SETTORE AUTOMOTIVE UK - Ucimu

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SETTORE AUTOMOTIVE UK

                                                 1. Overview Globale
                                           2. Settore Automobilistico UK
                                                        2.1.Performance
                                                        2.2.Innovazione
                                                 3. Prodotti e Mercati
                                                      4. Import-Export
                                               5. Scenario Competitivo
                                       6. Implicazioni Covid-19 sul settore

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1. Overview Globale
Negli ultimi cinque anni, l’industria automobilistica è stata soggetta a diversi alti e bassi. All’inizio
del quinquennio, una forte crescita è stata supportata dal successo delle esportazioni verso economie
emergenti e da un aumento della domanda domestica. Quest’ultimo è stato possibile grazie a una forte
fiducia dei consumatori, un aumento dei salari e prezzi vantaggiosi. Ciononostante, la produzione è
declinata del 3% nel 2017, continuando a decrescere con un abbassamento del 4% ad Ottobre 2019
rispetto ad Ottobre 2018. La fiducia dei consumatori è stata scalfita dal referendum Brexit mentre,
nello stesso tempo, c’è stato un abbassamento della richiesta di motori diesel a causa delle
preoccupazioni ambientali. Tutto ciò si è verificato in concomitanza di un abbassamento degli
investimenti. Nei cinque anni fino al 2019-2020, è previsto che il guadagno dell’industria si abbassi
con un tasso annuale del 0,7% raggiungendo 52,1 miliardi di sterline. È prevista inoltre una
diminuzione dei ricavi del 4,7% nel 2019-2020 dovuta alla riduzione della produzione, causata da un
abbassamento della domanda interna ed esterna. Tale calo ha determinato la chiusura di alcuni
stabilimenti ad Aprile 2019, a causa anche dell’incertezza dovuta a Brexit. Anche le esportazioni sono
calate, nonostante il deprezzamento della sterlina che, tra le altre cose, dovrebbe portare ad un
aumento dei costi degli input, dato che il 50% dei componenti per la produzione proviene dai paesi
Europei. Questo ultimo dato avrà sicuramente un impatto sul profitto marginale.
Le aziende dovranno confrontarsi con numerose sfide nei prossimi anni: un no-deal Brexit è la paura
più grande. In un mercato estremamente globalizzato, i produttori di macchine inglesi devono ambire
a mantenere un alto livello di investimenti per poter competere con la produzione straniera.
Ciononostante, è previsto un incremento della produzione di elettrico e ibrido. Il guadagno
dell’industria automobilistica dovrebbe comunque crescere ad un tasso annuo del 2% nei prossimi
cinque anni fino al 2024-2025, raggiungendo 57,6 miliardi di sterline.

    2. Settore Automobilistico UK

         2.1.Performance

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L’industria automobilistica ha dato prova di una performance mista negli ultimi cinque anni.
All’inizio del periodo preso in esame si è verificato un incremento della domanda attribuibile a una
forte domanda interna e a un’attività di esportazione verso mercati non-Europei. La domanda dalle
economie emergenti è stata particolarmente forte, mentre i miglioramenti nell’economia domestica
hanno portato ad un incremento costante delle macchine prodotte nel Regno Unito. La produzione ha
raggiunto il livello più alto in 17 anni nel 2016. La Society of Motor Manufacturers and Traders
(SMMT) ha riportato che oltre 1,7 milioni di machine sono state prodotte nel 2016, con un incremento
di 8,5% rispetto all’anno precedente.
Ciononostante, nell’anno successivo, a causa del declino della fiducia dei consumatori e delle
imprese, in combinazione con un aumento dei prezzi, si è verificata una diminuzione della domanda
interna. L’incertezza economica che ha seguito il referendum sulla Brexit ha comportato una
riduzione della spesa verso beni più costosi, causando una caduta nel ricavo dell’industria.
I produttori hanno conseguentemente ridotto la produzione, che infatti è declinata del 3% nel 2017,
secondo i dati SMMT. La produzione ha continuato a declinare anche nel 2019 e le aziende del settore
hanno iniziato a prepararsi per lo scenario di uscita dall’Unione Europea senza accordi commerciali.

I margini di profitto sono migliorati nella prima metà dei cinque anni considerati, anche se è previsto
un loro decremento del 7,6% a causa di un aumento dei costi degli input. Gli alti livelli di investimento
nel primo periodo hanno anche aumentato il numero di aziende, che dovrebbe continuare a crescere
ad un tasso annuale del 1,4% nel quinquennio fino al 2019-2020. Tuttavia, l’industria sta affrontando
una carenza di personale qualificato. Un report della SMMT del 2016 stimava che ci fossero circa
5,000 posti vacanti nell’industria automobilistica. Questo problema potrebbe essere esacerbato da
politiche migratorie più restrittive dato che al momento circa il 10% dei lavoratori nel settore
automobilistico proviene dai paesi dell’Unione. L’industria si trova ad affrontare gravi incertezze nel
breve termine, e le varie aziende hanno sollevato preoccupazioni rispetto a conseguenze anche gravi
nel caso in cui il Regno Unito proceda con un no-deal Brexit, inclusa una mancanza di lavoratori
ancora più accentuata e ritardi dovuti alle nuove tariffe imposte.

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L’industria dovrà affrontare diverse condizioni operative difficili nei prossimi cinque anni. Sono
attesi miglioramenti in mercati già collaudati come Stati Uniti e Europa continentale, nonostante le
incertezze relative alla Brexit, e maggiori opportunità in mercati emergenti. Internamente, i produttori
di macchine non raggiungeranno il loro target 2020 di produzione (due milioni di veicoli prodotti
all’anno), a causa delle difficili condizioni in cui versa il mercato. Ciononostante, ci sono margini di
miglioramento per i prossimi cinque anni fino al 2024-2025, data in cui il settore dovrebbe
raggiungere 57,6 miliardi di sterline di ricavo.

L’industria automobilistica inglese è un’industria stabile anche se necessita di forti investimenti.
SMMT riporta che 1,1 miliardi di sterline siano state investite dai produttori e dai vari stakeholder
rispetto ai 2,5 miliardi di sterline investiti nel 2015. L’incertezza economica, che ha rallentato la
domanda interna, ha anche portato a una riduzione degli investimenti nel Regno Unito da parte di
parent companies globali. Nel 2018, SMMT ha calcolato che se le compagnie inglese dovessero
trasferirsi all’estero, la produzione cadrebbe da 1,7 milioni di unità nel 2017 a 1,6 milioni di unità nel
2023. In generale, la crescita futura si può garantire con investimenti costanti che rendano l’industria
inglese competitiva a livello globale. Fino ad ora, gli stabilimenti inglesi hanno reso bene grazie ad
una forte economia, una forza lavoro altamente qualificata e, soprattutto, l’accesso al mercato unico
europeo, con circa l’80% dei veicoli prodotti esportati poi nei paesi europei. La forte esportazione
verso i paesi dell’Unione dipende dall’assenza di tariffe. Ovviamente, gli investimenti futuri sono
incerti a causa della situazione ambigua tra Regno Unito e Unione Europea.
Inoltre, essendo i mercati di Stati Uniti e Europa parzialmente saturi oppure potenzialmente in
riduzione a causa Brexit, il Regno Unito dovrà continuare a targetizzare mercati come India, Cina e
Brasile anche se, per motivi geo-politici, tale obiettivo potrebbe rivelarsi difficoltoso. Inoltre, lo
spostamento della produzione stessa in questi paesi a causa di costi di produzione più bassi è un
fattore a sfavore. In più, vanno considerate le difficoltà rappresentate dall’esigenza di avere degli
stabilimenti di produzione sempre più innovativi e dalla competizione rappresentata dai veicoli di
manifattura americana e tedesca.

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2.2.Innovazione
I fondi governativi per “alternatively fuelled vehicles (AFVs)”, hanno guidato la domanda nei cinque
anni passati. Le registrazioni di veicoli elettrici hanno subito un’impennata anche grazie a schemi
governativi come il “plug-in car grant”. L’importanza dell’elettrico è probabilmente derivata anche
dall’aumento dei prezzi del carburante negli ultimi anni. Prima degli ultimi cinque anni considerati,
i veicoli diesel componevano il 51% delle macchine vendute nel Regno Unito nel 2014, rispetto al
38% delle vendite dei cinque anni precedenti. Lo scandalo delle emissioni Volkswagen ha però
compromesso la popolarità dei veicoli diesel e il livello di tassazione imposto dal governo. Inoltre,
preoccupazioni sulla qualità dell’aria hanno abbassato drasticamente le vendite diesel: nel 2017, le
registrazioni di veicoli diesel sono state del 17,1% più basse rispetto al 2016. Il trend è continuato e,
nei dieci mesi fino ad Ottobre 2019, le nuove registrazione di veicoli diesel arrivavano a meno 22%
rispetto allo stesso periodo del 2018. I produttori hanno risposto rilanciando auto ibride ed elettriche,
anche se questo comporta una perdita di profitti nel breve periodo a favore di un guadagno più
cospicuo nel lungo periodo. Il Regno Unito è stato in realtà più lento nell’implementare una
produzione di veicoli a carburante alternativo. Ma questo dato dovrebbe presto cambiare, dato che
compagnie come Tesla sono in procinto di installare impianti di produzione in Europa. La
competizione dovrebbe espandere il mercato di veicoli elettrici e stimolare un abbassamento dei
prezzi. Da notare che la Nissan, seppur con una produzione limitata a 50000 unità annuali, dal 2013
ha     iniziato     a     produrre       la     Nissan   Leaf   nello   stabilimento   di    Sunderland.
I prossimi cinque anni dovrebbero favorire una vera rivoluzione nel settore dell’elettrico e dei veicoli
autonomi. L’implementazione di un sistema di detrazioni fiscali e di investimenti in infrastrutture che
incoraggiano la produzione di veicoli elettrici dovrebbe favorirne la produzione e la domanda. La
produzione di veicoli elettrici potrebbe diventare obbligatoria quando le restrizioni su petrolio e diesel
diventeranno operative nel 2040. Tutto ciò porta a credere che sia la domanda interna di motori
elettrici che quella esterna cresceranno negli anni a venire.

     3. Prodotti e Mercati

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L’industria automobilistica è in uno stato maturo, con molti dei suoi mercati di esportazione di
riferimento saturi.
La domanda è influenzata dalle condizioni economiche globali, dal prezzo del carburante, dal tasso
di cambio e da indicatori economici domestici. Essendo i prodotti di questa industria non
indispensabili, la domanda è anche guidata da quei fattori che influenzano la fiducia dei consumatori.
Dal referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la fiducia dei consumatori è andata
calando, abbassando anche il livello della domanda. Le esportazioni solo la forza del mercato inglese,
quindi il tasso di cambio è un fattore essenziale per l’industria. Il deprezzamento della sterlina ha
contributo a favorire il livello di esportazioni negli ultimi anni anche se il risultato non è stato ottimale
a causa del generale abbassamento della produzione. La domanda è al momento anche indirizzata
verso soluzioni automobilistiche più innovative e che abbiano un impatto ambientale più basso a
causa di un discorso ambientalista più ampio e una maggiore consapevolezza dei consumatori, oltre
che per una serie di schemi implementati dal governo inglese per favorire questa fascia del settore.

Di seguito è riportata la segmentazione del mercato per l’anno 2019-2020 e lo share di ogni
componente sul ricavo totale del settore:

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-    Macchine a benzina: share stimato al 48,4% ma in decrescita nei prossimi cinque anni.
    -    Motori e ricostruzione: share stimato al 16% ma in decrescita.
    -    Macchine diesel: share stimato al 14,7%, un dato piuttosto basso causato delle preoccupazioni
         per l’ambiente e da un generalizzato cambio di gusti da parte dei consumatori.
    -    Veicoli con carburante alternativo (AFVs): share stimato al 12,4% ma in rapida crescita nei
         prossimi dieci anni. Questa categoria comprende tutti i veicoli che utilizzano carburante
         alternativo (elettrico, ibrido, benzina e alcol, benzina e gas).
    -    Veicoli commerciali: share stimato a 8,5% ma destinato a decrescere. Questa categoria
         comprende van, bus, camion e veicoli per il trasporto di beni pesanti. La maggior parte di
         questi veicoli sono destinati all’esportazione.

Di seguito è invece riportata la segmentazione del mercato in riferimento all’anno 2019-2020 e come
proporzione del ricavo totale dell’industria:

    -    Cittadini privati: share stimato al 41,2% ma destinato a decrescere dato che è dal 2016 che il
         numero di nuove macchine registrato è in costante calo.
    -    Flotte e business: share stimato al 38% ma destinato a decrescere. Rientrano in questa
         categoria tutte le compagnie che acquistano una flotta di almeno 25 macchine.
    -    Trasporto di beni: share stimato al 9% e in crescita. Rientrano in questa categoria quelle
         compagnie che acquistano veicoli deputati al trasporto dei beni.
    -    Altro: share stimato a 11,8%.

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4. Import-Export
Un alto livello di commercio internazionale contribuisce a mantenere il livello di globalizzazione del
settore. Le importazioni in proporzione alla domanda interna e le esportazioni in proporzione al ricavo
totale sono tradizionalmente alti e questo dovrebbe rimanere tale nei prossimi cinque anni. Un enorme
parte della produzione UK è destinata alle esportazioni. Una volta attualizzata l’uscita dall’Unione
Europea, una minaccia agli investimenti stranieri ridurrà la produzione e la performance
dell’industria. La produzione comprende infatti parti e processi che avvengono in una filiera integrata
in tutta Europa. In uno studio di SMMT condotto nel Maggio 2017, si evince che circa il 44% dei
componenti di un veicolo costruito in Inghilterra erano prese localmente, in aumento rispetto al 36%
registrato nel 2011. Ciononostante, i produttori fanno ancora molto affidamento sul mercato europeo
anche se gli industriali inglesi hanno però espresso la volontà di rafforzare la fornitura domestica
soprattutto nell’incertezza dei negoziati Brexit.

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La maggior parte dei veicoli venduti nel Regno Unito sono stati assemblati all’estero. Il valore delle
importazioni dovrebbe crescere nei cinque anni fino al 2019-2020. Il livello delle importazioni è salito
per due anni consecutivi fino al 2016-2017, grazie ad un alzamento dei salari e una fiducia maggiore
da parte dei consumatori, pur rappresentando un forte ostacolo per la crescita degli operatori locali.
Infatti, le importazioni dovrebbero soddisfare il 59,6% della domanda interna nel 2019-2020, con una
preferenza per le macchine tedesche. Ciononostante, anche il loro livello è destinato a decrescere a
causa di una diminuzione più generalizzata della domanda.

I trend di esportazione sono importanti a causa del livello di dipendenza dal commercio
internazionale. Prima dell’inizio degli ultimi cinque anni presi in considerazione, il livello di
esportazioni era piuttosto basso. Durante il 2013-2014, i maggiori mercati di esportazione – Stati
Uniti e Europa dell’Ovest – hanno dovuto fare i conti con una situazione economica piuttosto incerta,
che ha scalfito il livello di fiducia dei consumatori.
La vendita di macchine nell’Unione Europea ha ripreso a salire solamente nel 2014, dopo sei anni
consecutivi di declino. La crescita delle esportazioni ha supportato la crescita del ricavo all’inizio del
periodo. Tuttavia, il ricavo proveniente dalle esportazioni è declinato in maniera significativa dopo il
referendum Brexit. Il settore automobilistico si è focalizzato su delle strategie mirate a mitigare gli
effetti di un potenziale no-deal e questo ha comportato una riduzione della produzione.
Nonostante la sterlina fosse deprezzata, le esportazioni sono calate del 15,2% nei dieci mesi fino ad
Ottobre 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018. Inoltre, il volume delle esportazioni per i motori
è calato del 5,6% nello stesso periodo. Il volume delle esportazioni sembrerebbe destinato a
decrescere ulteriormente nel corso dell’anno corrente in corrispondenza di un calo della domanda
domestica. Le aziende del settore hanno infatti aggiustato la produzione affinché corrisponda ad una
domanda in calo. Inoltre, le esportazioni potrebbero ulteriormente cadere a causa del Coronavirus e
della riduzione generalizzata delle attività economiche.

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5. Scenario Competitivo
Il settore automobilistico esibisce livelli moderati di concentrazione, con i primi quattro players che
detengono il 50,3% del ricavo dell’industria nel 2019-2020. Questi players controllano la maggior
parte dell’industria e le altre compagnie che hanno solo delle piccole shares. Ciononostante, nessuno
domina davvero dato che il settore è altamente globalizzato e i produttori devono affrontare
moltissima competizione esterna, a volte proveniente dai loro stessi stabilimenti localizzati in paesi
esteri.

I produttori competono sulla base di prezzo, tipo di carburante, qualità, branding e gamma di veicoli.
I prezzi variano a seconda del veicolo e del target di mercato. Per il mercato di lusso, i veicoli vengono
progettati con materiali e parti di maggiore qualità e motori di migliore performance, permettendo un
incremento del prezzo. Essere in grado di adattare la manifattura alle preferenze del cliente dà
vantaggi significativi. Inoltre, i consumatori sono più propensi ad acquistare da brand noti e di cui si
fidano. Per questo campagne di pubblicizzazione e marketing, che accentuino anche l’attenzione ai
livelli di emissione sono importantissime. Per espandere i margini di profitto potrebbe essere utile

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andare a ricercare localmente il materiale necessario per la produzione, in modo tale da non dover
essere soggetti alle fluttuazioni del tasso di cambio.
I veicoli importati soddisfano il 59,6% della domanda interna nell’anno corrente con le industrie
automobilistiche tedesca e statunitense particolarmente forti.

Le barriere di entrata nel settore rimangono forti. La barriera più forte rimane quella degli altissimi
costi nel costruire o comprare uno stabilimento di produzione. Gli stabilimenti sono grandi e
richiedono la presenza di macchine altamente tecnologiche. Inoltre, altre barriere sono date dalle
regolamentazioni governative, specialmente quelle volte alla salvaguardia dell’ambiente e allo
sviluppo di nuove tecnologie. Lo sviluppo di nuove tecnologie potrebbe essere difficile senza ingenti
investimenti alle spalle. Ciononostante, tali barriere non hanno fermato l’entrata di alcune grandi
compagnie internazionali come nel caso di General Motors, che ha venduto Vauxhall al gruppo
francese PSA a Marzo 2017.

    6. Implicazioni Covid-19 sul settore
L’emergenza epidemiologica causata dal Coronavirus avrà sicuramente effetti importanti
sull’economia mondiale. Il settore automobilistico sarà fortemente scosso dal rallentamento dei ritmi
produttivi. Nel Regno Unito si è già registrato un calo della produttività: a febbraio 2020 la
produzione è declinata dello 0,8%, dato corrispondente a 1033 unità, rispetto allo stesso mese del
2019. Le prime proiezioni disponibili sostengono che nel corso del 2020 potrebbe venire a mancare
la produzione di circa 200,000 unità. Sempre a febbraio, un mese prima che la pandemia mondiale
colpisse anche il Regno Unito, le spedizioni globali erano declinate del 3,1% e, nonostante la
domanda proveniente dai paesi dell’Unione fosse in aumento (+3,6%), le esportazioni verso Stati
Uniti e Asia erano diminuite in modo sostanziale.
In vista della situazione, gli operatori del settore hanno richiesto al governo inglese di prendere
provvedimenti e accelerare i sistemi di supporto per le aziende.

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Fonti

https://www.smmt.co.uk/2020/03/uk-car-production-steady-in-february-down-0-8-as-sector-braces-
for-coronavirus-impact/

https://www.ibisworld.com/industry-insider/analyst-insights/swiftly-spreading-the-effects-of-
coronavirus-on-uk-industry/

IbisWorld Industry Report C29.100: Motor Vehicle Manifacturing in the UK, February 2020, Yosuf
Allinson (https://my.ibisworld.com/download/uk/en/industry/1950/1/0/pdf).

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