Com'è lo stadio del Leicester City, la squadra che ha vinto la Premier League - Amazon S3

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Com’è lo stadio del Leicester
City, la squadra che ha vinto
la Premier League
La vittoria della ‘piccola squadra’ del Leicester City nella
Premier League britannica è stata accolta come una di quelle
storie che raramente accadono nel calcio dei grandi team e dei
mega budget. Trainata dal carisma del suo coach, l’italiano
Claudio Ranieri, e dall’entusiasmo crescente di un’intera
nazione, la squadra ha cesellato un trionfo che resterà negli
annali di questo sport, anche per il carico emotivo che si
porta dietro.

Le frequenti vittorie di squadre come il Manchester United,
Manchester City e il Chelsea hanno avuto sempre come ‘teatro’
impianti sportivi considerati veri e propri templi, conosciuti
anche molto bene dai tifosi italiani: l’Old Trafford, il City
of Manchester Stadium, lo Stamford Bridge. In pochi tuttavia
conoscono lo stadio del Leicester City, fino a quest’anno
‘anonimo’ impianto di una città da poco meno di 300mila
abitanti.

Lo stadio teatro del trionfo del Leicester City si chiama
“King Power Stadium”, è stato inaugurato nel 2002 e ha una
capienza da 32.500 posti. Dall’anno della sua costruzione al
2011 si è chiamato “Walkers Stadium” (dal nome della
multinazionale alimentare che sponsorizzava il team), salvo
mutare nome in “King Power” nel momento in cui la squadra fu
acquisita dall’omonima big company thailandese leader nei Duty
Free aeroportuali della nazione asiatica.

Photogallery

© Alex Hannam
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In realtà per oltre un secolo la squadra del Leicester è
rimasta legata a un’altra struttura, nei pressi di Filbert
Street, un impianto che nel corso dei decenni ha conosciuto
molte riqualificazioni e ampliamenti, raggiungendo nel 1994 la
capienza di 21mila spettatori. Il buon andamento del team in
quegli anni fece incrementare la tifoseria, al punto che si
rese necessario, da parte della dirigenza, pianificare una
nuova struttura più capiente.
© Alex Hannam

Il piano del nuovo stadio del Leicester fu avviato a metà
degli anni Novanta, con un progetto inizialmente da 40mila
posti circa e una location iniziale poi abbandonata. È nel
2000 che si arriva al progetto definitivo – lo stadio attuale
– con una capienza leggermente inferiore e collocato pochi
metri a sud dello stadio storico in Filbert Street. La
costruzione fu avviata nel 2001, in tempo per la stagione
2002-03. Un avvio amaro, in verità, con la squadra relegata in
Second League (l’equivalente della nostra Serie B) e un buco
finanziario legato ai costi levitati della costruzione (si
parla di 37 milioni di sterline, uno sproposito per la
dimensione cittadina), mossa che determinò la scelta di
vendere (club e impianto).

Sul piano progettuale il King Power Stadium ha un design
piuttosto semplice: i quattro spalti dello stadio sono tutti
comunicanti, componendo un unico anello dalla forma
rettangolare che corre attorno al campo. Per alcuni tifosi e
semplici cittadini uno stadio “senza anima”, anonimo e che
certamente porta su di sé le conseguenze delle molte traversie
legate alla sua costruzione.

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Come riporta il locale Leicester Mercury, al momento della
valutazione dei piani per la sua nuova costruzione il club
fece richiesta per ospitare anche concerti rock. L’idea era di
delimitare uno dei tre spalti al livello terra per realizzare
un palco e così espandere potenzialmente la platea dai 32.500
spettatori di match calcistici fino a 45mila spettatori di
concerto. Un piano che fu abbandonato in considerazione
dei problemi di terreno di fondazione emersi e dei relativi
rinforzi strutturali importanti della parte superiore degli
spalti che sarebbero stati necessari.

Questo problema delle fondazioni è una questione annosa sulla
quale in città si è dibattuto molto, visti anche gli ingenti
investimenti per una struttura che, di fatto, è stata
sfruttata ben poco (la prima manifestazione rilevante è stata
nel 2015 la Coppa del Mondo di Rugby). In molti sostengono che
lo stadio ‘tremi’ qando gli spalti sono pieni e la tifoseria
esulta saltando, un fenomeno affine a quanto accade con la
risonanza nei ponti. Eppure c’è chi dice che i concerti rock
si potrebbero fare ugualmente, visto che il movimento di uno
stadio pieno di persone che assistono a un concerto è diverso,
sul piano fisico, da quello di chi salta costantemente sugli
spalti per acclamare il suo team calcistico.

L’architetto Robert Kennedy dello studio Holmes Miller, che
seguì il progetto del nuovo stadio, continua a sostenere che
l’espansione si possa realizzare senza mutare l’aspetto
estetico, che egli ritiene “efficace” e “intimo”. Del resto
dell’idea di espandere lo stadio si è parlato anche nel 2006,
quando l’allora presidente del club spiegò che sarebbe stato
necessario rinforzare l’acciaio nella parte esterna dello
stadio come base per i lavori di espansione, ma che per la
situazione finanziaria era preferibile investire quelle
risorse in altro modo.

Claudio Ranieri, tecnico del Leicester City, nel King Power Stadium © Alex Hannam

Problemi a parte, oggi che il Leicester City ha realizzato
l’incredibile impresa di vincere il campionato britannico, è
facile immaginare che si tornerà a discutere – anche
rapidamente – dell’opzione di allargamento dello stadio. Anche
perché qualificarsi alla Champions League vuol dire mettere in
previsione un’eccezionale flusso di risorse economiche.
Opportunità che forse, questa volta, vale il prezzo di un bel
rinforzo strutturale.

Tutte le foto di questo articolo sono di Alex Hannam – Flickr.
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