ATS VAL PADANA Aggiornamento Report COVID-19 (luglio 2020)
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ATS VAL PADANA Aggiornamento Report COVID-19 (luglio 2020) LIVELLO INTERNAZIONALE L’evoluzione più recente, vede un miglioramento generalizzato, con alcune eccezioni che muovono anche in controtendenza, quali Stati Uniti, l’America Latina (in particolare Equador, Perù, Brasile e Cile), Russia e Bielorussia. Peggiora l’Arabia Saudita. Asia, Australia e Africa risultano i continenti meno coinvolti con esclusione del Sud Africa.
Numero cumulativo dei nuovi casi COVID-19 per 100.000 abitanti al 24/05/2020 Numero dei nuovi casi COVID-19 occorsi negli ultimi 14 giorni per 100.000 abitanti al 02/07/2020
LIVELLO EUROPEO Limitando il confronto ai principali Paesi confinanti, si osserva che l’Italia si colloca in una posizione intermedia sia per incidenza che per mortalità. Il grafico che mette a confronto le curve epidemiche mostra quanto i picchi siano differenti, sia in termini di intensità che di tempistica. La curva italiana è la prima a raggiungere il picco, quella spagnola, immediatamente successiva, lo spinge più in alto, mentre quella del Regno Unito, che non ha immediatamente messo in atto le misure di prevenzione, si protrae più a lungo nel tempo e rallenta la caduta.
LIVELLO NAZIONALE Spicca il gradiente nord-sud nell’incidenza cumulativa che si associa a mortalità e letalità, più marcata in Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, mentre il Veneto si allinea per letalità con le Regioni a minor incidenza, verosimilmente in ragione del maggior numero di tamponi effettuati ed estesi fin da subito anche ai non sintomatici con conseguente incremento del denominatore costituito dai “malati”. Gli “attualmente positivi” in Val D’Aosta inducono ad ipotizzare un cambio di passo nella gestione dell’epidemia di questa piccola regione, oltre al parziale sconfinamento dell’epidemia verso l’Italia centrale. situazione al 30/06/2020 indicatore numero tasso CASI 240436 398 DECESSI 34744 58
Le curve epidemiche evidenziano una coerente sfasatura temporale tra incidenza cumulativa e mortalità. Quest’ultima appare comunque uniforme ed appiattita rispetto alla prima, al di là della ben diversa consistenza dei numeri che le sostengono. ITALIA Curva dei contagi con media mobile a 7 gg 7000 6500 6000 5500 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 23/02/2020 08/03/2020 22/03/2020 05/04/2020 19/04/2020 03/05/2020 17/05/2020 31/05/2020 14/06/2020 28/06/2020 01/03/2020 15/03/2020 29/03/2020 12/04/2020 26/04/2020 10/05/2020 24/05/2020 07/06/2020 21/06/2020 NUOVI CASI DECESSI Fonte dei dati: https://www.ecdc.europa.eu/en/geographical-distribution-2019-ncov-cases
LIVELLO REGIONALE Di seguito la chiave di lettura delle mappe per ex distretto socio-sanitario. Distretti socio-sanitari Lombardia 36 48 51 52 50 49 53 29 26 54 41 28 20 24 42 35 64 73 22 74 33 21 47 34 31 38 40 45 72 27 39 62 30 23 32 44 46 25 63 43 19 56 55 12 10 77 6 5 11 81 4 16 91 37 61 58 14 7 82 13 90 59 1 9 92 15 88 76 8 17 18 80 57 69 3 65 68 60 89 71 83 78 2 79 66 87 84 67 86 85 75 70 id DISTRETTO id DISTRETTO id DISTRETTO 1 ABBIATEGRASSO 32 SARONNO 63 DESIO 2 BASSO LODIGIANO 33 SESTO CALENDE 64 LECCO 3 ALTO LODIGIANO 34 TRADATE 65 BASSA BRESCIANA CENTR. 4 CASTANO PRIMO 35 VARESE 66 MANTOVA 5 DISTRETTO 6 SESTO SAN GIOVANNI 36 BORMIO 67 OSTIGLIA 6 DISTRETTO 7 CINISELLO BALSAMO 37 BASSA BERGAMASCA 68 MORTARA 7 MELZO 38 MERATE 69 VIGEVANO 8 BINASCO 39 SEREGNO 70 VOGHERA-VARZI 9 CORSICO 40 ISOLA BERGAMASCA 71 ASOLA 10 GARBAGNATE MILANESE 41 VALLE BREMBANA/VALLE IMAGNA 72 SEBINO 11 CERNUSCO S/N 42 VALLE SERIANA/VALLE DI SCALVE 73 VALLE SABBIA 12 LEGNANO 43 MONZA 74 VALLE TROMPIA 13 MAGENTA 44 VIMERCATE 75 SUZZARA 14 PIOLTELLO 45 BERGAMO 76 BASSA BRESCIANA OCC. 15 PAULLO 46 DALMINE 77 BRESCIA OVEST 16 RHO 47 EST PROVINCIA 78 CORTEOLONA 17 ROZZANO 48 CHIAVENNA 79 GARLASCO 18 SAN GIULIANO MILANESE 49 MEDIO ALTO LARIO 80 BASSA BRESCIANA ORIENT. 19 TREZZO 50 MORBEGNO 81 BRESCIA 20 ARCISATE 51 SONDRIO 82 BRESCIA EST 21 AZZATE 52 TIRANO 83 PAVIA 22 BRIANZA 53 VALLECAMONICA-SEBINO 84 VIADANA 23 CASTELLANZA 54 BELLANO 85 BRONI-STRADELLA 24 COMO 55 GARDA 86 CASTEGGIO 25 BUSTO ARSIZIO 56 MONTE ORFANO 87 CASALMAGGIORE 26 CAMPIONE D'ITALIA 57 GUIDIZZOLO 88 CREMA 27 GALLARATE 58 MILANO - DISTRETTO 3 89 CREMONA 28 LAVENO 59 MILANO - DISTRETTO 1 90 MILANO - DISTRETTO 5 29 LUINO 60 CERTOSA 91 MILANO - DISTRETTO 2 30 SOMMA LOMBARDO 61 OGLIO OVEST 92 MILANO - DISTRETTO 4 31 SUD OVEST 62 CARATE
Il numero cumulativo dei casi si addensa in particolare nella parte sud della Lombardia e nelle valli più a nord della regione. Mortalità e letalità si concentrano invece più al centro della regione tra il bergamasco e il bresciano estendendosi con una lingua più ristretta che muove a nord verso le valli e a sud verso il pavese e il cremasco, fino a raggiungere il mantovano.
REGIONE LOMBARDIA rilevazione al 30 giugno 2020 numero assoluto tasso grezzo casi 93901 933 deceduti 16644 165 attualmente positivi 10060 100 FONTE: bollettino della protezione civile
Differenze si riscontrano rispetto all’altezza del picco ed alla relativa velocità di comparsa: elevate a Bergamo e Brescia, ridotte in Brianza ed in Insubria. Molto lenta la decrescita dei casi a Milano. Simile l’andamento della mortalità dove però spiccano Bergamo e Brescia, anche rispetto a Milano, nonostante la ben più elevata numerosità della popolazione di quest’ultima. REGIONE LOMBARDIA Decessi/giorno con media mobile a 7gg 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 01/03/2020 15/03/2020 29/03/2020 12/04/2020 26/04/2020 10/05/2020 24/05/2020 07/06/2020 21/06/2020 05/07/2020 08/03/2020 22/03/2020 05/04/2020 19/04/2020 03/05/2020 17/05/2020 31/05/2020 14/06/2020 28/06/2020 ATS METROPOLITANA ATS INSUBRIA ATS MONTAGNA ATS BRIANZA ATS BERGAMO ATS BRESCIA ATS VAL PADANA ATS PAVIA Fonte: file regionale Covid positivi al 05/07/2020 e Anagrafe Sanitaria; dati degli ultimi giorni in consolidamento
La media mobile fa osservare che, immediatamente dopo i 3 cut off, in corrispondenza dei quali si sono progressivamente allentati i provvedimenti restrittivi della mobilità, la discesa della curva, pur continuando il suo percorso, presenta piccoli e brevi picchi in direzione opposta, a conferma di quanto la mobilità pesi nella diffusione epidemica.
Con l’eccezione contenuta di Bergamo, il genere femminile è uniformemente predominate nell’incidenza dell’intero territorio regionale.
Per quanto riguarda la differenza di genere, le curve epidemiche fanno osservare una prima fase in cui l’incidenza è maggiore nei maschi, ma che si ribalta dopo circa un mese a danno delle femmine. Ciò sta verosimilmente a significare che all’inizio il contagio ha avuto caratteristiche di socialità, storicamente più coinvolgente il genere maschile, e successivamente di prossimità, più collegata invece al genere femminile. Una differenza di ruolo sociale più marcata nelle generazioni attempate che per altro sono state quelle più colpite, come rivela la distribuzione per età dei casi. A ciò si è verosimilmente aggiunta anche la componente lavorativa del comparto socio-sanitario in cui prevale il genere femminile sempre in ragione di una analoga differenza di ruolo sociale collegato al concetto di cura. Anche il contributo più tardivo degli ospiti anziani delle RSA, in cui prevale il genere femminile, concorre alla interpretazione dello “scambio di genere” osservato.
La mobilità come causa di diffusione epidemica è ben documentata dall’andamento delle curve differenziate per soggetti con età sopra / sotto i 70 anni. La classe più giovane risulta quella inizialmente più coinvolta dall’epidemia per essere successivamente superata da quella più anziana, che contribuisce al fenomeno attraverso il coinvolgimento delle RSA, e ritornare in testa in occasione dell’allentamento dei provvedimenti restrittivi della mobilità.
Disaggregando contestualmente per sesso e per fascia d’età, i determinanti dell’andamento epidemico assumono maggiore evidenza.
Il 43% dei casi e l'83% dei decessi si concentrano nella fascia d'età maggiore di 70 anni. Nelle femmine questa stesse percentuali sono più elevate in questa fascia d’età. La letalità sotto i 50 anni è molto bassa. distribuzione distribuzione situazione al 30/06/2020 casi dei casi deceduti dei deceduti letalità 00-18 1060 1% 3 0% 0% 19-50 21069 24% 190 1% 1% 51-70 27569 31% 2583 16% 9% 70+ 37851 43% 13337 83% 35% totale 87549 100% 16113 100% 0% FONTE: file regionale Covid positivi e anagrafe sanitaria FEMMINE MASCHI situazione al distribuzione distribuzione distribuzione distribuzione 30/06/2020 casi dei casi deceduti dei deceduti letalità casi dei casi deceduti dei deceduti letalità 00-18 491 1% 2 0% 0% 569 1% 1 0% 0% 19-50 12437 26% 52 1% 0% 8632 21% 138 1% 2% 51-70 12500 27% 601 9% 5% 15069 37% 1982 21% 13% 70+ 21636 46% 5906 90% 27% 16215 40% 7431 78% 46% totale 47064 100% 6561 100% 14% 40485 100% 9552 100% 24% FONTE: file regionale Covid positivi e anagrafe sanitaria
LIVELLO DI ATS ATS CREMONA MANTOVA rilevazione al 5 luglio numero tasso numero tasso numero tasso 2020 assoluto grezzo assoluto grezzo assoluto grezzo casi 9729 1261 6399 1783 3330 808 deceduti 1883 244 1170 326 713 173 attualmente positivi 485 63 254 71 231 56 I distretti della provincial di Cremona appaiono chiaramente come quelli maggiormente coinvolti per incidenza e mortalità, anche se meno per letalità.
Il seppur contenuto innalzamento della curva epidemica è visibile nel confronto tra province in cui si osserva che Mantova sopravanza nei tempi recenti Cremona, pur essendo partita quest’ultima da una situazione ben più sfavorevole. I decessi invece si muovono in senso opposto perché risentono ancora della situazione epidemica antecedente.
Sono i soggetti più giovani e di genere maschile a rendere ragione del viraggio epidemico per le ragioni di ordine socioiologico di cui sopra.
Come si evince da grafici e tabelle, il genere femminile è quello più colpito in termini di incidenza, ma è quello maschile a mostrare la maggiore mortalità e letalità con percentuali a due cifre anche nella fascia di età inferiore (51-70). rilevazione al 5 luglio 2020 CREMONA MANTOVA distribuzione dei distribuzione dei FASCIA D'ETA' decessi deceduti letalità decessi deceduti letalità 00-18 1 0% 1% 0 0% 0% 19-50 19 2% 1% 9 1% 1% 51-70 211 18% 10% 60 8% 7% 70+ 939 80% 35% 644 90% 39% Totale 1170 100% 713 100% rilevazione al 5 luglio 2020 FEMMINE MASCHI distribuzione dei distribuzione dei FASCIA D'ETA' decessi deceduti letalità decessi deceduti letalità 00-18 1 0% 2% 0 0% 0% 19-50 8 1% 1% 20 2% 2% 51-70 53 7% 4% 218 20% 13% 70+ 719 92% 29% 864 78% 46% Totale 781 100% 1102 100%
Situazione più recente Di seguito le mappe, le tabelle e i grafici raffiguranti i principali indicatori dall'inizio della fase 2 e dell’ultima settimana.
Mantova, in corrispondenza della metà di giugno, supera Cremona per incidenza, ma non per mortalità che risente a distanza della condizione epidemica precedente.
Sono nettamente i maschi di età inferiore a 70 anni a rendere ancora ragione del più recente picco dell’incidenza. I casi del viadanese collegati al comparto “lavorazione carni” hanno fornito il principale contributo a questo rialzo. Il comparto “lavorazioni carni” anche ben prima del Covid-19 riconosceva la presenza di un “rischio biologico” associato alle zoonosi. Sangue, liquami, deiezioni, acque e fanghi di depurazione costituiscono i veicoli tramite cui i microrganismi patogeni si possono diffondere in queste realtà produttive dove il Covid-19 ha trovato un habitat adatto alla sua crescita. Difficile in questi contesti, nonostante l’impegno organizzativo e tecnologico, garantire sempre alti standard di condizioni igieniche, non solo negli ambienti di lavoro in senso stretto, ma anche negli annessi: bagni, spogliatoi e luoghi di ristoro. Al rischio biologico concorrono inoltre il microclima freddo-umido, prediletto dai Coronavirus, ma d’altra parte necessario alle esigenze produttive di lavaggio e conservazione carni, nonchè alcune lavorazioni a catena che non favoriscono il distanziamento fisico dei lavoratori. Il comparto costituisce quindi di per sé un “crogiuolo” di fattori di rischio biologico, cui si assommano anche condizioni di deprivazione socio-economica della manodopera, spesso immigrata, dato il basso grado di desiderabilità sociale di questi lavori. A differenza del primo quadrimestre dell’anno, in cui la marea montante dei casi ha lasciato pochi gradi di libertà all’azione preventiva delle Istituzioni, ora la situazione è profondamente mutata nel senso che consente immediate e mirate azioni d’intervento puntuale in grado di identificate non solo l’intero cluster dei casi, ma anche dei contatti, familiari e sociali, nonché di attivare i necessari provvedimenti interdittivi dei luoghi e di isolamento delle persone.
La mappa “a palle”, che media il numero dei casi con la densità della popolazioine residente (una palla è tanto più grande quanto maggiore è il numero dei casi e quanto più piccola è la popolazione residente che li genera) quantifica l’incremento dei casi che la mappa cromatica registra nel viadanese come novità dei primi giorni del mese di luglio.
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