Un bio-indicatore per la valutazione della qualità forestale e della frammentazione del paesaggio
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Copyright 2013 © by the Italian Society of Silviculture and Forest Ecology. doi: 10.3832/efor1040-010 Un bio-indicatore per la valutazione della qualità forestale e della frammentazione del paesaggio Elena Frederika Kappers (1), Alberto Fanfani (1), Luca Salvati* (2) (1) Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, Roma (Italy); (2) Consiglio per la Ricerca in Agricoltura, Centro per lo studio delle Relazioni Pianta-Suolo, Roma (Italy) - *Corresponding Author: Luca Salvati (bayes00@yahoo.it) Abstract: A bio-indicator for the evaluation of forest quality and landscape fragmentation. Intensive agricultural practices, as well as tourism development, summer fires, urbanization and air pollution represent a serious threat for many woodlands in Mediterranean Europe. Tawny owls, Strix aluco, is a valuable indicator of ha- bitat quality and shows high sensitivity to wood fragmentation. Assessing the association between Tawny owls and their habitat may provide useful tools for conservation and management of forested habitats. Po - pulations of woodland birds are influenced by forest characteristics, wood proportion being a key factor ex- plaining breeding density and regularity in nest spacing. Populations of the Tawny Owl reach their highest densities in old deciduous forests. The distribution of territories remains almost constant for many years, and the period during which any particular wood maintains suitable conditions for nesting depends on fac - tors like tree species and management, especially on the timing and extent of thinning. To assure the mainte- nance of good habitat quality in most woodlands, regulation of water diversion, prevention of summer fires, and a general reduction of human activities inside forests seem to be useful conservation tools. Keywords: Biodiversity, Landscape, Mediterranean, Bio-indicator Received: May 20, 2013; Accepted: Sep 23, 2013; Published online: Nov 04, 2013 Citation: Kappers EF, Fanfani A, Salvati L, 2013. Un bio-indicatore per la valutazione della qualità forestale e della frammentazione del paesaggio. Forest@ 10: 94-102 [online 2013-11-04] URL: http://www.sisef.it/forest@/contents/? id=efor1040-010 Introduzione mentazione sono riscontrabili a scale geografiche dif- La frammentazione ambientale è un processo dina- ferenti. Alla scala di paesaggio la frammentazione mico dovuto a cause antropiche e conduce ad una porta alla strutturazione di “eco-mosaici” nei quali è suddivisione della copertura boschiva in frammenti possibile distinguere una matrice antropica, formata più o meno separati e progressivamente isolati. La per la scomparsa o alterazione di preesistenti tipolo- frammentazione interviene così sull’eterogeneità del gie vegetazionali, all’interno della quale sono collo- paesaggio portando all’accostamento più o meno cati i frammenti residui (Forman 1995). marcato di ecosistemi naturali, seminaturali e artifi- La matrice non si amplia casualmente, infatti sono ciali con conseguenze a tutti i livelli di organizzazio- le aree più favorevoli alle attività umane che vengo- ne ecologica (Debinski & Holt 2000, Farina 2001). La no trasformate più rapidamente (Saunders et al. frammentazione degli ambienti naturali costituisce 1991, Soulé & Orians 2001). I frammenti di grandi di- una grave minaccia per la diversità biologica. Essa mensioni hanno una maggiore ricchezza di habitat, influisce su popolazioni animali e vegetali, influen- quindi una maggiore disponibilità di risorse può zando gli spostamenti degli individui e la loro pre- supportare popolazioni più numerose rispetto a senza, abbondanza e persistenza con conseguenze a frammenti di dimensioni minori. Unità relitte, so- livello di comunità e di ecosistema (Wilcove et al. prattutto se di piccole dimensioni, possono andare 1986, Soulé & Orians 2001). Gli effetti della fram- incontro ad alterazioni micro-climatiche e mutamen- Forest@ 10: 94-102 (2013) 94
Kappers EF et al. - Forest@ 10: 94-102 ti dei parametri abiotici con conseguenze sulla com- mente vagili. Tra queste ritroviamo specie abili ad ef- ponente biotica. Un’area di ridotte dimensioni è, in- fettuare movimenti a medio o breve raggio attraver- fatti, maggiormente soggetta a luminosità, variazioni so ambienti non idonei, ma anche specie che compio- di umidità, regime dei venti, sbalzi di temperature no spostamenti a lungo raggio. rispetto ad unità ecosistemiche dello stesso tipo di Alcune specie legate ad ecosistemi forestali maturi più ampie dimensioni. In aree relitte di dimensioni mostrano una accentuata sensibilità alla variabile su- contenute, quindi, si verifica una riduzione fisica de- perficie del frammento. Tra queste vi sono alcuni gli habitat disponibili, con un conseguente aumento grandi predatori, piciformi, ed anche alcuni passeri- della probabilità di estinzione di specie, poiché la su- formi relativamente diffusi (Hinsley et al. 1995). La perficie può essere insufficiente a mantenere una po- qualità ambientale può incidere sulla riduzione polazione vitale (Battisti 2004). dell’idoneità ecologica di frammenti residui di habi- Gli effetti della frammentazione ambientale sono tat per determinate specie. Gli incendi e la ceduazio- specie-specifici (Celada 1995), e la frammentazione ne in aree forestali, gli stress ecologici dovuti influenza, a livello individuale, il comportamento e i all’abbassamento della falda freatica o a oscillazioni movimenti di molte specie animali (Hanski 1994). La improvvise del livello delle acque in aree umide capacità di persistenza delle specie animali in am- sono tra i disturbi di origine antropica che possono bienti frammentati dipende così sia dalle caratteristi- provocare effetti disastrosi in ecosistemi residui pre- che eco-etologiche di ciascuna specie sia da fattori e senti in paesaggi frammentati (Battisti 2004). processi ambientali estrinseci oltre che dal tipo, gra- La mitigazione degli effetti della frammentazione do, modalità, scala e fase temporale del processo di su popolazioni e comunità può essere ottenuta con il frammentazione (Saunders et al. 1991, Bright 1993, mantenimento di una continuità fisico-territoriale ed Dooley & Bowers 1996, Debinski & Holt 2000). ecologico-funzionale fra gli ambienti residui (Lin- Tra le caratteristiche intrinseche alle specie neces- denmayer & Nix 1993, Bennett 1999). La connettività sarie a valutare la sensibilità di ciascuna al processo deve essere funzionale ad ogni specie, infatti in uno di frammentazione si possono considerare: l’ampiez- stesso paesaggio ogni specie può percepirla a diffe- za di nicchia, le dimensioni dell’home-range, l’uso dei renti livelli. Anche l’aspetto temporale è importante: frammenti del mosaico ambientale, la predisposizio- l’efficacia di un’area di connessione può variare a se- ne a disperdersi (Bright 1993, Dooley & Bowers conda del periodo dell’anno o delle fasi del ciclo vi- 1996). tale di una specie (Dobson et al. 1999). Le specie con popolazioni poco numerose, che han- no bisogno di aree di rilevante estensione, che sono Le formazioni forestali del Mediterraneo soggette a fluttuazioni demografiche, che hanno un L’area del Mediterraneo è una regione biogeografi- basso potenziale riproduttivo e una capacità disper- ca ben definita (Di Castri & Mooney 1973) ad elevata siva limitata, oltre che una elevata specializzazione, biodiversità (Fabbio et al. 2003). Essa infatti ospita possono rientrare tra le specie intrinsecamente più circa 25 000 specie di piante mentre nell’Europa cen- sensibili al processo di frammentazione (Battisti trale e settentrionale, una regione quattro volte più 2004). Le specie possono essere distinte in tipi ecolo- grande, si possono trovare solo 6 000 specie tra an- gicamente differenti sulla base del loro legame a con- giosperme e felci (Scarascia-Mugnozza et al. 2000). Il dizioni presenti nei frammenti e alla loro sensibilità cinquanta per cento della flora mediterranea è ende- all’effetto margine (Wilcove et al. 1986). Molti rapaci mico della regione e si è evoluto in un intervallo di forestali, legati anche ad ambienti aperti, sono relati- tempo molto variabile e sotto diverse condizioni cli- vamente abili a disperdersi in paesaggi con un certo matiche. grado di frammentazione, incorporando più fram- Le formazioni forestali rappresentano una compo- menti all’interno del loro home-range e compensando nente importante della flora mediterranea (Scarascia- così la perdita di habitat idoneo dovuta a frammen- Mugnozza et al. 2000). La distribuzione delle foreste tazione (McCollin 1993). Capita infatti che individui nella regione Mediterranea è piuttosto irregolare: il di queste specie possano essere trovati in piccoli 65% della superficie forestale si trova sulla costa set- frammenti utilizzati come stepping-stones per le loro tentrionale, mentre la restante superficie è quasi dinamiche a più ampia scala di paesaggio (Desro- equamente divisa tra Africa settentrionale e vicino chers & Hannon 1997). Le stepping stones sono fram- Medio-Oriente. La percentuale di copertura forestale menti di habitat ottimale che possono fungere da in relazione alla superficie totale della zona è molto aree di sosta e rifugio per determinate specie alta- diversa tra sub-regioni del Mediterraneo: essa varia 95 Forest@ 10: 94-102 (2013)
L’allocco come bioindicatore di qualità forestale e frammentazione del paesaggio dal 20 al 30% nei Paesi del Nord del bacino, all’1-8% isolato” (Hobbs & Saunders 1993). Questa esigenza è e 5-10% rispettivamente nel Sud e nei Paesi dell’Est particolarmente evidente nel bacino del Mediterra- (Scarascia-Mugnozza et al. 2000). Si deve tuttavia neo, dove alcune regioni sono quasi completamente sottolineare che le foreste di tipo Mediterraneo (este- prive di vegetazione forestale o con frammenti bo- se per circa 81 milioni di ettari) sono ecosistemi piut- schivi completamente isolati la cui conservazione in- tosto unici che costituiscono l’1.5% delle foreste del sieme alla gestione delle specie selvatiche è compro- pianeta (M’Hirit 1999). Circa l’80% di queste foreste messa. è concentrata nella regione mediterranea, il resto è diviso in piccole aree tra Australia, Sud Africa, Cali- Un bioindicatore della qualità forestale fornia e Cile. La distribuzione e le dimensioni dei frammenti di La vegetazione naturale della regione Mediterra- habitat idonei sono state considerate le variabili chia- nea è strettamente legata alle caratteristiche tipiche ve che influenzano la comparsa (Opdam & Schotman del clima, ma dipende anche dal fattore altitudinale. 1987, Bellamy et al. 1996, Hinsley et al. 1996), la per- La persistenza nei secoli di diverse forme di eccessi- sistenza nel territorio (Galeotti 1994, Bellamy et al. vo sfruttamento da parte dell’uomo ha causato la no- 1996), la densità di popolazione (Stout et al. 1998, tevole riduzione di buona parte dei tipi forestali cli- Matthysen 1999), la dimensione dell’home range (Ga- max della regione mediterranea (Quézel 1978). Le ri- leotti 1994, Redpath 1995), il successo riproduttivo manenti foreste sono boschi alterati in modo più o (Newton 1991, Matthysen & Adriaensen 1998), le meno intensivo da parte dell’uomo che spesso corri- abitudini alimentari (Manganaro et al. 1999), la so- spondono a diversi stadi di successione regressiva pravvivenza (Matthysen 1999), e la dispersione (Mat- della foresta originaria. thysen et al. 1995) di molte specie di uccelli. La di- L’aumento progressivo delle attività agricole negli mensione della superficie boscata è un fattore chiave ultimi secoli ha portato ad una forte riduzione della per spiegare il successo riproduttivo e la regolarità superficie forestale. Attualmente, tessere residue di nella spaziatura tra i nidi (Newton et al. 1977, Hirons paesaggio forestale si ritrovano soprattutto nelle 1985, Petty 1989, Redpath 1995). Inoltre molte specie zone collinari. Fanno eccezione alcune zone in quota ornitiche sono influenzate dalle caratteristiche fisio- dove una copertura forestale continua è ancora pre- grafiche della foresta (Newton et al. 1977, Petty & sente con una struttura non derivata dall’intervento Avery 1990, Fuller 1995, Penteriani & Faivre 1997). I dell’uomo (Orsomando & Catorci 1999). cambiamenti nella struttura dell’habitat possono Sclerofille e foreste mesofile nel paesaggio Medi- causare cambiamenti nella composizione delle co- terraneo rappresentano l’unico esempio di habitat bo- munità ornitiche e nell’abbondanza di molte specie schivo continuo contenente un’abbondante diversità (Thompson et al. 1999, Laiolo 2002). La diversità e la specifica, animale e vegetale, esemplificata dal gran ricchezza specifica, il numero di specie nidificanti in numero di specie arboree rispetto alle foreste nordi- cavità degli alberi e il numero di specie interiori au- che (Scarascia-Mugnozza et al. 2000). mentano con l’età delle foreste, sottolineando Pratiche di agricoltura intensiva, così come lo svi- l’importanza di ecosistemi forestali maturi (Lack & luppo del turismo, incendi estivi, l’inquinamento Lack 1951, Moss 1978, Helle & Mönkkönen 1990). dell’aria e l’urbanizzazione rappresentano una seria L’età delle foreste è positivamente correlata con il minaccia per molti boschi nell’Europa Mediterranea volume degli alberi, e a sua volta con la produttività (Scarascia-Mugnozza et al. 2000). dell’area boschiva, quindi il suo effetto sulle comuni- La trasformazione della vegetazione naturale in un tà ornitiche può essere molto forte (Jokimäki & Huh- complesso mosaico di patches tra la matrice coltivata ta 1996). che forma un sistema in “quasi-equilibrio”, è pure Al livello di popolazione o di specie la sensibilità un grave problema per la regione Mediterranea. Ciò per la frammentazione degli habitat idonei e per il ha contribuito alla perdita di diversità specifica e va- rapporto perimetro/area è stata registrata soprattutto riabilità genetica di specie forestali (Hobbs et al. nelle specie legate al bosco fitto (Wilcove et al. 1986) 1995). Il recupero di paesaggi frammentati dovrebbe così come in specie stenoecie, dotate di scarsa vagili- essere basato sul riconoscimento che “i diversi pat- tà, in specie sedentarie o in quelle con densità di po- ches e l’uso del suolo in un paesaggio sono stretta- polazione naturalmente basse (Kareiva & Wenner- mente interconnessi ecologicamente e che la loro ge- gren 1995). Tra queste specie sensibili alcune posso- stione deve essere integrata nell’intero paesaggio, no essere scelte come indicatori e svolgere così un piuttosto che essere relativa a segmenti di paesaggio ruolo nella elaborazione di strategie di pianificazio- Forest@ 10: 94-102 (2013) 96
Kappers EF et al. - Forest@ 10: 94-102 ne per la conservazione delle foreste (Henle et al. lezionate, possono essere assimilate a specie focali 2004). che mostrano una sensibilità a quei fattori (area, iso- Queste specie, definite come target (Soulé 1991), lamento, qualità ambientale) individuati come le possono riflettere lo stato di un sistema ecologico e componenti del processo di frammentazione (Lam- fornire informazioni sugli effetti della frammentazio- beck 1997). ne in diversi contesti geografici (Soulé & Orians Le specie più promettenti che servono come indi- 2001). Tali specie sono scelte per rappresentare un catori delle condizioni ambientali sono quelle più fa- gran numero di specie ecologicamente affini (ruolo cilmente contattabili e monitorate e le cui relazioni di indicatore). Inoltre, in questo senso, un buon indi- funzionali ai cambiamenti di habitat sono chiara- catore dovrebbe essere relativamente diffuso nella mente comprensibili. Alcune specie sono buoni indi- zona di studio e valutabile facilmente per la sua ab- catori della qualità delle foreste perché sono speciali- bondanza e il suo modello di distribuzione locale ste e particolarmente sensibili ai cambiamenti di ha- (Pearson 1995). bitat. Il controllo della risposta della loro popolazio- L’individuazione di indicatori ed il loro monito- ne alla gestione permetterà di utilizzarle come indi- raggio per verificarne l’efficacia sono passaggi essen- catori. Altre specie, tuttavia, possono essere buoni ziali nel settore della biologia della conservazione, indicatori perché le caratteristiche del loro habitat per evitare che le ipotesi di pianificazione formulate coprono le esigenze di molti altri animali e piante. Il non restino solo speculative e inutili ai fini del rag- loro valore è particolarmente grande per la pianifica- giungimento degli obiettivi prefissati (Reggiani et al. zione e analisi su vasta scala. 2001). Come evidenziato da Dobson et al. (1999) le Diverse caratteristiche fanno dell’allocco (Strix alu- specie candidate a svolgere una funzione target per co Linneo 1758) una specie interessante da studiare attuare strategie di monitoraggio della connettività soprattutto sotto il punto di vista della dinamica di sono quelle con necessità di ampiezza dell’area core. popolazione. E’ una specie completamente sedenta- Quando si lavora a scala di paesaggio o regionale, le ria, gli adulti, una volta stabilito il territorio, vi ri- specie idonee a tal fine possono essere, inoltre, quelle mangono per il resto della loro vita, mentre i giovani che necessitano del mantenimento di vaste aree per si disperdono allontanandosi solo di poco dal terri- compiere il processo di dispersione o che siano pre- torio di nascita (22.5 km è la distanza di dispersione senti con basse densità (tra queste, i grandi carnivori maggiore misurata per un giovane marcato in Inghil- e le specie di ambienti maturi e delle ultime fasi del- terra - Southern 1970). L’allocco, è un rapace nottur- le successioni). no di medie dimensioni appartenente alla famiglia In relazione alle esigenze ecologiche e all’ampiezza degli Strigidi (Strigiformes). L’adulto arriva a misura- di nicchia potranno anche essere selezionate specie re in altezza circa 38 cm, con un’apertura alare che si che, benché relativamente diffuse e abbondanti aggira intorno ai 99 cm ed un peso variabile dai 345 (quindi non rientranti nelle liste rosse), possono mo- ai 600 g. strare una vulnerabilità intrinseca alla frammentazio- L’areale dell’allocco corrisponde alla regione Pa- ne ambientale. La scelta di specie non appartenenti a leartica occidentale, e si estende fino alla parte sud- specifiche categorie di minaccia può essere necessa- occidentale dell’Asia (Southern 1970), arrivando in ria in contesti antropizzati (ad esempio, pianura pa- Europa centrale a popolare regioni sino ai 1600 m sul dana, aree costiere, sistemi urbani e suburbani - Mas- livello del mare (Chiavetta 1989, Cramp 1986, Mik- sa et al. 1998). kola 1983). In tali contesti è, infatti, altamente improbabile la Normalmente l’habitat dell’allocco è costituito da presenza di specie minacciate a scala regionale/na- ambienti boscosi alternati a spazi aperti, aree roccio- zionale che possono svolgere il ruolo di indicatori se con una copertura boschiva o arbustiva relativa- del processo, e quindi può risultare difficile, se non mente ampia, ma anche giardini e parchi se ci sono impossibile, definirne i pattern di distribuzione ed esemplari di vecchi alberi (Ranazzi et al. 2000a, Sal- abbondanza sui quali lavorare per individuare ipote- vati et al. 2002). La specie evita le zone umide, le pia- si di pianificazione. Alcune specie, ancora relativa- nure prive di alberi e i territori caratterizzati da climi mente diffuse, possono essere quindi selezionate al gelidi o aridi. L’habitat di elezione sono le formazio- pari di quelle minacciate perché possono rivelarsi in- ni di alto fusto, ma colonizza ugualmente i cedui trinsecamente sensibili al processo di frammentazio- composti e i cedui semplici, o riconvertiti, con densi- ne e svolgere un ruolo chiave nella funzionalità dei tà proporzionalmente ridotte in base alla struttura sistemi ecologici. In tal senso le specie target, così se- del bosco. L’allocco, infatti, dipende dalla presenza 97 Forest@ 10: 94-102 (2013)
L’allocco come bioindicatore di qualità forestale e frammentazione del paesaggio di alberi usati come posatoi per cacciare e per nidifi- tropizzate, e non correlata con la percentuale di ter- care (Mikkola 1983, Cramp 1986). Esso però può so- reni agricoli e con la distanza dalle aree urbane (Ra- pravvivere anche in ambienti frammentati costituiti nazzi et al. 2000a), confermando questa specie come da piccoli boschi circondati da paesaggi aperti con una delle più idonee nel monitoraggio della qualità alberi sparsi, cosicché la matrice che circonda il bo- forestale. Le dimensioni dell’home-range degli alloc- sco contenga numerosi posatoi (Hirons 1985, Hardy chi sono inoltre influenzate dalla perdita e dalla 1992). Il modello di idoneità ambientale (Boitani et frammentazione dei boschi che influenzano la sele- al. 2002) mostra le aree di distribuzione potenziale zione dell’habitat, il comportamento territoriale, il della specie in Italia, che comprendono l’intero terri- successo riproduttivo e il turnover. torio nazionale con esclusione della Sardegna e della Dallo studio di Redpath (1995) è emerso che Puglia, regioni con habitat meno idonei per questa l’allocco è presente in tutti i boschi continui di oltre 4 specie. ettari e fino al 35% dei boschi inferiori ad un ettaro. La nidificazione può avvenire nelle cavità degli al- In aree frammentate l’habitat boschivo incluso beri, ma anche sui dirupi o nelle costruzioni abban- nell’home-range ha una superficie ridotta rispetto alle donate. Presentano una forte fedeltà al sito di nidifi- dimensioni totali dell’home-range, infatti gli esempla- cazione che abbandonano solo in caso di deteriora- ri che vivono in queste zone tendono a fare in modo mento o di disturbo irreversibile. L’utilizzo di cas- di aumentare le dimensioni del loro territorio per sette-nido fornite nel territorio di nidificazione aiuta comprendere un certo numero di questi frammenti lo studio dell’incidenza e del successo riproduttivo boschivi (Redpath 1995). Gli home-range sono mag- (Southern 1970). L’allocco è una specie con ampio re- giori dove i boschi sono piccoli e isolati. Altri studi pertorio canoro; il richiamo territoriale dell’adulto su allocchi in boschi continui hanno mostrato dimen- consente di effettuare un censimento acustico, ed il sioni del territorio comprese tra 12 e 24 ettari (Sou- richiamo di richiesta del cibo dei pulcini permette di thern 1970, Hirons 1985), suggerendo che siano que- contare i giovani nati con facilità. Lo studio di Red- ste le misure di home-range tipiche per la specie. An- path (1994), ad esempio, ha indicato che il 94% degli che se l’home-range minimo registrato in un bosco allocchi rispondevano al playback entro i primi 30 mi- continuo è stato 9.2 ettari, allocchi in una zona aperta nuti e gli allocchi che hanno colonizzato piccoli sono stati in grado di sopravvivere con appena 0.7 frammenti tendevano a rispondere più velocemente ettari di bosco nel loro home-range (Redpath 1995). e in modo più aggressivo. Prevale un sistema territo- Il turnover all’interno dei territori, misurato come riale molto rigido e ciò aiuta nella pratica il lavoro di numero di anni in cui ogni territorio è stato occupato censimento che è estremamente rapida e standardiz- da un allocco (non necessariamente lo stesso indivi- zabile. duo), è stato misurato da Redpath (1995). Il turnover era più alto nei boschi più piccoli. Nei boschi inferio- L’allocco come indicatore di qualità forestale e ri ad un ettaro solo uno di otto territori era stato oc- frammentazione del paesaggio cupato per 3 anni interi, rispetto all’81% dei territori La stabilità delle popolazioni di allocco aumenta occupati nei boschi di dimensioni maggiori a 4 ettari. da nord a sud nel suo areale, probabilmente a causa I cambiamenti nella dimensione della popolazione in delle condizioni di clima più mite e della riduzione relazione alla frammentazione degli habitat sono cor- delle fluttuazioni dei piccoli mammiferi (Salvati et relati linearmente alla variazione percentuale di ha- al. 2002). È interessante notare che questi fattori sta- bitat idonei nel paesaggio. bilizzano anche il successo riproduttivo della specie Attraverso la correlazione tra copertura forestale e nel bacino del Mediterraneo (Galeotti 1994, Ranazzi la distribuzione della specie o la densità di popola- et al. 2000b). zione si possono ottenere informazioni concernenti E’ stato provato che la dipendenza del numero dei l’idoneità di habitat quando vengono confrontate territori di allocco dalla superficie boschiva è stretta- differenti categorie di bosco (Andrén 1999, Monkko- mente lineare (Salvati et al. 2002). La densità dei ter- nen & Reunanen 1999). ritori varia in maniera significativa rispetto al tipo di Salvati & Ranazzi (2002) hanno effettuato uno stu- habitat, in particolare la quantità di area boschiva dio in tal senso determinando la dipendenza della per territorio di un allocco è stata eccezionalmente densità di popolazione e della dimensione del terri- stabile tra gli habitat. La densità dei territori risulta torio dalla copertura forestale, ed hanno calcolato la dunque correlata positivamente alla percentuale di quantità di area boschiva nel territorio di un allocco boschi e negativamente alla percentuale di aree an- in quattro tipi di bosco in Italia centrale lungo un Forest@ 10: 94-102 (2013) 98
Kappers EF et al. - Forest@ 10: 94-102 gradiente altitudinale, a partire da querce sclerofille paesaggio perciò possono influenzare la probabilità lungo la costa a faggete di montagna nel Lazio e in di colonizzazione di un frammento di habitat (Monk- Abruzzo. konen & Reunanen 1999). Le differenze di densità di Tale studio appare illuminante al fine del monito- popolazione degli allocchi suggeriscono che la quali- raggio della frammentazione e qualità forestale in tà delle foreste incide sulla densità e regola la difesa quanto effettuato in svariate condizioni ambientali: territoriale (Galeotti 1994, Redpath 1995). l’altitudine delle foreste prese in esame varia da 10 m fino a 1500 m s.l.m. Le dimensioni della maggior Conclusioni parte delle foreste variano tra 100 e 500 ettari, con I rapaci forestali mostrano un’elevata sensibilità solo poche foreste più grandi di 2000 ettari. Tutti i alla frammentazione del bosco (Bosakowski & Smith tipi vegetazionali dominanti sono stati valutati come 1997, Penteriani 1997, Penteriani & Faivre 1997), e pure il differente governo del bosco, individuando sono preziosi indicatori della qualità degli habitat differenze importanti nella densità della specie tra (Bosakowski & Smith 1997). I cambiamenti nella formazioni di alto fusto e cedui. densità di popolazione a livello di habitat ci portano Salvati & Ranazzi (2002) hanno anche dimostrato ad affermare che l’allocco può essere utilizzato come che vi è una correlazione tra densità di popolazione e indicatore per valutare le differenze di qualità delle tipo di copertura forestale. La più bassa densità di foreste. Inoltre l’allocco risente degli effetti della popolazione è stata registrata in media nei boschi ur- frammentazione del territorio e pertanto può essere bani e in quelli gestiti a ceduo semplice, e la più alta utilizzato per monitorare il grado di diversità am- in boschi di querce sclerofille non gestite. Gli autori bientale e predisporre misure di gestione al fine di hanno usato il metodo della distanza dal territorio aumentare il grado di connettività del paesaggio. più vicino (Ranazzi et al. 2000a) per stimare la densi- La struttura, la composizione specifica ed il gover- tà di popolazione. La spaziatura è stata valutata uti- no del bosco sono importanti predittori delle caratte- lizzando il centro di territori occupati. Questo meto- ristiche delle comunità ornitiche, non ultimo l’alloc- do è stato scelto per ottenere stime comparabili di co (Salvati et al. 2002). Perciò valutare l’associazione densità e per correlarle quantitativamente con la co- tra rapaci e i loro habitat può fornire strumenti utili pertura forestale. per la conservazione e la gestione degli habitat fore- Dalla regressione lineare risultante dai loro studi si stali. I risultati presentati suggeriscono inoltre come i ottiene, inoltre, che la dimensione minima dell’home- bio-indicatori animali possano fornire utili indicazio- range è di 7.2 ettari per i boschi di querce sclerofille, ni agli interventi di miglioramento della funzionalità 10 ettari per i boschi di querce mesofile, 12.7 ettari dell’ecosistema bosco, e più in generale alla pianifi- per il bosco misto urbano, e di 18.1 ettari per i boschi cazione forestale. Mediante monitoraggi non invasivi di faggio di montagna. e particolarmente semplici per quanto attiene allo In un altro studio, Salvati et al. (2002) hanno otte- sforzo di campagna, la diversa distribuzione e densi- nuto che la superficie delle aree boschive presenti nel tà dell’allocco nelle formazioni forestali studiate pos- territorio di un allocco è positivamente correlata con sono suggerire le aree di intervento volte ad un au- l’altitudine alla quale si trovano le foreste. mento della complessità strutturale e alla protezione L’area boschiva è stata utilizzata come descrittore della biodiversità. della quantità di habitat adatto all’allocco per la nidi- ficazione. La densità di popolazione dell’allocco non Bibliografia risulta però correlata all’altitudine (Salvati et al. Andrén H (1999). Habitat fragmentation, the random sam- 2002). ple hypothesis and critical thresholds. Oikos 84: 306-308. - La più alta densità di popolazione registrata nei doi: 10.2307/3546726 boschi di querce sclerofille riflette le loro caratteristi- Battisti C (2004). Frammentazione ambientale, connettivi- che peculiari, tra cui la produttività elevata di prede, tà, reti ecologiche: un contributo teorico e metodologico ridotta frammentazione del bosco, la diversità della con particolare riferimento alla fauna selvatica, Provincia vegetazione alta, bassa pressione antropica, e un nu- di Roma - Assessorato alle politiche ambientali, agricole e mero eccezionalmente elevato di siti di nidificazione Protezione civile, Stilografica, Roma, pp. 248. dovuto alla presenza di molti alberi monumentali Bellamy PE, Hinsley SA, Newton I (1996). Local extinction (Penteriani & Faivre 1997, Blasi et al. 1999, Salvati et and recolonisations of passerine bird populations in small al. 2002), indicando elementi di elevata qualità e bas- woods. Oecologia 108: 64-71. - doi: 10.1007/BF00333215 sa frammentazione di tali formazioni. Diversi tipi di Bennett AF (1999). Linkages in the landscapes. The role of 99 Forest@ 10: 94-102 (2013)
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