Sport / Convegni: "Marche, Sport e Società - Ieri, oggi E domani?"

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Sport / Convegni: "Marche, Sport e Società - Ieri, oggi E domani?"
Sport / Convegni: “Marche,
Sport e Società – Ieri, oggi…
E domani?”

Quarto appuntamento a San Benedetto del
Tronto organizzato da Coni, Cip, Miur,
Odg,   Ussi,    Fondazione   ‘Gabriele
Cardinaletti’. Ultimo incontro il 6
maggio in Ancona
VALLESINA, 20 aprile 2023 – L’auditorium Tebaldini di San
Benedetto del Tronto ha ospitato, ieri, il penultimo della
serie di convegni – in precedenza si erano svolti a Fano,
Fermo, Civitanova Marche – dal titolo generale “Marche, Sport
e Società – Ieri, oggi… E domani?”, appuntamenti organizzati
dalla Scuola regionale dello Sport del Coni, in collaborazione
con Cip (Comitato italiano paralimpico) regionale, Miur
(Ministero istruzione e del merito) Marche, Ordine dei
Giornalisti – Unione stampa sportiva Marche, Fondazione
“Gabriele Cardinaletti”.

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Inclusione come vocazione dello sport marchigiano che opera e
guarda non solo al mondo paralimpico ma anche alle necessità
emergenti di pari opportunità riguardanti il genere, la
cultura, l’estrazione sociale, situazioni che connotano anche
le relazioni di ogni giorno nella nostra dimensione
all’interno della società.

A coordinare gli interventi il presidente dell’Ussi Marche,
Andrea Carloni, con i saluti del vice sindaco del Comune di
San Benedetto del Tronto – che ha patrocinato il convegno –
Antonio Capriotti, il quale ha portato soprattutto la sua
esperienza di genitore di una ragazza sorda che fa parte della
nazionale paralimpica di volley, ricordando come “lo sport è
già fenomeno sociale inclusivo ed educativo e nel pensare a
una struttura demandata a ospitarlo dobbiamo fare in modo che
sia per tutti. Quando mia figlia è stata convocata si è
sentita apprezzata e amata e quel momento è stato e continua a
essere una gioia per tutta la famiglia”.

Saluti ai quali si è unito anche Fabio Luna, presidente Coni
Marche,    per il quale “lo sport non è solo quello dei
risultati, le testimonianze che abbiamo ascoltato
rappresentano un momento importante per analizzare quanto si
sta facendo, anche in un’ottica futura, in fatto di
inclusione. Ringrazio la Fondazione Andrea Cardinaletti che ci
ha sollecitato a intraprendere questa iniziativa di
riflessione molto importante e il vice presidente del Cip
Marche, Roberto Novelli”.

Quest’ultimo ha a sua volta voluto ringraziare il mondo della
scuola “che lavora con noi e ci è vicino” mentre la vice
presidente della Fondazione – presente anche il presidente,
Andrea Cardinaletti – , prof.ssa Michelangela Ionna, ha
ribadito come “il ruolo della Fondazione Andrea Cardinaletti
è quello di svolgere progetti volti all’inclusione delle
diversità, che siano territoriali, culturali, fisiche”.

Il prof, Marco Petrini, coordinatore Ufficio scolastico
regionale per l’educazione fisica e sportiva, dal canto suo,
ha parlato delle tre grandi iniziative in atto, “Tutti al
campo” dove si confrontano rappresentative formate dalle
classi, “Pe4move” (Phisical education for moving), progetto
che promuove l’educazione fisica di qualità, e i Campionati
studenteschi “che qualche problema dal punto di vista
dell’inclusione sociale lo denotano. Le cifre, infatti,
parlano del fatto che il 90% dei partecipanti è costituito da
ragazzi che già fanno sport mentre se confrontiamo l’intera
popolazione scolastica il numero dei partecipanti è del 30%.
Ecco, il nostro compito è quello di andare a “prenderli” tutti
per farli partecipare”.

La prof.ssa Daniela Testa, docente del’Istituto comprensivo
Centro di San Benedetto del Tronto ha rappresentato il
progetto in rete realizzato in collaborazione con la locale
associazione sportiva “Il Faro” e sostenuto dal Cip,
attraverso l’iniziativa “Lo sport paralimpico va a scuola –
Pedalare con il cuore” e il progetto “I sensi per vedere
oltre”.

La finalità “quella di sensibilizzare gli alunni in merito
alla disabilità anche attraverso esperienze sensoriali di
vario genere e, attraverso l’incontro con Davide Valacchi, far
loro conoscere come si possono superare i limiti della stessa
disabilità facendo emergere le proprie potenzialità al fine di
poterle sfruttare”.

Davide Valacchi, 32 anni, cieco dall’età di 14 anni, ascolano
da anni residente a Bologna, laureato in psicologia clinica,
ha raggiunto il Kazakistan        in tandem. Con      lui un
collegamento audio nel quale ha spiegato come “il tandem mi ha
aiutato a socializzare, poi mi sono appassionato al racconto
di un mio amico che aveva viaggiato per l’Europa in bici e ci
venne di farlo insieme in tandem”. Un viaggio che è stato
anche occasione per promuoverlo “come mezzo di integrazione
per quanti come me sono in condizione di disabilità visiva”.

La prof.ssa Fiammetta Silvi, docente del locale Comprensivo
“Capriotti”    ha, invece, spaziato sul progetto baskin a
scuola – nato nel 2017 – “molto inclusivo e trasversale, nel
genere e nelle fasce d’età”. “Abbiamo attivato collaborazione
– ha spiegato – e sinergie, a livello sociale, con altri enti
del territorio, realtà fuori dalla scuola, e questo ci ha
permesso di portare il baskin nella zona sud delle Marche dove
era assente”.

L’uscire dall’ambito scolastico interno ha significato, poi,
“il potersi aprire alla partecipazione di altre scuole e, nel
post pandemia, poter disporre di una sezione baskin
nell’associazione sportiva “Il Faro”. Quest’anno abbiamo
partecipato al campionato regionale esordienti con buoni
risultati. Si è attivata una grande partecipazione, in quanto
alunni, ex alunni, ragazzi con disabilità, si sono ritrovati,
anche con la presenza degli stessi genitori. Quello che manca,
comunque, sono le energie umane e le risorse finanziarie per
dare la possibilità a più ragazzi possibile di potersi
inserire”.

L’avv. Barbara De Agostinis, docente di diritto sportivo e
Scuola regionale Coni, già presente a Fano, ha delineato come
“la dimensione sociale nello sport racchiude un po’ tutto, in
fatto di integrazione, inclusione e parità di genere. E’
un’attività umana che si fonda su valori sociali, educativi e
culturali essenziali e deve essere accessibile a tutti, così
come riportato dalla normativa europea”. L’Europa ci ha
consegnato il Libro Bianco, primo documento relativo allo
sport “che si concentra sul suo ruolo sociale, garantendo
l’inclusione dalla base, l’integrazione e la parità di genere.
Vanno tenute presenti le esigenze dei gruppi più svantaggiati
(immigrati, disabili) per poter riuscire a superare le
barriere linguistiche e culturali”. Alla base, comunque, la
forte partecipazione pubblica perché “è importante che siano
messi a disposizione gli spazi necessari       sostenendo al
contempo economicamente le attività”. Nelle Marche ci si
riconduce alla legge del 2012 dove in prevalenza emergono
attenzioni sulla “funzione sanitaria dello sport e
sull’impiantistica.   Non c’è nulla sulla parità di genere,
anziani e soggetti svantaggiati sono al momento gli unici
riferimenti”.

Con Luigi Innocenzi, consigliere internazionale Panathlon
Club, associazione a connotazione prevalentemente sportiva, si
è spaziato sul fatto che “oggi lo sport è tutto. Investe la
popolazione nel suo complesso. Ognuno di noi è attraversato
dalle problematiche dello sport: istituzioni, chi lo pratica a
tutti i livelli, i giudici e gli arbitri, i dirigenti, gli
sponsor, i volontari, gli investitori, i tifosi”. “Noi come
Panathlon abbiamo come obiettivo il miglioramento della
società attraverso lo sport, pulito ed eticamente valido.
Tante le iniziative a livello nazionale e locale, che
coinvolgono soprattutto la scuola da dove si deve cominciare.
Facciamo questo per restituire quello che in soddisfazioni
abbiamo ricevuto dalla nostra attivià sportiva”.

“Voglio essere parte del pondo e non un mondo a parte” è il
motto dell’associazione “Tangoteca”     di San Benedetto del
Tronto e la presidente Patrizia Cosentino ha spiegato che “ci
occupiamo di tangoterapia, applicando questo ballo (unico ad
essere stato riconosciuto nel 2009 dall’Unesco patrimonio
immateriale dell’umanità) alle varie terapie, tanto che
diviene uno strumento di riabilitazione, apportando
benefici”. “Non è una danza, ma un’esperienza di vita, di
relazione con gli altri e ci permette di ritrovare noi stessi,
abbatte tabù. E’ un dialogo attraverso un ballo nato in
Argentina proprio come strumento di integrazione sociale. Un
non vedente danza insieme a chi ha un altro tipo di
disabilità, motoria o intellettiva, e unendo la varie
difficoltà si apre un mondo. Riescono a tirar fuori la loro
voglia di vivere, quello che hanno dentro”.

Voglia di vivere portata con tutta la sua esuberanza e la sua
forza, in carrozzina, da una testimonial d’eccezione, la
campionessa jesina Alessia Polita. Lei ha ripercorso la sua
storia – nota – impressa nella passione per le moto
trasmessale dal padre. Il giugno 2013      segna la sua vita,
durante le qualifiche, un brutto incidente che la renderà
paraplegica. “Ma non l’ho mai visto come un giorno di dolore –
ha affermato incalzata da Andrea Carloni – il rischio c’era,
sono stata sempre fatalista. Più che altro mi dispiaceva aver
perso cose che avevo ma poi nel tempo ne ho acquistate altre,
anche se è stato un percorso di sofferenza”. Non si è mai
arresa, comunque, anche perché la forza le è venuta e le viene
“dalla testa dello sportivo”. “La vita, ora, la vivo tutta,
prima era più superficiale, ora vado a 300 all’ora metto
benzina fino a che ne avrò bisogno per vincere la mia
serenità. Lo sport ti fa prendere batoste ma ti aiuta a
reagire e quando ho toccato il fondo ho capito quanto amassi
la vita. La disabilità non la dice tutta perché faccio più io
di alcune amiche che hanno ogni cosa a posto”. E in quel fare,
ovviamente, lo sport c’entra, nel “dopo” ne ha attraversati
diversi Alessia, per poi soffermarsi su handbike – grazie ad
Alex Zanardi – e monosci. Discipline che potrebbero portarla
verso le prove olimpiche. “Ma debbo dire che in questo senso
lo sport non è per le tasche di tutti, ci sono costi elevati,
eccessivi, specialmente per le carrozzine”. “E non è tutto
perché i problemi quotidiani ci sono, nella mia città e non
solo. Barriere architettoniche e difficoltà oggettive di ogni
genere, vedi i parcheggi, sempre difficili usufruirne. Molto è
demandato al privato, alle associazioni, come la “Fattoria dei
Sogni” di Selena Abatelli, una fattoria estremamente
inclusiva. Quello che si predica poi va messo in pratica…”.
L’evento conclusivo, nel quale si tireranno le somme, sabato
6 maggio – Ore 10 – Ancona – Sala Figc – via Schiavoni snc
(500 posti)

La sintesi – “Marche, Sport e Società – Ieri, oggi… E domani?”
– coordina: Andrea Carloni

Andrea Abodi – Ministro per lo Sport e i Giovani

Francesco Acquaroli – Presidente Regione Marche

Valeria Mancinelli – Sindaco di Ancona

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