Storia e restauro dell'architettura - Storia delle tecniche costruttive Prof. MARIA TERESA SAMBIN Dott. MASSIMO BISSON Teoria del restauro Prof ...
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Storia e restauro dell’architettura Storia delle tecniche costruttive Prof. MARIA TERESA SAMBIN Dott. MASSIMO BISSON Teoria del restauro Prof. EMANUELA SORBO
Preistoria = la storia umana prima dell’invenzione della scrittura Fasi della preistoria Paleolitico, «antica età della pietra», da circa 2 milioni di anni fino a circa 8000 a. C. Mesolitico 8.000-6.000 a. C. Neolitico, cioè «nuova età della pietra», 6000-4000 a. C. Circa 4000 anni prima di Cristo inizia la storia. Si susseguono le età dei metalli (rame, bronzo, ferro) .
equilìbrio s. m. [dal lat. aequilibrium, comp. di aequus «uguale» e libra «bilancia»]. – 1. Stato di quiete di un corpo. In partic., in meccanica, equilibrio statico, quello, per es., di un corpo puntiforme su cui non agiscono forze, o agiscono forze tali che la loro risultante sia nulla Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/equilibrio
Ipotesi ricostruttiva di palafitte del Neolitico Ipotesi ricostruttiva di una capanna con pareti verticali del Neolitico (6000-4000 a. C.) Ipotesi ricostruttiva delle terramare di Montana dell’Orto (Piacenza)
Menhir (o pietre fitte) megalitici di Carnac (Bretagna, Francia), V-IV millennio a. C.. Possono raggiungere anche i 20 m. di altezza Megalìte Monumento preistorico eretto con blocchi di pietra di grandi dimensioni, grossolanamente tagliati.
Estrazione della pietra In un primo momento si raccolgono ciottoli e massi di qualsiasi dimensione disponibili in natura. Già oltre 30.000 anni a. C. sono documentate brevi e larghe gallerie sotterranee in Egitto. A partire dal V millennio a. C. si sviluppa un’intensa attività mineraria per estrarre soprattutto la selce (adoperata per la fabbricazione, mediante scheggiatura, di armi e strumenti) Miniera della Defensola, Vieste, 5000-4500 a.C.
Esempio di miniera (Grimes Graves, UK) Procedimento di estrazione dei noduli di selce Le grandi lastre da costruzione venivano in genere estratte da affioramenti superficiali tramite utensili (mazze, leve, cunei) o tramite chock termico
Dopo aver scavato apposite trincee, i megaliti venivano trasportati, trascinandoli su rulli o slitte Erano poi eretti in verticale per mezzo di funi o leve e venivano fatti scivolare dentro le trincee, già predisposte con pareti inclinate rivestite da scivoli lignei Tramite funi e puntelli lignei si poneva il megalite in posizione verticale Si riempiva tutto intorno di terra e di ciottoli
Dolmen Sa Coveccada (III-II millennio a.C.), Mores (Sassari), III-II millennio a. C. Dòlmen Monumento sepolcrale preistorico, assai diffuso nell’Europa occidentale e settentrionale, ma anche in area orientale e mediterranea, costituito da due o più pietre infisse verticalmente nel suolo e sormontate da un grande lastrone orizzontale.
trilite s. m. [comp. di tri- e –lite] = struttura architettonica elementare costituita da tre elementi: due verticali portanti (detti piedritti, montanti pilastri) e uno orizzontale portato (architrave)
Stonehenge (Amesbury, Inghilterra), Cromlech (circolo di pietra), circa 2000 a. C.
Tecnica particolarmente evoluta delle Sarsen Stones di Stonehenge Megaliti di dimensioni e materiale uniformi e ben levigati (arenaria locale; h 4.1 m., l 2,1, p 1,1, architrave che copre la luce di 1 m., per il recinto circolare) Incastro a tenone e mortasa fra piedritto e architrave Incastro s. m. [der. di incastrare]. – 1. a. nella scienza delle costruzioni, tipo di vincolo che consente di fissare la sezione di estremità di un solido (per es., trave, arco, piedritto), così da impedire sia le rotazioni della sezione terminale sia gli spostamenti del suo baricentro; viene realizzato inserendo la struttura nel muro per un tratto di conveniente lunghezza.
SOLLECITAZIONE In meccanica, forza o sistema di forze agenti su un sistema: a seconda della natura di tali forze si parla di s. esterna, interna, attiva, vincolare, ecc. Le sollecitazioni producono SFORZI, che, nei componenti edilizi, possono essere di diverso tipo TIPI DI SFORZO 1. COMPRESSIONE. Sforzo caratterizzato da una sola direzione (generalmente assiale) a causa del quale le molecole del materiale sottoposto a sforzo si avvicinano, determinando un accorciamento dell’elemento stesso 2. TRAZIONE . Sforzo opposto a quello di compressione. In questo caso le molecole di materiale che compongono l’oggetto si allontanano, determinando un allungamento dell’elemento sollecitato
TIPI DI SFORZO 3. FLESSIONE La flessione di un oggetto ne comporta l’incurvamento e quindi determina la compresenza di parti tese e parti compresse all’interno dello stesso. Essa genera un allungamento – e quindi una trazione – su un versante dell’oggetto sollecitato e un accorciamento – compressione - sul versante opposto 4. TAGLIO Gli sforzi di taglio tendono a generare lo scorrimento degli strati di materiale che costituiscono un oggetto 5. TORSIONE Sforzi di torsione si verificano quando un oggetto viene deformato così che le sue sezioni si trovino a ruotare in modo differenziato attorno a un asse Con il termine momenti si intendono delle componenti di sollecitazione rotatoria. I momenti flettenti sono sollecitazioni che generano flessione. I momenti flettenti sono sollecitazioni che generano torsione
La terra come materiale da costruzione La terra è il prodotto della decomposizione meccanica o chimica delle rocce alla quale si mischiano delle materie organiche Vantaggi: • Disponibile ovunque. • Offre maggiore isolamento rispetto ad altri materiali reperibili in natura (legno, pelle) • Immagazzina il calore e lo rilascia quando la temperatura scende, migliorando il comfort degli ambienti interni In base alle dimensioni dei granuli che le compongono, le terre si distinguono in: - Grossolane (ghiaia e sabbia). Sono stabili in presenza di acqua, ma hanno aderenza e coesione quasi nulle - Fini (limo) Caratteristiche intermedie - Finissime (argilla) L’argilla che ha i grani più fini agisce da legante unendo gli altri elementi, ma, se addizionata con acqua, è instabile per le variazioni di volume del composto
Esistono diverse tecniche per costruire muri con la terra, antichissime, ma tuttora in uso. A muro modellato a mano (tauf) B gettata in cassaforma (pisé) prevede che la terra venga gettata all’interno di un’armatura costituita da due pannelli di legno posti verticalmente alla distanza voluta e battuta in opera con una pesante mazza di legno. In genere si costruisce uno zoccolo per isolare la gettata dall’umidità C costituzione di mattoni
muratura Struttura muraria costituita di elementi (pietra, laterizio) sovrapposti gli uni agli altri con l’interposizione o meno (in quest’ultimo caso si dice a secco) di un materiale cementante che, riempiendo i vani della m., ne collega la massa. muro s. m. [lat. mūrus] (pl. i muri e, con valore collettivo, le mura). – 1. a. Struttura edilizia parallelepipeda avente le due dimensioni d’altezza e larghezza notevolmente prevalenti rispetto alla terza dimensione (spessore); il termine indica quindi sia quelle parti degli edifici che ne costituiscono l’organismo strutturale portante, destinato a sostenere le coperture (m. maestro, portante, di fondazione), sia opere interne o esterne di altra destinazione (m. interno, esterno; m. divisorio; m. di cinta)
Tell el-Muqair (Iraq), Ziggurat di Ur, XXII-XXI sec. a. C., parzialmente ricostruita ziggurat (o ziqqurat) Torri templari mesopotamiche, di origine sumerica, costruite a gradini, con un sacello alla sommità e una gradinata d’accesso esterna, realizzata in muratura di mattoni crudi e cotti
Argilla Sostanza minerale che, impastata con acqua, dà una massa malleabile e adatta a mantenere forma e coesione dopo essiccamento. È una roccia sedimentaria clastica, costituita da granuli detritici, di dimensioni inferiori a 0,004 mm, accumulatisi per decantazione in acqua (depositi marini, fluviali, lacustri), per azione di ghiacciai (depositi morenici) o per azione dei venti (löss). Ceramica. L’impasto di argilla e di altre sostanze sottoposto a cottura I prodotti ceramici si distinguono in 1) Prodotti a corpo poroso • non rivestiti: terracotte, tra cui i laterizi • rivestiti con vernice o smalti colorati: maioliche 2)Prodotti a corpo compatto ▪ A pasta bianca: porcellane ▪ A pasta colorata: grès
Caratteristiche dell’argilla - Imbevuta d’acqua dà luogo a un composto plastico e malleabile - Conserva la forma - Essicando si trasforma in un corpo solido L’argilla si può dividere in: Argilla grassa. Se utilizzata pura - aggiungendo semplicemente l’acqua, che viene rapidamente assorbita - si screpola durante il processo di essicamento, man mano che l’acqua evapora e il volume si riduce Argilla magra, già in natura mischiata con sabbia. E’ meno plastica, ma si riduce meno con l’essicamento, diminuendo anche il fenomeno dello screpolamento All’argilla grassa viene aggiunto uno sgrassante, che serve a combattere l’insorgere delle screpolature dovute alla perdita d’acqua
Lavorazione dell’argilla per usi edilizi presso i Sumeri 1) Veniva depositata in una fossa riempita d’acqua, scavata per praticità in prossimità di una fonte 2) Veniva impastata con i piedi insieme allo sgrassante vegetale (paglia). [Alternative alla paglia, usate in altri contesti: erba secca, cenere; oppure sgrassanti minerali come sabbia o ghiaietto]. Preparazione dell’impasto di argilla nello Yemen: miscelazione di argilla e di paglia per calpestamento
3) Formazione dei mattoni tramite stampi di legno di varie dimensioni (i Sumeri utilizzavano soprattutto stampi da 80x40x16 cm; 25x6x6; 20x 10x10) Formatura di mattoni in argilla nel Burkina Faso
Mattone parallelepipedo Mattone planoconvesso Mattoni di Gerico modellati a mano, IX millennio a. C. Esempi di murature planoconvesse in area mesopotamica
4) Essicazione dei mattoni per 3-4 settimane su una superficie piana, cosparsa di sabbia fine e ben ventilata, possibilmente al riparo dal sole diretto e dalla pioggia. L’acqua in eccesso evapora e il volume dei mattoni subisce una contrazione del 15-20% Il prodotto che si ottiene ha un’ottima resistenza alla compressione, che può venire migliorata ulteriormente tramite cottura, raggiungendo prestazioni paragonabili a quelle della pietra Essicazione dei mattoni a Kachachullo, Etiopia
5) Eventuale cottura Quando sottoposti a particolari sollecitazioni, i mattoni venivano cotti in apposite fornaci. La cottura migliora le prestazioni del mattone, rendendolo più duro e resistente I Sumeri utilizzavano fornaci a cumulo, costituite da fosse riempite di legname sopra le quali si accatastavano i mattoni da cuocere, sigillando il tutto con una copertura in argilla aperta al centro per far sfogare i fumi della combustione. Le temperature delle fornaci mesopotamiche non superava mai i 900° e veniva calibrata in base alle caratteristiche di durezza e resistenza che si volevano raggiungere nel mattone. Con il grado di cottura cambia anche il colore (dal giallo al bruno) Fornace a cumulo. Schema basato su un esempio contemporaneo in Sudan
I mattoni vengono assemblati disponendoli per corsi orizzontali (o ricorsi, o filari o assise), con i giunti (o connessure) verticali sfalsati. Tra un’assisa e l’altra si stende un letto di malta. Muratura a filari di mattoni sovrapposti con malta che, presso i Sumeri, era di fango argilloso (nel caso di mattoni crudi) oppure a base di pietra calcarea macinata e bitume (nel caso di mattoni cotti). Il laterizio ha una forte aderenza con le malte
malta s. f. [dal lat. maltha, gr. μάλϑα o μάλϑη]. – 1. Impasto di una sostanza agglomerante o legante con acqua e un materiale inerte finemente diviso (in genere sabbia), usato soprattutto per legare tra loro i varî elementi delle murature e ripartire gli sforzi che essi mutuamente si trasmettono, oltre che per formare gli intonaci. legante agg. e s. m. [part. pres. di legare1]. – 1. Nella tecnologia dei materiali da costruzione, sostanza (calce, gesso, bitume, ecc.) che, mescolata con acqua oppure da sola, è atta a fare presa sugli elementi litoidi e laterizî e a diventare dura successivamente, collegandoli in un unico complesso resistente; si distinguono l. aerei e l. idraulici, a seconda che la presa e l’indurimento avvengano soltanto in aria o anche in presenza di acqua. agglomerante s. m. [part. pres. di agglomerare]. – Sostanza che, usata allo stato fluido (dissolvendola o disperdendola in un liquido, o fluidificandola col riscaldamento), è capace di aderire fortemente alle superfici di materiali aggregati con cui venga mescolata e di aumentare col tempo la sua consistenza, talora fino a un notevole indurimento. bitume s. m. [dal lat. bitumen -mĭnis]. - (chim.) miscela di idrocarburi naturali o sintetici, dalla consistenza oleosa, che trasuda in abbondanza dai terreni argillosi della Mesopotamia
Sistemi di assemblaggio dei mattoni A per lungo: è l’apparecchiatura più semplice. La profondità del muro corrisponde con quella del mattone B e C per un muro di maggior spessore si possono affiancare due o più file parallele di elementi rettangolari con il lato lungo a vista. Ad essi si alternano mattoni posizionati di testa (cioè con il lato corto in vista). Se la testa del mattone è posta verticalmente, il mattone si dice posizionato di coltello
Porta babilonese di Ishtar, (Nuova Babilonia, VI sec. a. C., oggi parzialmente ricostruita al Pergamonmuseum di Berlino), vista d’insieme e dettaglio
Leone andante e ruggente, VI sec. a.C., dalla via sacra di Nuova Babilonia, oggi al Louvre, mattonelle di ceramica invetriata Ricostruzione della via sacra e della porta di Ishtar a Nuova Babilonia invetriatura s. f. [der. di invetriare]. Rivestimento di tipo vetroso dato artificialmente alle terraglie o alle maioliche allo scopo di velarne il colore, renderle impermeabili ai liquidi, e far da fondo alla decorazione incorporandone i colori.
Saqqara, Complesso funerario di Djoser, edificio amministrativo, 2650-2600 a.C. Conci di pietra calcarea bianca, di piccole dimensioni, ben squadrati, messi in opera da singoli operai in modo simile ai mattoni
Saqqara (Egitto), Piramide di Djoser, 2650-2600 a.C.
Necropoli di Giza (presso il Cairo), da sinistra a destra: Piramidi di Micerino, Chefren e Cheope, IV dinastia faraonica, 2500 a.C. circa Costruite con blocchi lapidei di grandi dimensioni
Giza, piramide di Chefren (2), tempio inferiore Utilizzo di grandi blocchi di granito anche negli architravi (più resistente a trazione e compressione rispetto al calcare)
Organizzazione del cantiere 1. Estrazione in cava. La grande dimensione dei blocchi di pietra richiedeva relativamente poca manodopera per il taglio e tempi più ridotti rispetto ai piccoli blocchi. 1.a. Estesi giacimenti di pietra calcarea affioravano ovunque nella valle del Nilo L’attività di cava avveniva prevalentemente a cielo aperto, spesso in aree pianeggianti. I blocchi venivano isolati praticando dall’alto una griglia ortogonale di strette trincee per mezzo di picconi in pietra e scalpelli di rame percossi dal martello
Piccone Attrezzo per scavare terre compatte e rocce tenere (v. fig.). È costituito da una sbarra parallelepipeda, leggermente ricurva, foggiata a occhio nel mezzo, per adattarvi il manico di legno, e terminante a un estremo a punta e all’altro a taglio (p. a zappa); vi sono anche p. a doppia punta. Scalpello Utensile per sgrossare, tagliare, incidere pietre, metalli, legno, costituito di una sbarretta d'acciaio di diversa sezione secondo gli usi, con un'estremità tagliente e con l'altra piatta o fornita di manico, su cui poter battere con il martello o esercitarvi una pressione manuale
Sistema di estrazione a cielo aperto in Egitto nel XIV sec a.C.
1.b. estrazione in cave sotterranee Alla ricerca di filoni lapidei di migliore qualità (per es. Il calcare di Tura, assai duro, di cui sono rivestite le piramidi di Giza), si usava aprire cave sotterranee sui fianchi delle colline, che si sviluppavano orizzontalmente fin oltre 200 m., molto più ampie di quelle precedent per consentire l’estrazione di grandi blocchi Quando una galleria era stata aperta, la prima operazione consisteva nel tagliare frontalmente la parte più alta della roccia ricavando una nicchia un poco più larga e proofonda del primo blocco da togliere. Si procedeva quindi al taglio della roccia sottostante la nicchia praticando dall’alto dei canali che isolavano una serie di canali frontalmente e sul retro. Si procedeva allo stesso modo verso il basso fino a raggiungere il pavimento della galleria
Sistema di estrazione di un obelisco di granito. La trincea viene scavata percuotendo la roccia con pezzi di diorite (roccia intrusiva «granitica», di particolare durezza) Monolite di obelisco, lasciato incompiuto nelle cave di Assuan
Organizzazione del cantiere 2. Il trasporto dei blocchi richiedeva un’enorme quantità di manodopera e una complessa serie di infrastrutture appositamente realizzate. Il trasporto si effettuava solitamente su slitte o su carri trainati da buoi che percorrevano piste lastricate appositamente tracciate per raggiungere i cantieri dei cantieri, lastricate con pietrame per conferire un aspetto uniforme al suolo Se le cave erano lontane dal cantiere, i blocchi venivano trasportati su grandi barche lungo il Nilo e poi incanalati nelle piste. Nei cantieri lavoravano
Organizzazione del cantiere 3. Il cantiere in situ I blocchi venivano trascinati sopra delle rampe artificiali (probabilmente di mattoni crudi e pietrame) realizzate intorno all’edificio in costruzione per essere posizionati al livello voluto. Le rampe venivano progressivamente alzate e allungate per mantenere la medesima inclinazione (generalmente attorno al 20-25%) Alla costruzione lavorava manodopera libera specializzata (non schiavi). In cantiere potevano essere impegnati fino a 20.000 uomini. Attorno al cantiere veniva allestita Una vera e propria città dove Soprintendenti, operai, artigiani potevano abitare. Etano rigidamente organizzati in squadre di circa 2000 uomini, suddivise in subunità
attrito Forza resistente che si produce nel contatto tra due corpi premuti l’uno contro l’altro, che ne ostacola il movimento relativo. concio s. m., blocco di pietra facente parte di una struttura muraria e a tal fine lavorato in modo da assumere forme definite e più o meno regolari Le grandi piramidi in pietra calcarea della IV dinastia sfruttano l’enorme peso dei singoli blocchi (da 2,5 fino a 70 t), coesi semplicemente grazie all’attrito statico che si viene a generare fra di loro I piani di posa sono orizzontali e la superficie esterna risulta liscia grazie al rivestimento con conci di calcare più fine, con i giunti perfettamente accostati e le facce esterne tagliate in diagonale, servendosi di apposite squadre
Giza, Piramide di Micerino, blocchi in granito ancora in sito nella facciata settentrionale
BIBLIOGRAFIA Cricco, F. Di Teodoro, Il Cricco di Teodoro. Itinerario nell’arte, edizione maior (gialla), vol. I, Zanichelli M. Bianchini, Le tecniche edilizie del mondo antico, Roma 2010 (https://www.academia.edu/28570572/Tecniche_edilizie_nel_mondo_antico) J.P. Adam, L'arte di costruire presso i Romani. Materiali e tecniche, Torino 1996 Trattato di restauro architettonico, diretto da G. Carbonara, Torino 1996 (o successive ristampe): vol. 1, sezioni C e D; vol. 2, sezione E.
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