STELFONTA MONOGRAFIA TECNICA - (Tigilanol Tiglato 1mg/ml) - Virbac Italia
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INDICE 1 MASTOCITOMI NEI CANI 3 INTRODUZIONE3 Cosa sono i mastociti? 3 Cosa sono i mastocitomi (MCT)? 3 Comportamento biologico 5 Sintomi/degranulazione5 DIAGNOSI, STADIAZIONE, PROGNOSI 6 Diagnosi6 Classificazione istologica e citologica 7 Valutazione dei margini 9 Diagnostica di stadiazione 9 Indicatori di prognosi, c-KIT 10 AgNOR, Ki67 e altri parametri di proliferazione 10 OPZIONI DI TRATTAMENTO 10 STELFONTA: RIMOZIONE DEL MASTOCITOMA (MCT) CON UN SOLO 2 TRATTAMENTO12 COS'È STELFONTA? 12 MODALITÀ DI AZIONE DI STELFONTA 12 DATI DI RICERCA PRECLINICA 14 Farmacocinetica/Farmacodinamica14 Studio sulla sicurezza negli animali da laboratorio 15 Studio cardiovascolare di laboratorio 16 Studio farmacocinetico 16 COMPROVATA EFFICACIA E SICUREZZA DI STELFONTA NEGLI STUDI 3 CLINICI SUL CAMPO 18 STUDIO PILOTA - EFFICACIA E SICUREZZA 18 STUDIO PILOTA – SICUREZZA / EFFETTI COLLATERALI 21 STUDIO PILOTA - GESTIONE DELL A FERITA E GUARIGIONE 23 STELFONTA - INTERVALLO DI TEMPO SENZA MALATTIA 28 SEMPLICITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DI STELFONTA. VEDERE PER 4 CREDERE29 FACILITÀ DI SOMMINISTRAZIONE 29 Indicazioni per il dosaggio: 29 Somministrazione di STELFONTA: 30 STELFONTA - USO PRATICO E CONSIGLI PER LE 4 FASI DI TRATTAMENTO32 5 SOMMARIO STELFONTA33 STELFONTA IN AZIONE 33 STELFONTA. VEDERE PER CREDERE 35 SINTESI DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 36 BIBLIOGRAFIA 41 2
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE 1 MASTOCITOMI NEI CANI INTRODUZIONE Cosa sono i mastociti? I mastociti (MC) sono un tipo particolare di globuli bianchi che si sviluppa nel midollo osseo e circola nei tessuti periferici dove maturano in mastociti funzionali.1 I mastociti sono coinvolti in molti processi biologici all'interno del corpo che vanno dalle risposte immunitarie innate e adattive, alle reazioni di ipersensibilità e alle risposte allergiche. I mastociti svolgono anche un ruolo importante nella guarigione delle ferite partecipando al reclutamento dei leucociti, all'angiogenesi, alla formazione del tessuto di granulazione e all'epitelizzazione. I mastociti contribuiscono anche all'infiammazione persistente e alle condizioni infiammatorie. I mastociti hanno granuli citoplasmatici che contengono istamina, eparina ed enzimi proteolitici. L'attivazione e il rilascio dei costituenti del granulo è chiamato degranulazione.2 L'attivazione e la degranulazione dei mastociti può avvenire in risposta a fattori fisiologici e ambientali.1,2 La normale attivazione è una risposta positiva che porta al reclutamento di cellule infiammatorie e alla stimolazione delle risposte immunitarie adattive o innate.1 NUCLEO GRANULI ISTAMINA EPARINA CITOPLASMA MEMBRANA CELLULARE DEGRANULAZIONE Cosa sono i mastocitomi (MCT)? I mastocitomi (MCT) sono il tumore cutaneo più comune nel cane e rappresentano fino al 21% di tutti i tumori cutanei.2 In media si manifestano in cani di età di 8-9 anni, ma sono stati riscontrati anche in cani più giovani. L'eziologia o causa dei tumori dei mastociti (MCT) è in gran parte sconosciuta. È stata dimostrata la predisposizione di alcune razze, pertanto la genetica può giocare un ruolo importante nello sviluppo dei mastocitomi.3 Queste razze includono Beagle, Boxer, Boston Terrier, Carlino, Labrador Retriever, Weimaraner, Golden Retriever, Staffordshire Bull Terrier e Shar-Pei.3,4,5 I mastocitomi (MCT) nei cani si sviluppano più comunemente come noduli singoli della cute o dei tessuti sottocutanei. È necessaria una biopsia chirurgica per differenziare in modo chiaro un mastocitoma cutaneo da uno sottocutaneo.8 I mastocitomi cutanei si trovano nel derma e si estendono comunemente nell'epidermide causando ulcerazione. Possono anche estendersi nei tessuti sottocutanei. 3
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE WHERE ARE MCTs FOUND? DOVE SI TROVANO I MASTOCITOMI (MCT)? I mastocitomi nei cani si localizzano più comunemente sul tronco, sulle zampe, seguiti dalla testa e dal collo. I mastocitomi CUTANEI I mastocitomi SOTTOCUTANEI hanno origine nel derma e non hanno alcun possono estendersi nel coinvolgimento dermico. sottocute. I mastocitomi sottocutanei possono verificarsi in qualsiasi punto del corpo, compreso il tratto gastrointestinale. I mastocitomi nei cani si localizzano più comunemente sul tronco, sulle zampe, seguiti dalla testa e dal collo. Al contrario, i mastocitomi sottocutanei sono circondati interamente da tessuto adiposo senza alcun coinvolgimento dermico8,16 Le caratteristiche all'esame fisico possono aiutare a distinguere tra mastocitomi cutanei e sottocutanei. Se una qualsiasi parte del tumore risulta aderente alla cute sovrastante, è probabile che sia di origine cutanea. La metà dei mastocitomi cutanei si presenta sul tronco e sulla regione perineale, il 40% sugli arti e meno del 10% sulla testa e sul collo.2 I mastocitomi sottocutanei possono verificarsi in qualsiasi punto del corpo. I mastocitomi possono anche presentarsi in forma viscerale o mastocitosi sistemica e malattie gastrointestinali. Queste ultime manifestazioni hanno spesso una prognosi sfavorevole con tempi di sopravvivenza brevi documentati in letteratura.9 Anche se la presentazione più comune è un nodulo solitario, i mastocitomi hanno un aspetto biologico estremamente variabile. Quelli di basso grado o ben differenziati sono spesso solitari, piccoli e a crescita lenta e possono essere scambiati per masse cutanee benigne. I mastocitomi possono essere senza peli o coperti di peli. Possono essere rossi, ulcerati o gonfi. Possono anche variare molto nelle dimensioni e nel ritmo di crescita. 2 Inoltre, è stato osservato che circa l'11-14% dei cani sviluppa mastocitomi multipli de novo.6,7 4
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE ESEMPI DI MASTOCITOMI Comportamento biologico I mastocitomi possono diffondersi attraverso il sistema linfatico ai linfonodi regionali, ai visceri addominali e, meno comunemente, al midollo osseo. Sebbene riferita, la diffusione di mastocitomi nella cavità toracica e in altre parti del corpo è rara.2,10,15 La maggior parte dei cani con diagnosi di mastocitoma non mostra segni clinici evidenti; tuttavia, alcuni cani manifestano segni associati al tumore localmente o sistemicamente correlati al rilascio di sostanze granulari dai mastociti (cioè: istamina, eparina, altre ammine vasoattive) chiamato processo di degranulazione (vedi sezione seguente).2,11,12,13,14 Sintomi/degranulazione La stragrande maggioranza dei pazienti presenta una massa cutanea o sottocutanea solitaria e non presenta segni di malattia apparenti.2 Tuttavia, alcuni pazienti possono presentare segni clinici di degranulazione associati al rilascio di istamina, eparina o altri costituenti dai granuli dei mastociti. Queste reazioni possono anche verificarsi spontaneamente. I segni della reazione locale includono gonfiore, eritema, ecchimosi e formazione di siero. I proprietari possono anche osservare una variazione delle dimensioni della massa con aumento e diminuzione delle dimensioni precedenti. L'istamina può agire sui recettori H2 delle cellule parietali dello stomaco per aumentare la secrezione di acido cloridrico che porta a disturbi gastrointestinali con segni clinici che si manifestano come anoressia, nausea, vomito, ematemesi, diarrea, melena, letargia e ipotensione.2 Le reazioni di degranulazione possono essere letali, quindi è di fondamentale importanza l'utilizzo di farmaci al fine di mitigare i rischi di degranulazione. I farmaci concomitanti includono un antagonista H1 (difenidramina, clorfeniramina) e un antagonista H2 (famotidina, cimetidina, ranitidina). A seconda dei sintomi clinici del paziente, i trattamenti di supporto possono includere, ma non sono limitati ai fluidi endovenosi, i protettori gastrointestinali e gli inibitori della pompa protonica.2 5
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE DIAGNOSI, STADIAZIONE, PROGNOSI Diagnosi La diagnosi di un mastocitoma è nella maggior parte dei casi generalmente semplice grazie ad una accurata citologia tramite agoaspirato (FNAC). La citologia è costituita da singole cellule rotonde di piccole e medie dimensioni con nucleo centrale o leggermente eccentrico. Il citoplasma contiene granuli citoplasmatici abbondanti, piccoli e uniformi che si colorano di rosso porpora (metacromatico) rendendo facile la diagnosi.8 Questi granuli sono spesso presenti nella parte esterna delle cellule. Tuttavia, i mastocitomi scarsamente differenziati possono avere caratteristiche di colorazione scadenti e possono mancare di granuli. La degranulazione preliminare può anche influenzare la presenza di granuli all'interno del citoplasma. La mancanza di granuli può rendere i mastocitomi scarsamente differenziati una difficoltà diagnostica nei campioni di biopsia chirurgica, poiché la biopsia dei tessuti con l'aggiunta di speciali colorazioni e l'immunoistochimica può non riuscire a differenziare un mastocitoma scarsamente differenziato da altri tumori a cellule rotonde scarsamente differenziati. È importante notare che il metodo preferito per la diagnosi di tali mastocitomi scarsamente differenziati è spesso la citologia in quanto alcuni o pochi granuli di solito possono essere identificati citologicamente.8 Citologia (ingrandimento 40X) di un mastocitoma canino con cellule di dimensioni variabili, contenenti molti granuli citoplasmatici. 6
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE Classificazione istologica e citologica Il grado istologico è stato storicamente il metodo preferito per prevedere il comportamento biologico dei mastocitomi. Ci sono stati due sistemi utilizzati nella classificazione dei mastocitomi: Patnaik e Kiupel. Patnaik ha diviso i mastocitomi in tre gradi istologici: ben differenziato, moderatamente e scarsamente differenziato17,18 Anche se ampiamente referenziato e accettato come gold standard, questo sistema è stato anche segnalato per avere un alto livello di incoerenza tra i patologi e quindi la riproducibilità del grado assegnato è stata scarsa tra i patologi, con una variazione interosservatore riferita fino al 63%.8,19-21 Inoltre, utilizzando questo sistema di classificazione, generalmente c’è un alto numero di tumori intermedi (72%) che danno poche indicazioni per quanto riguarda il comportamento biologico e l'applicabilità clinica.19 Uno dei fattori istologici per differenziare un tumore di grado basso da uno di grado intermedio è la profondità del mastocitoma nel derma. Uno studio successivo che ha valutato la profondità del tumore come fattore prognostico indipendente ha trovato questa variabile non significativa.7,8 Per prevedere con maggiore precisione i tumori che sono ad alto rischio di comportamenti biologici aggressivi e per aumentare la coerenza interosservatore, il team di ricerca guidato da Kiupel ha sviluppato un sistema di classificazione istologica a due livelli (Kiupel).19 Il sistema Kiupel prevede la divisione dei mastocitomi cutanei canini in tumori di basso e alto grado sulla base di quattro parametri. I tumori di alto grado mostrano almeno una delle seguenti caratteristiche: ―― almeno 7 figure mitotiche in 10 campi ―― almeno 3 nuclei bizzarri in 10 HPF ad alta potenza (HPF) ―― cariomegalia (nello specifico, i diametri ―― almeno 3 cellule multi-nucleate in 10 nucleari di almeno il 10% delle cellule HPF neoplastiche variano di almeno 2 volte). Il sistema di Kiupel ha dimostrato un'importanza statistica nel prevedere il tempo di sopravvivenza, con mastocitomi di alto grado associati allo sviluppo di nuovi tumori e un tempo più breve per le metastasi.19 Fin dall'inizio, il sistema a due livelli ha costantemente dimostrato di essere un miglior predittore di mortalità e metastasi tumorali dei mastociti rispetto al sistema a tre livelli di Patnaik.2-25 Questi studi dimostrano anche un alto livello di coerenza interosservatore che era di gran lunga superiore a quello dimostrato dal sistema a tre livelli di classificazione istologica di Patnaik. È importante notare che nessuno dei due sistemi è stato applicato in studi più ampi sui mastocitomi sottocutanei; tuttavia, si ritiene che il comportamento biologico sia simile sulla base di altri parametri istologici misurabili.8,16 CLASSIFICAZIONE DEI MASTOCITOMI CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA CLASSIFICAZIONE CITOLOGICA Valuta il campione di tessuto (biopsia). Valuta il campione di cellule (FNA). SISTEMA PATNAIK SISTEMA KIUPEL - Adattato dal sistema di classificazione Kiupel (2 livelli) - Sistema a 3 livelli - Sistema a 2 livelli - Grado 1 (ben differenziato): - Sta guadagnando terreno come - Basso grado: Relativamente benigno alternativa affidabile al grading Comportamento benigno istologico - Alto grado: Si comportano in modo - Grado 2 (differenziazione intermedia): Il aggressivo - Logisticamente più facile ed efficiente comportamento può variare notevolmente in termini di tempo, poiché il medico - Creato in parte per eliminare lo veterinario già deve eseguire un scarsamente definito tumore di - Grado 3 (scarsamente differenziato, agoaspirato per la diagnosi grado 2 del sistema Patnaik e quindi spesso con crescita infiltrativa): meglio distinguere i mastocitomi - 94% di concordanza1 Comportamento aggressivo 1. Scarpa F, Sabattini S, Bettini G. Cytological grading of canine cutaneous mast cell tumours. Vet Comp Oncol. 2016;14(3):245-51. doi: 10.1111/vco.12090. Accessed May 22, 2019. 7
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE CHE COS'È IL GRADING CITOLOGICO?1,2 Il gradinig citologico è una tecnica relativamente nuova che sta guadagnando terreno come alternativa affidabile al grading istologico. È ampiamente riconosciuto che il grado istologico fornisce una preziosa valutazione dei mastocitomi nella previsione del comportamento biologico. È stato anche affermato che l’utilizzo della citologia sarebbe valido come metodo meno invasivo di grading. Infatti, sono stati effettuati diversi tentativi per creare uno schema di classificazione citologica standardizzato per i mastocitomi cutanei canini. 26-28 Tutti i criteri applicati nel sistema di classificazione a due livelli di Kiupel possono essere visualizzati su campioni citologici. Ciò ha reso facile applicare il sistema a due livelli direttamente ai campioni citologici e utilizzare i criteri per sviluppare un algoritmo predittivo per il grading citologico dei mastocitomi cutanei correlato alla prognosi del paziente. Come regola generale, i sistemi di classificazione citologica sono ben correlati con la classificazione istologica con un'elevata sensibilità (84- 86%), specificità (97%) e un'elevata concordanza con il grado istologico (94%).8 Tuttavia, gli studi citologici sono stati molto diversificati nella metodologia, per quanto concerne il numero di campi valutati e il tipo di colorazioni, il che ha reso difficoltoso l'utilizzo di questi metodi. È anche importante capire che a causa dei diversi metodi di raccolta e di elaborazione tra istologia e citologia, i campioni sono dissimili per quanto riguarda il numero di cellule neoplastiche. Un altro problema significativo riguarda la terminologia che definisce la valutazione di un campo ad alta potenza (HPF) che è diversa tra le due modalità - la citologia è 100x obiettivo e l'istologia è 40x obiettivo.8 CARATTERISTICHE VALUTATE NELLA CLASSIFICAZIONE CITOLOGICA Figure mitotiche Nuclei bizzarri Multinucleazione Anisocariosi 1 o più figure Pleomorfismo 2 o più nuclei >50% di variazione della mitotiche nucleare. in 1 cellula. dimensione nucleare. Un approfondito studio di valutazione dei criteri di classificazione citologica, basato su caratteristiche identificabili citologicamente, correlate al grado istologico con una colorazione di Wright modificata, ha dimostrato di essere molto promettente nello stabilire un sistema di classificazione citologica valido per i mastocitomi cutanei canini.26 In questo studio, i mastocitomi sono stati classificati di alto grado se scarsamente granulati o se mostravano almeno 2 dei 4 risultati seguenti: (1) figure mitotiche, (2) cellule binucleate o multinucleate, (3) pleomorfismo nucleare, o (4) presenza di anisocariosi superiore al 50%.26 Questo sistema inoltre è risultato ben correlato alla classificazione istologica con un'elevata sensibilità (88%) e specificità (94%).26 Gli autori di questo studio hanno osservato che l'algoritmo tendeva a sopravvalutare i mastocitomi di alto grado . Anche se non è l'ideale, è preferibile per la citologia come test di screening avere un basso numero di falsi negativi, in modo che i tumori di alto grado che richiedono un trattamento più aggressivo difficilmente possono 8
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE essere trascurati, portando ad una mancanza di trattamento in un paziente che può trarre beneficio da un'identificazione precoce e da una terapia proattiva. Si potrebbe sostenere che le conseguenze della diagnosi di un tumore di basso grado come tumore di alto grado potrebbero portare a una stadiazione diagnostica più aggressiva o a un intervento chirurgico più aggressivo.8,26 Tuttavia, si raccomanda comunque di usare cautela quando ci si affida a un singolo test diagnostico per le decisioni terapeutiche.8 Valutazione dei margini Il trattamento di scelta per i mastocitomi di basso grado è l'asportazione chirurgica. Per questo motivo, definire la pulizia dei margini chirurgici dopo l'escissione è importante per determinare il controllo locale del tumore. Purtroppo, i mastocitomi sono spesso circondati da edema, cellule stromali reattive e cellule infiammatorie, compresi i mastociti non neoplastici. In molti casi il tessuto circostante colpito può essere di diversi centimetri e spesso rappresenta una difficoltà per la rimozione chirurgica e la successiva valutazione della pulizia dei margini chirurgici da parte del patologo.2,8 Numerosi fattori tecnici possono anche influenzare la valutazione dei margini chirurgici, tra cui la retrazione, il restringimento e la deformazione associati alla fissazione e alla lavorazione del tessuto.2 Inoltre, non c'è attualmente alcun modo per differenziare i mastociti neoplastici dai mastociti non neoplastici.8 Arbitrariamente, i patologi considerano i gruppi di 3 o più mastociti come neoplastici e i singoli mastociti ben granulati come non neoplastici.8 Infine, il metodo usato per prelevare un campione di mastocitoma per l'esame microscopico può avere un grande impatto sulla valutazione dei margini. Diagnostica di stadiazione La classificazione dei mastocitomi può essere utile per determinare la prognosi e la necessità di ulteriori terapie locali e/o sistemiche, ma forse altrettanto importante è determinare l'estensione della malattia nel paziente o lo stadio clinico della malattia. Come già detto in precedenza, i mastocitomi diffondono attraverso i vasi linfatici ai linfonodi, al fegato, alla milza e raramente al midollo osseo. Nonostante il valore che lo stadio clinico della malattia fornisce, c'è una mancanza di accordo tra gli oncologi per quanto riguarda la stadiazione necessaria da eseguire su un determinato paziente con mastocitoma.2,8,29 COME SONO SUDDIVISI I TUMORI? I tumori sono suddivisi in 4 stadi a seconda della loro presentazione clinica:1 STADIO 1 1 Un tumore confinato al derma SENZA coinvolgimento linfonodale regionale. MIGLIORE PROGNOSI STADIO 2 2 Un tumore confinato al derma con coinvolgimento linfonodale regionale. STADIO 3 3 Tumori dermici multipli o un grande tumore infiltrante con o senza coinvolgimento linfonodale regionale. STADIO 4 4 Qualsiasi tumore con metastasi a distanza o una recidiva con metastasi (compreso il coinvolgimento PEGGIORE PROGNOSI del sangue e/o del midollo osseo). 1. Boston S. Canine Mast Cell Tumors. https://pdfs.semanticscholar.org/7bbc/df7e9e1e6a3edc978556eb94b314501074d2.pdf. Accessed May 22, 2019. Un recente studio ha analizzato il valore della stadiazione clinica completa nei cani con mastocitomi. In questo studio, quasi il 31% dei tumori presentava metastasi al linfonodo locale e il 6,8% dei cani presentava metastasi a distanza. Tuttavia, cosa ancora più importante, nessun cane ha avuto o sviluppato metastasi a distanza in assenza di metastasi linfonodali. 29 9
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI 1. MASTOCITOMI NEI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO CANI SOLO TRATTAMENTO CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE Questo suggerisce la scarsa utilità di ulteriori procedure di staging in assenza di sospetta o confermata metastasi ai linfonodi locali.29 Vale la pena ricordare che i linfonodi contengono normalmente un basso numero di mastociti e che i mastociti neoplastici possono reclutare mastociti non neoplastici attraverso i vasi linfatici. Questo può rendere difficile la valutazione citologica dei linfonodi.8 Per la valutazione citologica dei linfonodi è stato proposto un sistema standardizzato, ma non è ampiamente riconosciuto.30,31 I patologi clinici tendono a valutare soggettivamente il significato dei mastociti in un campione di linfonodi sulla base del pleomorfismo, della disposizione in aggregati e del numero complessivo.30-32 Altre indagini possono includere la diagnostica per immagini (radiografia o ecografia toraco-addominale) e citologia ad ago aspirato del fegato e/o della milza. Storicamente, si raccomandava di esaminare gli strisci di buffy coat (strato leucocitario-piastrinico) per la presenza di mastociti in circolazione, ma la specificità di questo test è bassa e inaffidabile.33 L'incidenza di metastasi del midollo osseo e di infiltrazioni nei mastocitomi cutanei canini è molto bassa e quindi la maggior parte dei medici veterinari clinici non raccomanda questo test.34 L'attuale raccomandazione è un approccio più cauto e misurato alla stadiazione clinica dettata dalla presenza di segni clinici e/o dalla presenza di fattori prognostici negativi.2 Indicatori di prognosi, c-KIT2 Il recettore della tirosina chinasi KIT gioca un ruolo chiave nella sopravvivenza, nella proliferazione, nella differenziazione e nella migrazione dei mastociti. L'espressione abnorme della proteina KIT ha dimostrato di essere un indicatore di prognosi negativa per i mastocitomi cutanei canini. Sono stati rilevati tre diversi profili di espressione della proteina KIT con colorazione immunoistochimica di campioni di tessuto tumorale dei mastociti. Questi profili sono stati correlati al comportamento biologico aggressivo, alla diminuzione del tempo di sopravvivenza complessiva e all'aumento dell'incidenza di recidiva locale. Sono state identificate diverse mutazioni negli esoni 11, 8 e 9 del c-Kit che portano alla fosforilazione costitutiva o all'attivazione del c-Kit. AgNOR, Ki67 e altri parametri di proliferazione2 Diversi studi hanno valutato i marcatori della proliferazione cellulare come forti indicatori prognostici. Questi includono le regioni argirofile di organizzazione del nucleolo (AgNORs), Ki67 e il conteggio mitotico. Ognuno di questi è stato valutato come un unico fattore prognostico e fattore prognostico multivariabile. La variabilità esiste e manca una standardizzazione per quanto riguarda i metodi di valutazione e la selezione dell'area tumorale da valutare per ciascuno di questi marcatori. OPZIONI DI TRATTAMENTO Le decisioni terapeutiche si basano in gran parte sullo stadio clinico della malattia e sulla presenza o meno di fattori prognostici negativi. La maggior parte dei medici deve anche considerare l'anamnesi del singolo paziente, la presentazione clinica e le preoccupazioni del proprietario. Storicamente, ci sono state opzioni limitate per il controllo locale del tumore e il trattamento di scelta per i tumori solitari suscettibili di un'ampia escissione è stato solo l'intervento chirurgico. La terapia sistemica aggiuntiva è raccomandata per quei tumori che sono di alto grado o che hanno confermato la presenza di metastasi al momento della diagnosi/presentazione. In passato, i margini chirurgici raccomandati per l'escissione 10
2.2RIMOZIONE . RIMOZIONE DEL DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO MASTOCITOMA (MCT) CON CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE UN SOLO SOLOTRATTAMENTO TRATTAMENTO del mastocitoma includevano 3 cm di tessuto normale. Questa raccomandazione è per lo più aneddotica e non è stato pubblicato uno studio che ne dimostri l'utilità per il paziente. Sono stati valutati metodi più recenti riguardo ai margini chirurgici per l'escissione di mastocitomi cutanei. Due studi separati hanno rilevato che margini laterali di 2 cm e un piano fasciale non coinvolto in profondità rispetto al tumore potevano portare all'escissione completa di mastocitomi cutanei di basso e medio grado con un diametro inferiore a 5 cm.35,36 Più recentemente, uno studio che confrontava un margine "conservativo" di 2 cm con un margine chirurgico più "aggressivo" di 3 cm nei mastocitomi cutanei di basso grado non ha mostrato alcun vantaggio nel raggiungere margini istologicamente liberi da tumori con un approccio più ampio.61 I tumori di alto grado non sono stati valutati in nessuno di questi studi. Un ulteriore studio ha valutato un approccio proporzionale ai margini chirurgici per l'escissione dei mastocitomi cutanei e sottocutanei.37 In questo studio, i tumori sono stati asportati con margini laterali equivalenti al diametro più largo misurato del tumore fino a un massimo di 4 cm e una profondità minima di 1 piano fasciale ben definito in profondità rispetto al tumore. Questo metodo successivo ha portato ad un'escissione incompleta nel 15% dei casi.37 Infine, uno studio che ha valutato i margini istologicamente liberi dal tumore (HTFM) e le recidive locali ha mostrato un rischio significativamente più elevato di recidiva locale per i tumori di grado elevato, nonostante il raggiungimento dell'HTFM.38 Purtroppo, il grado di un mastocitoma non è solitamente noto durante l'esecuzione di un'escissione chirurgica, il che complica la pianificazione chirurgica. Quando i tumori si trovano su un'estremità distale e quindi non è possibile eseguire una completa asportazione dei tessuti molli, si raccomanda l'amputazione dell'arto per ottenere un'escissione chirurgica completa. Questa opzione è aggressiva e se da un lato la probabilità di asportazione completa è alta, dall'altro si ottiene un risultato funzionale non proprio ideale. La radioterapia come terapia primaria ha dimostrato di essere promettente nel trattamento di mastocitomi, con un tasso di controllo locale a 1 anno di circa il 50%.2,8 Per quei tumori che non possono essere completamente asportati chirurgicamente, una combinazione di chirurgia citoriduttiva e radioterapia ha consentito di ottenere il miglior controllo locale a lungo termine con tassi di controllo a 2 anni compresi tra l'85-95%.39-43 Altre terapie locali che sono state riportate includono ipertermia, brachiterapia intralesionale, terapia fotodinamica, corticosteroidi intralesionali, crioterapia ed elettrochemioterapia. Nessuna di queste terapie locali si è dimostrata clinicamente efficace o funzionale come la chirurgia o la radioterapia da sola o in combinazione. Mentre la chirurgia o la combinazione di chirurgia e radioterapia si sono rivelate più efficienti nel controllo del tumore locale, queste opzioni potrebbero non essere ideali per tutti i pazienti. In primo luogo, il 40-50% dei mastocitomi si verifica sull'arto, una posizione in cui è difficile avere abbastanza tessuto per ottenere ampi margini chirurgici. Come discusso in precedenza, una combinazione di chirurgia e radioterapia può essere efficace per questi pazienti; tuttavia, la radioterapia spesso si accompagna a problemi logistici (tempo e distanza), temporali e finanziari. Altri fattori da considerare in una determinata situazione sono l'età del paziente, le comorbilità del paziente e i desideri del cliente. Vi è sicuramente la necessità di opzioni alternative per il controllo locale del tumore che siano sicure ed efficaci. Il trattamento dei mastocitomi anaplastici o indifferenziati di alto grado è spesso poco gratificante in quanto il tasso di metastasi regionali e a distanza rimane alto con una prognosi meno favorevole.2 La maggior parte dei pazienti canini con diagnosi di tumori scarsamente differenziati e di mastocitomi metastatici spesso soccombono alla malattia. Molti agenti chemioterapici da soli o in combinazione sono stati studiati come trattamento adiuvante al controllo locale del tumore nel trattamento di pazienti con stadi di alto grado e/o clinicamente superiori. 2 Sono stati studiati anche numerosi inibitori della tirosina chinasi (TKI), approvati sia per uso umano che veterinario.2 11
2.2RIMOZIONE . RIMOZIONE DEL DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO MASTOCITOMA (MCT) CON CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE UN SOLO SOLOTRATTAMENTO TRATTAMENTO 2 STELFONTA: RIMOZIONE DEL MASTOCITOMA (MCT) CON UN UNICO TRATTAMENTO COS'È STELFONTA? STELFONTA è una soluzione su prescrizione medica, approvata dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), registrata per il trattamento dei mastocitomi sottocutanei non resecabili e non metastatici, localizzati a livello di gomito e garretto o distalmente ad essi, e dei mastocitomi cutanei non resecabili e non metastatici. Il tigilanolo tiglato è il principio attivo di STELFONTA ed è prodotto mediante isolamento del composto dalla pianta di origine Fontainea picrosperma (blushwood). Photos: Scott Hartvigsen MODALITÀ DI AZIONE DI STELFONTA STELFONTA è un nuovo tipo di agente antitumorale con una modalità d'azione unica. In studi di farmacologia non-clinici, STELFONTA ha dimostrato di produrre tre effetti correlati che sono responsabili della sua efficacia antitumorale. Questi effetti si verificano contemporaneamente subito dopo la somministrazione e provocano la necrosi emorragica del tumore e la distruzione della massa tumorale di solito entro 3-7 giorni. 12
2.2RIMOZIONE . RIMOZIONE DEL DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO MASTOCITOMA (MCT) CON CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE UN SOLO SOLOTRATTAMENTO TRATTAMENTO Il primo effetto è quello di causare l'induzione dell'oncosi nelle cellule tumorali che sono a diretto contatto con STELFONTA. L'oncosi è caratterizzata da gonfiore cellulare, zeiosi, aumento della permeabilità della membrana e rilascio di ATP (adenosina trifosfato). Al contrario, l'apoptosi è caratterizzata da restringimento cellulare, picnosi e carioressi. L'oncosi si verifica nelle prime ore successive al trattamento ed è dovuta alla distruzione farmacologica della funzionalità dei mitocondri e del reticolo endoplasmatico che porta ad un rapido esaurimento dell'ATP e alla perdita dell'equilibrio osmotico, seguita da necrosi terminale. Il secondo componente dell'attività antitumorale del farmaco è associato all'attivazione diretta dell'isoforma della Protein Kinasi C (PKC) βII nelle cellule endoteliali tumorali. STELFONTA è altamente specifico per le isoforme βII e provoca una necrosi della massa seguita da una lenta decomposizione del tumore entro 3-14 giorni. In terzo luogo, STELFONTA attiva la cascata di segnalazione della PKC che si propaga in tutta la massa tumorale, con conseguente risposta infiammatoria acuta con gonfiore ed eritema che si estende ai margini tumorali e alle immediate vicinanze. Questa risposta infiammatoria, che generalmente si risolve in 48-96 ore, è normale e contribuisce all'attività di STELFONTA (a) limitando l'apporto di sangue e ossigeno al tumore, e (b) reclutando e attivando le cellule immunitarie innate (principalmente neutrofili e macrofagi), che poi prendono di mira la massa tumorale e rilasciano specie reattive dell’ossigeno, proteasi e citochine. Questa induzione di una risposta immunitaria innata ha anche un ruolo antimicrobico e avvia il sistema di segnalazione delle citochine, che contribuisce al successivo inizio dei processi di guarigione della ferita nel sito di trattamento. È stato dimostrato che STELFONTA ha anche effetti diretti sulla funzione dei cheratinociti e dei fibroblasti attraverso la produzione di citochine e chemochine, che contribuiscono a stimolare la guarigione della ferita nel sito di trattamento. La guarigione completa della ferita conseguente alla distruzione del tumore da parte di STELFONTA avviene di solito entro 4-6 settimane. 13
2.2RIMOZIONE . RIMOZIONE DEL DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO MASTOCITOMA (MCT) CON CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE UN SOLO SOLOTRATTAMENTO TRATTAMENTO DATI DI RICERCA PRECLINICA Il margine di sicurezza e la tossicità di STELFONTA sono stati valutati in numerosi studi preclinici su roditori e cani che comprendevano infusioni endovenose a dose singola e ripetuta e studi di iniezione sottocutanea a dose singola. Sono stati inoltre condotti ulteriori studi sulla sicurezza e la tossicità nel cane che comprendevano uno studio farmacocinetico, uno studio sulla sicurezza negli animali da laboratorio e uno studio cardiovascolare di laboratorio. Farmacocinetica/farmacodinamica44, 45, 56 La farmacocinetica di STELFONTA dopo iniezione intratumorale è stata misurata in uno studio di determinazione della dose nei cani.56 Tre gruppi di cani hanno ricevuto tigilanol tiglato intratumorale a concentrazioni decrescenti di farmaco. Ai pazienti con mastocitomi cutanei è stato prelevato del sangue per la misurazione delle concentrazioni plasmatiche di tigilanol tiglato (principio attivo di STELFONTA) prima del trattamento e 0,5, 1, 2, 4, 8 e 24 ore dopo il trattamento. La Cmax (massima concentrazione di farmaco rilevata nel sangue) si è verificata nella maggior parte dei cani (21/26) entro 30 minuti, mentre i cani restanti hanno raggiunto la Cmax entro 2 ore (n=5 a 1 ora, n=2 a 2 ore).56 (vedere la figura qui sotto dei cani del gruppo 1 cui è stata somministrata la formulazione da 1,0 mg/mL). FARMACOCINETICA DEL TIGILANOL TIGLATO NEL CANE CURVA DI CONCENTRAZIONE PLASMATICA Tipico della somministrazione parenterale non endovenosa 26 cani - 1 escluso in quanto non è stato possibile 7 raccogliere i campioni a causa del comportamento aggressivo Concentrazione del plasma (ng/mL)ng/mL) Nella maggior parte dei cani, 101 6 le concentrazioni plasmatiche 102 erano inferiori a quelle misurabili 5 a 24 ore dal dosaggio 103 105 Cmax e Tmax si sono verificati 4 a 30 minuti in tutti i cani tranne 5 106 (1 ora per 3 cani, 2 ore per 2 cani) 107 3 108 109 L’emivita media era di 6,53 ore 2 110 1 0 0 4 8 12 16 20 24 ore Curve di concentrazione plasmatica individuale per i cani del gruppo 1 che hanno ricevuto la somministrazione intratumorale di STELFONTA (tigilanolo tiglato 1 mg/ml). Dimostra che Cmax e Tmax si sono verificati a 30 minuti nella maggior parte dei cani (21/26). L’emivita media era di 6,53 ore. Nella maggior parte dei cani, le concentrazioni plasmatiche erano inferiori a quelle misurabili a 24 ore dal dosaggio.56 14
2.2RIMOZIONE . RIMOZIONE DEL DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO MASTOCITOMA (MCT) CON CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE UN SOLO SOLOTRATTAMENTO TRATTAMENTO Studi di screening in vitro dei metaboliti del tigilanol tiglato nei microsomi del fegato canino hanno dimostrato un'emivita del tigilanol tiglato in epatociti di 21,8 minuti. Erano presenti in totale tredici metaboliti che erano più polari e ossigenati del composto originario. I composti con sostituzioni di gruppi funzionali di questa natura si traducono in una riduzione dell'attività biologica in vitro (>60X riduzione dell'attività sulla PKC rispetto al composto originario). La via definitiva di escrezione del tigilanol tiglato o dei suoi metaboliti non è stata determinata. L'analisi di campioni di urina, feci e saliva di cani trattati con STELFONTA mostrano quantità in contrasto con bassi livelli di tigilanol tiglato in campioni isolati senza tendenza o coerenza al range di 11-44 ng/g (ml). Come accennato in precedenza, la quantità di tigilanol tiglato che viene disperso sistemicamente e successivamente escreto è migliaia di volte inferiore alla dose iniettata intratumoralmente. Studio sulla sicurezza negli animali da laboratorio 44,45 In uno studio di laboratorio di 4 settimane sulla sicurezza, 48 cani Beagle sani di 6-8 mesi hanno ricevuto STELFONTA per via endovenosa. I cani sono stati distribuiti con dodici soggetti per gruppo composto da 6 maschi e 6 femmine in ciascuno. STELFONTA è stato somministrato per via endovenosa in infusione continua per 15 minuti una volta alla settimana per quattro settimane a dosi crescenti da 0 a 0,075 mg/kg di peso corporeo. I cani di controllo (0 mg / kg) hanno ricevuto un eccipiente come controllo ad un volume pari alla dose di 0,075 mg / kg. Tutti i cani sono sopravvissuti allo studio e non ci sono stati effetti riconducibili a STELFONTA su peso corporeo, temperatura corporea, esame oftalmico, parametri elettrocardiografici e pesi degli organi. È stato osservato quanto segue solo nei cani dei gruppi a cui è stato somministrato STELFONTA e aumentato in maniera dose-dipendente: ―― diminuzione del consumo di cibo dai giorni 22-29 ―― vomito / rigurgito durante l'infusione o immediatamente dopo l'infusione ―― formazione della ferita nel sito di infusione dopo la seconda o terza dose ―― diminuzione dell'attività in maniera sporadica durante tutto lo studio ―― rialzi di alanina aminotransferasi il giorno 23. Sono stati osservati in tutti i gruppi (STELFONTA e controllo): ―― uso limitato dell'arto che ha ricevuto l'infusione ―― debolezza dopo la prima dose ―― salivazione ―― edema ed eritema del sito di infusione (aumento della frequenza e dell’intensità durante tutto lo studio) ―― tremori immediatamente dopo l'infusione (aumentati di intensità con la dose) Osservazioni transitorie, tra cui vomito, arrossamenti o tremori si sono risolti entro 1 ora dal dosaggio. In tutti i gruppi è stata osservata salivazione con risoluzione entro 4 ore dal dosaggio. Inoltre, tutti i gruppi hanno mostrato feci molli indipendentemente dalla dose somministrata . 15
2.2RIMOZIONE . RIMOZIONE DEL DEL 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN E SICUREZZA NEGLI STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO MASTOCITOMA (MCT) CON CLINICI SUL CAMPO PER CREDERE UN SOLO SOLOTRATTAMENTO TRATTAMENTO I cambiamenti clinici nel sito di infusione includevano infiammazione, arrossamento e ispessimento della cute. I risultati dell'istopatologia correlati al sito di infusione includevano emorragia, edema, infiammazione, infiltrazione di cellule miste, fibrosi e trombosi organica cronica. Un cane del gruppo con dose più alta (0,075 mg/kg) aveva una ferita, confermata in istopatologia come infiammazione ulcerosa e grave necrosi con presenza di batteri. I risultati clinici hanno evidenziato anche linfonodi rossi, variegati , compatti e ingrossati in tutti i gruppi di dosaggio, compresi i cani in convalescenza, confermati in istopatologia come infiammazione, ipercellularità linfoide, emorragia e istiocitosi del seno. I risultati istopatologici non correlati al sito di infusione includevano cisti pituitarie in 7 cani e in un cane di ciascun gruppo della dose più alta è stata osservata vacuolizzazione tubulare renale, dilatazione dei ventricoli del cervello, e infiammazione cronica sia del muscolo scheletrico della coscia sinistra che del nervo sciatico sinistro. Studio cardiovascolare di laboratorio44, 45 In uno studio cardiovascolare condotto in laboratorio, a 4 cani Beagle sani di sesso maschile monitorati per un certo periodo, di età compresa tra i 2 e i 4 anni, è stata somministrato STELFONTA in un'unica infusione endovenosa. Il trattamento consisteva in quattro dosi di trattamento incluso un controllo dell’eccipiente e STELFONTA a dosi di 0,01, 0,025 e 0,075 mg/kg di peso corporeo. Tutti i cani hanno ricevuto i trattamenti con un periodo di wash-out di almeno 3 giorni. Non ci sono stati effetti legati a STELFONTA sulla temperatura corporea, la pressione sanguigna o gli elettrocardiogrammi. Dopo la somministrazione delle dosi di STELFONTA sono stati osservati a tutti i livelli di dose: salivazione, vocalizzazione, mancanza di coordinazione, tremori, feci rosse e diminuzione della produzione di feci. In seguito alla somministrazione della dose più alta (0,075 mg / kg) si sono osservati nausea, emesi, incoordinazione e cambiamenti a livello di attività (in aumento e in diminuzione). Inoltre è stata rilevata una tachicardia per le prime 2,5 ore dopo la somministrazione della dose più alta. Dopo tutti i trattamenti (controllo e STELFONTA) è stato osservato quanto segue: eccessivo affanno, diminuzione dell'appetito e limitato uso / gonfiore dell'arto o della zampa con risoluzione entro 4 ore dopo la somministrazione. Tutti i cani hanno mostrato una lieve perdita di peso durante lo studio. UN INSIEME SIGNIFICATIVO DI PROVE PER STELFONTA 2009–2013 2013 2013 ON GOING 2015 2016–2017 2020 Casi Caratterizzazione Studi clinici sui Studi di FDA-CVM Studio Commercializza- sperimentali della dose sul cane cani (inclusa la tossicologia sul clinico di campo zione STELFONTA sui cani + farmacocinetica conferma della cane (123 MCT) (>200 casi; 86 MCT) (PK) (27 MCT) dose + PK) (>100 MCT) Studio farmacocinetico44, 45 In Australia sono state effettuate numerose prove cliniche di campo nel cane per acquisire una migliore comprensione dell'efficacia sui tumori, della farmacocinetica e della sicurezza di STELFONTA in malattie che si manifestano spontaneamente (malattia naturale). In questi primi studi, il trattamento con STELFONTA è risultato significativamente efficace per i mastocitomi alla dose prescritta sull'etichetta del 50% per volume del tumore. L'efficacia (risposta completa) di un singolo trattamento con STELFONTA per tutti gli studi variava tra 16
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN EFFICACIA E SICUREZZA E NEGLI SICUREZZA STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO SOLO TRATTAMENTO NEGLI STUDI CLINICI SULCLINICI CAMPOSUL PER CREDERE CAMPO il 70-90%. I parametri farmacocinetici del tigilanol tiglato sono stati valutati in un primo studio di campo in cani di proprietà. Sono stati misurati i livelli plasmatici sistemici di 10 cani a seguito di iniezione intratumorale di STELFONTA in 5 mastocitomi cutanei e 5 mastocitomi sottocutanei con la dose di trattamento raccomandata di 0,5 mg/ cm3 (= 0,5 ml/cm3) di volume tumorale, non superiore a 0,25 mg/kg di peso corporeo o una dose massima di 5 mg. I volumi tumorali in questo piccolo gruppo di pazienti variavano da 0,1 a 6,8 cm3, con conseguenti dosaggi che andavano da 0,002 a 0,145 mg/kg di peso corporeo (in media 0,071 mg/kg di peso corporeo). Il sangue è stato prelevato dai pazienti al momento del completamento dell’iniezione intratumorale, 5 min, 15 min, 30 min, 1 h, 2 h, 4 h, 8 h, e 24 ore. Le informazioni più importanti da questa serie di pazienti sono state che la Tmax plasmatica è stata raggiunta a 5 minuti in 6 cani su 10 e a 15 minuti nei rimanenti 4 cani. Non è stato possibile determinare in modo affidabile i valori Cmax e AUC ottenuti in questo gruppo a causa delle limitazioni dei tempi di campionamento e percentuali di dose variabile. Tuttavia, le misurazioni hanno indicato una Cmax media di 5,86 ng/ml (range: 0,36- 11,1 ng/ml) e un AUClast medio di 14,59 h*ng/ml (range: 1,62-28,92 h*ng/ml). Questi livelli sono migliaia di volte inferiori rispetto alla dose di tigilanol tiglato iniettato intratumoralmente dimostrando che l'iniezione intratumorale del farmaco non si traduce in elevati livelli sistemici. È stata inoltre osservata una grande variabilità interindividuale nella determinazione del tempo di emivita dopo l'iniezione intratumorale (intervallo 1,24-10,8 ore). Il tigilanol tiglato sembra presentare una cinetica flip-flop (dosaggio a rilascio prolungato) in quanto è stato determinato un tempo di emivita notevolmente più breve di 0,54 ore dopo l'infusione endovenosa di 0,075 mg/kg in 12 cani. Gli effetti collaterali comuni in questo studio sono state reazioni previste o anticipate come parte della modalità d'azione di STELFONTA nel sito di trattamento. Tra queste vi erano reazioni nel sito di iniezione, tra cui necrosi, gonfiore (edema localizzato ed edema che si estendeva oltre il sito di iniezione del tumore), dolore, irrequietezza, infiammazione, eritema, ulcerazioni, decolorazione, degenerazione dei tessuti, ferita aperta, lieve drenaggio, cattivo odore e presenza di tessuto di granulazione.Tre cani hanno avuto una reazione più evidente al trattamento con dermatite con o senza necrosi cutanea in una regione vicina ma distinta dal sito di iniezione del tumore. Ci sono stati tre cani che hanno richiesto tempi di guarigione più lunghi oltre i 28 giorni ed il più lungo ha richiesto 5 mesi. Il tempo di guarigione prolungato in questo singolo paziente è insolito e lo studio principale successivo ha dimostrato che la maggior parte delle ferite da trattamento con STELFONTA guariscono entro 4-6 settimane (78%) e la maggior parte (96%) sono guarite entro 12 settimane. I ricercatori dello studio sostengono che altri aspetti unici di questo caso, tra cui la grande dimensione del tumore e la posizione sull'arto, il linfonodo regionale reattivo ingrossato e l'intervento sulla ferita (rimozione residui necrotici e fasciatura periodica) possono aver influito sulla guarigione tardiva. Infine, è stata osservata una lieve ipoalbuminemia transitoria in 5 cani con ipoproteinemia riscontrata in 1 di questi 5 cani il 7° giorno con risoluzione entro il 28° giorno. 17
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN EFFICACIA E SICUREZZA E NEGLI SICUREZZA STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO SOLO TRATTAMENTO NEGLI STUDI CLINICI SULCLINICI CAMPOSUL PER CREDERE CAMPO COMPROVATA EFFICACIA E SICUREZZA DI STELFONTA NEGLI STUDI CLINICI SUL CAMPO STUDIO PILOTA - EFFICACIA E SICUREZZA 44,45,58 L'efficacia di STELFONTA è stata valutata in uno studio di campo multicentrico, randomizzato, caso-controllo, condotto da veterinari e proprietari, che ha coinvolto cani di proprietà. I cani sono stati sottoposti a screening per i seguenti criteri di mastocitomi: ―― Non metastatici (WHO) ―― Mastocitomi sottocutanei localizzati a »» Stadio Ia (un tumore confinato livello di gomito e garretto o distalmente al derma senza coinvolgimento a questi linfonodale regionale) ―― Mastocitomi cutanei »» Stadio IIIa (tumori dermici multipli; ―― Tumore senza ulcerazione significativa tumori infiltranti di grandi dimensioni senza coinvolgimento linfonodale regionale) In totale 123 cani di proprietà rispondevano ai criteri per l'inclusione e sono stati randomizzati in rapporto di 2:1 con il gruppo di trattamento STELFONTA (n=81) o con il gruppo di controllo non trattato (n=42). I cani di entrambi i gruppi hanno ricevuto lo stesso regime farmacologico concomitante (vedi tabella di seguito) e sono stati sottoposti a valutazione per la risposta al tumore il giorno 28. PIANO DI TRATTAMENTO - FARMACI CONCOMITANTI Tutti i cani di entrambi i gruppi di trattamento hanno ricevuto farmaci concomitanti: o Prednisone (o Prednisolone) - 0.5mg/kg q12h x 7 giorni poi q24h x 3 giorni o Famotidina - 0.5mg/kg q12h o Difenidramina - 2mg/kg q12h Giorno-2 Giorno-1 Giorno 0 Giorno 1 Giorno 2 Giorno 3 Giorno 4 Giorno 5 Giorno 6 Giorno 7 Farmaco am pm am pm am pm am pm am pm am pm am pm am pm am pm am pm Prednisolone/ Prednisone H1 bloccante (cioè difenidramina) H2 bloccante (cioè famotidina) Tutti i cani sono stati rasati nella sede del tumore con una manipolazione minima, indipendentemente dal gruppo di trattamento Nella prima fase, il gruppo di trattamento ha ricevuto una singola iniezione di STELFONTA. Il giorno del trattamento, il volume tumorale variava da 0,1 a 9,8 cm3 con un volume tumorale medio di 1,7 cm3. Per l'analisi dell'efficacia è stato possibile valutare un totale di 118 cani; 80 cani nel gruppo di trattamento STELFONTA e 38 cani nel gruppo controllo non trattato. La risposta al trattamento è stata valutata utilizzando criteri di valutazione della risposta nei tumori solidi (RECIST) modificati (Veterinary Cooperative Oncology Group - VCOG)59 , dove la risposta completa (CR) è la risoluzione del tumore target, la risposta parziale (PR) è una diminuzione di almeno il 30% del diametro più lungo del tumore target, la malattia stabile (SD) è una diminuzione inferiore al 30% o un aumento inferiore al 20% del diametro più lungo del tumore target, e la malattia progressiva (PD) è un aumento maggiore del 20% del diametro più lungo del tumore target. 18
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN EFFICACIA E SICUREZZA E NEGLI SICUREZZA STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO SOLO TRATTAMENTO NEGLI STUDI CLINICI SULCLINICI CAMPOSUL PER CREDERE CAMPO A 28 giorni dal trattamento con STELFONTA, una percentuale statisticamente significativa di cani nel gruppo trattato con STELFONTA (60/80; 75%) ha raggiunto la risposta completa (CR) rispetto ai cani nel gruppo di controllo non trattati (2/38; 5,3%) (p
2. RIMOZIONE DEL 3. COMPROVATA 3. COMPROVATA EFFICACIA 4. SEMPLICITÀ DI 1. MASTOCITOMI NEI CANI MASTOCITOMA (MCT) CON UN EFFICACIA E SICUREZZA E NEGLI SICUREZZA STUDI SOMMINISTRAZIONE. VEDERE 5. SOMMARIO SOLO TRATTAMENTO NEGLI STUDI CLINICI SULCLINICI CAMPOSUL PER CREDERE CAMPO Nella seconda fase, 18 dei 20 cani trattati con STELFONTA che non avevano raggiunto la risposta completa (CR) hanno ricevuto un secondo trattamento con STELFONTA. Inoltre, a trentasei cani di controllo non trattati in precedenza è stata offerta la possibilità di cross-over e ricevere un unico trattamento STELFONTA. L'efficacia risultante di STELFONTA nei cani che hanno ricevuto uno o due trattamenti con STELFONTA è stata dell'87%. I ricercatori veterinari hanno prescritto antibiotici, analgesici e sedativi a loro discrezione. Nessun paziente di entrambi i gruppi ha ricevuto anestesia generale per la valutazione, la diagnostica o il trattamento con STELFONTA. Antibiotici in profilassi sono stati somministrati in meno della metà dei pazienti (47 su 123, pari al 38,2%) e in 14 di questi casi sono stati prescritti per il trattamento delle ferite. Tra questi, in un solo caso è stata confermata un'infezione batterica con ceppi misti non resistenti di batteri aerobi ed anaerobi. La maggior parte degli analgesici sono stati utilizzati per gestire il malessere e sono stati prescritti principalmente il giorno del trattamento o il giorno dopo il trattamento. È importante sottolineare che la gestione del dolore era a discrezione dei veterinari curanti attraverso la prescrizione di analgesici. La maggioranza (63%) dei pazienti ha ricevuto analgesici, con una durata mediana del decorso di 6 giorni e una media di 9 giorni. I sedativi per il trattamento dell'ansia e dell'agitazione del paziente in fase di diagnosi e trattamento con STELFONTA sono stati anch'essi lasciati a discrezione del veterinario curante. Man mano che i medici hanno acquisito maggiore esperienza con STELFONTA, l'uso di sedativi è diminuito. Durante la prima fase i sedativi sono stati utilizzati nel 35% dei pazienti (28 su 81), diminuendo nella seconda fase, con solo il 20% dei pazienti (11 su 54) che ha ricevuto sedativi. La qualità della vita (QoL) è stata valutata dai proprietari durante tutto lo studio utilizzando un questionario sviluppato per i pazienti oncologici veterinari.60 Il questionario chiedeva ai proprietari di valutare i loro cani nelle seguenti categorie: felicità, stato mentale, dolore, appetito, igiene, assunzione di acqua e mobilità. Come previsto, i proprietari del gruppo di trattamento hanno valutato i loro cani leggermente meno vitali e con dolore leggermente maggiore al settimo giorno, il periodo di tempo durante la formazione della ferita e il distaccamento del tumore. Durante questo periodo, i proprietari hanno anche valutato i loro cani leggermente meno attivi e meno mobili. Tuttavia, la qualità della vita dei cani del gruppo di trattamento era equivalente o superiore a quella degli animali del gruppo di controllo al 14° giorno. Nel complesso, i proprietari di cani trattati consideravano la salute del loro cane migliorata in confronto ai proprietari di cani del gruppo di controllo, rispetto ad ogni visita precedente ed alla diagnosi iniziale. QUALITÀ DELLA VITA 95 Punteggio di valutazione visiva 90 La qualità della vita migliora significativamente dopo il 85 trattamento con tigilanol tiglato. 80 Tigilanol tiglato 75 Non trattato Giorno 0 Giorno 7 Giorno 14 Giorno 28 Giorno 42 Giorno 84 1. Johannes CM. Controlled, Randomized Study of Intratumoral Tigilanol Tiglate (EBC-46) for Treatment of Canine Mast Cell Tumors. Phoenix, AZ: American College of Veterinary Internal 20 Medicine Forum Conference;2018.
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