è stato di attivare, già nei
giorni successivi, un contatto con gli uffici comunali, che si sono messi a disposizione per fornire
tutte le informazioni che il Ministero riteneva opportuno avere. Dal 7 gennaio il Dottor Orlando ha
contattato l’Amministrazione con una serie di richieste di tipo tecnico: planimetrie, valutazioni di

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natura urbanistica, numeri di telefono per contatti. L’Amministrazione si è conseguentemente
attivata.
Recuperato il contatto Banca d'Italia, è stato ovviamente fatto il passaggio anche con la Provincia,
che è stata avvisata della probabilità che venisse coinvolta sulla valutazione della condivisione o
della cessione di un proprio immobile. Quindi sono stati avvisati tutti gli uffici competenti per fare
una valutazione di massima dal punto di vista economico.
Sono state fatte anche alcune valutazioni complementari su un'area privata limitrofa, l'area ASM,
che in questo momento è vuota e avrebbe potuto eventualmente essere utilizzata anche come area di
espansione per la costruzione di servizi, come ad esempio parcheggi. E’ stata stilata quindi una nota
informativa spedita al Ministero il 15 gennaio, che è a protocollo e chiunque fosse interessato
possiamo produrla, ed è stata trasmessa dalla segreteria del Sindaco in data 17.02. In questa
relazione c'è un passaggio che riprende un tema che era emerso nell'incontro del 30, cioè per
l'ennesima volta il Sindaco, dopo una serie di interlocuzioni iniziali, iniziata nel 2019 con l’Agenzia
del Demanio, chiede in quella sede ulteriore pronuncia in merito alla disponibilità anche eventuale
dell'area dell'ex Caserma Silvestri.
Già nel 2019 il Sindaco aveva interloquito con l’Agenzia del Demanio, così come nella riunione del
30.12 ultimo scorso, per fare valutazioni di dare risposte definitive sulla possibilità di utilizzare in
parte o in toto l'area ex Caserma Silvestri come sede ovviamente degli uffici del Ministero di
Giustizia. Successivamente il 2 febbraio è stata convocata dal Prefetto una riunione in Prefettura
sempre nell'ambito della sezione speciale. quella che ho citato prima, e il Prefetto ha convocato
l’Agenzia del Demanio, il Presidente del Tribunale, Procuratore, Amministrazione Comunale. In
quella sede l’Agenzia del Demanio ha confermato ulteriormente, fatte le dovute valutazioni sulla
base delle richieste inoltrate, di dare per esclusa definitivamente la possibilità di utilizzare il
compendio dell’ex Caserma Silvestri. Su ulteriore richiesta del Sindaco al Dottor Maggini,
responsabile dell’Agenzia del Demanio di Venezia, tramite anche il Dottor Foggia che è il
responsabile del Demanio nazionale alle riunioni con il Ministero, il responsabile ha scritto
segnalando alcune date precise in cui il compendio è già stato assegnato alle Amministrazioni che
lo utilizzeranno: una prima assegnazione risulta risalire al 2015, è stato fatta l’Archivio Notarile,
quindi sempre Ministero della Giustizia con sezione separata rispetto alle altre; nel 2019 ci risulta
un’ulteriore cessione all’Agenzia delle Entrate; ci risulta tuttora in fase di definizione, ma in fase
avanzata di realizzazione, anche l'accordo concessorio di trasferimento con il MIBACT, Ministero
dei Beni Culturali, che è l’Ente che gestisce gli Archivi di Stato, a fine di collocazione appunto
dell’Archivio.
Già nella Conferenza dei Capigruppo del 12 lo stesso Sindaco ha segnalato che le informazioni
acquisite, sia pure in maniera provvisoria possiamo dire, dal Demanio consentono agevolmente la
formulazione di un opportuno accesso agli atti. Il Sindaco stesso ne ha proposto a garanzia
reciproca opportuna formulazione. A questo riguardo, questa ovviamente è una nota successiva alla
Conferenza dei Capigruppo, ci risulta depositata in data immediatamente successivo, ossia il 15.02,
la relativa interpellanza sottoscritta da diversi Consiglieri comunali. A seguito di tale interpellanza
in data 16, quindi il giorno successivo, il Sindaco ha firmato e successivamente inviato all’Agenzia
del Demanio istanza di accesso agli atti, di cui ad oggi siamo ovviamente in attesa di riscontro; mi
risulta che i tempi di risposta siano 30 giorni, quindi potremmo anche avere risposta nei prossimi
giorni immagino. Quindi l’area ex Caserma Silvestri di fatto non solo non è mai stata proposta dal
Demanio al tavolo degli incontri, ma tale disponibilità è sempre stata esplicitamente negata, sia in
interlocuzioni ufficiali che ufficiose. Al momento tale indisponibilità risulta confermata
dall’insieme delle concessioni formalizzate, ovviamente fatto salvo i riscontri diversi,
personalmente sono anch'io interessato, io personalmente trovo abbastanza poco verosimile che i
responsabili del Demanio abbiamo sempre sostenuto posizioni difformi dai propri atti interni, ma
comunque ricordo che la richiesta di accesso agli atti è stata immediatamente inviata dal Sindaco.
Quanto ulteriormente emerso nella riunione del 2 è la rivalutazione da parte del Demanio del sito
dell'ex Questura, ossia in occasione dell'incontro in Prefettura il Demanio ha rimesso sul tavolo

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delle opzioni da valutare il sito dell'ex Caserma Gattinara, a seguito del recupero da parte dello
stesso Demanio di un progetto di fattibilità di una nuova locazione della Caserma della Guardia di
Finanza, che prevedeva un ampliamento dell'immobile, ritenendo pertanto di rimettere in
discussione quanto comunicato in sede dell'incontro precedente, quando dichiarò il Demanio che il
sito aveva una quantità di spazi non sufficienti.
L’area dell’ex Questura, detta quindi area Caserma Gattinara,era stata oggetto di una progettualità
da parte del Provveditorato delle Opere Pubbliche, quindi il Ministero delle Infrastrutture, per la
possibile costruzione della Caserma della Guardia di Finanza. Tale valutazione ci risulta datata più
o meno intorno al periodo del 2015.
Il Provveditorato delle Opere Pubbliche, insieme all’Agenzia del Demanio, aveva fatto un’attività di
valutazione comprensiva di analisi tecniche, fino alla formulazione di un progetto preliminare per la
costruzione della Caserma. Ci consta che l’iter si sia arrestato perché il Ministero dell'Economia e
Finanze abbia ritenuto eccessivo l'onere di tale trasformazione.
Già all'epoca il Demanio aveva fatto una richiesta formale sia all’Amministrazione Comunale, sia
alla Regione Veneto, per un controllo sugli strumenti urbanistici. Tali rapporti sono agli atti sempre
di quel periodo. L’esito di tale verifica, avallato dalla Regione, è che l'immobile dell'ex Caserma
Gattinara attualmente consta di circa 4.500 metri quadri e che, a causa del vincolo monumentale che
vi insiste, decretato a livello ministeriale, questo inibisca la conformità urbanistica di progettualità
di entità superiori che ne modifichino l'involucro. C’è però da precisare - questa mi pare
un'operazione dovuta - che ci risulta che in un periodo immediatamente successivo, ossia in fase
dell'analisi della precedente progettualità - parlo sempre della Caserma della Guardia di Finanza - ci
risulta un parere espresso dal Presidente della Regione, o comunque dalla Regione tramite lui, in
data 16.01.2016, con il quale si affermava che “l'eventuale superamento della difformità urbanistica
sarebbe stata oggetto di valutazione in sede di intesa Stato-Regione, in quanto opera di difesa
nazionale”. Quindi sono agli atti ipotesi di superamento, almeno per quell’occasione, dei vincoli
urbanistici.
In questa nuova prospettiva il Sindaco si è fatto parte attiva con ulteriori contatti con il Ministero.
Se non vi ho distrutto con le parole, soprattutto se non mi sono perso, scusate l'intercalare ma così
tiro il fiato, questi contenuti, in base alla ricostruzione di questa informativa, mi risultano relativi a
una riunione del 2. Il Sindaco ha convocato una riunione il giorno successivo, cioè il 3. Quello che è
emerso negli approfondimenti è che il Ministero ha preso atto di questa possibile soluzione
alternativa presso l'ex Caserma Gattinara.
Contemporaneamente con questi approfondimenti sarebbe emerso che il Ministero abbia già
scartato l'idea di edificare in area ASM, perché la costruzione ex novo in quell'area comporterebbe
tempi non compatibili con le necessità attuali di addivenire a una soluzione più veloce.
E’ stato inoltre chiarito che non potrà essere il Demanio ad acquistare eventuali aree o immobili,
come già precedentemente avevo affermato, ma direttamente il Ministero in base alle proprie
disponibilità, e poi comunque i lavori di adattamento o realizzazione possono essere eseguiti o
seguiti dall’Agenzia del Demanio attraverso il Provveditorato delle Opere Pubbliche del Triveneto.
Quindi riassumendo allo stato attuale ci risultano sostanzialmente due opzioni in campo. Tra queste
la riformulazione da parte del Demanio della sede ex Questura, che potrebbe non essere una
soluzione unitaria, nel senso che ci risultano realizzabili 9.200 metri quadri, che potrebbero apparire
significativamente inferiori alla stima iniziale delle esigenze del Tribunale. Potrebbero in questo
caso essere affiancate altre soluzioni integrative, compresa l'eventualità di continuare a utilizzare in
parte o in toto l'attuale sede del Palazzo di Giustizia. Comunque su tutte queste valutazioni sono in
corso approfondimenti.
Vi segnalo che rimane il tema dell'impatto di un’edificazione di più di 9.000 metri quadri in pieno
centro storico, comprensivi di valutazione di impatto architettonico, paesaggistico, logistico e
urbanistico. Tra i pro si ricorda che esisterebbe la possibilità di un’entrata e uscita verso Via Sacro
Cuore, utilizzando l'accesso che veniva precedentemente utilizzato come transito carrabile dai
mezzi della Polizia.

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La seconda opzione in campo è quella dell'ex sede Banca d'Italia, affiancata da un secondo edificio
adiacente di supporto. Da contatti intercorsi sembrerebbe scartata l'ipotesi Palazzo INPS, ma ci si
sta indirizzando eventualmente come progettualità sul Palazzo della Provincia che, insieme,
potrebbero ospitare spazi per circa 12.000 metri quadrati ed eventualmente sfruttare l'adiacente
parcheggio a terra nell’area ex Val di Susa se non sbaglio adiacente, che eventualmente potrebbe
essere anche ampliata nella sua capienza.
Osservazione comune ad entrambi le soluzioni è la proposta formulata sempre durante gli incontri
dal Ministero di poter realizzare posti auto aggiuntivi, come Amministrazione abbiamo ritenuto di
osservare, ci siamo permessi di suggerire cautela nei confronti dell'ipotesi di parcheggi sotterranei,
che era stata formulata dal Ministero, chiaramente fermo restando il rispetto delle valutazioni
tecniche che verranno fatte dai tecnici incaricati. Quindi la nostra è semplicemente stata
un’osservazione.
Sono arrivato al 3. Successivamente all'incontro del 3 febbraio, il Dottor Orlando ha inviato in data
4 febbraio una lettera che mi risulta sia stata anche poi ripresa dalla stampa, in cui il Dottor Orlando
riassume le seguenti indicazioni: a) indica l’Ingegner Gianmarco Mattei come nominativo del
tecnico del Ministero che ha ricevuto l'incarico ufficiale di eseguire tutte le verifiche in termini di
costi e tempi sulle due soluzioni opzionate; il Dottor Orlando poi afferma che il tecnico designato
farà anche dei sopralluoghi e quindi sarà presente a Rovigo in date da pianificare. Chiede
all’Amministrazione Comunale e al Demanio di mettersi a disposizione per supporto e
documentazione tecnica - cosa che vi anticipo è successo immediatamente - e fornisce la data entro
il quale il Dottore Orlando chiede relativa relazione dettagliata, ossia il 10 marzo prossimo.
I tempi che il Ministero quindi si sta dando appaiono stretti, manifestando la volontà condivisa di
giungere a una soluzione sostenibile al più presto.
L’Amministrazione si è messa a disposizione immediatamente. Ad oggi confermiamo i contatti in
corso tra gli uffici e il tecnico individuato dal Ministero per la condivisione di informazioni
tecniche. Non siamo a conoscenza della data precisa della visita in città dell’Ingegner Mattei, o per
lo meno ad oggi alle 11 io non ero a conoscenza dell'individuazione della data. Siccome gli uffici e
anche i colleghi di Giunta hanno anche eventualmente altri contatti diretti, eventualmente mi
correggano se nel frattempo sono stati formulati maggiori dettagli.
L’unica informazione recente che mi corre obbligo, credo che questo sia il punto, necessario
condividere, è la comunicazione pervenuta in data 2.03 - ieri - dal Presidente del Tribunale e dal
Procuratore, parlo sempre del Procuratore Generale ovviamente. Tale comunicazione, ovviamente
reperibile agli atti, riferisce di un sopralluogo avvenuto in data 23 febbraio, immagino realizzato da
loro con il Demanio, presso l'ex Caserma Gattinara, e definisce più che adeguata la previsione resa
dall’Agenzia del Demanio al riguardo delle esigenze degli uffici del Tribunale e della Procura.
Vi ho aggiornato sostanzialmente a ieri, credo che l'aggiornamento sia almeno tempestivo. Quindi
chiuderei. Al momento attuale rimangono una serie di passaggi da espletare. I passaggi riguardano
sia aspetti strettamente tecnici, sia aspetti finanziari, soprattutto nell'eventualità della soluzione che
comporti l'acquisizione di immobili non attualmente nella disponibilità del Demanio.
Quanto però appare al momento chiaro è che sono state individuate prioritariamente due soluzioni,
entrambe congruenti con le indicazioni condivise con il Consiglio, e non ci risultano allo stato
attuale espresse dal Ministero preferenze tra le due soluzioni elencate.
Confidando di non aver abusato della vostra pazienza, io avrei terminato e rimango a disposizione.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Ringrazio il Vice Sindaco per l'esaustiva informativa che ha dato. Mi sembra che il dato comunque
positivo è che sia l’Amministrazione Comunale che il Ministero, da parte di entrambi c'è la volontà
di trovare al più presto possibile una collocazione finalmente del Tribunale, accelerando anche i
tempi. Credo che questo sia ormai un dato assodato.
A questo punto io darei la parola ai nostri invitati, che sono il Presidente dell'Ordine degli Avvocati
l’Avvocato Ubertone e, come ho detto prima, il portavoce del Comitato di Rovigo “Tribunale in

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centro” Lorenzo Pavanello. Darei la parola a questo punto, lo faccio in ordine all'invito che è stato
rivolto così non offendo nessuno, darei la parola al Presidente dell'Ordine degli Avvocati,
all’Avvocato Ubertone. Prego, se vuole intervenire. Abbiamo concordato un intervento di 10
minuti, e quindi le do volentieri la parola, prego.

Avv. ENRICO UBERTONE – Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rovigo:
Ringrazio il Presidente. Io devo un ringraziamento a lei e a tutto il Consiglio Comunale, perché
devo dire che in tutta questa vicenda, prima il Vice Sindaco ha elencato tutto l’iter che è stato
seguito, si sono realizzati incontri, conferenze, i vari Organi istituzionali e rappresentativi si sono
interpellati l'uno con l'altro. Purtroppo devo constatare che l’Ordine degli Avvocati, che pure è un
Organo istituzionale e che rappresenta non solo quel migliaio di persone tra Avvocati, praticanti
collaboratori di Studio, che tutti i giorni frequentano le aule di Giustizia, e quindi l'oggetto della
discussione di oggi, ma rappresenta soprattutto l'utenza intesa come i cittadini che devono fruire di
questo servizio, l’Ordine degli Avvocati fino adesso è sempre stato tenuto al di fuori di tutte le
riunioni ufficiali. Gli unici Organi che ci hanno dato la parola ufficiale è il Consiglio Comunale. In
via informale, di questo lo devo comunque ringraziare, il Sindaco con il quale abbiamo avuto una
serie di incontri e ci siamo confrontati. Probabilmente rientrano in quegli incontri di cui faceva
cenno il Vice Sindaco informali personali, dei quali magari non vi è traccia, che però ho potuto
constatare hanno lasciato una traccia comunque nella linea politica seguita dal Sindaco, perché noi
Avvocati non è che siamo stati con le mani in mano. Noi Avvocati ci siamo dotati immediatamente
di un supporto tecnico per la valutazione di tutti i siti presenti in città, fin da quando il problema si è
posto, quindi fin dal 2019 per quanto mi riguarda. Avevamo a suo tempo individuato tutte le aree in
città nelle quali si poteva far stare quello che era lo spazio richiesto dal Ministero per il Tribunale.
Adesso non vi faccio tutta la storia perché l'ha già fatta il Vice Sindaco, comunque stiamo a
discutere di queste due soluzioni, gli altri sono fuori gioco.
Due parole rapidamente sulla Caserma Silvestri, di cui siamo ancora in attesa della risposta di
accesso agli atti, di cui per altro sappiamo già il contenuto. Io lo sento parlando in giro, la gente,
quando si parla della possibilità di insediare il Tribunale nella Caserma Silvestri, la Caserma quindi
di Via Gattinara, la Caserma Silvestri, ha in mente una situazione centrale, cioè ha in mente quel bel
portale che c'è su Via Gattinara, entrare dentro e trovare il Tribunale. Questo non esiste. Se anche
mai dovesse risultare che c'è rimasto qualche angolino libero in quell’area immensa, questa si
troverebbe assolutamente in fondo all'area, cioè praticamente alle spalle di Via Oroboni, l’accesso
sarebbe verosimilmente precluso, dovrebbe avvenire nemmeno da Via Oroboni ma probabilmente
da una laterale di Viale Verona, in una zona residenziale, con tutti i problemi che potete
immaginare, quindi si tratterebbe di una soluzione intanto poco dignitosa perché praticamente noi
prenderemmo gli scarti degli altri uffici, ma soprattutto poco funzionale per la città, per l'utenza e il
servizio della Giustizia. Con questo chiudo il capitolo Caserma Silvestri.
Ritorniamo alle due soluzioni in gioco. Sono due soluzioni che sulla carta possono andare bene, nel
senso che presentano entrambe quei requisiti richiesti dal Ministero, che sono dei requisiti che
garantiscono la funzionalità per l'utenza e per gli uffici. Noi come Avvocati abbiamo, sempre
ovviamente con un riferimento tecnico competente, abbiamo il nostro consulente, lo Studio P&P, li
abbiamo valutati entrambi e la nostra preferenza è caduta, o meglio è ritornata perché era una delle
soluzioni che avevamo segnalato già dal 2019 tra le due sulla soluzione dell'area di Via Donatoni ex
Questura, sotto vari profili. Intanto premetto, lo devo dire ogni volta, sia chiaro, noi siamo l’Ordine
degli Avvocati di Rovigo ma non rappresentiamo la città di Rovigo e gli Avvocati della città di
Rovigo. Noi rappresentiamo gli Avvocati e gli Studi Legali del circondario, che quindi va da
Montagnana a Castelmassa, a Este, Solesino, Porto Tolle, eccetera, eccetera. Dunque dobbiamo
tener conto delle esigenze sia di quella cospicua percentuale di Avvocati e di utenti che vive in città,
sia di tutti quelli che vengono da fuori.
Quindi al di là del fatto che obiettivamente per la città questa è una soluzione più centrale, che
garantisce sostanzialmente di utilizzare quello che attualmente è un vuoto urbano in pieno centro,

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notiamo che questa soluzione ha dei grossi vantaggi dal punto di vista della viabilità, perché è
assolutamente raggiungibile con facilità e senza congestionare il centro, perché l'accesso avverrebbe
da Via Sacro Cuore. La soluzione consentirebbe un numero di parcheggi interni per il personale
nell’ordine della sessantina, ma variabile a seconda del tipo di progetto che ci si possa fare, e
soprattutto garantirebbe a distanza di meno di 100 metri, centinaia e centinaia di posti auto, sia nel
parcheggio del centro commerciale Le Torri, sia dall’altra parte nel multipiano. Entrambi sono
parcheggi che attualmente vengono utilizzati nella misura del 20-30% mediamente, quindi non c'è
nessuna difficoltà, anzi sarebbe una maniera per utilizzarli. Quindi più comodità per chi viene da
fuori.
Il vantaggio di cui ha fatto cenno il Vice Sindaco di poter contare su una costruzione che di fatto
sarebbe ex novo, perché si tratterebbe di demolire tutta la parte retrostante la Caserma Gattinara,
l’unica cosa che resterebbe in piedi sarebbe la Caserma Gattinara che è vincolata dalla
Sovrintendenza, ma è una superficie abbastanza modesta; il resto si potrebbe realizzare ex novo con
tutti i vantaggi che questo comporta in termini di efficienza e modernità. Tenete presente che i metri
quadrati non sono tutti uguali: 5.000 metri quadrati dell’attuale sede di Via Verdi in realtà
presentano delle zone di dispersione enorme, perché sono il frutto di adattamenti, di spazi che erano
destinati ad altro. Chiaramente, costruendo ex novo, la stessa metratura può essere fatta valere in
maniera molto più efficiente e garantire spazi migliori e più comodi per il lavoro di tutti.
Si tratterebbe di un immobile che noi abbiamo pensato, io volevo condividere, adesso non so se mi
sia possibile tramite la chat, eventualmente ve lo manderò via mail....

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Può farlo con la chat.

Avv. ENRICO UBERTONE – Presidente Ordine degli Avvocati di Rovigo:
Io la trovo disabilitata. Avevamo ipotizzato con il nostro consulente un o studio di fattibilità che
prevedeva uno sviluppo in altezza di sei piani, ma potrebbero essere anche meno in realtà, quello
che si utilizza in altezza lo si risparmia come base d'appoggio di superficie, quindi si lascia più
spazio aperto in superficie, si tratta di fare poi una scelta; l’idea era quella comunque di creare una
zona e restituire quindi anche alla città incidentalmente una zona aperta, con un ampio piazzale,
perché attualmente, per chi viene dal centro e passa davanti al Duomo, prosegue per Via Badaloni,
il lato destro, quello di Via Donatoni, è praticamente una strada cieca, una strada chiusa, una strada
che non dà nulla. Invece lì si chiuderebbe, subito dopo la Caserma Gattinara, un grande piazzale,
che poi darebbe a sua volta accesso - ciclopedonale naturalmente, il passaggio non sarebbe con le
auto da Via Donatoni - darebbe accesso sul retro a Via Sacro Cuore. Quindi metterebbe in
collegamento queste due parti della città; per chi viene con la macchina l’accesso sarebbe dall'altra
parte, quindi da Via Sacro Cuore, e in un attimo si troverebbe in Tribunale e in un attimo si
troverebbe in centro. Quindi sicuramente anche per la città, che per noi è un obiettivo collaterale,
per noi come Ordine degli Avvocati sarebbe senz'altro un'ottima soluzione.
Dalle valutazioni che sono state fatte dal nostro tecnico, tra l’altro non è nemmeno corretto che la
metratura realizzabile non sarebbe sufficiente a soddisfare da sola le esigenze richieste, perché in
realtà i 12.000 metri potrebbero saltare fuori tutti, anche senza bisogno di scavare troppo a fondo
sotto terra per fare piani interrati per i parcheggi, i metri potrebbero saltare fuori tutti. Se comunque
così non fosse, eventualmente quei 1.500 metri che mancano, potrebbero esserci utilizzati...

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Scusi Avvocato Ubertone, se vuole abbiamo attivato la chat, quindi se vuole mostrare le immagini
può farlo.

Avv. ENRICO UBERTONE – Presidente Ordine degli Avvocati di Rovigo:
Non volevo adesso perdere del tempo, sto già per finire i miei 10 minuti.

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ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Non si preoccupi, non sono così fiscale. E’ un problema nostro della chat, lo può fare, prego.

Avv. ENRICO UBERTONE – Presidente Ordine degli Avvocati di Rovigo:
Dal punto di vista invece dell'efficienza del sistema sarebbe, rispetto all'altra soluzione di cui vado a
parlare poi molto rapidamente in chiusura, avrebbe il vantaggio di insistere su una superficie più
ridotta che si sviluppa maggiormente in altezza. Questa guardate non è una cosa da poco, perché
significa che, una volta entrati negli uffici, ci si può spostare rapidamente da un ufficio all'altro,
magari sfruttando gli ascensori; mente l'altra soluzione, come si potrà vedere se adesso riesco a
caricarvi il rendering che è stato fatto, pur essendo comunque una bella cittadella della Giustizia, di
fatto una volta che si è entrati dentro, per andare da un ufficio all'altro si potrebbe dover fare degli
spostamenti anche importanti all'interno, perché le distanze sono molto lunghe. Provate a...........
dall'angolo del Palazzo della Provincia, dall’angolo che insiste su Viale della Pace, fino ad arrivare
all’angolo opposto della Banca d'Italia, c’è da camminare parecchio. Questo ovviamente incide
sull’efficienza del sistema per chi ci deve lavorare dentro e per l'utenza.
Ovviamente poi, siccome l'ultima parola ce l’ha il Ministero, noi dipendiamo da quello che
deciderà, però credo che possa essere abbastanza chiaro che la soluzione dell’ex Questura presenta
dei vantaggi che sono notevoli sia per l'utenza in generale, sia anche collateralmente, e di questo
magari parlerà l’Avvocato Pavanello che rappresenta più specificamente questo interessi, quelle che
sono le esigenze della città di Rovigo, perché di fatto finirebbe per riportare in centro un
movimento, senza al contempo intasare il centro con una circolazione automobilistica problematica;
cosa che invece potrebbe accadere dall'altra parte, dove è vero che c’è già un parcheggio grande, ma
se ci fate caso quel parcheggio è già pieno tutti i giorni per conto suo. Se ci andiamo a mettere sopra
anche le macchine degli utenti che devono andare al Tribunale, questo potrebbe creare un problema,
senza parlare della viabilità della rotonda di Via Romano, che non è proprio la più comoda.
Per il momento io concludo il mio intervento e cedo la parola di nuovo al Presidente e nel frattempo
vedo se riesco a caricare questo benedetto file.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
La ringrazio perché lei è stato perfettamente nei 10 minuti. E’ colpa nostra della chat, quindi
eventualmente le darò i due minuti per la presentazione dei file che avete preparato.

Avv. ENRICO UBERTONE – Presidente Ordine degli Avvocati di Rovigo:
Sono solo due immagini. In realtà abbiamo a disposizione molti altri documenti.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
Se la vuole mandare nella chat, poi comunque i Consiglieri la potranno vedere e visualizzare
eventualmente nella chat.

Avv. ENRICO UBERTONE – Presidente Ordine degli Avvocati di Rovigo:
Intanto voi andate avanti e io, appena me la trovo, la carico.

ROMEO NADIA – Presidente del Consiglio:
La ringrazio anche per essere stato nei dieci minuti come le abbiamo richiesto, e la ringrazio
ovviamente per il contributo che ha dato.
Do adesso la parola al portavoce del Comitato “Tribunale in centro”, all’Avvocato Lorenzo
Pavanello. Prego Avvocato.

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Avv. PAVANELLO LORENZO – Portavoce Comitato “Tribunale in centro”:
Grazie Presidente. Io ringrazio molto per l’invito, e lo interpreto come un segno che, visto che c'è
stata qualche polemica in passato, è giunto il momento di essere un po' più uniti a favore della città,
perché la città richiede in questo momento di essere compatti.
Dunque registro favorevolmente il fatto per esempio che il nostro Comitato abbia raggiunto uno
scopo essenziale: lo scopo essenziale era quello di verificare, noi ci credevamo fin dall’inizio, se ci
fosse una possibilità per collocare il Tribunale in centro.
Commercianti, Confesercenti, Confcommercio, Associazione Nazionale Costruttori, che ci hanno
sempre sostenuto e ci sostengono, erano convinti di questo. Anche i professionisti, molti
professionisti, e tra questi naturalmente gli Avvocati, il Presidente dell'Ordine che saluto,
l’Avvocato Ubertone naturalmente sa che siamo sempre stati in sintonia, naturalmente ciascuno per
le rispettive competenze, e oggi registriamo, devo dire con un po' di lentezza, mi consenta Vice
Sindaco che ha fatto una bella rassegna di quel che è accaduto fino ad oggi, ma converrà con me
che la politica è azione ed è anche effettività, e a distanza di un anno e mezzo si può dire che c’è un
prima e un dopo: c’è un prima 30 dicembre e c’è un dopo 30 dicembre.
Senza andare a vedere quello che è successo nel passato, e per evitare le polemiche che ci sono state
fino ad oggi, io cerco di esercitare la sintesi per dirvi che gli aderenti al Comitato, che sono persone
comuni, sono professionisti, ma anche cittadini che non hanno un’attività come i pensionati,
persone interessate alla città, sono ovviamente soddisfatti di vedere che si sta profilando
un'alternativa interessante. E’ interessante, perché si tratta di due soluzioni in centro: la ex Gattinara
e l’ex Banca d’Italia sono due soluzioni, assolutamente digeribili; naturalmente è ovvio, per gli
aderenti al Comitato, valgono sempre le regole di civiltà, e cioè compatibilità edilizia, urbanistica,
ambientale, il traffico, i posti auto. Sono tutte questioni che naturalmente noi ci aspettiamo che
l’Amministrazione Comunale risolva, perché i problemi si possono sempre risolvere, naturalmente
con grande velocità, perché ormai abbiamo capito tutti che abbiamo perso molto tempo, e si è visto
che il Ministero ha stretto i tempi. E’ stato il Ministero infatti a volere il 30 dicembre l'incontro che
invece prima era, da quel che capisco, limitato a contatti più o meno informali, ci dice il Vice
Sindaco, ma non torniamo al passato perché dobbiamo cogliere ora se l’interlocuzione con il
Ministero porterà frutti. Per portare frutti bisogna attualmente correre, come ha detto il Vice
Sindaco, e noi vigileremo, il nostro Comitato vigilerà su questo aspetto.
Ci consentirete, perché per noi importante è il risultato e se ci impantanassimo ancora, sarebbe un
problema perché, a differenza di quello che ci veniva detto un paio di mesi sul fatto che il problema
del Tribunale non era poi così urgente e che c'erano altri Palazzi di Giustizia disagiati in giro per la
Repubblica, si converrà tutti: era una risposta inadeguata. Sappiamo che il Presidente del Tribunale
e anche l’Eccellenza Signora Prefetto, già nel gennaio-febbraio e poi aprile del 2019 avevano ben
chiarito quale fosse l’urgenza per la collocazione del Tribunale, quindi oggi dobbiamo correre.
Noi siamo felici, noi sappiamo che non possiamo naturalmente prendere decisioni, non ci
permetteremmo mai di prendere decisioni in luogo dell’Amministrazione Comunale, che ne è
deputata. Noi vigiliamo, stimoliamo e siamo felici, perché due soluzioni come quelle proposte sono
assai interessanti.
Siamo felici e intendiamo naturalmente proseguire nella nostra collaborazione, sperando che sia una
collaborazione ben accolta, perché fino a poco tempo fa non era ben vista. Era vista come una sorta
di provocazione. Niente di tutto ciò, perché gli aderenti al Comitati non sono dei pericolosi
rivoluzionari, tant’è vero che io fui intrattenuto dall’Eccellenza Signora Prefetto in un incontro
estremamente interessante, istituzionale, serio, durante il mese di novembre; pochi giorni dopo vi fu
la convocazione del Ministero e sappiamo che si è tenuta poi, come ha ricordato il Vice Sindaco, il
30 dicembre, e dunque è bene che la città prenda atto di tutte le Organizzazioni, Associazioni non
riconosciute, Comitati, perché sono tutte situazioni che possono aiutare la città a migliorare le sue
condizioni.

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