"Album dei ricordi blucerchiati": Giovanni Guerrini, il 'Robot' Mazinga Z

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"Album dei ricordi blucerchiati": Giovanni Guerrini, il 'Robot' Mazinga Z
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     “Album dei ricordi blucerchiati”: Giovanni Guerrini, il
     ‘Robot’ Mazinga Z
     di Claudio Nucci
     20 Marzo 2021 – 11:26

     Genova. Arrivò alla Sampdoria in uno scambio di prestiti con Vierchowod, sull’asse
     Firenze-Genova, accettando la discesa in Serie B, da ex titolare della difesa viola, ma
     anche della Under 21 azzurra e della Nazionale Olimpica, convinto – da Paolo
     Mantovani – del fatto che il campionato cadetto avrebbe rappresentato solo una breve
     tappa di passaggio… e Giovanni Guerrini si fidò del Presidentissimo e del d.s. Claudio
     Nassi, come fecero, quell’anno, anche Paolo Conti, Salvatore Vullo, Paolo Rosi, Ezio
     Sella, Salvatore Garritano, Nicola Zanone, Gianfranco Bellotto, Patrizio Sala,
     Andrea Manzo, ma soprattutto Alessandro Scanziani…             Una rosa completamente
     stravolta, quella affidata a Enzo Riccomini, che pagò – in fase d’avvio – lo scarso
     affiatamento del gruppo, perché poi, una volta amalgamatosi sotto la guida del subentrato
     Renzo Ulivieri, la squadra veleggiò verso la Serie A, anche per merito di Mazinga Z
     Guerrini, autentico baluardo difensivo della retroguardia blucerchiata, capace anche di
     andare a segnare un goal determinante nella sfida (quasi da spareggio) col Perugia, dopo
     che capitan Roselli aveva spedito in gradinata un penalty, a dire il vero da lui stesso
     conquistato.

     E non fu “figlio unico” quel goal, per il gigante blucerchiato, visto che aveva già iscritto il
     suo nome, quale ‘bomber’, nella trasferta con la Sambenedettese e nella vittoria col
     Pescara, a Marassi (cinque decisivi punti, in tre partite, grazie alle sue reti, nelle epoca
     dei due punti a vittoria).

     Cosicché, fu di nuovo Serie A, per Giovanni Guerrini, con un calendario di fuoco come
     ‘ouverture’: pronti via, ed ecco i campioni d’Italia della Juventus, ospiti a Marassi; poi a

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     San Siro con l’Inter ed a chiudere il trittico, la Roma, di nuovo al Ferraris, con tre
     centravanti, quali Paolo Rossi, Alessandro Altobelli e Roberto Pruzzo, da
     francobollare a cura del gigante di Terranuova Bracciolini … E potete andare a vedere i
     tabellini di quei match: nessuno dei tre vi compare come goleador…

     Quel ritorno nella massima serie, fu davvero esplosivo, con un incredibile tris di vittorie,
     figlie – a dire il vero – del mercato estivo faraonico, che il munifico Mantovani aveva
     concesso di condurre a Paolo Borea… tanto che arrivarono a Genova tre campioni come
     Roberto Mancini, Liam Brady e Trevor Francis, ma anche Francesco Casagrande e
     Dario Bonetti… Mancava, in verità, ancora Pietro Vierchowod, che dopo un prestito
     alla Fiorentina, ne fece un altro proprio con i giallorossi. Peccato, anche perché fu
     galeotta quella terza vittoria con la Roma, visto che lo Zar, irretito dalle finte dello
     ‘striker’, lo fece volare sotto i distinti… rendendolo a lungo indisponibile…

     L’anno dopo, comunque, Paolo Mantovani convince Vierchowod a venire a Genova,
     rinunciando a partecipare alla Coppa dei Campioni, con gli altri Liedholm’s boys con cui
     aveva vinto lo scudetto (e gli affianca anche Ivano Bordon, Fausto Pari, Roberto Galia
     e Domenico Marocchino)…

     Panchina in arrivo per Mazinga? Assolutamente no, il ‘toscanaccio’ Ulivieri utilizza il
     russo, per tutto il girone di andata, come terzino sinistro, di modo che Guerrini, alla
     prima a San Siro (un’altra clamorosa vittoria contro l’Inter, con due goal da cineteca di
     Trevor Francis), è di nuovo in campo, con la ‘sua’ maglia numero cinque… che gli verrà
     contesa nel corso del campionato anche dagli emergenti Luca Pellegrini ed Alessandro
     Renica, finché anche l’attuale presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, si
     convince che lo Zar deve, per diritto divino, giocare al centro della difesa, con Mazinga a
     doversi spostare sulla fascia… Ruolo non suo, sintomo prodomico di un ‘addio alle armi’…

     Lui, così bravo nello sfruttare le palle inattive, in area avversaria, quell’anno mette a segno
     un unico goal, contro la Roma, alla seconda d’andata (sconfitta 1-2), mentre l’ultima
     partita in blucerchiato, la gioca il 21 aprile dell’84, contro il Pisa (1-0, goal del solito
     Francis) ed in estate, obtorto collo, deve preparare le valigie per l’esilio dorato di Como,
     in uno scambio con Moreno Mannini (un cavallo da corsa, tipo ‘Ribot’, più idoneo a
     giocare sulla fascia difensiva, al posto del ‘Robot’ Mazinga) e così, Guerrini si vede
     negato il piacere di giocare insieme a Luca Vialli e Graeme Souness, ma soprattutto la
     gioia di partecipare al primo trionfo in Coppa Italia dell’anno successivo…

     Su quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno (e gioca in Serie A), Guerrini vi
     resta tre anni, guidato da allenatori di grido (Ottavio Bianchi ed Emiliano Mondonico)
     e vi trova altri futuri blucerchiati, che seguiranno la rotta tracciata da Vierchowod, Galia
     e Mannini… una fucina di ottimi giocatori, quali Gianfranco Matteoli, Luca Fusi e
     Gianni Invernizzi ed anche campioni come “Hansi” Müller, Stefano Borgonovo ed il
     brasiliano Dirceu, prima di andare a chiudere la carriera nel Barletta, all’epoca
     approdato in B, nell’entusiasmo trascinante della provincia barese…

     Cresciuto calcisticamente nella Fiorentina, dai pulcini alla Prima squadra, poi
     Sampdoria, Como, Barletta… in tutto dieci anni di calcio ad alto livello, più in A che
     in B… toscano verace, come testimoniato dal suo vernacolo… eppure, indovinate per quale
     squadra tifa? Sampdoria !

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      Trevor Francis, “the striker”

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      Nacka Skoglund, il re del tunnel

      Toninho Cerezo, samba scudetto

      Graeme Souness, “Charlie Champagne”

      Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est

      Sebastián Verón, “La Brujita”

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      Srecko Katanec, la gazzella slovena

      Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri

      Luca Vialli, il bomber

      Eddie Firmani, il “tacchino freddo”

      Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi

      Sergio Brighenti, il capocannoniere

      Roberto Vieri, la fantasia al potere

      Mario Frustalupi, il piccolo grande” regista

      Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto

      Fausto Pari, una vita da mediano

      Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso

      Walter Zenga, l’uomo ragno

      Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia”

      Attilio Lombardo, il “Popeye”

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      Valter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina

      Alessandro, “il conquistatore” Scanziani

      Enrico Nicolini, “il Netzer di Quessi””

      Loris Boni, il “baffo” col numero 8

              Boškov             e             Veselinović,          gli   jugoslavi

                  Maryan Wisnuewski , il francese arrivato da Lens

      Giorgio Garbarini, il generale Custer

      Marco Rossinelli, fuga per la vittoria

      Pietro Vierchowod, lo Zar

      Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero”

     Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia

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